| × Off-Game × × LegendaNarrazione°Pensieri°«Dialoghi»Quando Raven eseguì il Magisterium, fu così sicuro che da qualche parte sarebbe comparsa una porta, o qualcosa di quel genere, che quando non comparì niente l'Akuma pensò per un attimo che qualcosa era andato storto. Pensò che forse sì, era proprio arrugginito, come quella voce nella sua testa gli diceva. Che aveva sbagliato a eseguire l'incantesimo e così via. Però, quando si domandò cosa in effetti aveva sbagliato, non si seppe rispondere. In effetti non aveva sbagliato niente. O almeno così pareva a una prima analisi. E allora cosa diavolo stava accadendo? Che quel tizio in cappello da cowboy, - un'inutile messa in scena, - avesse celato il reparto proibito in un altro modo? Che il reparto fosse nascosto sotto di loro? Che quel tizio trasportasse, letteralmente, le persone verso il Reparto Proibito similmente a come accadeva con Caronte che metteva gli sfortunati su una barca e li faceva viaggiare lungo il fiume verso gli inferi? Se la prima ipotesi si fosse dimostrata vera, un duello sarebbe stato inevitabile: Raven avrebbe dovuto costringere il nemico a portarlo verso il Reparto Proibito della biblioteca. Lo stesso valeva anche per la terza ipotesi. La seconda, invece, significava una sola cosa: doveva scendere di sotto. Del resto, guardando il nemico, - se così lo si voleva nominare, - l'Akuma non riusciva a spiegarsi il motivo per cui guardava giù. Okey, che avesse individuato l'Akuma era ormai noto non solo grazie alla sua bacchetta, ma anche alle sue parole (a cosa si riferiva non era affatto chiaro), ma perché non guardava nella sua direzione? Che fosse una specie di gesto teatrale? Che sotto ai suoi piedi avesse una bussola? Altro? "Se lo scontro è inevitabile, colpisci per primo" - si ricordò l'Akuma un concetto che egli stesso aveva imparato vivendo per le strade giapponesi, in mezzo alle persone che tanto odiava. Qui, però, sopraggiunse un'altra voce: "Se ha uno scudo invisibile davanti, ti farai male da solo". Nel corso degli anni aveva imparato a essere prudente, e allora che doveva fondere entrambe le cose. Unirle per avere il risultato perfetto (e meritato). Indipendentemente dal se vedeva il custode l'intruso o meno, che era riuscito a scoprirne la presenza e a individuarlo era chiaro. Bisognava passare all'offensiva, ma sarebbe stato prudente questo? Dall'altro lato della porta vi era la sala di lettura, con una decina buona di maghi che nel caso avrebbero potuto: a)Chiamare gli auror; b)Intervenire da soli. In ogni caso sarebbero state solo rogne.
Per questo Raven, in quei pochi istanti, scelse di non rispondere, optando una soluzione Blitzkrieg, di quelle che tanto amava. La soluzione gli avrebbe permesso di ramificare le proprie azioni a seconda del se vi era una difesa invisibile dinnanzi al custode o meno. "Tanta fatica per degli incantesimi che poi non utilizzi", - sospirò una voce. E in effetti era vero. Il Magisterium aveva utilizzato per la prima volta. Il Superioris non lo aveva mai utilizzato. Lo spectrum... non lo aveva mai utilizzato. Il Tempus Moror, mai utilizzato. La runa a sei stelli sul palmo della propria mano. Mai utilizzata. "Credo sia il tempo giusto per esprimere il pieno potenziale..." - sospirò il Demone e Raven non poté che acconsentire. Sarebbe stato anche un ottimo modo per testare un paio di cose. E il nemico sembrava essere comunque un elemento valido.
E allora ecco che l'Akuma si portò con la mente al suo ufficio, quando era chiamato a fare pi filosofia che pratica e indagare sulle origini del Tempo. In quel tempo aveva colto il centro, il significato perfetto dei secondi, dei minuti, del movimento. Era stato u incantesimo difficile da apprendere, ma più volte si era confermato essere un testardo. Vero e proprio. E lo sarebbe stato anche in quell'occasione. Con il significato preciso del Tempo bene in mente, con la sua essenza nel cuore, cercando di ricollegarsi a quella sera trascorsa gli uccelli e pergamene, l'Akuma s'immagino come il tempo, la quarta dimensione, venisse dilatato in modo significante, permettendo al Demone di spostarsi, mentre gli altri erano fermi. Aveva così del tempo extra; una velocità che forse nessuno avrebbe potuto comprendere o altro ancora. "Ora ti faccio vedere come questo incantesimo mi porterà a qualcosa di proficuo..."
"Il tempo sono Io". - Sospirò, fra sé e sé. Doveva farcela. Non aveva vie di fuga. Sentì le corde della propria anima vibrare, sentì la mano fremere, poi mosse la bacchetta. Movimenti veloci, ma non troppo, compì nell'aria un cerchio perfetto, di quelli che i vari pittori e geni nel corso della storia disegnavano a matita. Questo lo fece partendo dall'alto, andando verso il basso, mantenendo la linea disegnata con la bacchetta appena sopra la propria testa, cercando di far sì che non la toccasse, mantenendo in contempo il polso fermo, ma anche molle, in modo che ogni movimento, ogni fibra muscolare interagisse con quell'essenza del tempo, - idea tanto bella quanto astratta, - che Raven si era premesso di fermare, manipolare, muovercisi a proprio piacere e soddisfazione. In quel stesso frangente, ancora muovendo la bacchetta e prestando particolare attenzione ai movimenti Shinretsu Raven pronunciò, seppur mentalmente e limitandosi quindi ai propri pensieri, la prima parte della formula magica, mettendo i giusti accenti ai giusti posti, come la teoria consigliava di fare. "Tèmpus..." Così, muovendo la bacchetta, rinchiuse il cerchio, ritornando ove era partito, e muovendo la propria bacchetta in una rapida stoccata verso sé stesso, bersaglio unico dell'incantesimo e obiettivo dello stesso, e pronunciò così la seconda parte della formula magica, sempre mentalmente, mettendo anche il giusto accento al giusto posto. "..Mòror" - Finì di dire nella propria mente, sperando che or-ora tutto si fermasse dinnanzi alla sua consapevolezza; dinnanzi alla sua comprensione del tempo, dinnanzi a quel lungo correre verso l'orizzonte senza mai trovare sosta o riparo, senza difese, spoglie di ogni peso. Durante l'esecuzione dell'incantesimo non aveva dubbi sul fatto che avrebbe funzionato: era difficile da prevedere, non annullabile.
Eseguito l'incantesimo, l'Akuma avrebbe agito velocemente, ma cautamente. SE Raven fosse riuscito ad avvicinarsi al cowboy senza problemi in quel lasso di tempo, - ovvero se non ci fossero stati muri invisibili tra di lui e il cowboy e se il suo avvicinamento non fosse stato soggetto a forze superiori, - l'Ex Docente di volo si sarebbe posizionato dinnanzi al nemico. Raven si sarebbe posizionato di fronte a lui, in modo da lasciare il suo braccio con la bacchetta al proprio lato destro. A tal punto l'Akuma avrebbe fatto due azioni veloci: la prima sarebbe stata quella di posizionare due dita della propria mano sinistra negli occhi, aperti, del guardiano. Mentre il Tempus Moror aveva effetto, fare danni al nemico era impossibile. Tuttavia, era un ottimo incantesimo che Raven avrebbe utilizzato al massimo: per portarsi in vantaggio rispetto al nemico. Così, con le due dita posizionate nei rispettivi occhi del nemico, Raven avrebbe premuto aspettando che l'effetto del Tempus Moror fosse finito. Sapeva di non poter utilizzare la magia subito dopo l'effetto del Tempus Moror, e allora ecco che avrebbe utilizzato il suo braccio destro, quello che impugnava la bacchetta, per bloccare il braccio del nemico. Il blocco lo avrebbe eseguito in questo modo: mentre le due dita sarebbero state puntate nei rispettivi occhi, la mano destra di Raven, pur mantenendo intatta la bacchetta nella propria mano, avrebbe afferrato la bacchetta del nemico, pronta a tirarla via dalla sua mano non appena il countdown del Tempus Moror sarebbe scaduto. E in effetti, non appena il Tempus Moror sarebbe finito, che con la mano sinistra l'Akuma avrebbe premuto violentemente contro gli occhi del guardiano fino a renderlo cieco del tutto. Sarebbe entrato con le dita nei suoi bubli oculari, spingendo con forza, violenza e fino a provocare il sanguinamento. Questo gesto sarebbe stato favorito dalla posizione della testa del guardiano, inclinata verso giù: l'Akuma avrebbe spinto contro gli occhi in modo tale da portarla verso l'alta, in posizione verticale. Con la mano destra, invece, avrebbe violentemente tirato la bacchetta del guardiano verso di sé, cercando di sottrarla in tal modo dal suo pugno. Dalla sua aveva la sorpresa: difficilmente il guardiano stringeva la stecca con abbastanza forza da non lasciarla andare quando contro i tuoi occhi vengono premute con forza due dita. E difficilmente avrebbe potuto trovare la concentrazione necessaria per resistere alla spinta negli occhi e contrattaccare. Se solo una delle due azioni avesse avuto successo, Raven avrebbe vinto. In caso contrario avrebbe dovuto inventarsi altro.
SE vi fosse stato un qualche muro invisibile a ostacolare le sue azioni, o se avesse visto che vi era della magia che rallentava, o qualcos'altro di questo genere, Raven non avrebbe proseguito oltre. Avrebbe semplicemente percorso la circonferenza della cupola, - se così la si poteva definire, - fino a posizionarsi dall'altro lato della stanza circolare, alle spalle del nemico.
|
~ Punti Salute: 318 (180 + 37 Duelli + 31 Quest + 58 oggetti+5 Studente Anziano+ 5 GUFO+2PS Premi Fedeltà) ~ Punti Corpo: 345 (140 + 37 Duelli + 31 Quest + 119 oggetti + 5 Studente Anziano+5 GUFO+1 -esp. trasfigurazione+7 Quest Titulari) ~ Punti Mana: 437 (140 + 38 Duelli + 32 Quest + 214 oggetti + 5 Studente Anziano+5 GUFO+2 - esp. trasfigurazione+3 Quest Titulari) ~ Punti Esperienza: 70,5
|