Real Eyes, Realize, Real Lies., Privata

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~ Zoey.
view post Posted on 26/9/2014, 16:25 by: ~ Zoey.

In a coat of gold or a coat of red, a ℓισи ѕтιℓℓ нαѕ ¢ℓαωѕ.

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District 2 // Casterly Rock // Gryffindor House // Asse Roma-Brighton.

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« No matter how many breaths that you took,
you still couldn't breathe;
no matter how many nights that you'd lie wide awake to the soud of poison rain.
Where did you go? Where did you go? Where did you go?»




Pian piano, il cielo diventava più scuro; riusciva già a scorgere le prime stelle, e non erano poche, segno che l'indomani sarebbe stata una bella giornata, o almeno così i cherokee interpretavano il cielo stellato. Nessun mito, nessuna leggenda, stavolta.
Il ragazzo sembrò accorgersi della sua presenza ben prima che lei la palesasse schiarendosi la voce; questo le provocò un brivido di inquietudine lungo la schiena.
- Zoey. -
Il suo nome, pronunciato da lui, sembrava...sbagliato, ecco. Non sapeva neppure lei definirlo.
La metteva estremamente a disagio, inutile girarci attorno, e questo era successo sin dalla prima volta in cui l'aveva incontrato al Campo di Quidditch; sembravano trascorsi decenni, eppure le sensazioni erano sempre le stesse.
Una vocina in testa, la vocina del buonsenso, probabilmente, continuava a sussurrarle che non avrebbe dovuto trovarsi lì, e di andarsene il prima possibile, eppure, malgrado una parte di lei le desse ragione e volesse tornare al Castello, l'altra non voleva saperne di muoversi. Anzi, era incuriosita.
Per un istante che parve infinito, rimase ferma dov'era, contro la quercia, come se l'albero secolare avesse potuto offrirle una qualche protezione da un pericolo indefinito; poi si avvicinò di qualche passo, guardinga.

- Nathan. - disse piano, con la classica pronuncia strascicata e lenta dell'Oklahoma; alzò il mento, in cenno di saluto, mentre con gli occhi continuava a scrutarlo attentamente.
Fisicamente, non sembrava cambiato molto dall'ultima volta in cui l'aveva incrociato - anche se poteva sbagliarsi, considerando il fatto che era di fretta e gli aveva rivolto poco più di uno sguardo -, ma gli occhi...c'era qualcosa di diverso, lo riusciva a vedere chiaramente, e non capiva di cosa si trattasse. Solo che fosse qualcosa di troppo grande per comprenderlo da sé.
Le iridi chiare, cerulee, la inquietavano e inchiodavano dov'era; non ricordava di essersi sentita così, al Campo di Quidditch.
Distolse lo sguardo, quasi con noncuranza; non voleva fargli intendere qualcosa di più.
Tossicchiò, ancora a disagio; fissò un punto impreciso all'orizzonte.

- Rispettare le regole proprio non ti piace, eh? - sospirò, scuotendo la testa; per qualche ragione, non agì come avrebbe agito in circostanze simili con altri studenti, invitandoli a rientrare per evitare di infrangere il coprifuoco.
Probabilmente era a causa del senso di pace che trasmetteva quel luogo; sembrava di essere fuori dal mondo, complice anche il crepuscolo, che offriva silenzio e quiete.
*Forse perché della fatal quïete
Tu sei l'imago a me sì cara vieni,
O Sera*
, recitò la sua mente, ricordando un sonetto scorto per caso da qualche parte, che le era rimasto impresso nell'inconscio. Rabbrividì. Paragonare la sera al sonno eterno, per così dire, era un pensiero che la turbava.
Giocherellò con una ciocca dei lunghi capelli castani, e rimase in silenzio per un po'; poi si avvicinò ancora di più, senza tuttavia cedere all'impulso di sedersi sull'erba. Voleva mantenere un minimo di vantaggio.
*Ma vantaggio, per cosa, poi?*, si chiese; preferì non darsi una risposta.

- Stai comodo, lì? Cercavi un posto migliore del dormitorio che ti conciliasse il sonno? - indagò, ironica; doveva pur mantenere un minimo di controllo.
Continuò a fissare il lago, apparentemente imperturbabile; si rese conto di essersi irrigidita, e si notava. Passandosi una mano fra i capelli che il vento continuava a muovere e a portarle davanti agli occhi.
Decise di sedersi anche lei, mandando al diavolo una volta per tutte tutti quei brutti presentimenti che l'affliggevano dal momento in cui lo aveva riconosciuto. Cosa mai sarebbe potuto accaderle, in fondo? Erano pur sempre fra le mura di Hogwarts.
Lo fissò, attendendo una risposta, sul viso un'espressione seria; non avrebbe giocato con lei come l'ultima volta. Stavolta, se necessario, lo avrebbe affrontato direttamente.
Si rilassò un po', tranquillizzata da quella riflessione. Del resto, non poteva certo sfuggire sempre tutto quanto al suo controllo.

 
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