Se la Città è santa, Giudea, Atene VI Incontro

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view post Posted on 3/8/2018, 20:37
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all that is gold does not glitter, not all those who wander are lost

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LYNCH △

Non appena le fiamme smisero di crepitarle davanti alla faccia in tutta la loro aggressiva tenacia, e il clima prese a farsi più sopportabile, Eloise scattò in avanti per scoprire cosa celava quella barriera di fuoco, incurante dei pericoli che avrebbe potuto incontrare: la sua bacchetta era stretta in mano e non avrebbe esitato neanche un istante nel rispondere a eventuali attacchi in arrivo. Ciò che non si aspettava, tuttavia, era l’ennesima scossa di terremoto, che la fece capitombolare a terra per l’ennesima volta. «Ma basta!» Esclamò con ferocia, mentre si rialzava rabbiosamente facendo leva sulla mano sinistra. Come pensavano i locali di riuscire a stare in piedi più di tre minuti? Era mai possibile vivere così?
Scattò nuovamente in avanti con più decisione di prima, rapace come una belva in gabbia, fregandosene del fatto che così facendo avrebbe destato le preoccupazioni protettive di Aiden l’Auror - la cui apprensione era stata palpabile da quando si erano separati dal resto del gruppo. Se fosse scattato ancora in sua difesa, innervosita e infastidita com’era, probabilmente gli avrebbe azzannato una mano.
Sebbene l’ostacolo principale fosse ormai un ricordo, con tutto il fumo e la polvere che avevano invaso il fondo della galleria era difficile sperare di riuscire a distinguere chiaramente ciò che c’era attorno. Ed essendosi mossa con così tanta foga, Eloise aveva ottenuto come principale reazione quella di farsi lacrimare gli occhi per il fastidio. Ora ti calmi, si ripromise con un lungo sospiro mentre continuava ad avanzare proteggendosi gli occhi con l’avambraccio sinistro.
TUNC. Il suo piede aveva urtato contro qualcosa di duro, qualcosa ancora coperto dal fumo. Eloise fletté le ginocchia per avvicinarsi all’oggetto e si rese conto, con sommo orrore, che si trattava di un corpo umano. Un blocco - che non era stato generato né dalla scarsa quantità d’aria, né dal fumo - s’impadronì della sua gola per un istante, ma non appena vide gli occhi di quella persona muoversi un moto di sollievo la percorse dalla nuca ai polpastrelli. Non era dei suoi: i vestiti impolverati di stampo gerosolimitano suggerivano che si trattasse di uno di quei Ribelli che andavano cercando, probabilmente immobilizzata dagli incantesimi dei suo alleati. Sollevando lo sguardo, notò che Aiden era già nei pressi di quel corpo, e annuì nella sua direzione. «C’è una Ribelle, qui, legatela e assicuratevi che non si allontani!» Disse agli uomini che sentiva muovere alle sue spalle.
Tutto lì? Era stata solo lei a generare il finimondo con cui si stavano scontrando fino a un attimo prima? Era mai possibile che gli Immobilus congiunti di Aiden e Sempronio avessero sortito quell’unico risultato? Continuando a schermarsi gli occhi per proteggersi dal fumo, Eloise andò avanti, cercando di individuare altri corpi o altri indizi. E paradossalmente, in un bizzarro mescolarsi di coincidenze, ora che cercava per terra trovava spunti sul soffitto, esattamente come prima, quando cercando indizi sul soffitto avevano trovato spunti verso il basso. Sopra la sua testa, isolata e sprezzante, stava una buca grande a sufficienza per permettere il passaggio di un corpo umano, come la tana di una talpa posizionata a testa in giù. Dovevano essere scappati da lì.
Senza riflettere a lungo, Eloise sollevò lievemente le braccia, tenendole aperte e, a metà strada rispetto al tenerle orizzontali, iniziò a muoverle entrambe verso il lato sinistro, come un giocatore di Baseball che si prepara la lancio. Si mosse lentamente, concentrata sulla forte brezza rovente che aveva intenzione di generare; il suo viso era rivolto alla buca, e quando finalmente puntò la bacchetta verso l’alto, iniziò a compiere dei rapidi giri in senso antiorario. «Aestorus Ebùblio!» Esclamò con fermezza nell’esatto istante in cui il braccio si stendeva e compiva le rotazioni. Quello che desiderava fare, oltre a non far fuggire illesi i Ribelli che avevano abbandonato la loro compagna, era generare delle bolle ustionanti e guidarle nella loro direzione, lungo il tunnel che si erano scavati.
Dove pensavano di andare, oltretutto? C’era veramente un’altra galleria sulle loro teste, da cui sarebbero riusciti a raggiungere le retrovie romane? O era solo un modo per levarsi di torno? Eloise non aveva la risposta, ma una mezza idea di come trovarla stava distesa, immobilizzata e alla loro mercé. «Sempronio, vieni!» Chiamò il Romano per un consulto, attirando anche l’attenzione dell’ingegnere che si era occupato dei lavori di scavo. Prima di agire in modo precipitoso, aveva bisogno di capire cosa pensavano i loro alleati. «Interrogheremo la donna per cercare di scoprire qualcosa in più sulla provenienza e le intenzioni del gruppo ribelle. Sì...» Aggiunse, spostando lo sguardo da uno all’altro. «Ci sono altri Ribelli, hanno scavato una galleria sul soffitto.» Indicò il punto dove qualche momento prima aveva eseguito l’incantesimo per dimostrare ai due uomini che non stava mentendo. «Se riusciremo a ottenere qualche risposta - Sempronio, a questo proposito hai qualche modo di forzare la mano? Non torture, eh, solo fare in modo che ci risponda e che ci dica la verità.» Lo fissò intensamente, mentre un lampo di terrore le attraversava lo sguardo all’idea di essere la mandante di qualche orrore imprevisto. «Dicevo, una volta interrogata bisogna decidere il da farsi. Cosa pensate sia meglio? Inseguire i fuggitivi o proseguire verso la città? Non so quanto riusciremo a ottenere mettendoci alle loro calcagna, mentre magari andare avanti...» Meditò per un istante sulle sue stesse parole. «Sì, io propendo per la seconda, potremmo conquistare un vantaggio per Roma… Cosa ne pensate?» Riuscire a penetrare nella città poteva voler dire, oltretutto, avere qualche remota possibilità di recuperare Oliver, Sophie e Megan, sempre che si trovassero ancora da quelle parti. Il pensiero della rossa si rivolse ai suoi compagni, e la sola punta di timore che provò al pensare quali eventuali brutte fini potrebbero aver incontrato fu sufficiente a farle tornare la voglia di concentrarsi sulla sua missione.
Una volta ascoltate le loro opinioni e terminato il consulto, Eloise e Sempronio si mossero verso la donna che, immobilizzata e legata, non aveva possibilità di sottrarsi al suo destino. Chinandosi verso il Romano con apprensione, sussurrò al suo orecchio: «Cerca di farla parlare, ma senza violenza.» Si accucciò al fianco della donna, osservandola in viso per la seconda volta. Aveva un aspetto affaticato, emaciato e sporco, lo stesso che pensava di vedere su se stessa qualora avesse avuto uno specchio nelle vicinanze. Vederla in quello stato aggiungeva alla sua figura qualcosa di pietoso, di ingiusto; faceva di lei una vittima della situazione in cui si era ritrovata.
Si accorse di non provare nulla di lontanamente riconducibile al senso di vittoria - che l’aveva già raggiunta sul campo di Quidditch in più di un’occasione. Per lei quella donna non era una nemica, non era una prigioniera, ma soltanto qualcuno che si era ritrovato a vestire i panni di colore avversario. Lei, che ancora non aveva deciso se sposare o meno la causa di Roma (ma subodorava che lo schieramento Ribelle, quello perdente, attirasse la sua simpatia), non riusciva a guardarla con superiorità alcuna. «Cosa stavate cercando di fare? Perché eravate qui? Qual è la vostra missione?» La sua voce era ferma, mentre le sue emozioni oscillavano tra l’eccitazione di un gioco di guerra - come quelli che lei e i suoi fratelli inscenavano nei boschi - e il timore di essere percepita come una bambina. Una cosa era certa: lei, agli occhi della Ribelle, non era altro che una nemica.

GEARSSTATS
Bacchetta Legno di Sequoia, Piuma di Ippogrifo, 11 policci e 1/4, Rigida
Spilla della Scuola di Atene | cielo attivo: Venere
Collana Fading in the Dark Permette all’individuo di diventare momentaneamente inconsistente e sfuggire così agli attacchi diretti ad infliggere danni fisici. Utilizzabile un turno per quest. Tempo di ricarica 1 giorno on gdr.
Sacchetta legata alla cintura
Nanosticca Fa diventare alto poco più di 30 cm (Non modifica la forza fisica/magica del pg, diminuisce solo le proporzioni del corpo. Dura un solo turno)
Polvere Buiopesto Peruviana Peruviana Polvere finissima e nera come la pece, proveniente dal Perù, è’ in grado di creare un buio intenso e impenetrabile per la durata di 5 minuti.
Caramella d’Illusione Chi la ingerisce si “sdoppia” rendendo difficoltoso per l'avversario riconoscere quello vero.
Una fiala di Decotto al Dittamo
Una fiala di Pozione Mors Aparentis
PS 72/199
PC 90/128
PM 123
EXP 26.5
AZIONIDANNI
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Scatta in avanti non appena le fiamme si spengono, cade per la scossa di Daddyno (mannaggia!) e si rialza irritata, pronta ad azzannare Aiden se tenta di bloccarla. Gli occhi le lacrimano per la polvere e sbatte contro Sara. Vede che è viva, immobilizzata e Ribelle e dice agli uomini di legarla. Cerca gli altri e trova la buca, e gli spara un "aestorus ebublio" alle chiappe. Chiama Sempronio e l'ingegnere per un consulto e chiede loro cosa pensano sia meglio fare (proseguire o inseguire gli uomini, lei preferisce proseguire) e dice a Sempronio di aiutarla nell'interrogatorio (ha in mente qualcosa tipo Veritaserum, ma incanto. La Tuke illuminerà il cammino). Pensa per un istante ai suoi compagni, poi si dedica all'interrogatorio. Pensieri sul fatto che per lei la donna non è una nemica, ma non viceversa.
Colpi alla schiena, lievi bruciature (parzialmente curate). Sassate (corpo e zigomo).

 
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view post Posted on 3/8/2018, 20:37
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vmefomY

Siffatta guerra dallo spirito bellicoso e ardito, non finì per il Dominusterra proferito. Or dunque il ragazzo si domandò, che errore fece quando meditò.
Senza star troppo a cincischiare sulle rime, anche perché io narratore non sono bravo a farne, vi vado a raccontare ciò che susseguì nel corpo del Corvonero all’ennesimo fallimento.
Vedendo parte dei suoi compagni di guerra cadere per via dello scossone da lui generato, urlò al cielo con aria furibonda.


« PERCHE’ MI FAI QUESTO? PERCHE’ NON RIESCO A FAR CROLLARE QUESTO DANNATO MURO?»

La collera, che era riuscito a contenere fino a pochi secondi prima per il bene del suo plotone, esplose in una miriade di sfumature passionali, le quali lo ritraevano a imprecare contro il nulla cosmico.
Odiava fallire e forse era quella la caratteristica che lo legava maggiormente ai Corvonero, che volevano sempre primeggiare per fare i bellocci della situazione.
Osservando la fredda pietra dinanzi a lui, sentì il suo corpo vibrare voglioso di attaccare nuovamente per creare un varco a lui e ai suoi soldati.
Ma era possibile? Ci poteva riuscire oppure c’era qualcosa che lui non sapeva e che doveva rigorosamente affrontare per passare oltre?
Senza perdere tempo a parlare con chi aveva nei dintorni, visto che a suo avviso il miglior esempio che poteva dare a quelle persone era attaccare ininterrottamente senza demoralizzarsi, si cimentò al fine di fare un incanto maggiormente incisivo.
Era stanco, affaticato, ma doveva raccogliere tutte le sue energie al fine di raggiungere lo scopo e conquistare Gerusalemme.
Mentre i suoi occhi si insinuavano tra le crepe da lui create verso quello che doveva essere un muro di contenimento, rideva come un pazzo al pensare a quanto poco avessero lottato con il nemico e quanto tempo invece avessero speso contro le loro difese.
Veramente erano così poco all’avanguardia e incapaci di generare un’offensiva in grado di sbarazzarsi di quel cumulo di sassi? Veramente i romani erano stati tanto stupidi da creare una difesa che neanche loro erano capaci a superare?
Al porsi quella seconda domanda, il suo cervello iniziò a fare un comizio per ricavare una risposta stupida quanto banale: Se fosse stato lui a creare quelle mura le avrebbe sicuramente rese varcabili o per lo meno avrebbe saputo la falla sulla quale far leva per poter andare avanti.
Digrignando i denti, sentendo una rabbia che forse si riproduceva anche nei romani, pensò a quanto fosse assurdo il pensiero di aver creato una cinta muraria invalicabile.
Possibile che in passato i romani si fossero così tanto convinti di non voler attaccare quel luogo da renderlo inespugnabile?
In quel momento la causa di quel tipo di scelta il giovane la indirizzò verso la religione, primo motore che aveva spronato i romani a difendere quel luogo da estranei, e ai generali i quali avevano preso sottogamba il fatto che quel luogo era strategico e punto di riferimento per ogni mediorientale.
Il pensiero durò poco, una frazione di secondo atta a concepire quanto fossero assurdi quegli scontri, quindi focalizzò la sua mente a generare dei piccoli mostriciattoli in grado di aprire maggiormente la strada alla disfatta di quelle mura.
Odiava ammetterlo, ma se c’era una cosa che serviva per rendere maggiormente instabile il muro era scavarvi sotto e lo avrebbe fatto tramite dei corpulenti gargoyle.
La sua mente si focalizzò nel generare dozzine di personaggi corpulenti, dagli artigli perforanti e duri come il ferro. Come dei martelli pneumatici voleva che questi si scagliassero contro il muro di contenimento per farlo cedere e cadere definitivamente.
Ci sarebbe riuscito? Non lo sapeva, ma continuava a sperarci.
Iracondo rimase fermo come una statua, mentre il pensiero di debellare quel gigantesco nemico si faceva sempre più forte in lui.
In un modo o nell’altro avrebbe vinto. Non gli interessava quanto ci avrebbe messo, ma avrebbe raggiunto la vittoria scagliandosi contro i gerosolomitani con estremo fervore.


« ORCOLEVITAS. »

Il braccio era teso, ben disteso.
I muscoli erano in tensione come corde di violino, mentre la posizione di dominanza sanciva il comando finale a quei gargoyle che presto sarebbero potuti spuntare dalla sua bacchetta.
Gli occhi verdi erano fissi verso il varco, verso il muro da abbattere per raggiungere il crollo dell’Antonia, mentre la voce risuonò vigorosa in tutta la zona.


*SCAVATE*

Così penso e così sperava fosse.
Era finito il tempo di farsi scappare le loro prede.





- Punti salute: 240

-Punti Corpo: 250

-Punti Mana: 235

-Punti Esperienza: 67

Daddy impreca al cielo, poi inizia a domandarsi il perché i romani abbiano fatto delle difese invalicabili ai gerosolomitani visto che, se fosse stato lui a costruire quelle mura sicuramente le avrebbe fatte espugnabili almeno per lui per poter controllare il nemico. Inizia perciò a convincersi che la religione sia un punto focale della questione e da la colpa di tutto quello scempio alla stupidità dei generali romani che hanno preso sottogamba la questione.
A questo punto evoca dei gargoyle con le unghie due come il ferro con l’obbiettivo di perforare il muro di contenimento da lui raggiunto.


-Vocazioni: Legilimens, Elementalista inesperto (Acqua)

- Oggettistica:


1)Ciondolo della Fenice: chi indossa questo ciondolo, composto da una piuma di fenice e una sfera molto resistente

che contiene sangue di drago ungherese, non viene percepito da alcuna creatura magica nell'ambito di gioco in cui si trova

(licantropi trasformati compresi). Ha quindi la possibilità di agire indisturbato eliminando il contatto visivo

con le creature magiche.

2)Anello:

Un anello da uomo, precisamente da pollice, in palese argento con sopra la sottile incisione di un corvo con le ali spiegate.

3)Calzature degli Elfi: Scarpe prodotte dagli elfi, migliorano gli incantesimi.

4)Mantello della resistenza: Protegge dalle fiamme.

5)Mantello Awards: Oggetto di grandi avventure, legame di intensa follia: un Simbolo, dunque, del lavoro di squadra, dell'unione e della condivisione della migliore stravaganza di tutti i tempi e di tutti i mondi. La bandiera della Squadra Vincitrice è stata stracciata e ad ogni membro del team stesso verrà consegnato un semplice fazzoletto, un pezzo di stoffa del colore che tanto lo ha caratterizzato nel corso del torneo. Tale straccio presenta sul tessuto lo stemma di Penrose, il triangolo impossibile, e potrà essere portato come foulard o come fascia per capelli, ma il suo potere consiste nel mutare dimensioni a seconda della volontà della persona che lo indossa; potrà dunque ingrandirsi per divenire un mantello lucente, dai contorni scuri e dallo stile classico ma elegante, da mettere nelle sere d'estate per coprirsi dal vento oppure nelle giornate invernali per contrastare il freddo pungente o la neve ribelle. Gloria e fama saranno dati a coloro che indosseranno tale veste, poiché il simbolo degli Awards sancirà per sempre il loro scacco matto al Labirinto dei Fandom e non solo. Possibilità di renderlo nuovamente fazzoletto. Attenzione: ogni cambiamento, da straccio a mantello e viceversa, si attiverà con la semplice volontà.

6)Cuspide Scarlatta:Ditale simile al pungiglione di uno scorpione, interamente in argento. Chiunque lo indossi avrà il potere di pungere un mago creando una ferita dalla quale inizieranno a sgorgare litri di sangue. Il sangue sarà solo una mera illusione ma il senso di affaticamento e confusione della vittima sarà reale.

7)Guanti di pelle di Erumpent:Se colpiti rimbalzano gli incantesimi (1a e 2a classe diretti alle mani), la resistenza della pelle permette una presa salda e quasi impossibile da sciogliere.


- Attivo:

-Spilla Scuola di Atene

- Pozione dell'invisibilitá:Rende colui che la beve invisibile. (Durata: 20 minuti per ogni boccetta)

- paio di Orecchie oblunghe

- caramella dell'illusione

- polvere Buiopesto

- Pacchetto di Sigarette alle Erbe Magiche alla Belladonna


- Classi e Incantesimi:

*PRIMA CLASSE - tetto minimo 1 - tetto massimo 2 exp

*SECONDA CLASSE -tetto minimo 2 - tetto massimo 6 exp

*TERZA CLASSE - tetto minimo 5 - tetto massimo 15 exp (No Fattoriam)

*QUARTA CLASSE - min 11exp e 15 anni di età - max 25 exp e 17 anni (No Circumflamma,Colossum)

*QUINTA CLASSE - min 17exp e 16 anni di età - max 36 exp e 19 anni di età (Anche Stupeficium e Plutonis)

*SESTA CLASSE - min 24 exp e 17 anni di età - max 55 exp e 20 anni di età (Solo incantesi appresi durante le lezioni e Nimbus Grado)

*SETTIMA CLASSE - min 29 exp e 18 anni di età (Incanti appresi Protego Totalus)
 
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view post Posted on 3/8/2018, 20:45
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When the snow falls, the fox tries to survive.

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Aiden Weiss

Auror ☘ Ex Grifondoro ☘ 26 anni ☘ Irlandese
PS: 191 ☘ PC: 139 ☘ PM: 143 ☘ EXP: 28


La prima cosa che Aiden vide fu l’estinguersi del fuoco, che lasciò gentilmente il posto a fumi e polveri. Se da un lato prima non avevano visto nulla di cosa ci fosse dalla parte opposta a causa del fuoco luminescente ed intenso, ora lo scenario sembrava essere ben poco visibile proprio per la presenza di fumi e polveri che aleggiavano nell’aria. Ovviamente non ci si poteva aspettare nulla di diverso, il fuoco aveva bruciato fino ad un istante prima e molti detriti erano crollati dalla volta di pietra, abbattendosi sul suolo polveroso.
Dopo un poderoso colpo di tosse, Aiden aguzzò la vista e rimase in ascolto per qualche istante, tentando di individuare qualche Ribelle tra i fumi, ma non sembrò notarli. Che fossero fuggiti o che si fossero semplicemente nascosti? Non seppe dire con certezza quale delle due ipotesi fosse vera, né se il suo trucco avesse funzionato o meno. Ad ogni modo, Aiden rimase guardingo sul posto per qualche secondo. «Ma che caz---???» grugnì quando un’altra improvvisa scossa tellurica fece scosse le pareti della galleria con prepotenza, facendo cascare Aiden di schiena, decisamente sbilanciato dal ginocchio già compromesso ed instabile.
Si rialzò lentamente, scrollandosi la polvere di dosso tra un colpo di tosse e un’altro, deciso più che mai ad avanzare e controllare la zona, affinché fosse sicura da possibili attacchi a sorpresa. «Provo ad andare avanti io… State in aller---!!!!» mormorò a mezza voce a Eloise e Sempronio, ma la frase rimase incompiuta quando vide proprio la rossa scattare veloce come un razzo in avanti. Alzò quindi gli occhi al cielo e sospirò pesantemente, per quanto i fumi glielo permettessero senza soffocarlo, totalmente incapace di seguirla alla stessa velocità a causa del ginocchio. Non gli restò dunque che avanzare lentamente, zoppicando, cercando di limitare i rumori prodotti dai passi o dei sandali che urtavano detriti celati alla vista per via del fumo e della polvere. La bacchetta era pronta e ben serrata tra le sue forti dita, in attesa di essere usata contro i Ribelli. Il dolore poi si fece vivo più che mai, nonostante l’adrenalina, e ad ogni passo che tentava di compiere una fitta gli trafiggeva il ginocchio come una lancia, ma questo non gli impedì di continuare; anzi, strinse i denti e proseguì, lento ma inesorabile, finché non notò il profilo di una persona, una donna, immobilizzata probabilmente dal suo incantesimo combinato con quello di Sempronio.
Aiden emise un fischio, cercando di richiamare l’attenzione di Eloise e Sempronio e facendo loro segno di avanzare: fino a lì la zona era sicura, o così almeno sperava. Aspettò che i due lo raggiungessero e notassero la donna, la quale si era guadagnata un dito contro da parte dell’Auror. «Almeno abbiamo preso un Ribelle. Decidete voi se interrogarla o meno, purché sia fatto in fretta. Meno tempo perdiamo meglio è. Forse è il caso di far venire qui qualche Legionario a legarla, l’incantesimo non reggerà all’infinito. Ad ogni modo, che fosse da sola o meno dobbiamo restare sempre vigili.» Aggiunse una scrollata di spalle, insicuro, confuso quanto gli altri, ma comunque guardingo. Ascoltò le proposte di Eloise e alla fine annuì secco. «Sì, sono dell'idea che continuare sia la cosa migliore. Andrò a controllare più avanti, voglio scoprire come sono arrivati fin qui e magari vedere se è possibile sfruttarlo nel caso si abbracci una tale scelta.»
Effettivamente era quasi d’obbligo cercare una risposta ad un simile quesito, cosa di cui si sarebbe occupato, anche se tra i tre era decisamente il più idoneo ad interrogare la Ribelle in quanto Auror. Tuttavia dubitò che sarebbe riuscito a farcela in tempi ragionevoli, la donna avrebbe potuto mentire o non rispondere affatto e in quel caso l’unico modo per sovvertire tale problematica era ciò che l’Auror non possedeva: la Legilimanzia.
Si fermò qualche passo più avanti, il respiro affannato per il sempre più crescente sforzo nel camminare nonostante il dolore lo affliggesse, oltre che per via del caldo. Non appena riuscì a recuperare un poco le forze iniziò a sondare l’ambiente con lo sguardo, cercando la presenza di un buco nelle parete, nel soffitto e nel pavimento davanti a sé, lì dove ricordava vi fosse la fine della galleria scavata dai Legionari. Impiegò qualche secondo, il tempo di abituare gli occhi a quella scarsa visibilità, nel notare la presenza di una fenditura, l’apertura di un secondo canale, e che sembrava portare verso il basso. Aiden a quel punto non poté fare altro che puntare la bacchetta contro il pavimento, esattamente all’imbocco della voragine, per poi iniziare a concentrarsi.
Via il dolore, via qualsiasi altra afflizione o pensiero diverso da ciò che voleva ottenere. Nella sua mente prese a formarsi l’immagine del pavimento che si abbassava verso il basso, tanto da congiungersi con il terreno sottostante. Era deciso, era ben armato di ferrea volontà e ottima immaginazione, lo sapeva, perciò insistette nell’immaginare l’effetto desiderato. Lo fece diverse volte, per sicurezza, consapevole che per un simile incantesimo la fretta era la più grande nemica, che qualsiasi altra cosa al dì fuori della propria concentrazione era segno di fallimento certo. Una volta che si fu assicurato che fosse più che sufficiente, quando decretò di essere pronto e sicuro di sé e delle proprie forze, oltre che di volontà, il fulvo di Galway scandì con limpidità e accuratezza la formula magica: «Descèndo!» Al contempo prese a muovere la bacchetta in modo ondulatorio e continuo, come a voler disegnare delle onde e avrebbe continuato finché non avrebbe ottenuto un qualche risultato. Nella propria mente continuò ad immaginarsi il pavimento che si abbassava.




Riassumendo... Aiden va’ in ricognizione (dopo essere finito con c***o per il terremoto) quando le fiamme si estinguono, tra fumi e polveri, domandandosi che fine avessero fatti i Ribelli, ma ad ogni modo non abbassa mai la guardia. Individua dopo un po’ Sarah e richiama Eloise e Sempronio, invitandoli a decidere se interrogarla in tempi ragionevoli; inoltre appoggia l’idea di proseguire. Dopodiché procede in avanti, andando nel punto dove ricordava essersi la fine della galleria romana e studiandola, finché non nota un buco. L’Auror allora si concentra per cercare di abbassare il pavimento verso il basso, poi usa il Descendo.

Aiden Weiss
PS: 90/191
PC: 107/139
PM: 143/143
EXP: 28

Equipaggiamento indossato:
◿ Bacchetta in legno di biancospino, piuma di Ippogrifo, 12 pollici e mezzo, flessibile;
◿ Cappa della Resistenza;
◿ Cinturone d’Argento con Perla del Mistero;
◿ Collana con Medaglione (Gemma: Zaffiro);
◿ Bracciale celtico originale in cuoio/dorato;
◿ Ciondolo della Scaglia di Drago;
◿ Anello argentato con testa di Lupo (oggetto comune, non magico);
◿ Ciondolo argentato con testa di Volpe (oggetto comune, non magico);
◿ Spilla della Scuola di Atene.

Equipaggiamento nella borsa di pelle (oggetto comune):
◿ 1 x Decotto di Dittamo;
◿ 1 x Polvere Buiopesto Peruviana;
◿ 1 x Essenza di Purvincolo;
◿ 1 x Orecchie Oblunghe.

Abilità/Vocazioni:
◿ Occlumante Apprendista.

Incantesimi conosciuti:
◿ Fino alla IV Classe (esclusi i Proibiti, tranne per l’Iracundia);
◿ Incantesimi da Auror (Stupeficium, Expecto Patronum, Rompisigillo, Nego Negligetiam, Homenum Revelio, Deletrius.)


Metto una foto indicativa sul nuovo vestiario di Aiden. Giusto per rendere l’idea.
arena


 
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view post Posted on 3/8/2018, 21:03
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Uy6yeqL



Elhena dovette mordersi le labbra per trattenere una risatina compiaciuta nel vedere un nutrito numero di Smilzi cadere di colpo nella voragine che apparentemente dal nulla si era aperta sotto i loro piedi. Non era la prima volta che la ragazza si affidava allo scavare buche per intrappolare l'avversario di turno - la sua mente corse d'istinto alla foresta di Cluny e al troll che là aveva affrontato - e per ora la tattica non l'aveva tradita.

Allo stesso tempo, non poteva ignorare come, di secondo in secondo, le possibilità di fuga si stessero riducendo drammaticamente. Verso ovest le vie sembravano chiuse. Per il nord, invece, pareva ancora esserci una strada.
Stretta come non mai nel suo mantello, fu allora a Nord che la Tassina puntò. Aveva per il momento perso di vista Patrick, ma avere la direzione generale per ora poteva essere sufficiente.

Una parte di lei, tuttavia, ancora non era decisa della propria decisione. Troppo bene si ricordava ancora quella corsa folle tra le vie di Technotitlan per raggiungere una fantomatica piramide e ritrovarsi con il sapore della sconfitta in bocca una volta ottenuta la meta. Almeno a Cluny c'era stato un messaggio da consegnare. Dopo il Messico Elhena aveva passato settimane a ripercorrere i propri passi durante la missione, chiedendosi cosa avrebbe potuto fare di diverso, rimproverandosi per non avere usato maggiormente la propria testa.

Si domandò cosa avrebbe pensato Patrick se lei avesse deciso di non seguire il suo piano ma fosse rimasta indietro a cercare ancora di trattenere qualche soldato. Forse la posta sarebbe stata alta, ma qualche ferita non aveva mai ucciso nessuno e in caso di pericolo poteva sempre confidare nella spilla per tornare a casa prima che le cose si mettessero davvero male.
E, per quanto riguardava Patrick, non le sembrava che fosse mai stato molto ligio a seguire il gruppo nelle missioni passate.

Riportò la sua attenzione sui soldati alla sua destra, pensando con foga a quale incantesimo avrebbe potuto rallentare il maggior numero possibile senza destare troppi sospetti allo stesso tempo. Dubitava infatti che la Fortuna avrebbe continuato a sorriderle. Per un attimo accarezzò l'idea di usare di nuovo il Violino, ma avrebbe comportato troppi movimenti e il mantello le sarebbe di sicuro scivolato via dalle spalle. Probabilmente l'avrebbero scoperta comunque, ma finché fosse rimasta invisibile il loro lavoro non sarebbe stato poi così facile.

Scavare un'altra buca avrebbe solo creato un precedente. Una poteva passare per un caso, non la seconda.

Forse, tuttavia, non era necessario agire in maniera così fisica, ma solo dare l'illusione che qualcosa non andasse.
Mentre Elhena pensava a ciò, con la bacchetta aveva già tracciato un cerchio.


* Nebula *

Potevano essere anche legionari addestrati, ma con un pizzico di fortuna qualcuno di loro sarebbe andato comunque in panico o comunque avrebbe esitato, facendo guadagnare a lei a ai suoi compagni di avventura secondi preziosi.

Puntò la bacchetta al centro del cerchio.
* Antigravitas *



Nel suo proseguire verso Nord, Elhena continua a cercare di distrarre o rallentare i soldati Romani, optando per un Nebula Antigravitas.


Equipaggiamento

Sacca medievale, al fianco destro. Contiene: Mantello cinese (1); Decotto al dittamo (1); Pozione rinvigorente (1); Bacchetta trabocchetto versione mutanda (1)
Violino spettrale, appeso alla schiena. Questo violino permette al suonatore di esprimere un'infinita tristezza musicale, quasi spettrale, che farà commuovere i presenti nel raggio di cinque metri. Se la musica persiste per più di un minuto, si varcherà il limbo fra vita e morte e tutti cadranno in uno stato di catalessi apparente. Finita la musica, l'effetto si dissipa velocemente. Consigliato ai suonatori esperti
Avversaspecchio (1), nella tasca dei pantaloni
Amuleto dedicato ad Atena (1), al collo, sotto i vestiti
Spilla della Scuola di Atene
Bracciale celtico


Statistiche & Abilità
Punti Salute: 175/210
Punti Corpo: 142
Punti Mana: 142/142
Punti Esperienza: 35

Rettilofona Esperta
Animagus Esperto (Antilope Impala)


Danni
Lividi da caduta e da stritolamento
Lividi da proiettili d’acqua (causa kelpie)
 
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view post Posted on 3/8/2018, 21:06
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qpMAphK

Soppesò a lungo, forse anche più del dovuto, il volto del luogotenente romano al quale si era precedentemente rivolto; non disprezzava il suo atteggiamento, stranamente lo comprendeva: essere così insistente, spesso al limite del sopportabile, era per Oliver un atteggiamento non tra i più indifferenti e favorito dalla personale consapevolezza, quasi certezza, di qualcosa in Futuro ancor più prossimo del previsto, non avrebbe potuto agire poi chissà quanto diversamente. Non era comunque una giustifica all'ultima risposta concitata, perfino antipatica, che il Soldato gli aveva concesso. In un cenno del capo stizzito, l'espressione nervosa, il Caposcuola stirò le labbra in un sorriso mutato prontamente in smorfia, appena abbozzata. Poco dopo passò all'offensiva di suo interesse, ai lavori di scavi veri e propri, ma più si impegnava e più la terra, in perenne autodifesa, sembrava assalirlo pienamente. il terremoto che percepì prima sotto i piedi e subito dopo lungo tutto il corpo, infatti, fu un chiaro segno di quanto quel piano - l'abbattimento della Torre intera - stesse man mano incontrando ostacoli maggiori. La cura ai dettagli dei costruttori romani diveniva così tanto ammirabile quanto detestabile, per loro che avevano assunto il ruolo infido di distruttori veri e propri. Si rimise in piedi dopo essere rovinato al suolo, involontariamente, incerto circa l'origine di quella scossa: un'occhiata al volo verso Daddy e Sophie, non troppo distanti dal punto in cui si trovava, e si riprendeva. Sospirò più di una volta, la mente un tripudio di pensieri, l'uno macinato in più varianti dell'altro. Come agire, come procedere, come ottenere un risultato che potesse dirsi tale: la tenacia non era una dote di cui era privo, ma la pazienza, per lui valore tra i fondamentali, subiva il colpo più duro. Tornò all'assalto del povero sfortunato luogotenente, infilandosi tra i soldati alleati nei dintorni fino ad individuarlo. Non poté fare a meno di cercare con lo sguardo eventuali pugnali, spade, armi autentiche, convinto che da un momento all'altro da guerriero sostenitore sarebbe passato ad ostaggio da giustiziare alacremente. Accennò un sorriso, questa volta, e tentò di porre una domanda meno stravagante delle precedenti. «Sì, sempre io. Oliver Brior, per presentarci.» *Non uccidermi. N-o-n uccidermi* ripeté tra sé, in una preghiera che attingeva alla speranza più intima. Non scherzava circa il timore di essere infilzato dal luogotenente: per il troppo disturbo erano stati commessi reati simili, per la sua stessa esperienza. «L'Antonia.» Indicò la struttura immensa e resistente di fronte, partendo dal basso all'alto, infine alzando la voce per esprimersi più nitidamente. «Questa è una costruzione del nostro esercito, ma come è strutturata, com'è stata fatta? Potrebbe esserci utile per disfarla. Una risposta e vado via, questa volta davvero. E no, non sono ubriaco.» Aveva parlato quasi tutto d'un fiato; poco dopo, a maggior ragione se favorito da una serie d'informazioni esaustive, avrebbe tentato nuovamente di tornare alla postazione precedente, accanto alla Serpeverde e al Corvonero. Abbattere la Torre, era un dato di fatto, sarebbe stato complicato più di qualsiasi altra cosa. Ma non erano soldati d'avventura, non solo: la magia scorreva nelle loro vene al pari di un potenziale distruttivo non indifferente. Bastava accendere una miccia in una possibilità su mille, ma pur sempre tale per tutti loro. «Proviamo a colpire insieme su un unico punto, partendo dal basso, alle fondamenta.» Indicò con la stessa bacchetta magica una zona precisa, piuttosto ampia, dell'Antonia davanti; l'energia di un'esplosione, un attacco, un contrasto preciso all'unisono e verso la stessa direzione, forse, avrebbe potuto scalfire anche solo una parte. Scorticare la ferita, scoprirla, rivelarla: tutto quello poteva tornare utile per un'azione successiva più studiata, così come mirata. Assicuratosi di non essere stato bloccato né considerato impazzito da altri alleati, avrebbe così dato il via con una semplice conta: uno, due... L'energia fluiva in uno scorrere incessante e tangibile alla sua intenzione, partendo dal braccio dominante al polso ed infine alla mano che stringeva la bacchetta, come a convogliare un flusso continuo e profondo, magia allo stato assoluto e puro; immaginò il palmo della mano scottare per quell'intreccio di incanto e sortilegio, le dita crepitare per la stessa intensità come polvere da sparo in attesa di un solo comando, un unico ordine, una scintilla appena. Disegnò quattro rotazioni l'una dopo l'altra, con una precisione dettata dalla tensione crescente: la prima in senso orario, la seconda e la terza in senso opposto - antiorario, come in un miscuglio di esplosione in preparazione perpetua - e l'ultima, la quarta, nuovamente come al principio in senso orario. Rivolto ancora alla zona delle fondamenta che aveva indicato in precedenza, al pari del numero finale pronunciato - tre - che avrebbe dato il via ai bombardamenti vicini, la formula necessaria per il suo incanto finalmente poté concludere a voce chiara e forte la schiera di concentrazione e movimenti svolti. «Reducto»


xQfBTQG
Riassunto
Leggermente stizzito dalla risposta del luogotenente, Oliver sa di essere stato insistente e poco lungimirante, così come sa di aver bisogno ancora dell'altro per ideare un piano d'azione migliore. Per l'abbattimento della torre, quindi, tenta di chiedere più gentilmente allo stesso luogotenente maggiori informazioni circa la sua costruzione: si augura così di entrare a conoscenza della struttura e sulla base della stessa, di poter ragionare. Prova, coinvolgendo gli altri nella proposta provvisoria, ad attaccare all'unisono una parte precisa delle fondamenta, nella speranza che magia concentrata unicamente e contemporaneamente in quel punto possa compromettere la torre almeno in parte.

Statistiche
Punti Salute 145/245 | Punti Corpo 210/231 | Punti Mana 248 | Punti Exp 36

Abilità Divinatore | Incanti I, II, III, IV classe.

Inventario attivo

» Bacchetta magica | Spilla Atene
» Pozione Essenza d'Elfo & Annullamento
» Mantello della Disillusione
» Bracciale di Damocle doppio incanto in un post
» Nanosticca rimpicciolisce ad un'altezza di 30 cm
» Rubino di Enrico VII aumenta la vista fino a vedere a 500 m di distanza per due turni







xQfBTQG
Riassunto
Incuriosito e sorpreso dalla risposta del Centurione, cerca di chiedere un'ultima cosa in modo meno sospettoso, nella speranza di ottenere nuove e maggiori informazioni; ancora concentrato sul tunnel segreto poiché convinto possa essere nei dintorni, prende parte agli scavi sotto la torre con un Incantesimo Defodio.

Statistiche
Punti Salute 145/245 | Punti Corpo 210/231 | Punti Mana 248 | Punti Exp 36

Abilità Divinatore | Incanti I, II, III, IV classe.

Inventario attivo

» Bacchetta magica | Spilla Atene
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view post Posted on 3/8/2018, 21:06
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Sophie



Armstrong


☽ Cielo della Luna ☾

457005FanArtredridinghood30649852488204

Preoccuparsi per qualcuno non faceva parte della sua natura. Per la prima volta nella sua vita aveva provato rammarico nei confronti di qualcuno, in quel caso qualcuno di così diverso da lei da far fatica persino a credere che potesse essere vero. Non poteva sapere se una volta tornata alla solita routine scolastica le cose sarebbero cambiate o sarebbero rimaste com’erano sempre state, ma solo il tempo lo avrebbe rivelato. Nonostante stesse dedicando tutto il suo tempo e tutte le sue attenzioni al suo compito, o meglio, intento di indebolire quelle mura, cercò di restare vigile anche su ciò che accadeva attorno a lei. Adocchiata la posizione dei suoi compagni, che erano non proprio lontano da lei, iniziò a camminare in loro direzione, ma, dopo qualche passo, fu costretta a fermarsi con l’intento di mantenere l’equilibrio. Per quanto potesse sforzarsi e piegare le gambe, si ritrovò improvvisamente per terra. Che fosse stato uno di loro? Molto probabile, ma era troppo concentrata sul resto per essersi potuta accorgere di chi esattamente avesse causato quel terremoto. Avrebbe cercato di rialzarsi, con la speranza di riuscire a mantenersi in piedi, e, se ci fosse riuscita, avrebbe continuato per quel tragitto, fino a ritrovarsi ai piedi dell’Antonia, dove effettivamente già era, ma mettendo in pratica l'intento di avvicinarsi ancora di più, proprio al punto in cui alcuni di loro erano intenti a scavare, tra cui Oliver.
«Hai bisogno di una mano?» Chiese, in quel tono di voce gentile che non proprio la contraddistingueva, mentre la sua amata bacchetta di Abete era ancora stretta nella sua mano dominante. Il problema era che non c’era tempo da perdere, non avrebbe potuto permettersi di restare lì ad attendere che una manna scendesse dal cielo per aiutarli, considerando che erano nel bel mezzo di una battaglia. A prescindere dagli eventuali dialoghi che sarebbero venuti fuori, o da qualsiasi altra cosa – a meno che non si trattasse di qualcosa che l’avrebbe stangata di lì a breve –, avrebbe teso il braccio in avanti, puntando la bacchetta contro le fondamenta di quella torre, più verso il basso come da suggerimento di Brior, mentre nella sua mente riapparivano nitide le immagini di quegli stessi proiettili che aveva evocato poco prima nell’intento di attaccare una di quelle truppe, ma più grossi, più potenti, più “esplosivi”, e nel suo cervello avevano già intrapreso quel percorso che li avrebbe portati dritti su quella pietra, pietra su cui sarebbero dovuti esplodere. Avrebbe alzato il braccio di fronte a sé per disegnare, con la punta dell’arma, due intersezioni, fino a creare una “X” immaginaria, movimento che Sophie eseguì molto velocemente con la speranza di creare quanti più proiettili possibile, e durante il quale avrebbe pronunciato con precisione la formula:
«Fùlcius Vìtreus!»




Statistiche:
PS: 72/157
PC: 80/91
PM: 101
Punti Exp: 15

Inventario:
~ Bacchetta: Legno di Abete, corda di cuore di Drago, 9 pollici e mezzo, semi-rigida (mano dx)
~ Guanti di protezione in pelle di drago (borsa, tasca interna)
~ Cappa della Resistenza (borsa, tasca interna)
~ Orecchini Di Drago (borsa, tasca interna)
~ Mantello Della Disillusione (addosso)
~ Anello Nosferatu: Induce la PAURA in uno o più PG o PNG. Usabile 1 volta per Quest. Utile per incanti e pozioni oscure. (dito medio mano dx)
~ Ciondolo "Giada delle Fate" (attorno al collo)
~ Ciondolo con Scaglia di Basilisco (attorno al collo)
~ Una fiala Decotto Tiramisù (borsa, tasca esterna)
~ Una fiala Pozione Rinvigorente (borsa, tasca esterna)
~ Una fiala Pozione Mors Aparentis (borsa, tasca esterna)
~ Spilla della Scuola di Atene


Incantesimi:
~ Prima classe completa (esclusi proibiti)
~ Seconda classe completa (esclusi proibiti)
~ Terza classe completa (esclusi proibiti)
~ Essenza Converto
~ Sectumsempra


Riassunto: Perde l'equilibrio a causa dell'incantesimo di Daddy, tenta di rialzarsi per avvicinarsi ulteriormente ai suoi compagni. Dopodiché tenta un Fulcius Vitreus sulle fondamenta dell'Antonia, cercando di colpire il punto suggerito da Oliver.


 
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view post Posted on 3/8/2018, 21:24
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Sassi, detriti e polvere. Tre elementi che, assieme ad una torrida temperatura, stavano rappresentando una costante nel lungo viaggio del Serpeverde.
Quando anche l’ultimo masso fu scavato, garantendo una parvenza di sopravvivenza agli elementi superstiti di quel piccolo gruppo, Mike avrebbe cercato di issarsi il più possibile lungo quel breve e semplice incavo, nella speranza di trovare un modo per sfuggire all’intossicante nube che sempre di più stava salendo verso di loro. Le ultime forze avrebbero potuto abbandonarlo da un momento all’altro, ma, complice il prezioso intervento della più esperta guida, la situazione apparve subito in netto miglioramento, almeno in quel primo istante.
Un respiro profondo, poi un secondo. L’aria sembrava farsi meno pesante, come se l’enorme polverone che avevano generato, assieme ai residui della combustione provenienti dal basso, fossero stati in qualche modo fermati.
Lo sguardo, inizialmente grato, si posò per un solo istante sul vecchio. Non era finita o per lo meno, non ancora. Sebbene fossero pochi, stanchi, assetati e sporchi come non mai, la banda di ribelli avrebbe fatto valere ancora la propria nomea.
Con la mano sinistra chiusa in un pugno, come a voler scacciare la tensione che solo pochi istanti prima lo aveva avvolto, Mike si prese un momento per riflettere sulla questione che, suo malgrado, lo vedeva protagonista.
Troppi eventi si erano susseguiti veloci e frenetici nel giro di pochi istanti, tra situazioni di estremo pericolo e speranze di una salvezza davvero imminente.
L’assedio si stava così mostrando in tutta la sua crudeltà fatta esperienze diverse, di conflitto e di subdoli stratagemmi messi in atto al fine di prevalere sul nemico. Al Serpeverde forse mancava proprio quel primo valore che, frutto di una conoscenza acquisita, avrebbe potuto aiutarlo nella gestione del momento.
Ancora scosso per quanto era appena riuscito a scampare, il giovane avrebbe cercato di garantirsi una certa stabilità, poggiando il corpo ormai stanco sul fianco sinistro. Sebbene il contesto non fosse certamente d’aiuto, doveva riflettere. Ma era forse iniziata la stagione dei terremoti?
Il tremolio riuscì a distrarlo ma, nonostante quel martellamento sismico e l’ulteriore scavo ribelle, il dannatissimo cunicolo principale scavato dai romani sembrava farsi beffe di loro, resistendo ad ogni più fantasioso tentativo di minarne la base.
Fuoco, esplosioni e scavi non erano bastati, ma, complice il desiderio non ancora placato di vendicare la sorte spettata al concasato, Mike avrebbe cercato di trovare un ulteriore modo per comprometterne la struttura.
Sebbene al momento non fossero ancora giunte spiegazioni su quell’impulsivo slancio che aveva portato tutti verso l’altro, il Serpeverde avrebbe cercato di far buon viso a cattivo gioco, cercando di far volgere al meglio anche quella situazione, apparentemente imprevista.

Potremo essere sopra di loro, potremo coglierli di sorpresa… avrebbe bisbigliato al gruppo, rivolgendosi in prevalenza al vecchio.
Una supposizione bella e buona visto che, ancora non era riuscito a comprendere l’entità delle forze romane, sicuramente ben organizzate e in numero maggiore rispetto alle loro.
Per quanto la situazione fosse funesta, con un ultimo e rischioso tentativo il Serpeverde avrebbe cercato di mettere tutto sul piatto, con un’azione forse spregiudicata e, almeno in apparenza, combinata.
Il debole scavo nel quale si trovavano non avrebbe di certo retto ancora a lungo e, partendo proprio da questo presupposto, Mike avrebbe cercato di agire per rendere più rapido e meno pericoloso il crollo verso la parte sottostante, non accettando l’idea di una avventata fuga verso l’alto.

Abbiamo l’opportunità di coinvolgere parte del loro esercito con i detriti di un eventuale crollo… e noi potremo atterrare sopra di loro, con un po’ di fortuna. Pensieri veloci e azzardati, ricchi di una nuova smania.
Provando a divincolarsi da quell’angusto posto, la bacchetta del Prefetto avrebbe puntato con decisine verso il basso, sotto i loro piedi e nel punto nel quale, ipoteticamente, si sarebbe potuto trovare qualche soldato romano. Le fiamme ormai, dovevano essere alle loro spalle.

Potrebbe servire una protezione… Sarebbero state quelle le ultime parole e speranze riposte nel vecchio Aronne; uno scudo o un incantesimo contrario alla levitazione in grado di garantire un atterraggio il più morbido possibile, avrebbe potuto aiutare e non poco nell’occasione.
Successivamente, il polso destro si sarebbe mosso rapido e deciso, con un movimento dall’alto verso il basso, fino a ritrovare il punto sottostante. La dura e nuda roccia ben presto sarebbe diventata liquida, favorendo la sua o la loro discesa e garantendo ai presenti una scarica di adrenalina che solo l’incontro con il nemico avrebbe potuto dare.

Lacteo! Un suono forte e deciso, con l’immagine ben impressa di quel tunnel che, già di per sé poco stabile, crollava piano piano su se stesso, provocando più di qualche danno sia alla struttura generale che agli ipotetici e sventurati inquilini del piano inferiore.
Sarebbe andata davvero così?
Se avesse percepito il terreno diventare improvvisamente liquido sotto i suoi piedi, Mike avrebbe probabilmente socchiuso gli occhi, percependo quel forte e intenso sentimento scorrergli nelle vene. Sarebbe riuscito a raccontarlo?


Riassunto: Dopo essersi avventurato nello scavo superiore per trovare un minimo di ristoro, Mike cerca di riflettere su come provare a cogliere di sorpresa parte dell’esercito romano. L’instabilità insita in quell’improvvisata buca gli dà l’idea di provocare un piccolo crollo, cercando di coinvolgere così parte degli inquilini che si trovano al piano di sotto. Chiede ad Aronne di supportare il suo piano e utilizza il Lacteo per rendere liquida la terra e la roccia sotto i suoi/loro piedi, in modo da creare un buco e un piccolo distaccamento terroso.

Mike T. Minotaus
PS: 83/177 PM:73 PC:50 EXP: 19,5
Equipaggiamento:
Fiala Sanguinaria Velenosa (borsello)
Fiala Pozione dell’Illusione (borsello)
Bottiglietta d’acqua (borsello)
Guanti del Minatore (tasca)
Anello Gemello (permette la comunicazione con Thalia)
Polvere buiopesto (tasca)
Spilla di Atene
Bacchetta

 
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view post Posted on 3/8/2018, 21:28
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Erano state diverse ed innumerabili le situazioni in cui Emily avrebbe tanto voluto distruggere qualcosa. Più volte aveva considerato la sua bacchetta come un’arma per contrastare l’Ira. Come le persone che per rabbia tirano pugni contro ai muri, in egual modo lei avrebbe scagliato una maledizione qualsiasi contro qualsiasi oggetto o parete. Ma non poteva farlo, rilegata perennemente tra le mura del Castello di Hogwarts. Prima di scoprire la sua natura affatto umana, si isolava nel suo dormitorio, prendeva l’ampio cuscino tra le esili mani e vi soffocava il volto, urlando. Poco maturo, certo, ma era una prospettiva di gran lunga migliore dell’abbattere il letto a baldacchino con un Incendio. Ora come ora, nemmeno quello le era concesso: ogni volta che provava l’impellente desiderio di lasciare che la gola in fiamme si liberasse del suo rancore, temeva di fare un danno ben peggiore di un Reducto contro la pietra nuda della Sala Comune.
Mentre l’Antonia si ergeva fiera e inafferrabile davanti a loro, Emily provava emozioni contrastanti ma la Rabbia era una di queste. Ormai onnipresente nella sua quotidiana esistenza, cercava ancora una volta di scendere a compromessi e tenerla a bada. Si era dunque resa conto che nemmeno bombardare le mura servisse a placarla e nell’insoddisfazione generale, abbassò il braccio verso terra. Il Salice puntò la polvere dell’instabile passerella e la Serpina alzò lo sguardo al cielo notturno, sospirando nell’aria calda di quella notte. Una sensazione familiare la travolse e ben presto arrivò il solito peso a schiacciarle il petto ansante. Era sempre così, da fin troppo tempo. Si sbucciava le ginocchia per scavalcare muri per poi ritrovarsene altri, sempre più alti, sempre più forti e per liberarsene, doveva osare, ogni volta, un po’ di più.
Fu in quel momento che abbassò celermente il capo sulla mano destra; le iridi cristalline individuarono i contorni di uno dei suoi anelli, quello più brutto a dire il vero. Era arrivato il momento di usarlo? Mosse appena le dita per avvertirne il metallo ardente sulla pelle ma senza l’intenzione di attivarlo, non ancora…
« Ci stanno attaccando! »
La voce della Corvetta alle sue spalle, a pochi passi da lei, la costrinse a voltarsi troppo velocemente. Quel richiamo risuonò così chiaro e forte che Emily trattenne il respiro pronta a trovarsi i Ribelli alle spalle. Li avevano accerchiati? Era una trappola?
La terra si mosse sotto i suoi piedi non appena lo sguardo chiaro ritrovò la fanciulla e la vedeva crollare sul terreno. Lei stava per seguirla spinta dalla gravità, dall’equilibrio che aveva indebolito voltandosi verso la ragazza e dall’inaspettato movimento tellurico.
« Ci stanno attaccando! »
Quelle urla risuonarono ancora una volta, come un eco nella sua mente costretta all’attenti e così, mentre già si vedeva crollare sulla pedana, Emily portò la gamba in avanti, facendo forza sulle ginocchia per non rovinare al suolo e si spinse verso Megan: il suo sguardo aveva indicato il cielo e lì, in quel breve frangente, la Serpina aveva compreso che il pericolo si abbatteva nuovamente sulle loro teste.
Alla fine, cadde, a pochi centimetri dalla ragazza, le mani sulle sue spalle, una gamba distesa a terra e l’alta appena più rialzata. Sentì dolore alla caviglia destra, al ginocchio che aveva attutito lo slancio e la sua stessa armatura graffiarle le braccia per quella ridicola piroetta.

« Va tutto bene? », chiese con un fil di voce. Non avrebbe perso anche lei; doveva aiutarla a cercare Eloise. Non aveva dimenticato il modo in cui s’era avvicinata per premurarsi delle sue condizioni. Lei era l’unica che sapeva della Tassina e del desiderio di ritrovarla.
Si rialzò accompagnando Megan e volse nuovamente lo sguardo verso la Fortezza. La sua improvvisa intuizione poteva dirsi possibile: i Ribelli ormai sapevano che erano lì e stavano preparando per contrattaccare nel tentativo di fermare la loro avanzata.

« Ce la faremo. », asserì con un piccolo, deciso sorriso. Ce l’avrebbero fatta?
Contenne la fitta che si estendeva lungo la gamba destra e cercò una posizione stabile per evitare di rovinare sulla pedana per colpa di un’altra scossa. Se fosse stato un incanto, come aveva previsto, non avrebbe nuovamente corso il rischio, ma era meglio assicurarsene così come si stava assicurando la difesa di coloro che la circondavano. L’ennesimo Protego avrebbe risolto ben poco fin tanto che le frecce erano così ridotte e solitarie; non avrebbe risolto nulla lanciando attacchi oltre l’Antonia tanto era alta e sconosciuta la posizione dei nemici. C’era solo una soluzione da attuare: continuare a mettere a dura prova il loro ostacolo.
Con pochi passi, cercò di raggiungere la genesi degli scavi, lì dove aveva indirizzato il Bombarda. Sfruttando il fatto che nessuno era ancora approdato in quel punto dopo il suo ordine di liberarlo, puntò la bacchetta contro il medesimo blocco, evidenziandone le estremità – superiore, inferiore e lati - per poi mirare dritto al centro di quella sagoma disegnata. Il movimento fu ben strutturato eppur fluido, nonostante la rigidità con cui Emily teneva l’arma in pugno. Con tono chiaro, alto e deciso, pronunciò la formula:
« I n f l à t u s !»
La rabbia che trasparì dalla sua voce la sorprese ma se ne beò: in quel caso, non avrebbe fatto altro che aiutarla nel suo intento.
Solo in seguito, terminata l’evocazione, si sarebbe accorta di quanto si apriva dinanzi ai suoi occhi preoccupati. A quella distanza così ravvicinata, con l’Antonia che le copriva la visuale degli Astri, avrebbe notato soltanto roccia. Più scavavano, più ne incontravano e, a quel punto, il suo autocontrollo sarebbe stato messo a dura prova.







Punti Salute: 167/221
Punti Corpo: 184
Punti Mana: 188
Punti Esp.: 43,5

Banshee

E q u i p a g g i a m e n t o
~ Bacchetta: Legno di Salice, Crine di unicorno, 11 pollici e un quarto, rigida
~ Spilla di Atene
~ Stiletto della Banshee, pugnale di antica e pregiata fattura.
~ Fiala di Pozione Rinvigorente
~ Mantello della Disillusione
~ Cuspide Scarlatta Ditale simile al pungiglione di uno scorpione, interamente in argento. Chiunque lo indossi avrà il potere di pungere un mago creando una ferita dalla quale inizieranno a sgorgare litri di sangue. Il sangue sarà solo una mera illusione ma il senso di affaticamento e confusione della vittima sarà reale)
~ Anello del Coraggio (attacco e difesa raddoppiati nei confronti di un unico
avversario – 2/5 azioni)
A z i o n i
Emily si preoccupa per il richiamo di Megan e teme di essere circondati. Sta per cadere a seguito della scossa generata da Daddy ma sente urlare Megan e voltandosi in sua direzione, rovina sulla pedana nel tentativo di avvicinarsi a lei. Si rialzano nel sollievo generale e si avvicina all'Antonia perché arriva alla conclusione che difendersi da poche frecce o rispondere con un attacco oltre la frontiera non serve a nulla. Casta un Inflatus sul punto precedentemente colpito dal Bombarda. Solo in seguito, grazie alla vicinanza conquistata, si renderà conto di quanto portato alla luce dagli scavi.




 
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view post Posted on 3/8/2018, 21:29
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Ocean eyes.

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Megan Milford-Haven 15 AnniCielo della Luna

Mentre gli arieti continuavano a colpire il duro scheletro di pietra, la sera aveva fatto il suo ingresso silenziosa e con essa anche l’arrendevolezza. Sembrava che l’Antonia non volesse saperne nulla di lasciar cadere parte della sua struttura e così i Romani si ritrovavano a colpirla osservando i detriti cadere come polvere d’intonaco che si sgretola da una vecchia dimora, trovando ancora pietre su pietre.
Stanca di quella che sembrava una lotta senza alcuna speranza di riuscita, la giovane Corvonero distolse lo sguardo dall’obiettivo principale puntandolo verso il cielo terso, dove scintille infuocate solcavano lo spazio infinito.
«Ci stanno attaccando!»
Non appena il braccio andò ad indicare le frecce di fuoco sopra alla sua testa una scossa la scaraventò a terra, facendole perdere l’equilibrio.
L’impatto con il terreno fu tremendo e non ebbe modo di potersi riparare. Il peso del suo corpo gravò sulla spalla sinistra che andando a scontrarsi contro il terreno le provocò una fitta lancinante. Un grido bastò per scaricare la tensione accumulata e mentre sdraiata a terra, destabilizzata dall’accaduto, cercava di mettere a fuoco ciò che stava accadendo a torno, sentì la voce di Emily a qualche centimetro da lei.
«Sto bene, grazie.» rispose posando gli occhi su di lei e mostrandole un mezzo sorriso. Provò a sollevare il busto aiutandosi con le mani, si morse il labbro cercando di trattenere un lamento e con una leggera spinta tornò con entrambi i piedi a calcare il terreno.
Le frecce iniziarono a cadere marcando lo spazio attorno a loro, il pericolo era sempre più concreto e la paura e l’agitazione iniziavano ad assumere un mix letale più dell’attacco stesso.
«Dobbiamo fare qualcosa, stanno iniziando ad attaccarci!»
I primi corpi iniziavano già a macchiare la terra, mentre i romani iniziavano a garantirsi una propria difesa proteggendosi con i loro scudi in ferro, creando una barriera umana.
Sotto le mura il resto delle truppe continuava a portare avanti il loro obiettivo ed insieme ad essi anche i suoi compagni d’avventura.
Megan seguì Emily sotto le mura, le sue parole furono per lei di conforto: sperava con tutto il cuore di poter portare a termine nel migliore dei modi tutto quello che aveva e avevano fino a quel momento creato e di riuscire a rimanere illesa.
Non appena giunsero sotto le mura la giovane Corvonero affiancò i suoi compagni e mentre loro attaccavano lei provò a proteggerli.
Respirò cercando di liberare la mente, poi puntò la bacchetta verso il cielo compiendo un movimento circolare in senso orario.
«Protego!»
Pronunciò l’incanto con decisione è fermezza, avrebbe voluto creare uno scudo, permettendo ai suoi compagni di continuare ad agire senza alcun pericolo.







Inventario:
» Bacchetta - Legno di Ciliegio, Lacrima di Veela,10 pollici, semi rigida (mano dx)
» Ciondolo Giada delle Fate (al collo)

» Polvere Buiopesto Peruviana (nella borsa)

» Nanosticca (nella borsa)

» Gigansticca (nella borsa)
» Mantello della Disillusione (lo indossa)


» Ciondolo della scaglia di Drago (al collo)

» Guanti del Minatore (li indossa)

» Anello Difensivo: Protegge da danni fisici e incantesimi. Anche da Avada Kedavra, ma poi si spezza. (anulare mano dx)

» Filtro Sonno Leggero (nella borsa)

Vestiario:
[x][x]
Ovviamente no spada, no tacco no party? Ah no. :secret:


Statistiche
PS: 145/63
PC: 91/85
PM: 98/98
Exp: 7,5

Classi incanti
» I Classe
» II Classe
(eccetto Orcolevitas)
» III Classe
(Iracundia, Protego, Arania Exumai, Lacarnum Inflamare, Extinguo, Algor Flamma)


Riassunto
Megan cade terra per la scossa, si rialza e insieme ad Emily si dirige sotto le mura. Mentre i suoi compagni continuano ad attaccare lei cerca di proteggerli.


 
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view post Posted on 3/8/2018, 22:58
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- Deus ex Mazza -

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PATRICK SWAN
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Patrick non fu sorpreso nel realizzare come, contrariamente ai Romani, quelle creature oscure non sembravano essere state disorientate dall'essenubilus. Esse si erano invece gettate all'inseguimento del Corvonero che, approfittando della velocità, si stava portando forse troppo vicino alle mura Romane. Per quanto minacciosi i bonzi e gli smilzi potevano apparire, quei mostri non potevano sapere che Swan aveva già avuto modo di avere a che fare con loro in Messico. In quell'occasione egli aveva infatti avuto la possibilità di apprendere come essi fossero particolarmente sensibili a qualsiasi fonte di energia benigna, un ossimoro rispetto alla loro natura maligna. Quando il ragazzo ritrovò nuovamente il contatto con il suolo, il piacevole senso di attaccamento alla terra che lo faceva sentire al sicuro e in controllo della situazione, sapeva esatta,emte quale sarebbe stata la sua prossima mossa. Gli sarebbe bastato fare affidammento su uno di quei rari momenti felici della sua vita, appartenenti agli anni precedenti all'adolescenza, lontano dagli avvenimenti del Mondo Magico. Swan ricordava con orgoglio la sua vita ignara da babbano, il solo pensiero del tornare in un mondo senza magia gli metteva il buon umore, la prospettiva di un'esistenza priva di dolore e morte lo rendeva veramente felice. Era a quel ricordo oramai lontano che si sarebbe aggrappato per garantire la riuscita del suo incantesimo. Ricordare i lineamenti delicati di sua madre Milena e lo sguardo gentile di suo padre Francis sarebbe stato più che sufficiente a togliersi quei mostri dalle calcagna.

«Expectum Patronum! »

Tuonò il Corvonero in un esplosione mista di gioia e rabbia, dopo aver portato a termine un movimento semicircolare con la bacchetta in senso orario. Si era voltato verso i nemici giusto per mandare il Cigno di Bewick nella giusta direzione, mettendoli davanti all'obbligo di fermarsi per non entrare in contatto con la più pura rappresentazione del bene. Il volatile etereo si augurava potesse spiegare le sue ali in difesa dell'evocatore, permettendo quindi a Patrick di portare avanti la sua veloce avanzata a piedi senza essere braccato. Le mura non potevano essere lontane e Patrick sapeva che Thalia e Giuda avrebbero apprezzato di gran lunga il suo aiuto. Che fine aveva fatto Gwen? Probabilmente se la stava cavando egregiamente. Il Corvonero non aveva dubbi sul fatto che la ragazza avrebbe presto notato il suo Patronus: in quel momento ella avrebbe saputo in che direzione muoversi per ricongiungersi al gruppo. A quel punto non sarebbe rimasto altro da fare se non correre, volente o nolente, i Ribelli sarebbero riusciti a chiedere aiuto alle città vicine.

«Nùbilus!»

Avrebbe poi terminato l'esecuzione senza perde quel tono serafico che da sempre lo contraddistingueva. Puntando a Nord, egli avrebbe fatto ben attenzione ad evitare i bonzi e gli smilzi che sicuramente avrebbe cercato dis cagliarvisi contro, sperando perchè no che si scornassero come cervi in lotta per il territorio. In quei dieci secondi successivi, sempre che l'inantesimo sortisse l'effetto desiderato, Patrick avrebbe cercato di raggiungere le mura. Non sapeva bene se avesse abbastanza tempo per recarvisi in cima, ma ci avrebbe provato o si sarebbe accontentato di arrivarvi d'innanzi.
STATISTICHE
• PUNTI SALUTE: 198/238
• PUNTI CORPO: 247
• PUNTI MANA: 250/257
• PUNTI ESPERIENZA: 81,5+8=89,5
SINOPSI
Patrick utilizza l'Expecto Patronus come in Messico per tenere lontano gli smilzi e i bonzi e portarsi più vicino possibile alle mura.
INVENTARIO
ABBIGLIAMENTO
COMPLETO RUDIMENTALE ANTICO COLOR CENERE

VESTE DELL'ASSASSINO NOTTURNO
Copre pube, cosce e spalle, donando prontezza, agilità e mimetismo con la notte. Difficile da udire e da scorgere colui che la indossa. [+4PS, +11PM, +6PC]

CATENA DELLA NOTTE
Rende il corpo più leggero e dona agilità nei movimenti, fa sembrare le ossa più mobili. Si nota molto nell'oscurità. [+2PM, +3PC]

BORSA DI CUOIO A TRACOLLA

NELLA BORSA:

GUANTI SOSTEGNO DEL PALADINO
Proteggono le manida tutti gli elementi naturali, dagli acidi, dalle basi e da colpi fisici. [+3PS]
MANTELLO DELLA DISILLUSIONE
Reallizzato con pelliccia di camaleonte, rende un'ottima mimetizzazione: se il corpo è ben avvolto in questo tessuto sembrerà donare l'invisibilità. [+8PC, +5PM]

ANTIDOTO al VELENO di DOXY
Prodotta per un compito di Pozioni

GALEONE D'ORO FALSO
Informa i membri dell'ES riguardo incontri e riunioni tramite la modifica da parte del capogruppo delle cifre poste sui bordi della moneta.

INTRUGLIO DEL GARGOYLE
Chi la assume può godere di una protezione fisica notevole, "stile armatura", pur non avendo nulla del genere addosso.

POZIONE SCONOSCIUTA
Trovata in una soffitta del castello [Pozione essenza d'elfo]

SULLA BACCHETTA:
ZAFFIRO GREZZO PER BACCHETTA MAGICA
Una pietra preziosa che amplifica la potenza del mago. [+12PM]

 
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view post Posted on 6/8/2018, 18:53
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Abbandonate Ogni Speranza, O Voi Ch'Entrate

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Era il tempo della grande fuga, che proseguiva, in alto, verso l'alto, verso la superficie, quasi volessero tornare a scrutare la volta stellata, che da qualche parte sopra di loro doveva ancora obbligatoriamente trovarsi. Sarebbero riusciti in quel vanesio tentativo? Quante yarde erano al di sotto della superficie cittadina? Per quanto ancora avrebbero dovuto scavare, sperando che quello scavo improvvisato resistesse alle crescenti pressioni esercitate da quanto di ignoto fosse 'sopra'. Era davvero quello lo scopo di quel lungo esercizio? O c'era di più in quell'apparente non logicità del procedere? Era così? Erano in tre, se uno scavava, e il terzo era ormai dedito alla retroguardia, che faceva il secondo? Improvvisava. Un piano multiforme e flessibile che andava adattandosi minuto per minuto, soggetto alla volubilità del Tempo. Nel tunnel, dunque sotto di loro, ormai la situazione pareva stabilizzata, i legionari avanzavano, e con essi la piccola avanguardia formata dal trio. La Tassorosso (E), che con fin troppa perspicacia aveva quasi immediatamente individuato la possibile e probabile 'exit strategy' del resto dei Ribelli, l'Auror che si era invece lanciato in avanti, intenzionato nel proseguire lungo la galleria, e il Romano, con l'ingrato compito di occuparsi della ribelle svenuta. Cosa ne sarebbe stato di loro? Già la Tassorosso (E) inzaccherata di polvere, terra e fumo si prodigava vendicativa verso la 'botola' nella volta, convinta di dover agire lì. L'intento distruttivo trovò presto le difese lasciate dai Ribelli nella loro affrettata ritirata, e l'incanto esplose prima del tempo. Intanto, l'Auror poco più avanti per proseguire con maggior comodità la caccia si ingegnava di far sprofondare l'ultimo tratto di galleria. Il più debole, e ancora grezzo. Diverse yarde più indietro, ma sopra le teste ignare dei legionari che avanzavano lungo la galleria, il Serpeverde (M) estraeva dal cilindro la più distruttiva delle idee, che andava a sommarsi con il temporaneo sprofondamento di un tratto della già compromessa galleria, alle ormai numerose esplosioni e scosse telluriche. Cosa avrebbe prodotto? Una nuova sonora scossa, un sinistro scricchiolio che immobilizzò tutti in un solitario lunghissimo istante d'attesa. Cosa stava succedendo? Cosa stava per succedere?
In linea d'aria sopra di loro buona parte delle forze romane presenti era attiva, combattiva, e ben disposta nel portare avanti l'attacco. Portate alla luce le fondamenta della fortezza, il vero obiettivo di quell'attacco coordinato, tutto sarebbe dovuto essere e dimostrarsi più semplice. In fondo, erano solo pietre, no? Mentre il Grifondoro (O) apprendeva le ultime informazioni utili sull'obiettivo dell'attacco, il resto della banda si preparava al nuovo round, con l'ultima scossa ancora chiaramente incisa nelle piante dei piedi. Le scosse si erano susseguite, sembrava solo questione di tempo prima che non ne ritornasse una nuova. Così sarebbe stato? Dal Grifondoro, alle Serpeverdi, passando per il Corvonero, volavano fatture delle più disparate. E non erano i soli, ritmicamente, quasi dolcemente gli enormi pietroni erano scossi dalle macchine d'assedio, sottoposti a pressione. Era solo questione di tempo, prima che potessero cedere? E quando ciò sarebbe successo, che avrebbero fatto? Quante tonnellate di pietra incombevano su di loro, dal merlo più alto della torre più alta della fortezza, ai massicci massi di granito che sembrava impossibile potessero essere smossi? E poi qualcosa accadde. Quasi inaspettato. L'ennesimo tassello che andava ad allinearsi in quel solitario lunghissimo istante, che precedeva il roboante boato di una nuova potente scossa, diversa dalle altre, sinistra. Una montagna che frana. Gli scudi che si aprivano improvvisamente come ombrelli al cadere rado delle prime gocce di un temporale estivo, l'avanguardia che si ritraeva di decine di yarde, correndo, saltando. Il masso oggetto delle loro ultime attenzioni che infine si sbriciolava, il resto del muro che oscillava pericolosamente prima di cedere, trascinato verso il basso dalla gravità. Una voragine che si apriva improvvisamente, una parte della rampa che spariva ingoiata dal sottosuolo, i massi della fortezza che prima lentamente e poi sempre più con irruenza crollavano. Le poderose opere di fortificazione che collassavano su se stesse. Il panico dilagante tra le truppe. I massi deviati dagli scudi che impattavano contro altri massi. Cosa sarebbe successo? Cosa stava accadendo? Sarebbero sopravvissutti? Si poteva certo affermare che una breccia fosse stata aperta, ma a che prezzo? In profondità, l'intera montagna stava collassando sui Ribelli e Romani ormai rinchiusi nel tunnel, come ne sarebbero usciti? Sarebbero morti tutti? Mentre la montagna rombava sopra di loro, e le cateratte si aprivano, due scudi si erano aperti nuovamente. Sarebbero bastati? Sempronio e Aronne li avrebbero salvati? E cosa sarebbe stato possibile fare poi? Era finita?
Ancora inconsapevoli di quanto stesse accadendo alla fortezza, il duo Ribelle si assicurava una ritirata composta. E sprangando le porte di Erode, dalle quali con un po' di fortuna non sarebbe più entrato nessuno, e andando in cerca di informazioni. Scortata da un improbabile accompagnatore la Grifondoro (N) si allontanava dalla Tassorosso, quando entrambe vennero salutate da un rombo di tuono in lontananza. L'Antonia stava cadendo, in più d'un senso, ma loro ancora non lo sapevano. Cosa avrebbero potuto fare?
Nella Città nuova tutto proseguiva come previsto, da un lato la Tassorosso e il suo alleato fronteggiavano il grattacapo in cui si erano imbattuti, dall'altro il Corvonero e la seconda Tassorosso danzavano con un'orda di Romani armati di tutto, fuorchè buone intenzioni. La richiesta della Tassorosso (T) prese in contropiede il buon Giuda, ma senza che entrambi si scoraggiassero, ripresero quanto era stato per un solo istante accantonato. Mentre lei si occupava con una certa efficacia della restante pattuglia romana, mandando gambe all'aria ben due dei tre Algidi, il terzo non si faceva cogliere dal dubbio, e la schiantava contro quello stesso muro che avevano voluto scavalcare. Giuda intanto vi apriva una breccia, con una nuova forte esplosione. Il Corvonero (P) invece, nella sua grande fuga da forze soverchianti ben disposte nello snidarlo, si affidava alla benevola influenza di un Cigno, nella speranza che qualcosa si risolvesse. Di preciso cosa si fosse proposto, e cosa avrebbe risolto probabilmente non lo sapeva nemmeno lui, ma ormai quel che era fatto era fatto. Da ultima la seconda Tassorosso (G) del gruppo tornava a rallentare il compattarsi delle pattuglie romane, ancora ignare della sua presenza.
Eppure ormai i giochi erano fatti. Caduta l'Antonia, aperta una breccia nelle difese del monte, era solo questione di tempo prima dell'inevitabile disfatta. E che senso avrebbe avuto assistervi? Era finita. Un fastidioso strappo, e già quanto circondava il piccolo ma numeroso Gruppo stava scomparendo, sostituito da un vortice. Erano già nei meandri del Tempo, diretti al loro Presente. Ed eccolo ad attenderli, l'ufficio di sempre. Non era cambiato nulla in quei pochi secondi di loro assenza. Solo loro erano cambiati. Un sorriso allegro li attendeva al varco.


Ottimo Signori, ben trovati.
Confido abbiate fatto buon viaggio, temo non mancasse ormai molto alla caduta della Città, ma sono comunque sicuro qualcosa abbiate imparato, giusto? Riceverete presto la traccia di un... 'approfondimento' che mi piacerebbe affrontaste, ma penso che per oggi sia abbastanza così. I nostri più sentiti ringraziamenti a Mr Carter e Mr Weiss, naturalmente. E ora in infermeria, venite.


Era dunque finita la Storia?
Il libro giaceva lì, sul suo legio, ormai chiuso.
Era davvero finita, almeno nel suo senso più stretto.



Infine ci siamo, fanciulli. In anticipo di un paio di turni sulla prevista tabella di marcia, e in zona cesarini come vi anticipai, mi è sembrato coerente cogliere la palla al balzo, e trarne le conclusioni. Abbiamo un vincitore, sarebbe stata solo questione di tempo prima che Roma giungesse al Tempio. Come avrete intuito ci sono state una serie di concause che hanno portato prima a minare la stabilità della galleria, e infine al suo cedimento. In linea temporale M è stato messo alla fine per una semplice ragione narrativa, come sapete i danni vengono calcolati turno per turno. Molto probabilmente il cedere dell'intero sottosuolo ha poi avuto gli effetti 'desiderati' anche in superficie. Questa conclusione è anche abbastanza in linea con quanto affermano le fonti, è infatti probabile che la caduta dell'Antonia sia direttamente riconducibile al tentativo dei Ribelli di far cedere la rampa d'assedio romana. Chi era 'sotto' non è finito a marmellata grazie agli scudi di Sempronio e Aronne, chi era sopra grazie a Tizio e Caio. Per il resto direi che tutto si stesse consumando come da voi delineato, al netto del doppio incantesimo che ovviamente non è stato preso in considerazione. Come sempre vi è richiesto un ultimo post, e l'invito a voler passare in infermeria (che almeno in On dovrebbe essere al corrente della nostra gitarella come di consueto).
Concludo sottolineando un ultimo dettaglio, che vi pregherei di non sottovalutare. Al termine del post troverete un'ultima scadenza, questa ovviamente non fa riferimento all'ultimo post, che non essendo come al solito valutato potete anche improvvisarlo. Di seguito troverete la traccia di una Trattazione sintetica, su modello di quelle del Corso di Storia della Magia, anche in questo caso il limite di 30 righe non è vincolante, ma non per questo siete autorizzati a scrivere un romanzo, è consigliato (non è obbligatorio) svolgere la trattazione, e inviarla al Supplente entro il termine indicato. Sarà parte integrante delle considerazioni finali di uno dei criteri secondo i quali siete abitualmente valutati, che nelle volte scorse ha sempre visto risultati mediamente scadenti, probabilmente per la sua intrinseca natura. Inutile dire che è uno dei più 'di peso'.



Trattazione Sintetica (Max 30 righe):
Si definisca la cornice storica all'interno della quale ha avuto luogo la I guerra giudaica culminata con l'assedio del 70 a.D. Quali ne furono le principali cause, e quali le dirette conseguenze? Cosa ritieni di aver appreso dall'esperienza appena conclusa? È possibile indicare quale dei due fronti fosse nel giusto? E quanto ritieni che abbia influenzato i resoconti storici il fatto che, anche storicamente, infine Roma sia riuscita a imporsi?


Le Statistiche:
William (W)
Punti Salute: 102/232
Punti corpo: 175/187
Punti Mana: 200/219
Exp: 29
Eloise (E)
Punti Salute: 22/199
Punti corpo: 90/128
Punti Mana: 123/123
Exp: 26,5
Oliver (O)
Punti Salute: 95/245
Punti corpo: 210/231
Punti Mana: 248/248
Exp: 36
Sophie (S)
Punti Salute: 22/157
Punti corpo: 80/91
Punti Mana: 101/101
Exp: 15
Megan (H)
Punti Salute: 23/145
Punti corpo: 85/91
Punti Mana: 98/98
Exp: 7,5
Aiden (B)
Punti Salute: 40/191
Punti corpo: 107/139
Punti Mana: 143/143
Exp: 28
Daddy (D)
Punti Salute: 200/295
Punti corpo: 250/263
Punti Mana: 235/274
Exp: 67
Emily (R)
Punti Salute: 117/221
Punti corpo: 184
Punti Mana: 188
Exp: 43,5
Amber (A)
Punti Salute: 184/216
Punti corpo: 195/195
Punti Mana: 185/199
Exp: 33,5
Nieve (N)
Punti Salute: 118/151
Punti corpo: 119/119
Punti Mana: 105/115
Exp: 13
Elhena (G)
Punti Salute: 175/210
Punti corpo: 142/142
Punti Mana: 142/142
Exp: 35
Patrick (P)
Punti Salute: 193/238
Punti corpo: 247/247
Punti Mana: 257/257
Exp: 89,5
Thalia (T)
Punti Salute: 100/201
Punti corpo: 113/138
Punti Mana: 142/142
Exp: 24
Mike (M)
Punti Salute: 33/177
Punti corpo: 50/107
Punti Mana: 73/108
Exp: 19,5
Ethan (J)
Punti Salute: 26/184
Punti corpo: 105/148
Punti Mana: 102/117
Exp: 27,5
Mary (C)
Punti Salute: 1/216
Punti corpo: 178/178
Punti Mana: 173/173
Exp: 18
Elijah (Z)
Punti Salute: 1/127
Punti corpo: 78/78
Punti Mana: 72/72
Exp: 9



Prossima scadenza 13 settembre, ore 23.59
Avrete i risultati entro i primi di ottobre.

 
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view post Posted on 12/8/2018, 20:56
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You can take the darkness out of the man, but you can't force him to step into the light.

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Thalia J. Moran | 17 anni
Cielo di Mercurio
Ps 100/201 | Pc 113/138 | Pm 142
Exp 24


Giuda non sembrava aver compreso il nocciolo della questione, benché fosse evidente - anche agli occhi del più stolto tra gli uomini - che non sarebbero riusciti a raggiungere i rinforzi dando battaglia fino all’ultimo respiro: dovevano scavalcare le mura, indebolirle se serviva, ma dovevano assolutamente raggiungere un qualsiasi punto al di là della barricata.
Diretta la bacchetta in direzione di un misero gruppo di Algidi, forse pregando gli dei della sua terra antica, Thalia si augurò di poter riuscire nella sua impresa e mentre due creature finivano gambe all’aria come da copione, la terza si mosse più velocemente spedendola contro il muro di pietra alle proprie spalle.


Non fu in grado di proteggersi, non in quel momento, e la dura pietra l’accolse senza troppe cerimonie: percepì chiaramente le costole incrinarsi, mentre il respiro iniziava a mancare sempre di più, e il dolore alla spalla aumentò improvvisamente ricordandole i danni riportati dopo l’ultima partita di Quidditch.
Cadde a terra, afflosciandosi sulle ginocchia come un burattino, picchiando dolorosamente il viso sul pavimento; per poco non perse la bacchetta a causa del contraccolpo e non appena cercò di rimettersi in piedi, un capogiro la colse impreparata.
Cercò di mettere ordine nei propri pensieri confusi e distorti dal dolore, mentre una deflagrazione alle sue spalle annunciava la piccola vittoria di Giuda. Cercò di rimettersi in piedi, ma le mancava il respiro al punto che le sembrava di soffocare, come se qualcuno premesse la propria pesante mano sul suo petto.
Giuda le fu accanto in un istante, inaspettatamente, e l’aiutò a rimettersi in piedi. Si sentì svenire e solo lo sguardo dell’uomo riuscì a confortarla; si sentiva vittima di un Destino non suo, di vicende che in fondo non la riguardavano, ma nel momento in cui lui le cinse la vita per aiutarla a risollevarsi e a muovere i primi passi, in lei si accese una nuova luce e, forse, una nuova speranza. Annuì, come a volergli giurare di non arrendersi, e gli permise di trascinarla sul ciglio del baratro.
Proprio nel momento in cui decisero di saltare, Thalia perse il contatto con la mano di Giuda: voltandosi verso di lui, capì che non sarebbe mai riuscita a raggiungerlo. L’inconfondibile strappo all’altezza dell’ombelico era finalmente giunto ed il mondo antico era già svanito.


Un nuovo tonfo, questa volta su qualcosa di morbido, l’accolse. Il Presente era lì e lei era viva. Sospirando, in un atto più simile ad un rantolo, lasciò che il sangue fluisse lentamente dagli arti al resto del corpo, irrorando le sue membra sfinite. Distesa supina, mosse lentamente le gambe, iniziando la prima parziale conta dei danni. Le ginocchia sbucciate erano solo l’ultimo dono di Gerusalemme e dei suoi assalitori: la spalla sinistra era slogata - ad indicarglielo un lancinante dolore che dalla spalla si espandeva fino al gomito e la spiacevole sensazione che il braccio non rispondesse affatto ai suoi comandi -, un taglio allo zigomo sinistro le sfigurava il volto, coperto di sangue rappreso, mentre il respiro rimaneva difficoltoso a causa di qualche costola incrinata. *Poteva andare peggio.*
Sarebbe stato vero se, dopotutto, non fosse riuscita a distinguere i lamenti proveniente da un punto imprecisato alla sua sinistra: voltò il capo lentamente, cercando di scendere a patti con la probabile commozione cerebrale ed i capogiri ad essa connessi, e per poco non svenne alla vista di ciò che era rimasto di Mike.
Il Prefetto giaceva sul pavimento, il volto sporco e le palpebre chiuse in una smorfia sofferente. Era sporco di sangue e polvere dalla testa ai piedi e le sue mani erano coperte di graffi, tagli e...
*Ustioni.*
Dimentica di quanto Gerusalemme l’avesse provata fisicamente, si mise in ginocchio, trascinandosi accanto a lui; intorno a lei gli altri Ateniesi si stavano rendendo conto piano piano di essere tornati al Presente e di essere vivi. Per lei, invece, quel momento equivaleva ad uno stato pari alla morte.
Gli accarezzò il viso stanco e dolorante con l’unica mano che fosse in grado di governare, cercando di valutare se e come avrebbe fatto a portarlo in Infermeria, tre piani più in basso.
«Mike? Mike mi senti?»
La voce aveva tradito le sue emozioni, mentre la vista si appannava senza sforzo. Intravide un sorriso o forse confuse l’ennesima smorfia di dolore per un cenno di rassicurazione; gli sorrise di rimando, ma per un istante non riuscì a rispondergli e si limitò ad annuire nervosamente.
Tale era il bisogno di sapere che il Serpeverde stesse bene che non si curò affatto delle parole del Preside. Anzi, incurante delle sue ultime indicazioni, troppo concentrata sulla nuova missione di condurre Mike in Infermeria, si alzò in piedi barcollando e gli chiese un ultimo difficile sforzo.
Le sembrò assurdo che chiedesse di Sullivan, specialmente dopo quanto accaduto. Si guardò attorno, ma la confusione all’interno dell’Ufficio le impedì di mettere a fuoco la figura del secondo Serpeverde.

«Alzati piano piano e prendimi la mano… al resto penso io. Te lo prometto.»
Poco dopo, i due uscirono dall’Ufficio del Preside, diretti alla prima rampa di scale a disposizione.



Inventario
°Bacchetta
°Bustino di Morgana
(indossato)
°Mantello della Disillusione
(indossato)
°Fiala di Decotto al Dittamo (x1)
(contenuta nell’astuccio di cuoio)
°Fiala di Pozione Rinvigorente (x1)
(contenuta nell’astuccio di cuoio)
°Fiala di Mors Aparentis (x1)
(contenuta nell’astuccio di cuoio)
°Anello Gemello
(indice destro - Nieve Rigos)
°Anello Gemello
(anulare sinistro - Mike Minotaus)
°Ciondolo Capello di Veela
(al collo)
°Spilla della Scuola di Atene
(tra la tunica bianca e quella rossa)

Incanti (Classi)
I Classe
II Classe
III Classe
IV Classe (v. Scheda)
V Classe (v. Scheda)

Abilità
Occlumante Apprendista

Vestiario Aggiornato (X)

Danni
Escoriazioni e contusioni diffuse su varie parti del corpo (causa: Bombarda)
Affaticata, slogatura alla spalla sinistra e probabile trauma cranico di media entità. Seguono capogiri e un vago senso di nausea.
Riassunto:
Thalia si lascia spalmare sul muro come una sottiletta e ne subisce le conseguenze: capogiri e nausea sono solo un paio dei danni riportati. Quasi non si accorge del trionfo di Giuda sulla parete, ma percepisce la sua presenza accanto poco dopo. L’aiuta a rialzarsi, guidandola in fretta al varco aperto. Presumendo che ci sia il vuoto sotto di loro, Thalia si appresta a saltare, mano nella mano con Giuda, ma ad un tratto percepisce lo strappo all’altezza dell’ombelico e capisce che Giuda se la caverà da solo.
Tornata al Presente, Thalia fa la conta dei danni e si accorge di Mike steso a poca distanza da lei: lo shock di trovarlo in quello stato riesce quasi a sopraffarla e dimentica delle proprie ferite si avvicina a lui. Non ascolta Peverell (sorry :flower: ) e si preoccupa soltanto di portare Mike in Infermeria.

 
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view post Posted on 12/8/2018, 21:00
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Nemmeno il tempo di terminare l’esecuzione del proprio incantesimo, e già il Serpeverde si trovò avvolto da sensazioni e stati d’animo del tutto diversi; preoccupazione e adrenalina lo avrebbero certamente accompagnato fino in fondo a quella folle avventura.
Mentre la sua idea distruttiva, e in parte azzardata, iniziava a prendere forma, nuove scosse ed esplosioni si susseguirono lungo il tunnel, minandone verosimilmente la struttura.
Ce l’avrebbero fatta? Avrebbero poi potuto raccontarlo?
Le parole di Aronne erano ancora vive nella sua mente, così come il progetto del Capomastro che vedeva nel crollo della fondamenta l’unico modo possibile per alleggerire e fermare l’avanzata romana verso la rampa d’attacco. Ma sarebbe davvero finita così? Dubbi e incertezze cominciarono a fuoriuscire dai suoi pensieri più profondi e, mentre ancora si trovava in caduta libera, intento a trovare un modo per non schiantarsi al suolo tra detriti e pezzi di terra, tutte le sue speranze sarebbero state rivolte verso Aronne. Sarebbe riuscito a salvarli tutti? Era ancora in grado di schermare l’eventuale crollo della galleria.
L’impatto con il suolo fu terribile ma, a preoccupare maggiormente il Serpeverde fu l’intenso scricchiolio delle pareti che sembrava provenire da più parti. Doveva muoversi, ed alla svelta.
Con la bacchetta ancora stretta tra le mani, tra fitte di dolore e la polvere che, sempre di più, rendeva quell’aria irrespirabile, Mike avrebbe potuto fare ben poco per fuggire da quel posto. Le energie erano ormai agli sgoccioli e anche la concentrazione non avrebbe più potuto aiutarlo come un tempo.
L’ultimo, e forse più grande boato, segnarono la fine del suo tempo, la fine di un’avventura e forse, la fine anche di quell’intera struttura sotterranea che per lungo tempo l’aveva visto protagonista.
Come sarebbe andata a finire?
I ribelli si sarebbero salvati, almeno nel corso di quella storia? E il Capomastro? Se solo avesse potuto confrontarsi ancora una volta con lui, Mike gli avrebbe certamente fatto cambiare idea su come far fare agli altri la fine del topo.
Poi, come all’improvviso, uno strappo all’altezza dell’ombelico avrebbe decretato la fine del tutto.

Luce e calore furono le prime sensazioni che provò il Serpeverde nell’atterrare nello studio del Preside. Un calore diverso, quasi gentile e accogliente rispetto a quello umido e intenso che gli aveva donato più di qualche ricordino sulla pelle ormai bruciacchiata in più punti.
In qualche modo era finita; ne era uscito oltremodo malconcio ma, adesso, avrebbe avuto l’opportunità di riprendersi con la dovuta calma e di meditare sulla lunga ed estenuante avventura che l’aveva visto viaggiare fino al I secolo a.D.
Un forte brivido lo riportò ben presto alla realtà, ricordandogli che le ultime ammaccature avrebbero richiesto ben presto delle intense cure, così come quelle probabili fratture che rendevano difficile la sua respirazione e il movimento del suo polso sinistro.
Rimasto a lungo sottoterra tra detriti, fuoco e crolli rocciosi, sapeva di possedere un aspetto a dir poco orribile; quasi avrebbe voluto chiudere gli occhi e rimanere lì, ancora per qualche minuto, per canalizzare le ultime energie rimaste verso i pochi e semplici movimenti che l’avrebbero condotto in infermeria. Poi però, una voce ben nota si fece avanti, sovrastando nei suoi pensieri quella del vecchio Preside. Dov’era Thalia? E come se l’era cavata in tutto quel tempo?

Thalia? Co.. Come stai? Io… mi riprenderò, stanne certa. Pronunciò, abbozzando un sorriso tra una smorfia di dolore e un gesto di contentezza nel poterla finalmente rivedere.
Poi, in un moto repentino, Mike avrebbe cercato di puntare tutto il proprio peso sul braccio destro per provare a rimettersi in piedi, tentativo destinato verosimilmente a fallire senza un aiuto esterno. In qualche modo, puntando in parte anche sull’eventuale aiuto della Tassorosso, ce l’avrebbe comunque fatta, ma a turbare ancora una volta il suo animo ci avrebbe pensato il ricordo del suo concasato; Elijah, sparito in un vortice di fiamme qualche tempo prima.

Hai visto Elijah qui, da qualche parte? Lo sforzo per emettere quelle ultime sillabe gli sarebbe costato uno sforzo oltre quanto sarebbe stato lecito aspettarsi.
Un ultimo sguardo e un’ultima richiesta, prima di lasciarsi alle spalle l’intero ufficio.


Riassunto: Mike termina la sua avventura maledicendo il Capomastro ribelle, ed è pronto a partecipare al pigiama party in infermeria. Accorrete numerosi. :gelato:

Mike T. Minotaus
PS: 33/177 PM:73 PC:50 EXP: 19,5
Equipaggiamento:
Fiala Sanguinaria Velenosa (borsello)
Fiala Pozione dell’Illusione (borsello)
Bottiglietta d’acqua (borsello)
Guanti del Minatore (tasca)
Anello Gemello (permette la comunicazione con Thalia)
Polvere buiopesto (tasca)
Spilla di Atene
Bacchetta

 
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view post Posted on 14/8/2018, 19:10
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18 Anni ▴ Cielo di Mercurio ▴ V anno

Amber S. Hydra

PS: 184/216 ▾ PC: 195/195 ▾ PM: 185/199


N
on impiegò troppo a fortificare l'ingresso al meglio. Fortunatamente non venne ostacolata dai lavori in corso, ma di certo non avrebbe potuto sapere che il vero problema si sarebbe abbattuto a molti metri da lei. Tutti i soldati che ora correvano a destra e a manca ben presto avrebbero compreso quanto potessero essere inutili i loro sforzi. La fine avrebbe avuto un nome ed un tempo. Aveva appena lasciato andare Nieve e per pochi minuti si era perfino beata dell'idea giusta che credeva di aver avuto. La corsa dell'ultima ora non aveva fatto che incrementare le possibilità di chiudere la terza cinta e lasciare i Romani fuori dal Tempio. Avrebbe impedito l'ingresso per la via più libera al Santuario e, se fosse stato necessario, sarebbe rimasta di guardia all'ingresso fino al ritorno della Grifondoro. *Sperando che torni*, non poteva essere certa che la sua compagna di sventura sapesse come parlare a qualcuno d'alto rango, ma si aspettava che riuscisse ad avvertire del pericolo e sventare il resto della minaccia prima che fosse troppo tardi. Non aveva idea di quanto tempo fosse passato dal loro arrivo a Gerusalemme, ma del Sole non c'era più alcuna traccia e le fiaccole illuminavano ben poco. In compenso era quasi certa che la maggioranza delle macchine da guerra romane fosse distrutta e che il morale delle truppe non fosse poi così alto. Fu pochissimo il tempo che il fato concesse loro, in verità, perché meno di qualche istante dopo ed un rombo sovrastò il brusio di sottofondo. «Cosa-...» Rapidamente Amber si voltò verso la porta, intonsa, ma tutto perse d'importanza quando la nausea irretì i suoi sensi. Il terreno tremò sotto i suoi piedi e l'aria vibrò attorno al suo corpo. Sapeva cosa sarebbe accaduto da lì a pochi secondi ed impiegò il tempo rimasto chiudendo gli occhi e stringendo la bacchetta come fosse l'ultima ancora di salvezza rimasta. Non aveva idea del perché stesse accadendo così presto, ma quando la morsa avvinghiò il suo stomaco non ebbe dubbi: stavano tornando.

▴▴▴

Traballante, rimase in piedi a miracolo quando il tomo magico li risputò fuori dalla Storia, dritti in un presente quasi insopportabile. Non aveva idea di come fossero andate le cose con precisione e - scoprì in quell'esatto momento - non le importava. Furono le parole di Peverell a costringerla ad aprire gli occhi, ma non si guardò intorno. Qualunque cosa fosse accaduta: loro avevano perso. Lei aveva perso. Percepì la frustrazione agitare i suoi nervi al punto da permettere alla rabbia di superare la barriera della logica. Non era stata un buon Caposquadra, ed i dubbi che aveva avuto fin dall'inizio si erano trasformati in realtà. Almeno poteva dire di conoscersi abbastanza bene da poter prevedere le sue stesse mosse. Ingoiò il rospo, tacendo come avrebbe fatto da lì fino al giorno successivo. Non disse nulla, non guardò nessuno. Sapeva di aver fatto del suo meglio per tenere al sicuro almeno la sua porzione di mura, prima di fare altrettanto con il Palazzo di Erode, ma non aveva la più pallida idea di cosa avesse fatto il resto del suo gruppo. L'ultima - ed unica - comunicazione aveva avuto luogo talmente tanto tempo prima. Nervosa e senza la minima intenzione di frenare il suo stato d'animo, non si fece bastare la rassicurazione del docente di Storia. Poco le importava se "temo non mancasse ormai molto alla caduta della Città", perché se così era a che pro dare loro la possibilità di difenderla? Se per Gerusalemme era solo questione di tempo, perché non racchiudere l'intero gruppo in un'unica fazione? No, non avrebbe voluto nemmeno quelle risposte. In quel preciso momento avrebbe dovuto sentirsi comunque fortunata, stava meglio della metà delle persone tornate in quella stanza. Evitò accuratamente di fissare troppo a lungo il Preside, ed invece rivolse il suo sguardo al Guardiacaccia, quando venne citato per i ringraziamenti. Un'occhiata rapida, nulla più. Non sapeva dove avesse trovato una falla il piano che il gruppo distaccato aveva probabilmente organizzato, ma non avrebbe avuto cuore d'incolpare nessuno. Lei avrebbe dovuto tenere più stretto il contatto con il gruppo, chiedere costantemente informazioni e, forse, dirigersi al Tempio prima di quanto fatto. Ma non era tempo di chiedersi con precisione cosa avesse sbagliato, era talmente stanca che avrebbe impietosito l'infermiera di turno al punto da farsi somministrare un sonnifero tanto forte da estirparle tutti i pensieri. Quello che non avrebbe voluto era dare l'ennesima vittoria a Black, e di certo il solo pensiero così egoistico avrebbe fatto di lei un pessimo Caposquadra. Volle ignorare l'accenno ad una seconda consegna, già sapeva che compilare il diario di bordo avrebbe voluto dire impiegare ore nel tentativo di apparire più neutrale possibile. Avrebbe dovuto, ad un certo punto, raccogliere le testimonianze dei suoi compagni, e prendersi carico di tutto quanto accaduto quando lei era distante e fondamentalmente inutile. Però l'avrebbe fatto, anche controvoglia, perché voleva capire in quale punto fossero stati commessi degli errori, e quali. Con le braccia conserte, avrebbe infine cercato il resto del suo gruppo, senza evitare di incrociare lo sguardo con i Romani. Avrebbe cercato di mantenere un atteggiamento quanto più solido possibile, sebbene avrebbe potuto essere evidente come non gioisse per niente di quel palese fallimento. Non avrebbe però dato modo a nessuno di far leva sul suo umore per rivendicare quella vittoria. Osservò Thalia e Mike lasciare la stanza, convincendosi ancora di più di doverlo fare il più tardi possibile. Non avrebbe voluto rimanere sola con Peverell, quello no, ma avrebbe atteso che la stanza si vuotasse il più possibile prima di salutare con un cenno il docente ed andare in Infermeria. Qualche incantesimo ed il giusto sonnifero non avrebbero fatto miracoli, ma almeno le avrebbero consentito di dormire. Quell'avventura non avrebbe aggiunto mostri ai suoi incubi, come in Messico, ma qualche segno lo avrebbe comunque lasciato. Non si era mai sentita tanto inadeguata come in quel momento, in quell'ufficio, dopo quel viaggio. Rinfoderò la bacchetta.

Danni subiti
Graffi superficiali sulle braccia.
Lieve bruciatura esterna alla caviglia sinistra.
Lividi e contusioni sparse
Equipaggiamento
◆ Bacchetta
◆ Spilla Luna Calante
◆ Mantello della Disillusione
◆ Piccolo borsello a tracolla (contiene):
- Decotto al Dittamo (x1)
- Pozione Soporifera (x1)
- Intruglio Confondente (x1) -> data a Nieve

 
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view post Posted on 14/8/2018, 19:17
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entropia.

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ETBM
16 Anni ↝ Prefetto Grifondoro ↝ III anno

Nieve Rigos

PS: 118/151↝ PC: 119/119 ↝ PM: 105/115 ↝ PE: 13


N
on perse tempo. Pochi istanti dopo aver ottenuto il benestare dei presenti, Nieve già correva alla ricerca di chi avrebbe potuto fare la differenza nell'organizzazione della seconda linea difensiva. Nelle orecchie stava ancora il ronzio delle parole di Amber, che le aveva intimato una certa cautela nell'approcciare una figura tanto cruciale nelle vicende di Gerusalemme. La Grifondoro l'aveva guardata a bocca schiusa, sorpresa: non aveva riflettuto sul concetto di gerarchia, neppure nel prendere atto del rispetto tributato alla persona in questione, quando aveva fatto la sua proposta. Sintetica ai limiti della brutalità, si era immaginata attraversare il percorso di scale, cunicoli e vie; fronteggiare lo sconosciuto da pari a pari e, se possibile, trasmettergli l'urgenza che animava anche lei. Aveva ripromesso a se stessa di tenere a mente solo una cosa: non comunicare la portata della devastazione che l'ultima fase dell'avventura — e la vicenda nel complesso, in verità — era riuscita a instillarle.
Un boato in lontananza la costrinse a fermarsi, incurante delle reazioni della sua guida. Gli occhi grandi, già macchiati dal terrore, si spalancarono, mentre Nieve si voltava alla istintiva ricerca di Amber. Il rumore prodotto dalla battaglia era troppo distante per temere per l'incolumità dell'altra ovviamente, ma alla Grifondoro, che era rimasto ben poco della lucidità del raziocinio, quella consolazione non bastò. Aveva già invertito il corso della sua andatura, risoluta a tornare dalla compagna, nel momento in cui una strana sensazione prese possesso di lei. Uno strattone, il tempo sufficiente a chiedersi cosa le avesse suscitato una tale angoscia, infine il buio.

* * *


Si riscosse poco dopo, a contatto col marmo freddo del pavimento di un ufficio che le era noto. Schiuse le palpebre e le scappò un sorriso di sollievo. Sospirò. Premette le mani contro il pavimento per recuperare la posizione eretta e assicurarsi che, dei partecipanti, nessuno mancasse all'appello: scorse Aiden, Thalia e, per finire, Amber. Chiuse di nuovo gli occhi, portando la mano destra al petto senza accorgersi della presa spasmodica esercitata sull'elsa della bacchetta. La voce del Preside si fece portatrice di una comunicazione che finì per interessarla ben meno di quanto si fosse aspettata. I Ribelli avevano perso, ma poco importava — almeno a lei. Erano di nuovo a casa, al sicuro, ed erano tutti riusciti a scampare il pericolo della morte. Tutti tranne il soldato, le ricordò la voce nella sua testa. Si trovò in preda ai capogiri, sicché si accostò alla parete più vicina per poggiarvi la spalla. S'impose la concentrazione. Doveva respirare e farlo piano, profondamente, così da rispedire al mittente le obiezioni caustiche di una mente in atto di vessazione. *Devo solo arrivare in Infermeria!*
Si avviò a passi incerti oltre l'ufficio del Preside, incapace di incrociare lo sguardo degli altri partecipanti.


RiassuntoSollievo, nausea, infermeria. E' stato un piacioro!

Equipaggiamento
◆ Bacchetta
◆ Anello del Coraggio
◆ Anello Gemello legato a Thalia Moran
◆ Mantello della Disillusione
◆ Piccolo borsello a tracolla contenente:
- Intruglio Confondente (x1)
- Decotto al Dittamo (x1)
- Pozione Mors Aparentis (x1)
- Pozione Rinvigorente (x1)
- Guanti dell'Eroe Caduto

 
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