Halloween...Cena con Delitto...

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view post Posted on 3/11/2014, 01:30
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La conoscenza è limitata, l'immaginazione abbraccia il mondo.

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La ragazzina varcò la soglia dell'imponente reggia. Quel posto enorme e famoso, insieme alla sfarzosità della strana festa di quella sera, la mettevano a disagio. Inoltre, forse a causa della festività di Halloween o di quel posto che aveva il sapore di antiche storie, Jen sentiva che c'era un qualcosa di davvero macabro. Tuttavia, entrando nella reggia rimase a bocca aperta, Versailles era stupenda, le foto e le ricostruzioni non rendevano minimamente giustizia a quel salone.
Tutti gli invitati si riversarono all'interno della grande sala affrescata rimanendo incantati dai candelabri di cristallo e da tutto il fascino della reggia nel complesso. Quando anche l'ultimo invitato entrò (quasi tirati dentro con forza) il padrone di casa chiuse la porta d'ingresso. Quando nella sala di udì lo sbattere della porta Jen ebbe un fremito, come se in quel momento ebbe coscienza che una volta entrata non poteva più uscire. " Siamo in trappola " la considerazione non la entusiasmava per niente.
Stava scrutando gli invitati quando Fuco li invitò ad accomodarsi e a provare le prelibatezze che componevano il menù della serata. Jenifer non gli avrebbe prestato molta attenzione se non fosse stata per discutibile invito per un brindisi iniziale. L'organizzatore finì di parlare e nella sala si diffusero tanti piccoli camerieri rosa che Jen non avrebbe saputo definire persone, forse ci somigliavano però. Questi strani esseri (non che vi fosse una sola cosa di aspetto normale da quando aveva toccato quel invito) portavano i calici per i brindisi a tutti gli invitati. A quanto pareva, accettarlo era obbligatorio e la prefetta non ne era affatto contenta. Scrutò il liquido nel calice, agitando circolarmente il bicchiere e sentendone l'odore in modo discreto. Non la convinceva, ma quando tutti gli invitati avevano il proprio calice e Fuco pronunciò il suo Cin Cin, anch'ella fu costretta a partecipare e conseguentemente a bere.
Quando scostò il calice dalla bocca, dinnanzi a sé vide Jessica che la stava raggiungendo e la ragazzina si aprì in un sorriso. Jè la salutò usando le parole che forse tutti avrebbero utilizzato incontrando in quel posto da matti una persona conosciuta: meno male.. anche Jenifer si ritrovò in quelle medesime parole. Non voleva restar sola alla festa di uno scoppiato avente un occhio che girava a ruota libera. « Ciao!! Che bello vederti! » le rispose sinceramente di rimando. Jess aggiunse anche qualcosa riguardo al suo abito, Jen si diede una brevissima occhiata per ricordare com'era conciata. « Diciamo che non è stata opera mia » le rispondo ironica. « Certo che fuco ci ha conciati tutti per bene! Il tuo look non è affatto male » le dico osservando le catene dorate, la collana d'ingranaggi, il cilindro e la mezza pelliccia, era originale ma non troppo. Jen ricordò di aver intravisto la prefetta serpeverde il cui costume era un ragno inguardabile, quasi le dispiaceva per lei ma erano più o meno messi tutti nelle stesse condizioni.
Pochi istanti più tardi la ragazza dai capelli fuoco le chiese come si chiamasse quel tizio che sembrava un cachino gigante. « Chi, quel damerino svitato? » chiese conferma la ragazza facendo un ceno con la testa (e il conseguente cappello e l'imponente pettinatura a palla) verso di lui « Fuco IV mi pare ». Jessica le propose di sedersi insieme. Quando la ragazza sentì quelle parole ne fu entusiasta. Non aveva la minima idea di con chi si sarebbe seduta e quella era la proposta migliore in tutta quella serata stravagante. « Sicuro! Mi hai salvata guarda.. non avevo la minima idea sul dove sedermi.. qua alcuni sono un po' inquietanti » disse guardando con fare sospetto la folla di maghi e streghe mal conciati che li circondava.
Si diressero verso il grande tavolo rotondo dove Jen notò la piccola Lily vestita con un lungo abito nero, anche più scuro del suo, che presentava però una fantasia mista di gatti argentei. Avvicinandosi notò che l'ampia scollatura era in realtà nascosta da un pizzo nero che l'avvolgeva fino al collo. Notò che il posto alla sua sinistra era vuoto, quindi propose a Jè di sedersi con lei « Che ne diresti di sederci qui? » comunque erano ormai giunte vicino al tavolo e vicino alla ragazza e non salutare sarebbe stato inappropriato, addirittura maleducato a quella vicinanza.
« Ciao cara! Questi posti sono liberi? Posso sedermi vicino a te? » le chiese la giovane prefetta con gentilezza e amichevolmente. Dopotutto erano della stessa casata e le sembrava una buona idea mettersi più o meno vicini.
Ad un tratto Jen sentì un mormorio che le sembrò provenire da Jessica, guardando nella sua direzione la ritrovò con lo sguardo perso nella folla. Forse vi era qualcuno del suo anno o vecchie conoscenze. Jen immaginava come doveva essere rientrare così.. dopo un periodo di assenza e non doveva essere per niente facile.
Prese distrattamente il menù più vicino che era posto sul tavolo. Lesse dapprima gli ingredienti che formavano il cocktail che aveva bevuto e si disse che per eventuali effetti collaterali, avrebbero dovuto contestare la ricetta segreta dell'amaretto. Proseguì con la lettura con le caramelle sparse nella sala, gli antipasti, i primi, ecc. e fu incuriosita da i foie grass, dopotutto non capitava tutti i giorni di assaggiare carne di un animale estinto; come primo avevo optato per le lasagne al ragù di drago e per secondo, se l'avesse visto avrebbe assaggiato l'arrosto di tebo accompagnato da un insalata di frullobulbo, perché dopotutto il tranello del diavolo, le sembrava il minor peggio tra le insalate. Per concludere vi erano i dolci e la cheesecake con la zucca canterina e nutella le sembrava irresistibile.
Il menù era fatto, la compagnia anche. Dopotutto, se non vi fossero stati altri colpi di scena, la serata poteva risultarsi tranquilla, anche se Jen ne dubitava fortemente.
" "



VVczZm8

 
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Aaron Haderus Fenrir
view post Posted on 3/11/2014, 11:06




L' imbarazzo aumentava ad ogni passo che Aaron faceva. Il vestito che magicamente indossava -non proprio sobrio- lo rendeva assai irrequieto. Da li a poco, avrebbe raggiunto un lungo tavolo imbastito di posate d' argento, piatti che luccicavano vistosamente e bicchieri di cristallo. Molte persone avevano già preso posto; fra questi vi erano ragazzi, probabilmente studenti, e maghi e streghe di età avanzata: a quanto pareva, la festa era aperta a tutti. Di queste, Aaron ne conosceva ben poche, alcune solo di vista, incrociate un paio di volte per i corridoi di Hogwarts, altre mai incontrate prima d' ora. Mentre si faceva avanti, il ragazzo, non mancò di prendere una manciata di Api Frizzole, Gelatine Tuttigusti+1 e, per finire in bellezza, anche una manciata di Zuccotti di Zucca. Nella confusione notò, seduto al tavolo, una chioma di capelli rossi, che ricollegò subito al suo compagno di stanza nel dormitorio maschile Tassorosso: Horus Sekhmeth. Si avviò di gran carriera verso la sedia libera vicino a lui, cercando di non farsi notare troppo dalle persone che chiacchieravano spensieratamente intorno a lui. Prese posto. « Ehilà, anche tu qui, che bello, si preannuncia una festa interessante. » Si pronunciò, con tono decisamente ironico verso il Caposcuola, cercando di nascondere sotto al tavolo più parti possibili del suo vestito, in maniera che non potesse scrutarli. Cercò, dunque, di sorridere alle persone sedute davanti a lui, giusto per buona educazione. Poi, prese il menù, e cominciò a leggere le varie leccornie, mentre un piccolo omino gli porgeva un calice. Si levò un brindisi. Il giovane Tassorosso alzò il calice, ma poi non bevve; mai piaciuti i brindisi, soprattutto quelli insensati come quello. Nel frattempo aveva deciso la sua cena: Da bere una buona Burrobirra. Come antipasto, affettati e formaggi misti, poi avrebbe preso gli Spaghetti del Lago Nero, dopodiché la Frittura Mista -giusto per andarci leggeri- accompagnata da verdure grigliate. Come dolce il Cheesecake alla zucca canterina e nutella. Si sentiva soddisfatto della sua scelta, e lo stomaco, dagli strani rumori che emetteva, sembrava assecondarlo.



Scusate per il ritardo, spero di essere ancora in tempo.
 
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MelRose
view post Posted on 3/11/2014, 13:59




La sala si riempì molto alla svelta dopo il suo arrivo, evidentemente altra gente come lei era caduta nel tranello dell'invito. Alcuni però potevano aver accettato volontariamente di presenziare. Notò anche che la stravaganza quella sera regnava sovrana. C'era da dire che il padrone di casa aveva una certa fantasia nell'abbigliamento: ogni vestito era diverso dall'altro, si qualche dettaglio si ripeteva ma sempre in modo diverso.
Quando tutti gli invitati furono presenti Fuco, l'ingegnoso e alquanto misterioso organizzatore della festa, procedette al brindisi e diede l'inizio al banchetto. Su una grande tavola erano disposte tantissime pietanze, per tutti i gusti e dall'area appetitosa mentre strane creature rosa si spostavano tra i vari invitati distribuendo da bere ad ognuno.
Il menù era molto ricco e non fu facile scegliere cosa mangiare, fosse stato per lei avrebbe assaggiato tutto.. il cibo era una delle sue maggiori debolezze...
Alla fine optò per fiori di zucca pastellati con affettati e formaggi misti come antipasto, per primo Lasagne al sugo di drago, un bel secondo con filetto di Pimpy al miele e erbe aromatiche contornate da patate e per finire il tutto un'invitante cheesecake di zucca canterina e nutella.
Afferrando uno dei cocktail iniziò a guardarsi in giro per vedere se scorgeva visi conosciuti a cui magari poteva sedere vicino durante la cena. Dopo un piccolo perlustramento intravide alcune studentesse corvonero che aveva conosciuto qualche sera prima nella loro sala comune. Senza indugi si diresse verso di loro.. almeno avrebbe passato una serata con gente che conosceva un pochino.
Buonasera a tutte! E' un problema se mi siedo vicino a voi per questa cena? Ovviamente se i posti sono liberi” - e se non si sentono vincolate dal fatto che sono una loro professoressa...- pensò.
D'altronde quale adolescente normale avrebbe pensato di passare una serata di festa assieme all'insegnante? Lei però aveva voluto tentare, nel peggiore dei casi si sarebbe sentita dire di no.
Mentre se ne stava li in attesa riconobbe anche un altro viso famigliare non molto lontanto. Si ricordava di lui, era del primo anno e ad un'occhiata più approfondita sembrava in cerca di compagni per la cena. Se ricordava bene il suo nome era Richard.
Scusate un momento ragazze, ho visto una persona che conosco” Detto ciò si giro e con la velocità che le consentiva l'ingombrante vestito si avvicinò al ragazzo “Ehi ciao, mi ricordo di te, ti ho visto nella sala comune dei Corvonero l'altra sera. Perché non vieni a sederti con me e le altre tue compagne” gli propose indicando la tavolata “Essendo nella scuola da poco non conosco molte persone e almeno staremo tutti insieme. Che ne dici? Ci divertiremo

Scusate il ritardo ma ieri ero al Lucca Comics e anche sabato sono stata fuori tutto il giorno ^^


Edited by MelRose - 3/11/2014, 14:30
 
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view post Posted on 3/11/2014, 14:30
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Your smile, fragments and gentle voice have disappeared to the moon

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Considerando tutto non si sentiva più così fuori luogo. Almeno non per quanto riguardava il vestiario non era la peggio conciata, anzi, a dirla tutta era una delle maghe messe meglio. E ciò era indice di quanto fossero terrificanti gli abiti scelti da Fuco. Cercando di farsi notare il meno possibile entrò nella reggia. Ok, forse non era proprio il massimo in quanto a vestiti, ma l’interno, oh, era semplicemente meraviglioso. Non appena l’enorme sala si illuminò dovette fare un serio sforzo per tenere la bocca chiusa e non assumere un’espressione degna del migliore baccalà. Era semplicemente bello. Forse un po’ opulento per i suoi gusti, ma indubbiamente bello. Meravigliata iniziò ad avvicinarsi al tavolo. Certo, anche Hogwarts aveva una sua maestosità, ma era una sorta di imponenza quasi intimidatoria, mentre lì c’era un qualcosa di più “delicato”, di più femminile… Era così presa dal tutto che solo quando inciampò in uno strano esserino rosa si accorse della sua presenza. Il grido fu soffocato a stento, quel coso era così strano… Sembrava un elfo domestico, ma era completamente rosa. Grottesco. Decisamente grottesco. Timidamente e con mano tremante afferrò il calice che il… “Coso” le offriva. Perché doveva essere tutto così strano e soprattutto, perché proprio lei doveva quasi inciampare su uno dei “camerieri”?! Imbarazzata si mise sulla sedia più vicina a lei. Cielo, non voleva proprio essere lì, lei non era tipo da feste e non si sentiva proprio a suo agio con così tante persone. Al sentire del brindisi rimase un secondo interdetta, dopotutto non aveva praticamente alcuna idea di cosa fosse il contenuto del calice che aveva afferrato e non voleva tracannare qualcosa che non conosceva. Sospettosa annusò il liquido arancione e, non riuscendo a capire di cosa si trattasse, se ne portò un goccio alla bocca. Ok, falso allarme. Si trattava solo di un succo di zucca leggermente speziato. Finalmente soddisfatta si affrettò a finire il contenuto del calice, almeno quello non era troppo male… Leggermente sovrappensiero raccolse il menù e si mise ad osservare ciò che il padrone offriva per cena… Aveva appena finito di scorrere i primi quando venne interrotta da una voce familiare. Le venne immediatamente un infarto: il prefetto della sua casa, Jenifer, le aveva appena chiesto se si poteva sedere vicino a lei. Il prefetto. A lei. Duh. Rimase qualche secondo come shockata, lo sguardo vitreo rivolto all’altra Corvonero.
-M… Ma certo, accomodati pure!-
Aveva balbettato come una scema, non ci credeva che quella ragazza stesse chiedendo a lei, a lei, insulsa primina, se poteva sedersi vicino. Rossa in volto si voltò nuovamente verso il menù, scritandolo come se fosse la cosa più interessante (Santi numi, come si poteva cuocere carne di Ippogrifo?!) del mondo. Ed interessante era, se non altro per la sua bizzarria. Con lo sguardo ancora distorto in una smorfia d’orrore si voltò verso uno dei “cosi” più vicini.
-Ehm, scusi, vorrei ordinare… Hem, per antipasto del Caviale Tadfoal- Aveva assaggiato il caviale dai suoi nonni in Germania e le era piaciuto da morire, anche se non aveva idea di cosa fosse il Tadfoal per antipasto aveva optato per la cosa che le sembrava più sicura -Poi per primo… Ehm, Spaghetti del Lago Nero, poi…- Tra i secondi sembrava tutto o allucinogeno o letale -frittura mista verdure pastellate e per dolce...- Oh, adesso sì che si sarebbe scatenata, quantomeno non avrebbe rimpianto il banchetto ad Hogwarts, no? -Cheesecake e Sacher.- Soddisfatta delle sue scelte (si prospettava una cena un tantino pesante), sorrise e si sistemò sulla sedia,a spettando con ansia le prime portate. Non vedeva l’ora di iniziare quando una seconda voce familiare la sorprese. No. Non poteva essere vero. La professoressa, la stessa professoressa con cui aveva parlato poche sere prima aveva chiesto al gruppetto Corvonero se poteva sedersi con loro. Per la seconda volta nella serata rischiò di scivolare dalla sedia per lo stupore. Fortunatamente si riprese quasi subito e riuscì con altrettanta velocità a sorridere e tornare a parlare.
-Sì, certo, faccia pure!-
 
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view post Posted on 3/11/2014, 19:46
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"Che gran confusione!"
Pensò fulminea la ragazza che, si sentì al quanto stupita nel vedere, che non era stata l'unica ad essere vittima di quell'infame scherzo...che si tramutava in fiaba ad ogni singolo scorrere dei minuti. Non seppe il perchè, ma alla memoria le venne in mente la canzone di "Quando viene Dicembre" di Anastasia. Ma il punto, è che adesso Halloween non di certo Natale o qualsiasi altra festività plausibile! Eppure quel pensiero le balenò la mente, facendole increspare la bocca in una piccola curva sorridente e gioiosa, all'apparenza contenta e allo stesso tempo febbricitante di vedere che tutti avevano un loro vestito. Tutti sgargianti e bizzarri, ma in quel momento...calò un lieve imbarazzo dentro di sè:
"Mi sembra di essere un confetto in tutta questa gente. Insomma...c'è del pizzo nero ovunque ma sono tutti vestiti bellissimi! Io invece...mi sento come una bambina a carnevale."
Pensava tra sè e sè e mentre nella sua mente, i pensieri viaggiavano come treni di sola andata verso un futuro prossimo e anche un po'...come dire, misterioso, scorreva frenetica ma estasiata, la realtà intorno a lei.
Versailles era stata una grande reggia, una pezzo di storia nel mondo babbano. Ma lei sapeva, che sarebbe dovuta essere una sorta di museo, o qualcosa del genere. Invece no, invece era tutt'altro! Sembrava che la gioia, il divertimento e le grandi passate fossero rimaste ai giorni prima del 1789, quando la Bastiglia era ancora integra e tutti i nobili non si affrettavano di certo di scappare dalla Francia.
Il maestoso palazzo, era da un'esplosione di colori scintillanti che avrebbe fatto invidia anche al diamante più prezioso e trasparente del mondo. Seppur comunque sia, i folletti domestici dal fulminante rosa shock le avessero dato una leggera sorpresa, sopraffatto da una marcata curiosità. Tutto troppo strano in quel posto, tranne che per le persone che tra le quali riconosceva addirittura diversi della sua Casata.
E poi, incrociò lui: era vestito con un ridicolo vestito a piume rosse ma aveva un viso graffiante, dai toni e le curve dure e lo sguardo netto e freddo. Provò una lieve scossa, ma abbastanza intensa da farle provare un forte calore sulle guance.
Era un cuscino gigante, ma era qualcosa di comunque molto ammaliante e carino;

"Non voglio pensarci, però...adesso dove mi siedo?"
Si chiese, titubante. Poi si rese conto che l'unico posto libero che c'era era proprio accanto a quel gigantesco cuscino gigante, che a quanto pare pareva essere un solitario.Si avvicinò quatta e composta e con fare timido, provò a proferire parola ma timida com'era, si sedette silenziosamente accanto al cuscino/ragazzo e si strinse le mani in grembo, gettando un occhio languido sul menù che era sicuramente in tema per l'evento.
Lo afferrò delicata e scorse il dito tra i piatti, sentendo il suo stomaco raggomitolarsi nel leggere i nomi. Scelse i pasti, cercando di evocare qualcosa che si avvicinasse al mondo babbano. Poi fermò la cameriera e fece la sua ordinazione:

« Sera..-disse timidamente e gentilmente-...vorrei prendere del succo di zucca, le patate, le lasagne al ragù di Drago eh...-si fermò, tentata dai dolci e cedendo infine, alla tentazione- ...e la sacher con la marmellata di Grizafico. Gra-»
Esalò infine, proprio nel momento in cui l'elfo schizzò via prendendo le ordinazioni degli altri commensali, non lasciandole il tempo di finire la frase, mangiandosela. Restò zitta, mentre vedeva le sue compagne di casate tutte vicine vicine a chiacchierare tra di loro. Da una parte, avrebbe preferito restare con loro: si sarebbe sentita più protetta e più tranquilla, invece che avere accanto un ragazzo più grande di lei e dallo sguardo glaciale. Stesse composta, tenendosi le mani sulla gonna sfarzosa ed ingombrate restando in un assoluto silenzio, ma restando partecipe con lo sguardo.
 
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view post Posted on 4/11/2014, 04:48
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Il Fato

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Non vi era più via di fuga, l’affascinante ed esplosivo padrone di casa sembrava non voler lasciare nulla al caso, tutto curato nei minimi dettagli, tutto perfetto, dai vestiti al banchetto, solo uno zotico stolto avrebbe potuto non comprendere cotanta perfezione.
All’occhio di Fuco (quello destro) non sfuggiva nulla (quello sinistro era troppo intento a rimirare la sua dama) e senza indugio, quando tutti gli invitati varcarono la soglia d’ingresso, s’affrettò a serrare ogni via di fuga, nulla avrebbe interferito con quel divino banchetto.
Nell’immenso salone, gremito di gente, il fato iniziò a compiersi, nulla di preoccupante, solo la solita corsa ad accaparrarsi il posto migliore per non finire accerchiati da chissà che gentaglia.
I più furbi si tennero stretti gli amici, altri, preferirono accomodarsi accanto ai nemici, altri ancora, i più temerari, si sedettero semplicemente a caso, solo il tempo avrebbe stabilito quale tra queste mosse fosse quella più saggia, dopo tutto, “Bislacco” era il secondo nome di Fuco.
Ognuno dei presenti si stava forse domandando cosa ci facessero lì o, molto più probabile, iniziava a trovare il tutto abbastanza inquietante, di certo il cambio d’abito non aveva aiutato a distendere i nervi.
L’arrivo del cocktail per il brindisi d’apertura aprì le danze alle prime macabre supposizioni, il “Sarà avvelenato” e il “E’ davvero commestibile” andavano per la maggiore, anche se sorgeva al Fato spontaneo domandarsi
*Perchè mai?* ma gli bastò posare lo sguardo sul detentore del trono per ricordarsi che “affidabilità” non era la parola della serata.
Malgrado i dubbi, tutti si erano lasciati convincere, dai piccoli camerieri rosa, a prendere i calici e levarli in aria, se in quel momento qualcuno avesse scattato una foto, sarebbe stata molto suggestiva, tanti piccoli calici dal contenuto arancione, sovrastati da una leggera nebbiolina che avvolse gli invitati, già, il nostro Fuco ci teneva affinché tutto fosse spettacolare (magari lo avrebbero preso come barman al Testa di Porco).
I più coraggiosi si cimentarono addirittura nell’assaggio, gli altri si limitarono a riporre il bicchiere, confidando nelle successive portate.
Ovunque ci si voltasse i piccoli camerieri erano intenti a prendere ordinazioni e servire le varie portate, veloci ed efficienti, nessuno mai avrebbe detto che fossero al servizio di Fuco, o forse sì, ma solo per l’aspetto.
Anche il nostro allegro padrone di casa, soddisfatto, poté, finalmente, prender posto e, il Fato volle che l’unica sedia libera si trovasse proprio accanto alla dama che, con tanto ardore, aveva osato violare il suo bel visino.
Tutti erano stati serviti, i piatti sembravano usciti dal miglior ristorante francese e i bicchieri erano pieni, non restava che iniziare a mangiare e godersi la serata.
A quanto pareva, tutto sembrava normale, probabilmente qualcuno rimase anche deluso, le aspettative erano tante, ma nessuno si era avvelenato bevendo il cocktail, nessun calderone era piovuto dal cielo per colpirli, nemmeno un minimo principio di soffocamento a causa dei Bulbi Balzellanti, forse, per una volta, forse proprio perchè era Halloween, Fuco aveva optato per la normalità. (Chissà se la sua dolce Caramellina avrebbe apprezzato lo sforzo, guardandolo sotto una luce diversa)

*Tre, due, uno* il Fato non apprezzava affatto, era lì per divertirsi, non per guardare un branco di maghi mangiare *Se no me ne andavo a Santa Maria delle Grazie ad ammirare “L’ultima Cena”*
L’intera sala cadde nell’oscurità, nemmeno il Luminoso Fuco poté impedirlo e qualsiasi tentativo di illuminare anche solo il piatto davanti a sé sarebbe stato vano, potevano solo sperare in un errore tecnico dell’Enel e che presto tutto sarebbe tornato apposto.
Puoi chiudere le porte, sbarrare le finestre, insonorizzare la stanza, ma nulla potrà impedire al Fato di fare i suoi comodi, forse Fuco avrebbe dovuto prevederlo (o forse l’aveva previsto).
E mentre i commensali tentavano di capire cosa fosse accaduto, nel buio, intorno a loro, si potevano percepire suoni e rumori, alcuni nomali, il chiacchiericcio, le sedie che si spostavano, la stoffa dei pomposi vestiti che sfregava, altri più inquietanti, il cigolio dei lampadari, porte che si aprivano, finestre che sbattevano, muri che si muovevano.
Nessuno poteva dire se tutti fossero ancora al loro posto, se tutti fossero ancora presenti, se, addirittura, si trovassero ancora nella stessa stanza.





Per prima cosa mi scuso per il ritardo, tornando a noi, invece, potete continuare a descrivere cosa state facendo prima del calar delle tenebre, lungi da me voler interrompere i vostri discorsi, ma, vi chiedo di concentrarvi sul momento di oscurità, vorrei descriveste le vostre sensazioni, i vostri spostamenti (se ne fate) e, soprattutto, vorrei che provaste a immaginare cosa sta accadendo, non vedete nulla, ma l’udito funziona benissimo, quindi avanti con la fantasia e vediamo cosa ne viene fuori.

Qui vi ho fatto un disegnetto (schematico, molto schematico) su come vi siete seduti a tavola, così evitiamo fraintendimenti e tutti sanno esattamente dove sono seduti.

 
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Lucilla Degona Lancaster
view post Posted on 4/11/2014, 09:33




Buio.
Un momento prima era tutto illuminato da lampadari e preziosi cristalli, ora tutto buio.
Non sapeva nessun incantesimo e non sapeva nemmeno chi aveva alla sua destra; mise la mano destra sul tavolo e con quella sinistra, spaventata, andava a tentoni arrivando alla fine alla spalla di Aquileia.

-Aquileia, io me ne vado da qui, almeno da questa stanza, non mi fido a rimanere qui...- e detto questo cerco` di ricordarsi la posizione delle stanze in base all`entrata, ma non ricordandosi nulla avrebbe tirato a indovinare.
Camminando tastando le spalliere delle sedie e andando a sbattere contro altre persone riusci` finalmente ad arrivare a una stanza aperta; ando` verso sinistra con le mani tese in avanti arrivando alla parete e sedendosi con la schiena appoggiata a essa.
Tiro` un sospiro di sollievo anhe se il cuore le martellava nel petto, doveva ammettere che la paura era tanta e che non sapeva nemmeno in che parte del palazzo si trovasse, sapeva solo che a quella festa conosceva solo due persone, di cui una non sapeva nemmeno che fosse li, gli altri non l`avevano neanche notata di sfuggita, cosa strana dato il gigantesco vestito di piume di pavone.
Il lunghissimo vestito avrebbe sicuramente fatto inciampare qualcuno ma ora aveva altro di cui preoccuparsi, perche` udiva solo un chicchierare di sorpresa a causa del blackout, si sperava temporaneo, che se fosse arrivato qualcuno non l`avrebbe sentito.
Sforzo` la vista e tese le orecchie capendo che la gente era spaventata e cercava di alzarsi, cercando un`uscita ma forse non si eran accorti che le porte e le finestre erano blindate, lei se ne era accorta ma aveva cercato di uscire dalla stanza per evitare un eventuale omicidio, fuori dalla portata di tutti c`era meno pericolo.



Edited by Lucilla Degona Lancaster - 4/11/2014, 14:10
 
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view post Posted on 4/11/2014, 12:24
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Nell'attesa dell'arrivo della sua ordinazione, si torturava le mani stringendole sempre, con una certa forza, sulla sfarzosa gonna che portava indosso. Il suoi respiro era affannoso, sarà stato il corsetto oppure qualcosa, che la stava attanagliando che era ben peggio, di quei sei-sette lacci dietro la schiena: il dubbio.

"Non ha molto senso. Non ne vedo di fatto. Siamo qui per conto di chi? perchè ci ha portati nella sua dimora e sopratutto, perché non riesco a stare tranquilla?"

Si chiese, per poi abbassare lo sguardo con fare pensieroso mentre, a quanto pare, tutti gli altri stavano brindando alla proprie salute, mangiando e chiacchierando come se nulla fosse. Ad eccezione forse, della sua compagne di casate che stavano, rispettivamente, davanti a lei nella grande tavolata a cerchio. Sospirò, nel non essere accanto a loro e di sentirsi così sola tra un'enorme cuscino dalle fattezze ben gradite dal gentil sesso e un...docente? Le parve un professore di Hogwarts, seppur non vi avesse ancora partecipato ad alcuna lezione:

"Che brutto posto ho scelto...mi sento in soggezione."
Pensò, facendo una smorfia in maniera distratta, storcendo la piccola boccuccia rosea. Aveva fame e aveva accanto a sé due perfetti sconosciuti non solo molto più grandi di lei, ma anche di un certo rango, sopratutto quello alla sua sinistra.
Le passò la fame, in un singolo colpo e desiderava con tutta se stessa, di alzarsi ed andare. Presa cotale decisione, si voltò e notò, con rispettivo orrore che le porte, le finestre ed ogni singolo buco della casa, era stato accuratamente sigillato. Dischiuse la bocca con un'espressione di puro sgomento, mentre gli occhi non le uscivano dalle orbite a causa di quella terribile scoperta:


"...N...Non posso uscire!"

Pensò, martellandosi la mente con quelle tre parole, da sentisi gelare le gambe.
Si voltò, prima fissando il tavolo con intensità e poi alzando lo sguardo verso il resto della tavolata:


"Co-come fate a stare tranquilli, sapendo che qui siamo in trappola?!"

Pensò, con sgomento. Un gomitolo di nausea e bruciore di stomaco, le scalò talmente rapidamente la bocca dello stomaco che serrò saldamente la bocca e la mano dove il bustino, stava facendo il suo lavoro.
La fame le era del tutto passata, non voleva altro e per fortuna, a quanto pare, l'elfo non era ancora arrivato alla sua di prenotazione, forse essendo l'ultima arrivata: poi, una seconda scarica la percosse.
No, non era di piacere, ma era un presagio.


"Se siamo stati invitati qui, da un perfetto sconosciuto, lo avrà fatto senz'altro non per vederci abbuffare come pazzi."

Pensò, circospetta.
Poi tutto divenne buio.
Di colpo, suscitando non poco sgomento tra i presenti.
Un sussulto le sfuggì, portandosi nell'immediato una bocca alla bocca. Non si vedeva nulla, era come essere caduti all'inferno.
Si irrigidì e d'istinto, pensò di scappare. Di alzarsi e di vacillare, tastando per l'uscita.
Ma poi pensò che sarebbe stato inutile, visto che era il padrone di casa a detenere le chiavi della magione dove erano rinchiusi.


"Resta qui."

Le suggerì la sua ragione, valutando che sarebbe stata una scelta avventata visto che non aveva nemmeno una luce di riferimento. Che fosse di una candela o di incantesimo che in quel momento, si maledì di non conoscere nonostante avesse appresso la bacchetta, chiusa nella sua confezione, onde evitare che si piegasse o si rompesse nella borsa.
La ragione ebbe in un certo senso, ragione. Si strinse le spalle, irrigidita dalla paura nel sentire un violento fracasso: sentiva piatti alzarsi e volare, porte sbattere e un violento cigolare dei lampadari come se in quella maledetta stanza, ci fosse un violento tornado quando percepiva su di sè, nemmeno una leggera brezza. Fissò un punto imprecisato nel buio, davanti a sè.
Poi, si ricordò di una cosa che le aveva detto Elisabeth:


CITAZIONE
"Lo sai che quelli con gli occhi chiari sono molto sensibili alla luce, ma riescono a vedere abbastanza bene al buio? L'ho letto su un libro!"

"...Perchè non ci ho pensato subito?"

Si fece coraggio e sforzò la vista, riuscendo a vedere qualcosa nell'ombra, chiedendo anche all'udito di amplificarsi.
E a quanto pare, tali preghiere furono esauditi, seppur non fosse molto d'aiuto. Riuscì a percepire i biccheri e le sagome dei presenti che stavano lì, seduti, spaventati quanto lei e intravide qualcuno alzarsi, dalla parte del tavolo dove risiedevano le sue compagne di casata e in tutto quel fracasso, percepì qualcosa:


CITAZIONE
-Aquileia, io me ne vado da qui, almeno da questa stanza, non mi fido a rimanere qui...-

E la vide arrancare nel lungo vestito, aggrappandosi con forza alle seggiole e sparire.
Non sapeva chi fosse, ma era tentata di urlare di non farlo perchè non c'erano vie di fuga.
Restò seduta, torturandosi le mani mentre pregava, pregava che tutto questo fosse uno scherzo di pessimo gusto.


Edited by Shinku Tenshi. - 4/11/2014, 20:55
 
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Nemo me impune lacessit Nessuno mi aggredisce impunemente.

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Alla fine si erano accomodati e la ragazzina si apprestava a scegliere le pietanze di quella cena. Poggiato il calice sul tavolo prese il menù. Il loro ospite offriva piatti curiosi, in tema del resto con la personalità eccentrica che lasciava trasparire da tutto ciò che lo riguardava. Si sarebbero detti suggestivi e consoni alla serata, se solo si fosse superato il disagio di dubitare che si trattasse di roba davvero commestibile. *Oh senti! Che bello c'è ad essere qui e non lasciarsi contagiare dalla festa? Non voglio sprecare l'occasione e sia quel che sia!* E riservò quindi l'attenzione a dubbie prelibatezze come Spezzatino con piselli zannuti, Carciofi dal ripieno segreto, Insalata di Cavolo carnivoro...
D'un tratto però non le fu più possibile scegliere; la luce, che sfavillava a giorno nell'ampia sala, venne meno. L'istinto fu quello di ricorrere alla Bacchetta e castare un Lumos, ma...
*Accidenti a questa gonna!* ...scoprì che pur ritrovandola nella stessa piega rispetto all'abito originariamente scelto, in questo nuovo ammasso di roba era un po' troppo incastrata tra la gonna, l'armatura e quello stupido bustino!
Così, nell'armeggiare tra le stoffe, si ritrovò ad urtare il ragazzo che era alla sua sinistra.

Scusa!- esclamò lesta, voltandosi invano nella direzione dell'altro, data l'impossibilità di vedere. In effetti fu solo per averlo visto poco prima al suo fianco che pensò di aver colpito lui, ma dopo essersi scusata si chiese se poteva essere ancora certa di averlo accanto.
Anzi, a pensarci meglio non capiva neanche se dall'altro lato ci fosse ancora la tassina con la quale aveva preso posto. Di sicuro c'era qualcuno che s'era alzato a giudicare da ciò che percepiva alla sua sinistra. O almeno così le parve. A dire il vero, in quel trambusto non si sentiva sicura neanche dei propri sensi.
Memory in genere reagiva abbastanza bene al buio, ma quella oscurità era particolare, strana, assoluta. Non si lasciò prendere dal panico, tuttavia non si sentiva neanche tanto tranquilla.
Anche perché il vociare del resto della compagnia era caotico. Rinunciò a tirar fuori la Bacchetta, per il momento, e restò sulla sua sedia a concentrarsi sul groviglio di suoni che la circondava. Oltre le voci, di cui non volle districare il senso di quanto pronunciavano, udì tintinnare di cristalli. Potevano essere i calici che si rovesciavano a causa dei convulsi movimenti dei convitati?

*Oh, certo! E queste catene che stridono all'unisono con essi?*
Ebbe la sensazione che il pavimento si muovesse, ma pensò che era una suggestione della mente dovuta al fatto che non riceveva immagini da elaborare con certezza. Eppure, le orecchie inviarono chiaramente il tremare delle vetrate. *Per la barba di Merlino! Ma che cosa starà succedendo?*
Quei tonfi e cigolii non promettevano nulla di buono; si chiese che razza di scherzo aveva preparato loro il padrone di casa. *Va bene Halloween, ma forse il tizio ha un po' esagerato!*
Le fece piacere il pensiero che almeno era là con gente non del tutto sconosciuta. Inoltre ricordò a sé stessa che erano tutti maghi e streghe, ci sarebbe stato di sicuro qualcosa che avrebbero potuto fare. O così voleva sperare!
Ad ogni modo, riprese a trafficare con quelle stupide vesti. Era più che decisa a tirar fuori la Bacchetta, bastava insistere! E tanto fece, che alla fine ci riuscì; la impugnò saldamente e si sentì per un attimo... smarrita.
*Oh, andiamo... Ci sono maghi più esperti di me in questa sala. Avranno di sicuro già tentato...*
La furia contro il suo ingombrante abito l'aveva infervorata, ma adesso si sentiva in bilico. Da un lato la Bacchetta a confortarla; dall'altro sempre quel maledetto dubbio di non essere all'altezza. Solo la sua ostinazione riusciva a salvarla e anche stavolta sopraggiunse. Dopo quel breve attimo si impose di pensare. Quei suoni che potevano essere di tutto o niente, cominciarono a infastidirla. Voleva tornare a vedere che cosa stava succedendo. Si sarebbe rivelato utile o no? Non lo sapeva, ma si decise a provarci lo stesso. Sistemò la presa e tese in alto il braccio destro, imponendo la sua volontà alla mano che impugnava la Bacchetta. Si concentrò, cercando di bloccare la confusione che imperterrita le gravava intorno. Infine, con voce chiara esclamò: Lumos Solem!
 
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all that is gold does not glitter, not all those who wander are lost

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In un leggero moto di sollievo, Eloise notò che tutte le sue degne compare erano conciate in modi altrettanto imbarazzanti. Si sentì meno sola, per quanto quel color rosa salmone le facesse venire la nausea ogni volta che cadeva nella sua coda dell’occhio. Ma cosa fare, se non accettare con viso sorridenti i simpatici scherzi della sorte?
«Adesso, siate sincere con me: qualcuna di voi ha idea di cosa sta per succedere? »
Non che avesse tante speranze che qualcuno avesse qualche informazione in più. Però sarebbe stato carino avere una mezza idea di ciò che la serata avrebbe riservato loro. In un moto di affetto verso le compagne, si sentì in dovere di aggiungere:
« Per fortuna ci siete voi, e la cosa mi spaventa di meno…»
Seguendo la calca, si mosse in modo febbrile verso l’ingresso, nella speranza di non cadere da quegli smisurati trampoli. Ripromettendosi di non indossare mai più zeppe o tacchi, fu distratta dalla maestosità dell’ambiente circostante. La prima cosa ad attirare la sua attenzione furono gli affreschi sul soffitto, e fu abbagliata alla vista dei lampadari di cristallo.
Giunte alla tavola, le compagne presero posto. Eloise si sedette vicino a Elhena, e in meno di un attimo si mise a consultare il menu a loro disposizione. Aveva già fame e sperava che le leccornie arrivassero in fretta.

« Dici che del cibo babbano ci si può fidare?»
Domandò a Elhena, indecisa sull’accettare o meno il suo suggerimento,
« Non saprei… Per me Fiori di Zucca Pastellati, buoni… E una Zuppa di Fagioli Corridore… Sì, anche Patate in tutte le Salse e per dolce Cupcake della Nonna!»
Elesse Eloise, sperando che la zuppa di fagioli non le desse conseguenze intestinali. Quando le venne porto, prese il cocktail di benvenuto e lo alzò in direzione di una ragazza che era appena giunta lì vicino. Era una Tassorosso, ne era sicura, e non era da meno in quanto ad abbigliamento ridicolo.
«Certo, mettiti pure accanto a me! Io sono Eloise!»
Le rivolse un sorriso entusiasta. Odiava stare seduta accanto a un posto vuoto.
Bevve dal suo bicchiere e, in meno di qualche istante, il cibo arrivò a riempire i loro stomaci affamati. Non ci sono parole da sprecare quando c’è cibo da divorare!, pensò la giovane Lynch buttandosi sui suoi fiori di zucca. Ma non appena il suo buco nello stomaco fu riempito, decise che era il caso di conversare.
«Tu sei Tassorosso, vero? Ti ho vista in giro… Di che anno sei?»
La cena procedeva piacevole, ed Eloise stava per girarsi verso Elhena e porle una domanda, quando l’intero salone cadde nell’oscurità.
Come se potesse servire a qualcosa, la Tassorosso spalancò gli occhi. Non si poteva negare che si aspettasse una sorpresa alla Halloween, ma non aveva fatto ipotesi sul come si sarebbe manifestata.
« Avremmo potuto prevederlo!»
Spinse indietro la sedia con l’intenzione di alzarsi, ma quando realizzò di trovarsi in mezzo alle sue compagne decise che forse era più saggio rimanere seduta. Non aveva paura, era sicura che si sarebbe trattato di uno scherzo divertente, qualcosa di tipico dell’umorismo magico. I rumori circostanti, inoltre, stavano iniziando a creare un’atmosfera piuttosto inquietante, ma Eloise era certa che nessuno si sarebbe lasciato impressionare.
Per sicurezza decise di recuperare la bacchetta, nascosta scomodamente in mezzo al corpetto, ma prima che potesse pronunciare qualsiasi formula sentì l’incantesimo della sua compagna di sinistra.
 
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«And the only solution was to stand and fight» Merlino ballerino!

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La tavola imbandita era veramente enorme e, doveva ammetterlo, magnifica. Per quanto potesse essere fuori di testa questo Fuco (tanto da scegliere come accompagnatrice proprio la strega che l'aveva strapazzato per bene all'entrata) bisognava dire che, almeno per i banchetti, aveva stile. E, fortunatamente, il cocktail non aveva portato effetti collaterali, il che fu per Aquileia un grosso, grosso sollievo. Gli invitati erano tutti ordinatamente seduti; gli studenti parlottavano piacevolmente tra di loro, e i pochi adulti che come lei avevano preso parte alla festa sembravano ambientarsi pian piano come lei stessa stava facendo. Forse, dopo tutto, la festa poteva proseguire bene. Si guardò intorno per osservare i suoi commensali; di fronte a lei si ritrovò nientemeno che il Ministro della magia, che riconobbe all'istante e salutò educatamente con un cenno del capo. *Caspita, ma questo Fuco allora è un pezzo grosso!* pensò, incredula al fatto che uno svitato del genere fosse nelle grazie del Ministro. *Povera Pompadour. Non oso nemmeno pensare cosa voglia dire trattare con lui* pensò, guardando nuovamente il Ministro. Poco a sinistra vide un altro mago adulto, un uomo, *piuttosto bello*, pensò osservandolo brevemente. Riconobbe anche l'ispettrice Auror Lancaster, seduta poco vicino a Fuco (e a quella strega che a quanto pareva lo stava facendo andare in visibilio). Per il resto era circondata da studenti.
*Beh, se continua così, potremmo anche passarcela bene* pensò guardando la stanza.
Non fece in tempo a finire la frase che una sensazione strana le corse lungo la schiena. Non era un brivido, anzi era una specie di distensione dei muscoli, ma era la sensazione che avvertiva quando dentro di lei si insinuava la certezza che c'era qualcosa che non andava.
Le porte e le finestre erano sbarrate.
*Non mi piace.*.
Si mise all'erta e ricominciò a guardarsi intorno, ma stavolta con attenzione e sospetto, cercando qualcosa, un qualunque minimo particolare che potesse anticiparle qualcosa su qualunque cosa stesse per accadere. Nessuno sembrava essersi accorto delle porte tranne la ragazzina seduta di fianco al bel mago, che era talmente nervosa da non riuscire a mangiare. E nemmeno Aquileia aveva più fame.
Apparentemente Lucilla non si era accorta di niente.
*Dannazione!*. Aveva paura anche per lei. Decise di non allarmarla ulteriormente, ma di dirle almeno di restarle accanto, perciò si voltò verso di lei e cominciò ad avviciarsi al suo orecchio.
E all'improvviso tutto divenne buio.
Oscurità totale. Aquileia non riusciva a vedere niente, nemmeno la sagoma del tavolo a pochi centimetri da lei. La schiena era talmente distesa da essere addirittura rigida. Tutto intorno, un vociare confuso, un brusio a tratti allarmato, ma anche...anche cigolii, soffi di vento, e rumori gravi...come se qualcosa di molto, molto pesante si muovesse. All'improvviso, una mano sulla sua spalla destra. Era Lucilla.
"Aquileia, io me ne vado da qui, almeno da questa stanza, non mi fido a rimanere qui", e poi il rumore di una sedia che veniva scostata. *Dannazione, no!!"*. "Lucilla, no, aspetta!!". Aquileia tastò l'aria, ma Lucilla era già scappata via. *Devo ritrovarla, accidenti! Luce. Ho bisogno di luce*, pensò, estraendo la bacchetta. Ebbe un brutto presentimento. La agitò e pronunciò: "Lumos!".
Ma non successe niente.
"Cosa?!..".
La agitò ancora rabbiosamente e pronunciò di nuovo: "LUMOS!". Senza ottenere il minimo risultato.
*Non può essere*.
Non c'era modo di usare la magia in quella dannata stanza. *Devo uscire di qui. Ma prima devo ritrovare Lucilla*. Ma come poteva fare? non sapeva in che direzione era andata, e la stanza era talmente grande che non sapeva quanto tempo ci avrebbe impiegato. Il vociare era aumentato, e parecchie persone sembravano veramente agitate. E quel dannato rumore grave e profondo, come di -*muri che si spostano*- cose pesanti trascinate per la stanza, era la cosa più inquietante. *Non posso lasciarla qui* si decise alla fine. *D'accordo, Leia, ragiona. E' troppo buio e l'unico riferimento che Lucilla aveva erano probabilmente le spalliere delle sedie. Tu però non hai sentito mani sulla tua spalliera, quindi vuol dire che è andata nella direzione opposta alla tua*. Iniziò perciò a camminare verso quella direzione, spalleggiando la gente e chiamando Lucilla a gran voce, finché ad un certo punto si ritrovò distante dalle altre persone, in un imprecisato punto della stanza. Di Lucilla, fino a quel momento, nessuna traccia.
 
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Aaron Haderus Fenrir
view post Posted on 4/11/2014, 19:11




Non passò molto tempo, prima che il buffo e paffuto omino rosa prendesse l' ordinazione del Tassorosso. Aaron notò con sincero sollievo, che tutti coloro che avevano preso posto a tavola, indossavano un abito altrettanto buffo, come il suo. Non doveva certo ritenersi l' unico, a sentirsi in imbarazzo, ma anzi, il disagio era la portata principale della serata. C' era chi sghignazzava sotto i baffi, magari additandosi l' un contro l' altro. Qualche sorriso si manifestò anche sul volto di Aaron, che rilassatosi, prese il calice, e bevve una bella sorsata di quello strano cocktail, proprio quando notò la donna seduta alla sua destra. Aveva dei lunghi ricci castani. Per un attimo, pensò di salutarla e presentarsi, ma quando vide che stava parlando con la ragazza seduta accanto a lei, rinunciò.
Nel frattempo la pancia continuava a borbottare, incessante. Ma il giovane aveva appena ordinato, e l' antipasto ancora non era stato servito. Qualche ronzio proveniente dalla tasca, ricordò ad Aaron, che precedentemente aveva preso una bella manciata di Api Frizzole, e dunque, con suo enorme sollievo, mise la mano in tasca per prenderne un paio, giusto per far chetare lo stomaco. Alcuni portate, nel frattempo, venivano servite alle persone che avevano ordinato prima di lui. Aaron le osservò con ardente desiderio, tanto da fargli venire un enorme acquolina in bocca.
All' improvviso, il buio e l' oscurità, calarono nella sala. Qualcuno trattenne il respiro. Forse -anzi, sicuramente- sarà un altro stupido scherzo da parte del padrone di casa, dopo quello del vestito, c' era da aspettarsi di tutto, da quella serata; dopotutto, era Halloween. In effetti, Aaron, si aspettava che da li a poco sarebbero ritornate le luci, e qualcosa di buffo sarebbe apparso attorno agli invitati: per questo rimase seduto. Non fu così. Le luci non tornarono, e molte persone stavano iniziando a spaventarsi. Il cuore del ragazzo tamburellava così forte, che da un momento all' altro, poteva schizzare fuori dal suo petto e fuggire a gambe -o arterie- levate. Una gran confusione regnava adesso nella sala. Sembrava quasi che l' enorme Reggia si muovesse. Colpi e botte a destra e a manca, porte e finestre che si aprivano e chiudevano. L' aria nella sala si fece densa, e la tensione era palpabile. Alla sua destra, una voce femminile, probabilmente della donna castana, provò a formulare più di una volta il Lumos, ma con scarsi risultati. Niente e nessuno, poteva scalfire quel buio.
 
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view post Posted on 4/11/2014, 19:17
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In breve, il cibo e le bevande richiesti dai più temerari arrivò e quelli ancora più impavidi (o sciocchi?) addentarono il loro pasto prima ancora di riuscire a dire "Quidditch".
Vagnard dal canto suo sedeva con entrambi i palmi poggiati sul pomello del bastone da passeggio, a mó di sostegno, e il mento appoggiato su di esse. Lo sguardo fisso era sul presunto padrone di casa, a capotavola, seduto tra una strega che non conosceva e una studente di Tassorosso.
Non aveva il dono della Legimanzia, ma avrebbe voluto.
Avrebbe voluto capire cosa girava nella testa di quell'individuo, non la raccontava giusta...e ne era certo, d'altronde tra pazzi ci si capisce.
Il pollice della mano destra giocava nervosamente attorno al pomello, pronto a scattare nel momento in cui fosse successo qualcosa.
Ma veramente sarebbe accaduto qualcosa? Se qualcuno fosse entrato in quel momento avrebbe notato una situayione apparentemente normale, un abbondante banchetto e gente a mangiare.
Eppure qualcosa sarebbe successo.
Non restava che aspettare.
Assicuratosi del fatto che il cibo non aveva ancora ucciso nessuno, si accinse a chiedere un ordinazione al primo omino di turno senza perdere di vista Fuco, e fu in quel momento che qualcosa accadde.
Non ebbe neanche la gioia di riuscire a completare l'ordine che l'oscuritá caló. Questo era un grosso problema, perché in tal modo non avrebbe neanche avuto il tempo di mangiare qualcosa mentre chi di dovere riparasse il guasto.
Ammesso che fosse un guasto.
Sospiró, ripensando nuovamente alla mancata occasione di non essere riuscito ad ordinare del cibo. Portó la testa all'indietro e chiuse gli occhi. D'altra parte non poteva usarli, tanto valeva farli riposare un attimo. Era convinto che, anche se non fosse un normale guasto, la festa vera doveva ancora cominciare. Quella era solo la presentazione, e anche se non poteva vederlo ne era certo, Fuco se la stava ridendo sotto i baffi.
Eccome se se la stava ridendo.
Chiusi gli occhi, si poteva quindi concentrare sui suoni, e poteva cercar di dar loro forma.
In breve cominció a sentire qualche verso di stupore, ma non ancora di paura. Qualche sedia cominció a far rumore, qualcuno forse stava cercando di alzarsi. Poi ancora delle voci non molto definite nel brusio generale.
Riuscí a sentirne solo una netta.
Lumos.
Poi un altra volta, sempre proveniente dalla stessa voce.
Evidentemente non doveva aver funzionato...altrimenti perchü ripetere nuovamente la formula?
No, a quanto sembrava non si trattava di un guasto.

Riportó la testa in avanti e lentamente aprí gli occhi.
Ancora nessuna luce, né dai lampadari, né dalle bacchette.
Non era preoccupato, se non del fatto di voler capire a quale gioco stava giocando il capotavola. Se era lui il responsabile, avrebbe fatto riapparire la luce in qualche modo nel momento in cui avesse sentito (o visto?) quel che voleva.
Fino a quel momento bisognava attendere.
Nonostante ció, Vagnard voleva vederci chiaro.
Letteralmente.
Un impercettibile click e lasció scivolare la bacchetta sul palmo della mano.
Chiuse nuovamente gli occhi, e cercó di estraniarsi dal brusio esterno per concentrarsi quanto piú possibile. Quando ritenne di aver raggiunto il giusto livello di concentrazione, allineó la bacchetta parallelamente al suolo, per poi passarla rapidamente davanti agli occhi ancora chiusi

*Visibula Noctambulus*

pronunció non verbalmente.
Aprí gli occhi.
Quel gioco cominciava a stancarlo.

 
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view post Posted on 4/11/2014, 20:39
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VII Anno

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Un’enorme tavolata posta al centro dell'immensa sala, composta da studenti di tutte le età e casate, dalle figure di spicco come i Docenti e Caposcuola, passando per i Prefetti e un paio di adulti che non aveva mai visto, insomma un bel assortimento. Nathan prese posto non curandosi di chi potesse aver vicino, scelse solamente la sedia che gli era prossima di distanza, fra quella folla di persone riconobbe poi molti volti conosciuti, dopo tutto ne erano passati di anni da quando era stato smistato in Grifondoro.
Suvvia, è il momento del brindisi Scott, non vorrai restare a bocca asciutta! Cin-cin
Una voce femminile attirò l’attenzione del ragazzo, una voce adulta, e anche piuttosto familiare. La sua docente di Difesa Hope Lancaster. Gli porgeva il calice ricolmo di un alcolico, intenzionata a brindare e a far festa; forse era il fascino della cattedra, ma stranamente le docenti di Difesa le ritrovava sempre in situazioni fuori orari e la cosa non gli dispiaceva affatto.
- Professoressa, che piacere -
Sorrise, innalzando leggermente il suo calice, il liquido al suo interno non era stato ancora toccato, lui sapeva quali erano le regole, cosa potesse fare un Vampiro e cosa non..
- Come se avessi bevuto -
Asserì facendo tintinnare i calici per poi porgere il proprio sul tavolo, forse sarebbe stato meglio arrivare direttamente al momento del ballo o qualsiasi altra cosa che non lo tenesse fermo su una sedia. Di fronte a lui capitò proprio la sua compagna Zoey, ragazza di certo non indifferente ai suoi occhi, ma troppo distante per poterci parlare, almeno per il momento della cena poteva solo gradire della sua bellezza. Come d’altronde la ragazza che le era accanto, quella stessa ragazza incontrata poco tempo prima in Biblioteca, il suo viso risaltava rispetto a tutti gli altri, facendo al ragazzo la solita impressione di diversità, non sapeva spiegarselo con precisione, era una sensazione a pelle, la medesima provata quella sera in compagnia dei libri. “La comitiva Tassorosso” tutti vicini poco più in là, fra le ragazzine riconobbe Leah e la sua strana amica che al momento non ricordava il nome; lo strambo padrone di casa, Fuco IV, distava solo due posti da lui. In fine solo un’altra figura capace di congelare i suoi occhi e far riscaldare il sangue nel suo corpo, come se il suo cuore battesse ancora. Jessica, la Corvonero che non poteva dimenticare per un paio di disavventure, la Sua?? Non sapeva neanche più come definirla, il loro rapporto aveva subito una forte virata verso l’indifferenza, quella stessa notte in cui le rivelò il suo segreto. Lui sapeva della sua partenza, e che non sarebbe tornata per molti mesi, ma ora se la ritrovava lì, al suo stesso tavolo, capace di bloccare i suoi occhi, dopo tutto questo tempo.
Quel viso fu l’ultima cosa che vide prima che l’oscurità avvolse la stanza e tutti i presenti. Non un singolo spiraglio di luce, il buio totale accompagnato solamente da strani suoni. Voci spaventate di qualche ragazzina, evocazioni di incanti inutili, quell’oscurità doveva essere manovrata da qualcuno se neanche la magia poteva ovviare ad essa. Lui era un Vampiro, e i suoi occhi si adattavamo molto meglio al buio, regolandosi con scale di grigi variabili, cosi come gli altri sensi maggiormente sviluppati. Cosa avrebbero visto i suoi occhi? Strane presenza, finestre che sbattevamo, e muri che parevano animati come le scale di Hogwarts, che diavolo stava succedendo?? Era come trovarsi in un’enorme stanza durante un processo di smaterializzazione. Gli occhi del Vampiro si posarono solamente suoi volti dei compagni, alcuni spaventati, altri indecisi sul da farsi; dal canto suo Nathan si limitò ad afferrare la bacchetta e aspettare, indifferente a quello che vicino gli capitava, come se rinchiuso in una bolla, attendeva l’ignoto e gli eventi che lo avrebbero coinvolto senza dettar sospetto alcuno sulle sue capacità.
 
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view post Posted on 4/11/2014, 21:51
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Your smile, fragments and gentle voice have disappeared to the moon

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Ora, se c’era una cosa in cui aveva sperato era che il cibo fosse buono. Considerando l’inaspettato cambio d’abito, l’invito senza luogo e la passaporta a sorpresa quello era il minimo. E poi, per dindirindina,aveva saltato il suo primo Halloween ad Hogwarts per venire a quella stramaledetta festa. Fortunatamente per il signor Fuco, o Fosco, o Fico, o come cavolo si chiamava, il cibo non era eccellente, di più. Raramente si era ingozzata così tanto e con così tanta velocità. Era tutto così delizioso, il caviale era stato semplicemente sublime, per non parlare della pasta, poi… E la frittura, cielo, le tornava l’acquolina in bocca solo al pensiero, ma la cosa migliore in assoluto erano stati i dolci. Quei dolci. Quei meravigliosissimi dolci. Lì tutte le buone maniere si erano dissolte, puf, volatilizzate nell’aria come se non fossero ami esistite. Il vestito invece le iniziava a sembrare un po’ troppo stretto in vita, invece. Però, quella cheesecake… E la Sacher… Aveva fatto una brutta figura davanti alla sua prefetta e ad un’insegnante, ma non gliene fregava niente. Si era accasciata sulla sedia, una manina sullo stomaco e l’altra appoggiata sul tavolo. Non avrebbe resistito fino a fine serata. Sentiva gli occhi chiudersi e il sonno tentare di fare capolino e annebbiare la sua mente, ma doveva resistere. Non poteva fare la figura della poppante lì di fronte a tutti, non dopo la figura che aveva fatto mangiando. Però quel calduccio era così invitante, così rilassante, forse, se avesse chiuso solo un occhio sarebbe stata in grado di riposarsi e rimanere sveglia. Ok, quella era una bella contraddizione, anche se al momento non le importava. Voleva solo poter dormire un po’… Con malagrazia sbadiglio. Certo, forse avrebbe dovuto evitare il secondo dolce dopo la frittura… ah, e le verdure pastellate… Anche quelle erano buone, un po’ pesanti, ma molto buone… All’improvviso tutto si oscurò. Probabilmente aveva chiuso gli occhi. Va beh, a quel punto aveva fatto trenta, tanto valeva fare trentuno, no? Senza farselo ripetere due volte dal proprio cervello (p stomaco, non c’era tanta differenza al momento) iniziò a rilassarsi. Certo che però attorno a lei facevano un casino incredibile. Sembrava che tutti si stessero muovendo attorno a lei, alcuni avevano persino urlato… Ma che diavolo stava succedendo? Lentamente riaprì gli occhi, solo per non vedere altro che una cappa d’oscurità circondare tutto e tutti. Non vedeva più lontano di un palmo dal suo naso ed era abbastanza orribile. Subito si fece prendere dal panico. Sveglia come mai prima d’allora si aggrappò alla prima manica orlata di pizzi che riuscì ad afferrare, sperando con tutto il cuore che si trattasse di quella dell’abito di Jenifer… Dopotutto erano vicine di posto e la prefetta si trovava alla sua sinistra, quindi chi altri poteva essere se non lei?
-J… Jenifer?!-
Aveva paura, aveva tanta paura. La festa le era sembrata strana sin dall’inizio, ma lì si esagerava. Non si accorse nemmeno se si erano alzate oppure se stavano ancora sedute. Non era lucida, ma non per il sonno, bensì per lo spavento. Lei odiava il buio, ne era assolutamente terrorizzata e quello era probabilmente uno degli scenari peggiori in cui si sarebbe mai potuta trovare.
 
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175 replies since 31/10/2014, 19:44   5872 views
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