Five O' Clock

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Ignotus Albus E. Peverell
view post Posted on 10/1/2015, 15:32 by: Ignotus Albus E. Peverell
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Scopro Talenti, Risolvo Problemi

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Con il passare del tempo, e l'andare degli anni, il sabato pomeriggio era andato assumendo un nuovo senso, inedito, colorandosi lentamente di sfumature del tutto inattese, come se in fondo il Demiurgo avesse improvvisamente deciso di darsi ad un tardo Manierismo di matrice impressionista, sfidando le più note ed acclarate regole compositive, alla base della civile e moderna convivenza. Così doveva essere? Smettere di scorrazzare su e giù tra Londra ed Hogwarts era stata una sorta di tacita benedizione, nuovi margini di intermediazione erano possibili, scenari inediti si aprivano, non era più perennemente in affanno, non aveva troppi impegni arretrati, il che era un sollievo, più psicologico che altro, e passate una lunga serie di boe non poteva che esserne grato al cielo. Certo, da lì a trascorrere il sabato in un pur prolifico Otium letterario ne sarebbe sempre corso, le abitudini erano dure a morire, e probabilmente non lo avrebbero mai abbandonato, ma era comunque un notevole passo avanti. Certo, restava il Wizengamot, presto o tardi l'avrebbero chiamato, era nell'aria. La quiete prima della tempesta. Non era plausibile che la scampassero incolumi, qualcosa sarebbe tornato a succedere, qualcosa bolliva in pentola, come sarebbe stato possibile ipotizzare il contrario? Crisi economica, sfaldamento morale e sociale della coesione della loro bella e classista Societas, -ismi in rapida quotazione, attacchi circostanziati ed isolati, che come goccio d'olio bollente ricadevano lentamente da una lanterna preda di un vento troppo forte, mal assicurata, e rassicurata. Ne avrebbero pagate le conseguenze, certo, lo sapevano, ma cosa era possibile fare? Probabilmente nulla. Fare nulla non era certo la migliore e più profetica delle possibili soluzioni, ma l'arsenale era terribilmente scarno, e tragicamente costoso. E se agendo, avessero scongiurato la minaccia ad Est? Urla e proteste del popolino, geloso di quei diritti violati, in nome di quella stessa sicurezza tanto acclamata in piazza. Qual era il giusto prezzo? Probabilmente nemmeno il Re degli Scolasti ne sarebbe uscito vittorioso, se ne sarebbe dipartito, oltraggiato, offeso, sdegnato dalla perdita di tempo sofferta e patita, in nome di quegli ideali che in fondo non interessavano veramente più a nessuno, di cui restavano solo i nomi, significanti vuoti, svuotati, di qualsiasi significato, sacrificati in nome di una qualche stramba, e vetusta tolleranza culturale e politica. Nomi invocati a gran voce, da tutti, salvo poi tirarsi ineluttabilmente indietro all'ultimo minuto, giunti inesorabilmente al momento di pagarne le conseguenze. Che fosse la politica del ben godi? La cuccagna? Il cui albero si pretendeva mai sfiorisse, in una congiunzione ideale di intenti e nobili moventi che poteva vantare tranquillamente di affondare le proprie radici nella notte dei tempi, in quelle elargizioni che già Caligola in bronzo versava in quel primigenito idillio plebeo, alle folle al Circo. Chi doveva pagare il conto? Qualcuno avrebbe dovuto, presto o tardi, non si poteva uscirne. I soliti noti? Ce l'avrebbero fatta? A quale costo avrebbero incassato quell'ultima tegola? Certo, il Bene Comune, erano solo 4000 anni, perché non proseguire su quella strada per ulteriori 4000? Ma ci sarebbero stati davvero? Il Bond Hobbesiano avrebbe retto quell'ultima estrema tensione? I fedeli servitori dello Stato avrebbero retto il fronte ancora una volta?
Erano forse le due del pomeriggio, di un tiepido Settembre, quando aveva cominciato, era già trascorso del tempo, ma la situazione non era cambiata più di quel tanto. Il Mago svettava sulla stanza, a cinque gradini di altezza, sulla piattaforma di una comoda scala, armato di spolverino intento a rimuovere la polvere in eccesso, dalla prima occupante del suo Ufficio: la libreria. Un'operazione lunga, meticolosa, certosina, intervallata ed accompagnata da grugniti soddisfatti, di vecchi Amici ritrovati, commenti estasiati, vecchie conoscenze dimenticate, e riscoperte, e puntigliose annotazioni, mentalmente trascritte, dal giovane assistente, che ai piedi della scala, sudava freddo, da ormai almeno un paio d'ore, rimirando il Mago volteggiare a qualche metro d'altezza, in veste da camera. Il tenue lilla della lunga veste ricamata del Mago, si sposava bene, con la semplice ma elegante tunica immacolata e candida del giovane fanciullo, dalla pelle quasi ebano, ognuno aveva la sua funzione, ed un compito preciso, che evidentemente stavano assolvendo, come una squadra ben rodata, ed affiatata, da anni di pratica. Una delle finestre provvidenzialmente aperta lasciava uscire dalla stanza un vorticante pulviscolo, sospinto all'esterno, da una brezza che di naturale sembrava non aver molto, il camino andava, il fuoco lì albergava, come in qualsiasi altro giorno dell'anno, gregario costante di quell'alcova incantata. Le fiamme danzavano, spettatrici di quelle pulizie autunnali, non troppo improvvisate, ma ugualmente efficaci e radicali, per quanto procedessero non propriamente alacremente, di quel passo avrebbero impiegato qualche anno. Ma in fondo, era anche un buon modo per fare ricerca, per quanto i libri fossero meticolosamente catalogati, non c'era registro che reggesse il confronto con una rapida ed approfondita occhiata di persona, da parte di chi li aveva amabilmente collezionati, ereditati, e scritti, nel corso di una pur lunga esistenza. Amici di un lungo viaggio, certo, una minima selezione, ma pur sempre fedeli gregari, insostituibili, scarrozzati con amorevoli cure su e giù per il Mondo, tra Londra e Samarcanda, tra Edimburgo e Kyoto, àncora con il passato, con ciò che era stato, con la Storia, più o meno lontana che fosse. Certo, qualche noia, non poteva dire che viaggiare leggero rientrasse tra le sue possibilità, una biblioteca ambulante aveva qualche inconveniente, forse più d'uno, ed anche a sistemazioni c'erano quel minimo di prerogative da soddisfare, ma in fondo... Ciò che andava fatto, andava fatto, non ce n'era, era così.
Tra gli svolazzi dello spolverino, ed un sorriso ora ampio, ora sghembo, ricordava con una certa precisione di avere un impegno quel pomeriggio, o meglio, un appuntamento, avrebbe notevolmente risparmiato sul tragitto. Però, ora delle Cinque, di tempo ne mancava! Atlante aveva insistito meccanicamente per le prime mezz'ore, da lì la freschezza del ricordo di quell'appuntamento, prima che infine placasse gli animi focosi, che la natura gli aveva donato in sorte, ennesimo tiro mancino della Tuke, Ora che giungesse l'ora del The ci sarebbe ben stato tempo e modo di darsi una ripulita, dopo un lavoro tanto spossante, di darsi un tono, di riprendersi il suo trono, ed imperturbabile attendere la venuta del giovane visitatore, da dietro la sua incantata, e fedele linea Maginot, pronto a resistere all'ultimo sangue, sino all'ultima stoccata, o al primo sangue. Certo, c'era tempo, avevano pranzato di buon ora, i privilegi tutti nordici, ben lungi dalle tardure mediterranee, il tempo non mancava, almeno un altro paio di scaffali, almeno un altro paio di scoperte! Sembrava che in seconda fila, nascosti nella penombra della già soffusa luce della stanza si annidassero, e celassero alla vista, i più cari amici di quella che era stata una ormai lontana e distante giovinezza, le sorprese si affastellavano, numerose, copiose, come fiori e frutti nella tarda primavera, come caduti al termine di una Grande Battaglia. Del resto, aveva riavuto il suo ufficio, tanto lavoro gli era costato la prima volta arrangiarlo come si sarebbe convenuto, troppo lavoro pensare di rifarlo una seconda volta! La giusta luce, la giusta inclinazione dei raggi del sole, e della luce che filtrava dalle finestre su quell'unica facciata a solatio, che sì baciata dal sole, ma abbastanza in basso, da non lasciare che i raggi dell'Astro battessero direttamente sulle costole dei libri. La luce, ed i libri non erano mai andati troppo d'accordo, in più d'un senso, o meglio, era sempre stato un rapporto più complesso di quanto non fosse lecito attendersi, servivano un minimo di cure, attenzioni particolari, che non tutti erano disposti a prestarvi, e pazienta, che i giovani non potevano avere, o vantare. Non troppa luce, quindi, un'aria viziata quel tanto che bastava, non troppo fresca, ma neanche troppo calda, un leggero strato di polvere, in quella loro alcova incantata, riparata da nefaste influenze esterne, pronti ad aprirsi e svelarsi a chi avesse l'ardire di prestarvi orecchio, attenzione, e cuore. Polvere che non andava rimossa con irruenza, ma anzi, coltivata con pazienza e cura, alleata di quell'estrema opera di salvaguardia, a patto, certo, che non andasse ad intaccare quel sottile quanto fragile equilibrio dei sensi, e delle potenti forze chiamate lì a concilio, coacervo di inaudita potenza, in unione d'intenti con chi era stato, un Tempo, ancora lì presente, indirettamente, con quanto di più nobile potesse restare, come traccia, il Pensiero. In fondo, a ben vedere, era un Santuario, un reliquiario, di estrema potenza, il Sancta Sanctorum difeso e protetto con abnegazione dal suo Sacerdote.
Un colpo secco.
Un secondo colpo secco.
Il giovane impallidì, al pericoloso tentennare dell'Anziano Mago, colto alla sprovvista, catapultato improvvisamente nelle sue comode, basse, scarpe, da quel più confortevole ed avvezzo Iperuranio. Nemmeno il tempo di lanciarsi in sperticate, e spericolate elucubranti elucubrazioni su chi fosse, che già si era annunciato. Chi aspettava, era arrivato. Delle due, l'una: o questi era terribilmente in anticipo, il che sarebbe decisamente stato sgarbato, o era lui ad essere quel filo in ritardo, su una tabella di marcia non più aggiornata ormai dal passato Giugno. Ma che importava, in fondo? Non attendeva nessun Ministro, o il Plenipotenziario di un qualche strambo Paese del centr'Asia, eccessivamente fissato sul protocollo, e l'etichetta. Un'intervista, e molto altro. Uno sguardo fugace alle spalle, il trespolo vuoto, solitario, quel senso di incompiuto cronico, quella sensazione che in fondo mancasse davvero qualcosa, non era del tutto erronea.


Avanti!

Ecco.
Anche quello era fatto.
Un'altra cosa fatta?
Restava un piccolo cruciale dettaglino, calarsi incolume dalla sua torre d'avorio...

 
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