| versus zero |
| | [Sala Comune - Giugno - I anno] Finiti gli esami, non aveva molto da fare se non sperare in voti decenti. Così Versus se ne stava su una poltrona della Sala Comune, sprofondata con le gambe in avanti, la testa all'indietro appoggiata allo schienale e un piede che si muoveva al tempo di una melodia che fuorusciva da una radiolina magica di chissà chi. Non aveva proprio idea di che gruppo si trattasse, probabilmente era qualcosa di nuovo o del mondo magico, non era malaccio. Aveva con sé un libro che si era decisa a iniziare solo dopo una decina di minuti persi nella più totale nullafacenza, portandoselo davanti al naso, o meglio, sopra la faccia dato che il viso era rivolto al soffitto. Era talmente presa e concentrata nella lettura che l'unica cosa percepita dal suo cervello erano le lettere che diventavano sempre più grosse, non per qualche incanto ma perché la mano che reggeva il volume stava calando verso di lei. *Spiritelli.. concentrazione... *Si stava appisolando ma, nel momento in cui le pagine toccarono la sua pelle, un discorso tra due concasati attirò la sua attenzione. Non riuscì a sentire tutto se non qualche battuta finale. Se non la inviti tu lo faccio io, caccabombo! La festa di fine anno è l'emblema della scuola, se non ci porti una donna sei out, capito? Gli occhi ancora intorpiditi dalla pennichella sventata rotearono annoiati mentre riprendeva una posizione consona a un essere umano. Come si faceva a far discorsi simili? Per divertirsi da qualche parte bisognava per forza essere in coppia con qualcuno? Non bastava incontrare gli amici, giocare e mangiare? Oltretutto lei non aveva conoscenze da invitare da qualche parte se non Audrey, ma non sembrava interessata a quelle cose, non ne faceva mai menzione. Perché non l'aveva invitata? Pensava ci fosse qualche legame tra loro, poteva almeno far finta di volerla con lei. Era pur sempre l'ultimo giorno in cui potevano vedersi non per motivi di lavoro. Senza accorgersi si stava mangiucchiando nervosamente il pollice destro, seguendo i contorni dell'unghia con fare assorto, era ormai partita per la tangente e una serie di congetture sempre più assurde e sconnesse si fecero largo nella sua mente. Certo... neanche lei aveva fatto in modo di introdurre il discorso ma dovevano esibirsi insieme e non era assurdo andare al locale in coppia, che avesse invitato qualcun altro ad andare al Paiolo per poi passare il tempo insieme? Forse si vergognava di farsi vedere in pubblico con lei? Aveva scelto un bel completo da mini Freddy Mercury, un'icona della musica babbana, che non apprezzasse quel genere? Non gliene aveva ancora parlato, non poteva essere quello il motivo. Che fosse il cavaliere a dover invitare la principessa? Assurdo! Quel gioco era finito da mesi perché ci pensava ancora? Se le piaceva davvero perché non si era fatta avanti? C'era qualcosa che le aveva impedito di dimostrarsi troppo entusiasta. In realtà non le andava di far sapere all'altra che era elettrizzata e impaurita allo stesso tempo per l'esibizione, non si sentiva pronta, però non vedeva l'ora di festeggiare la fine di quel devastante anno ed era curiosa di esplorare meglio il Paiolo Magico, un locale che aveva visto solo di sfuggita a Settembre, quando si era recata di gran corsa a Diagon Alley. Al diavolo, aveva troppo casino in testa e c'era un solo modo per calmarsi: andare a prendere il basso e nascondersi da qualche parte a esercitarsi sul brano che avrebbero suonato a fine anno, magari poteva rimanere lì fino all'anno dopo, evitando ogni seccante questione che le ammorbava il cervello. [Giardino] Si era sgranchita le spalle prima di dirigersi con sguardo corrucciato, causato da pensieri incomprensibili, fuori dalla portata di orecchie indiscrete o disturbatori di vario genere. Seduta sotto un albero al riparo dalla calura estiva, aveva tentato di spostare dal viso le ciocche mosse dalla leggera brezza. Si era arresa dopo qualche secondo, estraendo il basso dalla custodia per poi cercare di concentrarsi sullo spartito.*Com'è che si suonava 'sto pezzo... così è lento.. troppo veloce... CRA! Eh?*Quando finalmente era riuscita a spazzar via ogni domanda, dubbio e problema d'importanza vitale, si era persa in ricordi di lezioni, note e via dicendo, finché il suo prode Wilder non si era fatto vivo, agitando le ali per attirare la sua attenzione e facendo finire quel suo verso rauco nel bel mezzo dei suoi pensieri. Ciao! Non ho biscotti. Ah vero... sei qui per la lettera? Ho cambiato idea, non devo scrivere a mio padre, ti sei evitato un viaggio. Invece di gracchiare dimmi se va bene questo pezzo.Pensando per chissà quali arcani motivi che quel pennuto (molto sollevato da un viaggio in meno) potesse capire che diavolo stesse dicendo, si mise a suonare, guardandolo di tanto in tanto come per chiedergli se andasse bene. Fermo a terra davanti a lei con lo sguardo assente, il corvo sembrava non interessarsi di niente e nessuno. Quando la giovane aveva finalmente iniziato a seguire il giusto ritmo, iniziò a girare su se stesso gracchiando. Dopo qualche secondo passato a fissarlo allibita, iniziò a ridere talmente forte che a momenti sveniva per mancanza di ossigeno.E- e quello che diamine sarebbe? KAA!* Eh... fosse così semplice avere a che fare con le persone. Hai qualche modo per comunicare con qualcuno? CRAAA!Il famiglio sembrava indicarsi col becco la zampa , arto dove solitamente si legava una piccola lettera arrotolata su se stessa o un bigliettino, uniche cose che riusciva a trasportare. Il poveretto stava cercando in modo convulsivo di suggerire alla bamboccia di usarlo come portalettere ma sarebbe stata un'impresa titanica farle venire un colpo di genio.Ti fa male? Cra... (“Ma cosa hai subito?” sarebbe la traduzione, i corvi son di poche parole) Hai fame? Cra! (“Io ci rinuncio.”)E così il corvo, stufo di rendersi ridicolo, decise di conservare la sua integrità morale svolazzando su un ramo dell'albero che le stava alle spalle, appisolandosi. La padrona, invece, dopo aver fatto spallucce, si era rimessa a suonare. A raccontarla giusta ci aveva tentato, ma la sua mente le fece presente che, di lì a poco, avrebbe potuto incontrare la Serpe da qualche parte, in biblioteca forse o al parco o al Testa di Porco. In quel momento un dubbio si fece spazio in lei. Se qualcuno l'avesse invitata prima di lei? Doveva davvero seguire quella sua parte che le aveva fatto compiere solo sbagli? Quando aveva seguito l'orgoglio, aveva solo rischiato di perderla, di passare per smidollata, si era ridotta ad evitarla per ben due volte e in entrambe aveva scoperto che era meglio parlarle. “E proprio per questo non permetterti mai più a fuggire da me. Se c'è qualcosa che non ti sta bene, che ti spaventa, che ti infastidisce, tutto quello che ti pare... dimmelo subito.” Quella frase non le era mai uscita dalla testa, aveva anche tentato di agire in quella maniera ma c'era quel blocco... doveva invitarla lei. Stop. Avrebbe perso la faccia abbassandosi a cercarla per prima, ma sarebbe stata orgogliosa di se stessa proprio per averlo fatto senza paura o esitazione, esponendosi da coraggiosa Grifondoro... quale non era. Si alzò, sistemò lo strumento nella custodia e, basso appeso sul braccio sinistro e borsa ciondolante sul lato destro, iniziò a marciare (nel vero senso della parola, muoveva prima una gamba poi l'altra a passo rigido e costante, forzandosi di tirare dritto verso l'obbiettivo, prima dell'arrivo della solita valanga di timoni), raggiungendo il lato più tranquillo del parco. Alla Verde-Argento piaceva la calma e sembrava odiare gli idioti che giocavano... forse era lì. Mano al randello (l'arma che teneva nella borsa, il cui manico sporgeva per una decina di centimetri, meglio specificare), testa alta, petto in fuori, stava quasi per mettersi a correre dato che l'ansia la stava irrigidendo sempre più. Il tempo si era fermato o il giardino era raddoppiato? Una volta scovata la Serpeverde l'avrebbe quasi caricata.VUOI CRA FESTA CRAAAA. Diamine! CRA! Taci Wilder! Dicevo. Vuoi venire alla festa con me? CIAO! Disse tutto d'un fiato, dopo aver zittito la creatura che l'aveva seguita e che sembrava quasi voler infierire sulla padrona, una vendetta per averlo preso in giro prima probabilmente. *Citazione obbligatoria da “Guida degli uccelli d'Europa”, Franco Muzzio Editore.
| | |
| |
|