Real Eyes, Realize, Real Lies., Privata

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Nathan Scott
view post Posted on 25/9/2014, 22:51 by: Nathan Scott
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VII Anno

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Bugie, di quello era caratterizzata la sua vita, lui ne era consapevole, durante gli ultimi tre anni di scuola non aveva fatto altro che mentire, nascondere la sua lealtà all’oscurità fingendosi ancora uno studente di quella casata, di quei fieri colori rosso-oro. Forse anche per questo era restio a lasciarsi indosso quello stemma, e alla prima occasione ritornare ad abiti normali, lui non apparteneva più a quella casata oramai da anni. Ancora pochi mesi, gli esami, e anche le fredde mura di Hogwarts sarebbero rimaste solo un vago ricordo, a volte piacevole come le conoscenze fatte, altre altrettanto meno come le persone perse. Un pensiero che ridondava nella mente era: Lui sarebbe rimasto un ricordo per Hogwarts? Avrebbe fatto qualcosa per cui valeva la pena essere ricordato? Tom dopo tutto l’aveva fatto.. ma lui non era così, non fino a quel punto. Non aveva più visto Caroline da quell’ultima notte, e in realtà non riusciva nemmeno ad immaginare una sua reazione nel rivederlo, magari proprio in quel momento. Inumidì le labbra come per assaporare un ricordo ancora vivido nella mente, si era ripromesso di non mordere più quel collo, chissà se era in grado di mantenere le promesse, almeno a se stesso.
Inspirò più forte nell’attimo in quei pensieri svanirono dalla sua mente, le iridi chiare tornarono ad ammirare l’oscuro manto del cielo, non vi era nuvola alcuna quella sera, e le stelle da quel lato del lago erano un’infinità in cui perdersi. Un modesto numero di lezioni d’Astronomia riaffiorarono fra i ricordi, un po’ ne sapeva di quel che stava guardando, e non poteva negare un certo fascino verso le storie e le leggende su quei puntini luminosi.. *Ma che ti prende.. solo uno stupido inciampa in ciò che si è lasciato alle spalle* la sua voce interiore l’ammonì cercando di farlo tornare alla realtà, a quello che era veramente, non certo un sentimentale attaccato a vecchie emozioni, lui era un Vampiro, niente di più, e niente di meglio.
Si alzò col busto, piegando le braccia con i gomiti a mò di appoggio, non c’era solo il cielo da ammirare quella sera, anche il lago aveva il suo effetto, e per un amante delle bellezze come lui, quei paesaggi non potevano certo essere ignorati, e francamente, solo nella calma notturna valeva la pena perdersi in essi. Ignaro della presenza di un’altra bellezza, ben diversa e migliore di quelle che lo circondavano, ma forse lei non sarebbe rimasta lì a farsi ammirare senza dir nulla. Non passò molto dal notarla, forse per i sensi più acuti che possedeva in quelle ore, o per il profumo, ogni cosa in lui era amplificata, avvertiva cose che da umano gli erano sempre sfuggite, era… eccitante.
Si girò lentamente verso l’ospite della notte, lei se ne stava lì, fissando vagamente il ragazzo, con la schiena poggiata al vecchio tronco della quercia, spettatrice secolare di amanti e litigi sulla riva del lago. Se era lì per la ronda serale perché non aveva avvertito subito il suo compagno? Perché fermarsi?
Era così bella, l’aveva riconosciuta, ma forse si sbagliava, quanto era passato? Un anno? Forse più.. Lei era appena stata promossa Prefetto, ora i suoi lineamenti erano più marcati e i capelli decisamente più lunghi, impossibili da non notare. Occhi neri in cui perdersi, più scuri dei pensieri del ragazzo, ma al tempo stesso lucenti, vivi, curiosi, occhi che capivano subito che persona avevano davanti. Chissà se scovavano la verità o la menzogna posandosi su di lui.

« Zoey »
Pronunciò quel nome, senza accenno di sorpresa, o indecisione su quel che ricordava, se non fosse stata lei poco gli importava, in fondo era solo un nome. Un lieve sorriso, seguito da un gesto con la testa, per intendere di avvicinarsi a lui, e magari sedendosi di fianco, o lasciare che si beasse qualche secondo della sua evidente altezza nei confronti del ragazzo sdraiato.
Per qualche arcano motivo, lui sentiva che la ragazza non avrebbe infranto la calma di quel momento con una ramanzina da Prefetto, quella ragazza non era così, non per dire che infrangesse le regole, ma solamente che rispettava le cose belle, quelle semplici, come due ragazzi in riva al lago nero…. anche se fuori orario..
 
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