| L’imperfezione è bellezza, la pazzia è genialità
Alice Lastrange 17 Anni - Mezzosangue - III Anno - Corvonero Stay hungry, stay foolish Sorrideva, Alice sorrideva felice tra le braccia di quel ragazzo. Si sentiva felice, serena come non lo era mai stata. E in quell'abbraccio, beandosi di quella pace interiore che la riempiva totalmente, fu felice di aver fatto entrare nella sua vita una persona come lui, lui che riusciva a farla sentire al sicuro, a suo agio. *Daddy* un ragazzo come pochi, divertente, intelligente, e poi era in grado di far sorridere Alice più di chiunque. Il che non era una cosa difficile in effetti, ma con lui era diverso, tutto con lui era diverso, straordinariamente folle ed unico. Come aveva fatto? La corvonero se lo chiedeva in continuazione, l'aveva tirata con se via da quell'oblio che l'aveva inghiottita, la luce in quel mare di oscurità di cui si stava circondando. La follia, ma al tempo stesso la semplicità di quel ragazzo, era aria pura per lei. E in quella strana stanza Alice era al settimo cielo. Si lasciò accompagnare vicino all'immensa vetrata che illuminava quella stanza, all'apparenza così disastrata. «Sai, per un momento ho pensato che non saresti venuta. Ho notato che anche i pupazzi di neve ti fanno la corte.» le parole del ragazzo arrivarono, come bombe a prima a mattina. Aveva avuto dei ripensamenti quella mattina, questo era vero, ma non perchè avesse qualcosa contro di lui, o per qualche complimento da parte di Derek, ma per paura di quello che sarebbe potuto succedere, paura di cadere di nuovo giù, rovinosamente, e non poteva rischiare, perchè non avrebbe avuto la forza di andare avanti. E invece era li, aveva calciorutoato via tutte quelle paure, quei pensieri così negativi, e aveva semplicemente lasciato che le cose andassero come sarebbero dovute andare. E aveva fatto decisamente bene, se non lo avesse fatto ora non sarebbe li. «Non sarei mai potuta mancare» rispose Alice, che avrebbe dovuto rispondere a tutte le bombe che il ragazzo le aveva delicatamente lanciato, ma lo avrebbe fatto a modo suo, così continuò dicendo: «Voglio essere sincera con te... se ho fatto questo ritardo è per un solo motivo... » il suo volto esprimeva la difficoltà che stava provando in quel momento, gli occhi guardavano il pavimento, e mentre nascondeva il suo sguardo continuò dicendo «Sai...In realtà non sono poi così bella, per essere presentabile mi ci vogliono almeno tre ore» Immediatamente la stanza risuonò delle sue risate, non credeva che sarebbe mai riuscita ad essere così convincente, sperava solo di aver fatto prendere un bel coccolone al ragazzo, quando le risate cessarono tornò a sorrideva mentre si voltava per guardarlo negli occhi. «Sappi che... quello che fanno i pupazzi di neve non è più di mio interesse. Sono troppo solare e felice da quando ti ho conosciuto..» *no, non farlo Alice, non arross... troppo tardi* il suo viso arrossì velocemente. Subito cercò di nasconderlo cercando disperatamente qualcosa nella borsetta che portava a tracolla. Ne uscì un piccolo pacchetto, all'interno vi era un oggetto particolare, così come era la persona a cui era destinato. Spostando i capelli dietro l'orecchio, diede il pacchettino al ragazzo. «Questo è per te, che sei lo scherzo migliore che potevi farmi » le parole uscirono delicate dalla bocca della corvonero, parole all'apparenza strane da dire, parole che lui, Alice ne era certa, avrebbe capito.
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