Halloween...Cena con Delitto...

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Jessica A. Evans
view post Posted on 5/11/2014, 19:22







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Le pareti continuavano a tremare, Jessica sentiva rumori sinistri come se la struttura muraria della casa si stesse spostando dal suo asse; l'incantesimo per vedere al buio fallì, doveva esserci qualcosa di strano in quell'oscurità, qualcosa che schermasse la magia e la rendesse inefficace. Si sentì un fragore di vetri infranti ed un grosso scoppio, e successivamente l'immagine della sala riapparve davanti al suo campo visivo, come se avesse aperto gli occhi di scatto e fissato il sole. Sbatté ripetutamente le palpebre per abituare le sue iridi chiare a riacquistare la capacità fisiologica; sentì delle grida, ma non capì cosa fosse accaduto, fino a quando le macchioline bianche che le erano esplose davanti agli occhi gradualmente svanirono, fino a mostrare qualcosa che Jessica mai si sarebbe aspettata. Una folla di persone guardava stupita, impaurita, l'esatto opposto del tavolo rispetto alla loro posizione; Jessica si mise in piedi per capire cosa ci fosse da osservare e quando fu in posizione eretta notò il corpo esangue e senza vita di una ragazzina dai capelli rossi che non aveva mai visto. "Per l'amor del cielo e degli astri..." riuscì a commentare, sgomenta. "Jennifer... La conosci? Sembra una ragazzina molto giovane... Chi mai potrebbe desiderare di farle del mare, al punto di ucciderla?" mormorò. Non poteva essere vero... E se quel buio fosse calato per nascondere il misfatto? Il lampadario infranto sembrava pesare parecchio, constatando che aveva abbattuto la sedia e letteralmente schiacciato il torace della povera bambina. La Corvonero alzò lo sguardo al soffitto e vide che uno dei due lampadari era stato disarcionato dalla sua sede... ma non poteva essere caduto da solo... Era troppo lontano dalla traiettoria fisica che la gravità avrebbe permesso... Era come se una folata di vento l'avesse dirottato verso quella parte del tavolo... Possibile che si fosse spostato nel mentre che il terremoto stava scuotendo la casa? ma no... La terra TREMA, ma l'aria... Era fisicamente, logicamente impossibile... "Come ha fatto quel lampadario così pesante ad arrivare così lontano dalla sua sede?" sussurrò a sé stessa, inorridita. Che si trattasse davvero di un omicidio? E perché colpire quella giovane donna, così piccola per avere nemici così mortali.... Spostò lo sguardo alla destra del posto distrutto, e vide Nathan. Dopotutto lei sapeva che il Grifondoro militava nelle forze oscure, anche se aveva custodito gelosamente il suo segreto. E se per qualche fortuita coincidenza il lampadario avesse evitato il vero destinatario? Un mago oscuro, ad esempio? Ma no... Dopotutto i membri dell'Ordine erano fautori della legalità e della giustizia... impossibile che fossero arrivati a tanto... Con il rischio di sbagliare bersaglio, come forse era accaduto? Spostando lo sguardo verso sinistra vide la sua capocasa, il caposcuola Patrick (che aveva esordito con una macabra, ma veritiera esclamazione) e ancora più in là il Ministro della Magia. Tutte persone che, al contrario di Nathan, militavano nell'esercito della luce... Se invece quella festa fosse stata una trappola dei Mangiamorte per sbarazzarsi di membri importanti della fazione antagonista? Ma chi poteva essere a conoscenza dell'organizzazione segreta dell'Ordine? Nessuno... Solo un traditore...E se l'obiettivo fosse il Ministro?
Jessica era confusa. La sua mente cercava di lavorare frenetica, anche se il flusso mentale veniva disturbato da interferenze esterne, come ad esempio, una donna che sbraitava e pretendeva di legare Tuco, Cuco, Fuco o come diavolo si chiamava ad una sedia. Come previsto negli eventi di massa, il panico iniziava a dilagare, creando scompiglio tra i presenti. Lily, la Corvonero vicino a Jennifer propose di utilizzare un incantesimo potente per mascherare l'assassino.
Dal canto suo, si limitò ad assistere in disparte alla scnea, forse era giunta l'ora che il padrone di casa si manifestasse e desse loro qualche spiegazione.




 
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view post Posted on 5/11/2014, 19:55
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Il Fato

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APRIMI


Oh Santi Numi! Cosa dovevan sentire le divine orecchie del Fato Benevolo!
Fuco sospettato? Il Luminoso definito "Omuncolo"?!?!
No, no, no...Questo non poteva esser accettato! Certamente il Ministro avrebbe avuto da ridire su tale faccenda! Ella sapeva bene che CHIUNQUE si chiamasse Fuco, mai e poi mai sarebbe stato in grado di uccider alcuno...Almeno non volontariamente, ecco...
E questo non era il caso! Ed il Fato non mente mai...Peccato che i partecipanti alla festicciuola non potessero saperlo...
Era quasi ovvio che il primo sospettato sarebbe stato il padrone di casa.
Tuttavia, egli non aveva fatto altro che allestire una pomposa festa di Halloween per la Pompadour finalizzata alla sperimentazione di "ordigno pozionistico" amoroso...Bhè il fine era proprio quello di infondere negli invitati tanta stima e rispetto nei confronti del Luminoso. Magari in questo modo Camillina avrebbe apprezzato le doti romantiche di Fuco.
E invece vi era stato qualche intoppo...Piccolo....Più o meno...Si accorgeva lui stesso di possedere ora conoscenza magica illimitata...Potere prodigioso! La pozione dunque, inalata e non necessariamente bevuta, infondeva tale conoscenza! Interessante. Non era il fine voluto, ma...
Tuttavia, egli sapeva bene che la pozioncina avrebbe potuto generare qualche minuscolo effetto collaterale...Ad alcuni Vomito, diarrea, ad altri ira incontrollata, indifferenza totale, appetito, balbuzie o senso di confusone e...Ad altri... qualche psicosi e mania omicida qua e là...Insomma...A dire il vero, tutti avevano subito qualche piccolo effetto....Ma l'assassino non era Fuco...Almeno....Questo era ciò che pensava Fuco stesso...
Il Fato non si esprimerà a riguardo.
Ma, osservando bene il bell'uomo (bello dentro...), tutti avrebbero potuto constatare che egli era ancora in piedi, bicchiere elevato, in attesa del cin cin collettivo.
Il buio lo atterriva.
E la visione del cadavere sparso sul pavimento della sua Versailles lo fecero trasalire!
Grande Giove! Tutto quel sangue posticcio andrà via con una lavatina utilizzando Mastro Lindo?!
Fuco era così...Inconsapevole, tremendamente disarmante...Orribilmente Unto!
E dinanzi alle accuse delle ospiti egli rispondeva:
Non diciamo eresie...Io assassino...SUVVIA! Ho indossato l'abito nuovo! Non rischierei mai di stropicciarmi il bustino!
E voltando l'occhio indipendente verso il fantasma egli constatava:
Mia cara, ti trovo....Proprio...Bene...Sì, sì...Sai dirci chi ti ha ...Mhm, mhm...trapassato?
Bhè...Domanda abbastanza lecita e ragionevole...Fatta da Fuco, quasi sorprendente. Del resto, la piccola fanciulla avrebbe forse potuto fornire qualche indicazione...Forse...



Il mio intervento è indipendente da quello del mio Illustre collega Master Adepto. Io sto solo facendo le veci di Fuco! Tuttavia...Capiterà nel corso della Cenetta, che io intervenga insieme al mio collega, al fine di fornirvi altro punto di vista della faccenda. Anche con questo post potrei avervi fornito qualche informazione interessante...O forse no...
Dunque, per quanto riguarda la scadenza per postare, fate fede al Master Adepto.


Edited by MasterHogwarts - 5/11/2014, 20:22
 
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view post Posted on 5/11/2014, 21:16
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Sometimes I can feel my bones straining under the weight of all the lives I'm not living.

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Fear has many eyes
« and can see things underground. »

Oh sì, adorava i nuovi propositi.
*Ma verament-* Li adorava, e basta. *Ma proprio no.* Ok magari no, ma il suo nuovo, primo ed ultimo proposito prevedeva che le piacessero, quindi le piacevano. *Non ho capito.*
Non importava che capisse, né che fosse d'accordo, era semplicemente una cosa che andava fatta; arriva un momento per tutti, un momento in cui senti di dover fare qualcosa che non vuoi fare, qualcosa che non ti rispecchia, qualcosa che mai avresti creduto possibile, un momento in cui scendi a patti con la tua natura. Non piace mai a nessuno, ma spesso i benefici si riescono a vedere solo all'ultimo, no?
*Quindi, da brava, socializza.* Anche se accanto a lei c'era l'Illuminato?
*Luminoso.* E lei che aveva detto?
Ci voleva dell'alcool, decise, quello sarebbe stato l'unico modo per sopportare la cena; non appena le fu servito l'antipasto, Niahndra con un rapido "buon appetito" aveva iniziato ad approcciarsi con diffidenza alla pietanza, punzecchiandola con una forchetta.
« Non so neanche se è commestibile. » Constato, prima di ricordarsi del padrone di casa affianco a lei. « Ehm..scherzaaaaaavo. » Di certo non voleva indispettirlo ed indurlo ad avvelenarle il piatto per davvero.
Non fece in tempo a finire il pensiero che all'improvviso la luce si spense e tutti rimasero immersi nel buio più totale; il cuore perse un battito mentre le orecchie captavano i primi sintomi del panico aumentati dopo i tentativi di far luce sulla faccenda - e non solo - destinati al fallimento; quell'impenetrabile oscurità non dava cenni di volersi diradare.
« Fa per caso parte dell'intrattenimento? » Fece scivolare il sedere fino al bordo della sedia, in attesa, in tensione, pronta a muoversi.
Odiava quando il panico iniziava a diffondersi come un morbo, non ci si poteva mai fidare delle persone nel bel mezzo del caos. Mai. Diventavano strane, imprevedibili, irrazionali e stupide; per questo lei non si mosse e stette ferma al tavolo, fece violenza su se stessa per staccare una ad una le dita dalla forchetta e lasciarla cadere nel piatto.
« Leah... ragazze, ci siete? »
Non ebbe bisogno di una conferma perché in quel momento i suoi occhi tornarono a vedere - o almeno, tornarono a vedere dopo l'iniziale cecità - ma prima ancora che con la vista, lo percepì con le orecchie: un insolito mutismo, il terrore che faceva ancora più presa su di loro, attesa, aspettativa.
« Che sta succeden- oh Merlino... »
Cinque posti dopo il suo, sulla destra, si era creato un buco sospetto e poiché sarebbe stato impossibile vedere altrimenti, Niahndra si alzò in piedi pentendosene all'istante.
Il lampadario che una volta pendeva dal soffitto adesso incomprensibilmente ingabbiava il corpicino maciullato di quella che una volta fu una Tassorosso. Una delle
sue Tassine.
*Morgana, ti prego, no. Nononono.* Un conato di vomito le risalì su per l'esofago, ma gli occhi non riuscivano a spostarsi di un centimetro, non poteva far altro che fissare il corpo esanime della Van Strooker.
Del movimento alle sue spalle finalmente riuscì a distogliere la sua attenzione da quella macabra scena e quando notò la testa fiammeggiante di Eloise, istintivamente si mosse per coprirle la visuale.
« Non guardare. » Il tono risultò apatico e freddo persino per lei, solitamente chiamava quella sensazione "spaventocalma". La gelida razionalità che precede lo scoppio improvviso.
« Chi è stato? » Sentì chiedere Elhena.
Fu quindi la gelida razionalità a mostrarsi per prima, suggerendole che chiunque fosse stato si trovava in quella stanza, chiunque fosse stato aveva usato la magia, chiunque fosse stato...
« Ha usato un incantesimo non verbale. » Missione tatto fallita.
Ascoltò come in trance prima una donna vestita da carcerato, poi Zoey - trovandosi d'accordo con lei - ed infine la giovane donna che più volte aveva servito al Paiolo Magico.
Poi fu l'ospite a parlare e a quel punto scattò la fase due della "spaventocalma".
« Grande Giove! Tutto quel sangue posticcio andrà via con una lavatina utilizzando Mastro Lindo?! »
*Scu-SCUSA?*
Sapeva che non sarebbe durato, sapeva che prima o poi lo shock avrebbe preso il sopravvento sui suoi nervi e tutti i blocchi che si era imposta saltarono all'improvviso.
Era di una persona che parlava, di Adelaide, una Tassorosso, una compagna. Non l'avrebbe semplicemente
lavata via.
Con uno scatto la mano raccolse di nuovo la forchetta e minacciosa si avvicinò alla figura stramba del Luminoso.
Lo scoppio improvviso si palesò, realizzava in quel frangente che la Van Strooker era morta e non sarebbe più tornata.
« E' di una ragazzina che stiamo parlando! Morta al suo strano e misterioso ricevimento. E "Mastro Lindo" è tutto quello che ha da dire in merito? » Poteva mai fare paura un nano da giardino di un metro e mezzo, armato solamente di forchetta?
Figurarsi, lei stava solo socializzando.
Dopo tutto, ogni tanto, ci capita di fare cose che non vorremmo mai fare.


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~Hope™
view post Posted on 5/11/2014, 22:04





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Allungò il bicchiere verso quello di Nathan, producendo il suono assai famigliare. Poi si perse, qualche istante di troppo, nello sguardo intenso e profondo di lui rimanendo immobile, prima di sollevare il braccio destro e far aderire il finissimo cristallo alle labbra. Il liquido ambrato le ricadde nella bocca, rinfrescandola e lasciando il tipico retrogusto amaro. Non era la prima volta che incontrava il volto del giovane eppure era la prima volta che lo osservata con attenzione, complice magari l’atmosfera festosa, lasciandosi ipnotizzare dai suoi occhi blu, assai simile al mare che più di una volta aveva osservata dalle finestre della sua casa in Scozia. Distolse quindi lo sguardo lasciando correre le iridi smeraldine lungo la circonferenza della grossa tavola imbandita. Riconobbe molti dei suoi studenti, alcuni colleghi e qualche sconosciuto. Patrick era seduto qualche posto più in là e sembra decisamente buffo con quello strano abito che aveva indosso. Le fu impossibile trattenere un risolino divertito prima di cercare con lo sguardo uno dei numerosi camerieri che si affrettavano a prendere ordinazioni. Lo strano individuo seduto pochi posti più in là, che pareva aver canalizzato l’attenzione della maggior parte dei presenti, aveva un viso per nulla familiare, ma da quel che era riuscita a capire era lui l’artefice di quella strana festa. Fu quando si girò nuovamente verso Nathan, pronta a trovare un pretesto per chiacchierare, che avvenne qualcosa di strano e alquanto inaspettato. Ogni luce, presente all’interno della stanza, si spense e il buio calò soffocante suoi presenti. Istintivamente Hope adagiò il bicchiere sul tavolo e con la mano destra andò a tastare la bacchetta accuratamente conservata in un taschino interno dell’abito. Il brusio faceva da sfondo e talvolta si alternavano suoni diversi e per nulla rassicuranti. Il cigolio dei lampadari, porte e finestre spinte da chissà cosa che continuavano ad aprirsi e chiudersi. I muri iniziarono a tremare, come se avessero preso vita, inspiegabilmente. Un brivido le percorse la colonna vertebrale e un senso di inquietudine la pervase. Anelava la luce, più di qualsiasi altra cosa in quel momento. Aveva bisogno di capire, di vedere ciò che realmente stava accadendo. Ansia, timore, determinazione. Avvertiva quelle emozioni alternarsi nel suo animo. Doveva far qualcosa, non poteva star ferma ed aspettare, non era nella sua natura. Strinse con maggior vigore la bacchetta tra le dita, pronta a sfoderarla ma un tonfò improvviso la pietrificò, costringendola a rimandare, seppur di qualche istante, la sua azione. Il rumore proveniva da un punto non ben identificato ma sicuramente molto vicino al posto che aveva scelto di occupare. Dopo qualche istante i grossi lampadari tornarono ad illuminare la sala dove il corpo straziato e senza vita di una studentessa giaceva immobile. Avvertì la mente svuotarsi lentamente, come se ogni singolo pensiero fosse stato riversato all’interno di pensatoio, lasciandola li ferma, privata di tutto, compresi i ricordi. Meccanicamente si mosse, ignorando il brusio che mano a mano diveniva più intenso. I suoi occhi, vitrei, fissavano quel piccolo corpicino inerme, che pareva ancor più piccolo in quella circostanza, così indifeso e candido da far invidia ad un manto di neve fresca. Quando fu prossima si chinò lentamente adagiando le ginocchia sul pavimento freddo. Allungò la mano destra adagiando l’indice ed il medio in prossimità dell’arteria per provare ad avvertirne la presenza, seppur flebile. Ma nulla, il cuore aveva smesso di battere in quel giovane petto. Spostò di poco lo sguardo, osservando il grosso lampadario che schiacciava il torace della studentessa. Abbassò le palpebre mentre sentiva montare la rabbia dentro di se, rabbia per qualcosa di incomprensibile, talmente oscuro da risultare inspiegabile. -Che nessuno si muova o tenti di uscire da questa stanza!- Ringhiò senza distogliere lo sguardo dal corpo. La gioiosa festa si era tramutata in qualcosa di atroce e oscuro. Si sollevò rapidamente afferrando saldamente la bacchetta tra le dita. Sollevò sguardo per valutare il punto da dove presumibilmente si era staccato il lampadario e per quanto il tragico evento potesse risultare del tutto fortuito, c’era qualcosa di non chiaro. “Bisogna che qualcuno capace usi il Prior Incantatio per capire chi ha ucciso quella ragazza”. Tra la moltitudine di voci Hope riuscì ad avvertire alcune parole che la distolsero per un attimo dai suoi pensieri. Effettivamente l’idea di valutare gli ultimi incantesimi castati dalla bacchetta dei presenti poteva dirsi valida. Ma in realtà era difficile capire quale o quali incantesimi erano stati castati per smuovere l’enorme lampadario contro la ragazzina. Osservò ancora una volta, inorridita, la scena raccapricciante che si presentava davanti ai suoi occhi. Chiunque avesse deciso di compiere quel reato aveva agito al buio, fidandosi dei suoi sensi, fin troppo. *E se …* Osservò ancora una volta la traiettoria del lampadario... Qualcosa però la costrinse a fermarsi e a portare la mano sinistra in prossimità dello stomaco. Il senso di nausea, accompagnato da un conato di vomito la costrinse a piegarsi sulle gambe, chiudendo gli occhi per diversi istanti. No, non aveva tempo per perdersi in altro che non fosse la vita spezzata della giovane Tassorosso. Non vi erano prove che fosse lei il bersaglio dell’assassino. Il buio che aveva avvolto la stanza fino a qualche istante prima non avrebbe permesso a nessuno di riuscire a castare con precisione qualsiasi incanto. -Camille!- Disse rivolgendosi alla donna che aveva intravisto seduta affianco a Patrick. -C’è qualcosa che non torna, nessuno deve uscire da questa stanza!- Aveva un piano, non doveva fare altro che metterlo in atto. Afferrò con decisione la stoffa del vestito e dirigendosi verso una delle sedie presenti in prossimità della grande tavola, la utilizzò come gradino, salendo sul tavolo. Si mosse tra i vari piatti, bicchieri presenti, con l’intento di raggiungere il centro preciso. Si fermò osservando gli studenti, poi strinse ancor più saldamente la bacchetta tra le dita e la puntò in basso, in direzione dei suoi stessi piedi. Aveva bisogno della massima concentrazione per poter castare l’incantesimo che le aveva illuminato la mente, come un dardo di luce attraverso le tenebre. -VE – RI – TAS- Prese a girare su se stessa, disegnando un cerchio sul proprio asse, prima di completare la formula -RE- Vè – LIO- . Tuonò. Aveva bisogno di sapere la verità, doveva farlo.



 
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view post Posted on 5/11/2014, 23:53
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VII Anno

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Dall’oscurità che avvolgeva la sala il giovane mago poté avvertire chiaramente un forte folata di vento, come se qualcosa di estremamente pesante e a gran velocità l’avesse sfiorato. Si alzò di scatto, non appena la luce tornò ad illuminare i presenti, l’oscurità aveva dato la sua risposta: Omicidio. Una sua compagna di scuola, seduta esattamente vicino a lui, era stata colpita in pieno da un lampadario. Uno dei lampadari pesanti e massicci che illuminavano l’immensa sala. Per lui non era strano assistere ad una cosa del genere, l’aveva già fatto in passato, la sua anima era già stata spezzata, almeno se ne possedesse ancora una. Ma dinnanzi ai suoi compagni doveva fingere, doveva emulare un certo stato di stupore, confusione, paura, cosa che agli altri presenti veniva naturale. Numerose voci si innalzarono a coro, sovrapponendosi, nessuno che cercava un unione e un mantenimento della calma, cercare almeno di rassicurare i più piccoli. Una strega adulta sbraitava come un ossesso, altri erano bloccati, forse per lo shock e per non avere un vero punto di riferimento se non i propri compagni di casata. Una di loro, l’amica tappa di Leah reagì diversamente, d’istinto, avvicinandosi a brutto muso al padrone di casa, e non aveva tutti i torti dopo le assurde frasi uscite da quella bocca sudicia.
Per un attimo gli occhi del ragazzo si spostarono su Zoey per assicurarsi che stesse bene, e poi su Jessica, le sue parole furono le uniche a cui prestava ascolto, come sempre d’altronde. *Già come ha fatto* L’oggetto era stato letteralmente lanciato addosso alla ragazzina, e senza rifletterci più di tanto, gli veniva in mente un solo incanto di grado di farlo, un banale Oppugno che poteva essere scagliato da chiunque. Ma per quale motivo un Lumos castato chiaramente durante il buio non aveva avuto effetto, così come credeva altri incantesimi, mentre l’assassino era riuscito chiaramente nel suo intento? Non fece in tempo ad avvicinarsi a Fuco e dar man forte alla Tassina che la prof. Hope, fregandosene di calici e pietanze, balzò sul tavolo richiamando l’attenzione dei presenti. Con tono acceso si rivolse al Ministro e ringhiò un ammonimento per tutti, per poi cercare di evocare un incantesimo che suonava del tutto nuovo alle sue orecchie. *Ma che diavolo* Veritas Revelio, un rivelatore di verità, azzardò affidandosi alla formula magica, cosa sperava di ottenere? Una confessione su un piatto d’argento? Poteva essere un’offesa per l’assassino se non avesse pensato in precedenza a tale banalità. *Non funzionerà* Pensò allontanandosi dal tavolo, se il bersaglio fosse stato un altro, e non quella ragazzina, rimanere in quelle vicinanze non era una scelta saggia, neanche per uno come lui. Spostandosi si sarebbe sincerato anche di un possibile nuovo assalto, se qualunque altro lampadario od oggetto avrebbe cambiato anch’esso traiettoria. Si avvicinò così al Luminoso che sembrava intento a parlare col fantasma della giovane Tassa, voleva sentire di persona cosa avrebbe riferito, se sapesse qualcosa di quanto le era accaduto, anche se lui ne dubitava profondamente. Un solo pensiero continuava a farsi largo nella mente, fissando tutti quei volti, quei ragazzi li conosceva, e non riusciva a credere che uno solo di loro fosse in grado di togliere la vita ad una compagna, così a sangue freddo. Poi perché farlo adesso? Con tanti momenti ad Hogwarts, proprio in una cena, e col Ministro e la Vicepreside fra gli invitati? O l’assassino era uno degli adulti che non aveva mai visto prima, o quello strambo Fuco, che per quanto negasse rappresentava il principale fautore di tale pazzia, oppure non era uno di loro, l’assassino non era lì, almeno quando vi era la luce ad illuminare il tutto.
 
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Aryadne Cavendish
view post Posted on 6/11/2014, 00:59




Il caposcuola Swan si rivelava galante e saggio come sempre, l'astuzia intrigante che lo rendeva affascinante e interessante. Lo osservò farle il baciamano mentre giungevano con lentezza le portate. Sorrise con audacia al corvonero ricordarsi delle volte che lo aveva visto ma le sue parole le fecero sparire per un istante l'intrigante smorfia. Ricordava bene il disastro di Hogwarts...erano morte molte persone, e Aryadne aveva provato il più grande terrore della sua vita. Mai aveva sofferto così tanto, ma aveva avuto così paura.
La paura è sana, dicono, la paura ti rende un supereroe.
Beh, avrebbe voluto esserlo.
-Magari è così Swan, e stai parlando col mio fantasma. C'è qualcosa di più carino che vuoi dirmi? ormai non ti posso più fare niente!- disse comunque, mascherando l'ansia per i ricordi con il suo più malizioso degli sguardi.
Si accorse che Von Kraus, suo amico ormai quasi da una vita, si era messo accanto a lei, ed essa si sentì d'un tratto forte come un leone. Aveva un fratello accanto, anche se a volte le mancava il dolce abbraccio di Shinretsu, oramai troppo impegnato ad insegnare per degnarle anche solo uno sguardo. Forse avrebbe dovuto rivolgere le sue labbra a qualcun'altro. Ma a chi? Il cuore di chi poteva rubare? Il cuore femminile di chi, poteva spezzare?
Il suo primo piatto era stato servito e la giovane si stava per portare un boccone alle labbra quando il buio calò all'improvviso.
Nera come pece, isterica come una donnicciola, l'oscurità calò su tutti. Strano. Molto strano. L'illuminazione era tipicamente babbana, quindi pensò fosse normale una tale incompetenza. Le buone vecchie candele no? Ma i guasti si risolvono in fretta quindi attese qualche secondo, appoggiando la forchetta sul piatto, la bocca vuota. I secondi passarono e l'ansia degli invitati aumentava. Sentiva rumori di sedie che strusciavano sul pavimento, passi esitanti, tante voci dalle alte tonalità, ma anche porte che cigolavano, finestre che sbattevano, sussurri nella notte.
Il cuore iniziò a martellarle in petto, i ricordi di quella notte nei sotterranei, il mostro dai mille tentacoli, la morte degli auror affollavano la sua mente e le sue orecchie. Il fiato le si accorciò e aumentò di frequenza ma lei si sforzò di tenere la bocca chiusa per non far sentire il suo terrore. Tolse le mani dal tavolo e portò la destra verso dove si ricordava fosse Von Kraus. Trovò la sedia vuota, forse si era alzato, intimorito dal lungo buio.
Così Abbassò la sinistra cercando il corpo di Swan. Sperò di aver trovato un braccio o al massimo una gamba e strinse forte, cercando appiglio e calma a quel terrore che stava divampando.
Poi, come era arrivato, di colpo la luce tornò e diverse grida e forti rumori istruirono su ciò che era accaduto.
Riverso, il corpo di una giovane tassorosso che non conosceva giaceva privo di vita, gli occhi vitrei e il sangue fresco.
Spalancò i grandi occhi azzurri per la sorpresa e l'adrenalina schizzò, il cuore nel petto che batteva furioso. Morte. Morte, ancora morte. Strinse i pugni con forza mentre la sua mente correva ai ripari. Cavendish, calmati, non è successo a te, sei viva. Rimanici.
Si costrinse brevemente a calmarsi mentre i suoi occhi studiavano con attenzione la scena, il corpo immobile, rigido come una statua. Un lampadario le era caduto addosso, oggetto che però al centro della sala, quindi doveva essere stato staccato e scagliato contro la ragazza. Ma chi era la ragazza? Perché proprio lei? Oppure la reale vittima designata era il padrone di casa, Fuco, che era proprio accanto a lei?Se non vi fossero state altre persone nella sala dalle porte sbarrate, l'assassino poteva essere solo uno degli invitati. Studiò rapidamente le persone, dove riconobbe anche il ministro della magia in persona (che sbucava da sotto il tavolo, poco lontano da lei) e sua cugina, la professoressa Hope Lancaster. Conosceva molte persone nella sala e alcune le riteneva impossibilitate moralmente a compiere un omicidio. Altre invece, sapeva benissimo esserne capaci. Una di quelle, era lei, solo che questa volta non aveva colpe. Poche persone erano rimaste sedute al tavolo, la maggior parte si era alzata, alcune in preda al panico, altre sotto choc mentre le più esperte erano già in moto con le indagini.
Quando vide apparire il fantasma della povera ragazzina uccisa comprese a pieno il significato di "cena con delitto". Finché non avessero scoperto l'assassino, qualcuno sarebbe morto.
Decise per il momento di stare in silenzio, c'erano ancora troppe variabili e pochi indizi. Ognuno poteva aver sganciato magicamente quel lampadario, erano incantesimi che perfino un primino poteva fare.
Dubbioso, dubbioso. Aveva bisogno di maggiori indizi e come al solito, avrebbe lasciato agli altri l'arduo compito di agire, mentre lei osservava nell'ombra.

 
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view post Posted on 6/11/2014, 01:27
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Si sentiva come un gatto dentro il sacco, sperava solo che i servitori rosa confetto avessero spazzato bene anche le zone d'ombra.
A quattro zampe sotto il tavolo e con un tamburlano che le ostacolava i movimenti più semplici, avrebbe voluto giungere nei pressi dei piedi di Fuco e prenderli a forchettate fino a farli diventare due zampogne.
Tuttavia la forchetta non era stata ancora portata in salvo.
Cercando di non perdere l'orientamento, si mosse verso sinistra. Un gran tonfo la fece trasalire, si alzò quel tanto che potè sentendo la testa cozzare contro il piano del tavolo. Tornò la luce e con la luce i commenti si sprecarono.
Udì una voce che appioppò immediatamente alla squilibrata maculata avida di un posto dirigenziale al Ministero, afferrò qualche parola ma il senso dell'oratoria le sfuggì quasi del tutto. Oddio, che Fuco fosse folle era un dato di fatto ma non capiva chi fosse morto, se davvero fosse morto, cosa c'entrava il lampadario e a quanto ammontava la fattura.


*Mah, per me è stato il Professor Plum con la spranga in veranda*

L'amaretto stava facendo effetto?
Un'altra voce arrivò forte e chiara. E altre ancora. Fissò le gambe di qualcuno indugiando su quanto aveva appreso. Ovvero poco o nulla.
Una donna la chiamò, riconobbe il tono della Lancaster ma non riemerse. Del resto, come facevano ad uscire da quella stanza se tutte le porte erano sprangate? E per lei sarebbe stato un lungo viaggio considerato il posto in cui si trovava. Avanzò di qualche metro, se non ricordava male doveva trovarsi nei pressi di Patrick. Davanti a lei molte sedie vuote e spostate e più in là finalmente inquadrò il corpo riverso sul pavimento di una ragazzina, la parte superiore era quasi interamente coperta dal grosso lampadario che, presumibilmente, si era staccato dal soffitto. Era quello il tonfo che aveva udito.
Tuttavia non riuscì a prendere la cosa con serietà, chi mai poteva aver architettato l'omicidio di una ragazzina durante una festa organizzata da Fuco Lindo con frotte di invitati, anche di un certo spessore utilizzando un lampadario nel bel mezzo del buio più totale?
Bah.
La sedia rotta, se non ricordava male, si trovava vicino a dove erano seduti il Professor Rhodes e il minore degli Scott, Nathan. La conversazione languiva e aveva avuto modo di guardarsi intorno prima di trovarsi a tu per tu con la lasagna. A meno che il bersaglio non fosse stato un altro, quello che le si parava davanti aveva tutta l'aria di un grande scherzo di pessimo gusto
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view post Posted on 6/11/2014, 01:53
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La conoscenza è limitata, l'immaginazione abbraccia il mondo.

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Planet Earth ...maybe

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Le ragazze erano appena arrivate accanto a Lily che anche la Professoressa di Cura le raggiunse. Jen pensava fosse una buona idea che i corvi stessero tutti vicini, almeno per i primini, infatti non si stupì quando vide il loro caposcuola dalla parte opposta del tavolo rotondo. La Professoressa Galloway si allontanò quasi subito per andare a recuperare un altro studente di primo che andava girando da solo per quella festa stramba.
Lily sembrò stranita quando Jen le chiese se c'erano posti liberi accanto al suo e anche se un po' impacciata la ragazzina le invitò a sedersi.
Quando tutti i commensali presero posto, la prefetta corvonero cominciò a guardarsi intorno per dare un'occhiata agli invitati: molti venivano da Hogwarts, come prefetti, studenti, caposcuola e professori, altri erano adulti che alla ragazza non le dicevano nulla ma probabilmente erano affermati nella società magica. Guardò per un attimo dritta davanti a sé e rimase allibita. " Non è possibile! Tra tutte le persone che potevo trovarmi difronte, perché proprio quel pazzo stomachevole?! " Jenifer proseguì la serata ordinando qualcosina da mangiare e cercando sempre di non guardare mai difronte a lei. L'organizzatore la disgustava; sarà per la sua pelle untosa, per quella festa tutta matta o per quell'occhio che non smetteva mai di girare a vuoto, Jenifer sentiva che se solo l'avesse visto in volto una volta, avrebbe vomitato tutto il ben di Dio che aveva solo assaggiato fino a quel momento.
Tuttavia la festa proseguì e sembrò aver preso una piaga più tranquilla rispetto all'inquietante arrivo che aveva fatto sentire un po' tutti in subbuglio, mettendoli anche in ridicolo con quegli abiti discutibile. Ma le apparenze ingannano e quando una cosa comincia storta è difficile che si raddrizzi in corso d'opera: infatti in quel momento la luce andò via. Jen immaginò subito fosse un qualche stupido scherzo ben architettato, dopotutto era pur sempre Halloween e fidarsi in questa festa era la sciocchezza più grossa che si potesse fare.
Essere prudenti però era d'obbligo. Jen non aveva dimenticato che fossero in trappola, con tutte le porte sbarrate e senza via di scampo. Con cautela fece scivolare la sua mano destra dal tavolo e la strinse intorno alla sua bacchetta.
In quel preciso momento Lily, alla sua destra, le afferrò il braccio chiamandola con insicurezza. « Tranquilla, vedrai che è uno scherzo » le sussurrò per tranquillizzarla. In realtà non ne era sicura neanche lei, ma sperava davvero lo fosse, nonostante le sue brutte sensazioni. Subito dopo sentì anche un piede che la toccava e sentì la voce di Jess che chiedeva conferma della sua presenza. La prefetta, intenta ad ascoltare tutto quello che stava succedendo intorno, le rispose con un "si" fugace. Alla ragazzina era già capitato di ritrovarsi completamente al buio in un'altra occasione particolare nella foresta oscura, quindi sapeva di doversi affidare completamente all'udito. Intorno a sé sentiva una quantità immane di rumori e voci. Ovviamente il buio aveva portato inquietudine tra i presenti e si sentivano vari tentavi di spostarsi e di incantesimi. D'un tratto sentì quasi un grido femminile che cercava di fare luce con la magia ma da nessuna delle bacchette dei maghi che pronunciarono un "lumos" uscì un filo di luce e così come se avesse pronunciato un qualsiasi altro incanto, sembra quasi non avessero effetto. Jen rimase per un attimo interdetta, per quanto avesse passato i suoi primi undici anni di vita senza magia, in quel momento ritrovarsi completamente senza magia la faceva sentire impotente, fragile e indifesa.
In mezzo a quella confusione generale e al bisbiglio degli invitati, si sentì chiaramente un forte tonfo che squarciò quell'aria già elettrizzata dall'inaspettato buio e dalla mancanza di magia. Quel rumore improvviso colse la ragazzina di sorpresa e il cuore le balzò nel petto. Subito dopo la luce tornò. Tutti erano all'incirca nelle stesse condizioni, avevano lo stesso sguardo interrogativo. Chi più, chi meno spaventati si guardavano intorno, ma tutti alla fine rimanevano fissati con lo sguardo verso lo stesso punto. Quando anche Jen fece il suo giro di perlustrazione con lo sguardo si fermò su una ragazzina che aveva intravisto nel castello e che sedeva a due sedie di distanza sia dal suo Caposcuola e sia dalla sua Capocasa. Al centro, tra gli unici due rappresentanti dei Corvonero che si erano separati dal gruppo giaceva a terra una ragazzina morta. Jen rimase con lo sguardo fisso sul corpo della sua coetanea per un po' e tutto quello che stava accadendo nella sala arrivò in sordina, fino a quandò non udì l'ironia sprezzante del suo caposcuola che gli augurava un macabro "Happy Halloween". Un'altra strega che sedeva casualmente proprio accanto al Caco organizzatore, la cui sanità mentale era messa in dubbio dalla prefetta, cominciò a dare ordine sul da farsi per uscire da quel postaccio cominciando già ad azzardare ipotesi. Jenifer cominciò a pensare che in quella sala si fossero tutti ammattiti, però poi Lily sembrò avere una buona idea. Il Prior Incantatio serviva per verificare quel che fosse stato l'ultimo incanto fatto da una bacchetta, se qualcuno lo effettuava su tutti i presenti, avrebbero trovato la bacchetta colpevole. Ma chi, avrebbe potuto eseguirlo? Chi si poteva davvero considerare innocente in quella stanza? Jenifer non lo sapeva, ma era certa che le porte fossero sbarrate e che i presenti non erano usciti e allo stesso modo nessuno sarebbe potuto entrare. Il colpevole era lì, tra loro. La ragazzina dai capelli ricci sapeva perfettamente che non era il momento di distrarsi ma in quel momento un dubbio l'assillò: Come faceva una ragazzina di primo anno a conoscere questo incanto? e come faceva lei stessa a saperne gli effetti se in realtà non l'aveva mai studiato? Il dubbio la pietrificò quando si accorse di sapere anche con esattezza
come svolgere l'incanto. Era come se qualcuno gli avesse aperto la mente, messo in testa informazioni che in realtà non aveva mai appreso. Jenifer confusa non seppe rispondere a Lily che ancora la guardava aspettandosi giustamente qualcosa. In quel momento Je attirò la sua attenzione chiedendola se la conoscesse « Di vista, fa il mio stesso anno » le rispose fugacemente, prima di vomitarle addosso le parole più sensate che descrivessero tutto quello che la sua mente le aveva fatto capire in quel frangente. Avvicinò a loro Lily e anch'essa si avvicinò agli altri corvi. « Lily, studentessa primo anno, ha avuto una splendida idea: possiamo usare il Prior Incantio » disse toccando gentilmente la ragazzina su una spalla e attese che anche gli altri corvi giungessero al suo stesso intendimento e per renderlo ancor più chiaro disse: « Io so come fare un Prior Incantio. Mai studiato, non è programma del mio anno, non ho mai fatto ricerche eppure se ci penso mi vengono in mente tanti incantesimi di cui io fino a un'ora fa non sapevo neanche l'esistenza. » disse la ragazza. Certo, la notizia era sicuramente in secondo piano rispetto alla povera ragazza che giaceva sul pavimento, ma qualcosa le diceva che era tutto collegato. Comunque, la cosa importante in quel momento era che risolvessero quel mistero della ragazza morta che era il culmine per una "festa di Halloween". Dalla parte opposta del tavolo Jenifer sentì la sua capocasa, di cui aveva completa fiducia, chiedere a tutti di non allontanarsi dalla stanza e pronunciare un incanto. Veritas Revelio e ancora con stupore, la ragazza si accorse di saperne perfettamente l'effetto.



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Arya Von Eis
view post Posted on 6/11/2014, 03:15




Nel buio più totale fatica a distinguere qualsiasi cosa, si sorprese e non negò a se stessa che la cosa la allarmava, non aveva mai avuto grosse difficoltà, okey, non sempre riusciva, ma mai riusciva a metà.
Restò comunque vigile, cercando di mantenere i nervi saldi e, quando si sentì afferrare la mano sussultò leggermente, si rese subito conto che si trattava di Zoey, non oppose resistenza e intrecciò le sue dita a quelle dell’amica.
Di nuovo un sussulto quando sentì un violento urto, non riuscì però a decifrare il rumore, ma non sembrava nulla di incoraggiante e in quel momento si maledì per non aver cestinato immediatamente quello scarno invito.
Non lasciò la presa della mano di Zoey finchè non fu lei a farlo, il che avvenne non appena fu chiaro a tutti cosa fosse accaduto.
Una ragazzina era stata colpita da uno dei lampadari che, misteriosamente si era staccato dal soffitto, il panico dilagò nella sala, alcuni lasciarono le sedie nel tentativo di trovare una via di fuga, altri si avvicinarono al corpo per esaminare meglio la situazione, lei, rimase al suo posto, aveva udito chiaramente le porte serrarsi, chiunque li volesse lì non li avrebbe lasciati andar via così facilmente.
Non sentì nemmeno la necessità di andare a vedere meglio, non aveva nessuna esperienza medica e, a dirla tutta, preferiva restare a distanza, distante dai riflettori, se era vero, come qualcuno supponeva, che si trattasse d’omicidio, farsi vedere troppo smaniosi di scoprire il colpevole poteva esporli a dei rischi.
Le voci dei presenti le martellavano i timpani, cercava di distinguere informazioni degne di considerazione da altre del tutto inutili, come una pazza isterica col pallino del comando che pretendeva che tutti l’ascoltassero, cosa diamine voleva? Uscire? Dubitava fortemente ci sarebbe riuscita, al massimo poteva ottenere una calca di gente davanti alla porta, dando così modo al colpevole di agire indisturbato o, nella migliore delle ipotesi, di farla franca.
Non era però l’unica a mantenere una parvenza di calma, altri erano rimasti più o meno composti al loro posto, non ne conosceva le motivazioni, in realtà, c’era poco da star tranquilli, ma “il mondo è bello perchè è vario” e ognuno poteva agire come preferiva.
Si guardò intorno, non mancava nessuno, erano ancora tutti lì e nessuno con in fronte scritto “Assassino”, alcuni dei presenti non godevano propriamente di una reputazione così impeccabile, altri erano rispettabilissimi maghi, ma chi poteva avercela con una ragazzina? Sembrava illogico e quel caos non li avrebbe di certo aiutati a risolvere la situazione.
Zoey aveva forse perso la pazienza, si era rivolta alla pazza aggredendola, non le fu difficile percepire il suo stato d’animo, cercava di mantenere la calma ma, in realtà, era spaventata e agitata come molti dei presenti.
Allungò il braccio, tentando con la mano di recupera quella della compagna e la strinse, cercando di rassicurarla almeno un po’, non l’aveva mai fatto intenzionalmente, solo una volta, per caso, si era accorta di poter influire sullo stato d’animo altrui, se anche non avesse funzionato, almeno le avrebbe fatto capire che comunque era lì.
A prendere la situazione in mano fu Hope, il Ministro pareva invece poco propenso ad assecondare quella situazione, come se non si rendesse conto realmente di cosa fosse successo, non sembrava affatto preoccupato.
Al contrario della pazza urlatrice, l’insegnante di Difesa, era determinata a trovare il colpevole e non avrebbe permesso a nessuno di lasciare la stanza, si posizionò al centro del tavolo decisa a castare un incantesimo.
La serpeverde non lo conosceva, anzi, era convinta di non conoscerlo, eppure quando le sentì enunciare la formula si rese conto di sapere esattamene come funzionava, nulla di buono, certo, sicuramente Hope aveva tutte le migliori intenzioni, ma ognuno in quella stanza aveva qualcosa da nascondere, probabilmente non le sarebbe stato così facile riuscire nel suo intento.
Un rapido calcolo e si rese conto che, chiunque fosse seduto, non sarebbe sfuggito agli effetti, non voleva rischiare, sapeva o, almeno, la sua mente ricordava chiaramente ogni istante della serata e non era stata lei a uccidere quella ragazzina, ma non aveva idea di cosa sarebbe uscito fuori dall’imminente interrogatorio, no, non avrebbe rischiato.
Posò lo sguardo verso Zoey e vide che Chrisalide non era più accanto a loro, provò a cercarla, si era alzata indietreggiando verso il muro
*Ottimo* poteva essere una buona giustificazione per le sue azioni, le estremità della stanza erano decisamente fuori dalla portata dell’incanto.
Si sporse leggermente verso destra, avvicinandosi a Emily
-Per favore, fai attenzione- le sussurrò in modo che nessuno sentisse, non poteva farci nulla, probabilmente erano sul serio tutti a rischio, sicuramente lei non avrebbe accettato l’aiuto di nessuno, ma non poteva fare a meno di preoccuparsi e, in ogni caso, l’avrebbe costantemente tenuta d’occhio.

-Ehi, lascia perdere quella fuori di senno, Chris si è allontanata, ti sembrerà strano ma non mi va di lasciarla sola- disse a Zoey apparentemente preoccupata -Ma non voglio lasciarti qui- il tono era ora più dolce, ancora nel tentativo di tranquillizzarla -Resti con noi?-

Non attese una reale risposta, semplicemente si alzò, tenendole ancora la mano sperando che non la lasciasse e la seguisse.

 
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view post Posted on 6/11/2014, 08:26
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Nemo me impune lacessit Nessuno mi aggredisce impunemente.

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Cominciava a sentirsi come ad una cenetta qualunque.
Stava conoscendo meglio qualche concasata...
*-Io sono Eloise.- Si era presentata, facendole posto con entusiasmo, la ragazza a cui aveva chiesto se poteva stare a tavola con lei. E Memory, sorridendo a sua volta:-Ed io sono Memory.- aveva risposto.*
Stava scegliendo tra strane pietanze, decidendo quali la incuriosivano maggiormente...
Si stava rilassando insomma.
Una festa. Una festa qualunque.
Poi però era venuta a mancare la luce e s'era ritrovata a tentare vanamente un incantesimo.
Ecco, il fallimento la scoraggiò un po', ma il riaccendersi delle luminarie fu tanto tempestivo da arrestare quel sentimento.
Ciononostante il sollievo durò veramente molto poco!
Una volta tornata la luce, agli occhi dei commensali si palesò una scena raccapricciante. La tassina dovette alzarsi in piedi per vedere ciò che qualcuno, più o meno al lato opposto a quello dov'era seduta lei, stava già osservando.
Una sola occhiata e ricadde sulla sedia.
Non era tutto quel sangue ad averla colpita; non la posizione scomposta; neanche le componenti del lampadario immerse nelle carni di un corpo ormai senza vita. Lo sgomento che la pervase era causato dal fatto che quella che giaceva a terra morta era una sua compagna, una ragazzina della sua età, una primina della sua stessa Casa, una persona con la quale, in qualche modo, aveva condiviso qualcosa.
Restò inerme; la Bacchetta ancora in mano; lo sguardo perso nel vuoto.
La gente intorno a lei si muoveva; qualcuno si agitava; qualcuno parlava; qualcuno urlava...
Alzò gli occhi al soffitto, verso la porzione che ricopriva il punto in cui la compagna giaceva. Scoprì che il lampadario non proveniva da lì. Quindi non era caduto. Dunque non era stato un caso, un incidente. Ma perché qualcuno avrebbe voluto uccidere una ragazzina?
Un po' passivamente (oppure perché forse era la cosa più naturale da pensare) gli occhi andarono a posarsi sul padrone di casa. Ma guardandolo, Memory non riuscì proprio a vedere in lui un colpevole. Lo trovava bizzarro, questo si, un po' strano e dai dubbi gusti, ma sembrava in qualche modo più rintronato che calcolatore, mentre restava rigido e atterrito quando altri agivano contro di lui.
In effetti, la donna, che in quanto a stravaganza faceva il paio col padrone di casa, aveva un atteggiamento molto più appariscente. Memory si sentì irritata quando ella, improvvisamente con un costume discordante, si mise a sbraitare ordini verso tutti loro.
*Ma chi è questa? Chi la conosce?*
A proposito, ma quanti conosceva fra quelli che la circondavano?
Improvvisamente, stringendo la Bacchetta, scorse con sguardo basso, quasi di sottecchi per l'inquietante sopraggiunta consapevolezza, le persone presenti nella sala, a cui fino a quel momento non aveva prestato la massima attenzione. Riconobbe ancora sempre gli stessi volti, appartenenti a persone di Hogwarts per la maggior parte. E la ragazzina, per quanto poco li conoscesse, non si sentiva portata a credere che loro potevano avere a che fare con quanto accaduto. Ma non poteva neanche sentirsene totalmente sicura e istintivamente cercò conforto nella vicinanza delle concasate alla sua destra, le sole delle quali non dubitava quasi per niente. Anche loro però avevano ceduto all'inquietudine; si accorse in quel momento di non avere più accanto a sé Eloise, che adesso si trovava più vicina a Niahndra. Perché realizzava le cose con molta più lentezza del solito? Era come se a tratti sentiva i pensieri annebbiarsi...
Ad un tratto vide la sua insegnante di Difesa farsi largo sulla tavola e castare un incantesimo. Dapprima non seppe bene cosa aspettarsi, ma in ogni caso l'agire di quella donna che ammirava, la rianimò. Gliene fu grata addirittura: anche lei voleva conoscere la verità.
Eh già, perché era questo l'effetto dell'incanto scelto. Inspiegabilmente il senso della formula pronunciata dalla donna al centro del tavolo, si fece largo nella coscienza della tassina, molto più nitido degli altri pensieri. Eppure non l'aveva mai sentito; non ricordava di aver mai letto niente al riguardo. Anzi proprio perché ne riconobbe la difficoltà, fu certa di non avere la più pallida idea di come facesse a sapere di che si trattava. Non sapeva se essere contenta o spaventata... E se quella conoscenza fosse dovuta al fatto di essere stata vittima di un sortilegio?
 
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Lucilla Degona Lancaster
view post Posted on 6/11/2014, 16:42




Scusate ma per problemi non potrò continuare a scrivere, la storia per me finisce qui, fate finta che Lucilla sia sparita dal castello, e sarò anche assente dal GDR per un po' di tempo.
 
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view post Posted on 6/11/2014, 16:57
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Non ci fu tempo di utilizzare terze vie per poter aggirare il buio che era cascato sulla sala, perchè in breve luce fu e tutti i contorni presto divennero chiari.
Vociare, urla, frasi sconnesse.
Cosa diavolo era successo?
Poco più in là, Vagnard identificò con la coda dell'occhio l'oggetto di tanto stupore.
Una ragazzina giaceva per terra, con ogni probabilità morta, sotto il peso di un enorme lampadario, che grazie ad una rapida verifica il Serpeverde identificò come quello che fino a pochi istanti prima era appeso il soffitto.
La nuova posizione gli donava, ebbe a pensare.
Era ovvio che non poteva essere finito lì da solo, e la direzione in cui era stato scagliato escludeva di diritto molti candidati all'omicidio.
Non conosceva la ragazza, e quindi non ebbe particolare motivo per dispiacersi della dipartita.
Continuò quindi l'analisi della stanza, per verificare quante altre cose erano accadute durante quei pochi secondi di black out.
Alla sua destra una sedia vuota: il Ministro era scomparso.
Di tutto il confuso vociare che ne seguì, solo le parole di Swan, poco lontano da lui, risuonarono chiare, e lo fecero ghignare di gusto.
Tra tutti, egli sembrava l'unico ad aver afferrato l'essenza di quella serata.
Che cosa si aspettavano gli altri, dolcetto o scherzetto?
Nel mentre la Vicepreside sembrava voler prendere l'iniziativa in maniera alquanto brusca; salita sul tavolo, si fece largo tra le stoviglie varie, fermandosi a metà tavolo, praticamente alla sua altezza.
Vagnard invece sembrava disinteressarsi completamente a quella faccenda, e per contro fece cenno ad un omuncolo ed ordinò il suo pasto: il cocktail di benvenuto e lasagne al ragù di drago.
Se proprio doveva morire, voleva almeno avere il sacrosanto diritto di farlo con la pancia piena!
Risolto il suo problema fisiologico si mostrava ora più interessato a quel che accadeva nella Sala, ma lui non avrebbe mosso un dito.
Era curioso di vedere come agivano gli adulti. Lui nel mentre avrebbe atteso il suo pasto, e avrebbe continuato a pensare. Se di una cosa era convinto è che quella matassa non si sarebbe sciolta in un attimo con un incantesimo.
La cena doveva andare avanti.

 
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view post Posted on 7/11/2014, 06:56
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Il Fato

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E quando luce fu, il caos regnò sovrano, c’era da aspettarselo, nessuno poteva restare indifferente di fronte a un omicidio, nessuno o quasi, in realtà, forse con non molta sorpresa del Fato che conosceva i suoi polli, alcuni dei presenti non sembravano affatto turbati.
Che l’assassino si nascondesse tra loro? O, semplicemente, le loro esperienze, la loro indole e il loro sangue freddo gli permettevano di restare impassibili o, perchè no, ignorare i fatti imputandoli a uno scherzo di cattivo gusto?
Non stava al Fato occuparsi di ciò, lui tutto sa e tutto può, non poteva mica svelare l’arcano, come avrebbe fatto a divertirsi se no? Meglio lasciar le supposizioni ai detective improvvisati.
Tra i mille dubbi, detti e non detti, una certezza sembrava esserci, forse due, tutti concordavano sul fatto che la caduta di quel lampadario fosse innaturale, qualcuno lo aveva intenzionalmente staccato e scaraventato contro l’innocente fanciulla utilizzando la magia.
Non pareva nemmeno così sbagliata la possibilità di utilizzare il Prior Incantatio per scoprire chi, ma nemmeno quello poteva dare la certezza assoluta, l’assassino poteva già aver castato un ulteriore incantesimo, magari un semplice Lumos o magari lo avrebbe fatto nel tempo impiegato a incantare le bacchette di tutti i presenti, se si voleva tentare bisognava restringere il campo.
Qualcuno, azzardò anche un’ipotetica traiettoria di caduta, poteva essere un ottimo punto di partenza, ma bisognava sapere cosa cercare e dove guardare, ma certo era che, con i giusti calcoli, almeno metà dei presenti poteva essere escluso.
Ma abbandoniamo ora le considerazioni del Fato, il tempo non si ferma e voleva vedere cosa stava accadendo nel Salone.
Si tappò le orecchie per il frastuono
*Chi diavolo è colei che sbraita?* una bizzarra figura tentava di richiamare a sé i presenti dettando legge, o per lo meno tentando di farlo, nessuno però pareva convinto a seguirla *Bravi figliuoli* non c’era via d’uscita, sarebbe stato del tutto inutile, come inutili furono anche i suoi incantesimi.
Purtroppo per lei (e per il Fato che doveva sorbirsi le loro urla) le risposte non mancarono e, di certo, quella donna non era stata presa in simpatia dalle studentesse che, a modesto parer del Sommo Adepto, la ritenevano un’insensibile codarda o, un’astuta depistatrice.
Che l’idea di mettersi in salvo nascondesse un secondo fine? Sfuggire alla giustizia, ad esempio? O, semplicemente, l’amante dei leopardi se la sarebbe data a gambe anche solo intravvedendone uno?
Anche in questo caso il Fato tacque, c’eran già troppi galli nel pollaio e poi, bisognava salvare il Luminoso Fuco, lui, così ingenuo e indifeso (si fa per dire), con i suoi buoni propositi, voleva solo festeggiare i compagnia e magari conquistare la sua bella.
Ma lo splendido splendente se la stava cavando egregiamente da solo
*Peccato, c’erano ancora così tanti lampadari e così tante teste* di certo non avrebbe convinto tutti della sua innocenza, ma almeno ci stava provando *Ma no, stavi andando così bene* ovviamente non si poteva pretendere la luna, il tatto e la discrezione non eran parte di lui e via nuovamente a tirarsi addosso l’ira dei presenti.
Tra donzelle urlanti, studenti impietriti, i suddetti impassibili e i curiosi che si avvicinavano al cadavere, la docente di Difesa Contro le Arti Oscure, nonché Auror, nonché vicepreside di Hogwarts, nonché membro dell’Ordine
*aoh quanti titoli c’ha questa?* prese in mano le redini della situazione.
Come un cavallo imbizzarrito (era per restare in tema con le redini) montò sulla tavola rotonda (Artù, Fuco s’era dimenticato Artù) e come solo una con tutti i suoi titoli poteva fare (n’è vero, in realtà potevano farlo tutti quella sera) castò un impeccabile Veritas Revelio.
Un cerchio luminoso indicò la riuscita dell’incanto e la sua portata, poi scomparve.
Aveva ottenuto ciò che voleva, ma le sarebbe seriamente servito a qualcosa, in un’ora sarebbe riuscita a scoprire ciò che desiderava o l’assassino avrebbe eluso la sua magia? Come avrebbero reagito i presenti? Sicuramente ognuno di loro aveva qualcosa da nascondere, qualche segreto da non voler rivelare, la domanda sbagliata e non avrebbero avuto scampo.
Inizialmente nessuno si mosse, erano ancora tutti intorno al tavolo, chi in piedi, chi seduto, tutti tranne la leoparda urlatrice e una ragazzina che si era accostata al muro dietro di lei per avere le spalle coperte.

*Aspetta, aspetta, ecco i primi* come previsto dal Fato qualcuno aveva ben pensato di abbandonare il cerchio, apparentemente per raggiungere la compagna e non lasciarla sola.
*Ma cos...* non ci si poteva distrarre mezzo secondo che qualcosa accadeva *Sarà mica un serpente quello?*
E non si riferiva di certo ai bizzarri capelli della giovane Rose, un serpente se ne stava sibilante proprio accanto al Ministro Pompadour, ma senza attaccarla, sembrava in attesa di qualcosa.
Attendeva che il veleno facesse effetto, era stato evocato, inutile che vi dica con un impeccabile Sepensortia, dalla stessa persona che poco prima aveva tagliato il lampadario
*Il nostro assassino non vuole sporcarsi le mani a quanto sembra* e, purtroppo o per fortuna, aveva già colpito, il Caposcuola Swan si accasciò sulla sedia, non c’era più nulla da fare (si tratta infatti del Mamba Nero, uno tra i rettili più velenosi, ringraziamo tutti wikipedia e andatevelo a cercare) il suo cuore aveva già smesso di battere, potevano solo evitare che diventasse la sua cena.
Senza farsi notare da occhi indiscreti, il nostro assassino era riuscito a mietere un’altra vittima e, questa volta, senza nemmeno l’ausilio del buio, dovevano risolvere l’enigma o nessuno avrebbe visto l’alba.





Intanto scusate il ritardo e ora come al solito, qualche (forse più di qualche) delucidazione:
- Ricordo a tutti che non è consentito modificare i post, per questa volta l’ho accettato, d’ora in poi, se vedo una modifica, considererò il post nullo.
- Per tutti, in particolare mi rivolgo a Crudelia in questo caso, gli incantesimi per essere castati correttamente necessitano della giusta esecuzione, gesti e parole, quindi il tuo tentativo di modificare l’abito non ha avuto nessun effetto e nemmeno l’Incarceramus castato su Fuco.
- Sempre relativo agli incantesimi, ma anche ad azioni che coinvolgano altri pg (ad esempio rubargli la bacchetta o tirargli un pugno etc...) vi ricordo che vanno tentati (ad esempio “ho allungato il braccio per prendere la bacchetta di tizio” o “ho puntato la bacchetta verso la sedia di Caio pronunciando -Diffindo- nel tentativo di romperla e farlo cadere”), sarò poi io a decidere sull’esito dell’azione, questo perchè l’altra parte ha tutto il diritto di reagire. Ovviamente è valido per tutti gli incantesimi, per le azioni, valutate con criterio quelle che posso essere diciamo accettate senza problemi e quelle che invece potrebbero avere una reazione (ad esempio non dovete dirmi tentate di appoggiare una mano sulla spalla di Pinco, fatelo, Pinco sarà poi libero di dire che la allontana o che ve lo lascia fare)
- L’incantesimo di Hope ha funzionato, ve lo riporto qui sotto così potete studiare bene in cosa consiste e quali sono gli effetti

Veritas revelio: Tipologia: Incantesimo Generico Medio
Effetto: Tutti i soggetti entro il raggio d'azione di 4 metri non possono mentire. Essi possono parlare in modo criptico, attenersi unicamente a quello che gli viene chiesto esplicitamente o rifiutarsi di parlare, ma in nessun modo potranno mentire.
Esecuzione: l'esecuzione è molto semplice. L'incantatore deve puntare la bacchetta verso i propri piedi e concentrandosi pronunciare "vè-ri-tàs". Deve compiere così un giro intorno al proprio asse come a voler disegnare in terra un cerchio, completando la formula “re-vè-lio”. L'efficacia dell'effetto si vede dal cerchio di luce dagli 8 metri di diametro con al centro l'incantatore, cerchio che alla fine dell'enunciazione dell'incanto svanisce. L'effetto dell'incantesimo dura per un'ora e il cerchio di luce invisibile segue il mago o la strega fino alla fine dell'effetto. Chi casta l'incantesimo non è immune dai suoi effetti.

Prima che vi facciate domande o che travisiate qualcosa, specifico che chiunque si trovi nel raggio d’azione dell’incantesimo potrà o non rispondere o sarà costretto a dire la verità, ma solo se la domanda è posta da Hope o se è lei la vostra interlocutrice, Hope invece, per l’intera ora, tu sarai costretta a dire la verità o, come gli altri, potrai decidere di non parlare.
Qui sotto vi riporto in modo schematico una piantina della sala, vi è il tavolo, l’attuale circonferenza entro la quale ha effetto l’incantesimo e lo spazio escluso (considerate che la circonferenza segue i movimenti di Hope)
Il tavolo ha un diametro di 5 metri, l’incantesimo di 8, mentre la stanza è un rettangolo 16 metri per 10.
Il corpo e il fantasma di Adelaide sono proprio sul confine dell’incantesimo, ovviamente in corrispondenza di dov’era seduta, dunque, attualmente, gli unici fuori dal suo raggio d’azione sono Crudelia, Chrisalide e Arya.


- Badate bene che sta a voi cogliere eventuali indizi, nel mio post e negli altri, per quanto riguarda me, non ve li fornirò chiaramente, sta a voi, in base allo scenario, chiedermi l’indizio giusto, domandarvi cosa ci fa una determinata cosa in un determinato punto o in che posizione è qualcos’altro, direzioni, pesi, misure, qualsiasi cosa vi venga in mente. Voi fatevi o fate ai vostri compagni le domande giuste e io vi risponderò.
- Dunque, altro omicidio, nuove domande, nuovi indizi da cercare, ma non dimenticatevi quelli precedenti, se volete risolvere il mistero non potete lasciarvi indietro nulla.
- Patrick anche per te vale come per Adelaide, puoi tornare sotto forma di fantasma, dovrai ovviamente descrivere la tua morte e poi potrai infestare la sala come più ti pare (non potrai però aiutare gli altri a scoprire chi è l’assassino)
- Lucilla ha abbandonato, ho scritto che non è possibile lasciare la stanza quindi sarebbe inverosimile che lei ci sia riuscita, semplicemente sarà come se non avesse partecipato, Aquileia ciò non influirà sulla valutazione finale dei tuoi post, semplicemente, d’ora in poi, fingi che non ci sia stata, in ogni caso contattami se ti servono delucidazioni.

La scadenza per postare è sabato 8 a mezzogiorno
 
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Richard Count
view post Posted on 7/11/2014, 12:35




Richard non appena si riaccese la luce diede una rapida occhiata in giro per notare l'accaduto e vide quasi dall'altra parte del tavolo una ragazza ,che aveva visto di sfuggita ad hogwarts ,morta sotto il peso del lampadaio.
Il ragazzo allora incominciò a sentire un forte senso di nausea e giramento di testa ed in breve svenne.
Dopo un po' riprese conoscenza e vide che ora anche il caposcuola corvonero era stato ucciso e che la sala era nel più completo disordine,allora chiese a quelli intorno a se:

"Cosa è successo?,chi è stato?"

Ed in breve si trovò più agitato di quanto lo era stato quando si spensero le luci,non aveva idea di cosa fare e temeva che una cosa del genere potesse accadere pure a lui.
 
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view post Posted on 7/11/2014, 17:37
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«And the only solution was to stand and fight» Merlino ballerino!

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Recinto degli Ippogrifi, Durmstrang

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Dopo l'exploit della megera carceriera, la confusione stava regnando sovrana. Non che ci fosse baccano, ma tutti erano chiaramente molto disorientati dal macabro avvenimento. L'unica che sembrava sufficientemente fredda da agire concretamente era l'ispettrice Lancaster, che infatti salì velocemente sul tavolo e castò: Veritas Revelio.
*Bene, con questo cerchio nessuno potrà mentire per almeno un'ora. Speriamo sia un tempo sufficiente per... EHI, UN MOMENTO.* Aquileia fermò i suoi pensieri.
Come diamine faceva, lei, a sapere in cosa consisteva un Veritas Revelio?! Era un incantesimo della classe maestra, e...beh, non che lei fosse scarsa, ma era già tanto se sapeva che esisteva una classe maestra di incantesimi!

*Ma dai Leia, la classe maestra è quella dove c'è anche il Vitae relat- NO. Ferma tutto. Come faccio a conoscere queste cose?*. Rifletté. *Forse una specie di velo magico all'entrata? Forse il biglietto? Ma no, certi incantesimi mi sarebbero venuti in mente prima...*. Si voltò verso il tavolo e vide uno dei bicchieri ancora colmo di cocktail.
*Ma certo, il cocktail!* Doveva essere quello ad averle donato quella conoscenza sugli incantesimi. *E forse i vapori hanno lo steso effetto*, pensò, osservando la nuvoletta arancione che sovrastava il bicchiere. Bene, quindi aveva un bell'arsenale di incantesimi da poter utilizzare; ma ancora c'era da capire chi fosse l'assassino.
La vecchia megera aveva accusato Fuco, e lui naturalmente cercava di difendersi in tutte le maniere. Fuco...Aquileia si mise nuovamente a ragionare. Fuco li aveva invitati lì di sua iniziativa, Fuco aveva fornito a tutti un cocktail in grado di donare a chiunque l'avesse bevuto (e magari anche solo annusato) una conoscenza di incantesimi illimitata, Veritas revelio compreso. E Fuco, questo, doveva per forza saperlo, visto che il cocktail l'aveva fatto e proposto lui. E Fuco, dopo aver distribuito tale cocktail e soprattutto blindato le porte, avrebbe ucciso una persona alla prima occasione? Ben sapendo che nessuno, lui compreso, sarebbe potuto uscire, e che tutti (non appena si fossero accorti della loro illimitata conoscenza) avrebbero potuto sottoporre chiunque (lui compreso) a un Veritas revelio o ad altri incantesimi del genere?
*Sarà pure strambo, ma non può essere così stupido*. No, non poteva essere stato lui, almeno per quel che pensava Aquileia.
I suoi ragionamenti furono interrotti da un altro sonoro tonfo. Il ragazzo che era seduto accanto alla prima vittima si era accasciato sulla sedia, e di fianco a lui si muoveva sinuoso un serpente, con la nera bocca spalancata in un atteggiamento di attacco.
"Aaaah!!" urlò Aquileia spaventata. Sapeva cos'era: un mamba nero, un pericoloso e velenosissimo serpente. Solo una volta ne aveva visto uno, in uno dei suoi tanti viaggi durante i tirocini a Durmstrang, e non le era piaciuto per niente. Sapeva di tradimento, di vigliaccheria.
Indietreggiò fino ad intercettare Aaron, il ragazzo con cui aveva scambiato prima poche parole, e istintivamente gli afferrò il braccio.
"Stai indietro!" gli disse spaventata, quasi senza rendersene conto, fissando il serpente. *Devo farlo sparire.*
Impugnò la bacchetta e la puntò verso il serpente, avvicinandosi nuovamente. Poi si fermò, e con gesto rapido e preciso, iniziò a compiere un fluido e continuo gesto circolare, mentre tenendo lo sguardo fisso sull'animale, pronunciava chiaramente la formula: "E-va-nesco".
*Quello non c'era, non c'era prima!* pensò, dopo. Qualcuno l'aveva evocato, e l'aveva fatto intenzionalmente verso quel ragazzo.
*E lui era seduto due posti dopo la ragazzina...* realizzò, mentre iniziava a calmarsi. *Forse era lui il vero obiettivo dell'assassino*. Quella situazione diventava man mano peggiore, e lei aveva sempre più voglia di andarsene da lì.
 
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