Real Eyes, Realize, Real Lies., Privata

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~ Zoey.
view post Posted on 24/9/2014, 22:07 by: ~ Zoey.

In a coat of gold or a coat of red, a ℓισи ѕтιℓℓ нαѕ ¢ℓαωѕ.

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Grifondoro
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District 2 // Casterly Rock // Gryffindor House // Asse Roma-Brighton.

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« No matter how many breaths that you took,
you still couldn't breathe;
no matter how many nights that you'd lie wide awake to the soud of poison rain.
Where did you go? Where did you go? Where did you go?»




Dormitorio Grifondoro, prima di cena ~
L'orologio appeso in un non identificato angolo della stanza continuava imperterrito a ticchettare, scandendo ore, minuti e secondi.
Zoey, affaccendata, non se ne accorgeva, o forse non gli prestava attenzione; non le piaceva quell'orologio. Quel ticchettìo era fastidioso e la metteva in ansia, eppure non aveva il coraggio di staccarlo dalla parete e metterlo via: per una persona la cui precisione sfiorava il disturbo ossessivo-compulsivo, non sapere che ora fosse era un problema grosso.
Una volta tanto, non prestava attenzione alle lancette che si spostavano; le era stato appena recapitato un pacchetto con una lettera, ed era ansiosa di aprirli. La loro provenienza (Tulsa, Oklahoma), non lasciava spazio a dubbi sul mittente: doveva essere sua madre, o sua nonna.
Lesse la lettera velocemente: era di sua nonna Willow, lo sapeva senza bisogno di leggere la firma a piè di pagina. La carta profumava di lavanda, e la prima parola che compariva era "u-we-tsi-a-ge-hu-tsa", un termine cherokee che voleva dire "figlia del mio cuore", appellativo che solo l'anziana Blueriver usava nei suoi confronti.
Sua nonna diceva di averle spedito un "dono per motivarla in un periodo monotono come quello"; un dono che le avrebbe fatto particolarmente piacere, diceva, perché sapeva quanto le piacesse.
Senza ulteriori, indugi, Zoey strappò via la carta dal pacchetto, e all'interno vi trovò un libro dalla copertina logora, che un tempo doveva essere stata color ocra.
*Ma questo...è...*
Non ebbe esitazione nel riconoscerlo: il titolo parlava chiaro. Era una delle prime edizioni di "Dracula", datata 1899; aprendolo, vi trovò la firma autentica di Bram Stoker e la sua prefazione originale.
Sorrise, felice; era sempre stato il suo libro preferito, e adesso sua nonna le regalava una copia passata fra le stesse mani dell'autore irlandese.
Stringendolo al petto, proseguì con la lettera: Willow sosteneva di averlo trovato in una vecchia libreria di Tulsa, e che era convinta avrebbe reso contenta la giovane Grifondoro. Non diceva molto altro, se non informazioni generali su come stesse, e come procedesse la scuola.
Sorridendo fra sé, piegò la lettera e la infilò nel cassetto del comodino; le avrebbe risposto in seguito. Era ora di scendere in Sala Grande, ma di fame ne aveva ben poca, e poi si ricordò che le sarebbe toccata la ronda serale subito dopo.
Decise che mettere qualcosa sotto i denti, in fondo era un buona idea; indossando la spilla da Prefetto, e mettendo al sicuro il manoscritto nella piccola borsetta a tracolla di cuoio, senza sapere esattamente il perché, scese ai piani inferiori.

Giardino, nei pressi del lago, poco prima del coprifuoco ~
La sera stava scendendo, presto sarebbe stato tutto buio; l'aria era fresca, ma non eccessivamente, abbastanza da consentirle di non sentire freddo malgrado sopra la divisa non indossasse nulla.
Pareva che non ci fosse nessuno a girovagare per il giardino: sembrava quasi un altro luogo, se paragonato alle ore di luce, quando al contrario era affollato da studenti rumorosi che passeggiavano e ridevano fra loro. Doveva ammettere che lo preferiva così: amava quella quiete, e il vento leggero la metteva di buon umore. Sorrise, serena.
Decise di proseguire sino ad arrivare alla riva del lago, dove avrebbe potuto sedersi e contemplarne la superficie.
Aveva un legame particolare con quell'elemento: le piaceva nuotare e avrebbe potuto trascorrere una giornata intera in acqua.
Anche nella riserva a Broken Arrow c'era un lago, molto più piccolo di quello che avevano ad Hogwarts, ma bastava a terrorizzare a morte la madre di Zoey, poiché quest'ultima adorava recarvisi di notte.
C'era ancora un po' di luce, e da lì poteva vedere perfettamente il sole che pian piano spariva all'orizzonte: era un bellissimo spettacolo. Si appoggiò con la schiena alla corteccia di un albero, e rimase immobile ad osservare, rapita.
Finché non si accorse di qualcun altro: sdraiato a terra, sull'erba soffice, a pochi metri da lei, c'era un ragazzo.
Sussultò, sorpresa: davvero non si aspettava di trovare qualcuno.
Studiò la figura, e si accorse di conoscerlo, malgrado non indossasse alcuna divisa. Lo aveva incontrato per la prima volta molto tempo prima, e poi lo aveva incrociato più volte, e si erano visti in varie occasioni. Dopotutto, appartenevano alla stessa Casata.
Si chiese se fosse il caso di chiamarlo, nel caso non si fosse accorto della sua presenza; forse sarebbe stato meglio andarsene, dato che non sapeva cosa pensare di lui e non sapeva nemmeno dare un nome a ciò che suscitava in lei, ma era curiosa di sapere cosa stesse facendo lì a quell'ora, con il coprifuoco imminente. Del resto, Nathan non era mai stato tipo da rispettare le regole.
Si schiarì la voce, e attese.

 
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