Appena oltre la coltre

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Emily Rose.
view post Posted on 1/2/2015, 12:00 by: Emily Rose.
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Nemmeno per un istante Emily pensò di aver fatto la scelta sbagliata nel recarsi presso l’Ufficio dell’insegnante – e nel trascinare, con sé, il proprio Prefetto.
La gentilezza mostratale da Black - nel non aver dato voce alla pura verità consistente nel fatto che, fosse stato per lui, si sarebbe iscritto e basta, sperando di esser scelto tra gli aspiranti partecipanti – non sarebbe, tuttavia, passata inosservata.
Passò presto a domandarsi quanto strano potesse sembrare, agli occhi di Peverell, la loro visita. O non erano stati gli unici? Quanti erano giunti lì con le loro medesime domande e curiosità? Quanti con una scusa? Non era certo argomento di interesse per la Caposcuola, la quale, indecisa in un primo, dibattuto, momento, stava cercando di unire l’utile al dilettevole: cosa più importante, avrebbe cercato di capire se, quel Club dal nome per nulla trascurabile, potesse meritare la sua attenzione, avrebbe messo maggiormente a fuoco la figura dell’imperturbabile e, fin troppo, impetuoso Black, ed avrebbe fatto la conoscenza di uno dei più stimati professori del Castello.
Accettò di buon grado l’invito a sedersi, apprezzando la galanteria del compagno e raggiungendo la comoda poltroncina alla sinistra del Docente, dinanzi a lui.

Del the andrebbe benissimo, la ringrazio.
Si limitò a rispondere, seguendo con lo sguardo il movimento del legnetto di Quercia che, con un leggero tocco, offriva protezione a quel che doveva essere un importante pezzo da collezione (e studio). In seguito, udendo il Serpeverde al suo fianco richiedere, con garbo, la ‘sua’ medesima bevanda, accennando ad una di quelle celebri (e celeri) dicerie che passavano di bocca in bocca, da studente a studente, la ragazza dai capelli vermigli sorrise appena, un sorriso leggermente enfatizzato nell’udire il Signor Peverell dare dell’adepto di Godric al suo Concasata. Un semplice errore non voluto? Forse un lapsus? In qualunque cosa quell’affermazione consistesse, Emily non ci badò più del dovuto, prestando maggiormente attenzione a ciò che William avrebbe proferito al riguardo e sperando che non fosse il tipo da farsi coinvolgere emotivamente da simili etichettature. C’era da dire, tuttavia, che il Consacasata era ancora uno studente dalla tenera età: quanti piccoli scontri nati da discussioni su quale Casata fosse migliore dell’altra, aveva dovuto sedare? Fin troppi. Tanti da averne la nausea.
Notò il sorriso stizzito, confidando che una probabile reazione sbagliata, da parte del ragazzino, dinanzi a quel semplice convenevole, si fermasse a quella semplice espressione facciale. Fortunatamente fu proprio così e nonostante la giovane Rose desiderasse conversare con l’insegnante, dovette “subirsi” la rapida risposta dello stesso Black, il quale, a tratti presuntuoso, esponeva le sue motivazioni senza sapere che la sua Caposcuola non ne condivideva alcuni punti. Doveva quindi smentirlo davanti all’insegnante? O aspettare che prendesse quest’ultimo la parola?
In un apparente momento di indecisione, indietreggiando di poco con la schiena ed invertendo la posizione delle gambe, accavallandole in modo contrario al precedente, Emily decise di rispondere al Docente prima ancora che quella conversazione si limitasse al semplice botta e risposta degli altri due presenti o, peggio ancora, al mero monologo del suo compagno (che restava, comunque, non di scarse basi). Inoltre, avrebbe solo fatto la parte della saccente (o presunta tale) e non era lì per quello – anche se doveva ammetterlo, amava smentire gli altrui discorsi, soprattutto quando peccavano di presuntuosa sicurezza.

Immagino che Lei abbia ragione. La curiosità è, dopotutto, un’arma a doppio taglio. Ma se la curiosità intellettuale viene unita ad innata sensibilità, forse c’è salvezza.
Asserì Emily, nel momento in cui sentì fosse giusto prendere in mano la parola (e la situazione). Accompagnò le parole con un sonoro ma educato sorriso volto ad enfatizzare la teatralità della sua ultima ipotesi. Aveva più volte pensato che la curiosità l’avrebbe fatta, letteralmente, uccidere ma, nonostante tale primo timore, aveva sempre finito per considerarla più una virtù che un difetto. Le persone curiose tendono, molto più di altre, ad indagare ed ad imparare. La conoscenza acquisita è un propellente straordinario per una curiosità finalizzata ad apprendere e per coloro che sanno - e son consapevoli di quello che non sanno, fermare il desiderio di imparare è un impresa assai complicata.
*La curiosità l’appetito della Conoscenza*, si disse senza proferirlo, non volendo concentrare il discorso su una simile argomentazione.

Vede, accetto senza problema alcuno o timori, la triste presenza di grandi lacune in ciò che è il derivato dei miei studi, scolastici o meno. Ma con più gioia, accetto il fatto di poterle riempire. Ha affermato, nel suo avviso in bacheca che la Scuola di Atene vorrebbe riunire studenti appassionati dei “Saperi del Passato”, mi consenta di citarla, “guidandoli verso una loro più intima e vera comprensione, attraverso un approccio innovativo”. Mi chiedevo, per l’appunto, in cosa consistesse tale approccio e se, proprio questi, potesse aiutarmi nell’intraprendere la strada di una nuova Conoscenza, quella intellegibile, concettuale e che altre attività di questa Scuola non possono offrirmi.


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