Five O' Clock

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Ignotus Albus E. Peverell
view post Posted on 3/2/2015, 14:15 by: Ignotus Albus E. Peverell
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Scopro Talenti, Risolvo Problemi

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Sorrise, un momento di inaspettata gloria per la zuccheriera? Che parve cogliere immediatamente la palla al balzo, com'era del resto ampiamente prevedibile avrebbe fatto. Che gli ricordasse qualcuno, in fondo? Quello strambo e strano sentimento di simpatia che sembrava quasi doveroso dover provare per quello sbarazzino elemento, filiazione inaspettata capitata tra capo e coda, quasi per caso, sembrava voler essere giorno dopo giorno un marmoreo richiamo ad una serie di doveri mancati, di uffizi traditi, aspettative inevase. Imperdonabile? Era davvero necessario che la zuccheriera fosse lì, con la sua conturbante presenza, a ricordarglielo, ad ogni tazza di The? Ma che colpe poteva avere? La tragedia giapponese, poteva davvero essere considerata predittiva, di quanto sarebbe accaduto poi nelle Isole, lì, in Scozia? Quanto era probabile? La notizia era giunta, comunque, non aveva avuto colpe, nel non informare personalmente nessuno, opporsi in prima persona era fuori discussione, non erano più gli anni della baionetta, e dell'arma bianca. Se tanti avevano fallito, in base a cosa si poteva pensare che qualcosa sarebbe cambiato? Se tanti non erano riusciti, nel salvare quanto di bello, e nobile, la Storia avesse tramandato nel corso dei secoli, che colpe poteva averne? Eppure, una colpa l'aveva, e sapeva di averla.
Ma non era il momento di tornarci.


Immagino di doverla ringraziare, allora, Mr Sekhmeth.
Per quanto possa non sembrare, mettere d'accordo tutti, in quest'allegra famigliola, è un'attività estremamente laboriosa!


Ecco che il giovane quanto meno non sapeva tutto, in fondo, da parte di uno che avesse l'ardire di chiamarsi Sekhmeth, come si poteva pretendere l'Asia? The africano, da parte di un apologeta dell'Africa stessa? O forse, com'era sempre stato, l'Egitto non era Africa, e quindi il discorso era ancora differente, ed il The una semplice parentesi, qualcosa di nettamente smarcato, e non un riferimento incrociato ennesimo a quella stessa Africa. Quasi una nuova accusa, silente, garbata, ma pur sempre un'accusa. L'Africano, che dava del cornuto all'Asiatico? Oppure stava semplicemente correndo troppo, cercando di leggere tra le righe, quanto in realtà non era mai stato scritto? Puntualmente l'argomento stava emergendo, inesorabile emergeva dalle acque, quasi evocato, da singolari arte arcane, era arrivato, soltanto pensato, nominato, era stato sufficiente, a spingerlo sino alla superficie. Ed era lì. Indifferenza? Silenzio? Svicolare? Non era stata gettata alcuna accusa, in fondo. Avrebbe potuto tranquillamente aggirare l'ostacolo, prenderla alla lontana, e tenersene ben distante. Come avrebbe anche potuto gettarsi a capofitto nella diatriba, e rischiare di non uscirne, del tutto indenne, almeno personalmente. In fondo, le colpe che poteva vantare di aver avuto, non erano certo pubbliche, erano tutto fuorché quello. Se aveva lasciato per tempo gli incarichi a dei bambini incompetenti, come potevano infine fargliene una colpa? E c'erano pur sempre i motivi che l'avevano spinto alla partenza? Una meritata pensione, una pausa, un Otium letterario che dopo un'intera esistenza consacrata ad altro, era pur tempo che si prendesse. Che dovesse attendere l'oltre ad ogni costo? Il trapasso?
Una garbata guerra di sguardi, uno scontro al fioretto, non sarebbe morto nessuno, ma se uno doveva fare le domande che si sentiva in dover di fare, anche per non rendere del tutto vano il sacrificio di una sequoia, l'altro si sentiva del tutto motivato a svicolare il più possibile, nel maggior numero di modi pensabili. Le domande erano affascinanti a farsi, una volta fatte avevano già perso buona parte del loro fascino, e le risposte non reggevano, e non l'avrebbero mai fatto, il paragone. Lo lasciò concludere, il riferimento implicito a Mahoutokoro, divenne presto esplicito. A bomba, sull'argomento.


Vede, l'Asia è un continente incredibilmente grande, e vario, all'epoca dei fatti di Mahoutokoro, che come immagino sappia già era una Scuola giapponese, mi trovavo da poco in Cina. Le notizie dal Giappone, soprattutto in Cina, filtrano con una certa difficoltà, ed un certo ritardo, forti tensioni politiche sono in atto ormai da decadi, di cui in parte mi occupai per un certo periodo in gioventù. Le notizie che filtrarono in un primo momento furono allarmanti, anche secondo le logiche orientali, ma con il passare dei giorni la notizia andò lentamente con lo sgonfiarsi. Lei deve capire che la concezione stessa di Magia che vige in Oriente è radicalmente diversa dalla nostra, noi siamo moderati in tutto, anche nelle Arti Magiche, operiamo all'interno di limiti che ci siamo imposti nel corso del tempo, in una sorta di contratto sociale, i Maghi vivono segregati, per loro autonoma decisione, abbiamo reputato sconvenienti tutta una serie di branche, e le abbiamo gettate alle ortiche, preferendone altre, che probabilmente non hanno futuro, mi segue?

Sì, ecco, una risposta diplomatica, dove si lasciava intendere molto, ma non la risposta che il giovane si sarebbe evidentemente aspettato. Avrebbe insistito? C'era margine? Era già tempo di proseguire? Rimandare ancora il ristoro invitante offerto dalla tazza? Era pericoloso lasciarla in balia della zuccheriera in attività troppo tempo, il The avrebbe ceduto il passo ad una fanghiglia marroncina, simile a sabbie mobili?
Ecco, concludere.


Penso di aver già ampiamente dichiarato, che tra le altre ragioni che mi spinsero in Giappone, casualmente subito dopo i tragici accadimenti, vi erano anche squisite ragioni di studio. Come penso saprà, insieme ad altri amici e colleghi, sono uno dei massimi esponenti della Teoria sul Decadimento della Magia nell'Era Moderna, ed il Giappone, costituendo una notevole eccezione, almeno in apparenza, a tale Teoria, tale da precluderle il rango di Legge, mi costringe da ormai diverso tempo a lunghi felici soggiorni, anche presso colleghi della Mahoutokoro. Come penso di averle già detto, prima che mi dedicassi all'ambito più accademico, solo nell'ultima fase della mia esistenza, ho militato per la restante nel corpo diplomatico, in particolare in Asia, nell'interesse dell'Impero, e del Ministero della Magia, ciò mi ha permesso di creare una rete di conoscenze che sono andate consolidandosi negli anni, com'è normale che accada. Come le dicevo, per la peculiare foggia che Magia è andata assumendo nel corso degli anni in Oriente, manifestazioni di incredibile violenza, come la distruzione di una Scuola, o di un insediamento, non sono così incredibili come potrebbero invece suonare da noi, il rapporto che hanno con Magia è diverso, più selvaggio, più arcano, meno vincolato, e quindi incredibilmente più potente, ancora atavico. I risultati sono conseguentemente molto diversi dai nostri. Ma il succedersi di tali eventi è abbastanza frequente, tale da non destare eccessivo clamore, ed il più delle volte limitato nello spazio, e nel tempo, episodi circostanziati, esplosivi, ma che tendono a quietarsi in breve tempo.
Come già le ho detto, una volta che la notizia giunse in Cina, era praticamente quasi arrivata anche a Londra, ed il Governo può contare su mezzi più potenti per raccogliere le eventuali allerte attentati, che ritenesse attendibili, che non i gufo di uno Storico in pensione, concorderà con me. Prima della mia vacanza, come giustamente mi faceva presente, mi sono dimesso pubblicamente da ogni incarico, e per quanto possa sentire il peso di qualche senso di colpa, per quanto sia poi accaduto qui, immagino, che aldilà delle tragiche fatalità che sfuggano certo al controllo, i responsabili esistano, e vadano perseguiti con ogni mezzo.


Ora, già meno diplomatico.
Ma andava pur dato a Cesare, quello che era di Cesare.
Qualche incompetente c'era stato, ed era tempo che pagasse.
Prima o poi.
Un modo di fare squisitamente mediterraneo, l'insabbiamento.
Non era stato nessuno.
Cause di forza maggiore.
Certo.
Il The.
Era tempo di un The.

 
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19 replies since 9/1/2015, 22:16   366 views
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