Non appena le fiamme smisero di crepitarle davanti alla faccia in tutta la loro aggressiva tenacia, e il clima prese a farsi più sopportabile, Eloise scattò in avanti per scoprire cosa celava quella barriera di fuoco, incurante dei pericoli che avrebbe potuto incontrare: la sua bacchetta era stretta in mano e non avrebbe esitato neanche un istante nel rispondere a eventuali attacchi in arrivo. Ciò che non si aspettava, tuttavia, era l’ennesima scossa di terremoto, che la fece capitombolare a terra per l’ennesima volta.
«Ma basta!» Esclamò con ferocia, mentre si rialzava rabbiosamente facendo leva sulla mano sinistra. Come pensavano i locali di riuscire a stare in piedi più di tre minuti? Era mai possibile vivere così?
Scattò nuovamente in avanti con più decisione di prima, rapace come una belva in gabbia, fregandosene del fatto che così facendo avrebbe destato le preoccupazioni protettive di Aiden l’Auror - la cui apprensione era stata palpabile da quando si erano separati dal resto del gruppo. Se fosse scattato ancora in sua difesa, innervosita e infastidita com’era, probabilmente gli avrebbe azzannato una mano.
Sebbene l’ostacolo principale fosse ormai un ricordo, con tutto il fumo e la polvere che avevano invaso il fondo della galleria era difficile sperare di riuscire a distinguere chiaramente ciò che c’era attorno. Ed essendosi mossa con così tanta foga, Eloise aveva ottenuto come principale reazione quella di farsi lacrimare gli occhi per il fastidio.
Ora ti calmi, si ripromise con un lungo sospiro mentre continuava ad avanzare proteggendosi gli occhi con l’avambraccio sinistro.
TUNC. Il suo piede aveva urtato contro qualcosa di duro, qualcosa ancora coperto dal fumo. Eloise fletté le ginocchia per avvicinarsi all’oggetto e si rese conto, con sommo orrore, che si trattava di un corpo umano. Un blocco - che non era stato generato né dalla scarsa quantità d’aria, né dal fumo - s’impadronì della sua gola per un istante, ma non appena vide gli occhi di quella persona muoversi un moto di sollievo la percorse dalla nuca ai polpastrelli. Non era dei suoi: i vestiti impolverati di stampo gerosolimitano suggerivano che si trattasse di uno di quei Ribelli che andavano cercando, probabilmente immobilizzata dagli incantesimi dei suo alleati. Sollevando lo sguardo, notò che Aiden era già nei pressi di quel corpo, e annuì nella sua direzione.
«C’è una Ribelle, qui, legatela e assicuratevi che non si allontani!» Disse agli uomini che sentiva muovere alle sue spalle.
Tutto lì? Era stata solo lei a generare il finimondo con cui si stavano scontrando fino a un attimo prima? Era mai possibile che gli Immobilus congiunti di Aiden e Sempronio avessero sortito quell’unico risultato? Continuando a schermarsi gli occhi per proteggersi dal fumo, Eloise andò avanti, cercando di individuare altri corpi o altri indizi. E paradossalmente, in un bizzarro mescolarsi di coincidenze, ora che cercava per terra trovava spunti sul soffitto, esattamente come prima, quando cercando indizi sul soffitto avevano trovato spunti verso il basso. Sopra la sua testa, isolata e sprezzante, stava una buca grande a sufficienza per permettere il passaggio di un corpo umano, come la tana di una talpa posizionata a testa in giù. Dovevano essere scappati da lì.
Senza riflettere a lungo, Eloise sollevò lievemente le braccia, tenendole aperte e, a metà strada rispetto al tenerle orizzontali, iniziò a muoverle entrambe verso il lato sinistro, come un giocatore di Baseball che si prepara la lancio. Si mosse lentamente, concentrata sulla forte brezza rovente che aveva intenzione di generare; il suo viso era rivolto alla buca, e quando finalmente puntò la bacchetta verso l’alto, iniziò a compiere dei rapidi giri in senso antiorario.
«Aestorus Ebùblio!» Esclamò con fermezza nell’esatto istante in cui il braccio si stendeva e compiva le rotazioni. Quello che desiderava fare, oltre a non far fuggire illesi i Ribelli che avevano abbandonato la loro compagna, era generare delle bolle ustionanti e guidarle nella loro direzione, lungo il tunnel che si erano scavati.
Dove pensavano di andare, oltretutto? C’era veramente un’altra galleria sulle loro teste, da cui sarebbero riusciti a raggiungere le retrovie romane? O era solo un modo per levarsi di torno? Eloise non aveva la risposta, ma una mezza idea di come trovarla stava distesa, immobilizzata e alla loro mercé.
«Sempronio, vieni!» Chiamò il Romano per un consulto, attirando anche l’attenzione dell’ingegnere che si era occupato dei lavori di scavo. Prima di agire in modo precipitoso, aveva bisogno di capire cosa pensavano i loro alleati.
«Interrogheremo la donna per cercare di scoprire qualcosa in più sulla provenienza e le intenzioni del gruppo ribelle. Sì...» Aggiunse, spostando lo sguardo da uno all’altro.
«Ci sono altri Ribelli, hanno scavato una galleria sul soffitto.» Indicò il punto dove qualche momento prima aveva eseguito l’incantesimo per dimostrare ai due uomini che non stava mentendo.
«Se riusciremo a ottenere qualche risposta - Sempronio, a questo proposito hai qualche modo di forzare la mano? Non torture, eh, solo fare in modo che ci risponda e che ci dica la verità.» Lo fissò intensamente, mentre un lampo di terrore le attraversava lo sguardo all’idea di essere la mandante di qualche orrore imprevisto.
«Dicevo, una volta interrogata bisogna decidere il da farsi. Cosa pensate sia meglio? Inseguire i fuggitivi o proseguire verso la città? Non so quanto riusciremo a ottenere mettendoci alle loro calcagna, mentre magari andare avanti...» Meditò per un istante sulle sue stesse parole.
«Sì, io propendo per la seconda, potremmo conquistare un vantaggio per Roma… Cosa ne pensate?» Riuscire a penetrare nella città poteva voler dire, oltretutto, avere qualche remota possibilità di recuperare Oliver, Sophie e Megan, sempre che si trovassero ancora da quelle parti. Il pensiero della rossa si rivolse ai suoi compagni, e la sola punta di timore che provò al pensare quali eventuali brutte fini potrebbero aver incontrato fu sufficiente a farle tornare la voglia di concentrarsi sulla sua missione.
Una volta ascoltate le loro opinioni e terminato il consulto, Eloise e Sempronio si mossero verso la donna che, immobilizzata e legata, non aveva possibilità di sottrarsi al suo destino. Chinandosi verso il Romano con apprensione, sussurrò al suo orecchio:
«Cerca di farla parlare, ma senza violenza.» Si accucciò al fianco della donna, osservandola in viso per la seconda volta. Aveva un aspetto affaticato, emaciato e sporco, lo stesso che pensava di vedere su se stessa qualora avesse avuto uno specchio nelle vicinanze. Vederla in quello stato aggiungeva alla sua figura qualcosa di pietoso, di ingiusto; faceva di lei una vittima della situazione in cui si era ritrovata.
Si accorse di non provare nulla di lontanamente riconducibile al senso di vittoria - che l’aveva già raggiunta sul campo di Quidditch in più di un’occasione. Per lei quella donna non era una nemica, non era una prigioniera, ma soltanto qualcuno che si era ritrovato a vestire i panni di colore avversario. Lei, che ancora non aveva deciso se sposare o meno la causa di Roma (ma subodorava che lo schieramento Ribelle, quello perdente, attirasse la sua simpatia), non riusciva a guardarla con superiorità alcuna.
«Cosa stavate cercando di fare? Perché eravate qui? Qual è la vostra missione?» La sua voce era ferma, mentre le sue emozioni oscillavano tra l’eccitazione di un gioco di guerra - come quelli che lei e i suoi fratelli inscenavano nei boschi - e il timore di essere percepita come una bambina. Una cosa era certa: lei, agli occhi della Ribelle, non era altro che una nemica.
GEARS | STATS |
Bacchetta Legno di Sequoia, Piuma di Ippogrifo, 11 policci e 1/4, Rigida Spilla della Scuola di Atene | cielo attivo: Venere Collana Fading in the Dark Permette all’individuo di diventare momentaneamente inconsistente e sfuggire così agli attacchi diretti ad infliggere danni fisici. Utilizzabile un turno per quest. Tempo di ricarica 1 giorno on gdr. Sacchetta legata alla cintura Nanosticca Fa diventare alto poco più di 30 cm (Non modifica la forza fisica/magica del pg, diminuisce solo le proporzioni del corpo. Dura un solo turno) Polvere Buiopesto Peruviana Peruviana Polvere finissima e nera come la pece, proveniente dal Perù, è’ in grado di creare un buio intenso e impenetrabile per la durata di 5 minuti. Caramella d’Illusione Chi la ingerisce si “sdoppia” rendendo difficoltoso per l'avversario riconoscere quello vero. Una fiala di Decotto al Dittamo Una fiala di Pozione Mors Aparentis
| PS 72/199 PC 90/128 PM 123 EXP 26.5 |
AZIONI | DANNI |
Scatta in avanti non appena le fiamme si spengono, cade per la scossa di Daddyno (mannaggia!) e si rialza irritata, pronta ad azzannare Aiden se tenta di bloccarla. Gli occhi le lacrimano per la polvere e sbatte contro Sara. Vede che è viva, immobilizzata e Ribelle e dice agli uomini di legarla. Cerca gli altri e trova la buca, e gli spara un "aestorus ebublio" alle chiappe. Chiama Sempronio e l'ingegnere per un consulto e chiede loro cosa pensano sia meglio fare (proseguire o inseguire gli uomini, lei preferisce proseguire) e dice a Sempronio di aiutarla nell'interrogatorio (ha in mente qualcosa tipo Veritaserum, ma incanto. La Tuke illuminerà il cammino). Pensa per un istante ai suoi compagni, poi si dedica all'interrogatorio. Pensieri sul fatto che per lei la donna non è una nemica, ma non viceversa. | Colpi alla schiena, lievi bruciature (parzialmente curate). Sassate (corpo e zigomo). |