Five O' Clock

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Ignotus Albus E. Peverell
view post Posted on 5/2/2015, 00:26 by: Ignotus Albus E. Peverell
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Scopro Talenti, Risolvo Problemi

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Non l'aveva soddisfatto. Lui lo sapeva, e lo sapeva anche il giovane. L'avrebbe saputo anche Minerva, se solo fosse stata lì. Ma non c'era. Un test? Avrebbe piegato la testa? Silente, e tacito, avrebbe proseguito, come se nulla fosse, prendendo la via della seta, ed andando oltre con una nuova domanda? O qualcosa sarebbe scattato nel subconscio, tale da non poter essere fermato? Che non provasse gran simpatia per le interviste doveva averlo ormai colto, o che avesse frainteso? Poteva anche darsi. Che mal tollerasse la di lui presenza? Se si fossero scambiati i ruoli, cos'avrebbe pensato? Cosa sarebbe stato spinto a pensare? Con diverse decadi di anni in meno, quanto radicalmente sarebbe mutato tutto? Avrebbe osato lo stesso? Probabilmente no. I tempi erano cambiati. Certe libertà non se le sarebbe prese nemmeno con suo padre, figurarsi con un professore. Ma non tutti i cambiamenti, venivano per nuocere. La situazione era cambiata, e tanto valeva prenderla per quello che era diventata. Era tornato a sorseggiare il The, a sorsi morigerati, centellinandolo, come le parole del giovane, lasciandole scivolare, parimenti divertito, ed interessato, dalla furia covata che graziosamente emergeva, veniva in superficie. Arroganza? Era un problema di arroganza, o era altro? Gelosia intellettuale? Cosa covava tra le ceneri, che non era ancora venuto a galla? Eppure ci stava riuscendo, era solo questione di tempo, lasciarlo andare, lasciargli corda, allentare la gomena, lasciare che si spingesse ancora un poco al largo, prima che la galea prendesse definitivamente fuoco, animata da sentimenti belligeranti, istigata da un imprevisto incidente con il fuoco greco, l'arma destinata agli infedeli, che le si ritorceva all'ultimo contro? Un tragico epilogo? Qual era il destino della filippica del giovane?
Una decisione. Aveva dato la sua parola. Era inequivocabile. E ci stavano andando dritti a sbattere. Tanto valeva metterlo sul tavolo, ed aggirare l'ostacolo? Ormai aveva ottenuto quello che voleva, tirare ulteriormente il gioco, alimentare ulteriormente l'incendio? Avvisare i soccorsi di tenersi pronti? Oltre un certo limite, non era possibile andare, checchè se ne volesse, dicesse, ed ambisse, il limite era tracciato. Una riga, retta, invalicabile. E non l'avrebbero passata. Se era davvero così ricco di buon senso, ed acume, era giunto il momento di metterlo alla prova.
Sorrise, e non era cortesia, poggiando la tazzina prima sul piattino, a mezz'aria, tenuto dall'altra mano, e poi il tutto sulla scrivania.


Dunque Mr Sekhmeth, mi consenta di essere il più franco possibile con lei. Ho accettato questa intervista, pur detestandole io con tutte le forze, perchè la reputo essere una persona intelligente, degna della mia attenzione, e del mio tempo. che come le ho già detto, essere prezioso. Ciò nonostante, ho dato la mia parola a diverse persone, tra cui la Preside, di non trattare determinati argomenti con i miei Studenti, fin tanto che ricoprirò la Cattedra di Storia della Magia, ed allo stato attuale delle cose, lei prima che Giornalista, è un mio Studente. Capirà quindi che la nostra conversazione abbia dei limiti, molto precisi, e vi siamo anche molto prossimi. Da ultimo, ma non ultimo, ho deciso di fidarmi di lei, non tutto quello che le dirò è bene che diventi di dominio pubblico, lascio a lei il compito di secernere l'uno dall'altro, il molto nobile ed illustre Casato dei Peverell ha un'onorabilità da difendere e preservare immacolata ad ogni costo, e qualora fosse necessario saremmo pronti a qualsiasi azione, anche di natura legale, per mantenerla tale.

Il peso marmoreo di quelle che non erano certe leziose parole, era di gran lunga controbilanciato dal tono pacato, ed ironico, e dal viso disteso, e rassicurante. Per quanto suonasse come una minaccia, aveva più il tono di un tacito riconoscimento, ed un bonario monito, a quanto fosse seguito, eventualmente, in un secondo tempo. In fondo, l'intera faccenda, era stata delegata alla piuma del giovane, ed al suo rotolo di pergamena, facessero un po' loro. In fondo, i Giornali andavano e venivano, farne chiudere uno, a seguito di un'annosa battaglia legale, era sì una triste Storia, ma sarebbero sopravvissuti quasi tutti, meno che il Giornale stesso, certo. Dalle ceneri, qualcuno sarebbe tornato, ed il testimone sarebbe stato trasmesso, senza colpo ferire. Il trapasso era qualcosa di tranquillo, sereno, inevitabile. Forze inimmaginabili erano trattenute oltre la cataratta, attendevano un gesto, per inondare i tribunali di ricorsi. Aveva un che di già sentito, ma poteva sempre risuccedere. Dopo un tragico seppuku, sembrava che il malaugurio dovesse imperversare ad ogni costo a quelle quote?
Ma era tempo di proseguire. Il giovane voleva delle risposte, e forse era anche tempo di dargliene, almeno una parte. Certo, l'annosa questione dei limiti. Ma si sarebbe potuto fare. Con un po' di ginnastica. Un po' di abilità, un passo qui, uno là. Avrebbe lasciato a lui poi di sbrogliare la matassa, come l’avrebbe fatto uscire? Poteva anche dimostrarsi divertente, in fondo. Avrebbe apprezzato?


Non sia troppo affrettato nei suoi giudizi, Mr Sekhmeth, probabilmente quando avevo vent’anni avrei reagito con sgomento alla notizia, come ha fatto lei, ma alla mia età, ho il dispiacere di stupirmene meno. Come già le ho detto, e come probabilmente sapeva, sono un noto Teinomane, ed un Bibliofilo, probabilmente invece non sa che sono anche un collezionista di armi, in prevalenza bianche, ammetto, e soprattutto alabarde. Durante i miei anni in Oriente, al servizio dell’Impero Britannico, mi sono anche dovuto sporcare le mani, sedare rivolte, districare affari non sempre puliti, intende? Avevo un certo talento nel farlo, il che mi valse una certa reputazione, ed avevo già un nome, che in determinati ambienti può fare comodo. Mio padre aveva combattuto in Africa, durante le Guerre Boere, non potevo essere da meno, per quanto se avessi potuto liberamente scegliere, probabilmente avrei fatto altro. Sono fatti che hanno un loro peso, volenti o nolenti agli ordini si obbedisce, un Impero non si regge sul buon senso dei suoi rappresentanti.

Una piega inaspettata. Non poteva aspettarselo, eppure stava ricevendo una signora risposta, più di quanto in fondo fosse previsto dalle sue più rosee aspettative. E forse anche oltre. Il Vecchio proseguiva, ora stanco, ora fermo, un ricordo cedeva il passo all’altro, un volto all’altro, era passato molto tempo, del resto, quanti anni? Le Guerre Boere, come dovevano suonare alle orecchie di un giovane dell’ormai tardissimo XX secolo? Ne serbavano ancora il ricordo? Si era già perso? Erano ieri, eppure, era già quasi trascorso un secolo. Ed ecco, il Ministero della Magia Britannico. Una parte del problema era lì. Come poteva non esserlo? Il Castello era sotto la sua responsabilità. Dov’erano? Dove si erano cacciati? Dormivano? Scappatella al mare? A sciare?

Ha ragione, la strage di Mahotokoro è stata la sublimazione, imprevista da tutti, di una serie di attacchi su scala minore, di impatto mediatico insignificante, anche per il prodigarsi in tal senso delle Autorità competenti, ma mi permetta di tornare sulle proporzioni. Per quanto io resto indubbiamente un vecchio oscuro cinico e calcolatore, per le dimensioni della Cina, un migliaio delle nostre vittime, che sono indubbiamente una cifra cospicua, per i loro standard, in proporzione, dovrebbero essere un milione. Riesce a pensare un attacco che coinvolga, anche senza ucciderle, un milione di persone? Del resto, il sacrificio di un migliaio di sigillatori è stato un prezzo pagato con leggerezza, per l’incolumità di milioni di innocenti. Riesce a pensare a cosa sarebbe successo se l’attacco si fosse verificato a Shangai, o Pechino? Quelle sì che sarebbero state milioni di facili vittime, che sono state però evitate abilmente, ad un costo sopportabile. La gente mormora, ma a prestarvi troppo orecchio si fa più male, che bene, come del resto, in Cina, ciò che viene scritto e lasciato filtrare, è esclusivamente perché autorizzato dalle Autorità. Nulla avviene per caso, nessuna fuga di notizie. Per tutta la durata della crisi, se così vogliamo definirla, la libertà di movimento di noi stranieri, ospiti graditi, era stata limitata alla sola Pechino, il che mi andava benissimo, ho anche trovato questo servizio da The, e mi costrinsero anche a rimandare la mia partenza per il Giappone di diversi mesi, prima che tutto non fosse chiarito.

Ed ecco la chicca. Tenuta pazientemente da parte, evitata con una certa innata abile agilità, pronta a denotare all’ultimo? No, in fondo, anche quello doveva essere prevedibile, almeno in parte. I Golem erano davvero così remoti, o semplicemente era tutto frutto di un malinteso, un piccolo errore di calcolo, che per quanto banale, era anche piuttosto critico, e dirimente ai fini del racconto? Evidentemente il tutto andava a cozzare con la fantomatica parola data, la quale era lì, spettatrice inamovibile, ed incontentabile. Minosse, pronta a invocare eterna e divina dannazione. Che il giovane tornasse ad armarsi di pazienza? Che dovesse farglielo presente, o l’avrebbe colto? Sventolò roteandolo pigramente l’indice destro, prima di riprendere, quasi a cercare attenzione, quasi per riprendere il filo del discorso, riannodandolo, dopo che gli era nuovamente sfuggito, lontano, verso quelli che erano ormai tempi remoti, di una Storia dimenticata.

Ora, devo chiederle di tornare ad avere pazienza, torniamo ai limiti di quello che posso, e non posso dirle. Come sa lei, e sanno del resto tutti, sono uno Storico, accanto a questo ho sempre coltivato studi di altro genere, che tra gli altri mi hanno spinto ad interessarmi anche ai Golem, ed alle loro apparizioni nella Storia, che sono di gran lunga più frequenti di quanto non possa pensare lei. Del resto, è un errore abbastanza comune, che nasce da un facile fraintendimento, come saprà la natura dei Golem è opposta a Magia, confrontarsi con uno di loro armati di bacchetta potrebbe non essere più facile che non armati di alabarda, per molti versi. L’essenza stessa del Golem è essere immune, refrattario, e sfuggevole a Magia, il loro impiego su vasta scala è devastante, ed i sopravvissuti pochi, facilmente piegabili dal resto delle truppe. Solitamente la funzione dei Golem è sfondare la linee, seminare il caos, ed aprire le porte alla disfatta, mi segue? Questa serie di ragioni solitamente spingono a prevalere chi li mette in campo, il quale non ha alcun interesse a tramandare ad altri di averli impiegati, mentre lo sconfitto non è più in condizione di raccontare molto. Da ultimo, proprio la loro essenza sfuggente, li tiene ben lungi da qualsiasi radar magico, spingendo a credere che non vengano più impiegati dal tempo che crede lei.

Un ultimo affondo, ed era fatta. Iniziava ad avvertire una certa generalizzata spossatezza, l’ugola inaridita, il The lì innanzi che burlava di lui, pavoneggiandosi, di quella sua nea inattaccabilità. Ma l’avrebbe presto vinto. Era questione di pochi attimi. Il Trionfo.

Vede, ho avuto modo di vedere in azione più volte il potere distruttivo dei Golem, come avrà saputo forse da una sua collega, che l’ultima volta era Ateniese, i miei studi si servono di un’ampia gamma di libri, non tutti propriamente… ortodossi? Ecco, capirà quindi il mio mancato stupore per almeno questa parte della Storia. Fatto sta che se avessi anche solo pensato che la successiva tappa fosse stata Hogwarts, sarei tornato. Per quanto lei possa credere di essere la parte offesa, ad aver perso amici, e colleghi, non è il solo, mi creda.

Era decisamente sufficiente.
Era tempo di tirare un respiro.
Era tempo di un The.

 
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19 replies since 9/1/2015, 22:16   366 views
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