Appena oltre la coltre

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William Black
view post Posted on 30/1/2015, 17:21 by: William Black
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Serpeverde
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« Ciò che è interessante nelle filosofie è la loro assurdità. Presentano varie possibilità del mondo. Non occorre sceglierne una e accettarla, ma devono esserci. È un povero gioco quello che si accontenta di smascherarle tutte come assurde. Proprio l'assurdo è la cosa più importante: anzi, si potrebbe dire, quello che hanno di più vivo e vitale. »



Pungente come sempre, del resto doveva essere parte del suo fascino. La caposcuola si permise persino di ammonirlo per non aver fatto troppe domande e per essersi limitato a seguire le direttive impartitegli. Poi si esibì in uno sproloquio di cui William capì ben poco, gli parse fin troppo confusionario, forse le ronde notturne avevano cominciato a darle alla testa. Non voleva che il suo neo-prefetto perdesse tempo in faccende inutili quindi aveva deciso di accompagnarlo a fare le presentazioni col docente di storia? Se questo aveva senso per lei...
*Se non la conoscessi, direi quasi che si preoccupa per me.*
Sorrise a quell'idea, sebbene assurda avrebbe gradito le attenzioni di Rose, si trattava pur sempre della caposcuola della sua casata, tra gli studenti la carica più elevata da raggiungere. Come se non bastasse lei l'aveva ottenuta da giovanissima, strappando lo scettro agli studenti Serpeverde di sesto e settimo anno. Indubbiamente, per meritarsi quella spilla la ragazza doveva aver dimostrato di essere un tipetto particolare e - in effetti - il denunciare il padre mangiamorte la metteva già su un piedistallo - persino agli occhi di William che, in fondo, ambiva a qualcosa di simile sebbene non si accontentasse di vedere suo padre marcire ad Azkabam.
Non rispose alle sue affermazioni, non in quel momento almeno. Preferì attendere il momento propizio, quello in cui lei non avesse modo di ribattere con la sua lingua biforcuta. Era quel tipo di ragazza che sapeva stare al gioco contrattaccando con un'ironia e una perfidia tale da metterlo in difficoltà, alle volte. Certo, anche quello era parte del divertimento, ma ora la sua attenzione era rivolta alla Scuola di Atene, dunque assestare il colpo definito alla ragazza si sarebbe rivelata la scelta più opportuna. La osservò dunque bussare alla porta, dunque le si avvicinò. Attese che il professore proferisse verbo e quando li invitò a venire avanti il neo-prefetto afferrò il pomello della porta dell'ufficio, si avvicinò ulteriormente alla ragazza e con un sorriso beffardo in volto le sussurrò all'orecchio.

« E privarmi della possibilità di un appuntamento con te? Giammai. »
E aprì la porta rapido, allontanandosi di un passo dalla ragazza, invitandola ad entrare per prima. Galante, infondo, lo era sempre stato. Solo dopo che questa fosse scivolata all'interno dell'ufficio William avrebbe fatto lo stesso, ponendosi al centro della stanza, proprio di fronte il docente. Come v'era da immaginare, l'intero ufficio era colmo di libri, vi erano librerie lungo tutte e quattro le pareti, manoscritti di ogni forma e dimensioni, grossi tomi e piccoli volumi. La stanza, ad una prima impressione, sembrava calda ed accogliente, uno di quei luoghi in cui è piacevole passare le giornate nell'ozio. Con quella visione in mente, il ragazzo non trovò eccessivamente stravagante il suo docente in vestaglia, benché la cosa lo sorprese visto l'orario. Del resto, erano le undici del mattino, il professore aveva già dato lezione in mattinata e a breve si sarebbe mosso per il pranzo. A meno che non avesse affrontato le sue lezioni in vestaglia v'era da immaginare che l'uomo si fosse cambiato per quelle due ore di libertà che aveva.
« Buongiorno professore, chiedo venia per il disturbo ma sia io che la mia caposcuola Rose siamo stati irrimediabilmente attratti dal suo annuncio in bacheca. »
Salutò con un inchino assai poco consueto, si chinò con la schiena il più possibile mentre il braccio sinistro scivolava dietro la schiena. Era tipico approcciarsi così con chiunque quando era di buon umore, nonostante fosse a conoscenza di quanto la cosa mettesse generalmente a disagio i suoi interlocutori. Dunque si raddrizzò, attendendo risposta mentre il suo sguardo continuava ad osservare l'ambiente che lo circondava. Gli arazzi persiani o di caccia attirarono subito la sua curiosità, da certe cose si poteva evincere la gigantesca passione per quell'uomo riguardo la sua materia. Era evidente che Peverell facesse quel mestiere perchè ne era appassionato. Eppure, la cosa che più suscitò l'interesse del ragazzo fu il meraviglioso esemplare di fenice che osservava con eleganza e compostezza i suoi movimenti. Non aveva mai avuto il piacere di esaminarne uno dal vivo e - avendo studiato recentemente le proprietà delle sue lacrime - quasi fu tentato dall'afferrarlo e portarlo via con se. Quasi.

 
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