Push CRA Forward!, Concorso a Tema: Giugno

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versus zero
view post Posted on 23/6/2015, 16:16




[Sala Comune - Giugno - I anno]


Finiti gli esami, non aveva molto da fare se non sperare in voti decenti.
Così Versus se ne stava su una poltrona della Sala Comune, sprofondata con le gambe in avanti, la testa all'indietro appoggiata allo schienale e un piede che si muoveva al tempo di una melodia che fuorusciva da una radiolina magica di chissà chi.
Non aveva proprio idea di che gruppo si trattasse, probabilmente era qualcosa di nuovo o del mondo magico, non era malaccio.
Aveva con sé un libro che si era decisa a iniziare solo dopo una decina di minuti persi nella più totale nullafacenza, portandoselo davanti al naso, o meglio, sopra la faccia dato che il viso era rivolto al soffitto. Era talmente presa e concentrata nella lettura che l'unica cosa percepita dal suo cervello erano le lettere che diventavano sempre più grosse, non per qualche incanto ma perché la mano che reggeva il volume stava calando verso di lei.

*Spiritelli.. concentrazione... *
Si stava appisolando ma, nel momento in cui le pagine toccarono la sua pelle, un discorso tra due concasati attirò la sua attenzione. Non riuscì a sentire tutto se non qualche battuta finale.
Se non la inviti tu lo faccio io, caccabombo! La festa di fine anno è l'emblema della scuola, se non ci porti una donna sei out, capito?
Gli occhi ancora intorpiditi dalla pennichella sventata rotearono annoiati mentre riprendeva una posizione consona a un essere umano. Come si faceva a far discorsi simili? Per divertirsi da qualche parte bisognava per forza essere in coppia con qualcuno? Non bastava incontrare gli amici, giocare e mangiare?
Oltretutto lei non aveva conoscenze da invitare da qualche parte se non Audrey, ma non sembrava interessata a quelle cose, non ne faceva mai menzione.
Perché non l'aveva invitata? Pensava ci fosse qualche legame tra loro, poteva almeno far finta di volerla con lei. Era pur sempre l'ultimo giorno in cui potevano vedersi non per motivi di lavoro.
Senza accorgersi si stava mangiucchiando nervosamente il pollice destro, seguendo i contorni dell'unghia con fare assorto, era ormai partita per la tangente e una serie di congetture sempre più assurde e sconnesse si fecero largo nella sua mente.
Certo... neanche lei aveva fatto in modo di introdurre il discorso ma dovevano esibirsi insieme e non era assurdo andare al locale in coppia, che avesse invitato qualcun altro ad andare al Paiolo per poi passare il tempo insieme? Forse si vergognava di farsi vedere in pubblico con lei?
Aveva scelto un bel completo da mini Freddy Mercury, un'icona della musica babbana, che non apprezzasse quel genere? Non gliene aveva ancora parlato, non poteva essere quello il motivo.
Che fosse il cavaliere a dover invitare la principessa? Assurdo! Quel gioco era finito da mesi perché ci pensava ancora? Se le piaceva davvero perché non si era fatta avanti?
C'era qualcosa che le aveva impedito di dimostrarsi troppo entusiasta. In realtà non le andava di far sapere all'altra che era elettrizzata e impaurita allo stesso tempo per l'esibizione, non si sentiva pronta, però non vedeva l'ora di festeggiare la fine di quel devastante anno ed era curiosa di esplorare meglio il Paiolo Magico, un locale che aveva visto solo di sfuggita a Settembre, quando si era recata di gran corsa a Diagon Alley.
Al diavolo, aveva troppo casino in testa e c'era un solo modo per calmarsi: andare a prendere il basso e nascondersi da qualche parte a esercitarsi sul brano che avrebbero suonato a fine anno, magari poteva rimanere lì fino all'anno dopo, evitando ogni seccante questione che le ammorbava il cervello.

[Giardino]


Si era sgranchita le spalle prima di dirigersi con sguardo corrucciato, causato da pensieri incomprensibili, fuori dalla portata di orecchie indiscrete o disturbatori di vario genere. Seduta sotto un albero al riparo dalla calura estiva, aveva tentato di spostare dal viso le ciocche mosse dalla leggera brezza. Si era arresa dopo qualche secondo, estraendo il basso dalla custodia per poi cercare di concentrarsi sullo spartito.
*Com'è che si suonava 'sto pezzo... così è lento.. troppo veloce... CRA! Eh?*
Quando finalmente era riuscita a spazzar via ogni domanda, dubbio e problema d'importanza vitale, si era persa in ricordi di lezioni, note e via dicendo, finché il suo prode Wilder non si era fatto vivo, agitando le ali per attirare la sua attenzione e facendo finire quel suo verso rauco nel bel mezzo dei suoi pensieri.
Ciao! Non ho biscotti. Ah vero... sei qui per la lettera? Ho cambiato idea, non devo scrivere a mio padre, ti sei evitato un viaggio. Invece di gracchiare dimmi se va bene questo pezzo.
Pensando per chissà quali arcani motivi che quel pennuto (molto sollevato da un viaggio in meno) potesse capire che diavolo stesse dicendo, si mise a suonare, guardandolo di tanto in tanto come per chiedergli se andasse bene. Fermo a terra davanti a lei con lo sguardo assente, il corvo sembrava non interessarsi di niente e nessuno. Quando la giovane aveva finalmente iniziato a seguire il giusto ritmo, iniziò a girare su se stesso gracchiando. Dopo qualche secondo passato a fissarlo allibita, iniziò a ridere talmente forte che a momenti sveniva per mancanza di ossigeno.
E- e quello che diamine sarebbe?
KAA!*
Eh... fosse così semplice avere a che fare con le persone. Hai qualche modo per comunicare con qualcuno?
CRAAA!

Il famiglio sembrava indicarsi col becco la zampa , arto dove solitamente si legava una piccola lettera arrotolata su se stessa o un bigliettino, uniche cose che riusciva a trasportare. Il poveretto stava cercando in modo convulsivo di suggerire alla bamboccia di usarlo come portalettere ma sarebbe stata un'impresa titanica farle venire un colpo di genio.
Ti fa male?
Cra... (“Ma cosa hai subito?” sarebbe la traduzione, i corvi son di poche parole)
Hai fame?
Cra! (“Io ci rinuncio.”)

E così il corvo, stufo di rendersi ridicolo, decise di conservare la sua integrità morale svolazzando su un ramo dell'albero che le stava alle spalle, appisolandosi. La padrona, invece, dopo aver fatto spallucce, si era rimessa a suonare.
A raccontarla giusta ci aveva tentato, ma la sua mente le fece presente che, di lì a poco, avrebbe potuto incontrare la Serpe da qualche parte, in biblioteca forse o al parco o al Testa di Porco. In quel momento un dubbio si fece spazio in lei. Se qualcuno l'avesse invitata prima di lei? Doveva davvero seguire quella sua parte che le aveva fatto compiere solo sbagli?
Quando aveva seguito l'orgoglio, aveva solo rischiato di perderla, di passare per smidollata, si era ridotta ad evitarla per ben due volte e in entrambe aveva scoperto che era meglio parlarle.
“E proprio per questo non permetterti mai più a fuggire da me. Se c'è qualcosa che non ti sta bene, che ti spaventa, che ti infastidisce, tutto quello che ti pare... dimmelo subito.”
Quella frase non le era mai uscita dalla testa, aveva anche tentato di agire in quella maniera ma c'era quel blocco... doveva invitarla lei. Stop.
Avrebbe perso la faccia abbassandosi a cercarla per prima, ma sarebbe stata orgogliosa di se stessa proprio per averlo fatto senza paura o esitazione, esponendosi da coraggiosa Grifondoro... quale non era.
Si alzò, sistemò lo strumento nella custodia e, basso appeso sul braccio sinistro e borsa ciondolante sul lato destro, iniziò a marciare (nel vero senso della parola, muoveva prima una gamba poi l'altra a passo rigido e costante, forzandosi di tirare dritto verso l'obbiettivo, prima dell'arrivo della solita valanga di timoni), raggiungendo il lato più tranquillo del parco.
Alla Verde-Argento piaceva la calma e sembrava odiare gli idioti che giocavano... forse era lì.
Mano al randello (l'arma che teneva nella borsa, il cui manico sporgeva per una decina di centimetri, meglio specificare), testa alta, petto in fuori, stava quasi per mettersi a correre dato che l'ansia la stava irrigidendo sempre più. Il tempo si era fermato o il giardino era raddoppiato?
Una volta scovata la Serpeverde l'avrebbe quasi caricata.

VUOI CRA FESTA CRAAAA. Diamine! CRA! Taci Wilder! Dicevo. Vuoi venire alla festa con me? CIAO!
Disse tutto d'un fiato, dopo aver zittito la creatura che l'aveva seguita e che sembrava quasi voler infierire sulla padrona, una vendetta per averlo preso in giro prima probabilmente.

*Citazione obbligatoria da “Guida degli uccelli d'Europa”, Franco Muzzio Editore.
 
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Audrey Halliwell
view post Posted on 23/6/2015, 16:19




[Dormitorio femminile – Giugno – I Anno]



Era stata annunciata la Festa di fine anno da appena qualche giorno, inutile dire che ogni singolo essere femminile del castello era talmente eccitato da parlare con voce stridula ed acuta ogni volta che si menzionasse l'argomento senza neanche rendersene conto. Lei fortunatamente non era solita fare questo genere di siparietti patetici secondo la sua modesta opinione. Non poteva mentire a se stessa, l'idea di parteciparvi come studentessa e non solo come membro del gruppo musicale le piaceva fin troppo. Peccato che una certa persona non si era ancora fatta viva per invitarla. Si trovava seduta davanti il comò in stile vittoriano presente esattamente tra il suo letto e quello di Coraline osservando il proprio riflesso allo specchio lasciando che le iridi verde acqua combaciassero con le gemelle, ascoltando assente quelli che erano i discorsi isterici delle sue compagne di stanza. Non facevano altro che parlare dei ragazzi più gettonati del castello chiedendosi se tipi come loro si sarebbero mai potuti interessare a primine come loro. Iniziarono poi ad escogitare un piano d'azione per andare loro all'attacco e chiedere ai rispettivi amori segreti di fare loro da cavalieri. Che baggianata era mai quella? Da quando in qua era la damigella a fare la corte al cavaliere? Non stava né in cielo né in terra. Sbuffò esasperata lanciando un'occhiata schifata alle due ragazzine che avendola sentita s'irrigidirono sul posto tenendosi per mano ed abbassando notevolmente il volume della voce. Che genere di donna metteva da parte il proprio orgoglio femminile per andare a leccare il fondoschiena ad un uomo? Più osservava il proprio riflesso aggrottando lo sguardo, più desiderava che il vetro scoppiasse in mille pezzi come se avesse lanciato su di esso un Bombarda. Prese la spazzola vellutata dal dorso inciso in argento portandola alla folta chioma ramata iniziando a carezzarla sinuosamente seguendo la minima curvatura de capelli delicatamente, come se stesse carezzando pelle. Spazzolarsi i capelli la rilassava immensamente e istintivamente iniziò a socchiudere gli occhi beandosi di quel contatto che tanto le piaceva convincendosi dei suoi pensieri. Sin dall'antichità è sempre stato l'uomo a corteggiare la donna portandole in dono dei fiori, facendole serenate, scrivendole poesie... non il contrario. Purtroppo la nuova generazione di donne sembrava essersi dimenticata come funzionassero le cose, forse lei era purtroppo troppo all'antica e per questo motivo pretendeva un certo tipo di comportamento da parte del corteggiatore, e un altrettanto decoroso comportamento da parte della ragazza in questione. E invece no, ormai ci si metteva insieme dal nulla, senza la fascinosa e romantica corte che viene descritta così bene nei romanzi, senza le parole toccanti, senza dichiarazioni, senza nulla di tutto ciò. Ormai sembrava essere diventato qualcosa di meccanico.
-Ciao, ti va di metterti con me?-
-Si!-
-Ok, grande!-

Ma che schifo era? Perché le relazioni romantiche si erano ridotte a… quello? I propri pensieri probabilmente erano rivolti alla se stessa riflessa come se al suo posto lei sapesse darle qualche spiegazione plausibile, ma ovviamente anche lei non ne aveva. Forse sbagliava lei? Doveva mettere da parte il suo orgoglio e fare il primo passo per ottenere ciò che desiderava? Assolutamente no. Non si trattava di ottenere un bel voto, un regalo, un'onorificenza, una promozione a lavoro. Si trattava di sentimenti, romanticismo e galanteria, e non spettava a lei fare il primo passo. Il fatto che desiderasse che ad invitarla fosse proprio Versus era un fattore a se stante. Si domandava se qualcuno si fosse già fatto avanti con lei e se quindi l'altra avesse già trovato con chi andare o se avesse già invitato qualche altra persona, magari quella Rossa incontrata alla festa di Primavera con cui sembrava essere parecchio in sintonia. Si morse il labbro inferiore poggiando con decisione la spazzola sul mobile per poi alzarsi e, sistemandosi la camicia da notte, infilarsi sotto le coperte. Era consapevole che quella notte non sarebbe riuscita a dormire a causa di quei fastidiosi pensieri, ma non poteva rischiare che la mancanza di sonno rovinasse la propria pelle, così convinta di ciò si sistemò sotto il lenzuolo dando un'occhiata al manichino senza volto che indossava il completo che avrebbe indossato alla festa. A quel punto iniziava però a domandarsi se ci sarebbe mai andata, se avrebbe festeggiato come tutti gli altri. Non voleva andarci con qualcuno a caso. Un ragazzino del secondo anno, lo scorso pomeriggio in Sala Grande si era fatto avanti continuando a guardarsi intorno, probabilmente perché tenuto d'occhio dagli amici, e l'aveva invitata ad andare insieme. Sicuramente gli amichetti lo avevano costretto a farsi avanti magari per una scommessa, o chissà magari era realmente interessato. Peccato che lei non lo aveva degnato neanche di uno sguardo, fissando insistentemente la nuca della Grifondoro sperando che il gelo che trasmetteva dalle iridi le arrivasse dritto sul collo per farla voltare. Gli aveva risposto con un secco “No” senza preoccuparsi di notare chi diamine fosse, se magari ci avesse parlato o meno. Si conosceva, quando desiderava qualcosa, quella doveva essere e se Versus non l'avesse invitata come lei invece desiderava, dopo l'esibizione musicale sarebbe tornata al castello. Si voltò su un lato sospirando nell'osservare le rifiniture dell'abito che si era fatta confezionare su misura. In un modo o nell'altro, forse per disperazione, riuscì a prendere sonno senza neanche rendersene conto.

[Il pomeriggio seguente – Giardino]



Inutile dire quanto movimentato fosse stato il suo sonno, e come la mattinata scolastica l'avesse stressata più del dovuto. Festa di qua festa di la, ragazze che si facevano avanti a destra e manca. Le saliva l'istinto omicida in quelle occasioni. Sentiva le mani prudere e la bacchetta agitarsi all'interno della tasca interna della divisa. Ecco, quel genere di soggetti secondo lei non avevano diritto di partecipare ad eventi del genere. In realtà molto probabilmente se avesse dovuto dire tutto, non avrebbero neanche avuto diritto di respirare la sua stessa aria, ma... purtroppo per lei non era ancora nessuno per evitare che ciò accadesse. Ci avrebbe lavorato su. Decise come suo solito di recarsi al giardino per prendere una boccata d'aria fresca, e magari fare una rilassante lettura. Come di consueto il luogo pullulava di studenti, anche in quel luogo gruppetti di ragazzine eccitate descrivevano alle amiche come sarebbero stati i loro sfarzosi abiti e chi sarebbe stato il prescelto accompagnatore. Senza interessarsi se le altre potessero sentirla o meno fece un palese verso di disgusto con annessa smorfia mentre le superava a passo svelto, tenendo il viso rivolto verso l'alto ed il libro di Storia della Magia stretto al petto appena accentuato. Senza che se ne rese conto le sue labbra iniziarono a canticchiare il motivetto del brano con cui avrebbero dovuto esibirsi riconoscendolo nell'aria. Si avvicinò all'albero da cui proveniva il suono facendo ben attenzione a non farsi sentire, aderendo alla parte opposta sporgendosi appena dall'altra parte per constatare che effettivamente dietro esso si trovava niente poco di meno che Versus. Deglutì silenziosamente sentendo il cuore perdere un battito ed il viso tingersi di rosso mentre in fretta tornava a nascondersi dietro la corteccia ruvida. Cercò di respirare il più silenziosamente possibile ascoltando lo strimpellare dell'altra annuendo o scuotendo il capo a seconda delle note che riconosceva come ben eseguite o quelle su cui avrebbe dovuto lavorare ancora un po. Improvvisamente si bloccò assumendo un'espressione particolarmente seria. Non la stava cercando, non sembrava neanche intenzionata a scriverle, era rimasta giorni ad attendere di ricevere una lettera da parte sua ma neanche mezza traccia. Fece una smorfia infastidita, perché doveva agitarsi solo nel vederla suonare quando lei non s'interessava neanche di invitarla a passare l'ultima serata dell'anno scolastico insieme? Fece rapidamente dietro-front mentre a grandi passi, facendo un giro più largo, raggiungeva il suo albero preferito dove una volta poggiatasi sotto l'ombra iniziò a sfogliare il libro senza realmente leggerne le parole. Eppure cos'era quel magone che le faceva dolere lo stomaco? Perché doveva starci così male per un invito non pervenuto? Eppure anche lei aveva detto che le piaceva no? Se lo erano dette a vicenda, non lo aveva sognato. Allora perché non si era ancora fatta avanti? Cosa aspettava? Le aveva mentito? Lei non si sarebbe mossa, non lo avrebbe fatto assolutamente. Ne valeva dell'orgoglio che alimentava giorno dopo giorno con le sue convinzioni, con il suo credersi costantemente nel giusto. Non si sarebbe abbassata a prendere lei l'iniziativa. Si morse il labbro inferiore carezzandosi le gambe senza rendersene conto. Avrebbe voluto strappare qualche filo d'erba ma non credeva avrebbe fatto molto, per calmarsi avrebbe dovuto radere al suolo almeno il cinquanta per cento dell'erba presente nel giardino e forse non era propriamente il caso.
Sussultò visibilmente sgranando gli occhi acquamarina nel vedersi quasi scontrare con Versus in corsa (?) che ora la fissava, in compagnia di un corvo.

“Ma che-”
Fece aggrottando le sopracciglia non capendo che intenzioni avesse. Sapeva solo che la gola era improvvisamente diventata arida, il cuore era tornato a galoppare peggio di un cavallo da corsa, ed i pugni erano serrati come a voler evitare che questi si fiondassero contro il corpo della Grifondoro per via dello stress accumulato. Voleva andare con lei alla festa? Sì. Desiderava non vederla in compagnia di altri che non fosse stata lei? Sì. Avrebbe accettato qualsiasi altro compromesso? No. Sarebbe continuata a stare male se ciò non fosse accaduto? Assolutamente. Al diavolo. Al diavolo, lei non era neanche un uomo vero! Aveva fatto il cavaliere ok e allora? Non poteva costringerla a fare qualcosa che secondo lei era giusto solo perché la sua mente malata la vedeva come il SUO cavaliere. Lanciò un'occhiata gelida al corvo che continuava a gracchiare non riuscendo a farle sentire ciò che l'altra stava dicendo. Il cuore le balzava in gola, sudava freddo e presto se l'uccellaccio non avesse chiuso il becco lo avrebbe portato all'elfo del pub per farci una delle sue porcherie. Alla fine esplose, all'improvviso, non sopportando più la tensione, non sopportando il gracchiare del volatile, non sopportando che l'altra non riuscisse a terminare una frase di senso compiuto, non sopportando che a causa del suo orgoglio dovesse sentirsi talmente da schifo.
“VIENI ALLA FESTA CON ME.”
Sbottò quindi senza preavviso sgranando gli occhioni in un'espressione di puro sconcerto nel rendersi conto di averle parlato sopra. Eppure qualcosa l'aveva sentita. Era abbastanza convinta di aver sentito qualcosa in particolare in realtà, qualcosa che coincideva con quello che aveva appena detto lei. Alzando lo sguardo andò ad osservare quello della compagna come per avere conferma che il suo udito non fosse andato a farsi benedire. Sbatté un paio di volte le palpebre prima di portare una mano alle labbra ed iniziare a ridere di gusto cercando di mantenersi ad un livello consono ad una signorina quale era.
“La risposta vien da se.”
Disse infine dopo aver recuperato l'uso della parola senza che ridacchiasse per ERRORE tra una sillaba e l'altra. Le tese una mano con l'intenzione di tirarla verso di se per continuare ad esercitarsi insieme sul brano e magari farle presente quei piccoli accorgimenti che aveva in mente. Una cosa l'aveva scoperta ed ancora non capiva come potesse ammetterlo a se stessa visto il proprio carattere... Versus non era l'unica ad essere una totale idiota.

Edited by Audrey Halliwell - 23/6/2015, 17:59
 
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