Appena oltre la coltre

« Older   Newer »
  Share  
William Black
view post Posted on 2/2/2015, 02:59 by: William Black
Avatar

Group:
Serpeverde
Posts:
1,771

Status:


Quella era la seconda volta che il giovane aveva l'occasione di affrontare un colloquio formale con uno dei docenti seguendo vicende che andassero oltre le mere argomentazioni scolastiche. Il primo episodio vedeva come protagonista la professoressa Lancaster, con cui aveva avuto modo di confrontare i suoi pensieri riguardanti le paure insite nel profondo dell'animo umano, attraverso la rappresentazione del Molliccio. In quell'occasione William aveva avuto modo di sbizzarrirsi, più e più volte aveva plasmato frasi che lasciassero intendere una certa propensione per il lato oscuro, del resto, era una materia strettamente connessa al concetto. Avrebbe voluto fare altrettanto anche in quella seconda occasione, mostrarsi curioso di certe pratiche, specie quelle riguardanti l'Egitto, la resurrezione dei morti, le pratiche proibite. Questa volta vi era però un'intrusa, la caposcuola con cui aveva già avuto modo di scambiare due chiacchiere in privato. Sebbene sentisse di averla già inquadrata sufficientemente, non riteneva opportuno trascinarla in conversazioni che potessero metterla in qualche modo da parte: erano entrambi protagonisti in quella vicenda. Per una volta, il giovane dovette accontentarsi di rimanere allo stesso livello di altri, senza spiccare, non per argomentazioni almeno. Vii era però un lato positivo: di certo avrebbe avuto modo di studiarli entrambi, se avessero iniziato a filosofeggiare così come immaginava di certo ne sarebbe uscito fuori qualche importante dettaglio e, con esso, qualche conclusione da trarre.
Leggermente entusiasta a fronte di quella considerazione, Black rimase imperturbabile nell'ascoltare l'ironia del docente circa il giro di scommesse relativa alla passione per il tè. Sebbene incuriosito - più che altro da come la cosa fosse strutturata - non era interessato a partecipare, il gioco d'azzardo non lo aveva mai entusiasmato, in nessuna delle sue forme. Ad affascinarlo, invece, fu l'agitarsi del servizio da tè del professore che - ad un suo preciso ordine - si mosse al fine di preparare la bevanda richiesta. Non lo diede a vedere ma fece fatica ad attendere che fosse Rose la prima a servirsi, non vedeva l'ora di provare tanto che, quando giunse il suo turno, non esitò.

« Una tazza, uno di zucchero. »
Preferì imitare l'insegnante nella scelta dello zucchero. Per quanto ne sapeva, i cultori del caffè insistevano nel ribadire quanto lo zucchero nella bevanda mascherasse l'aroma dei chicchi. Non sapeva se la cosa fosse o meno relativa anche alle miscele di tè e, visto che l'esperto in quel caso era il docente, era meglio affidarsi a lui. La teiera si mosse lesta, elegante nei suoi movimenti, riempendo la tazza quanto bastava; la zuccheriera invece sembrò quasi irritata nel dover servire qualcuno che non fosse il suo padrone abituale. Il giovane però non vi prestò troppa attenzione, troppo intento ad ascoltare anche la risposta della concasata, di cui si era quasi dimenticato, a dire il vero.
*Innata sensibilità? Non mi sembra il tuo caso.*
A parte quella minuscola postilla, il discorso della ragazza filò liscio come l'olio. Aveva centrato il punto e con un'ottima capacità di sintesi per giunta. Del resto, William si rivedeva particolarmente in quella considerazione: affamato di sapere sperava di trarre il massimo dalla sua esperienza ad Hogwarts e, se le lezioni non bastavano, era suo interesse scovare attività meritevoli della sua attenzione. La ricerca era parte stessa della curiosità, nonché una strada tortuosa, meno delineata, su cui inciampare di buon grado in preziose nozioni di vita.
Giunse poi il turno del docente, il quale rispose ad entrambi. A quanto pare si trovava d'accorto - in buona linea - su quanto detto dal giovane, cosa che lo compiacque, quasi costringendolo ad esibire un lieve sorriso. Il discorso scivolò poi lungo le questioni che vedevano le materie evolversi o, in alcuni casi, involversi seguendo lo sviluppo naturale della moralità. I volti cambiavano e con essi anche i presupposti di base; un ragionamento che - per ovvi motivi - poteva fare solo un uomo che aveva visto con i suoi occhi quel castello mutare nel corso degli anni.

« Purtroppo non conosco gli obiettivi che le cattedre del passato si ponevano nel formare gli studenti ma posso dirle che, nell'anno in cui sono stato qui, ho avuto modo di constatare che ogni materia avesse qualcosa da offrire, oltre ai meri argomenti trattati, si intende. Sono espedienti che ho gradito, sottigliezze visibili agli occhi di pochi, il che mi permette di distinguermi. Per questo le apprezzo, così come io abbia apprezzato la sua volontà nel lasciarci riflettere, permettendoci di giungere alle nostre conclusione senza prima influenzarci con le sue. »
Si era quasi dimenticato del tè, era lì che lo aspettava e lui non lo aveva ancora sorseggiato. Aveva concluso dunque perché indugiare? Afferrò la tazza con la destra e la portò presso le labbra. Prima di sorseggiarla preferì annusarne l'aroma, avvertendo una certa nota agrodolce che non gli dispiacque, solo dopo si decise a poggiare le labbra sulla calda ceramica, bevendone il contenuto. Delizioso, un'ottima miscela senza dubbio, per quanto potesse capirne lui. Intanto il discorso proseguì, sempre da parte del docente, ma questa volta in direzione della sua compagna di casata. Di quel discorso lo colpì il modo in cui il professore sembrò affermare che vi fossero docenti fin troppo giovani all'interno del castello. il suo primo pensiero andò alla professoressa Lancaster, indubbiamente giovanissima, tanto da lasciar pensare avesse appena concluso gli studi. Ma era davvero così importante l'età, almeno per quanto concerneva determinate materie? Per William alcune cattedre necessitavano uomini saggi, altre di uomini muniti di grande esperienza, altre ancora colmate da una figura la cui propensione per la materia fosse semplicemente innata. Probabilmente Peverell, per quella cattedra, era particolarmente adatto. Forse lo stesso non si poteva dire per la Lancaster. Quanti scontri poteva aver affrontato una ragazza tanto giovane, infondo?
Infine la conclusione del discorso, ciò che doveva essere la parte più interessante: la risposta ai dubbi dei due Serpeverde. Lì il discorso gli parve fumoso, gli sembrava di aver ascoltato tante parole senza però aver recepito alcun messaggio. Che fosse parte del gioco anche quello? Forse il professore voleva, di proposito, nascondere le informazioni riguardanti il corso tra le righe di ciò che aveva detto. Del resto, se davvero la Scuola di Atene non era un club per tutti, il professore doveva in qualche modo selezionare chi fosse in grado di acuire la mente, avendo cura dei dettagli, notando il particolare. Il giovane rimase freddo come al solito ma era entusiasta della cosa. Abbandonò l'idea che il tempo era poco e che non bisognava perdere tempo, avrebbe volentieri partecipato al gioco del professore, se questo era ciò che desiderava. Del resto - testuali parole - Atene non era per tutti e William era molto ambizioso: quel monito bastava ad accendere in lui la fiamma della sfida. Prese un altro sorso di tè e si preparò a replicare. Una luce nei suoi occhi smeraldini delineava una rinnovata volontà di trattare l'argomento, questa volta prendendosi il tempo necessario, senza dar nulla per scontato.

« E' proprio questo il punto, professore. Ciò che cerco ad Hogwarts nelle mie attività extrascolastiche è esperienza. Non mi fraintenda, non parlo solo di esperienza fisica quanto anche quella relativa alla mente, la conoscenza. E' mio interesse mettermi alla prova, valutare le mie capacità e scoprire i miei limiti. Affiancarmi a chi, come me, ha un occhio di riguardo per la cultura, le nozioni - per citare la mia concasata - sete di conoscenza. Voglio vivere la storia in prima persona, guardarla dal mio punto di vista, analizzarla e rielaborarla. Solo così potrò capire come farne realmente parte. »
L'ultima frase altri non era che la chiave di lettura. Il principale interesse del giovane era quello di distinguersi, arraffare tutta la conoscenza che riusciva a trovare lungo il suo percorso, farla sua al fine di elevarsi quanto più possibile sopra chiunque altro. Solo conoscendo tutte le strade possibili avrebbe potuto dedurre quale fosse la più conveniente da intraprendere al fine di giungere ai suoi scopi. Non gli importava né di Rose né del docente, loro erano utili solo nella misura in cui fungevano da metro di misurazione per la sua preparazione. Quello che si era prefissato, l'idilliaco concetto di elevarsi al ruolo di Dio, era un percorso per pochi eletti. Lui sentiva di farne parte ma per raggiungerlo avrebbe dovuto sudare più di chiunque altro. Se non si fosse dimostrato all'altezza né della sua caposcuola né del suo docente di storia allora sarebbe stato inutile provare a priori.

 
Top
15 replies since 29/1/2015, 17:38   280 views
  Share