Five O' Clock

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Ignotus Albus E. Peverell
view post Posted on 30/1/2015, 02:03 by: Ignotus Albus E. Peverell
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Scopro Talenti, Risolvo Problemi

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Ottimo, era già arrivata l'ora. Non poteva che convenire con il giovane che fosse tempo di iniziare, procrastinare il procrastinabile, a che pro? Certo, avrebbero potuto tentare un qualche interessante gioco di società, una disquisizione dotta su qualcuno dei tanti libri che la biblioteca sembrava voler tanto orgogliosamente sfoggiare, discutere del più e del meno, forse persino di Storia? Certo, non aveva mai avuto la sensazione che il giovane impazzisse per la sua materia, ma a tutto si sarebbe facilmente potuto trovare un'ingegnosa soluzione, perchè non lo si sarebbe dovuto fare? Detto altrimenti, perchè avrebbe dovuto? In fondo, era stato interrotto, per quanto se la fosse andata cercando, nella piena consapevolezza che sarebbe accaduto, aveva comunque insistito per iniziare, quando avrebbero finito? L'avrebbero fatto? Anche lì, non si poteva certo affermare vi fosse una certa fretta, ma era tempo di riordinare qualche idea, tra una cosa e l'altra era tempo di farlo, tempo di rimettersi in carreggiata, smettere di vivere di rendita, e tornare a produrre qualcosa. Era già trascorso un anno, o quasi, non avrebbe mai nemmeno finito di disfare i bagagli, se non avesse delegato ad altri il compito, e non erano solo i bagagli. Che fosse solamente una questione di pigrizia? Di vecchiaia? Non si sarebbe certo potuto definire acciaccato, certo, magari qualche dolorino al ginocchio dopo una certa ora, o prima di un'altra, magari il polso, magari qualche altro piccolo fastidio, ma non era poi chissà quale problema. Era più che altro un problema di abitudine, con ogni probabilità. Era tornato ad avere orari fissi, regolari, difficilmente sgarrabili, il che era semplicemente un ritorno al passato, com'era stato per molti anni, ma dopo una lunga vacanza dedita all'Otium, non si poteva dire fosse tutto indolore, e senza costi di transizione.
Ecco, Minerva che fine aveva fatto? Anche su quello, non se ne poteva fare una colpa del giovane Tassorosso, in fondo l'aveva proposto, e lui aveva accettato, ma non avrebbe potuto affermare gli piacessero le interviste. E Minerva aveva ben pensato di sfruttare la giornata, cogliendo l'attimo, per fare altro? A meno che non fosse a recapitare una lettera? Probabile? A chi aveva scritto? Non si occupava più di quelle, come di molte altre cose. Del resto, il peccato originale dell'intera costruzione era proprio lì: iniziato a delegare, era difficoltoso fermarsi, ed impossibile tornare indietro, tutto procedeva come sarebbe dovuto andare, a che scopo tornare ad occuparsene di persona, quando poteva investire lo stesso tempo, facendo altro? Uno Swap, sempre più scoperto e temerario, si era fatto prestare del Tempo da Thanatos stessa, per proseguire con quanto di bello avesse sempre fatto, per il piacere di continuare a farlo, ancora ed ancora, un privato cittadino, ormai in pensione, prossimo ad una seconda forma di pensione, eppure ancora febbrilmente occupato di tutto, e tutti. In fondo, non lo faceva per sè stesso, per quanto avrebbe stretto un patto con Thanatos, dopo aver valicato i limiti del prestito oneroso, avrebbe bussato anche all'Arcinemico, tutto era perdonabile, tutto era giustificabile, serviva ancora del tempo, molto, e l'avrebbe avuto.
Lo sguardo perso parve infine cogliere la figura del giovane, lì, poche spanne più in là, oltre la Maginot, era davvero tempo d'iniziare. Sarebbe davvero risultata piacevole? Quanto era probabile? Detestava molto o molto poco cordialmente le interviste, aveva avuto la grazia di ricevere la prima dopo un anno, un regalo inaspettato. Da lì, a confessarlo beatamente al giovane, quanto ne sarebbe corso? L'avrebbe già fatto correre, ancora prima della prima domanda? Dire che aveva anche accettato. Vecchiaia, dannata vecchiaia? No, in fondo no. Era sempre stato così. Qualche armadio di troppo, ecco, era quello il problema. E non si poteva traslocare. Ma inaspettato, giungeva un presente, un nuovo infuso. Una scatoletta di legno, a motivi geometrici, lì, ad osservarlo, dal basso, in cerca di quella che sembrava essere approvazione? Sorrise, tra il sorpreso, e lo stupito, afferrando la scatola, legno, pochi pollici, motivi geometrici, colori forti, sgargianti, che fosse africana? Non aveva mai avuto un buon rapporto con quel Continente, troppo caldo, troppa gente, troppa ressa, per quanto il primo fosse anche il principale dei problemi. Il secondo ed il terzo sarebbero sempre stati facilmente risolvibili, il caldo, decisamente meno. Ciò non toglieva, che ne parlassero decisamente bene, degli ottimi Caffè, dell'ottimo The, insomma, era pur sempre un regalo!


"Perder tempo, a chi più sa, più spiace"*.
Certo, mi rendo conto possa non dirle molto, e la resa inglese per contrapposizione e ridondanza perda molto dell'efficacia lessicale iniziale, ma il concetto penso resti comprensibile anche alle nostri latitudini. Immagino sia africana, il motivo è tipico, ma non posso che ringraziarla. Mi coglie quanto meno alla sprovvista, ed ammetto non sia facile, in più credo possa avere il primato per l'idea, dovrebbe chiedere ai miei assistenti, per essere sicuro. A me hanno il vizio di regalare libri, ecco, non se ne esce, ma non mi lamento, sono tanto un teinomane, quanto un bibliofilo. Ad ogni modo la ringrazio del pensiero, per me è sempre un piacere essere ad Hogwarts.


In fondo era vero, innegabile, per lui era un piacere. Magari non per tutti, Ma il consenso universale era del tutto inutile, o pleonastico. Certo, si sarebbe potuti procedere con una pulizia etnica degna del più efferato dei Flavi, ma forse era meglio non mettere sul chi vive il giovane, ancora prima che iniziasse. O era meglio già chiarire il tutto sin dall'inizio? In parte già sapeva dove stava andando a ficcarsi. Se l'era andata cercando. E non si sbagliava, The africano, con il latte? Una scelta indubbiamente singolare, non si poteva negarlo, ma un tentativo avrebbe anche potuto farlo. Il latte nel The, una parte degli antenati sarebbe rabbrividita! Certo, erano morti.

Sì, in effetti se ne sente il profumo, rooibos, ananas, una scelta quanto meno singolare, mi consentirà, e confesso di averne poca esperienza, e conoscenza. Ciò non toglie che proverò sicuramente, una tazza tira l'altra, è presto fatta! Ma ecco, è l'ora del The, temo il mio sia quello di sempre, e dovremmo esserci, l'attendavamo per le 5.oo. Ho però trovato uno sfizioso servizio da The, serve una mano ferma, ma ci si fa l'abitudine.

Uno sguardo, quello che aveva tutta l'aria di essere un servizio da The, cinese, in classica ceramica bianca e blu, era lì, in docile attesa, in attesa di quelle che sarebbero state istruzioni precise. La teiera fumante, già pronta a dar battaglia. Efficienza, non era necessaria la fretta, era sufficiente essere efficienti, ed assistenti sciatti, e cialtroni erano perfettamente inutili. Chi lo avrebbe negato?
Passioni, il The. Una domanda a tema, inaspettata, ma prevedibile.
Partire da Adamo, o da Eva?


Perchè il The?
Potrei tenerla qui sino a Natale, probabilmente, ma mi sento particolarmente clemente, e tenterò di farla breve. In parte, forse una delle principali, il The mi ricorda incredibilmente una figura famigliare, che a sua tempo mi iniziò ai segreti di quest'Arte, bere una tazza di The, per molti versi mi fa ricordare questa persona. Immagino lei non abbia di questi problemi, è giovane, ma non esserlo più, ed essere improvvisamente gli ultimi di un incredibilmente longevo Casato, lascia molto da pensare. In secondo luogo, più banalmente adoro il sapore del The, qualcosa che ovviamente trascende la profondità di una dottrina, o una religione, ma banalmente mi piace il sapore, mi è sempre piaciuto, mi ricorda ancora i miei anni da Studente, qui ad Hogwarts. In terzo luogo, se si interessa un minimo a tali argomenti le suonerà famigliare, anche questo, la Cerimonia del The racchiude una polivalenza di significati, che potrebbe essere terribilmente lungo esporre dal principio, ma che reputo essere validi, in buona parte, nonostante appartengano ad una cultura apparentemente molto distante dalla nostra. Da ultimo, adoro procurarmelo, per quanto sia qualcosa che ormai faccio personalmente dai miei primi viaggi in Asia, continuare a farlo, ritengo mi aiuti nel tenermi almeno nello spirito ancora in minima parte giovane. Può sembrarle banale, certo, ma non lo è. La nostra società è ancora vessata da leggi assurde, e glielo può garantire un Giudice del Wizengamot.
Ma venendo al The, le dicevo, mano ferma!


Procedeva tranquillo, ora serio, ora ilare, ora risoluto, ora marmoreo, affastellando, ed infilando una dietro l'altra una serie di pietre, studiate, preparate ad arte, lucidate, pronte ad essere inanellate, da mani esperte, e dai ferri del mestiere. Così come aveva iniziato, quasi restio a voler guadagnare una qualche conclusione, quasi la fine avesse e vantasse un potere annichilente, e nichilistico, concluse. Seguito dal crollare di un ciocco nel camino, nell'indifferenza totale, seguito nuovamente da altre parole, a quella che sembrava una nuova interlocrutrice.

Una tazza, grazie, ed un cucchiaino di zucchero.

Il raffinato, ed insospettabile servizio, si animò. La teiera sbuffando prese a riempire una tazzina, già in movimento, con tanto di piattino, in direzione del primo grazioso cliente, inseguita a ruota dalla delicata zuccheriera, che mulinando un cucchiaino d'argento, sembrava ansiosa di voler portare a compimento il suo uffizio, stanca di quella forzosa quiescienza, stanca delle chiacchiere, ma obbediente agli ordini impartiti. Come se ne avesse avuto scampo. Compiaciuto, il Mago, sorvegliava l'operazione. Più d'un grattacapo, ne era già emerso! Insopportabile d'una zuccheriera.
Era quasi giunta l'ora del The.



* Ché perder tempo a chi più sa più spiace.
[The more you are learned, the more you dislike losing your time]
Divina Commedia, Purgatorio, III, 78
 
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