Halloween...Cena con Delitto...

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Richard Count
view post Posted on 2/11/2014, 16:39




Richard ora era dentro e vedeva maghi di ogni età aggirarsi per una sala tutta decorata per la festa ed attorno ad una tavolata imbandita per una cena che di li a poco sarebbe iniziata.
Incominciò anche lui a girare tra le gente ed intravide alcuni compagni di Hogwarts ,anche loro vestiti con abiti ridicoli.
Ad un tratto gli si avvicinò una creatura rosea con un vassoio con dei calici e un altro con dolci di ogni tipo,così Richard prese un calice con del succo di zucca,era ancora troppo giovane per poter bere alcolici,ed una manciata di dolcetti che pian piano incominciò a mangiare,mentre girando tra la folla si mise a cercare qualche suo amico di Hogwarts con cui passare la serata o qualche persona interessante da conoscere nel mondo della magia.
 
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view post Posted on 2/11/2014, 16:45

In a coat of gold or a coat of red, a ℓισи ѕтιℓℓ нαѕ ¢ℓαωѕ.

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- No, decisamente non era la mia prima scelta -scoppiò a ridere, guardandosi. Poi, con un sorriso divertito, replicò: - Tu invece non stai poi così male. I ragni ti donano. Sicuramente meglio dei serpenti. - aggiunse, ironica ma senza malizia alcuna.
Era davvero contenta di rincontrare Arya; era molto che non la vedeva e non parlava con lei, se si escludevano i saluti veloci in corridoio fra una lezione e l'altra. Era stato un periodo pieno per entrambe, e Zoey si sentiva in colpa per non averla cercata. Dopo che Kim era praticamente svanita nel nulla, Arya era stata l'unica con cui lei si sentisse a proprio agio e che potesse considerare davvero un'amica. Aveva legato anche con Chrisalide, ma nei suoi confronti Zoey si sentiva più che altro una sorella maggiore, ed era ben felice di aiutarla e consigliarla.
Ora, notando lo sguardo perplesso che la Prefetta Serpeverde aveva riservato alla più giovane Concasata, si rese conto che ancora troppe poche persone conoscevano la vera identità della piccola Lovecraft. Si morse il labbro inferiore, incerta sul da farsi; cinse con il braccio pieno di merletti le spalle esili di Chrisalide e sorrise, un po' in imbarazzo.

- Ehm, Arya...lei è Chrisalide, e fa parte della tua stessa Casata. Penso che tu la conosca come Chris. - rivelò, abbassando notevolmente la voce; una cosa alla volta. Guardò Chrisalide, comprensiva e rassicurante, come a dirle di fidarsi di lei. Poi si rivolse di nuovo all'amica. - E' una lunga e triste storia, e credo che preferirà raccontartela lei stessa, ma...ora non è il momento.- Temeva di aver sbagliato a dirlo lei stessa, senza dare occasione alla Serpina di spiegare da sé, ma aveva ritenuto opportuno intervenire, senza girare attorno al discorso. Ai fini di accettare se stessa, Chrisalide doveva uscire allo scoperto. E lei poteva spingerla a farlo.
Dopo qualche istante di silenzio in seguito alla frase mormorata dalla Prefetta Serpeverde che sentì solo lei, inaspettatamente abbracciò Arya, stupendo anche se stessa.

- Non arrabbiarti con lei, è sola e spaventata, e ha bisogno di qualcuno che le stia accanto...- , le sussurrò quasi impercettibilmente all'orecchio; poi sciolse l'abbraccio, e le sorrise. - E poi figurati, non ti libererai di me così facilmente stasera, Von Eis - le rispose a bassa voce, e poi rise piano.
Seguì Arya all'interno della Reggia, e rimase letteralmente a bocca aperta davanti a tutto quello splendore. Se l'esterno era meraviglioso, l'interno lo era il doppio. Era un trionfo di bellezza e magnificenza.
Molto meno lo era l'ometto vestito di un orribile color cachi che li stava accogliendo: doveva essere lui l'organizzatore, e soprattutto l'artefice di quei costumi improponibili. Il primo istinto fu quello di dargli una testata, ma il buonsenso ebbe la meglio.
Il buonsenso...e una figura fin troppo familiare che catturò la sua attenzione.
Vestita in modo strano e quasi irriconoscibile, certo, tuttavia quella figura l'avrebbe riconosciuta ovunque. Nathan.
*Possibile che stia bene anche conciato così?*, pensò, in un momento di debolezza. Possibile che non l'avesse vista? Più probabile che avesse fatto finta di nulla; ferita nel suo amor proprio, decise di non fare caso a lui a sua volta, né di chiamarlo. Libero arbitrio. Se avesse voluto, sarebbe stato lui ad avvicinarsi.
Si limitò a raggiungere Arya, che si era seduta. Accanto a lei c'era la Rose, la Caposcuola Serpeverde che Zoey non era mai riusciata a farsi andare a genio.
Si accomodò alla sinistra di Arya, il posto accanto a lei ancora vuoto. Se Chrisalide dopo la sua confessione avesse ancora voluto mettersi vicino a lei, sarebbe stata la benvenuta.
Guardò titubante il liquido nel bicchiere, e poi Arya. Era proprio necessario bere? Probabilmente non sarebbe stato educato non farlo.

- Possiamo solo sperare che sia una normale bevanda. Beh...cin cin. - commentò, sorridendo lievemente; poi alzò il calice emulando il gesto dell'amica, e lo portò alle labbra, pregando silenziosamente che non fosse avvelenato.

 
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view post Posted on 2/11/2014, 17:16
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«And the only solution was to stand and fight» Merlino ballerino!

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*Beh, se non altro l'ambiente è veramente impareggiabile*. Aquileia entrò nell'immensa sala in cui il più che strambo organizzatore della festa aveva deciso di disporre un gran banchetto. Il sontuoso e ricchissimo mobilio, le raffinate sculture, le pregiate decorazioni fecero fermare Aquileia per qualche istante, rapita e affascinata dalla magnifica bellezza del palazzo. Nella sala erano presenti svariate altre persone, per lo più giovani studenti, a giudicare dall'aspetto...beh, almeno da quello che si poteva vedere di loro, tutti ben infagottati in abiti che fornivano molti, molti spunti per una lunga lista di manicomi in cui rinchiudere il padrone di casa. *Secondo me, questo Fuco è un magonò incredibilmente bravo a nasconderlo. E' l'unica spiegazione* meditò assentendo tra sé e sé senza rendersene conto. Nel mentre, passò davanti ad un grande specchio, e poté così anche ammirare il favoloso make-up scelto per lei dal padrone di casa. *Oh, ma che bello questo rossetto rosso, proprio in tinta con questi magnifici rubini che ho sulle mani. E quest'ombretto verde. Proprio la morte sua. E queste piume turchesi.* e subito dopo pensò: *POTREI VOMITARE.* girandosì di scatto verso la sala. Non c'era una sola persona che non si guardasse intorno con sguardo allucinato e incredulo. *E ti credo, guarda come siamo tutti conciati! Quella povera ragazza ha addirittura addosso una specie di ragno!* pensò lei, guardando una giovane poco lontano da lei. Il padrone di casa, dopo aver fatto tutti gli onori (ed essersi anche beccato una bella ripassata da una maga intabarrata in un osceno abito color rosa pallido, con i capelli mezzi bianchi mezzi neri), stava vivacemente invitando tutti ad approssimarsi al banchetto.
*Beh, vediamo un po' dove mi posso sedere...e soprattutto, vediamo cosa c'è da mangiare.* Aquileia si mosse per cercare un posto a sedere, quando all'improvviso una ragazzina vestita con uno scioccante abito di piume che sembravano di pavone si avvicino a lei rapidamente. Si sollevò la maschera, dietro cui spuntavano due occhioni azzuri che lei conosceva. "Lucilla!" disse riconoscendola, e sorridendole. Si vedeva lontano chilometri che era confusa e piuttosto agitata per le folli circostanze in cui stava inziando la festa. "Ti prego siediti vicino a me, c`e` qualcosa che non mi piace in questa festa, forse il sorriso di Fuco...". Aquileia fece un rapido cenno di assenso con la testa e abbozzò un sorriso, subito prima che lei si allontanasse più inquieta che mai verso la grande tavola. Aquileia la seguì senza pensarci due volte, si accomodò di fianco a lei (beh, almeno per quanto le permetteva quell'orrendo pastrano che si ritrovava addosso) e la tranquillizzò con un sorriso, facendole l'occhiolino con il suo occhio azzurro. "Tranquilla, non ci perderemo di vista!".
Nel frattempo, diede una rapida occhiata al menù della serata. Era talmente esterrefatta che proprio non sapeva cosa scegliere. Ma di una cosa era sicura: la tagliata di Ippogrifo proprio non la voleva. *Merlino ballerino, ma come si fa a MANGIARE gli Ippogrifi?!* pensò disgustata. Intanto, dei piccoli omettini rosa invadevano la sala distribuendo a destra e a manca quello che doveva essere il cocktail di benvenuto.
*Mh, whiskey incendiario e succo di zucca speziato...e...amaretto della casa?* lesse. Brutto presentimento. Anche Lucilla, di fianco a lei, sembrava molto poco convinta, ma gli omini rosa arrivarono in un baleno e le equipaggiarono di bicchieri veloci come fulmini. *Ho idea che non possiamo rifiutarci*. Prese il bicchiere e bevve riluttante lo strano cocktail, mentre cercava di immaginare come avrebbe potuto proseguire la serata.

Scusate, ho modificato la descrizione dell'abito di Lucilla, perché l'avevo letta male! X)


Edited by Aquileia Goodheart - 2/11/2014, 17:33
 
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Jessica A. Evans
view post Posted on 2/11/2014, 17:54






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Torre di Divinazione, Sala Comune Corvonero, Dormitorio Femminile. – 29 Ottobre.
Jessica era comodamente adagiata sul suo letto a baldacchino, un ginocchio flesso con la pianta del piede sul materasso e l’altra gamba accavallata sopra, leggeva un vecchio libro sospeso sopra la testa. Approfittava delle ultime ore di luce del pomeriggio, per non dover ricorrere alla magia ed accendere le candele, e così rincorreva con le pagine i flebili raggi di sole filtranti dalle finestre, per illuminare le parole. Era rimasta chiusa in camera tutto il pomeriggio, annoiata e apatica, senza la minima voglia di fare nulla se non leggere per ore. Quando, facendo l’ennesima acrobazia per voltare pagina in quella posizione, il libro le cadde sul naso e poi a terra, e lei si rannicchiò a sedere con le mani sul volto per attutire la botta, il suo campo visivo inquadrò la scrivania e vide una busta nera. Ancora dolorante si alzò e si diresse verso l’elaborato bancone ligneo ricoperto di oggetti, e afferrò il piccolo quadratino di carta spessa e corvina. *Ah, già. Quella stupida festa…* pensò con uno sbuffo, ricordando che la busta conteneva un invito per una festa in maschera stile vittoriano, a cui non aveva alcuna intenzione di andare. Non aveva decisamente tempo per partecipare ad eventi mondani…

Torre di Divinazione, Sala Comune Corvonero, Dormitorio Femminile – 31 ottobre.
La giovane Corvonero osservava il suo riflesso allo specchio, maledicendosi per aver cambiato idea ed essersi addobbata a dovere per partecipare alla festa in maschera. Sospirò sconsolata, mentre cercava di sistemarsi l’elaborato cappello adorno di ragnatele e ragni finti sulla testa. Si sentiva ridicola e in completo imbarazzo. Un nastro di seta nero le fasciava il collo chiaro e il lungo abito corvino le svolazzava attorno alle ginocchia. Lo stile vittoriano era richiesto dall’invito, con mittente sconosciuto per giunta, e adattare la pomposità del secolo alla sua personalità non era stato affatto semplice. Aveva tagliuzzato ed adattato un pomposo abito, in modo che fosse il meno possibile ingombrante e, di contro, assolutamente comodo. Ricordandosi che si trattava, nonostante tutto, della festa delle streghe aveva aggiunto piccoli dettagli a tema, come le ragnatele attorno al cappello e qualche arabesco disegnato con il trucco sul viso. I suoi occhi erano adorni di un elaborato ghirigoro fine, che ricordava vagamente una maschera di pizzo e le labbra rilucevano di rosso vermiglio. I capelli rossi rimbalzavano in morbidi boccoli sulle spalle, in perfetto contrasto con il nero pece dell’abbigliamento. Girò su se stessa per assicurarsi che tutto fosse in ordine, dalla chiusura del corsetto della parte superiore agli stivali lucidi che le fasciavano la parte inferiore della gamba. Era pronta, sperava di non sfigurare all’evento ignoto che sembrava essere sulla bocca di tutti, a scuola e fuori le mura. Si vociferava che il Ministro della Magia in persona ne avrebbe preso parte. Deglutendo a fatica, e cercando di non pensare a quanto poco adatta si sentisse in mezzo ad una folla di persone felici ed allegre, afferrò il lungo cappotto di pelle adorno di dettagli metallici dorati e lo allacciò in vita, pronta a partire.
Afferrò l’invito all’ora prestabilita, secondo le indicazioni e inaspettatamente si sentì artigliare la vita, come da un gancio invisibile e il suo corpo si staccò dal suolo cominciando a roteare, facendole aumentare la nausea che già si era impossessata di lei al solo pensiero di incontrare sconosciuti ad un party. Quando il moto sussultorio terminò, Jessica si ritrovò per sua grande sorpresa sull’enorme viale d’ingresso di una altrettanto mastodontica villa rinascimentale. *Ma dove diavolo sono? Non sarà mica che…* pensò inebetita, passando lo sguardo dal maniero all’invito, ripetutamente. Ebbene sì, l’unica spiegazione del fatto che si trovasse davvero dinnanzi a Versailles, era che il pezzo di carta fosse una passaporta. *Ottimo. Di nuovo in Francia, che palle*; sbuffò e si incamminò per la via. Aguzzò lo sguardo e vide una piccola folla adunata all’ingresso e il suo viso si accese di stupore. C’erano un sacco di studenti e maghi fuori l’uscio e guardavano in massa verso l’individuo più strano che Jessica avesse mai visto. Sembrava che Robespierre avesse cacciato la testa in una zucca, così per divertimento. L’uomo color cachi che li accolse era pomposo ed entusiasta e li invitò ad accomodarsi nell’immenso ed elaborato salone. Jessica non poteva smettere di osservare i decori preziosi e gli affreschi che adornavano le pareti sfarzose. Non poteva credere di essere stata invitata ad una festa a Versailles, la villa dei regali di Francia. Si costrinse a distogliere lo sguardo dall’ambiente e incominciò a fissare i presenti, nel tentativo di riconoscere qualcuno e di poter proseguire in compagnia, ma più fissava i presenti e più realizzava di essere circondata da sconosciuti. Il panico stava iniziando a d invaderla, avrebbe potuto andare peggio? Circondata da ignoti mascherati, in una villa regale ad un party organizzato da uno stramboide? Ma come le era venuto in mente? Osservando meglio il proprietario di casa si rese conto che uno dei due occhi non era affatto normale, ma roteava inquieto nelle orbite, facendo il giro completo e portando l’iride addirittura ad osservarsi le spalle. *Merlino di prego, aiutami* pensò sconsolata. Qualcosa le urtò le gambe e quando abbassò lo sguardo vide un ominide rosa porgergli un bicchiere. “Per Diana e Giunone!” esclamò facendo un passo indietro. Osservò sbalordita la piccola creatura, simile ad un elfo domestico color fragola e prese con mano tremante il bicchiere da cocktail che le venne offerto. Quando rialzò lo sguardo, incrociò uno sguardo familiare e intravide la sua Prefetta di Corvonero, si fece largo tra le maschere che si accalcavano nell’ingresso e cercò di raggiungerla. “Jennifer! Meno male… Bel vestito!” esclamò sollevata, affiancandola nella sala del banchetto e apprezzandone l'outfit ben coordinato. “Come ha detto di chiamarsi quel tale?” chiese borbottando all’orecchio della ragazza, scrutando l’individuo in cachi con le sopracciglia sollevate, mentre sbraitando invitava gli ospiti ad accomodarsi. “Che dici, ci sediamo vicine?” mormorò, e si sarebbe diretta verso il primo posto appetibile, se la stessa avesse accettato l’invito. E mentre distoglieva nuovamente lo sguardo dalla zucca che ballonzolava sulla testa del damerino, il suo sguardo intercettò un ragazzo con un completo nero e sobrio, elegante, con due occhi corvini e la pelle candida; il suo cuore saltò un battito e per un momento si paralizzò, sbiancando, prima che la folla si richiudesse a celarle dalla vista la visione che aveva appena avuto... “Quel ragazzo…” sussurrò, a sé stessa.
Era Nathan.



 
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~Bathory
view post Posted on 2/11/2014, 18:15




Gli eventi che si susseguirono furon sí veloci, sí imprevedibili, che la povera serpina si ritrovó spaesata, confusa, come se si fosse appena svegliata da un brutto sogno.
Arya l'aveva salutata, probabilmente riscontrando un nonsoche di familiare in lei. Zoey era sopraggiunta dal nulla, accogliendola con calore e presentandola alla prefetta serpeverde senza troppi giri di parole.
Chrisalide spalancó gli occhi, shockata, Zoey aveva appena sbandierato la sua reale identitá in presenza di Arya. Speró che nessun altro avesse sentito, sorridendo tremendamente imbarazzata quando Zoey la tiró a sè, con fare protettivo.

《 Sí...lunga storia... mi dispiace aver dovuto mentire....tecnicamente non mi è permesso presentarmi in questi panni....》 Biascicó titubante, sperava che nessun orecchio indiscreto fosse lí a spiare... non poteva sapere d'altronde, chi poteva conoscere suo padre...
Intimorita, spaventata di restar da sola, la serpina si accodó alle due giovani, seguendole all'interno e guardandosi in giro stupefatta per la magnificenza del palazzo. Quando arrivaron nella sala da pranzo, Chrisalide sedette a lato di Zoey quello non occupato da Arya.

《 Vi prego... non abbandonatemi... non conosco nessuno...》 Sussurró spaventata. Prese dunque posto e uní le mani in grembo guardandosi attorno. Non era esattamente il compleanno che si aspettava di trascorrere, non con quel vestito caccheggiante indosso. Rimase in silenzio, osservando il resto degli invitati. Elhena entró nella stanza assieme ad altre persone, l'albina la fissó, chiedendosi se ancora conservasse il suo braccialetto. Abbozzó un piccolo sorriso verso di lei, in fondo si eran "presentate" da Florian. Mosse il capo verso Arya e vide la caposcuola serpeverde sedersi di fianco a lei, adorava I capelli fiammeggi anti di quella giovane e per un attimo si rabbuió del suo essere albina. Tentó di guardare oltre Emily ed ecco.che il cuore le si fermó e le guamce avvamparon. Affianco a lei vi era proprio Horus il caposcuola tassorosso, l'unico che aveva messo assieme I tasselli del puzzle e risolto il mistero. Ersno mesi che non lo vedeva ma il suo cuore non era per nulla insensibile all'argomento difatti prese a batter come un forsennato. Guardó ls coppia prendere posto con aria pensiero sa, quanto avrebbe voluto esser al posto di Emily....
Sospiró avvilita, chiedendosi perchè il suo compleanno doveva andare così. ..

Decise di pensare ad altro e dunque si concentró sul menú, tentando di scegliere cosa avrebbe potuto mangiare. Avrebbe optato per il risotto alla zucca, la frittura mista e le verdure grigliate...e magari quel cheesecake alla zucca e nutella... sí , magari il cioccolato avrebbe aiutato l'umore sotto le scarpe...
Prese poi il calice che era costretta a sollevare ma che non sapeva di cosa fosse pieno e brindó con il resto dei commensali...

Edited by ~Bathory - 2/11/2014, 18:31
 
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view post Posted on 2/11/2014, 18:21
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Nemo me impune lacessit Nessuno mi aggredisce impunemente.

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Col suo goffo incedere, Memory si portò dunque all'ingresso della magnifica dimora. Dopo aver udito il benvenuto di quell'uomo strambo, si accodò agli altri invitati ed entrò.
Muoversi in quegli abiti risultava parecchio faticoso, perciò fu a passi lenti che la tassina si mosse. L'inconveniente non fece altro che favorire la sua naturale inclinazione a guardarsi intorno. E certo l'immensa sala nella quale si ritrovò offriva un gran bello spettacolo. Non c'era centimetro di quel luogo che non fosse decorato. L'oro e i luccichii si sprecavano. Lo sfarzo e il lusso lasciavano a bocca aperta. Il lampadario che si era ritrovata in capo, non avrebbe mai potuto competere con quelli che pendevano dal soffitto. Ma ciò che più di tutto calamitò l'attenzione della ragazzina fu qualcosa di molto più comune, quasi banale:
*Caramelle!*
Vari calderoni erano sparsi per il salone e da ognuno occhieggiavano dolcezze di ogni genere. Memory non le conosceva tutte, ma le Api Frizzole e le Tutti i gusti+1 giravano a iosa ad Hogwarts. Nel dubbio di quale gusto le sarebbe potuto capitare, optò per un'Ape Frizzola. Senza pensarci, ancora distratta dagli sfavillii del luogo, allungò la mano destra e ne prese una.
Prima ancora di riuscire a cacciarla in bocca si vide raggiunta da un esserino rosa che le offriva, con educata insistenza, un bicchiere di chissà che cocktail. Si rese conto che il padrone di casa, dopo averli tutti quanti riuniti nella sala, stava aprendo la serata con un brindisi.
Guardò il contenuto del bicchiere, che senza mezze misure aveva capito di dover accettare e che per questo adesso era nell'altra sua mano, e ancora una volta si domandò che cavolo potesse essere. Diede quindi un'occhiata in giro, era curiosa di vedere se gli altri lo bevevano tranquillamente. Ma spaziando con lo sguardo, volse altrove i suoi pensieri. C'erano alcuni volti noti...
*Finalmente!*
Vide la sua compagna di stanza, attorno alla quale si erano radunate altre concasate. Dovette decidersi: si guardò ciò che aveva in ciascuna mano e tra il cocktail e la caramella non ebbe dubbi. *Cominciamo con l'Apetta!* e lesta se la cacciò in bocca. A quel punto, con la mano libera raccolse alla meglio l'orribile ammasso che si spacciava per gonna e si diresse verso le altre Tasse.
Raggiuntele
-Ciao- disse soltanto, avendo la bocca impegnata dalla caramella. Poi sorrise alla ragazza dai capelli rossi che ancora conosceva solo di vista, il cui abito rosa sfoggiava un gran mucchio di pizzi neri. Ti spiace se siedo vicino a te?- le chiese, indicando la grande tavola rotonda che, già imbandita, occupava il centro della sala.
 
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Crudelia DeMon
view post Posted on 2/11/2014, 19:03




Crudelia era arrabbiata come una vipera. La mancanza di una pelliccia pelosa che le circondava il corpo, le stava mancando e poteva ancora mantenere l'autocontrollo solo grazie al suo prezioso bocchino. Adesso che si guardava intorno per la prima volta, notò che erano tutte faccie ignote a parte quella bifolca della Ministro che aveva visto di sfuggita. Notò anche che erano presenti molti ragazzi, che lei odiava per altro. Odiava tutto ciò che le stava attorno in quel momento.
Non sapeva in quale posto sedere, perciò si sedette in un posto a caso senza guardare chi erano i suoi vicini.
Guardò il menù: non aveva mai visto così tante schifezze messe in una sola lista. Arrivò uno dei tanti cosetti rosa che stavano girando per i tavoli, dandole una bevuta: lei arrabbiata com'era gliela levò di mano e sorseggiò tutto d'un fiato la bevuta e rilanciò il bicchiere al omino che lo prese al volo con una prontezza che Crudelia sinceramente non si aspettava, fece un altro tiro al bocchino e guardò i commensali aspettando che fossero loro a parlare con lei


Ho dovuto modificare perchè avevo capito che c'era più di un tavolo, e dopo aver letto con attenzione la quest ho capito che c'è n'è dolo uno. Chiedo umilmente perdono :)
 
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view post Posted on 2/11/2014, 20:05
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- Deus ex Mazza -

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Nonostante la reggia pullulasse di inquietanti ominidi rosa impegnati a prendersi cura degli ospiti e di abiti sgargianti e catalogabili come perle del trash, l'edificio non voleva nemmeno accennare a perdere il suo antico splendore. Le rifiniture in oro sembravano parlare ai presenti, raccontare loro la grandezza di chi in quel luogo aveva vissuto, gli innumerevoli specchi, riflettendosi l'un l'altro, davano l'idea di essersi inoltrati in un edificio dalle sale infinite.
Proseguendo lungo la strada verso la sala da pranzo, Patrick si riempì la mano di Api Frizzole e, assaporandole, ammirò attraverso i riflessi i bizzarri vestiti degli altri invitati tra cui con orrore riconobbe alcune delle maggiori personalità di Hogwarts. Vide anche altri Corvonero, alcuni anche ben conosciuti, ma decise di prendere le distanze, non voleva che quella cena in cui oramai si trovava diventasse la solita minestra di Halloween ad Hogwarts. Scelse quindi un posto a caso, sedendosi tra i primi, e scelse il suo ordine che comunicò all'omino rosa che subito lo appropinquò.

«Si, allora... come antipasto, fiori di zucca pastellati... lasagne al ragù di drago come primo e tagliata di ippogrifo va bene come secondo; gradirei le 'patate in tutte le salse come contorno. Come dessert la cheescake d zucca canterina e nutella. Ah, si, da bere della Vulcanomenta, molta Vulcanomenta!»



Porse il menù nelle mani del cameriere, se così lo si poteva chiamare, e rimase in silenzio per un istante, prima di riattirare la sua attenzione.

«Scusi, potrebbe gentilmente spiegarmi chi è il padrone di casa? Sono sicuro di non averlo mai incontrato e non è buona educazione presentarsi a casa di qualcuno da ignoranti.»



Di lui, Patrick sapeva che adorava il color cachi e i vestiti orrendi, conoscerne il nome di certo avrebbe aiutato.


 
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view post Posted on 2/11/2014, 20:13
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Grifondoro VI anno

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Era accaduto tutto in pochi secondi, lo sbalzo da una parte all’ altra del mondo, perché sicuramente non si trovava in Inghilterra, era stato così reppentino da tralasciare qualsiasi particolare, si accorse di un cilindro dirato sopra il suo capo solo durante la semi-corsa intrapresa per raggiungere Camille. I piedi divorarono il lungo viale che portava all’ ingresso della suntuosa reggia, non era ancora riuscito a farsi notare dalla sua cara amica. Passò davanti all’ uomo che a quanto aveva intuito doveva essere il padrone ed il mittente di quello strano invito. Non diede molta importanza a lui, anche se il suo aspetto non lo faceva sicuramente passare inosservato. Salutò frettolosamente.
-Salve!-
Non attese neanche la risposta dalla parte dell’ uomo. Venne investito da un’ area sfarzosa e luminosa, lusso in ogni angolo, chi aveva allestito i preparativi per quella sera non aveva sicuramente badato a spese, continuò a camminare, facendosi spazio tra i presenti, probabilmente sarebbe risultato scortese ma non vedeva Camille da una vita e probabilmente non avrebbe atteso un secondo di più, sicuramente si sarebbe seduto vicino a lei non appena sarebbe riuscito a raggiungerla.
-Camille!-
Chiamò ancora.

 
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Aryadne Cavendish
view post Posted on 2/11/2014, 20:44




Internamente, era tutto splendido. Enormi lampadari di cristallo illuminavano le grandi sale della reggia e ovunque pomposità splendeva orgogliosa. Quanta storia in quelle pareti, quante narrazioni avrebbero potuto dare... peccato che quei mobili non potessero parlare...forse.
Il padrone di casa invitò tutti ad entrare e accomodarsi in un grande salone dove si sarebbe svolta la cena, un menù vastissimo, da quanto aveva sentito sussurrare dagli invitati. Osservò più volte le altre persone e a guardare meglio notò persone che conosceva e che si stavano recando al tavolo rotondo riccamente ornato.
Ominidi rosa stavano servendo il cocktail della serata, il profumo splendido e il colore aranciato, così decise di approfittarne il più possibile. Raggiunse il tavolo e vide una mandria di serpeverde che avevano già preso posto.
Tentò di attirare lo sguardo di sua cugina, la folta chioma rossa lievemente indomabile, e la salutò con un cenno. Decise di lasciarla tranquilla, la compagnia di Sekmeth più che sufficiente ad allietarla.
Guardò le altre persone al tavolo e notò in disparte una vittima più succulenta del migliore degli arrosti: Patrick Swan.
Sorrise tra sé e sé e si avviò da lui, intenta ad accomodarsi alla sua destra, sedia libera. Egli parlava con uno degli omuncoli rosa che reggeva un vassoio pieno di quei drink. Aryadne prese senza chiedere uno dei calici e fece per sedersi, senza molte cerimonie, alla destra di Swan.
-Io prendo lo stesso del signore- disse rivolta all'omuncolo per ordinare la sua cena, e, una volta seduta, rivolse l'intenso sguardo verso Swan, gli sorrise con malizia e sussurrò -Ciao dolcezza-

 
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view post Posted on 2/11/2014, 21:54
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L'interno della Sala nella quale vennero condotti ricordava in parto lo sfarzo di Hogwarts, ma lo stile era completamente diverso. Non c'era niente da fare, i francesi sapevano sempre dimostrarsi esageratamente pacchiani. Lo sfarzo regnava ovunque e non si sarebbe stupito di trovare piatti d'oro e posate d'argento giá pronte sul tavolo ad aspettarli.
Diede uno sguardo rapido agli ospiti.
Alcuni li conosceva, altri no.
Vide di sfuggita i graduati Serpeverde, illustri studenti di Tassorosso e Corvonero, che riconobbe in Sekhmeth e in Swan, la sua fedele collega Cavendish, una strana ragazza che aveva incontrato anni prima nei sotterranei. Il resto o erano sconosciuti o li aveva visti solo di sfuggita.
Raggiunse quindi la tavola rotonda imbandita, e lasció che i piú presero posto. Avrebbe deciso successivamente dove sedersi.
Molti cominciavano giá a sfogliare avidamente le carte con l'elenco delle cibarie, altri giá si accingevano ad ordinare.
Vagnard dal canto suo, rimaneva lí impiedi a farsi domande, come suo solito.
Era tutto ancora molto strano, tutto da chiarire.
Si incamminó verso la tavola, conscio del fatto che presto il tempo avrebbe dato risposta ad ogni cosa, come al solito. Ma qualcosa gli diceva che avrebbe dovuto stare con gli occhi molto aperti. Mai fidarsi di sconosciuti presunti benefattori (specialmente se francesi), anche se si trattava solo di una cena.
Diede un occhiata ai presenti, per vedere se vi fosse un posto libero. Aveva bisogno di un complice, una persona di cui si potesse fidare, qualcuno con cui aveva molta intesa.
Presto i giochi avrebbero avuto inizio, e se le cose si fossero messe male non avrebbe gradito un Giuda al suo fianco. E dato che la decisione spettava a lui perché non approfittarne?
Il suo cervello calcolatore si mise in moto ed identificó in breve due persone adatte al suo scopo: Emily Rose e Aryadne Cavendish, colleghe di reparto nella squadra di Quidditch non per caso.
Delle due notó che Emily era giá in ottima compagnia; Herr Sekhmeth meritava tutto il suo rispetto e i due da soli formavano giá un ottima squadra.

*Meglio due schieramenti forti che un trio*

la scelta ricadde quindi sull'altra rossa, che nel mentre si avvicinava al posto giá preso da Patrick Swan, individuo molto particolare che non aveva ancora avuto modo di comprendere appieno, né sapeva quanto poteva fidarsi di quel soggetto.
Sí, si sarebbe seduto accanto alla Vipera Rossa, che nel mentre aveva preso posto alla destra di Swan.
Vagnard si avvicinó, e si sedette alla destra della ragazza, dopo averle porto un elegante inchino.
Prese quindi il menú e cominció a consultarlo.
Cominciava ad essere una certa ora e cominciava anche a sentir fame; decise tuttavia di non prendere niente, in attesa di assicurarsi che il cibo non fosse avvelenato.
Se nessuno fosse perito, si sarebbe goduto anche lui il suo passo.
Fece quindi cenno agli omini che per il momento poteva andare cosí e attese che il tempo facesse il suo corso.
Aveva tanta, tanta voglia di giocare.

 
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view post Posted on 2/11/2014, 22:41
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Che le piacesse o meno l’abito, impossibilitata a tornare indietro, anxhe perché aveva il vago sospetto di non aver viaggiato solo nello spazio ma anche nel tempo, per quanto l’idea suonasse davvero assurda, Elhena non ebbe altra scelta che seguire tutti gli altri all’interno dell’immensa reggia.
La fama di Versailles, sottolineata dalle migliaia di turisti che la visitavano ogni anno, era meritata. Così la Tassina si ritrovò a pensare varcando il portone di ingresso, sempre tenendo sollevata la gonna perché le scarpe – scarpe con il tacco, ora che ci faceva caso – non cozzassero contro la pesante stoffa, risultando in un capitombolo in avanti per lei. La caduta di pochi minuti prima le era ampiamente bastata. Perciò si muoveva con cautela e prestava attenzione a non urtare nessuno, in parte consolata nel constatare di non essere affatto l’unica vestita assurdamente (a quanto pareva il misterioso stilista aveva colpito indistintamente tutti i presenti), e si ritirò verso una delle pareti laterali per poter ammirare meglio l’ambiente.
Alla vista degli specchi lucidi, dei pavimenti brillanti, dei lampadari scintillanti, tanto che bastava chiudere gli occhi o usare un po’ di immaginazione perché le sale di riempissero di nobili d’altri tempi, musica e balli, la Tassina desiderò avere con sé una macchina fotografica per immortalare quel luogo. Oppure il loro eccentrico ospite, un ometto in divisa color cachi dal nome improbabile e due occhi da pazzo. Elhena ebbe il vago sospetto che uno fosse di vetro e magico, tanto che, controllando il proprio bustino, sperò che gli occhi cuciti sulla stoffa fossero dei semplici pezzi di vetro, incapaci di vedere alcunché.
Scosse la testa, dirigendosi verso Leah. In quel frangete, infatti, preferiva esse in compagnia di qualcuno che conosceva, soprattutto dopo che aver scorto un ragazzo con giacca ocra e panciotto verde scuro, munito di bastone, le aveva provocato un brivido inspiegabile lungo la schiena. La sensazione di aver già visto quel giovane, unita ad un volto che eppure le era sconosciuto, si diffuse nel suo palato come il sapore di un cibo andato a male. Sfregandosi le tempie, cercò rifugio presso le altre Tasse.
Le salutò:
“Anche voi qui. Come state? Personalmente non vedo l’ora di togliermi di dosso questa roba”. Fece un cenno di rimando in direzione della piccola Serpeverde albina e Zoey, quindi cercò di attirate l’attenzione di Eloise.
Se, infatti, la festa imprevista aveva un pregio, questo era la possibilità offertale di incontrare i propri compagni di scuola, lontano dalle lezioni che le impedivano di crearsi una vita sociale. Per esempio, da tempo aveva in programma di pranzare con Eloise, ma non aveva ancora concluso alcunché e il progetto di suonare con Leah era ancora nell’elenco delle cose da fare al più presto. Un più presto che si dilatava di giorno in giorno.

“Mal comune, mezzo gaudio. Si dice così dopotutto”,
aggiunse. “Ci sediamo vicine?” chiese quindi. La domanda era indirizzata soprattutto a Leah, ma la Tassina guardava anche Niah e, in parte, Eloise, perciò l’invito si estendeva anche a loro.
Comunque scelse una sedia che aveva ancora posti vuoti sia alla sua destra, sia alla sua sinistra, così da lasciare aperta ogni possibilità. Be’, quasi. Si riservava infatti di cambiare posto se si fosse ritrovata con qualcuno di inquietante a fianco.
Dopo aver lottato con il retro della gonna, riuscì a sedersi e prese il bicchiere di fronte a lei, che sollevò e di cui assaggiò con cautela il liquido, prima bagnandosi le labbra e poi buttando giù un piccolo sorso. Studiò il menù.
“Ecco, guardate che i piatti Babbani sono innocui.” Non poté trattenersi <ìdall’esclamare. ”Comunque, io prenderei un risotto di zucca e un filetto di Plimpy al miele. Verdure grigliate come contorno. Da bere succo di zucca e per i dolci…. Potrei ordinarne uno se avessi ancora fame dopo?”

 
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view post Posted on 2/11/2014, 23:24
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Sometimes I can feel my bones straining under the weight of all the lives I'm not living.

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Fear has many eyes
« and can see things underground. »

Da qualche anno a questa parte, Niahndra trascorreva compleanni bizzarri; d'altra parte la faccenda era più che comprensibile dato che lo festeggiava nella notte delle streghe nella comunità delle streghe. Tra l'altro non era neanche sicura che quella fosse la sua data di nascita esatta, le sue tutrici erano sempre state piuttosto evasive al riguardo e le avevano sempre fornito quella data per darle un giorno in cui festeggiare - festeggiare poco, ma pur sempre festeggiare, - e ora si ritrovava a pensare se anche quello non fosse già all'epoca un segno della sua natura latente; alla fine, dopo giri di pensieri infruttuosi, aveva deciso che non le importasse assolutamente niente. Le sue origini si perdevano nel vento, leggere, facendo di lei una creatura raminga e senza radici, inafferrabile, volatile, fumosa; all'inizio la cosa la faceva soffrire, poi aveva imparato a conviverci trovandolo quasi divertente perché le permetteva di fantasticare, ma ultimamente sentiva pesante il fardello di non possedere radici che la ancorassero a terra perché per quanto potesse rivelarsi entusiasmante librarsi nell'aere, il rischio di andare alla deriva ora si palesava in tutta la sua gravità. Era per quello forse che tendeva sempre a cercare un'ancora, un appiglio.
Quella volta non avrebbe fatto eccezione; affrettando il passo fin dove le era possibile, dopo aver mostrato l'invito a chi di dovere, raggiunse il suo punto fermo: una ragazzina dal cuore d'oro, dalla forza insospettabile; lasciò scivolare la mano in quella di lei, stringendola forte per un attimo.
« Eccoti Leah. » Un timido sorriso, una breve occhiata allo strambo abito della Tassorosso - « Noto con piacere che la tua sgargiante personalità è stata preservata. » - , e poi venne totalmente rapita dalla reggia che prima invece non aveva degnato di sufficiente attenzione; la struttura era dannatamente familiare, persino un'asina come lei l'avrebbe riconosciuta e ciò la riempì di meraviglia: non era mai stata così lontano da "casa". Si stava rivelando un compleanno ancora più strano degli altri.
Un'esclamazione di stupore le inciampò sulle labbra, contenuta proprio all'ultimo e solo perché alla meraviglia si affiancava la nausea per quello sfarzo ostentato; faceva un certo effetto, non si poteva nascondere, soprattutto per qualcuno come lei il cui unico metro di paragone era Hogwarts o il discreto appartamento che da un po' di tempo condivideva con il suo nuovo tutore.
« Dici che se mi porto via un souvenir qualcuno ne sentirà la mancanza? » Sussurrò piano all'amica, bisognosa di dire qualcosa di stupido per non sentirsi troppo fuori luogo; in fin dei conti, se certa gente - leggasi "Fuco Quarto il Luminoso" - era in grado di addobbarsi a festa in tal modo, lei aveva sicuramente abbastanza dignità da non sfigurare in un posto del genere. *Perché, scusa, oro e luccichii li rendono migliori di te, bimba?* Solo se lei glielo avesse permesso. Tuttavia non poté esimersi dal regalare una seconda lunga occhiata agli affreschi presenti.
In breve tempo a lei e Leah si aggiunsero altre Tassine - Niahndra sospettava che la Elliott le attirasse come la luce le falene - e da diligente ragazzina (
*Non prefetto, oggi no. Hai la giornata libera, è pur sempre il tuo compleanno no?*) le salutò tutte con un cenno della mano, anche perché quell'odioso vestito non le lasciava abbastanza ossigeno per fare altro; immaginando dunque che accanto ad Elhena si sarebbero sedute Leah ed Eloise, lei si limitò a seguire il suo personalissimo faro, accettando per quella serata di avere un solo fianco coperto, dando quindi a qualcun altro la possibilità di prendere posto accanto a lei dall'altra parte. Si sentì in dovere di riportare ad alta voce quell'evento. « Se il drink non è avvelenato, giuro che questa serata sarò il più espansiva possibile. » Aveva promesso unicamente perché, data l'aura inquietante che aleggiava tutt'attorno, le possibilità che quel brindisi le risultasse fatale non erano trascurabili.
Afferrò il cocktail che il cameriere - o umpa-lumpa - le porgeva, approfittando anche per ordinare.
« Bulbi balzellanti all'ascolana.. nel senso stretto del termine? No anzi, non mi risponda, li prendo lo stesso. Aggiunga lasagne al ragù di drago, carciofi ripieni come secondo... *Non ce la farò mai.* ah, il cupcake della signora. Da bere dell'infuso di radigorda andrà benissimo. Grazie. » Appena l'omuncolo se ne fu andato, si sporse verso Leah accanto a lei. « Conosco a metà meno della metà dei piatti che ho ordinato e sono comunque troppi. Facciamo a metà? » Straparlava, e neanche ne conosceva il motivo; doveva forse dimostrare all'amica che per una volta tanto, complice anche il cambio d'epoca, persino Niahndra Alistine poteva mostrarsi più "attiva"?


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view post Posted on 2/11/2014, 23:57
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Il mondo è davvero piccolo. Piccolo e affollato.
Fuco il Luminoso a parte (che era convinta stesse rosolando in un pentolone ugandese alla mercè di qualche tribù di cannibali - ahimè, neanche loro l'avevano voluto!) la festicciuola era stracolma di gente conosciuta.
Zucche, paillette, strascichi e accozzaglie cromatiche da paura non riuscirono a nascondere i tratti per nulla anonimi di frotte di studenti di Hogwarts, riversati e stipati in quella brillantinosa sala come fosse il Giorno del Giudizio.
E forse lo era davvero il Giorno del Giudizio.
Felicemente compiaciuta di aver superato, apparentemente indenne, lo scoglio (o per meglio dire il macigno) rappresentato dal padrone di casa, prese a sventolarsi freneticamente, evitando per un pelo lo stipite della grande entrata. Del resto, con quell'affare davanti alla faccia, non vedeva assolutamente nulla.
La convinzione di essersi mimetizzata si sgretolò come un nano da giardino di coccio appena udì pronunciare il suo nome. Lì per lì fece finta di niente, sai quante Camille potevano esserci nel mondo????
Sgusciò dentro agguantando un Amaretto della Reggia, si portò il bicchiere alle labbra ma alla seconda "chiamata" dovette, gioco forza, voltarsi.
Oh.


"James!"

Per gli occhi orbitanti di Fuco. Quanto tempo era che non vedeva Potter?
Gli andò incontro, non sapeva se sentirsi sollevata o agitata, optò per un mix delle due sensazioni e calò il ventaglio piantandogli le iridi ametista addosso.


"Ma che combinazione"

Intanto la folla stava prendendo posto intorno all'unico tavolo dalle fattezze tondeggianti, il "seducente" padrone di casa, uscito indenne dalla presa di Crudelia, si agitava felice prodigandosi a destra e a manca.
James doveva aver tosato il divano di casa ma un po' tutti, quella sera, si erano lasciati andare a mise di dubbio gusto. Optò quindi per un commento neutro ma soprattutto finto.


"La tua fine eleganza mi abbaglia"

Senza perdere di vista Fuco il Luminoso si appropinquò verso la parte del tavolo più distante prendendo James per un braccio.

"Mettiamoci comodi, qualsiasi cosa dovesse accadere per lo meno saremo seduti"

Osservò le varie teste con fare distratto. Riconobbe Caposcuola e Prefetti, ministeriali e Auror, sembrava la fiera del dejà vù, come avesse fatto Fuco a riunire tutti con un anonimo biglietto era un mistero, probabilmente la gente aveva bisogno di svago.
Lo sguardo passò dalla Evans a Scott, indugiò sulla Von Eis, si illuminò di stupore adocchiando Swan fino a fermarsi all'estremità del gioioso trio.
Oh oh, ecco un tipo da tenere d'occhio. I Serpeverde ci sguazzavano in feste del genere, erano praticamente al gran completo.
Poggiò la mano sulla sedia libera posta vicino a Von Kraus e la tirò appena, giusto quel tanto che bastava per prendere posto. Aveva ancora il mantello addosso.


"Lieta di incontrarti Vagnard. Bella parrucca, i boccoli ti donano"

Chissà se una balla al giorno le avrebbe tolto qualche preoccupazione di torno.
Poggiò il ventaglio sul tavolo e attese che anche James prendesse posto accanto a lei. Quindi aprì il menù scorrendo le varie voci con attenzione.


"Credo che salterò l'antipasto. Le lasagne al ragù di Drago sembrano ... uhm ... invitanti?"

Domanda che rivolse a se stessa. Bevve un sorso di Amaretto, chiedendosi se non fosse meglio la Torta vegetariana.

 
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~Hope™
view post Posted on 3/11/2014, 00:33




Hope Alysia Lancaster
Jri2v6V


Aprì la porta del piccolo ufficio e sollevò appena il braccio destro puntando la bacchetta in direzione delle numerosi candele presenti. Un tenue bagliore fuoriuscì dalla punta del legnetto sfiorando, come in una danza, gli stoppini e alcune fiammelle presero magicamente vita, illuminando l’ambiente circostante. Richiuse altrettanto velocemente la porta alle sue spalle e vi si adagiò esausta. Un’altra giornata era finalmente terminata o quasi. Hope si morse involontariamente il labbro ripensando ancora una volta alla piccola montagna di pergamene che aveva accumulato sulla scrivania del suo ufficio al Ministero della Magia e chiuse gli occhi, sperando di scacciare quell’immagine anche dalla sua mente. Dopo qualche istante il rumore proveniente dalle lancette dal grosso orologio a pendolo la ridestò dai suoi pensieri, costringendola a verificare l’orario. -Oh no è tardissimo e sono in ritardo!- La giornata era trascorsa così velocemente che l’invito ricevuto qualche giorno prima era passato decisamente in secondo piano rispetto al lavoro. La notte di Halloween non era mai trascorsa inosservata al castello e anche quell’anno i docenti avevano deciso di organizzare qualcosa di particolare, che sicuramente avrebbe divertito gli studenti, invitandoli a trascorrere una serata diversa dal solito. Eppure, per colpa dei numerosi impegna che spesso la portavano ad allontanarsi dal castello, Hope non aveva partecipato, come avrebbe voluto, all’allestimento di quella festa, ragion per cui l’invito pervenuto le era parso alquanto incomprensibile. Si avviò senza troppi convenevoli verso la stanza da notte, li dove la mattina dello stesso giorno aveva accuratamente preparato l’abito scelto per l’occasione. Restò ancora una volta ferma in prossimità della porta, osservando accigliata il raffinato abito cremisino che occupava una parte del suo enorme letto. Lasciò correre la mente, immaginando se stessa con indosso quel gran pezzo d’alta moda. La sua pelle diafana avvolta da quella stoffa di un colore così intenso che sicuramente avrebbe risaltato e non poco la sua figura, attirando l’attenzione dei presenti. No che non fosse già abbastanza abituata ad attirare involontariamente lo sguardo altrui, ma quel vestito inerme, pareva deciso a richiamare tutta l’attenzione su di se e su colei che lo avrebbe indossato di li a breve. Espirò, inspirò, poi finalmente si mosse chiudendo la porta dietro di se. Passarono diversi minuti, poi finalmente la porta si riaprì e Hope uscì dalla sua stanza. L’abito le avvolgeva interamente il fisico minuto ed asciutto, troppo particolare e elegante per riuscire a passare inosservato. I lunghi capelli biondi erano stati raccolti dietro la nuca e ricadevano in morbidi boccoli sulla schiena nuda. Le iridi smeraldine incontrarono per la seconda volta le lancette del pendolo e senza esitare ulteriormente la donna lasciò il suo ufficio diretta verso il giardino, stringendo tra le dita affusolate il piccolo pezzo di carta.
Quando finalmente riaprì gli occhi la famosa reggia di Versailles si presentò dinnanzi a lei in tutto il suo splendore, illuminata a festa per l’occasione. Schiuse leggermente la labbra, impressionata e non poco dallo splendore di quel posto, mentre numerose sensazioni attanagliavano la sua anima, neanche lontanamente paragonabili a quelle suscitate dalle banali fotografie viste in passato. Si porto le mano destra al mento, incapace com’era di muoversi o formulare qualsiasi frase di senso compiuto. Era incredula, meravigliata, estasiata. Mai avrebbe immaginato di ritrovarsi in quel luogo, quella sera. Si guardò intorno, girando su se stessa, fino a ritrovarsi davanti ad un’ampia scalinata. Gli studenti dovevano essere già arrivati. Scelse di muoversi, a passa lento, stando ben attenta a rubare ogni più piccolo ed insignificante dettaglio di quella maestosità. Un lieve brusio, un vociare continuo, solleticò il suo udito guidandola lungo un antico viale finché le voci non divennero più nitide e così i volti di alcuni degli studenti intervenuti alla festa. Hope si mosse ancora in avanti, varcando la soglia pronta a raggiungere gli studenti che si erano raccolti, ma qualcosa attirò ancora una volta la sua attenzione interamente. Una strana e sconosciuta magia aveva attraversato il suo corpo nel momento il cui aveva superato la soglia d’ingresso e il raffinato abito di sartoria aveva lasciato il posto ad un immenso e pomposo abito dai colori neutri è alquanto ridicolo per certi versi § La stoffa pareva esser stata ricavata da uno dei tendaggi del castello, ma sicuramente era molto più adatto alla location scelta per l’occasione. Era come se qualcuno l’avesse costretta a fare un salto indietro nel tempo, riportandola all’epoca del Re Sole. Abbassò lo sguardo osservando con l’attenzione il nuovo abito e fece una piroette su se stessa ben poco soddisfatta dell’inaspettato cambiamento. La festa iniziava decisamente ad intrigarla, più di quanto avrebbe immaginato. Lasciò correre lo sguardo tra i presenti riconoscendo numerosi studenti, ma la sua attenzione fu catturata dalla grande tavola imbandita dinnanzi a lei, poi la voce di un uomo la distolse dai suoi pensieri costringendo ad ascoltare con attenzione. Era dunque giunto il momento del brindisi
*Sono arrivata in tempo allora* pensò muovendosi verso uno dei posti ancora liberi. In quel momento riconobbe Nathan, uno degli studenti del sesto anno, che pareva deciso a restare in disparte, un po' come avrebbe fatto volentieri anche lei. Facendosi largo tra la folla si portò affianco al giovane e piegandosi in avanti afferrò uno dei numerosi bicchieri contenenti un liquido ambrato ed invitante presumibilmente Whisky Incendiario. Poi rivolse un sorriso al giovane sollevando il bicchiere verso di lui. -Suvvia, è il momento del brindisi Scott, non vorrai restare a bocca asciutta! Cin-cin -. In realtà non era convinta che quel posto fosse libero, ma se ne sarebbe occupata più in la. Quella piccola corsa le aveva messo addosso non poca sete.




 
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