Appena oltre la coltre

« Older   Newer »
  Share  
Emily Rose.
view post Posted on 2/2/2015, 23:30 by: Emily Rose.
Avatar


Group:
Dipendente Ministeriale
Posts:
4,865

Status:





Ancora una volta seguì con attenzione le parole del Docente e, ancora una volta, poneva sotto la lente d'ingrandimento quelle del giovanissimo studente al suo fianco. Questo le concedeva tempo per pensare, valutare e trarre conseguenze.
Le pallide iridi erano ferme sulla figura dell'uomo, seguendo l'andatura armonica dei suoi discorsi, fatta di pause misurate ed intervalli di sguardi, rivolti a lui, rivolti a lei. Non che le interessasse molto il discorso relativo alla cattedre di Hogwarts, troppo fermo sulla superfice e monotono, per i suoi gusti. Se però avessero potuto entrare nei dettagli, allora sì che le sarebbe piaciuto restare sull'argomento. Ma forse ciò che avrebbe meritato la sua attenzione, per citare il professore, non avrebbe goduto del favore della Preside e quindi, era certa, non se ne sarebbe parlato, non tra le mura di quella stessa scuola ove Peverell aveva ripreso ad insegnare da poco.
Lo seguì comunque nel suo ragionamento, distraendosi solo per un breve istante quando, trotterellando senza esser richiesta, la zuccheriera molesta fece capolino nel suo campo visivo, pronta a contaminare l'infuso della fanciulla con gesto veloce ma, probabilmente, proprio nel tentativo di agire prima ancora di essere fermata, sgarbato, facendo traboccare la divina bevanda dai bordi della fine tazza di porcellana, macchiando il vetro da poco evocato - e per fortuna di Peverell, non il Codice oggetto di studi. Tentando quel che, in pochi secondi, poteva sembrare impossibile, Emily allungò il braccio, piegando la sinistra in quel che voleva essere un tacito segno di arresto. Per tutta risposta, la zuccheriera si fermò, lasciando credere all'ospite di aver inteso il gesto, per poi prendersi gioco di lei e... "Pluff", lasciar cadere una zolletta di zucchero nel the. La Caposcuola osservò il dolcificante toccare il fondo, perduto per sempre.
La contaminazione era avvenuta e l'artefice indietreggiava felice (almeno s'immaginava lo fosse, impossibile dirlo con certezza).
Dunque, mademoiselle Rose...
Nonostante spettatore triste di quella piccola dimostrazione di spregevole ribellione, la fanciulla non aveva, nemmeno per un istante, smesso di ascoltare il Professore. Meno concentrata, forse, ma di sicuro rispettosa - non per nulla ci avevo rimesso una zolletta di zucchero nel the.
Riportò lo sguardo argenteo su di lui, consapevole che stesse per tornare su ciò che più le premeva ascoltare. Fu solo quando Egli poggiò la tazza sulla magica protezione che fungeva, al contempo, da tavolo che Emily prese tra le mani fredde la propria, soddisfatta dal non trovarla bollente ma calda al punto da provare piacere in quel contatto.

L'importante è che io non mi illuda di sapere ciò che non so. Prima ancora di commettere il guaio peggiore, sfociando nell'ignoranza, commetterei quello minore, cadendo nel ridicolo.
Si lasciò andare ad un ulteriore, misurato e sonoro sorriso. Sì quello poteva essere un rischio da non sottovalutare, non per lei.
Così come, immagino, dovrà porre fiducia nei suoi allievi, quel tanto che basta per lasciar loro le redini, i più scaltri dovrebbero capire se sia il caso di porre fiducia in chi risulta essere l'artefice di tale atto. Vede se dovessi esser qui spinta dal semplice amore per la Conoscenza, sarei una di quelle persone che la pregherebbe, con tutti i mezzi possibili, di rendermi partecipe. Ma fortuna vuole che non sia così - in realtà dubito che ci siano individui di tal genere tra coloro che provano vera passione per il Sapere - ed è per questo che tendo a confrontarmi con chi ho dinanzi, persino adesso. Non che io voglia mettere apertamente in dubbio le sue capacità, non avrei comunque elementi per farlo, si può dire che questa è la prima volta che ho occasione di conversare con lei più di quanto il semplice corso didattico, con i suoi argomenti, permetta. Ma proprio il fatto che io debba concentrarmi più del dovuto, andando al di là del mio usuale sforzo di cognizione, per arrivare alla comprensione del mio interlocutore, dice qualcosa. Ciò che di interessante trovo alla fine di tale processo non può fare altro che donarmi piacevoli input per continuare il dialogo e spingermi a valutare, seriamente, il desiderio di frequentare la Scuola di Atene.

Fece una pausa, minima, in modo da non lasciar intendere che fosse la fine. C'era altro da dire ma doveva continuare a misurare le parole per non cadere nel pericolo di essere fraintesa. Il flusso di pensieri era incontrollabile e doveva cercare di tramutarlo in esposizione logica utilizzando le parole adeguate, le pause giuste e la giusta enfasi. Non sempre il significato che noi diamo alle cose è lo stesso percepito dai nostri interlocutori, anzi, quasi mai. Per questo bisogna essere cauti, per questo bisogna utilizzare i concetti che possano evitare maggiormente una comprensione erronea di essi. Ma anche in quel caso, ahimè, si corre un rischio. Forse era questa la ragione principale che portava Emily a studiare, paranoicamente, le persone con cui voleva o doveva, per forze di cose, intrattenersi. Una conoscenza, seppur superficiale dell'individuo con cui si entra in contatto ci permette di plasmare il nostro modo di esporci, piegarci od elevarci al loro livello, entrando in sintonia, stabilendo le basi da cui l'incontro, o lo scontro, deve, talune volte per necessità, prendere le mosse. Non che sia un metodo universalmente valido ma è, pur sempre, un metodo; e nemmeno sempre funzionante, appunto: ci sono persone con cui parlare, alla fine, si riduce ad un mero spreco di tempo.
Immagino che il semplice esser qui, sia una forma di conoscenza: non tutti possono entrare nel suo Club, credo che questo sia evidente. Riuscire ad entrarvi o il suo opposto ovvero, dal mio punto di vista ,il fallimento darebbe vita ad una serie di domande sulle proprie capacità e limiti non indifferente. E come io son qui per valutare il referente della Scuola, Lei è dall'altra parte per giudicare i possibili partecipanti. Nulla su cui io possa proferirmi contraria, a dire il vero. La legge della selezione, infondo, esiste da tempi immemori e ha sempre portato ottimi risultati - eccezioni che confermano la regola concesse.
Lei può rappresentare un buon tramite per mezzo del quale la Storia riesce ad offrire ottimi stimoli. Il resto, come ha ragionevolmente affermato, dipende da noi. Spero dunque di essere uno di quei soggetti in grado di percepire questi stessi stimoli con l'acutezza e l'intensità necessaria per far parte della sua elite di pochi scelti. Come ho detto prima, se alla curiosità si aggiunge un'innata Sensibilità ... Forse c'è salvezza.




 
Top
15 replies since 29/1/2015, 17:38   280 views
  Share