Se la Città è santa, Giudea, Atene VI Incontro

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view post Posted on 4/7/2018, 21:14
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all that is gold does not glitter, not all those who wander are lost

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Tassorosso
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LYNCH △

Sebbene ancora non avesse capito il perché della scomparsa improvvisa delle fonti luminose, fu grata di tornare a prendere coscienza dello spazio che circondava quel manipolo di uomini di Roma. Alla luce tremolante delle torce riuscì a vedere gli attrezzi utilizzati per gli scavi, gli uomini che andavano a recuperarli e, purtroppo, anche quel vicolo cieco rappresentato dalla fine del tunnel. Nonostante sapesse che da qualche parte quel tunnel doveva proseguire - a detta del Romano che le stava accanto - il senso di claustrofobia rimaneva presente e reale. Alla risposta del suo interlocutore annuì, comprendendo che lei, Aiden l’Auror e Sempronio il Romano erano gli unici che potevano fare leva sulla magia, là in mezzo.
Accanto a quel poco di macerie e terra che lei aveva scavato poco prima, Sempronio, di schiena, muoveva la bacchetta alla ricerca di qualche segnale di vita. E come un rabdomante paziente non si arrendeva davanti alla calma piatta, ma si spostava per verificare ogni nuova zona di muro. Impaziente, Eloise scalpitava alla ricerca di un segnale qualsiasi: un tremolio nella bacchetta del Romano, un po’ di terra sgretolata dal soffitto, una qualche vibrazione della galleria. Eppure, nulla sembrava accadere, e nessun suono raggiungeva le sue orecchie.
Irrequieta, strofinò i palmi delle due mani mantenendo la bacchetta pinzata tra le dita, e gettò uno sguardo alle sue spalle per vedere come fosse la situazione in fondo alla galleria. La sommossa sembrava calmata, e la figura dell’Auror era in avvicinamento: poco male, forza in più non avrebbe fatto male.
Tornò a voltarsi in avanti e, senza dover attendere molto, sentì le parole turbate di Sempronio. Sotto di loro? Veramente c’era qualcosa, o qualcuno, da quelle parti? La prima possibilità che le venne in mente fu una tana di Berretti Rossi, da cui erano arrivati per attaccarli a sorpresa, ma non se la sentiva di escludere la possibilità di retroscena differenti, come i Ribelli che si aspettavano di trovare. «Vieni indietro, Sempronio, non rischiare… Arretriamo tutti!» Disse con la stessa voce ferma che sua madre utilizzava quando lei e i suoi fratelli dovevano riordinarsi le stanze. Camminò indietro come un gambero, senza staccare lo sguardo dal fondo della galleria. Una volta lasciato ulteriore spazio tra loro e la parete, individuò uno degli uomini, uno che non aveva l’aria di essere né un soldato, né un operaio. «Tu! Abbiamo bisogno di mantenere le comunicazioni con l’esterno, vai ad avvisare che abbiamo trovato qualcosa di strano e che potremmo avere bisogno di rinforzi!» Da dove veniva tutta quella decisione? Come poteva mantenere le ginocchia ferme davanti a un pericolo ignoto?
Difficilmente avrebbe potuto indicare una paura maggiore di quella che provava davanti a quel vicolo cielo, a una fine sepolta nei sotterranei di una città. Lei aveva bisogno di aria aperta, di respirare, di togliersi da quella situazione opprimente in un tempo più breve possibile. E perdere il controllo non sarebbe stato un modo furbo per portare a termine una missione tanto banale quanto imprevedibile.
Il suo sguardo era tornato a puntarsi verso la fine della galleria e, sebbene si aspettasse di veder comparire qualcosa, il fondo della parete sembrava tutt’ora intatto. «Abbiamo bisogno di uno scudo...» Aveva detto rivolta a Sempronio, mentre il cuore le saliva in gola. Si era poi rivolta agli uomini. «...E di essere pronti a qualsiasi cosa...» Non aveva idea di cosa si celasse oltre quella parete, ma sperava che si palesasse in un tempo molto breve: quell’attesa insulsa le faceva saltare i nervi, e la sola idea che qualche esplosione potesse mettere in pericolo quegli uomini le dava la nausea. Ciò che aveva visto fuori dalle mura era stato straziante, ed era ben consapevole che i Romani avrebbero potuto ben poco contro qualsiasi forma di magia.
Sapeva che quello era il loro maggiore punto debole: erano un esercito numeroso, un insieme di uomini ben strutturato, ma un Bombarda ben castato li avrebbe mandati a gambe all’aria senza tanti complimenti. Come resistere, allora? Come aiutarli? Di tutti gli incantesimi di cui era a conoscenza non c’era niente che giocasse a suo favore, ma con un po’ di creatività, facendo leva sulle sue abilità di manipolare la magia, magari sarebbe riuscita ad arrivare al suo scopo. Sapeva che gli scudi fisici e magici non avrebbero retto per sempre, ma ciò che stava cercando di fare era fornire ai Romani un modo per resistere maggiormente agli incantesimi. Ricordava che un incantesimo le avrebbe permesso di canalizzare il flusso magico sulla punta della bacchetta, ma cosa sarebbe successo se l’avesse proiettata fuori da esso, in supporto a quegli uomini che stringevano vanghe e picconi tra le mani? Tentare non avrebbe fatto danni. Forse.
Puntò la bacchetta verso l’alto, oltre la testa, e dopo un istante l’abbassò nel tentativo di far fluire quella resistenza magica verso gli uomini suoi alleati. «Confirmo Aegida!» Esclamò con tono forte e deciso, pensando a come quell’incanto avrebbe permesso ai Romani di sopportare eventuali attacchi diretti a loro. Il flusso magico andava manipolato, proiettato fuori da lei e dalla sua bacchetta: sapeva che sarebbe stato difficile per una ragazza così giovane e inesperta, ma forse, con la giusta determinazione ed entrambe le mani strette attorno al legno di Sequoia, forse qualche risultato avrebbe potuto sortirlo.

GEARSSTATS
Bacchetta Legno di Sequoia, Piuma di Ippogrifo, 11 policci e 1/4, Rigida
Spilla della Scuola di Atene | cielo attivo: Venere
Collana Fading in the Dark Permette all’individuo di diventare momentaneamente inconsistente e sfuggire così agli attacchi diretti ad infliggere danni fisici. Utilizzabile un turno per quest. Tempo di ricarica 1 giorno on gdr.
Sacchetta legata alla cintura
Nanosticca Fa diventare alto poco più di 30 cm (Non modifica la forza fisica/magica del pg, diminuisce solo le proporzioni del corpo. Dura un solo turno)
Polvere Buiopesto Peruviana Peruviana Polvere finissima e nera come la pece, proveniente dal Perù, è’ in grado di creare un buio intenso e impenetrabile per la durata di 5 minuti.
Caramella d’Illusione Chi la ingerisce si “sdoppia” rendendo difficoltoso per l'avversario riconoscere quello vero.
Una fiala di Decotto al Dittamo
Una fiala di Pozione Mors Aparentis
PS 129/199
PC 128
PM 123
EXP 26.5
AZIONIDANNI
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Eloise attende che Sempronio trovi qualcosa con impazienza e irrequietezza, vorrebbe andarsene dal sottoterra. Quando Sempronio trova tracce di viventi verso il basso gli dice di arretrare e fa tornare indietro tutti. Dice a un uomo di andare ad avvisare all’esterno di quel che sta succedendo, e magari di chiamare rinforzi. Dice a Sempronio di ergere uno scudo (Protego Totalus) e tenta di rafforzare la resistenza degli uomini alla magia con una variante del Magicus Extremus.
Colpi alla schiena, lievi bruciature (parzialmente curate). Sassate (corpo e zigomo).

 
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view post Posted on 4/7/2018, 21:23
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Serpeverde
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Ansia e trepidazione stavano accompagnando già da qualche tempo il giovane Serpeverde ma, nella breve quanto ardua risalita, questi due stati d’animo sembrarono fondersi tra loro generando un vero e proprio timore verso l’ignoto. Per un istante il suo pensiero sarebbe corso verso Thalia, la giovane Tassorosso con la quale avrebbe voluto vivere fianco a fianco quell’avventura. Con un gesto naturale, la mano armata sarebbe corsa a sfiorare il prezioso anello che teneva ancora sulla sinistra. Prima di inoltrarsi in quel nuovo pertugio, una parte della sua coscienza avrebbe avuto una gran voglia di ricevere sue notizie; quante situazioni pericolose aveva già vissuto da quando si erano separati? E quante altre ne avrebbe dovute affrontare nel corso del terribile assedio? L’avrebbe incontrata nuovamente nell'arco della missione? Dubbi su dubbi, preoccupazioni su preoccupazioni, il tutto andava via via a sommarsi in un vortice senza fine.
Mentre quelle molteplici riflessioni si accavallavano tra loro, Mike si trovò inconsciamente a seguire a breve distanza l’audace concasato che, con grande spirito d’iniziativa, sembrava essersi messo alla guida del gruppo.
Il momento era delicato e così, leggiadro come una foglia, avrebbe iniziato a superare quel pertugio per sbucare poi nell’altro lato. Un ultimo sforzo nell’issarsi con tutto il peso del corpo sul braccio sinistro e, finalmente, anche lui avrebbe potuto rimettersi in posizione eretta dall’altra parte della metaforica barricata.
Da quel punto, nulla sarebbe più stato come prima. In soli pochi istanti tutti i suoi timori iniziarono pian piano a concretizzarsi. In quella galleria, così simile alla precedente eppure ben diversa, si sarebbe presumibilmente concentrato lo scontro tra un manipolo di ribelli e l’avanscoperta dell’esercito romano; l’armatura indossata da chi popolava quel tunnel lasciava davvero poco margine all’immaginazione.
Quanti erano? Difficile precisare il numero esatto ma, in un modo o nell’altro, avrebbero potuto giocarsi una carta attaccando per primi, prima di dedicarsi al vero obiettivo della missione. Il gesto d’intesa con Elijah avrebbe sancito l’inizio dei giochi.
Con lo sguardo fermo e teso, Mike avrebbe provato ad osservare per un breve momento la disposizione delle prime figure che si stagliavano dinanzi a loro e, cercando la figura di Aronne, avrebbe chiesto:

Sono loro… dovremo attaccare al massimo delle nostre possibilità per scoraggiarli. Io proverò ad utilizzare il fuoco sugli obiettivi alla nostra destra, potrebbe essere utile avvalersi dello stesso elemento anche per parte sinistra… Poche parole, pronunciate in ogni caso cercando di mantenere il tono della voce sotto controllo, per stabilire una prima linea d’azione.
Nell’animo in tumulto del Prefetto si stava facendo via via strada una nuova suggestione che andava di pari passo con l’opportunità di utilizzare in gran forza l’elemento in questione. Perché non rischiare? Messo alle strette in quell’angolo di terra, Mike avrebbe cercato di attingere a tutta la propria volontà per focalizzarsi sul suo obiettivo.
La situazione, potenzialmente pericolosa, richiedeva la massima attenzione e un grande impegno. Dopo aver portato con rapidità il braccio destro all’indietro, il Serpeverde avrebbe cercato di piegare il gomito, per quanto possibile, in modo che la punta della bacchetta fosse ben orientata verso il basso. In simbiosi con il suo spirito, avrebbe immaginato un enorme braciere da cui attingere dell’ulteriore determinazione. Voleva colpire e far male all’avversario, neutralizzandolo per qualche tempo.

Igni, avrebbe poi iniziato a formulare, prima di far scattare in avanti il braccio con un movimento secco e deciso. Menti. Non vi sarebbe stato nessun tentennamento e nessuna insicurezza nell’utilizzo dell’eventuale frusta infuocata che, almeno nelle intenzioni, avrebbe dovuto creare una lunga e potente vampata verso i soldati a lui più vicini.
Ce l’avrebbe fatta?
In quel frangente così concitato, qualora vi fosse stato spazio anche per le eventuali parole pronunciate dal suo compagno, Mike avrebbe cercato di dar seguito a quella richiesta interrompendo bruscamente il contatto visivo con quanto stava accadendo lì davanti, utilizzando eventualmente anche la mano sinistra come riparo per la vista.


Riassunto: Mike sente salire la tensione del momento e, prima di avventurarsi all’interno del nuovo varco, non riesce a non pensare per un breve istante a Thalia. Trovandosi poi di fronte ad una parte dell’esercito romano, cerca di coordinarsi con Aronne per giocarsi la carta dell’effetto sorpresa attaccando con rapidità.
Qualora le parole di Elijah lo raggiungano, nonostante l’agitazione del momento, proverà a schermarsi la vista.

Mike T. Minotaus
PS: 150/177 PM: 108 PC: 102 EXP: 19,5
Equipaggiamento:
Fiala Sanguinaria Velenosa (borsello)
Fiala Pozione dell’Illusione (borsello)
Bottiglietta d’acqua (borsello)
Guanti del Minatore (tasca)
Anello Gemello (permette la comunicazione con Thalia)
Polvere buiopesto (tasca)
Spilla di Atene
Bacchetta

 
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When the snow falls, the fox tries to survive.

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Aiden Weiss

Auror ☘ Ex Grifondoro ☘ 26 anni ☘ Irlandese
PS: 191 ☘ PC: 139 ☘ PM: 143 ☘ EXP: 28


Nella galleria sembrò tornare la pace, i Berretti Rossi erano stati neutralizzati e sfrattati con tanto di calci nelle amorevoli e raggrinzite natiche, mentre i Legionari ripresero il da farsi, con un via e vai continuo. Finalmente tutto parve rimettersi in moto e la cosa fece sospirare l’Auror di sollievo, poteva quindi ritornare da Eloise e Sempronio senza altri indugi.
Aveva infatti percorso buona parte del tragitto osservando i Legionari riprendere i propri posti o aiutare i propri compagni feriti; tuttavia dovette spesso passare di lato per non urtare i soldati e procedere in maniera piuttosto fluida, non amava molto gli intoppi. Ben presto riuscì a scorgere la chioma vermiglia della ragazza, sospirando per il caldo e per il sollievo, almeno lei stava bene ad occhio e croce. Notò però che sta retrocedendo senza distogliere lo sguardo dal fondo della galleria e pareva irrequieta. Cosa stava succedendo?
Con un sopracciglio alzato si fermò accanto alla ragazza mentre la fissava impartire un ordine ad un Romano che non pareva né un soldato né tanto meno un operaio. L’Auror era confuso, non comprendeva appieno cosa stesse accadendo in quella porzione di galleria e, in un certo senso, si pentì di essersi allontanato per pochi minuti. Mise le mani sui fianchi e mormorò alla ragazza: «Qualcosa non va’, Eloise? Le bestioline sono state neutralizzate, finalmente i soldati potranno riprendere i lavori senza ulteriori indugi o intoppi.» Aggiunse, indicando con un dito oltre la propria spalla, riferendosi al resto della galleria. Pensò fosse il caso di aggiornare i due compagni che non vi erano più minacce di ulteriori sassate all'orizzonte. Non ebbe però alcuna risposta, da nessuno dei due compagni.
L’espressione dell’Auror si fece ancora più confusa che mai: fissò ancora una volta Eloise mentre parlava con Sempronio, poi lo Stregone ed infine il fondo della galleria. Ma che diavolo avevano visto di così strano? Eppure pareva una normalissima parete rocciosa, perché tanto allarmismo? Inclinò appena la testa di lato, studiando ogni centimetro del fondo della galleria ma non seppe cosa pensare, pareva più che innocua.
«Che accidenti ci trovate di strano? E’ terra e roccia… Non penserete mica che ora spunteranno fuori altre di quelle piccole canaglie, vero?» Sospirò pesantemente, lasciando cadere le braccia lungo i fianchi. Era piombata troppa inquietudine nella galleria da quando si era allontanato e volle assolutamente dare una certezza a Eloise e Sempronio che era effettivamente tutto apposto, che non vi erano pericoli in vista. «Ok, ok. Adesso ti dimostro che non ci sono minacce in vista...» disse ad Eloise così dal cercare di rassicurarla. Che il caldo le stesse dando alla testa?
Aiden mosse pochi e brevi passi verso la galleria, ma rimanendo comunque ad una certa distanza di sicurezza. Si assicurò che nessuno lo superasse di neanche un centimetro, per poi iniziare a concentrarsi. Se ci fossero state creature oppure persone dietro allo strato di roccia e terra, sarebbero crollate a terra se l’incantesimo fosse andato a buon fine e quindi dei rumori chiari e distinti sarebbero stati percepite dalle loro orecchie. Solo così si avrebbe avuto conferma dell’effettivo esserci o meno di qualcosa e forse Eloise si sarebbe messa il cuore in pace.
Con la bacchetta in pugno, cercò di credere che vi fosse realmente qualcosa, così da rendere ancora più efficiente l’incantesimo oltre che a crearlo. Se la propria volontà e certezza non fossero state abbastanza forti, dubitò che ci sarebbe riuscito e a quel punto la bacchetta avrebbe potuto cileccare in maniera clamorosa. Si sporse quindi in avanti, la bacchetta tesa verso il terreno, evitando però di toccarlo e quando tracciò la prima parte della linea, Aiden mormorò con voce sicura e decisa: «Orbis...» Procedette da destra e andò verso sinistra, con estrema attenzione e puntigliosità, e quando terminò la linea, la formula venne ultimata: «Terràrum!»
Sperò solo di non andare oltre l’effetto sperato...




Riassumendo... Finalmente Lessie (Aiden) è tornato a casa da Eloise ma la vede irrequieta e retrocedere. Non ricevendo alcuna udienza da Eloise e Sempronio, l'Auror è confuso: non capisce cosa gli stia agitando tanto e si pente di essersi allontanato, mentre studia il fondo della galleria ma gli sembra tutto normale.
Decide di dimostrare a Eloise che non c'è nulla da temere, così tenta un Orbis Terrarum. Ovviamente Aiden si convince che ci sia qualcosa così l'incantesimo avrà più possibilità di funzionare.


Aiden Weiss
PS: 120/191
PC: 136/139
PM: 143/143
EXP: 28

Equipaggiamento indossato:
◿ Bacchetta in legno di biancospino, piuma di Ippogrifo, 12 pollici e mezzo, flessibile;
◿ Cappa della Resistenza;
◿ Cinturone d’Argento con Perla del Mistero;
◿ Collana con Medaglione (Gemma: Zaffiro);
◿ Bracciale celtico originale in cuoio/dorato;
◿ Ciondolo della Scaglia di Drago;
◿ Anello argentato con testa di Lupo (oggetto comune, non magico);
◿ Ciondolo argentato con testa di Volpe (oggetto comune, non magico);
◿ Spilla della Scuola di Atene.

Equipaggiamento nella borsa di pelle (oggetto comune):
◿ 1 x Decotto di Dittamo;
◿ 1 x Polvere Buiopesto Peruviana;
◿ 1 x Essenza di Purvincolo;
◿ 1 x Orecchie Oblunghe.

Abilità/Vocazioni:
◿ Occlumante Apprendista.

Incantesimi conosciuti:
◿ Fino alla IV Classe (esclusi i Proibiti, tranne per l’Iracundia);
◿ Incantesimi da Auror (Stupeficium, Expecto Patronum, Rompisigillo, Nego Negligetiam, Homenum Revelio, Deletrius.)


Metto una foto indicativa sul nuovo vestiario di Aiden. Giusto per rendere l’idea.
arena


 
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view post Posted on 4/7/2018, 21:24
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Ocean eyes.

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Megan Milford-Haven 15 AnniCielo della Luna

La calma arrivò inaspettata, come un miraggio che si mostra davanti a chi nella tanto attesa speranza immagina ciò che desidera di più al mondo. Era stranamente vera, tangibile, anche il vento ed il caldo avevano smesso di eccedere e i boati in lontananza erano sempre più impercettibili. Gli ultimi colpi impartiti erano stati assestati e i tre studenti, protagonisti assoluti di quella piccola frazione di battaglia, erano riusciti nel loro intento portando a casa la vittoria. Ora i respiri riprendevano il loro regolare ritmo ed i muscoli tesi si distendevano, sciogliendo la rigidità che li aveva intrappolati.
L’inaspettato cambiamento aveva provocato nella Corvonero un improvviso senso di smarrimento, era consapevole di aver portato a termine il suo incanto ma nel caos più totale non diede peso al fascio di luce che la colpì. Il corpo già intorpidito dai continui colpi e dalla lunga corsa sfiancante, ora era immobile e solamente quando provò a spostarsi si accorse di non avere il minimo controllo di alcun muscolo inferiore.
Provò a muoversi in avanti, poi indietro e ancora di lato, prima a destra e poi a sinistra ma niente da fare, nulla rispondeva al comando che la mente le impartiva. La frustrazione si fece spazio mentre lo sguardo si spostò verso il Grifondoro «Pft... Mi sembrava strano che fosse andato tutto liscio!» sbuffò, poi abbozzò un mezzo sorriso al ragazzo e scoprendo la testa dal mantello che ancora l’avvolgeva, mostrò la chioma corvina. Senza pensarci troppo cercò di liberarsi dalla costrizione che vedeva protagonista anche il suo compagno. Affianco a lei, a circa cinquanta centimetri di distanza, Oliver si trovava immobilizzato, le gambe poco distanti dalle sue erano come pietrificate. Senza pensarci troppo agì d'istinto, mossa dalla fretta che fino a quel momento l'aveva scortata.
«Finite Incantatem!» pronunciò puntando la bacchetta verso il piccolo spazio che separava la sua gamba da quella del Grifondoro, cercando di liberare entrambi da quella situazione.
Avrebbero così finalmente potuto riprendere fiato, studiare con più calma la situazione e prendere una decisione, quella più adatta.
L'attimo di calma senza dubbio regalava loro del vantaggio, quello era il momento di sfruttare al massimo ogni potenzialità: avrebbero dovuto cercare un modo per non ricadere nell'errore, un modo per non essere più delle vittime, dovevano trasformarsi in carnefici, in cacciatori, senza più scappare. Il sentimento di vendetta che nutriva la Corvonero poi, non era certo leggero, non riusciva a sentirsi appagata da tutto ciò che fino a quel momento era riuscita a fare, colpa di una difesa costante che l'aveva condotta alla decisione di azioni costrittive.
Se da una parte l'insoddisfazione l'avvolgeva, dall'altra riconosceva la capacità nell’aver gestito ogni situazione, soprattutto nel controllare i propri sentimenti. Era però arrivata al limite e questo lo sentiva sempre di più, un macigno che comprimeva ogni singola componente del suo corpo. Rigida come un'asse di legno si voltava ad ogni rumore e l'ansia sembrava non volerla abbandonare.
Seguì con lo sguardo Sophie avanzare verso lo spazio aperto e solo dopo aver compreso che le due figure fronte a lei erano alleate si sarebbe lasciata convincere avanzando.






Inventario:
» Bacchetta - Legno di Ciliegio, Lacrima di Veela,10 pollici, semi rigida (mano dx)
» Ciondolo Giada delle Fate (al collo)

» Polvere Buiopesto Peruviana (nella borsa)

» Nanosticca (nella borsa)

» Gigansticca (nella borsa)
» Mantello della Disillusione (lo indossa)


» Ciondolo della scaglia di Drago (al collo)

» Guanti del Minatore (li indossa)

» Anello Difensivo: Protegge da danni fisici e incantesimi. Anche da Avada Kedavra, ma poi si spezza. (anulare mano dx)

» Filtro Sonno Leggero (nella borsa)

Vestiario:
[x][x]
Ovviamente no spada, no tacco no party? Ah no. :secret:


Statistiche
PS: 145/68
PC: 91/85
PM: 98/98
Exp: 7,5

Classi incanti
» I Classe
» II Classe
(eccetto Orcolevitas)
» III Classe
(Iracundia, Protego, Arania Exumai, Lacarnum Inflamare, Extinguo, Algor Flamma)


Riassunto
Megan si rende conto di non poter muovere gli arti inferiori ma senza pensarci troppo cerca di liberarsi dell'incanto che l'ha colpita, aiutando anche Oliver. Segue Sophie con lo sguardo ed una volta compreso che a pochi metri da lei ci sono degli alleati avanza, raggiungendoli.


 
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Elijah Matthew Sullivan
view post Posted on 4/7/2018, 21:25






Elijah Sullivan


16 Anni - 3° Anno - Serpeverde
Cielo della Luna


O8AwWao

Andò tutto come doveva andare ed il passaggio ai piani superiori fu rapido e indolore. Nel nuovo cunicolo l'aria era ancora più irrespirabile, complice la terra che continuava a cadere e le torce che sembravano aver ripreso spirito consumando aria a profusione. Il Serpeverde si passò di nuovo la mano sul collo cercando di arginare il sudore che scendeva sempre più copioso lungo la schiena. Fece un respiro profondo, ma si rese conto che non riusciva ad espandere i polmoni, l'ossigeno era davvero un lusso in quel momento.
Poi li vide, meravigliosi nella loro armatura. Il cuoio lavorato alla perfezione e il porpora dell'Impero erano lì davanti ai suoi occhi, presenti, reali. La Storia dell'Antica Roma. Difficile descriverla a parole, ma quello fu - per il giovane Serpeverde - il momento più emozionante di tutto l'evento. Rimase per qualche istante a bocca aperta, in preda alla meraviglia. Era completamente rapito da quella visione. Per uno che amava la Storia Antica come lui, quello era un momento che non avrebbe dimenticato tanto facilmente. Vedere l'esercito romano davanti ai suoi occhi era una cosa davvero affascinante. Quei legionari l'avrebbero fatto a fette prima di subito, e lì non c'era proprio nulla di affascinante. Nonostante la poesia del momento, doveva ammettere che ritrovarsi una spada romana nelle budella non era la sua massima aspirazione.
- Sarah, sono tanti, devi rallentarli con qualche incantesimo. Uno che li faccia restare dove sono o che li faccia muovere molto più lentamente, che gli impedisca i movimenti - sapeva che i maghi più esperti erano in grado di fare una magia del genere e sperava che Sarah - sempre molto presente e collaborativa - avrebbe esaudito la sua richiesta.
I suoi occhi chiarissimi cercarono quelli dell'altro Serpeverde. Lui e Aronne avrebbero dovuto portare l'attacco più grosso e lui avrebbe poi completato l'opera. Era certo che Mike e il simpaticone di Aronne avrebbero capito al volo quello che stava pensando in quel momento. Sebbene tra lui e Mike non esistesse un'amicizia profonda, erano pur sempre due Serpeverde e tra membri della Casa di Salazar non servono troppe parole, basta uno sguardo. Elijah non sapeva come sarebbe andata a finire la loro incursione nel sottosuolo di Gerusalemme, ma era certo di una cosa, di una soltanto. Una volta tornato a Hogwarts, avrebbe visto il concasato in modo diverso. Non sarebbe stato solo Mike, ma anche - e soprattutto - quello che aveva condiviso con lui i ragni, gli scorpioni, la terra, il sudore, le camminate, le incertezze, lo sporco e la fatica di quei momenti. Sarebbe stato quello che aveva avuto vicino dall'inizio alla fine, il suo compagno d'avventura.
Rimase ad osservarlo mentre eseguiva il suo incantesimo insieme ad Aronne, in religioso silenzio. Ora toccava a lui dare il suo contributo.
Si avvicinò ai suoi tre compagni e, con voce più bassa possibile in modo che solo loro lo potessero sentire, ordinò senza perdere troppo tempo - Chiudete benissimo gli occhi e non apriteli! Tutti e tre voi !! - li osservò per un altro istante - Avete capito??
Avrebbe atteso che i suoi tre compagni annuissero alle sue parole, poi si sarebbe voltato verso i loro avversari.
Avrebbe puntato la bacchetta di prugnolo in direzione del gruppo a poche yarde da loro, tenendo il braccio ben teso, e avrebbe chiuso le palpebre anche lui, serrando gli occhi al massimo.
Solo dopo aver chiuso bene gli occhi, avrebbe pronunciato la formula, ogni sillaba con chiarezza - Lumos Maxima.







Riassunto:Dopo essere risaliti nel secondo tunnel, Ribelli e Romani si trovano a faccia a faccia nel sottosuolo dell'Antonia. Elijah resta senza parole alla vista dei Legionari, una pergamena di Storia viva che si srotola davanti ai suoi occhi. Passa poi alle decisioni. Chiede a Sarah di rallentarli in ogni modo e - dopo aver osservato Mike e Aronne - passa all'azione lanciando un Lumos Maxima.



Statistiche ed equipaggiamento:

Statistiche:

PS: 101/127
PC: 78/78
PM: 72/72
PE: 9

Incantesimi:
Tutti quelli della 1° Classe ( esclusi i proibiti )
Tutti quelli della 2° Classe ( esclusi i proibiti )
Iracundia ( Incantesimo Proibito di 3° Classe )


Equipaggiamento:
Indossato:
- Cappa della Resistenza -> Realizzata con scaglie di testuggine e cuoio di Trinoceronte e Drago, resiste a moltissimi colpi e folate di calore/gelo; +8 Corpo; +2 Mana
- Guanti di protezione in pelle di drago

Nel marsupio:
- 1 fiala di Decotto di Dittamo
- 1 fiala di Pozione Corroborante
- 1 fiala di Mors Apparentis

In mano:
Bacchetta Magica ( Legno di prugnolo, Dente di Doxy, Sangue di Pipistrello, semi-rigida, 10 pollici )


 
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view post Posted on 4/7/2018, 21:26
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Uy6yeqL


Una volta aveva letto che i corvi, oltre ad essere animali molto intelligenti e con un comportamento per molti versi non dissimile da quello umano, erano sacri ad Odino. Non avrebbe saputo dire perché proprio quell'informazione le stava tornando in mente in quel momento, perché nel mezzo di un accampamento romano in una notte che sapeva di sabbia, limone e ulivo, si metteva a pensare agli dei nordici, ma così fece, mentre guardava lo stormo nero come la pece scendere in picchiata sulle tende e sulle guardie. Le sembrò quasi di udire il frullio delle ali, attutito e distorto dalla stoffa del mantello.

Patrick invece aveva optato per affidarsi agli elementi, scatenando una tempesta di sabbia. Alla Tassina venne quasi da ridere, pensando a come quella fosse la seconda volta dall'inizio della missione che si trovava coinvolta in una tempesta, prima di neve, ora di sabbia. Non potè poi non approvare la scelta del Corvonero. Le tempeste di sabbia, dopotutto, erano imprevedibili, veloci a sollevarsi e abbastanza comuni in quelle zone perché i soldati non attribuissero subito il fenomeno a cause soprannaturali.

Per un attimo Elhena temette che i corvi sarebbero stati sballottati dalla tempesta, ma a quanto pareva, lungi dall'annullarsi a vicenda, i due incantesimi parevano convergere l'uno con l'altro.

Ma più che osservare lo spettacolo di uno stormo di corvi avvolti da una voragine di sabbia, era già ora di correre di nuovo. Chissà perché, qualsiasi la missione, che si fosse in Francia o in Mexico, arrivasse a un punto dove si corresse soltanto, nell'ansia di raggiungere un obiettivo che non sempre si era rivelato soddisfacente.

Ci fu un momento in cui la Tassina ebbe la sensazione che il mantello le stesse scivolando dalla testa e temette che la loro presenza sarebbe stata rivelata per un suo stupido errore e una testa che fluttuava nel nulla, ma per fortuna raggiunse il riparo senza che il mantello cadesse e volasse via. Tuttavia, se lo strinse meglio addosso.

L'invisibilità, per la prima volta da tanti anni, le provocava disagio, quella stessa invisibilità in cui si era rifugiata da quando era bambina, uno scudo contro il mondo. Solo che, quando anche gli altri erano invisibili, le piombava addosso una solitudine che, lungi dall'essere un balsamo ristoratore, aveva un qualcosa di terrificante. Per quanto ne sapeva, al suo fianco in quel momento potevano esserci Thalia e Patrick, o solo uno dei due, o nessuno.
Avvertiva ancora sulla pelle la stretta di Patrick, ma nella corsa anche quel legame era andato spezzandosi. Ora, si trattava solo di affidarsi alla speranza che il medesimo obiettivo e la medesima direzione li avrebbero mantenuti uniti.

Accucciata a terra, nella speranza di occupare il meno spazio possibile e di rendersi anche il meno visibile, Elhena gettò uno sguardo da sopra la spalla, dove la tempesta per ora continuava a fare il proprio lavoro, e poi volse lo sguardo davanti a sé, al resto dell'accampamento. Altre tende, altri soldati, altre insegne, altri ostacoli per raggiungere una meta e un obiettivo che, a ripensarci, non era stato ancora spiegato. Ma tutti lì avevano i loro segreti.

Attaccare e fuggire. Attaccare e fuggire. La strategia che da mondo e mondo aveva sempre permesso di vincere quando le risorse e i numeri non erano dalla tua parte.

Magari, per ora la cosa migliore da fare era continuare ad alimentare la tempesta, nella speranza che i Romani non cominciassero di punto in bianco ad insospettirsi.

Strinse la mano sulla bacchetta, immaginando che fosse una frusta, e diede un brusco colpo, una sferzata da destra verso sinistra, quasi a richiamare i venti. E fu sul vento e sulla sabbia che vorticava, che volava e sferzava, e graffiava e si infilava negli occhi e nella bocca, che la Tassina si concentrò.


* Tormentaaaaaam *



Elhena decide di dare manforte a Patrick con la tempesta di sabbia

Equipaggiamento

Sacca medievale, al fianco destro. Contiene: Mantello cinese (1); Decotto al dittamo (1); Pozione rinvigorente (1); Bacchetta trabocchetto versione mutanda (1)
Violino spettrale, appeso alla schiena. Questo violino permette al suonatore di esprimere un'infinita tristezza musicale, quasi spettrale, che farà commuovere i presenti nel raggio di cinque metri. Se la musica persiste per più di un minuto, si varcherà il limbo fra vita e morte e tutti cadranno in uno stato di catalessi apparente. Finita la musica, l'effetto si dissipa velocemente. Consigliato ai suonatori esperti
Avversaspecchio (1), nella tasca dei pantaloni
Amuleto dedicato ad Atena (1), al collo, sotto i vestiti
Spilla della Scuola di Atene
Bracciale celtico


Statistiche & Abilità
Punti Salute: 175/210
Punti Corpo: 142
Punti Mana: 142/142
Punti Esperienza: 35

Rettilofona Esperta
Animagus Esperto (Antilope Impala)


Danni
Lividi da caduta e da stritolamento
Lividi da proiettili d’acqua (causa kelpie)
 
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view post Posted on 4/7/2018, 21:53
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qpMAphK

Per un attimo si lasciò trasportare dal tepore della sicurezza, dalla speranza di essere ormai fuori dai guai, lontano da ogni mirino di combattimento, di guerra, di punto d'osservazione. Non era più inseguito dai nemici, battevano in ritirata, la vista potenziata ne concedeva un orizzonte dei più rosei, trapunto di una riflessione dai tratti interamente intensi, oltre che piacevoli. Era fatta, in minima parte, oppure era solo uno stacco netto al ripristino di una corsa che non conosceva precedenti? Era davvero giunto il termine di quell'intreccio di gatto e topi, di tana e fuga compromessa, senza escludere né il primo né l'altro in un paragone che suonava come spezzato, infranto, illusorio? Dove sarebbero arrivati? Si pose più di una domanda, non una trovò immediata risposta: al contrario, fu travolto da un'onda d'urto leggera, eppure sufficiente a farlo rovinare al suolo. Il mantello disillusorio scivolò via, al pari dell'ultimo brandello di un incantesimo già in parte dismesso per propria scelta. Il braccio dominante scoperto e in tensione, al pari dell'intera figura, Oliver tentò immediatamente di rimettersi in piedi, accorgendosi con furia vera e propria di non esserne in grado. Gli arti inferiori continuavano ad essere costantemente solleticati da un pizzicore che anticipava la stasi, così come la conseguente comprensione di essere bloccato, ormai in trappola. Si lasciò travolgere dal dubbio - quasi supposizione, a ben vedere - di essere caduto nella trappola nemica, di essere stato finalmente divorato dalle liane, mutate di volta in volta in catene autentiche, che il palcoscenico violato di Gerusalemme evocava verso i suoi sfidanti. Non era né quello il caso né quello l'esito, così quando gli occhi si abituarono alla presenza di nuovi arrivati, quando l'Incanto di Megan tentò di liberarlo dalla prigionia e a sua volta il Veggente cercò di rimettersi in posizione eretta, il pensiero di essere nel luogo sbagliato si unì in un vortice indiscusso ad una spiacevole sensazione di sfiducia. «Emily Rose, cosa ci fai nell'Antica Gerusalemme?» Parve soffiare la domanda in un attimo, sillabandola, esprimendola con malcelata espressione in parte incuriosita, sorpresa e stupita, in parte l'estremo opposto dell'uno e dell'altro aspetto. Non aveva visto la Caposcuola Serpeverde nell'Ufficio di Peverell, non l'aveva vista partire con tutti loro, avvinti dalle linee del tempo. L'idea che fosse una spia, un'illusione o qualsiasi altra prova misteriosa sul loro cammino, dopo tutto quanto affrontato in prima persona, non poté che fare breccia nel suo cuore, così come nella sua mente. Si lasciò andare all'ascolto, rivelandosi completamente, avanzando se ne avesse avuto modo dopo l'infranto sortilegio ostacolante che lo aveva colpito. Ringraziò Megan al volo, ancora una volta, contento per davvero di averla al proprio fianco, mentre lo sconosciuto accanto alla collega Caposcuola non faceva che attirare ancor più attenzione - così come confusione - da parte del Grifondoro come mai prima di allora. Tentò di ricostruire quanto ascoltato e nella frenetica risposta, prese parola a sua volta. «Siamo la pattuglia segreta dell'esercito romano spedita in missione segreta. Abbiamo raccolto più informazioni del previsto lungo un tragitto... ostico, direi.» Ostico. C'era andato piuttosto leggero, tutto sommato. Riprese subito dopo, permettendo alla fiducia di essere in buona compagnia di non vacillare ancora una volta. «Oliver, Megan, Sophie. Voi chi siete? Oltre te, Emily, intendo. Dovevamo aprire un ingresso dall'interno, ma le porte ora sono aperte, confermate? William ci ha lasciati un'àncora di salvataggio all'inizio: nel caso di ritrovo o di minaccia estrema, avremmo dovuto attirare l'attenzione con un modo preciso. Penso sia giunto il momento di ritrovarci.» Aveva fatto rapidamente la presentazione del suo trio, rivolgendosi in particolare al nuovo - supponeva, quasi sperava - alleato accanto all'altra studentessa. Erano davvero per loro un aiuto concreto? Così sembrava e d'altronde non si erano ancora scontrati per davvero. Le parole di Emily davano più conferme preziose. Un passo avanti, leggermente più distante, rivolgendo di scatto la bacchetta magica verso l'alto. Puntata al cielo, l'esplosione fiammeggiante di scintille rosse tra l'intenzione e l'idea, aggiunse con enfasi, tacitamente, la formula di suo interesse. *Periculum.* Era ora che l'Aquila spiccasse il volo, ricongiungendo i suoi figli dispersi.


xQfBTQG
Riassunto
Ringraziando al volo Megan per l'ennesimo aiuto, tentando così di rimettersi in piedi sulla scia dell'Incanto dell'altra, la presenza di Emily e dello sconosciuto insospettiscono Oliver a primo impatto. Non ricorda la Caposcuola Serpeverde nell'Ufficio di Peverell, durante la loro partenza, quindi si chiede se possa fidarsi veramente; per le parole dell'altra, il fatto che non sian stati attaccati e la consapevolezza di aver sempre avuto una certa stima della Strega, Oliver alla fine rivela parte della loro storia, spiegando per il momento - in modo concitato - di essere d'accordo circa il ritrovarsi con gli altri alleati dispersi, ricordando il messaggio iniziale di William e castando un Periculum per attirare l'attenzione del suo esercito, come appunto concordato.

Statistiche
Punti Salute 140/245 | Punti Corpo 210/231 | Punti Mana 248 | Punti Exp 36

Abilità Divinatore | Incanti I, II, III, IV classe.

Inventario attivo

» Bacchetta magica | Spilla Atene
» Pozione Essenza d'Elfo & Annullamento
» Mantello della Disillusione
» Bracciale di Damocle doppio incanto in un post
» Nanosticca rimpicciolisce ad un'altezza di 30 cm
» Rubino di Enrico VII aumenta la vista fino a vedere a 500 m di distanza per due turni

 
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view post Posted on 5/7/2018, 02:13
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- Deus ex Mazza -

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PATRICK SWAN
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Emergendo nel bel mezzo della Città Nuova, Patrick aveva avuto come il sentore che il compito del gruppo di ribelli si sarebbe fatto sempre più ardo. In effetti, dopo nemmeno cinque minuti, i quattro si erano separati e si erano inoltrati nell’accampamento Romano dove ogni passo falso poteva significare una condanna a morta. La cautela e la prudenza, andavano di pari passo con l’intelligenza e la furbizia, laddove un approccio troppo violento e diretto ai sarebbe rivelato fatale. Se da un lato agire in maniera defilata garantiva a Swan e alla Attwater di procedere, dall’altro il duo doveva saper scegliere quando correre un rischio, laddove questo potesse facilitarli ulteriormente nella loro missione.

Arrivati di corsa e senza voltarsi indietro al riparo successivo, Patrick come prima cosa si guardò attorno. Proprio come ci si sarebbe potuti aspettare, il numero delle pattuglie e delle sentinelle aumentava con l’avvicinarsi al cuore dell’accampamento e ora i ragazzi si trovavano circondati. Se alle loro spalle, ad est, una pattuglia si era trovata a fare i conti con un’improvvisa, ma non per questo improbabile tempesta di sabbia, in tutte le altre direzioni sembrava esserci qualcuno pronto a stanare i ribelli. Che fosse dunque arrivato il momento di ricorrere a un diversivo più d’effetto?

«Elhena... »

Sussurrò tra i denti sperando di ritrovare vicino a lui l’invisibile Tassorosso.

«Prova ad alimentare la tormenta di sabbia verso nord ovest, io mi occupo de altre guardie. »

Se davvero il Corvonero voleva durare il più possibile a Gerusalemme, egli si sarebbe dovuto abituare a lavorare in coppia. Sebbene la collaborazione non fosse esattamente parte del suo DNA, egli col tempo aveva imparato ad ammettere ogni tanto una persona meritevole bei suoi piani e la Attwater, non per altro membro dell’ES, si era decisamente dimostrata degna di quell’opportunità. Contando sul l’aiuto della ragazza Patrick avrebbe cercato di creare un diversivo d’impatto che avesse potuto far sì che l’attenzione di tutte le pattuglie si rivolgesse sullo stesso punto, permettendo ai due di sgattaiolare al prossimo riparo proprio sotto i loro occhi. Quando il ragazzo puntò poi la bacchetta verso alcune macerie poste a sud nel creare quello che sarebbe potuto essere un ulteriore rifugio, egli sapeva già quale fosse l’incanto perfetto a cui ricorrere in quella situazione.

*Bombarda!*

Esplose tra sé, cercando di trasferire nel suo pensiero la stessa intensità di un urlo. Immaginando nella sua mente una grossa esplosione, Patrick cercó di far confluire tutta la frustrazione causata dall’adrenalina, la sporcizia e il caldo nella creazione di quella magia. Agendo direttamente sul l’obiettivo è senza produrre una scia magica, il bombarda era il perfetto incantesimo distruttivo. I romani avrebbero assistito increduli all’esplosione e sopratutto non sarebbero mai stati in grado di determinarne l’origine. Sperando che questi si diressero verso il riparo esploso per verificare l’accaduto, Patrick avrebbe poi afferrato Gwen per il polso, cercandola a tentoni se necessario, e avrebbe cercato di raggiungere il prossimo riparo facendo ben attenzione a non tagliare la strada o passare davanti ad alcuna pattuglia o sentinella.
STATISTICHE
• PUNTI SALUTE: 198/238
• PUNTI CORPO: 247
• PUNTI MANA: 210/257
• PUNTI ESPERIENZA: 81,5+8=89,5
SINOPSI
Arrivati al nuovo riparo Patrick chiede ad Elhena di alimentare la tormenta verso nord ovest così che possa travolgere la pattuglia immediatamente a nord di A. Nel frattempo decide di far saltare in aria il riparo più a sud, vicino alla scritta 250y, in modo da far confluire i romani in quel punto è poter raggiungere senza essere visti il riparo a nord ovest rispetto ad A.
INVENTARIO
ABBIGLIAMENTO
COMPLETO RUDIMENTALE ANTICO COLOR CENERE

VESTE DELL'ASSASSINO NOTTURNO
Copre pube, cosce e spalle, donando prontezza, agilità e mimetismo con la notte. Difficile da udire e da scorgere colui che la indossa. [+4PS, +11PM, +6PC]

CATENA DELLA NOTTE
Rende il corpo più leggero e dona agilità nei movimenti, fa sembrare le ossa più mobili. Si nota molto nell'oscurità. [+2PM, +3PC]

BORSA DI CUOIO A TRACOLLA

NELLA BORSA:

GUANTI SOSTEGNO DEL PALADINO
Proteggono le manida tutti gli elementi naturali, dagli acidi, dalle basi e da colpi fisici. [+3PS]
MANTELLO DELLA DISILLUSIONE
Reallizzato con pelliccia di camaleonte, rende un'ottima mimetizzazione: se il corpo è ben avvolto in questo tessuto sembrerà donare l'invisibilità. [+8PC, +5PM]

ANTIDOTO al VELENO di DOXY
Prodotta per un compito di Pozioni

GALEONE D'ORO FALSO
Informa i membri dell'ES riguardo incontri e riunioni tramite la modifica da parte del capogruppo delle cifre poste sui bordi della moneta.

INTRUGLIO DEL GARGOYLE
Chi la assume può godere di una protezione fisica notevole, "stile armatura", pur non avendo nulla del genere addosso.

POZIONE SCONOSCIUTA
Trovata in una soffitta del castello [Pozione essenza d'elfo]

SULLA BACCHETTA:
ZAFFIRO GREZZO PER BACCHETTA MAGICA
Una pietra preziosa che amplifica la potenza del mago. [+12PM]

 
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view post Posted on 5/7/2018, 18:13
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Abbandonate Ogni Speranza, O Voi Ch'Entrate

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Il piano procedeva.
Macchinoso nelle sue complessità, in equilibrio tra possibilità di fallimento e rischi di ogni genere e grado. Ce l'avrebbero fatta? La stessa temperatura si stava man mano elevando, un'atmosfera incandescente ben lieta di far posto a nuovi baldi elementi di disturbo. Cosa ne sarebbe emerso? Cosa avrebbero ottenuto ora che infine tutto era pronto perchè la bomba esplodesse? Nessuno aveva ancora parlato di piani, veri e propri non esistevano ancora, si trattava di improvvisare? Avrebbero trovato la via? Era solo una questione di destino? Eppure era anche maturata la consapevolezza alla destra dello scudo che non fossero soli, anzi. Erano in decisa compagnia, e la situazione non era nemmeno delle più semplici. I lupi a sinistra avevano infine fiutato qualcosa. Cosa? Difficile a dirsi... avevano forse ancora una speranza, mentre il trio romano, formato dalla Tassorosso, dallo stregone e dall'ingegnere ancora si trattenevano riflettendo sul da farsi. Se il Guardiacaccia si era fatto bello per quanto sarebbe venuto, il resto del gruppo era ormai pronto a gettarsi nello scontro, sperando nel migliore degli esiti. Sarebbe andata veramente così? Considerato che il caldo non si poteva dire mancasse, perchè non ricorrere al fuoco? Si sarebbe alimentato della riserva di ossigeno sempre inferiore presente nel tunnel, ma era comunque qualcosa. Mentre la coppia latina (E, X) retrocedeva, l'attacco ribello. Il venir meno dello scudo che aveva ostruito sino a quel momento il fondo della galleria, un torrente di fiamme che si riversava risalendola. Seguito da un faro abbagliante di luce, e la reazione istintiva dell'anziano romano. Un arabesco seguito dal debole fruscio di uno scudo evocato, e un istante dopo scomparso, sotto i colpi del fuoco. Fece seguito una terribile esplosione, che ebbe l'indiscutibile vantaggio di salvare entrambi da morte certa. Alle loro spalle, l'Auror risaliva intanto il tunnel, quando prima l'esplosione e poi il fuoco fecero il loro ingresso scenico: i Ribelli erano arrivati. Erano ancora tutti vivi, mentre il fuoco avanzava, e con esso il gran polverone sollevato dall'esplosione. Il tunnel sembrava ancora reggere, ma... Fuoco per fuoco, chi e quando si sarebbe accorto che uno dei Serpeverde (Z) era sparito? E che diamine di fine aveva fatto? L'esplosione aveva appena mietuto la sua prima vittima? Trenta yarde più lontano, distante dalle frastornate, ma quanto meno non accecate forze ribelli, il romano (X) versava in condizioni ben peggiori di quanto non sarebbe stato lecito attendersi sino a quel momento, dopo aver assorbito buona parte dell'esplosione, smorzata solo in minima parte da quanto aveva tentato, insieme alla sua giovane alleata. E il fuoco avanzava. Che sarebbe successo? Sarebbe crollato il tunnel? Sarebbero morti tutti soffocati, prima che la battaglia potesse anche solo proseguire, o iniziare?
In superficie la situazione era andata radicalmente stabilizzandosi, da un lato erano state condivise almeno una parte di quelle informazioni necessarie a che la missione potesse proseguire tra i diversi elemento del gruppo misto ormai riassortito, dall'altro erano stati infine dismessi, calata com'era la sera, abiti e incanti, e tutti erano tornati visibili. Il segnale lanciato in sfida al cielo che risultati avrebbe contribuito ad avere? In tutta risposta era apparsa una minuscola staffetta, un giovane di non più di vent'anni, con un portadocumenti di cuoio dall'aria decisamente più importante del suo latore, il tutto era stato consegnato al più anziano del gruppo, il tacito alleato. Aumentavano dunque le informazioni che avrebbe dovuto dare al resto della truppa? L'avrebbe fatto? Erano tutti lì, chi mancava all'appello? Com'erano messi i presenti, pronti a fare che cosa? Tutto il necessario?


I Ribelli si stanno ritirando, la Città di mezzo è caduta, le mura hanno ceduto, e sanno anche meglio di noi che non avrebbero speranze di tenerla. In più hanno una terza cinta, ben più possente delle precedenti, dietro cui continuare a difendersi. Hanno deciso di sacrificare un'ulteriore parte di Gerusalemme, ormai priva di alcun valore strategico, per tentare di portare avanti una rivolta che senza alleati non ha speranza di successo. È quello che farei se fossi ribelle, difendere sin quando possibile la città, cercare aiuto, cosa che non è ancora successa, e intanto ritirarsi lentamente sino al Tempio. Ma ecco nuove informazioni!

La giovane coppia di pellegrini (W, D) avrebbe raggiunto la meta? Abbandonarono le mura, infilandosi in una torre, mentre alle loro spalle un tratto della cinta crollava sotto il suo stesso peso. In fin dei conti avevano svolto il loro ruolo, un nuovo quartiere della città era ora sotto il controllo di Roma, pur deserto che fosse, e per quanto i ribelli fossero ormai parzialmente ritirati, era comunque un passo in avanti verso la vittoria. Quando l'avrebbero ottenuta? Ancora presto per dirlo, ma sarebbe capitato. Il segnale nel cielo, a poche centinaia di yarde di distanza colse nel segno. Non erano soli? Erano vivi gli altri? Cosa diamine avevano combinato sino a quel momento? E soprattutto, ora, cosa avrebbero fatto? Quali erano i passi successivi nella loro strategia?
Intanto, ai margini di quella che un tempo era stata la fiera città di mezzo, là dove rieccheggiava la campana della ritirata, le mura del Palazzo di Erode. I difensori si sbracciavano in tutte le direzioni per attirare l'attenzioni di quanti fossero nei dintorni, le porte erano ormai quasi chiuse, l'unica possibile via di fuga dall'accerchiamento romano era quasi preclusa, per quanto di legioni non ve ne fosse ancora l'ombra. Sulle mura, là dove il palazzo si congiungeva con la cerchia esterna la situazione era differente, un acceso scontro tra forze ribelli e romani era in atto, diverse scale spuntavano come spighe tra i merli. Roma era già lì. Le stavano aspettando al varco? Avrebbero fatto in tempo ad aprirsi un varco, prima che quelli all'interno del palazzo sbarrassero le porte definitivamente? Era stata una corsa inutile?
Nella città nuova la situazione si dimostrava ancora una volta stabile, pur in tutta la sua incertezza cronica. Erano braccati come animali allo stato brado, in un periodo di caccia grossa e continuata. Solo che i cacciatori non ne erano ancora stati pienamente informati, il che era pur sempre qualcosa, seppur non molto. Fu in quel momento, quando ormai la sera era calata, e la brezza fresca del deserto iniziava a farsi piacevolmente sentire, che la temperatura tornò ad alzarsi. Se da un lato la tempesta non accennava a voler smettere, rappresentando un immediato impedimento per coloro che erano nelle vicinanze, oltre che un utile diversivo, dall'altro un cumulo di macerie sino a quel momento piacevolmente tranquillo esplose, senza apparente logica. Diversamente dal previsto l'addestramento dei loro momentanei nemici si fece infine avanti, a bussare alla porta del Corvonero e della Tassorosso. Mentre una prima pattuglia si faceva avanti verso la presunta minaccia, le altre mantenevano la posizione, per giunta messe in allarme da quell'imprevisto sviluppo serale. Dopo mesi di assedio la sapevano ben più lunga degli ultimi arrivati? E la corsa, verso la loro nuova destinazione, complice l'interesse della pattuglia rimasta tra i piedi di... qualcosa. Non erano stati visti, non erano stati sentiti, era comunque qualcosa. Giuda e la seconda Tassorosso invece come pensavano di cavarsela? Erano stati loro inconsapevolmente a offrire sponda al primo gruppo? Come? Prima di iniziare a correre Giuda aveva evocato l'ombra di un uomo che correva alla loro sinistra, cercando con ben pochi risultati di celarsi alla vista dei presenti, di cui stava attirando l'interesse. Mentre una pattuglia gli si gettava all'inseguimento, l'attenzione della seconda convergeva al suo indirizzo. Che fine avrebbe fatto? Non l'avrebbero saputo. Già il duo correva, con il favore della sera, e raggiunto il nuovo riparo, proseguiva anche oltre.


Presto, non è il momento di fermarsi!

Un sussurro, nel silenzio offerto loro dall'ombra. Alla volta della cerchia esterna della città nuova, ormai non molto lontana, dove trovarono riparo. La città era stata presa d'assedio dalle forze romane dopo che avevano lasciato quella stessa cerchia incompleta, e nel breve scontro che aveva portato alla sua caduta, avevano provveduto nello smantellarla almeno temporaneamente. All'ombra di un breve tratto rimasto in piedi si trovavano in quel momento, gli sguardi puntati oltre, a cento yarde più in avanti, dove improvvisamente terminava l'oscurità rassicurante della sera, e si apriva una vasta area illuminata a giorno, da globi luminosi. Oltre poche yarde ulteriori, un solido muro di mattoni, coronato di torrette di guardia, sbarrava loro la strada. Dove erano diretti? Quasi certamente la loro meta era oltre quel muro, e il vociare in greco che li raggiungeva soffuso era un secondo chiaro indice che non fossero soli. Come dovevano procedere?


Quindi, in questo caso abbiamo diversi incantesimi che hanno fatto la famosa cilecca. Nei sotterranei ha parziale effetto il tentativo di J, seguito a ruota da quello di Sarah, e B. In parte direi che anche il nostro X abbia avuto un piccolo inaspettato risultato, finendo con l'essere ferito dall'esplosione (potrebbe riprendersi anche da solo, ma gli servirà tempo) che lo ha sbalzato indietro, insieme a E. Sta divampando un incendio nel tunnel, che ha effetti non trascurabili sulle vostre statistiche. Z è risultata la più coinvolta dall'esplosione, avvenuta in contemporanea al suo 'abbaglio', e infatti ci ha lasciato. Il tutto è stato smorzato solo parzialmente dall'intervento di E, andato in parte in porto. Quindi, la parte sinistra del tunnel è in parte abbagliata, e in parte a terra, la parte iniziale è ancora presumibilmente ostaggio dei Berretti, la parte centrale è invasa da fuoco, fumo e polvere, e la parte finale solo da un terribile caldo, per ora. In superficie proseguono i baci e gli abbracci, mentre X vi racconta qualcosa. Arriva la staffetta, e W e D vedono il segnale (nella nebbia che c'è ancora nella città di mezzo, e nella sera, non vedono il colosso). A e N hanno qualcuno che le aspetta, una banda di fattorini arrabbiati in attesa che gli venga riconosciuta dignità per il loro lavoro (?). Mentre procedono le operazioni nella città nuova, i due gruppi procedono. T è infine nei pressi della circonvallazione romana, in compagnia di quella buon'anima di Giuda. Ribadisco per l'ennesima volta che al momento nessuno è nell'accampamento di nessun'altro.



Le Statistiche:
William (W)
Punti Salute: 158/232
Punti corpo: 175/187
Punti Mana: 200/219
Exp: 29
Eloise (E)
Punti Salute: 88/199
Punti corpo: 108/128
Punti Mana: 123/123
Exp: 26,5
Oliver (O)
Punti Salute: 140/245
Punti corpo: 210/231
Punti Mana: 248/248
Exp: 36
Sophie (S)
Punti Salute: 77/157
Punti corpo: 80/91
Punti Mana: 101/101
Exp: 15
Megan (H)
Punti Salute: 68/145
Punti corpo: 85/91
Punti Mana: 98/98
Exp: 7,5
Aiden (B)
Punti Salute: 110/191
Punti corpo: 130/139
Punti Mana: 143/143
Exp: 28
Daddy (D)
Punti Salute: 243/295
Punti corpo: 250/263
Punti Mana: 235/274
Exp: 67
Emily (R)
Punti Salute: 172/221
Punti corpo: 184
Punti Mana: 188
Exp: 43,5
Valente (X2)
Punti Salute: ?
Punti corpo: ?
Punti Mana: ?
Tizio (X3)
Punti Salute: ?
Punti corpo: ?
Punti Mana: ?
Caio (X4)
Punti Salute: ?
Punti corpo: ?
Punti Mana: ?
Sempronio (X5)
Punti Salute: ?
Punti corpo: ?
Punti Mana: ?
Amber (A)
Punti Salute: 180/216
Punti corpo: 195/195
Punti Mana: 185/199
Exp: 33,5
Nieve (N)
Punti Salute: 118/151
Punti corpo: 119/119
Punti Mana: 105/115
Exp: 13
Elhena (G)
Punti Salute: 175/210
Punti corpo: 142/142
Punti Mana: 142/142
Exp: 35
Patrick (P)
Punti Salute: 198/238
Punti corpo: 247/247
Punti Mana: 235/257
Exp: 89,5
Davide (Y5)
Punti Salute: ?
Punti corpo: ?
Punti Mana: ?
Gabriele (Y6)
Punti Salute: ?
Punti corpo: ?
Punti Mana: ?
Giuda (Y7)
Punti Salute: ?
Punti corpo: ?
Punti Mana: ?
Giovanni (Y8)
Punti Salute: ?
Punti corpo: ?
Punti Mana: ?
Elijah (Z)
Punti Salute: 1/127
Punti corpo: 78/78
Punti Mana: 72/72
Exp: 9
Thalia (T)
Punti Salute: 165/201
Punti corpo: 138/138
Punti Mana: 142/142
Exp: 24
Mike (M)
Punti Salute: 100/177
Punti corpo: 62/107
Punti Mana: 78/108
Exp: 19,5
Ethan (J)
Punti Salute: 85/184
Punti corpo: 118/148
Punti Mana: 107/117
Exp: 27,5
Simone (Y1)
Punti Salute: ?
Punti corpo: ?
Punti Mana: ?
Elia (Y2)
Punti Salute: ?
Punti corpo: ?
Punti Mana: ?
Sarah (Y3)
Punti Salute: ?
Punti corpo: ?
Punti Mana: ?
Aronne (Y4)
Punti Salute: ?
Punti corpo: ?
Punti Mana: ?
Colosso (X6)
Punti Salute: 250/400
Punti corpo: ?
Punti Mana: ?
Colosso (Y9)
Punti Salute: ?
Punti corpo: ?
Punti Mana: ?
Colosso (Y0)
Punti Salute: ?
Punti corpo: ?
Punti Mana: ?


La Mappa generale:
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Gruppo A: 4 coorti. 2000 legionari (+2000 ausiliari) + Ariete. Muniti di Scorpiones e Balliste per coprire l'avanzata dei Romani. + Onagri

Gruppo B: 8 coorti. 4000 legionari (+4000 ausiliari) + Ariete + Torre. Muniti di Scorpiones e Balliste. + Onagri

Gruppo C: 4 coorti. 2000 legionari (+2000 ausiliari) + Ariete. Muniti di Scorpiones e Balliste.

Gruppo D: 2 coorti. 1000 legionari (+1000 ausiliari) + Torre. Armati di Scorpiones e balliste.

Sempre nei pressi del punto A si trovano i Pg Romani.


Le altre Mappe:



YSLKksk

NZHYP3E

Il grado di allarme DefCon, una nostra vecchia conoscenza templare, è un indice sintetico di allarme che vi mostra quanto siate vicini ad essere scoperti, e quanto saranno in guardia le pattuglie più vicine. Va da 1 (vi hanno visti, scappate o annientate la minaccia) a 5 (è impossibile che vi vedano, fermatevi per un pic-nic). Tra parentesi trovate l'outlook previsto per il turno successivo, salvo imprevisti, anche questo varia da: positivo (+), a negativo (-), o neutro (=). I 'Ripari' siete liberi di gestirveli come preferite, tenete però conto che l'intera città nuova sia stata quasi interamente rasa al suolo pietra su pietra dai romani dopo la caduta della prima cerchia, quindi... Un piccolo monito giunge infine? Se vi becco a vedere cose che non potreste finirete inscatolati con il tonno, e il polpo di W.


Si procede l'11 luglio, ore 22.29

 
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view post Posted on 11/7/2018, 16:02
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18 Anni ▴ Cielo di Mercurio ▴ V anno

Amber S. Hydra

PS: 180/216 ▾ PC: 195/195 ▾ PM: 185/199


N
on avrebbe creduto di poter correre così velocemente. Spinta dall'urgenza di raggiungere il Palazzo prima che le scritture divenissero realtà, Amber aveva dato fondo a tutte le sue energie, ringraziando Morgana e Merlino per l'essersi comunque tenuta sufficientemente in allenamento. Non servirono eccessive motivazioni, le bastava la prima che aveva bussato alla porta della sua memoria. Se non avessero raggiunto quel preciso punto in tempo, tutto sarebbe stato inutile. Scattò lasciando che quel che rimaneva della sua treccia si sciogliesse al vento. La complicità del tramonto ormai giunto e della sera più fresca l'avrebbe certamente aiutata a riprendersi una volta al sicuro. Prima però doveva assicurarsi di raggiungere quella sicurezza, con Nieve. Ignorò gli accenni di rimorsi che torretta dopo torretta si ripresentavano. C'erano Ribelli in pericolo, e lei sapeva benissimo che sarebbero morti, con o senza il loro aiuto, non aveva tempo da perdere con loro. Accelerò finché l'ultima svolta non le permise di vedere il palazzo di Erode in tutta la sua triste imponenza. C'erano, erano a pochi passi da ciò di cui avevano disperatamente bisogno. Il cuore esultò, ma anche quella breve gioia svanì non appena lo sguardo scese dalla torre fino a quanto stava accadendo nei pressi delle porte. Mentre la campana della ritirata intonava la cantilena più terrificante che Amber avesse mai udito, lei strinse i pugni. «No. Maledizione no!» Tra loro e le porte che si stavano già chiudendo c'era un capannello di Romani. I legionari agitavano le loro spade a destra ed a manca e se loro si fossero lanciate nella mischia sarebbero state affettate ed infilzate come spiedini. Eppure non avevano tempo per fermarsi a dialogare civilmente, dovevano superare quell'intoppo e dovevano farlo immediatamente. Il Palazzo di Erode non poteva lasciarle fuori. Non poteva! Non si volse verso Nieve, non c'era tempo da perdere, si augurò solo di poter essere un valido esempio. Non aveva corso fin lì inutilmente e la tensione che ora le scorreva nelle vene, mescolata all'adrenalina della corsa, l'aiutò a seguire il suo istinto nel più primitivo dei modi. Non aveva tempo per combattere, né l'aveva per correre in mezzo alla mischia e rischiare di rimanere incastrata tra una lama e lo scudo. Colme di determinazione, le iridi chiare andarono una sola volta in cerca di Giovanni. «Seguici», poi, con una prepotenza che lei non avrebbe mai potuto mostrare in situazioni differenti. Afferrò ancora una volta Nieve, avvicinandola al suo corpo tanto da violare ogni singola regola di prossimità. Ma non c'era tempo nemmeno per seguire etichette e imposizioni. «Tieniti stretta» Ancora una volta pregò che non le chiedesse spiegazioni, perché non avrebbe potuto dargliene. La giovane Grifondoro doveva "solo" fidarsi di lei, perché in quel momento non c'era altro modo. O così, o la battaglia era persa. Avrebbe comunicato quell'urgenza nello stesso tono con cui le aveva parlato, rimandando ancora la spiegazione. C'era un solo modo per raggiungere le porte di Erode prima che queste si chiudessero lasciandole fuori dalla terza cinta: proiettarsi. Tenne il gomito del braccio dominante in alto, lo sguardo agguerrito rivolto al punto d'arrivo. Puntò la bacchetta in direzione del suo corpo e slanciò poi il braccio verso l'esterno, indicando la corretta direzione per raggiungere l'obbiettivo e verso cui slanciarsi: un punto abbastanza prossimo alla porta in chiusura da renderle poi visibili a chiunque la stesse chiudendo. Le vesti avrebbero poi svolto il loro compito nello spiegare la fazione di appartenenza. «PROIÈCTO!» L'urgenza imperativa della formula non avrebbe avuto bisogno di ulteriori spiegazioni.Dovevano raggiungere le porte.Dovevano entrare.Dovevano.

Sapeva che, se tutto avesse funzionato e Nieve si fosse retta a dovere, avrebbero raggiunto l'obbiettivo pur rischiando di urtare qualcosa o qualcuno. Una volta lì, Amber avrebbe fatto leva su tutta la sua forza per rialzarsi e fermare la chiusura dei battenti prima che il dado fosse tratto. Doveva avere il tempo necessario ad entrare con Nieve ed eventualmente con lo Stregone, se fosse stato al passo con le due, prima che il piano andasse in fumo e le mura divenissero cenere e macerie.

In sunto = Amber corre finché può ed impreca quando si ritrova l'ostacolo romano a bloccarle la strada verso Erode. Senza perdere tempo, terrorizzata all'idea che il palazzo chiuda i battenti e le lasci fuori, intima a Giovanni di seguirle, si fa abbracciare da Nieve (❤) e tenta di Proiettare entrambe oltre il gruppo di Legionari, proprio lì dove le porte si stanno chiudendo ed i Ribelli stanno chiamando a raccolta i reduci per barricarsi.

SE la cosa riesce, tenta poi di rialzarsi dalla possibile batosta ed infilarsi al sicuro dalla parte giusta della barricata, dentro Erode.

Danni subiti
Graffi superficiali sulle braccia.
Lieve bruciatura esterna alla caviglia sinistra.
Lividi e contusioni lungo il fianco destro.
Equipaggiamento
◆ Bacchetta
◆ Spilla Luna Calante
◆ Mantello della Disillusione
◆ Piccolo borsello a tracolla (contiene):
- Decotto al Dittamo (x1)
- Pozione Soporifera (x1)
- Intruglio Confondente (x1) -> data a Nieve

 
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view post Posted on 11/7/2018, 16:30
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entropia.

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ETBM
16 Anni ↝ Prefetto Grifondoro ↝ III anno

Nieve Rigos

PS: 118/151↝ PC: 119/119 ↝ PM: 105/115 ↝ PE: 13


F
u impossibile non arrestarsi di fronte allo scenario che li accolse, superata la seconda torretta. Gli occhi di Nieve, le cui iridi erano ridotte a due fessure per l’angoscia, passarono in rassegna i presenti, prima di soffermarsi sulla figura di un soldato morente. Era un giovane romano e aveva un’espressione di dolore dipinta in volto; un Algido, impietoso e assetato di morte, torreggiava su di lui. Pochi secondi dopo, giaceva senza vita sulla pietra del camminamento, sporca del suo stesso sangue: la creatura l’aveva finito con un colpo di sciabola, squarciandogli il ventre ed esponendo alla vista uno scenario che non brillava per delicatezza.
L’espressione vacua sul viso del cadavere le rimase impressa nelle retine, impedendole di prendere visione di ciò che, invece, Amber stava considerando. Nieve fu colta da un conato di vomito, le ciglia imperlate di lacrime. Benché fosse un nemico e benché si fosse battuta con l’intento di sconfiggere chi infoltiva i ranghi della fazione avversaria, la travolse d'un tratto l’orrore della morte e si accorse di non essere stata preparata alle sfaccettature dell’avventura nella sua interezza. Le tornarono alla mente le parole del Preside, quando l’anno prima aveva accennato ai rischi di prendere parte alla Scuola di Atene. Allora, stante la frammentarietà e incompletezza delle informazioni in suo possesso, Nieve aveva propeso per l’adesione con un forte senso d’orgoglio e curiosità ad animarla. Non avrebbe mai immaginato, neppure col più impegnativo degli sforzi di fantasia, di essere stata tanto lontana dalla realtà della cose.

Seguendo uno schema che aveva già avuto modo di imporsi, fu proprio la voce della Tassorosso a liberarla dal gioco delle sue stesse emozioni. Dapprima, la udì da lontano, quasi a stento oltre il fischio prepotente che le riempiva le orecchie. Non si avvide di essere impallidita, né di aver perduto la determinazione che l’aveva spinta a correre senza sosta per tutti quei minuti. Se Amber non l’avesse strattonata e non le avesse dato – inconsapevolmente – il solo appiglio in grado di sottrarla a quell’insopportabile tramestio che precede uno svenimento, Nieve sarebbe collassata sul pavimento e si sarebbe spenta come la fiamma sullo stoppino cede alla violenza del vento.
Mosse le braccia per cingere la compagna in un gesto che, nella lentezza, si caricava di disperazione. Amber era così vera, tangibile, viva da sgominare l’annichilimento seguito alla vista della morte nelle sue vesti più crude e brutali. Amber era un promemoria costante del fatto che stessero ancora bene, che forse – solo forse – non avrebbero percorso le orme del soldato romano, se avessero trovato in se stesse la forza di non cedere, non ancora. Sopra ogni cosa, Amber rappresentava la speranza in ciascuna delle sue più accese sfumature. Dunque, l’islandese si abbeverò alla fonte della compagna e vi trovò la resilienza che aveva insospettabilmente perduto. In quell’istante, nonostante l’intontimento sensoriale di cui era preda – le pareva tutto distante e, paradossalmente, sentiva ogni cosa – e la frenesia della situazione, realizzò con convinzione perfino maggiore che non sarebbe sopravvissuta all’avventura senza di lei.

Nieve serrò le palpebre, le mani convulsamente strette sul tessuto della tunica di Amber e il viso nascosto sul profilo della spalla di lei. Lo sguardo vuoto del romano esanime tornò a farle visita, strappandole un singhiozzo a stento soffocato e spingendola ad arpionare con forza perfino maggiore il corpo dell’altra. Non la sfiorò neppure il timore di poterle causare dolore, né di domandare spiegazioni circa le ragioni di quella richiesta. Non le importava. In quel momento, il contatto con Amber e la vitalità che emanava da esso erano la sola ancora di salvezza che le fosse rimasta per impedirsi di cedere all’oblio del terrore. Tremò.

C’era molto, in quel suo corpo di giovane donna, della bambina vessata, impaurita, stordita che aveva vissuto in Islanda.


RiassuntoNieve vede un soldato romano morire per mano di un Algido e la cosa la traumatizza al punto che, per un attimo, rischia di svenire. Il timore di fare la stessa fine, misto all’orrore della scena che le si para davanti, è talmente forte da privarla di ogni briciolo di determinazione. Solo la voce di Amber la porta alla realtà. Quasi non si accorge di assecondarne la richiesta e si stringe a lei, tremante, come se da quell’abbraccio dipendesse la sua intera sopravvivenza. Pevvy, non sono sicura che parteciperà di nuovo, si ‘sto passo, me la traumatizzasti. Rimane stretta stretta ad Amby e credo che le faccia anche un po’ male.

Equipaggiamento
◆ Bacchetta
◆ Anello del Coraggio
◆ Anello Gemello legato a Thalia Moran
◆ Mantello della Disillusione
◆ Piccolo borsello a tracolla contenente:
- Intruglio Confondente (x1)
- Decotto al Dittamo (x1)
- Pozione Mors Aparentis (x1)
- Pozione Rinvigorente (x1)
- Guanti dell'Eroe Caduto

 
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view post Posted on 11/7/2018, 17:48
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You can take the darkness out of the man, but you can't force him to step into the light.

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Thalia J. Moran | 17 anni
Cielo di Mercurio
Ps 165/201 | Pc 138 | Pm 142
Exp 24


Aveva appena messo piede dietro un muretto alto poco più di un metro quando la voce di Giuda la esortò a proseguire. Fu un sussurro nel vento, una nota cupa nel caos provocato da Patrick ed Elhena. Non si sarebbe mai voltata indietro a cercarli, oramai le loro strade si erano divise e a nulla sarebbe servito preoccuparsi per loro. Contava solamente l’ordine di Giuda, che udì allontanarsi da lei immediatamente, e l’ansia di poterlo perdere nella folla di Romani alla ricerca dell’intruso la immobilizzò per un momento, lasciandole il respiro mozzo e il cuore in preda ai battiti ravvicinati.

Cacciarsi nei guai era sempre stata una sua specialità, un vezzo per così dire, un qualcosa che - se non fosse stato parte integrante della sua indole - non le avrebbe mai permesso di arrivare a raggiungere determinati ed ambiziosi obiettivi.
A tredici anni sembrava tutto più semplice, come se il pericolo di ferirsi o menomarsi non l’avesse mai sfiorata davvero: ora, maggiorenne e con qualche esperienza in più, temeva fortemente la morte e tutto ciò che potesse avvicinarsi ad essa. Non sapeva esattamente quando quella consapevolezza sulla caducità della vita le fosse sopraggiunta, eppure era un dato di fatto che durante quell’avventura l’aveva già pietrificata un paio di volte. Che fosse una sensazione dettata dalla preoccupazione per coloro che erano rimasti indietro e per l’ineluttabilità degli eventi?
Gli obiettivi erano chiari e restava solamente una cosa da fare: seguire il corso degli eventi, intervenire nel punto giusto e sperare che nessuno li scoprisse.
Si mosse in fretta, in uno scatto quasi felino, scivolando lungo il muricciolo decadente ed evitando una nuova pattuglia per un soffio. Pochi minuti dopo, l’effetto del Felpato si esaurì e la sua marcia si arrestò.
Temeva di essere nelle vicinanze di un nemico che potesse udirla in una corsa a perdifiato e di Giuda sembrava non esservi traccia nelle vicinanze. Di certo, se vi fossero stati spettatori inaspettati avrebbe potuto scorgerli da lì in avanti: una serie di globi luminosi brillava nell’oscurità della notte, illuminando a giorno la zona sottostante alla cerchia di mura che li separava dal loro obiettivo.
Si fece avanti, restando nella zona d’ombra quel tanto che fosse bastato per esaminare meglio lo scenario, restando ammutolita di fronte alla stranezza di quella situazione. I Romani desideravano forse avere una visuale completa di chiunque avesse cercato di darsi alla scalata delle mura? E quel vociare confuso in una lingua diversa?
Sussurrò il nome di Giuda un paio di volte, con una lunga pausa tra il primo ed il secondo tentativo. Se l’uomo fosse stato al suo fianco e avesse confermato la propria presenza, la ragazza avrebbe cercato di capire meglio come comportarsi.

«Che lingua è? Potrebbe essere… ?» e, sia che avesse ricevuto risposta e conferma dei propri sospetti sia che Giuda non avesse risposto, avrebbe aggiunto in un bisbiglio «Non possiamo scalare le mura, ci vedrebbero. E se passassimo… attraverso? Ci sarà pure un punto in cui quelle luci non funzionano. Se conosci un varco, fammi strada. Altrimenti pensiamo a qualcosa... e in fretta.»

La frustrazione raggiunse un picco insopportabile, mentre anche Giuda valutava la situazione in silenzio accanto a lei.
Se non avesse prodotto alcun suono di conferma o suggerito una mossa, la Tassorosso si sarebbe decisa ad agire per conto proprio. Doveva testare l’effettiva funzione di quelle luci in apparenza sospese: se fungevano da allarme, l’avrebbe scoperto.
Sollevando il braccio destro, munito dell’onnipresente bacchetta, l’avrebbe poi abbassato con un gesto deciso. Per tutta la durata del procedimento l’idea di un proiettile d’aria, con un gettito ben più lungo del normale, prese forma nella sua mente, mentre la formula sarebbe uscita in flebile sussurro dalle sue labbra stiracchiate in un’espressione seria.
«Ventus!»
Se quelle luci indicavano la presenza di una barriera invisibile dotata di un sistema di allarme di qualunque tipo, lei e Giuda ne avrebbero presto avuto conferma.



Inventario
°Bacchetta
°Bustino di Morgana
(indossato)
°Mantello della Disillusione
(indossato)
°Fiala di Decotto al Dittamo (x1)
(contenuta nell’astuccio di cuoio)
°Fiala di Pozione Rinvigorente (x1)
(contenuta nell’astuccio di cuoio)
°Fiala di Mors Aparentis (x1)
(contenuta nell’astuccio di cuoio)
°Anello Gemello
(indice destro - Nieve Rigos)
°Anello Gemello
(anulare sinistro - Mike Minotaus)
°Ciondolo Capello di Veela
(al collo)
°Spilla della Scuola di Atene
(tra la tunica bianca e quella rossa)

Incanti (Classi)
I Classe
II Classe
III Classe
IV Classe (v. Scheda)
V Classe (v. Scheda)

Abilità
Occlumante Apprendista

Vestiario Aggiornato (X)

Danni
Thalia presenta graffi superficiali ad entrambi i palmi, prevalentemente al sinistro.
Inoltre presenta escoriazioni su gomito e polso sinistri. Lividi diffusi su varie parti del busto a causa dell’incontro nella galleria sotterranea. Dolore alla spalla sinistra, causato da un proiettile di fango.
Riassunto:
Paturnie sulla paura a parte, Thalia raggiunge la cinta muraria e si stupisce per la situazione riscontrata. Qualche domanda a Giuda e qualche riflessione più tardi - secondo cui le luci sarebbero solamente uno specchietto per le allodole per celare alla vista una barriera di qualche tipo - Thalia prova ad evocare un proiettile d’aria per scoprire se tale barriera esista davvero e se colpirla significhi scatenare l’allarme delle truppe presenti.

 
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_fango
view post Posted on 11/7/2018, 18:55




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Non aveva nemmeno finito di sporgersi dall'apertura del cunicolo quando nella confusione d'incantesimi proveniente dallo scontro vi fu un lampo di luce, un globo di fiamme originariamente piccolo che subito si espanse - prima ancora che potesse verificarne propriamente l'origine - in una vera e propria esplosione. Con il riflesso delle fiamme negli occhi si fece avanti, cercando di afferrare uno dei ragazzi per trascinarlo con sé, al riparo nel tunnel: una scelta stupida. L'esplosione lo investì come un cavallo in corsa, scaraventandolo all'indietro mentre l'aria rovente gli bruciava il petto rimasto semiscoperto e le vesti. Per qualche istante fu puro chaos, mentre la sua coscienza faceva il possibile per riprendere controllo della situazione; le orecchie fischianti si fecero sempre più distanti mentre gli occhi - ancora mezzo accecati per l'esplosione - vagliavano le condizioni circostanti: altri come lui si rialzavano, davanti all'oceano di fiamme divampato nel mezzo del tunnel, dall'altra parte volti e sagome confuse, i loro avversari. Erano stati loro a colpirli in quel modo? Fu ponendosi questa domanda, nella frazione di secondo che precede l'azione, che Ethan comprese appieno la gravità della situazione: erano in mezzo ad una guerra, non in qualche simulazione o esercitazione, chi colpiva avrebbe colpito per uccidere. Non era forse legittimo che facessero lo stesso, per difendersi? Era poi corretto scendere a quel livello preistorico (premoderno?) di barbarie, e sperare di uscirne incolumi nella mente, se non nel corpo? No, solo perché qualche libro dagli assurdi poteri aveva ricreato ciò che era successo quel giorno, centinaia di anni prima, ciò non voleva dire che la loro coscienza l'avrebbe vissuto diversamente. Non avrebbe colpito per uccidere, non davanti ai ragazzi: dovevano solo completare la loro missione e andarsene quanto prima da quell'inferno. Gli occhi scrutarono per un istante la barriera di fiamme, e non servì più che quell'attimo perché l'esperienza gli suggerisse che cercare di colpire qualcosa di così confuso e in movimento era impensabile, in quelle condizioni. Dunque come guadagnare il tempo necessario, come distrarre l'offensiva? Dopotutto la loro via era verso l'altro, lì si trovava il loro obbiettivo, e lì andarono a parare i suoi occhi. Non ci fu ulteriore tempo per pensare: nella sua immediata valutazione cognitiva sembrò semplicemente conveniente ostacolare gli invasori, e se ciò avrebbe portato la crollo dell'intero tunnel, ciò non avrebbe fatto altro che accelerare la riuscita della loro missione. Già la punta della bacchetta roteava, puntando alla parte di soffitto immediatamente retrostante alle fiamme, e nel contempo si innalzava mentre il braccio che la portava spingeva contro la gravità e la fatica. Un giro in senso orario, due in senso antiorario - già la punta si indirizzava, tremante, già la stretta si solidificava cercando di convogliare la decisione, la rabbia, la disperazione del momento.

Dovevano andarsene da quell'inferno.
Un ultimo giro, appena accennato, in senso orario.

"REDUCTO!" Un grido rabbioso e disperato, attraverso il già fumoso ambiente. Avrebbe atteso, rigido e immobile come un fuciliere, che la carica magica gli percorresse il braccio, producendosi dalla punta del Castagno e andando a far crollare sopra i loro nemici la parte superiore del cunicolo. Non sarebbero di certo morti, no, ma la pioggia di terra e polvere avrebbe sicuramente contribuito a distrarli per il tempo necessario perché il trio potesse riprendersi, recuperare il senno, procedere dietro alla guida dell'anziano. Ma in tutta realtà, le loro prospettive in quel tunnel sembravano grame, il contatto delle spille appuntate ai loro petti sempre più invitante.
Caracollante, si sarebbe ritirato poi nella parte più remota del tunnel, cercando di ripararsi dal chaos che sarebbe seguito.





Sunto: dopo aver tentato di slanciarsi verso Elijah, Ethan viene colpito dall'esplosione e slanciato all'indietro, oltre che pesantemente stordito. Cercando di riprendersi il suo sguardo va all'alto, là dove si trova il loro reale obiettivo, e così pensa bene di seguire il proprio istintivo flusso di pensieri conducendo un Reducto sul soffitto del tunnel, nell'area immediatamente oltre il cerchio di fiamme. Spera di causare una pioggia di terra che al contempo distragga gli avversari e plachi il fuoco, permettendo al gruppo di procedere. Si ritira poi in direzione opposta, verso il fondo del tunnel, cercando di ripararsi da eventuali colpi.


Ethan Carter
PS: 85/184
PC: 118
PM: 107

EXP: 27.5

Inventario:
- NUOVO Vestiario (CLICK) negrezza non inclusa. La parte superiore è stata ritrasfigurata nel sopraveste di pelle che indossava prima di partire.
- Bacchetta di Castagno, nucleo in Unicorno (nella bandana in vita)
- Stivaletti Lewam Markis (ai piedi)

 
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view post Posted on 11/7/2018, 19:26
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- Deus ex Mazza -

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PATRICK SWAN
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La corsa sembrò mettere alla prova il Corvonero più del previsto. Sarà stato forse per la serie di quelle circostanza, il dover muoversi velocemente, la preoccupazione di dover tenere il mantello al posto giusto, la paura di essere scoperti, la costante ricerca di Elhena al suo fianco, ma quando Patrick fu finalmente arrivato al riparo avrebbe potuto giurare che il suo cuore gli sarebbe uscito dal petto. Eppure, forse per l'adrenalina, o forse per banale fortuna, il duo era avanzato ulteriormente tra le rovine. L'aria che si respirava nel luogo, tuttavia, stava cambiando: complice il progressivo sovraggiungere delle tenebre, era ovvio come i Romani non fossero più così tranquilli come quando Patrick li aveva trovati. Inequivocabilmente allertati dall'esplosione più che dalla tormenta, essi sembravano preparati all'evenienza di unàincursione nemica. In risposta al forte boato, solo la pattuglia più vicina si era mossa in quella direzione per verificare l'accaduto, mentre le altre sentinelle erano rimaste diligentemente in guardia e decisamente in mezzo alle scatole. Come se non bastasse, man mano che i ribelli avanzavano nel territorio nemico, il numero di soldati e pattuglie pareva decisamente aumentare, rendendo ancora più arduo il loro compito. Sarebbe stato alquanto improbabile riuscire a cambiare riparo senza essere a quel punto scoperti, almeno basandosi sulla momentanea situazione.

«Elhena?! »

Mormorò mentre cercava di riprendere fiato, sperando di eiuscire ad attirare l'attenzione della compagna.

«Credo sia il caso di ricorrere a qualcosa di più efficace. »

Si, ma cosa? Non solo il Corvonero doveva trovare una soluzione nell'immediato ma, soprattutto, avrebbe dovuto considerare quanto utile la prossima mossa si sarebbe rivelata rispetto la loro missione... e qual era la loro missione? Non aveva modo di verificare se i loro tentativi di incursione e distrazione fossero serviti o meno a Thalia e a Giuda di raggiungere la loro meta. Per il resto, qualsiasi cosa sarebbe paradossalmente andata bene, ammesso e non concesso che riuscissero a disorientare, confondere o sorprendere le milizie romane. Patrick avrebbe poi cercato di avanzare più che poteva, solo il Fato avrebbe scelto se metterlo davanti a nuove opportunità o al fallimento.

«Voglio provare a far calare una fitta nebbia, ma ci servirà una bussola per detemrinare la direzione del prossimo riparo e, soprattutto, per raggiungerlo senza rischiare di scontrarci con una pattuglia. Sarai tu a guidarmi, mentre io farò in modo di occuparmi delle pattuglie qualora dovessero tagliarci la strada... può andare?»

Non che ci fossero molte alternative per Elhena, quella domanda più che una conferma della sensatezza del suo piano andava a cercare la comprensione della giovane Tassorosso. Fu così che Patrick si decise finalmente, alzando la bacchetta davanti a sé, mentre nella sua mente andava a crearsi l'immagine delle colline nebbiose della periferia di Bath in autunno. Con una presa decisa e sicura, ma allo stesso tempo sciolta e delicata, Patrick avrebbe disegnato due giri in senso orario e due in senso antiorario, mentre avrebbe esclamato con decisione nella sua testa:

*Atmosfèria!*

Se il suo incantesimo avesse avuto buon fine, il Corvonero si sarebbe quindi affidato a Gwen sperando che riuscisse ad individuare la posizione del primo riparo. Sarebbe stata una mossa rischiosa che avrebbe potuto verosimilmente fallire, solo la Tuke avrebbe potutto dire l'ultima parola.
STATISTICHE
• PUNTI SALUTE: 198/238
• PUNTI CORPO: 247
• PUNTI MANA: 210/257
• PUNTI ESPERIENZA: 81,5+8=89,5
SINOPSI
Breve constatazione sulla situazione, obiettivi, missioni. Patrick vuole evocare un banco di nebbia per aumentare l'elusione e si affida a Gwen per raggiungere il prossimo riparo, fornendo dupporto qualora qualche pattuglia avesse deciso di tagliare loro la strada.
INVENTARIO
ABBIGLIAMENTO
COMPLETO RUDIMENTALE ANTICO COLOR CENERE

VESTE DELL'ASSASSINO NOTTURNO
Copre pube, cosce e spalle, donando prontezza, agilità e mimetismo con la notte. Difficile da udire e da scorgere colui che la indossa. [+4PS, +11PM, +6PC]

CATENA DELLA NOTTE
Rende il corpo più leggero e dona agilità nei movimenti, fa sembrare le ossa più mobili. Si nota molto nell'oscurità. [+2PM, +3PC]

BORSA DI CUOIO A TRACOLLA

NELLA BORSA:

GUANTI SOSTEGNO DEL PALADINO
Proteggono le manida tutti gli elementi naturali, dagli acidi, dalle basi e da colpi fisici. [+3PS]
MANTELLO DELLA DISILLUSIONE
Reallizzato con pelliccia di camaleonte, rende un'ottima mimetizzazione: se il corpo è ben avvolto in questo tessuto sembrerà donare l'invisibilità. [+8PC, +5PM]

ANTIDOTO al VELENO di DOXY
Prodotta per un compito di Pozioni

GALEONE D'ORO FALSO
Informa i membri dell'ES riguardo incontri e riunioni tramite la modifica da parte del capogruppo delle cifre poste sui bordi della moneta.

INTRUGLIO DEL GARGOYLE
Chi la assume può godere di una protezione fisica notevole, "stile armatura", pur non avendo nulla del genere addosso.

POZIONE SCONOSCIUTA
Trovata in una soffitta del castello [Pozione essenza d'elfo]

SULLA BACCHETTA:
ZAFFIRO GREZZO PER BACCHETTA MAGICA
Una pietra preziosa che amplifica la potenza del mago. [+12PM]

 
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view post Posted on 11/7/2018, 20:17
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vmefomY

La corsa infinita durò pochi minuti.
Prima scapparono dalle mura -a rischio crollo-, poi andarono verso le scintille che sancivano le avvisaglie del ricompattamento.
Nel giro di alcuni respiri si ritrovarono davanti a dei volti noti, quei volti che avevano lasciato alla loro ardua missione.
Fissando il Caposcuola Grifondoro con aria felice, Daddy sorrise per poi dirgli:


« Allora ce l’avete fatta! »

La gioia era palpabile in quella situazione, specialmente perché nulla si poteva dare per scontato in quel campo di battaglia che aveva sparso vittime più o meno ovunque.
Il respiro si fece più lento mentre finalmente capiva che quella zona era diventata finalmente loro; il dominio romano era giunto.
Senza perdere tempo, scrutò ciò che c’era all’orizzonte. Tante zone di Gerusalemme dovevano venir conquistate, tante terre dovevano ancora essere razziate prima che il libro li richiamasse alla realtà.
Girandosi verso il gruppo, noncurante delle condizioni in cui versavano i compagni, notò Rose poco distante da loro. La ragazza che lo aveva preso in giro fin dalle prime battute di quella strana avventura sembrava sfranta e forse era giunto il momento di ravvivarla a suo modo.


« Ah sei ancora viva?! »

Un ghigno divertito fuoriuscì dal suo volto osservando la Caposcuola dai capelli rossi, felice di poterla irritare.
Sapeva che quella rabbia avrebbe acceso il fuoco della competizione dentro di lei e questo poteva essere utile a tutti.
Certo c’era da dire che lo sfottò ci sarebbe stato anche se fosse stata bene, dopotutto come non poteva non punzecchiarla?
Cercando di capire se finalmente avesse riacquisito le sue capacità psicomotorie, non appena capì che quello era il momento delle decisioni, si girò verso Black.


« Che facciamo? »

Come un ringhiò la domanda uscì dalla sua bocca, mentre chiedeva in giro pareri. Sapeva bene che quella situazione poteva essere affrontata solo e soltanto con una buona strategia, per tale motivo era necessario raccogliere i pareri di tutti.
Senza aggiungere altro, aspettando la risposta del ragazzo, velocemente si spostò verso l’esponente della compagine romana che a lui era più familiare (Tizio), quindi indicandogli le zone che voleva attaccare domandò:


« Secondo te non c’è alcuna possibilità di passare da lì? E da lì è possibile crearsi un varco?»

I dubbi erano tanti, ma doveva darsi da fare. Dovevano nuovamente attaccare e vincere quella guerra.





- Punti salute: 243

-Punti Corpo: 253

-Punti Mana: 235

-Punti Esperienza: 67

Daddy parla con alcuni esponenti del gruppo, poi chiede risposte alle sue domande da Tizio. (A Peverell ho inviato un Mp più chiaro con le domande fatte dal Corvonero)


-Vocazioni: Legilimens, Elementalista inesperto (Acqua)

- Oggettistica:


1)Ciondolo della Fenice: chi indossa questo ciondolo, composto da una piuma di fenice e una sfera molto resistente

che contiene sangue di drago ungherese, non viene percepito da alcuna creatura magica nell'ambito di gioco in cui si trova

(licantropi trasformati compresi). Ha quindi la possibilità di agire indisturbato eliminando il contatto visivo

con le creature magiche.

2)Anello:

Un anello da uomo, precisamente da pollice, in palese argento con sopra la sottile incisione di un corvo con le ali spiegate.

3)Calzature degli Elfi: Scarpe prodotte dagli elfi, migliorano gli incantesimi.

4)Mantello della resistenza: Protegge dalle fiamme.

5)Mantello Awards: Oggetto di grandi avventure, legame di intensa follia: un Simbolo, dunque, del lavoro di squadra, dell'unione e della condivisione della migliore stravaganza di tutti i tempi e di tutti i mondi. La bandiera della Squadra Vincitrice è stata stracciata e ad ogni membro del team stesso verrà consegnato un semplice fazzoletto, un pezzo di stoffa del colore che tanto lo ha caratterizzato nel corso del torneo. Tale straccio presenta sul tessuto lo stemma di Penrose, il triangolo impossibile, e potrà essere portato come foulard o come fascia per capelli, ma il suo potere consiste nel mutare dimensioni a seconda della volontà della persona che lo indossa; potrà dunque ingrandirsi per divenire un mantello lucente, dai contorni scuri e dallo stile classico ma elegante, da mettere nelle sere d'estate per coprirsi dal vento oppure nelle giornate invernali per contrastare il freddo pungente o la neve ribelle. Gloria e fama saranno dati a coloro che indosseranno tale veste, poiché il simbolo degli Awards sancirà per sempre il loro scacco matto al Labirinto dei Fandom e non solo. Possibilità di renderlo nuovamente fazzoletto. Attenzione: ogni cambiamento, da straccio a mantello e viceversa, si attiverà con la semplice volontà.

6)Cuspide Scarlatta:Ditale simile al pungiglione di uno scorpione, interamente in argento. Chiunque lo indossi avrà il potere di pungere un mago creando una ferita dalla quale inizieranno a sgorgare litri di sangue. Il sangue sarà solo una mera illusione ma il senso di affaticamento e confusione della vittima sarà reale.

7)Guanti di pelle di Erumpent:Se colpiti rimbalzano gli incantesimi (1a e 2a classe diretti alle mani), la resistenza della pelle permette una presa salda e quasi impossibile da sciogliere.


- Attivo:

-Spilla Scuola di Atene

- Pozione dell'invisibilitá:Rende colui che la beve invisibile. (Durata: 20 minuti per ogni boccetta)

- paio di Orecchie oblunghe

- caramella dell'illusione

- polvere Buiopesto

- Pacchetto di Sigarette alle Erbe Magiche alla Belladonna


- Classi e Incantesimi:

*PRIMA CLASSE - tetto minimo 1 - tetto massimo 2 exp

*SECONDA CLASSE -tetto minimo 2 - tetto massimo 6 exp

*TERZA CLASSE - tetto minimo 5 - tetto massimo 15 exp (No Fattoriam)

*QUARTA CLASSE - min 11exp e 15 anni di età - max 25 exp e 17 anni (No Circumflamma,Colossum)

*QUINTA CLASSE - min 17exp e 16 anni di età - max 36 exp e 19 anni di età (Anche Stupeficium e Plutonis)

*SESTA CLASSE - min 24 exp e 17 anni di età - max 55 exp e 20 anni di età (Solo incantesi appresi durante le lezioni e Nimbus Grado)

*SETTIMA CLASSE - min 29 exp e 18 anni di età (Incanti appresi Protego Totalus)
 
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353 replies since 26/2/2018, 23:35   10943 views
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