| Dentro le mura si respirava un'aria completamente diversa. Se all'esterno di Gerusalemme, e in prossimità alle grandi porte di Ephraim la concitazione era palpabile e la tensione poteva essere tagliata con un coltello, semmai ne fosse avanzato uno a qualche buon anima, più ci si allontanava dalla zona interessata, più l'intera questione assumeva un carattere teorico e distaccato. I primi a trovarsi in prossimità dei non scontri, ancora a ridosso del passaggio ormai sigillato, e definitivamente inservibile, la squadra di genieri addetti alle opere di ristrutturazione. Riattata che non avevano la portineria, pensavano ora giustamente al lastrico, e quale miglior soluzione che non una comoda buca? Che in fondo fosse una doppia fortuna che il Governatore romano della Città fosse stato cacciato, prima che il cortile di casa assomigliasse a un Gruviera? Mentre l'attenzione delle due giovani assistenti si concentrava sulla prima buca, già l'addetta agli scavi, ora della fine la condizione degli autoctoni non sembrava molto migliorata, passando dallo scavare per gli italici, a scavare per i nordici, rivolgeva il proprio 'tocco magico' alla terza voragine. Perfettamente circolare, come le precedenti, profonda poco meno di una yarda, e dallo stesso diametro. Una signora buca? Il piano era elementare, ed efficace nella sua semplicità, evocato lo sciame da parte della prima Tassorosso (T), sarebbe stato poi compito del Serpeverde (Z) sigillarla con uno scudo, per evitare che vagassero libere prima del tempo. Fatto questo, la prima tornò a seminare della paglia al di sopra dello scudo, celando la voragine anche alla vista. Non sollecitato da alcunchè quanto sarebbe durato lo scudo? Era una trappola a tempo, in ogni caso presto o tardi si sarebbe aperta la voragine, se qualcuno avesse ben pensato di passarci sopra ciò sarebbe accaduto sicuramente prima del tempo, con tutt'altro tipo di accoglienza. Tra cenni silenziosi d'intesa, proseguiva il lavorio, la squadra di giudei alle loro spalle si procurava la paglia, Sarah (Y3) faceva le buche, e la coppia giallo-verde le riempiva. Non molto distante la seconda brigata si era attivata per trovare lance e giavellotti per la dozzina di statue che all'ordine imperioso del Serpeverde (M), e di Aronne (Y4) tornavano a nuova vita, alcune armate, di martelli, pinze, e seghe, altre in 'religiosa' attesa, in fila, per ricevere una lancia. Sapevano cosa fare, dove andare, e quando farlo. Sarebbe stato sufficiente? Una pattuglia di statue male in arnese che differenza avrebbe potuto fare? Eppure, era quanto passava la sinagoga, e il Tempio. A proposito di Tempio, invece, che fine aveva fatto il Guardacaccia (J)? Evidentemente sembrava avesse traslitterato con un eccesso di zelo il termine del suo incarico, se nel Presente era sì il Custode delle chiavi e dei luoghi di Hogwarts, doveva aver desunto in una sorta di licenza poetica, che Hogwarts dovesse da ora essere intesa con Gerusalemme, e non si era fatto pregare in nessun senso, era partito per quella sua particolare Crociata. Con che risultati? Considerando le particolari ricorrenze di calendario era andata ancora bene, la luna non sembrava ancora pronta a giocargli brutti scherzi, e l'arrampicata si poteva dire conclusa. Dov'era arrivato? Torreggiava sul resto della città, si muoveva silenziosamente in parte stordito sotto foreste di colonne, impregnate dell'aroma intenso di cedro. Per la verità era nell'aria anche un retrogusto di sangue, in parte fresco in parte secco, dentro e fuori quelle mura, sopra a ciò gli insistenti rumori della battaglia sembravano voler profanare la sacralità di quel luogo, bagnato dai raggi del sole, e dalla luce divina. La spianata, perchè di quella si trattava, era presidiata saldamente da centinaia di uomini, ai margini, quasi timorosi di accostarsi al Tempio, e nel mezzo sinistri guardiani si aggiravano guardinghi, scrutando arcigni quell'uomo che avanzava solitario. Il poveretto ne rifuggiva consciamente e inconsciamente lo sguardo, distogliendolo prima anche solo di riuscire a inquadrarli. Aveva una meta, là era diretto. Dove non tardò a dare il via a un interessante processo. Cosa ne sarebbe scaturito? In quanti lo stavano osservando? Ma aveva via libera. Intanto, nei pressi delle mura, e dei camminamenti il quadro evolveva rapidamente. Le giovani promesse del II gruppo ribelle avevano ben pensato di darsi all'arrampicata, guadagnando così dall'alto delle mura una migliore visione di ciò che stesse avvenendo di là da quelle. In parte l'interesse era stato destato da un'improvvisa agitazione che sembrava stesse iniziando a interessare quell'aria isolata del perimetro. Problemi? Un gatto recalcitrante, e in cerca di affetto si era fatto avanti non nel migliore dei momenti? Eppure, presto detto erano su, che già lo scudo si allargava, prudenzialmente ali al vento. Da cosa avrebbero dovuto difendersi? Settanta yarde più in là, a sinistra della coppia, all'ombra della torre qualcosa stava accadendo. Una folta pattuglia di Algidi si era riunita intorno a quello che aveva l'aria di poter essere un problema, sotto lo sguardo perplesso degli umani presenti che non vedevano assolutamente nulla, per l'appunto. Che il problema fosse rappresentato dal nulla nella sua essenza, o il problema sfuggiva alla vista indagatrice dei tanti, a vantaggio dei pochi? Nel mezzo di quella mezzaluna così fertile di uomini, cosa si annidava? Fatta eccezione per un Tasso, per il resto c'era di tutto: Grifoni, Corvi e Serpi l'avevano eletto quale anfratto di cova, e tutto era filato non liscio dall'inizio. Certo, tra una selva di gambe, a settanta yarde di distanza non l'avrebbero notata, ma le tracce di una lunga bruciatura marcava già le mura quali terreno di uno scontro, e c'erano le premesse per considerare quello in atto solo un antipasto. Cosa sarebbe seguito? Di cosa erano spettatrici? Prima che la grande fuga a sinistra della torre cominciasse, mentre ormai quel fazzoletto di temporaneo riparo offerto dallo scudo si esauriva, i primi colpi diretti arrivarono, altri si persero sullo sfondo. Mani guantate di blu tese, in un evidente gesto di sfida, chiamavano il sangue, in modi non ancora determinati, ma forse anche peggiori di quanto non promettesse l'acciaio delle scimitarre. In fondo, l'acciaio per quanto non molto confortante era qualcosa di noto, tagliava, di cosa era capace invece l'ignoto? La prima a scomodarsi fu l'aria, una frustata in pieno petto, da parte di una frusta che nessuno sembrava vedere aveva già centrato la Corvonero (H), prima che potesse anche solo dire Quidditch, merda 'ahi, qui si mette male'. Già volava fortunatamente nella direzione giusta, mentre l'idea del Fumos non l'abbandonava, e anche grazie all'elementare processo di esecuzione effettivamente del fumo stava accorrendo. Fortuna che se di una cosa non mancava, era la forza d'animo, ne avrebbe sicuramente sentito la necessità 'all'atterraggio'. Una frazione di secondo più tardi, quattro piedi più a destra scattava la Serpeverde (S), sulle sue gambe, nella stessa direzione, in compagnia dello stordito Grifondoro (O), rinsavito. Era stato un più che pessimo atterraggio nell'insieme, ed era probabile sarebbe proseguita su quella falsa riga. Un secondo colpo, anche peggiore di quello della Corvonero, come se fosse stato centrato in pieno tra le scapole da una mazza da baseball, stava contribuendo nel dargli il giusto slancio, mentre già lo scudo evocato all'ultimo riparava entrambi da una seconda ondata di attacchi, e gli altri prevedibili effetti dell'iracundia scaricavano i loro effetti seminando parzialmente il caos nella zona. La Serperverde venne travolta 'cammin facendo' dal Grifondoro, che le atterrò anche rovinosamente sopra, con l'indubbio vantaggio però di averle fatto da involontario scudo per l'intero percorso, evitandole per metà un incanto paralizzante, che condivise saggiamente con il suo 'novello salvatore'. Quanto era risultato erano sicuramente anche nel suo caso cerchi meno abbondanti di quanto non avrebbe voluto, e una tormenta che si creava un gran scompiglio, ma dieci yarde più indietro di dove erano ora. Il Fumos? Era ancora lì, a intrattenere una parte di inseguitori, in una fase particolarmente caotica di un turno di guardia che sarebbe sicuramente continuato ad essere concitato, ma anch'esso nell'immediato non avrebbe contributo nel garantire loro riparo. Erano ancora tutti e tre insieme, la Corvonero qualche piede più avanzata, al termine di quello che con ogni probabilità era stato un volo di oltre dieci yarde, dolorante, in compagnia di due colleghi di disavventure acciaccati, il Grifondoro con la parte destra del corpo paralizzata, la Serpeverde la sinistra, uno sopra l'altra. I mantelli? C'erano ancora, c'era da sperare che servissero almeno a qualcosa, se non a tutto. Decisamente ancora più avanti, un'altra quarantina di yarde, lo scudo della coppia ribelle ammantata (A, N) si infranse sotto il colpo di uno schiantesimo errante. Era quello il benvenuto? Nell'attività frenetica generale avevano colto ben poco di quanto fosse effettivamente successo, nemmeno i diretti interessati avrebbero saputo probabilmente ricostruirlo, ma comunque c'era materiale a sufficienza per convincersi che qualcosa stesse accadendo. E il fermento in cui versavano i difensori non sembrava certo smentirlo. Che fare? Tornarsene da dov'erano venute, e andare a cercare petrolio con il resto della banda, o stanare il probabile problema? Se sì, come? Fuori dalle mura la situazione, se possibile, era ancora più caotica. Pur non essendo ancora giunti a un bellum omnium contra omnes, era opinione diffusa che ormai poco ci mancasse. Tra sinistre presenze, dardi, proiettili, pietre, cavalli, cavalieri appiedati, fanteria e arieti non si facevano mancare nulla. Tutti menavano pesante, senza risparmiarsi, e gli atti d'eroismo non erano l'eccezione, in particolare per coloro che combattevano con alle spalle le mura, che definivano per molti versi casa. Era la grande occasione che stavano aspettando, dovevano farcela, ed era certo che almeno ci stessero seriamente provando. La disordinata macchina bellica latina tardava invece nel riprendersi dal colpo, e ritrovare il baricentro che permettesse di tornare a condurre lo scontro. Nelle retrovie non mancavano le idee, e per quanto astruse, nessuno sembrava intenzionato a sollevare obiezioni. Invocato nuovo e ulteriore fumo sembrava voler complicare il tiro al piattello che i ribelli esercitavano sui legionari, in già evidente difficoltà, mentre l'Auror si riprendeva dal primo scontro a distanza con le difese di Gerusalemme. A qualcosa era poi servito? In secondo venivano la Tassorosso (E), e il Serpeverde (W). Il piano appariva discutibile, sicuramente. La distanza proibitiva, e la probabilità che effettivamente riuscissero a congelare un corpo in mezzo al deserto risibile. Eppure, non erano soli. Sarebbe bastato? Si stavano muovendo, incontro alle mura, accorciando le distanze, a loro si era aggiunto l'aiuto offerto dai tre Maghi (X), sarebbe bastato? Quale sarebbe stato l'esito più probabile? Il primo risultato non era tardato nel palesarsi, nonostante la stagione, e nonostante il deserto, stava piovendo. Un'ampia zona del campo di battaglia era interessata da quello strambo effetto naturale, o quasi. Il secondo effetto parve più discutibile, mentre l'acqua stentava a diventare ghiaccio, cedendo il passo a una nevicata vorticosa, in effetti i primi risultati si palesarono. Già gli onagri colpivano, quanti ne stavano colpendo? Erano davvero tutti ribelli? La barriera era interessata da quegli sviluppi? Lo sarebbe stata? Quanto tempo era necessario mantenere lo sforzo per cogliere significativi risultati? Quanto contava la 'temperatura esterna'? Quanto era stato efficace il discorso? Quanto avrebbero impiegato a riprendersi? E cosa stava accadendo in prossimità delle prime linee? La cavalleria si era insinuata nel fianco dello schieramento ribelle, si era spinta in profondità, decine di yarde, impantanandosi nel tentativo di non lasciare sul terreno centinaia di legionari. Se da un lato ciò aveva giovato al morale dei soldati, rinfrancati dall'arrivo del Cesare, allo stesso tempo questo li esponeva ora a un duplice rischio. La ressa di uomini ed esseri aveva ulteriormente limitato i margini di manovra per fare qualunque operazione minima e fondamentale, e allo stesso tempo costringeva il loro generale a mantenere volontariamente o involontariamente la posizione. Cosa sarebbe successo se l'avessero perso lì, sotto le mura di Gerusalemme, che si erano impegnati a riconquistare? Se anche fossero sopravvissuti all'assedio, sarebbero stati passati per le armi dall'imperatore. Una prospettiva non allettante. E se fosse stato quello il piano dei Ribelli sin dal principio? Avevano lasciato scoperto un fianco, giocando sul fatto che la cavalleria sarebbe accorsa? E puntualmente il peggiore degli scenari si stava concretizzando. Sapevano tutti che Tito combatteva al pari dei suoi Extraordinarii in prima linea, e ferito mortalmente il cavallo era già agonizzante nella sabbia. Non più cavaliere, appiedato, circondato da cavalieri che non erano nel loro ambiente ideale, correva ora un pericolo che era ben più che mortale. Sarebbero morte con lui le speranze di abbattere quelle mura? Intanto, poco distante, nei pressi dell'ariete e delle porte cittadine, la situazione si era fatta a dir poco convulsa. Grandinavano centinaia di proiettili all'indirizzo dei romani, che spinti indietro dall'uscita in forze dei Ribelli non riuscivano ad avanzare, e che spinti in avanti dall'arrivo dei rinforzi misti a cavalleria non erano nemmeno in grado di retrocedere. I pochi Bonzi presenti sul posto si scrollavano nervosamente il presumibile capo da un nugulo di calabroni impazziti, che non erano altro che dardi, e ben poco contribuivano alla buona riuscita dello scontro. Dopo tutto non c'era neanche da sorprendersi più di quel tanto, avevano ricevuto istruzioni chiare, il loro obiettivo erano le mura, interrompere le loro attenzioni sarebbe di fatto equivalso a rallentare i forse pochi progressi che in ogni caso stavano compiendo. Altra storia era l'ariete, il cuore dell'attacco degli insorti, in prossimità delle porte. Era lì che si concentravano le perdite da ambo le parti, il terreno viscido, e la sabbia impregnata non certo di buoni pensieri. Dall'altro lato dei battenti ormai spalancati, colorati da lampi di luce azzurrognola, la situazione era decisamente meno caotica all'apparenza, ma non meno nella sostanza. Pugni di uomini armati, e Algidi bendati si facevano avanti, accorrendo dal profondo della città, pronti a unirsi all'attacco, senza alcuna intenzione di mollare la presa, in una battaglia che stavano apparentemente vincendo. Un labile e discreto flusso di feriti ritornava sui propri passi, incrociando i rifornimenti di dardi e sassi per i camminamenti. Al centro dello scontro, il prode Corvonero (D). Il primo scudo era ormai da un pezzo andato, quando la situazione iniziò a farsi critica. Quello che in un primo momento poteva essere anche stato scambiato per un diversivo, era sempre più evidente che fosse un attacco in piena regola, premeditato e preparato. Che fossero stati colti in contropiede non era neanche più un mistero. La reazione del Corvonero non fu delle più posate, che fosse davvero un Corvonero? Con Priscilla alle ortiche, e ancora nel mondo della Luna, di chi era figlio? Gli attacchi multipli seminarono nuovo scompiglio, e tra i mille possibili bersagli non tutti furono solo nemici. Diversamente l'aprirsi di un nuovo scudo venne accolto positivamente dai molti che si trovavano, apparentemente del tutto casualmente, intorno a lui e quella baracca di legno dell'ariete. Mollarlo, e salvarsi la pelle? Ce l'avrebbero fatta? Una qualche balla sarebbero pur stati in grado d'inventarla, no? Quello che mancava era solo il tempo per prendere decisioni coraggiose o meno che fossero. Infatti, mentre il Corvonero cedeva agli impulsi del ventre, e attaccava, si erano anche fatte infine avanti non solo per modo di dire, abilmente ammantate, la Tassorosso (G) e la Corvonero (C). Ma chi le avrebbe notate? Tanto meno il Corvonero (D), impegnato com'era a... sopravvivere? Le due sovversive non erano sole in più d'un senso, spalleggiate nell'immediato da Giuda e Giovanni (Y), presenze eteree tra decine di altri uomini lì intorno. Eppure, le avrebbero aiutate. L'obiettivo era chiaro, l'ariete. Ce l'avrebbero fatta? Il fine giustificava i mezzi, soprattutto in un contesto del genere, in cui anche confrontate con l'evidenza sarebbe stato comunque difficile dimostrare chi avesse fatto cosa, e chi altro. Lesta nel movimento, aveva preso l'iniziativa la Corvonero, tra una gomitata, e un passo affrettato qualcosa di buono stava accadendo. La voluta tempesta di sabbia era diventata una tempesta di neve, che tra i pochi e scarsi vantaggi che poteva vantare, v'era seminar caos in altro caos. Diversamente, la seconda (G). Un triplice incantesimo di fuoco si era fatto strada nello scudo, investendo e attecchendo sul legno e sulle pelli della struttura dell'ariete. La copertura fumava già vistosamente, e le fiamme solcavano il legno a vele spiegate. Era quello l'obiettivo della tempesta? Alimentare il fuoco? O disperdere con efficacia il fumo? Nonostante l'odore, la pelle che brucia non era nota per il buon odore di gelsomino, era infatti improbabile che in una tale circostanza disperata i diretti interessati, i legionari al di sotto della struttura, si accorgessero di qualcosa prima che il fuoco si facesse largo sino all'ariete stesso. Allo stesso tempo, la sorte dell'ariete era segnata? Intorno regnava il caos più assoluto, a destra una decina di yarde Tito versava in condizioni di gran lunga similari, nella speranza che le Parche non intraprendessero azioni avventate Il filo non si taglia, cos'hanno queste forbici?!. Era tutto perduto? Un centinaio di yarde più indietro, era la volta di Alfio.
Non vedo nè il Cesare, nè il suo stendardo. Non sarà forse successo qualcosa? Ah ecco, dal quartier generale...
Molti dovevano esserselo domandato. Uno doveva pur farla la domanda. Era stato lui, quella volta. Un premio al merito? Intanto una staffetta con tanto di papiro sigillato si avvicinava.
Dunque, anche questa volta tutti dovrebbero trovarsi dove volevano essere, più o meno. Forse non nel modo, e nella condizione desiderata, ma ehi! Ci stiamo lavorando. Partiamo dalle cose più semplici, abbiamo un vero e proprio turista dell'antichità (J) davanti alla sua destinazione, e nel mezzo di un processo interessante e delicato, che ha catalizzato l'attenzione di tutti in sala. Intanto, il trio di muratori bergamaschi si è sparpagliato in un'area ristretta, affidando a una quarta donna (Y3) gli scavi, e tenendo sul pezzo Z e T, della serie le donne ai fornelli, e gli uomini alla partita. M, e Y4 si sono infatti occupati della gipsoteca improvvisata (speriamo non troppo letteralmente) rinvenuta poco oltre. Api, scudi, statue tutti a posto. Venendo poi a forse la parte per noi più concitata saliamo sulle mura, dove troviamo ben cinque dei nostri eroi, gli uni inconsapevoli degli altri (anche se...), presi da un hard party a base di scudi (non d'oro), e voli. Tutti rigorosamente sotto i mantelli, nessuno vedrebbe nulla, ma nel dubbio a pochi passi dai luoghi del misfatto c'è una combo Tormentam+Fumos tutta da provare. Il trio latino è reduce da un bel volo, e braccato dagli Algidi di pattuglia, gli altri Ribelli paiono decisamente più confusi. H oltre ai danni della caduta non ha effetti degni di nota, mentre O ed S possono vantare una parziale paralisi di un lato del corpo (dunque mobilità degli arti interessati minima). Nel corso 'del volo' il corpo di O, in retroguardia, ha schermato per buona parte S da eventuali ulteriori danni, e/o incanti, che gli ha in parte reso atterrandole sopra. La pioggia di schiantesimi non troppo convinti di O ha centrato lo scudo di N ed A, infrangendolo. Infatti, la coppia ribelle AN si trova anch'essa non troppo distante dal trio latino, sulle mura. Ormai le liane hanno preso il sopravvento, attendiamo Tarzan e si chiude la stagione. Al momento O, H, S sono riparati dallo scudo di O. Nelle retrovie romane un nuovo piano ha preso piede. Mentre B produce e distribuisce generosamente fumo a destra e manca, E si occupa di far piovere nel deserto, mentre W ci regala anche la neve. Nel fare questo vengono affiancati dalla gentile presenza di X. Effettivamente qualcosa succede, nonostante il clima non sia dei migliori per congelare nel senso stretto del termine dei corpi. Presso le porte, e poco distante, il nostro amico Tito è in difficoltà, mentre D cerca di salvare il salvabile, ariete e cavoli. Mentre lo scudo di D offre un momento di pausa ai neo assunti difensori, l'ariete è stato sabotato da G con i suoi alleati Y, mentre C si occupava di mettere insieme una tormenta di neve a tutti gli effetti. Quindi la visibilità da valutare è comunque ridotta. Anche in questo caso è decisamente improbabile che D, C e G possano vedersi, al netto dei mantelli. Onde evitar fraintendimenti qualche parola sull'ariete. Dal momento che stiamo parlando di legionari e romani, l'ariete in questo caso non è il tronco di una palma tenuto di peso da dieci soldati che si lanciano contro una porta, ma una struttura di legno e pelli, che ripara l'ariete vero e proprio al di sotto di questa. Una sorta di mezzo corazzato dell'epoca, un solido di pianta triangolare adagiato su un lato dalla cui base triangolare sporge la testa rinforzata di metallo dell'ariete. La struttura è molto probabile sia montata su ruote. Sotto questa 'tettoia' lavorano e sudano, sai che odore?, i 'dieci' uomini di cui sopra. Vicino all'ariete si trova D, poco distante Tito appiedato. D l'ha visto? Come? Ce lo dirà lui la prossima volta, forse. Roma intanto ha il suo primo obiettivo secondario. Chi attende invece risposte, le avrà.
Le Statistiche: William (W) Punti Salute: 232/232 Punti corpo: 187/187 Punti Mana: 219/219 Exp: 29 | Eloise (E) Punti Salute: 199/199 Punti corpo: 128/128 Punti Mana: 123/123 Exp: 26,5 | Oliver (O) Punti Salute: 225/245 Punti corpo: 231/231 Punti Mana: 248/248 Exp: 36 | Sophie (S) Punti Salute: 140/157 Punti corpo: 91/91 Punti Mana: 101/101 Exp: 15 | Megan (H) Punti Salute: 130/145 Punti corpo: 91/91 Punti Mana: 98/98 Exp: 7,5 | Aiden (B) Punti Salute: 175/191 Punti corpo: 139/139 Punti Mana: 143/143 Exp: 28 | Daddy (D) Punti Salute: 293/295 Punti corpo: 263/263 Punti Mana: 274/274 Exp: 67 | Alfio (X1) Punti Salute: ? Punti corpo: ? Punti Mana: ? | Valente (X2) Punti Salute: ? Punti corpo: ? Punti Mana: ? | Tizio (X3) Punti Salute: ? Punti corpo: ? Punti Mana: ? | Caio (X4) Punti Salute: ? Punti corpo: ? Punti Mana: ? | Sempronio (X5) Punti Salute: ? Punti corpo: ? Punti Mana: ? | Amber (A) Punti Salute: 215/216 Punti corpo: 195/195 Punti Mana: 199/199 Exp: 33,5 | Nieve (N) Punti Salute: 150/151 Punti corpo: 119/119 Punti Mana: 118/118 Exp: 13 | Mary (C) Punti Salute: 216/216 Punti corpo: 178/178 Punti Mana: 173/173 Exp: 18 | Elhena (G) Punti Salute: 210/210 Punti corpo: 142/142 Punti Mana: 142/142 Exp: 35 | Davide (Y5) Punti Salute: ? Punti corpo: ? Punti Mana: ? | Gabriele (Y6) Punti Salute: ? Punti corpo: ? Punti Mana: ? | Giuda (Y7) Punti Salute: ? Punti corpo: ? Punti Mana: ? | Giovanni (Y8) Punti Salute: ? Punti corpo: ? Punti Mana: ? | Elijah (Z) Punti Salute: 127/127 Punti corpo: 78/78 Punti Mana: 72/72 Exp: 9 | Thalia (T) Punti Salute: 201/201 Punti corpo: 138/138 Punti Mana: 142/142 Exp: 24 | Mike (M) Punti Salute: 177/177 Punti corpo: 107/107 Punti Mana: 108/108 Exp: 19,5 | Ethan (J) Punti Salute: 184/184 Punti corpo: 148/148 Punti Mana: 117/117 Exp: 27,5 | Simone (Y1) Punti Salute: ? Punti corpo: ? Punti Mana: ? | Elia (Y2) Punti Salute: ? Punti corpo: ? Punti Mana: ? | Sarah (Y3) Punti Salute: ? Punti corpo: ? Punti Mana: ? | Aronne (Y4) Punti Salute: ? Punti corpo: ? Punti Mana: ? |
La Mappa generale: Gruppo A: 4 coorti. 2000 legionari (+2000 ausiliari) + Ariete. Muniti di Scorpiones e Balliste per coprire l'avanzata dei Romani. + Onagri Gruppo B: 8 coorti. 4000 legionari (+4000 ausiliari) + Ariete + Torre. Muniti di Scorpiones e Balliste. + Onagri Gruppo C: 4 coorti. 2000 legionari (+2000 ausiliari) + Ariete. Muniti di Scorpiones e Balliste. Gruppo D: 2 coorti. 1000 legionari (+1000 ausiliari) + Torre. Armati di Scorpiones e balliste. Sempre nei pressi del punto A si trovano i Pg Romani. Le altre due Mappe e un dettaglio: Prestate attenzione alle unità di misure (in yarde), in quanto le mappe non sono in scala. Tutti dovrebbero essere dove volevano essere, o quasi.Si procede il 2 Aprile, ore 21.59
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