Real Eyes, Realize, Real Lies., Privata

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~ Zoey.
view post Posted on 12/10/2014, 21:55 by: ~ Zoey.

In a coat of gold or a coat of red, a ℓισи ѕтιℓℓ нαѕ ¢ℓαωѕ.

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District 2 // Casterly Rock // Gryffindor House // Asse Roma-Brighton.

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« No matter how many breaths that you took,
you still couldn't breathe;
no matter how many nights that you'd lie wide awake to the soud of poison rain.
Where did you go? Where did you go? Where did you go?»





Di due cose era certa; la prima, era che di questo passo anche lei avrebbe infranto il coprifuoco - e stranamente, quell'idea non la ripugnava come al solito.
La seconda, che Nathan era un provocatore nato, e stava cercando in tutti in modi di suscitare una qualche reazione inaspettata in lei. Sorrise; tutto sommato, la divertiva quel suo atteggiamento che non aveva nulla a che fare con le persone che Zoey era abituata a frequentare. In effetti, si era tenuta sempre alla larga dai tipi come il Grifondoro, perché non sapeva mai cosa aspettarsi, e questo la metteva in difficoltà.
Viceversa, era pronta a scommettere che nemmeno il moro era abituato ad avere a che fare con ragazze come lei, ligie alle regole, rispettose dei propri doveri, e maniache del controllo, ci avrebbe messo la mano sul fuoco. Allora perché s'intratteneva lì con lei? Ricordava bene il soprannome che sua sorella Shayla le aveva affibbiato quando erano piccole, e parlava chiaro: "Killjoy", "Guastafeste".
L'unica cosa che le veniva in mente come spiegazione plausibile, era che il ragazzo provasse una sorta di crudele divertimento a vederla a disagio; e in effetti, Zoey era consapevole di essere buffa quando si trovava in imbarazzo.
Sbuffò impercettibilmente; no, lei di certo una persona normale non lo era, per rispondere alla domanda - probabilmente retorica - di Nathan.
Si voltò verso di lui, sorridendo e alzando le sopracciglia.

- Definisci "normale" - lo invitò, scherzosa. Sì, certamente la domanda di Nathan era stata giocosa, poteva capirlo dal suo sorrisetto appena accennato.
*Ha un bel sorriso*, si sorprese a pensare, e subito se ne pentì, distolse lo sguardo, tornando a fissare dritto davanti a sé.
Poi però una nuova frecciatina da parte del moro tornò a colpirla, ma non ottenne l'effetto desiderato; Zoey soffocò una risata, e tornò a guardarlo, divertita dal tono ammiccante del Concasato.

- Hai ragione, ad esempio tu sembri gradire il vagare per il cortile di notte e sederti sull'erba bagnata ad osservare l'acqua, rischiando di prenderti il raffreddore, ma, d'altronde, la vita senza rischio non è nulla, e tu mi sembri un uomo impavido. - Era il suo turno di scoccare la frecciatina, e lei aveva colto l'occasione al volo. Ridacchiò, soddisfatta.
Se Nathan voleva vederla reagire in qualche modo alle sue provocazioni, lei avrebbe reagito. Un po' perché faceva parte del suo carattere, un po' perché non voleva dargliela vinta.
Era determinata a rendergli pan per focaccia, quando, mentre si apprestava a lanciare un altro sassolino nel lago, il Concasato le afferrò il polso, impedendole di stendere il braccio e tirare; non poté fare altro che lasciare andare la piccola pietra, che scivolò dalla sua mano e ritornò sul suolo del lago.
"Non disturbare l'acqua", aveva detto, piano, con un tono di voce molto basso; si voltò, stupita. Ecco, quella, ad esempio, era una cosa che non si aspettava.
Il cuore accelerò i battiti; dopo qualche istante, ritrasse il polso dalla sua stretta. La differenza di temperatura era notevole; la mano di Nathan era gelida.
Non rispose, ma stavolta rimase a fissarlo, chiedendosi cosa stesse pensando.

- Lungi da me l'idea di disturbare il lago. - sussurrò infine, dopo una lunga pausa; era la prima frase che le era venuta in mente, perché non sapeva cos'altro dire, ma quel silenzio era imbarazzante.
Il buonsenso continuava a farle pressione perché si alzasse e tornasse dentro, al sicuro, nel Castello; ma lei rimaneva lì, sull'erba umida, le gambe incrociate, accanto a quel ragazzo così misterioso, di cui, in fin dei conti, non sapeva nulla.
Tossicchiò, a disagio; c'era voluto un niente perché cadesse dalla sua posizione di vantaggio. Era di nuovo in balìa degli eventi.
La domanda successiva, pronunciata quasi con noncuranza, non mancò di metterla in difficoltà; gli interessava davvero? Era saggio raccontargli qualcosa in più sulla sua vita e dargli più confidenza?
*Non dimenticare*, disse una vocina dentro di lei *che hai iniziato tu a raccontargliela.*
Era vero, sebbene non del tutto: era stata un'innocente confessione, uscita fuori dalla sua bocca quasi involontariamente, per giunta. Ma ormai il danno era fatto, tanto valeva esporsi un po' di più.

- Non, non proprio in riva. Ma vicino. Molto vicino. - rivelò, sorridendo nostalgica; spostò i capelli dietro le orecchie. - Vivo con la mia famiglia in Oklahoma, USA, e rispetto a qui, il panorama è decisamente più verde e naturale. -
Beh, se non altro, specificando la sua provenienza, il suo accento sarebbe sembrato meno bizzarro; sorrise tra sé, scuotendo la testa.

 
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