Real Eyes, Realize, Real Lies., Privata

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Nathan Scott
view post Posted on 1/10/2014, 13:10 by: Nathan Scott
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VII Anno

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Disagio; Senso di pena e di molestia provato per l’incapacità di adattarsi a un ambiente, a una situazione, anche per motivi morali, o più genericamente senso d’imbarazzo. Le definizioni del dizionario le aveva trovate sempre così dannatamente esatte, traducevano in parole quello che potevi sentire in una situazione, ma naturalmente non era la stessa cosa.
La maggior parte delle volte non sapeva spiegare quel che sentiva ora, non era così bravo con le parole, ma in quel momento poteva benissimo ritrovarsi nell’ultimo stralcio della definizione, il senso d’imbarazzo. Perché sentiva di provarlo accanto a Zoey? Insomma, di ragazze con cui divertirsi in riva al lago ne aveva una lista piena, ed anche molto meno tirate e sulla difensiva della Grifondoro; ma quel che sentiva non poteva essere lontanamente paragonato. Lei non era come loro, non l’aveva mai vista contornata di ragazzi, né in qualche modo cercava di attirare l’attenzione su di sé, e dire che nulla le mancava, anzi, possedeva quel fascino non indifferente; era bella ma non ostentava, era intelligente, una ragazza con cui non potevi pensare di divertirti una sera e dimenticarla il giorno dopo, Nathan sentiva che guadagnarsi la sua fiducia risultava un’impresa ardua tanto quanto il torneo tre maghi, ma che alla fine ne sarebbe valsa la pena. Forse stava vagando troppo con la fantasia, con i suoi infiniti film mentali che a volte erano veri e propri documentari a puntate, come pensava di conoscere fino in fondo quella ragazza e di riuscire a scalfire quell’armatura di Controllo che la proteggeva? Lui era il più sconsiderato che fosse passato fra quelle mura, ma nonostante tutto non provava un senso di pentimento, o voglia di mettere la testa a posto, era Lui che aveva scelto di fare quelle cose, e non loro che avevano scelto lui. Quella sera probabilmente avrebbe commesso un’altra pazzia, non poteva ignorare quel che sentiva, o quello che voleva, era così, doveva cogliere l’attimo e afferrarlo, le conseguenze dei suoi gesti sarebbero venute dopo, e il Dopo in quel momento non contava un bel niente.
« Dici che.. non siamo persone normali? »
Sorrise, pensando quanta verità ci fosse su quella battuta soffocata, lui non lo era davvero e non che si dispiacesse oltremodo per questo, ma anche Lei, accettando di sedersi vicino a quel ragazzo, poteva dirla lunga; Incoscienza? O estrema sicurezza in se stessa? Strano quanto a volte le due cose coincidano.
« Si possono fare tante cose di notte, molto interessanti, ma forse.. non sai neanche ti cosa parlo »
Ammiccò, stirandosi di nuovo sul manto erboso, aspettava con ansia il momento di scoccare una frecciatina che cercasse d’imbarazzare la ragazza, chissà se fosse tanto sveglia da leggere fra le righe e cogliere al volo il senso della frase. I suoi occhi vennero distratti per un attimo dalla schiena della ragazza e dai lunghi capelli che la coprivano per metà, fu tentato per un istante di sfiorarli con la mano ma qualcosa lo bloccò, un gesto semplice ed innocente, fatto da lei con noncuranza. Nathan le afferrò la mano, lentamente, non voleva ammonirla, il suo tono di voce calò in modo drastico, quasi fosse intimo.
« Non disturbare l’acqua »
Riferendo al sasso lanciato un istante prima dalla Grifondoro, di giorno quelle acque parevano così calme, ma di notte era tutta un’altra cosa, un po’ come le paure degli uomini, l’oscurità dava luce ai mostri più profondi. Mantenne il contatto con la mano della ragazza per alcuni secondi, la sua pelle era calda, nonostante l’evidente calo della temperatura, e a differenza di quella del ragazzo estremamente morbida. Poteva apparire un gesto semplice, ma l’avvicinarsi tanto era sempre un rischio per uno come lui, così… inaffidabile. Se Zoey era abituata ad ascoltare sempre la vocina della prudenza, di sicuro in quel momento la sentiva gridare ai quattro venti. Scosse la tesa, distogliendo gli occhi dal viso della ragazza, la sua mano abbandonò la dolce presa ritornando alla freddezza tipica del corpo di un Vampiro, Zoey aveva uno strano effetto su di lui, non sapeva dargli una spiegazione, né un limite, o era qualcosa di importante o non era nulla.
« Vivi in riva ad un lago? »
Rispose con un sorriso lieve, le rivelazioni della ragazza l’affascinavano, voleva sapere molto su di lei, anche se non avrebbe spinto quel tasto di sua spontanea volontà. Lasciava che le cose andassero da sole, la spontaneità era una caratteristica fondamentale di lui, non stava lì a pensare al modo in cui sarebbe apparso agli occhi degli altri, né si preparava un copione da recitare in base a chi avesse davanti. Zoey poteva essere come lui, a parte la paranoia che le faceva da ombra; chissà se quel punto in comune sarebbe stato uno spiraglio a cui aggrapparsi..
 
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18 replies since 24/9/2014, 12:57   398 views
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