Five O' Clock

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Horus Sekhmeth
view post Posted on 2/2/2015, 16:45 by: Horus Sekhmeth
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Horus R. Sekhmeth

~
BKGhiFR
« Credo di intuire a quale elemento fate riferimento. » Esordì divertito, abbassando la tazza da tè da cui aveva appena sorbito un sorso. Lanciò un fugace sguardo alla povera e offesa zuccheriera: che smacco doveva aver subito, nel comprendere che nessuno dei due voleva usufruire dei suoi servigi. Eppure era così ligia al dovere, così entusiasta, così graziosa nel suo galleggiare a mezz'aria, che era quasi un peccato deluderla.
Horus sorrise, ironico.

« Beh, via, mi sacrificherò, così vi tolgo il disturbo di andare a chiamare qualche Elfo. Del resto, il tè potrebbe raffreddarsi e allora sì, che l'onta passerebbe da zuccheriera a teiera. » Alzò il braccio, in direzione del panciuto oggetto, offrendogli la tazza e, trattenendo un tono ironico, bensì assumendo un pizzico di autorità, chiese: « Per favore, un cucchiaino di zucchero. » Si trattenne dall'aggiungere un "signorina zuccheriera", ma decise che era osare un po' troppo e giocare in maniera decisamente pericolosa col senso d'umorismo non solo di Peverell, ma anche dell'oggetto: quanto mai poteva averne, di umorismo, un affarino cinese?
Si sentiva scemo, nell'osservare la zuccheriera ricevere la richiesta? Sì, davvero. Eppure, l'imbarazzo era mitigato dal divertimento: non capita a tutti di osservare un simile servizio, nonché comportamento, anche nel Mondo Magico.
Tornò dunque ad ascoltare, a scrivere, ad osservare l'uomo nel suo discorso e ad assaporare, di tanto in tanto, quel tè ora macchiato, corrotto, ma in ogni caso, sempre delizioso. Fu quando Peverell citò un paese che il collegamento nella testa del Caposcuola cominciò a lampeggiare, chiaro, eccitante a modo suo. Horus attese cortesemente finché la voce del docente non si spense, e poi, riprese parola.

« Effettivamente no, non ho mai avuto il piacere di contrattare alcunché né con cinesi né con giapponesi, sebbene provengano da due paesi molto affascinanti e che un giorno mi piacerebbe molto visitare. So qualcosa, giusto idee generali, qualche Dinastia, qualche opera d'arte, ma tutto molto blando. Certamente, spero di saperne più del classico pensiero comunque che li ritiene due paesi identici, quando di identico non c'è ben nulla. Anche se, a dirla tutta, l'interesse per l'Asia è stata più o meno riscoperto, appena un anno fa, quando il Profeta rilasciò ulteriori dettagli sulla misteriosa Battaglia d'Ottobre che sconvolse Hogwarts e i precedenti... incidenti in giro per il mondo, in Asia in primis per l'appunto. » Tacque. Una pausa strategica, un altro sorso di tè: Peverell aveva capito a cosa si riferiva? Sicuramente. Non era uno sprovveduto e se non altro, era stata una notizia che aveva sconvolto tutto il Mondo Magico. Un altro respiro, un punto sulla pergamena, e riprese: « Stando da quanto voi stesso avete raccontato, eravate comunque nel continente, quando la Scuola di Magia e Stregoneria Mahoutokoro è stata rasa al suolo dai golem runici di Aster. Se non mi sbaglio, potete dirmi le vostre impressioni? Non pensavate minimamente che l'attacco si sarebbe potuto protrarre anche ad altre Scuole, come la stessa Hogwarts —e come accadde, del resto—? » *Scappaste, professore? O le vostre ricerche riguardavano proprio quello?* Congetture, su congetture. Horus trattenne ad arte i numerosi ricordi che sopraggiunsero non appena citò la Battaglia dove molto, della sua vita, era cambiato. La carica di Caposcuola, il suo nuovo essere, il rapporto con Mya, il Potere Runico, Aster, il Viaggio e tantissime altre cose. Ora, semplicemente, tutto era rivolto all'uomo, a quel punto di vista diverso e lontano che spesso tutti avevano ignorato ma che ora si presentava lì, seduto nel suo mantello violetto, la stessa tazza di tè che Horus stringeva tra le mani. Il dubbio si insinuò, suo malgrado: e se Peverell non avesse sentito niente? Se era perso in lande molto più lontane, come del resto era probabile conoscendo l'indole del professore? Certo le voci girano e un uomo informato come Albus non poteva non sapere, non conoscere: doveva esser così!
Il Tassorosso cinse la tazza con la mano destra, le pallide iridi rivolte verso il suo interlocutore. Ora, sentiva —sperava!— che il tono di quell'intervista poteva prendere una piega diversa.


The Time you enjoy wasting is not wasted time.»

 
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