Five O' Clock

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Horus Sekhmeth
view post Posted on 27/4/2015, 16:26 by: Horus Sekhmeth
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Horus R. Sekhmeth

~
BKGhiFR
E se su Tassorosso, oramai, erano più che concordi —come non avrebbero potuto esserlo, d'altronde?—, c'era una questione assai più pressante che in un certo qual modo, aveva animato entrambi, senza però fuoco e fiamme visibili. Horus rimase in silenzio, osservando dapprima il professore riprendere la propria postazione, e poi il curioso e bislacco servizietto da tè dare il via ad una sorta di maratona, teiera in testa e zuccheriera alle calcagna. Il premio? L'onore di aver servito per primi, ovviamente. Nonostante fosse una gara alquanto interessante, per Horus fu difficile allontanare lo sguardo da Ignotus e per questo lo osservò con attenzione, captando a malapena i movimenti di ciò che lo circondava. Golem tradizionali e Golem runici: due specie particolari, due abilità e due ingegni umani che differivano tra loro, si completavano e compensavano l'uno la mancanza dell'altro. Era difficile contraddire il docente e, sebbene il suo discorso non facesse una piega, al Tassino sembrò chiaro che vi fosse ancora una punta di scetticismo, nascosta fra quella o quell'altra parola. Del resto c'era così tanto Mistero nella Storia, così tante cose ancora sconosciute —persino ad una persona come Sir Ignotus Albus Edward Peverell—, che l'idea di un Golem diverso dagli altri non doveva essere poi così astrusa no? Soprattutto se i racconti provenivano da una fonte attendibile. O forse, l'esperienza di Horus non era abbastanza? Il ragazzo decise che non gli interessava. Le nozioni esposte dal docente, in ogni caso, erano comunque un buon materiale su cui partire, qualora avesse voluto indagare sul potere runico applicato alla Magia Arcaica. Si limitò, quindi, ad allungare una mano verso la tazza, nuovamente ricolma di tè, e ad annuire, proferendo un calmo: « Capisco la vostra posizione e il vostro punto di vista, professore. »
Horus sorbì un caldo, rinfrancante sorso, che scivolò così piacevole ad allietare la gola arsa che fu difficile separarsene per dire ancora:
« E se me lo consentite, spero tanto di non doverne mai più affrontarne uno, parola mia! » Le labbra si stiracchiarono in un lieve sorriso, prima di incontrare ancora una volta la tazza.
Ma quando sentì ciò che Peverell asserì, nominando Mya e una presunta vicinanza e d'intesa con Lysander, ecco che il tè si trasformava in un potenziale strumento di morte e ci mancò poco che non andò di traverso ad Horus, sorpreso per quella rivelazione.
*Merlino ubriaco!*
Con cautela, espirò ed inspirò dal naso, ritrovando il corretto modo di respirare senza soffocare e abbassò la tazzina. Niente di quello scombussolamento interiore era trapelato —o almeno così sperava il Tassino— agli occhi dell'uomo e l'iniziale stupore per quella rivelazione lasciò ben presto il posto ad una simpatia più marcata per il docente —ce lo vedeva, effettivamente, amico di Lysander e a caccia in modi poco ortodossi di volumi antichi— e poi ancora, ad altra sorpresa per quella inaspettata —ma lieta— proposta.
La Scuola di Atene era stata nominata non solo dall'uomo, in qualche vecchio articolo del Profeta, ma era anzi giunta alle orecchie del Tassino come un'attività extrascolastica stimolante e "fuori dall'ordinario". Si era sempre chiesto cosa questo significasse, e certamente, se avesse saputo quanto Mya vi fosse stata implicata quando era in auge, avrebbe indagato più approfonditamente. Ciò che sapeva, tuttavia, era abbastanza per farlo sentire onorato e al tempo stesso, incuriosito da accettare positivamente l'invito del docente.

« Davvero mi scuso se ho dato l'impressione di accusarvi di mali pensieri. » Esordì, dopo un altro sorso di tè: ah, era già finito? Così in fretta?
« In realtà suppongo che voi siate, per la vostra passione e lavoro, davvero l'ultima persona che possa giudicare il mio lavoro, e quello della mia collega. Purtroppo però, a volte è capitato —e sono sicuro che Mr Lysander ve l'abbia raccontato o vi siate trovato Voi stesso in questa spiacevole situazione— di trovarci nel centro di fastidiose accuse dai cosiddetti... benpensanti, che ci additano come banali profanatori. » Horus si strinse appena nelle spalle, e il suo sguardo si fece tagliente per un solo istante, al ricordo di quelle idiote malelingue « Finché le intenzioni sono benevole e rispettose, nei confronti della Storia stessa, penso che l'ambizione nel conoscere, nell'esplorare attraverso le scoperte e gli oggetti del passato, non sia un male, anzi. E a questo riguardo, trovo preziose le informazioni che mi avete concesso riguardo i Golem tradizionali e alla magia Arcaica. Mi piacerebbe —e mi è sempre piaciuto, a dir la verità— conoscere non solo il lato... brillante, conosciuto della medaglia, ma anche quello nascosto, quello più di nicchia, quello che va vissuto per forza in prima persona per conoscerlo a pieno. » Convenne, trasportato da quei pensieri. Avrebbe voluto fare ancora decine e decine di domande, ma il tempo rubato era già abbastanza e quanto ancora stava abusando della pazienza del benevole vecchietto?
« A tal proposito, sono a conoscenza di Atene. Certo non nei dettagli, ma abbastanza per sentirmi onorato dalla vostra proposta e dalle vostre parole. » Sorrise, con sincerità, che quell'invito fosse stato fatto o meno per convenienza. Si rivolse per un istante anche alla splendida Fenice, e per lei il sorriso fu ancor più caldo. « E se Minerva è concorde, non vedo perché non beneficiare della sua benevolenza. Sarei molto lieto di far parte degli Ateniesi, sì. » Era finita lì? S'erano detti tutto? Ecco... non proprio tutto tutto.
« E... professore? Non voglio abusare ulteriormente del vostro tempo. Suppongo che se siate d'accordo potrei lasciarvi ai vostri affari. Non so davvero come ringraziarvi per il tempo concessomi, per il tè e per tutto quanto. Ma soprattutto, vorrei dirvi che vi ringrazio sentitamente per aver... soprasseduto, sul mio piccolo secondo fine e per il reale scopo di questo incontro. » Ecco, l'aveva detto: non aveva da biasimarsi più nulla. Non restava che attendere ciò che ne sarebbe venuto: un rimprovero, un congedo et convenevoli vari.

The Time you enjoy wasting is not wasted time.»

 
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