Notizie..., For Leia

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Lucilla Degona Lancaster
view post Posted on 11/1/2015, 20:58




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"Carissima Lucilla,
sono venuta a conoscenza di quanto è successo alla tua famiglia, la notte del 31 Dicembre. Non ho parole per esprimere il dolore che ho provato nel leggere una tale notizia, e prima di ogni altra cosa, voglio porgerti le mie condoglianze più sentite.
Voglio inoltre farti sapere che ti sono vicina in questo momento per te così doloroso. E a questo proposito, vorrei chiederti di vederci, perché ti vorrei parlare di qualcosa che, penso e spero, possa renderti contenta e possa aiutarti a portare a termine i tuoi studi a Hogwarts. So che è un momento molto difficile, ma sono convinta che tu sia forte e che tu sappia fronteggiare il dolore.
Se accetterai il mio invito, ti raggiungerò domani ad Hogwarts, dopo pranzo, in modo da parlare con tranquillità.
Ti abbraccio forte,

Leia"

Lucilla si era diretta in giardino dopo pranzo, come detto da Leia. Aveva gli occhi gonfi, era stata chiusa tutto il tempo in camera sua a piangere mentre le sue compagne la guardavano stranite, non sapendo cosa era accaduto alla sua famiglia. Qualche lacrima ancora le rigava le guance anche se la Serpeverde cercava di ricacciarle indietro. Quel pomeriggio c'erano pochi ragazzi che erano usciti per assistere all'uscita del primo sole, anche se timido, dell'anno. La ragazzina ancora non ripresa completamente dalla febbre e ancora molto scossa dall'accaduto, camminava tranquilla con i capelli al vento e la sciarpa della casata messa intorno al collo.
Le guance leggermente arrossate e lo sguardo vacuo. La sua gattina dopo la notte del 31 non l'abbandonava mai, la seguiva anche a lezione e la aspettava fuori dall'aula finché non usciva, era molto preoccupata ed era come un specie di protezione perché più volte in quei giorni la Serpeverde era svenuta e la piccola Rose aveva avvisato alcuni studenti.
In quel momento vedere Leia era la cosa migliore che potesse succedere, non l'aveva più vista dopo il Ballo, la notte di Capodanno, sperava solo di non farle pietà, la cosa che più odiava era quando faceva pena a qualcuno, si sentiva debole e insicura.
La aspettava guardando il vuoto, chissà che voleva dirle...
 
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view post Posted on 11/1/2015, 23:23
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«And the only solution was to stand and fight» Merlino ballerino!

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Il rumore sordo dei suoi stivaletti marrone scuro riecheggiava sotto il tetto ligneo del lungo ponte sospeso che collegava Hogwarts al giardino. Una ciocca di capelli, ribelle e indomabile, le cadeva instancabilmente davanti al suo occhio castano, subito rispedita all'indietro con un colpo di testa rapido e deciso. La sua mantella blu elettrico si muoveva scossa dai suoi passi, come dal vento, tenuta ferma da una fila di alamari dorati sul petto. Il passo era deciso, come lo sguardo, in cui si leggevano preoccupazione e fermezza insieme. Quando aveva letto la notizia sul giornale, la settimana prima, mentre si apprestava ad entrare in ufficio, sulle prime aveva pensato di aver letto male. Un'intera famiglia sterminata in un incendio, roba da far venire voglia di mangiare algabranchia e vivere sott'acqua vita natural durante. Ma quando aveva letto quel nome, la sua perplessità si era trasformata in un misto di dispiacere, incredulità e dolore.
<< ...la figlia Lucilla Lancaster è scampata all'incendio, non trovandosi in casa al momento della tragedia... >>.
*Lucilla...oh, Signore, no*.
E invece, sì. Era proprio lei.
Guardò oltre il parapetto del ponte, in direzione della radura delle creature magiche, rallentando istintivamente mentre il suo sguardo incrociava due magnifici ippogrifi che sonnecchiavano placidamente nel loro recinto. Quiete e riposo. Proprio quello che le mancava di più, ma che sperava che da quel giorno, non sarebbe mancato troppo alla ragazzina.
Si toccò la tasca interna della mantella, dove c'era un foglio che, sperava, avrebbe potuto aiutare la piccola a non perdere la sua strada e a non rimanere sola.
Riportò di nuovo lo sguardo deciso davanti a sé, accelerando il passo, e giungendo finalmente nel grande e quieto giardino. A quell'ora non c'era quasi nessuno in giro, complice anche la temperatura non esattamente invitante. Ma era l'unico posto in cui potessero parlare con tranquillità, senza essere disturbate. E infatti, Aquileia vide presto Lucilla poco lontano da lei. Camminava affiancata dalla sua giovane gattina nera, il volto segnato dal dolore, i begli occhi azzurri gonfi e tenuti bassi, in un'espressione vacua che le strinse il cuore.
*Diosanto. Già è difficile a 24 anni, vedere certe cose, figuriamoci a 12*, pensò, sfiorandosi il suo anello d'oro. Scosse la testa in un gesto deciso, come per scacciare dei pensiri sul nascere, e si diresse verso la ragazzina.
"Ciao, Lucilla" le disse semplicemente, quando fu davanti a lei. La guardò per un attimo, e senza aspettare la sua reazione, si mosse in avanti per stringerla in un abbraccio.
"Sono contenta che tu sia qui, piccola. Come ti senti?".
 
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Lucilla Degona Lancaster
view post Posted on 12/1/2015, 16:06




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Appena vide Leia, il cuore di Lucilla si alleggerì, era l'unica persona di cui si fidava e non le importava se ci avesse parlato poco, perché la conosceva meglio di chiunque altro.
Indossava un mantello blu elettrico, che si sarebbe notato ovunque e degli stivaletti marroni, ma ciò che Lucilla notava sempre erano gli occhi diversi ma bellissimi, una color cioccolato e l'altro color del cielo, così diversi ma sul viso angelico di Leia stavano benissimo insieme.
Alzò gli occhi, lucidi e stanchi e cercò di fare un sorriso che però si trasformò in una smorfia, non ce la faceva non riusciva proprio a sorridere...
Quando ormai le era vicina dopo un
-Ciao, Lucilla- la abbracciò. Dopo qualche secondo di esitazione ricambiò la stretta. Cominciarono a cadere delle lacrime, l'abbraccio di Leia la faceva sentire protetta e sicura, come una sorella maggiore.
-Sono contenta che tu sia qui, piccola. Come ti senti?- sciolse l'abbraccio asciugandosi le lacrime col dorso della mano.
Come si sentiva? Male, sentiva un vuoto dentro, una voragine e un dolore all'altezza del cuore.

-Bene...- mentiva e l'avrebbe capito chiunque.

 
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view post Posted on 13/1/2015, 16:29
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La stretta della ragazzina non era debole, ma era esitante, quasi insicura. In quell'abbraccio, Lucilla sembrava ancora più piccola e indifesa, solo una giovane studentessa sotto il peso di eventi immensamente più grandi di lei, incapace di trovare e di spiegarsene i motivi. Aquileia appoggiò la sua testa a quella della ragazzina, stringendola ancora più forte e accarezzandole i capelli, in un gesto che voleva darle rassicurazione. Quando si sciolsero dall'abbraccio, il volto di Lucilla era solcato dalle lacrime, che lei, con un gesto quasi istintivo della mano, cercava di asciugarsi.
"Bene".
Mentiva. Mentiva, come avrebbe fatto chiunque davanti a qualcosa di troppo grande per essere guardato tutto insieme. Mentiva non per codardia, ma per proteggere se stessa dal quel dolore.

*Anche io avevo risposto così*.
La guardò con gli occhi pieni di dolcezza, e le mise le mani sulle spalle. "Non devi sentirti in obbligo di indossare una maschera, con me, Lucilla". Le sue iridi chiaroscure si fissarono in quelle azzurre di lei, guardandola con calma e dolcezza, aspettando una qualunque sua reazione. Quello che era importante, in quel momento, era ascoltarla, e starle accanto, anche senza dire una parola. Aquileia voleva farle capire che, se Lucilla voleva, poteva sfogarsi, urlare, piangere, gridare, oppure starsene zitta senza guardarla. Poteva essere se stessa senza mentire, e sarebbe andata bene così.
"Piccola" disse infine Aquileia, rannicchiandosi davanti alla ragazzina "io sono qui perché devo parlarti di una cosa molto importante che ti riguarda. So che non è un momento facile, ma è qualcosa che sono sicura ti potrà aiutare". aggiunse, prendendole le mani. La scrutò in viso, osservando attentamente la sua espressione, per poi rialzarsi. "Vieni, camminiamo un pochino" disse, mettendole una mano sulla spalla e indicando verso il recinto degli ippogrifi. Un timido sole faceva capolino nel cielo. L'aria era ancora invernale, ma sembrava che quei pochi raggi bastassero per renderla, almeno un pochino, più mite. Aquileia si toccò di nuovo la tasca interna della mantella, guardando verso il basso in un gesto pensieroso, come a cercare le parole giuste per dire qualcosa.
Ripensò alla convocazione che aveva ricevuto la settimana prima dal tribunale, poche ore dopo aver letto della notizia. << Convocazione in merito al chiarimento della posizione famigliare rispetto alla figura di Lancaster Lucilla >>. Sulle prime era rimasta di sasso: che diamine volevano, e soprattutto, cosa diamine c'entrava LEI con la famiglia di Lucilla?
E ora, davanti alla ragazzina, aveva una notizia che probabilmente sarebbe stata un fulmine a ciel sereno come lo era stato per lei. Un fulmine dopo l'altro.
*Speriamo però che questo non bruci*.
"Lucilla, la settimana scorsa, mi è arrivata una lettera dal tribunale di Londra" iniziò, con tono calmo e pacato. "Era una convocazione. Mi hanno chiamata per parlarmi di una cosa che riguarda la tua famiglia..." continuò. Gli ippogrifi, poco lontano, continuavano a sonnecchiare placidamente. "Ti risparmio i particolari inutili e vengo subito al punto". Aquileia si schiarì la voce. "In casi come il tuo, quando vengono a mancare i genitori, la responsabilità per il minorenne passa ad un tutore. Immagino che tu questo lo sappia già". Si fermò, osservando il volto della ragazzina, con un sorriso. Poi continuò: "Di solito, il tutore è nominato dai genitori, ma nel tuo caso, i tuoi non hanno lasciato nomi. In queste circostanze, è il tribunale a nominare il tutore, che solitamente è il parente più vicino al ragazzo che ne ha bisogno".
"Il tribunale mi ha chiamata perché, a quanto sembra, tua mamma e mio papà erano cugini di secondo grado. Questo ci rende cugine di terzo grado". Fissò gli occhi di Lucilla con un sorriso eloquente. "...e, in particolare, mi rende la candidata idonea per ricoprire il ruolo di tua tutrice".
Mosse la mano verso la tasca, estraendone un foglio bianco, scritto in calligrafia minuta e precisa. Lo porse a Lucilla.

A.D. 2015
Il tribunale di Londra

si esprime in merito al caso della signorina LUCILLA DEGONA LANCASTER, nata a LANCASTER, il giorno 14 OTTOBRE 2001, residente a LANCASTER.

Vista la situazione famigliare della sopracitata signorina Lancaster;
Constatata la necessità di nominare per la sopracitata signorina Lancaster un tutore legale;
Esaminate le linee di sangue esistenti nella famiglia della sopracitata;
Verificata la presenza di un parente prossimo idoneo a ricoprire il suddetto ruolo, identificabile nella persona della signorina AQUILEIA LEONA GOODHEART MCFARLAND, nata a LONDRA, il giorno 26 MAGGIO 1988, residente a LONDRA, di professione AUROR, tipo di parentela: CUGINA, di grado TERZO;
Esaminate le credenziali della sopracitata signorina Goodheart e verificata la loro attendibilità;

NOMINA

la signorina Goodheart in qualità di tutore legale della signorina Lancaster.

La signorina Goodheart detiene la responsabilità all'educazione e all'istruzione della signorina Lancaster, ne ha la cura della sua persona, e ne amministra i beni e il patrimonio, fino al compimento della maggiore età della signorina Lancaster.

La presente nomina avrà decorso dal momento dell'accettazione dell'incarico da parte del tutore nominato.
Il tutore nominato ha tempo fino a 30 GIORNI dall'invio della presente nomina per accettare o rinunciare alla stessa. In caso di mancata pronuncia, l'incarico viene giudicato respinto.


Aquileia osservò la ragazzina, guardandola negli occhi. "Lucilla, sono stata nominata tua tutrice. Tecnicamente non sarei tenuta a chiedertelo, ma..." esitò.*Chissenefrega degli aspetti tecnici*. Un sorriso le si disegnò sul volto. "Io sarei felice di accettare, solo se lo sei anche tu. Perciò sono qui per chiederti che ne pensi" disse. Un raggio di sole si fece strada da dietro una sottile nube.
"Ti andrebbe di avermi come tutrice?".
 
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Lucilla Degona Lancaster
view post Posted on 13/1/2015, 21:29




-Non devi sentirti in obbligo di indossare una maschera, con me, Lucilla.-Forse... ma non poteva coinvolgere anche Leia, si sfogava piangendo, ma ormai anche le lacrime erano stanche di lei, stavano finendo, non ne aveva più da versare.
-Piccola, io sono qui perché devo parlarti di una cosa molto importante che ti riguarda. So che non è un momento facile, ma è qualcosa che sono sicura ti potrà aiutare.- La donna si alzò, seguita da Lucilla che non riusciva a capire cosa intendesse la donna, aveva leggermente corrucciato la fronte pensando alla causa della convocazione ma se ne stava comunque zitta ad ascoltare.
-Vieni, camminiamo un pochino- e allora seguita dalla Serpeverde si diresse verso il recinto degli Ippogrifi. In quei giorni anche la piccola ci si era avvicinata molte volte riuscendo dopo un po' a farsi accettare, mantenendo il contatto visivo, era l'unica cosa che riusciva a tirarla su in quei giorni.
-Lucilla, la settimana scorsa, mi è arrivata una lettera dal tribunale di Londra.- Lo sapeva! Lo sapeva che sarebbe successo... ma si chiedeva cosa centrasse Leia. Anche a lei ne era arrivata una in quei giorni in cui la informavano che se non veniva affidata a qualcuno entro un mese sarebbe stata mandata in un Orfanotrofio babbano, nel quartiere di sua nonna, dove aveva incontrato la Vampira. A quel pensiero si toccò il collo senza vedersi, la cicatrice c'era ancora. Le aveva detto un addio, ma poi aveva aggiunto per ora, forse capiva cosa intendeva. Sarebbe dovuta tornare una volta più matura, ma in quel periodo aveva avuto troppi scombussolamenti per pensare anche a quello. -Era una convocazione. Mi hanno chiamata per parlarmi di una cosa che riguarda la tua famiglia...ti risparmio i particolari inutili e vengo subito al punto. In casi come il tuo, quando vengono a mancare i genitori, la responsabilità per il minorenne passa ad un tutore. Immagino che tu questo lo sappia già.- La giovane annuì, eccome se lo sapeva, ma non capiva ancora perché Aquileia. -Di solito, il tutore è nominato dai genitori, ma nel tuo caso, i tuoi non hanno lasciato nomi. In queste circostanze, è il tribunale a nominare il tutore, che solitamente è il parente più vicino al ragazzo che ne ha bisogno. Il tribunale mi ha chiamata perché, a quanto sembra, tua mamma e mio papà erano cugini di secondo grado. Questo ci rende cugine di terzo grado- Lucilla era sconvolta, stava cercando di rielaborare tutte le informazioni, loro due erano cugine, da quando? Non sapeva nulla di cugini o parenti vari che non fossero i nonni o i genitori, la sua mente però stava immersa in mille pensieri, troppi da elaborare in una volta, era felice di ciò perché l'aveva sempre considerata una sorella maggiore, dal primo momento ma sapere che in una piccolissima parte in loro scorreva lo stesso sangue era strano, non ci aveva mai pensato sul serio.
-...e, in particolare, mi rende la candidata idonea per ricoprire il ruolo di tua tutrice.- Quella frase le fece alzare di scatto la testa, che era stata bassa durante tutto il discorso, in un primo momento era come in uno stato di trance poi si riprese e al suo posto venne la gioia, sul suo viso si formò un sorriso se pur timido che però si spense subito. Non poteva coinvolgere Leia in tutto ciò, le sarebbe piaciuto molto che fosse la sua tutrice ma questo significava avere moltissime responsabilità, e lei era ancora giovane doveva crearsi una famiglia, avrebbe avuti continue preoccupazioni, per non parlare delle spese, erano troppe le cose a cui pensare e poi non aveva nessuna colpa ad essere finita in quella situazione. Non poteva davvero accettare
Prese il foglio che la donna bionda le stava porgendo, lo aprì e iniziò a leggere.

A.D. 2015
Il tribunale di Londra

si esprime in merito al caso della signorina LUCILLA DEGONA LANCASTER, nata a LANCASTER, il giorno 14 OTTOBRE 2001, residente a LANCASTER.

Vista la situazione famigliare della sopracitata signorina Lancaster;
Constatata la necessità di nominare per la sopracitata signorina Lancaster un tutore legale;
Esaminate le linee di sangue esistenti nella famiglia della sopracitata;
Verificata la presenza di un parente prossimo idoneo a ricoprire il suddetto ruolo, identificabile nella persona della signorina AQUILEIA LEONA GOODHEART MCFARLAND, nata a LONDRA, il giorno 26 MAGGIO 1988, residente a LONDRA, di professione AUROR, tipo di parentela: CUGINA, di grado TERZO;
Esaminate le credenziali della sopracitata signorina Goodheart e verificata la loro attendibilità;

NOMINA

la signorina Goodheart in qualità di tutore legale della signorina Lancaster.

La signorina Goodheart detiene la responsabilità all'educazione e all'istruzione della signorina Lancaster, ne ha la cura della sua persona, e ne amministra i beni e il patrimonio, fino al compimento della maggiore età della signorina Lancaster.

La presente nomina avrà decorso dal momento dell'accettazione dell'incarico da parte del tutore nominato.
Il tutore nominato ha tempo fino a 30 GIORNI dall'invio della presente nomina per accettare o rinunciare alla stessa. In caso di mancata pronuncia, l'incarico viene giudicato respinto.


-Leia, ne sarei felicissima, ma avresti troppe preoccupazioni, non c'entravi in questa storia mentre da un giorno all'altro sei costretta a badare a una ragazzina di 13 anni solo perché siete cugine, sarebbe troppo, non posso accettare, tu hai la tua vita, prima o poi avrai una famiglia e una mocciosa in mezzo ai piedi non è il massimo- disse cercando di sembrare antipatica, proprio perché le voleva voleva un mondo di bene e sarebbe stata un peso troppo grande per lei. Era giovane ed aveva altre preoccupazioni.
-Lucilla, sono stata nominata tua tutrice. Tecnicamente non sarei tenuta a chiedertelo, ma...o sarei felice di accettare, solo se lo sei anche tu. Perciò sono qui per chiederti che ne pensi. Ti andrebbe di avermi come tutrice?- doveva decidere Leia -Certo che mi andrebbe, ma per te non sarebbe uno sconvolgimento troppo grande avermi come figlioccia?- disse con un sorriso misto tra la gioia e la preoccupazione.
 
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view post Posted on 14/1/2015, 22:57
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La ragazzina la seguiva tenendo la testa bassa, mantenendo un'andatura lenta, ma da cui si capiva chiaramente che era stanca, e non solo fisicamente. Aquileia parlava, e intanto, nelle pause, la osservava, mentre dentro di lei cresceva sempre di più il dolore nel vederla così schiacciata da quegli eventi terribili. Ancora una volta, ma stavolta con tristezza, constatò quanto quella giovane studentessa fosse simile a lei. Di tutto ciò che aveva notato al Paiolo, quando l'aveva conosciuta, era stata contenta: lo stesso cipiglio vispo, anche se solcato da una sorta di malinconia; lo stesso sorriso sereno e gioioso, la sessa gentilezza e la stessa dolcezza. E ora, constatò amaramente, le stesse esperienze. No, se c'era una cosa che non avrebbe mai desiderato, per Lucilla, era la condivisione dell'esperienza di una perdita irreversibile.
Alla notizia della loro inaspettata parentela e della possibilità di essere sua figlioccia, Lucilla sollevò la testa di scatto. Aquileia rispose con un sorriso dolce e gioioso, che si colorò di un leggero disappunto quando vide l'espresisone della piccola studentessa cambiare e rabbuiarsi. Forse, Lucilla aveva paura.
La osservò mentre leggeva il foglio, evidentemente scossa tanto quanto lo era stata lei nel leggerlo qualche giorno prima. La stessa espressione confusa, gli stessi occhi grandi e increduli, le mani che tremavano impercettibilmente, ma sì, tremavano. Quando Lucilla sollevò il volto, Aquileia puntò le sue iridi chiaroscure sul suo viso, senza perdere quell'espressione pacata e tranquilla che aveva mantenuto fino a quel momento, ascoltando le sue parole.
Nel sentire il suo discorso, la tenerezza che la ragazza provava per quella giovane studentessa si acuì oltre ogni misura. Sì, Lucilla era una ragazza forte: persino in un dolore così grande come quello che stava provando, la prima cosa a cui pensava era la vita di Aquileia, invece di pensare alla propria. E lo faceva, cercando di sembrare scostante, quasi insopportabile, ma forse, in fondo, sapendo benissimo che con Aquileia non ci sarebbe mai riuscita.
*Sì, è veramente forte*.
Vicino a loro, uno degli ippogrifi si era alzato, svegliato da un raggio di sole, e stava avvicinandosi distrattamente al recinto. Aquileia lo guardò di sfuggita con la coda dell'occhio, per poi tornare a guardare Lucilla. Alla sua ultima domanda, osservò il sorriso della studentessa oscillare tra la gioia e la preoccupazione. Il suo cuore si riempì ancora di tenerezza. Sorrise, chinandosi di nuovo davanti a lei.
"Lucilla, assolutamente no" le rispose, "nessuno sconvolgimento. Per te, ci sarebbe la possibilità certa di concludere in serenità i tuoi studi qui, a Hogwarts, senza rischiare di perdere tutto da un giorno all'altro. E questa è la cosa più importante" precisò. Poi continuò: "E se vorrai passare qualche weekend, o le vacanze, fuori da Hogwarts, potrai stare da me, tutto il tempo che vorrai. La casa è abbastanza grande per tutte e due. E se ti andrà, potremmo anche andare a trovare mia mamma in Irlanda, o mia sorella in Francia. Così conosceresti anche loro" aggiunse, con un sorriso, prendendo le mani di Lucilla. La guardò, ripensando alle sue parole.
"Tu prima o poi avrai una famiglia".
Nella sua mente, per un istante, sfrecciò l'immagine di una bacchetta d'ebano nel lampo di una luce verde, mentre nelle sue orecchie si faceva strada un grido. Seppellì quell'attimo nei recessi più reconditi della sua mente, da dove era fuggito. Stavolta, fu il suo sguardo ad assumere una sfumatura di incertezza, quasi di tristezza. Chinò la testa per un momento, per poi risollevarla immediatamente, tornando a guardare la ragazzina, sorridendo di nuovo.
"Lucilla, se per me fosse un peso, se non ti volessi, non sarei nemmeno qui". Sollevò le sopracciglia. "Allora, la cominciamo questa avventura insieme?" le chiese, sorridendole.
 
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Lucilla Degona Lancaster
view post Posted on 19/1/2015, 15:42




Continuava a sentirsi in colpa, non ce la faceva proprio, non poteva pensare di rovinare la vita a Leia, era ancora giovane e non poteva da un momento all'altro avere una ragazzina a cui badare.
La notte in cui venne morsa Lucilla aveva visto la scena del Paiolo, mentre la vita le veniva succhiata via, aveva selezionato quella scena come tra le più importanti, come se sentisse un legame con la donna che aveva di fronte, e forse ora era più chiaro. Ma la cosa certa era che ciò che le legava veramente era ben più importante di un legame di sangue, non sapeva se per Aquileia era la stessa cosa.
Vide un ippogrifo avvicinarsi al recinto alla sua destra e girandosi leggermente accarezzò delicata la testa dell'animale, facendo un piccolo inchino con la testa,in segno di rispetto.

-Lucilla, assolutamente no, nessuno sconvolgimento. Per te, ci sarebbe la possibilità certa di concludere in serenità i tuoi studi qui, a Hogwarts, senza rischiare di perdere tutto da un giorno all'altro. E questa è la cosa più importante. E se vorrai passare qualche weekend, o le vacanze, fuori da Hogwarts, potrai stare da me, tutto il tempo che vorrai. La casa è abbastanza grande per tutte e due. E se ti andrà, potremmo anche andare a trovare mia mamma in Irlanda, o mia sorella in Francia. Così conosceresti anche loro- Lucila sorrise e il suo viso si rilassò, e come se il sole sentisse il suo umore uscì da dietro le nuvole.
-Sono senza parole, qualunque persona avrebbe detto di no senza pensarci, come se non fosse nulla, mi hai vista si e no due volte e hai voluto accettare- fece una pausa- e se vuoi c'è sempre la mia casa in campagna e quella in Francia, per ora sono tue, ci sono le governanti che se ne occupano, e io qualche giorno fa sono andata ai Tre Manici di Scopa e mi hanno presa come garzona in prova, così per la maggior parte delle spese ci posso pensare io- disse pensando che comunque non avrebbe gravato troppo sulle spalle di Leia in questo modo.
-Lucilla, se per me fosse un peso, se non ti volessi, non sarei nemmeno qui. Allora, la cominciamo questa avventura insieme?-
-Certo- disse guardandola negli occhi per poi abbracciarla.
 
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view post Posted on 22/1/2015, 15:06
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Aquileia sorrise, di una risata dolce e cristallina, nel sentire la risposta di Lucilla. Non aveva torto, si erano viste in tutto tre volte, era un'obiezione assolutamente legittima. Ma Aquileia non si poteva scordare la sensazione che aveva provato mentre sedeva vicino a Lucilla, al Paiolo Magico, quando per puro caso - o forse, per Destino? - quel mattacchione di Coffee si era andato ad accomodare proprio in braccio a quella ragazzina; né poteva scordarsi di come era stata piacevole quella conversazione, davanti ai loro dolci, scambiandosi battute, giocando agli indovinelli, e anche confidandosi un po' l'un l'altra. In quel momento, quell'aprirsi così a qualcuno le era sembrato insolito - del resto lei non era affatto il tipo incline a parlare di sé, praticamente in nessuna maniera. Ma ora, conscia di quell'inaspettato legame di sangue che aveva con Lucilla, non poteva fare a meno di dirsi contenta e felice di conoscerla, e di sentirla amica e anche di averla come parente. In mezzo a queste considerazioni, mentre le sorrideva, un ultimo pensiero fece capolino nella sua mente: ora, non sarebbe più stata sola. Il suo sorriso si tinse per un momento di malinconia, nel ripensare a tutto ciò che era successo in quei tre anni, a come, dopo tutti quegli eventi, era rimasta sola. E ora, aveva la possibilità di non esserlo più.
Il suo sorriso ritornò luminoso, ancora più di prima, quando Lucilla le si gettò addosso in uno degli abbracci più calorosi e sinceri che lei avesse mai sentito. Ricambiò la stretta, ridendo ancora, felice e di cuore, accarezzandole nuovamente i capelli.
"Sono contenta, Lucilla" le disse, quando si sciolsero dall'abbraccio. "E so che sarà bellissimo. Sai... è da un po' che sono sola, qui a Londra" disse, rimanendo sul vago. "E... sono contenta di sapere che c'è qualcuno anche qui, per me. Qualcuno...di famiglia" le confidò, un po' timidamente, forse una delle rarissime volte in cui si mostrava timida. Ma era sicura che Lucilla, soprattutto in quel frangente, capisse bene cosa volesse dire sentirsi soli, e cosa potesse significare sapere di non esserlo più del tutto. Era sicura che la potesse capire.
"Oh, e non ti devi preoccupare per le spese. Conserva per te i galeoni che guadagni ai Tre Manici, sono frutto del tuo lavoro" le disse, in un tono affettuosamente autoritario. "Anzi, se più avanti vorrai fare anche qualcos'altro, ti posso cercare un lavoretto con le creature magiche...perché vedo che te la cavi molto bene con gli Ippogrifi!" aggiunse, stavolta fiera. Non le sembrava vero: quella ragazzina sembrava avere nel sangue la stessa predisposizione che aveva lei, con quelle magnifiche creature. Aquilea guardò il grande Ippogrifo che si era avvicinato a loro, puntando le sue iridi chiaroscure in quelle color alabastro dell'animale. Senza staccare lo sguardo dal suo, fece un profondo inchino, per poi rialzarsi lentamente. L'ippogrifo dopo qualche secondo le rispose con lo stesso gesto, e Aquileia gli accarezzò dolcemente il becco. "Mmm. Se ti va, quando sarai pratica, ci facciamo un volo" le disse, sorridendo. Sì, si sarebbero divertite un mondo, e non sarebbero più rimaste sole.
Ad un tratto, da lontano, iniziò ad udirsi il classico rumore del viavai degli studenti. Probabilmente, di lì a poco, sarebbero ricominciate le lezioni del pomeriggio. Aquileia decise di non trattenersi oltre, per lasciare a Lucilla il tempo di tornare con calma nel castello per i suoi corsi.
"Bene, piccola, è meglio se vado, adesso" le disse, ravviandosi i capelli dietro la nuca e allacciando con calma gli alamari della mantella. "Domani andrò al tribunale di Londra, confermerò ufficialmente la nomina e sbrigherò tutta la burocrazia del caso". La guardò, sorridendo serena. "Vai, ora, le tue lezioni ti aspettano" le disse infine, accarezzandole nuovamente i capelli. Prima di lasciarla andare, si chinò per darle un bacio sulla guancia. "Ciao, amica mia" le disse, per poi guardarla allontanarsi verso il castello.


Eccoci qua!!! Bene, volo subito a mettere in scheda che ora sei ufficialmente mia cugina nonché mia figlioccia!! :wub:
 
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7 replies since 11/1/2015, 20:58   105 views
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