Serata normale tra persone ``normali``, Vath Remar, Issho Fuji-Tora, Raven Shinretsu

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view post Posted on 21/3/2018, 23:41
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Vath
Remar «

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"Ognuno di noi è una luna: ha un lato oscuro che non mostra mai a nessuno." Così, diceva, uno scrittore Americano. Fu quello il primo pensiero dell'ex Serpeverde alle parole del collega. Un nuovo sorriso increspò il volto del giovane ministeriale che, alle parole del Giapponese, chinò il capo in un muto ringraziamento. Vath Remar aveva tratto i propri insegnamenti da uno svariato numero di persone, suo padre Andrew Richard Remar e suo nonno Albert Charles Remar in primis, tanto da amalgamare il tutto e ricreare a suo uso arrivando ad avere il carattere e le ideologie che aveva tuttora. Le parole di Issho lo avevano inorgoglito oltremodo, che anche altri oltre alla propria famiglia riconoscesse il valore, la forza carismatica del giovane Ministeriale dava a Vath quella carica in più per poter fare di più sia per se che per gli altri. Non volle però far intendere al collega che aveva cullato il proprio ego, così si schermì dietro una facciata di modestia. «Ti ringrazio, Issho, le tue parole sono sempre molto gentili nei miei confronti. L'abitudine a parlare con tono di voce costante l'ho presa da mio padre, un grandissimo uomo e pozionista, mi ha spronato molto nel corso della mia carriera ad Hogwarts e se ho conseguito il M.A.G.O. in pozioni con votazione massima è solo grazie al suo continuo interesse. Mio nonno, invece, è stato fondamentale per la mia crescita, un uomo tutto d'un pezzo che ha servito l'Inghilterra e il Ministro Moon durante la guerra con Grindelwald. Sono sempre stato convinto che una profonda conoscenza culturale e solidi valori siano le fondamenta per diventare un uomo fermo nelle proprie convinzioni.» Accolse l'invito del collega e prese una tartina al salmone e, pronto a ricominciare, ispirò prima di proseguire. «Hai ragione, purtroppo: a volte anche una bugia, ripetuta per mille volte, diventa realtà. Ma se mai effettivamente si osservasse con sguardo attento, non credi che eventuali detrattori ne approfitterebbero con quell'uso di bugie opportunamente strumentalizzate? Quanto vale, al giorno d'oggi, l'integrità morale di una persona? Per me, ancora molto, ma si sa che la società cambia e con essa anche etica e morale. Non dobbiamo andare molto indietro nella storia attuale per averne degli esempi.» Il ventisettenne volle accettare il consiglio del collega, così vicino alla cugina da poter esser definito come il padre che non aveva mai avuto e al giovane sembro di notare uno strano lucore nell'occhio sano del collega, insieme ad una parvenza di commozione sfociante nella lacrimazione. «Nuovamente, Issho-Sama, devo ringraziarti per il consiglio che mi elargisci in maniera così disinteressata. Tuttavia, cosa intendi per costanza? Sono stato in qualche maniera scostante?» Avrebbe poi atteso, accavallando la gamba destra sulla sinistra, il suo responso mangiando qualche altra tartina al salmone, poi avrebbe posto un ultima domanda. «Nel mio ufficio avevi iniziato la spiegazione delle differenze tra Hogwarts e Mahoutokoro, dicevi che la differenza stava nella veste del ragazzo. Ti andrebbe di parlarmene più approfonditamente?»

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view post Posted on 24/3/2018, 00:17
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Issho
Fuji-Tora
«I ciechi hanno la fortuna di non poter vedere le nefandezze di questo mondo»

► Origine: Mezzo-Sangue ► Età: 44 ► Ruolo: Mago Adulto ► Scheda: Qui

Passarono una manciata di secondi, nei quali si alternarono risposte cariche di sentimento da parte del biondo Remar, seguite da altrettante domande, curiose e chiedenti spiegazioni circa le precedenti parole del giapponese che, attento, lesto e cordiale, non tardo' a esplicare. E’ scoraggiante pensare quante persone sono scioccate dall'onestà e quanto poche dall'inganno, Vath-San. Quanto vale la morale e etica di una persona? Ti diro' solo, che esperti dissero: Non vi è alcun precetto morale che non abbia qualcosa di sconveniente al riguardo. Le convinzioni muovono le proprie ideologie, caro ragazzo. A quelle convinzioni seguono determinate azioni. C'e' chi e' stato troppo codardo a fare quello che sapeva essere giusto, cosi' come c'e' chi e' stato troppo codardo per evitare di far quello che sapeva esser sbagliato. Vedila in questo sillogismo: La morale e' creazione umana, non divina. Gli umani sanno essere in difetto. La morale, quindi, e' difettosa essendo faccenda puramente umana. Sorrise, non riuscendo a trovare ulteriori parole per riassumente un concetto profondo come quello delle azioni morali e etiche di ogni individuo, quindi penso' bene di chiudere il discorso in maniera quasi ``blanda``, o meglio dire, non pesante e facilmente posta come riflessione personale. La morale puo' esser come la magia....si parla in continuazione di uomini perfetti ma non si sa cosa sia l'uomo reale. Prese il bicchiere e tiro' giu' con foga, quasi come se non bevesse da tempo o come se bevesse per dimenticare. Andando a parafrasare quel gesto, era quasi come se sottomettesse a se' la frustrazione che provava nel parlar di cose che a livello teorico sembravan semplici ma che, nella pratica, si prefiguravano come cose impossibili o troppo difficili da eseguire. Si arrampico' quindi di getto all'ulteriore domanda del ragazzo bramoso di sapere. Era un divoratore di dettagli. Se subiva un attacco, lo incassava ma voleva capire come alzare ancora meglio la difesa. Ehehehe in che senso? Te lo spiegherò' ragazzo. Quando si discute con la gente, si inizia una partita a scacchi, dove i pedoni sono i discorsi generali e le pedine speciali le ideologie che sono dettate dal Re, la morale. Sacrifichi il pedone, come hai fatto con la nota musicale, per carpire la strategia del nemico, ma subito dopo hai portato avanti la pedina speciale, una ideologia, che ti ha fatto perder la buona offensiva, tenendoti poi fin troppo fuori dai discorsi. Qui ti sei mostrato scostante. Dovevi pazientare e portare avanti un'altra pedina, scoprire di piu' e attaccare poi labile e fugace, ferendo non mortalmente, ma lievemente l'avversario. I dolori sottili son quelli che fanno piu' male. Son quelli dove far pressione e generare piu' male. Il colpo secco e profondo, traducibile come superbia e orgoglio, portano solo l'adrenalina in circolo, senza far sentire dolore al nemico, rimorso o paura. Sorrise nuovamente, grattandosi il capo e mangiando l'ultimo pugno di noccioline. Si mise composto sull'alto sgabello e a braccia conserte riprese. L'insegnamento e' questo. Talvolta gli uomini, pur avendo lottato nel modo migliore, si sono visti sconfitti non dai loro rivali o dalle circostanze, ma dalla mancanza di persistenza e pazienza, che non hanno loro permesso di resistere sino a quando un capovolgimento della situazione li avrebbe fatti vittoriosi. La diplomazia e' psicologia. La psicologia e' guerra diplomatica. E tu sei il piu' capace a farlo, hai molto potenziale, perche' molto determinato... e perseverare e' determinazione. Subito dopo poggio' le mani sul tavolo tondo, avvicinandosi quasi confidenzialmente al giovane ministeriale, quasi per lasciargli una storiella come ricordo. Per ricordarti del potere della perseveranza, considera la metafora dello spaccapietre. Come rompe un grande masso? Lo colpisce con tutta la sua forza. Il primo colpo non lascia neanche una traccia, ma lo colpisce di nuovo - centinaia, forse migliaia di volte. Egli persiste anche se sembra futile. Però, sa che anche se i risultati non sono visibili, questo non vuol dire che non si facciano progressi. Quindi, continua a colpire la roccia. A un certo punto, anziché scheggiarsi essa si spacca letteralmente in due. È stato l'ultimo colpo a rompere il masso? No di sicuro. È stata la pressione costante applicata alla sfida. Torno' comodo alla seduta, mentre l'ultima domanda veniva posta da Remar con una curiosità' ancora piu' infida, risalente a una simil ``promessa`` fatta il primo giorno di incontro circa le vesti della propria accademia. Qui sei bravo a perseverare...scherzo' ridendo per poi riprendere. Quando i studenti giapponesi, maghi e streghe, giungono alla Mahoutokoro, vengono assegnati loro i propri vestiari che crescono insieme allo studente di anno in anno e che cambiano gradualmente colore man mano che il prestigio, lo studio di chi lo indossa aumenta di ``grado``. Si parte da un debole color rosa fior di ciliegio che si trasforma (se migliorano anche i voti dello studente) in oro, passando per tutte le altre tonalità' di colore precedenti, che bene o male seguono i schemi nazionali di colore-prestigio. Tutto bello e interessante, si formano gruppi che si possono considerare ``casate`` fra studenti con gli stessi colori, anche se, come tutto il Giappone, il rispetto ti porta a farti amici ovunque e tutto, senza star a veder grado o prestigio, ma... Sorseggio quasi amaramente il bicchiere di acqua nuovamente riempito, per riprendere subito dopo. Il problema giunge se le vesti si mostrano bianche. Eh bene, il bianco, se qui in occidente indica la purezza, da noi e' un segnale terribile. Il bianco allora indica tradimento del codice del mondo magico, pratiche illegali, magia oscura, violazione dello statuto di segretezza. Il bianco e' una disgrazia. Vieni espulso senza pietà' e sottoposto a processo dal ministero della Magia, senza riserve. L'aria attorno a lui si fece quasi tetra sull'ultimo pezzo proferito, ma riusci' a ristabilire la quiete mostrando un ultimo sorriso e aggiungendo. Bella storia, non trovi?


 
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Vath
Remar «

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Vath avrebbe fatto tesoro delle parole di Issho, come una spugna assorbiva quegli insegnamenti prendendoli e facendoli suoi. Come una serata casuale si era trasformata in uno scontro di dialettica tra il giapponese e il misterioso tipo mascherato repentinamente aveva subito un altro mutamento, l'"allievo" e il "maestro" ma chi, realmente, era l'uno o l'altro? Vath sapeva già che ogni discussione è una partita a scacchi, ne era consapevole sin da Hogwarts e aveva cercato di portare avanti quella sua convinzione negli anni a venire. «Issho-Sama, mi trovo a dover convenire con te. Tuttavia, perdonami una riflessione, sono più che certo che conoscerai il matto dell'imbecille. Non ritieni che sfoderare "l'artiglieria pesante" fosse una mia strategia fin dal principio? Solitamente è così che valuto il grano dal loglio. Un metodo che di certo potrò e devo migliorare ma ti ringrazio per l'appunto che mi hai fatto, il tuo è un interessante punto di vista.» Il ventisettenne si schiarì la voce, sistemandosi meglio sulla sedia Vath portò la gamba sinistra sulla destra, e prendendo un sorso d'acqua proseguì il suo ragionamento. «Dici che mi son trovato fuori dalla discussione ma qui, più che una partita a scacchi classica si trattava di una particolare versione medievale nota come scacchi delle quattro stagioni. Studiavo l'avversario e le sue mosse tramite un terzo giocatore: tu. Comunque sia apprezzo questi tuoi insegnamenti, ne terrò conto e ne farò tesoro.» Le parole successive di Issho erano andate a descrivere le differenze tra Hogwarts e Mahoutokoro. Il suo primo pensiero fu che una cosa simile sarebbe stata infattibile ad Hogwarts, né sarebbe stata in linea con l'idea della scuola stessa. «È molto interessante, Issho, ma dimmi: anche voi avete un espresso o come Durmstrang una nave vi porta alla scuola?»

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view post Posted on 26/3/2018, 12:44
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Issho
Fuji-Tora
«I ciechi hanno la fortuna di non poter vedere le nefandezze di questo mondo»

► Origine: Mezzo-Sangue ► Età: 44 ► Ruolo: Mago Adulto ► Scheda: Qui

Con la sua solita pacatezza ed eleganza, Vath accetto' i consigli dell'anziano giapponese, trovandosi pero' non del tutto d'accordo con le parole sue circa lo svolgimento dei giochi diplomatici che da una parte potevano avere senso, tanto che non volle ribattere Issho. Riteneva sempre opportuno quando calcare o meno la mano su qualcosa e quella rimaneva sempre e comunque una ideologia del ragazzo che mai avrebbe voluto minare. Era convinto che il tempo lo avrebbe aiutato a capire, sistemando ogni cosa e evolvendo ogni cosa, cosi' come insegno' anche alla cugina Lia. Lascero' il discorso in sospeso, caro biondo... il tempo fa maturare le cose, fatti, idee e persone. Sorrise ironicamente, mentre ora si alzava essendo oramai stanco di star seduto. Le parole erano originariamente incantesimi, e la parola ha conservato ancora oggi molto del suo antico potere magico. Con le parole un uomo può rendere felice un altro o spingerlo alla disperazione, con le parole l’insegnante trasmette il suo sapere agli studenti, con le parole l’oratore trascina l’uditorio con sé e ne determina i giudizi e le decisioni. Le parole suscitano affetti e sono il mezzo generale con cui gli uomini si influenzano reciprocamente. Si sarebbe limitato a chiuder l'argomento in quel modo, mentre ora sistemava il giaccone in spalla e afferrava il bastone. Si allontano' qualche minuto dal ragazzo per andare a saldare il conto con il titolare al banco del locale, per riunirsi subito dopo al collega. Andiamo Vath, se non faccio qualche passo diverro' peggio di un centenne. Mi devo tenere in movimento o rischio di arrugginirmi troppo. Sorrise mentre invitava il ragazzo a seguirlo fuori dal locale per avviarsi nelle strade inglesi sotto i lampioni classici. Riguardo alla Mahoutokoro... non abbiamo ne treni, ne navi. Sorrise e aggiunse. Dai 7 anni fino a quando non e' concesso usare la smaterializzazione, ci vengono a prendere enormi uccelli della tempesta, che ci accompagnano al castello tradizionale giapponese in giada nelle isole di Minami Iwo Jima. Si fermo' un istante, come se un ricordo del felice passato lo avesse colpito con le parole riferite circa la propria scuola. E' passato tanto tempo. Avrebbe infine detto, riprendendo il passo pesante per la strada che continuava comunque a esser ulteriormente gravita di gente in giro per la citta'. Sembri molto interessato. Dovresti andar a far visita qualche volta. Certo, evita gli uccelli. Quelli son meno interessanti. Avrebbe sorriso per concludere. Che tipo di studente eri, ragazzo? Hai avuto modo di frequentare gente interessante? Ho letto di casate di Hogwarts, tu a quale appartenevi? Scommetto quella del serpente. E soprattutto....sei un tipo sportivo? Giocavi a Quidditch?


 
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Vath
Remar «

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Il collega lasciò il discorso in sospeso, ritenendo che, citando le sue parole "il tempo fa maturare cose, fatti, idee e persone". Vath annuì, forse quello era uno dei principi delle filosofie giapponesi e si trovò d'accordo, il giovane ministeriale si trovò d'accordo anche sul successivo discorso del Giapponese che, con la sua saggezza, stava distribuendo perle che il ventisettenne non si sarebbe fatto sfuggire. Il suo sguardo attento unito alle proprie orecchie avrebbero colto tutti i dettagli che il giapponese, volente o nolente mise in quelle parole: il tono di voce, la gestualità del suo corpo, tutti indizi che rivelavano lo stato d'animo del collega. Quando alla fine si alzò, Vath fece lo stesso, ma il collega saldò lui stesso il conto con il locale. Decisione che all'ex Serpeverde non piacque, non gli piaceva rimanere in debito, per lui era come se su un ipotetica bilancia ora si trovasse in difetto fino a quando con qualcosa non avrebbe ripagato quel debito ritornando in una situazione di perfetto equilibrio. Quando Issho tornò, tuttavia, non palesò quella rimostranza e così si avviò con lui fuori dal locale. «Non ritengo che tu sia così vecchio Issho-Sama, non sono bravo a definire l'età degli orientali ma non credo che tu superi il mezzo secolo di vita.» Dopodiché avrebbe taciuto, ascoltando la descrizione della Mahoutokoro e dei suoi mezzi di trasporto da parte del, avrebbe potuto definirlo amico?! E quando fu il suo turno per rispondere alle domande che lui gli rivolse sorrise. «In effetti mi hanno sempre affascinato le differenze tra le varie scuole di Magia del mondo, Issho, vedilo come un modo per capire per quale motivo ci sono così tante differenze tra i vari maghi delle varie nazioni. Prendi per esempio gli africani di Uagadou, loro hanno sviluppato l'abilità di utilizzare la magia senza l'uso di un catalizzatore come la bacchetta, sarebbe interessante poter condividere le varie conoscenze tra tutti i maghi del mondo.» Si schiarì la voce e continuò con il rispondere alle domande su Hogwarts. «Uno studente serio, che cercava e dava il massimo, i miei meriti scolastici come ti ho già detto mi hanno concesso le cariche di Prefetto e Caposcuola. Grazie a queste cariche, si, ho frequentato gente interessante, perlopiù della mia casata ma non ti nego che anche tra Corvonero e, strano a dirsi, tra Grifondoro ho trovato gente molto interessante. Le casate, caro Issho sono quattro, io appartenevo a quella del nobile Salazar Serpeverde, le altre sono Corvonero, di cui fa parte mia cugina Lia, Tassorosso e Grifondoro.» L'aria fresca notturna sapeva ancora di inverno, e, insieme al collega fece quella passeggiata ristoratrice. «Non sono mai stato molto sportivo, so che da voi il Quidditch è una vera arte, io preferivo osservarlo anziché praticarlo. La mia vera forza erano i punti conquistati attraverso lo studio.»

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Issho
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Ero abile col Quidditch, mi piaceva, lo adoravo e lo praticavo, finche' non ho pensato bene di perdere un'occhio ehehe. Sorrise mentre la camminata avanzava e l'ora si faceva oramai tarda. Il biondo Remar mostrava il solito interesse anche nelle risposte che dava, senza tracotanza di superbia ma di sapere. Sono stato anche cronista di qualche partita nella mia scuola post incidente e comunque ero influente, scolasticamente parlando, nell'organizzazione degli eventi collegati a questo sport. Pagherei ora come ora per veder una partita, ma in solitaria devo ammettere che perde un po di gusto la visione. Ulteriore sorriso, mentre la nottata limpida si schiariva ulteriormente di quella sottile nebbiolina che da prima si era mostrata. Ora si riuscivano a scorgere le stelle in cielo, incorniciate dai palazzi sui lati. La luna era assente e il silenzio cominciava a presagire il sonno. Aveva fatto diverse volte menzione all'incidente, ma si era sempre ripromesso che non sarebbe stata quella la serata in cui se ne sarebbe parlato. Voleva mantenere serenità e delicatezza nei discorsi cosa che non gli riusciva quando riesumava il passato. Tendeva a caricare troppo di sentimento quell'evento, coinvolgendolo troppo tanto da risultare spesso pesante. In quell'incidente c'era stato insegnamento, paura, dolore e, paradossalmente, ``felicita'``. Caro Remar... renditi sempre insegnante per qualcuno, tu che hai doti e parole piu' che leali e coerenti. Instilla il dubbio fra la gente e proponiti come loro faro nell'oscurità'. Vedrai che sarai sempre piu' vicino all'obiettivo che ti prefissi. Come ministeriali abbiamo l'onore e l'onere di poter cambiar questo mondo, distinguendoci e facendo bene. Siamo candele e come tali ci consumiamo per illuminare la strada per gli altri. Successivamente sosto', fisso' il ragazzo dritto negli occhi e concluse. Forse e' giunta l'ora che volge al desio. Domani giornata di lavoro e tu hai una famiglia che ti aspetta, non rincasare tardi giovane biondo. Sorrise, accennando un mezzo inchino in avanti rispettoso, per poi dare le spalle e avanzare nel buio di quella strada londinese, direzione casa. Mi devi una cena! Avrebbe detto piu' ad alta voce per poi sparire subito dopo. Sapeva che le questioni di ``debito`` non erano ben prese dal ragazzo, quindi perche' non stuzzicarlo e farlo pesare, ironicamente, appositamente? Avrebbero per lo meno avuto qualcosa di cui parlare nei successivi giorni di lavoro. Una serata di persone normali, si concludeva con un discorso fra personali normali.


 
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Vath
Remar «

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«Mi spiace, a saperlo prima ti avrei invitato per la partita dei Falmouth Falcons contro i Montrose Magpies, avevo due biglietti per la tribuna Vip e non sapendo chi invitare ho invitato un amica.» Aveva fatto caso alle parole del Giapponese che, come ogni ragazzo del suo paese, era stato un asso del quidditch ma che, quando ebbe l'incidente, dovette accontentarsi di fare da cronista. Non era la prima volta che l'uomo menzionava l'incidente, eppure Issho non volle dilungarsi di più sull'episodio né era volontà di Vath forzare la sua mano per scoprire quel dettaglio da lui: tempo al tempo, avendo la fortuna di lavorare assieme il ventisettenne aveva più occasioni per avere quell'informazione. Le parole successive del collega furono all'insegna degli onori ed oneri che loro due, come membri del ministero, avevano nei confronti del mondo. Una frase in particolare fu recepita dal membro più giovane del C.M.I. "Instilla il dubbio fra la gente e proponiti come loro faro nell'oscurità'." Se solo avesse saputo le ambizioni di Vath avrebbe scoperto che avrebbe fatto esattamente così, ma non una candela che si consuma, una torcia inestinguibile che avrebbe condotto i maghi alla luce, dando loro il giusto posto nel mondo. Il ragazzo non si sarebbe voluto accontentare solo di un posto come semplice dipendente del C.M.I., quella era solo il gradino iniziale di qualcosa che il ventisettenne sperava sarebbe andato ad evolversi. «Un altro insegnamento a titolo gratuito. Grazie, Issho. Cercherò di poterti ringraziare non solo a parole ma anche mettendoli in pratica.» Il giapponese con le sue ultime parole voleva pungerlo sul vivo, una provocazione per cosa, coglierlo in fallo o solo così per sport? Vath fece buon viso a cattivo gioco e gli sorrise leggermente deciso a non lasciar trasparire nulla dal suo tono, dalle movenze e dalle sue parole. «Arrivederci Issho, ci vediamo domani in ufficio. Non preoccuparti della cena, lo so, magari ti farò assaggiare qualche prelibatezza italiana o, se è tuo desiderio, qualche piatto tipico di questa nazione.» Si sarebbe così congedato, avviandosi in direzione opposta al giapponese, verso un vicolo senza lampioni per poter usufruire di un rapido ritorno a casa tramite smaterializzazione.

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