Tra il profumo dei gigli e delle pagine ingiallite, Appartamento di Jolene White

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 16/2/2021, 19:44
Avatar

Group:
Auror
Posts:
4,689

Status:



“Conscience doth make cowards of us all.”
99180a86a6a6e77523358f7b1018d5de
f5e425e098830506a481ee876dc3e199
73772d5fb85d0f90117331cecce0ba17
ea1cca922affaa9ca584bd034f2aea32
Reperire l’indirizzo di casa di Jolene era stato più difficile del previsto, e decisamente imbarazzante. Già la sola idea di dover chiedere in giro dove abitasse l’infermiera, violando in qualche modo la soglia tra dipendente e donna, tra pubblico e privato, un po’ la metteva in difficoltà. Katie le aveva detto che non c’era nulla di male, soprattutto se era lei ad averlo, innocua com’era. Alla fine, si ritrovò a darle ragione: dopo aver ricevuto l’indirizzo sarebbe stata capace di puntarsi la bacchetta alla tempia e dimenticarlo pur di non mettere l’infermiera in difficoltà.
Superato l’aspetto etico, quello pratico si rivelò altrettanto difficile. Ogni volta che chiedeva a qualcuno informazioni – dai collaboratori scolastici agli studenti ficcanaso – questi chiedevano il perché, a cui Mary ovviamente non poteva rispondere con sincerità. Non potendo mentire per ovvia incapacità, si ritrovava a scappare imbarazzata. Ci volle la pazienza e la gentilezza di Katie che, il giovedì, le appoggiò sul naso con fare annoiato un biglietto con l’indirizzo ed un piccolo messaggino: “conquista la tua donna, tonta!” Come lo aveva avuto? «Me lo ha dato Marcus, il tasso. Ho promesso che sarei uscito con lui. Mi pare si sia intrufolato nella segreteria, che tipo inquietante comunque. Mi devi un favore.»
«Un favore del tipo cena fuori io e te? O del tipo dieci galeoni? O la mia infinita gratitudine?» Si era seduta a gambe incrociate sul letto, il bigliettino stretto nelle sue mani. Katie ovviamente stava teatralmente fingendo di pensare, poi esordì. «Tutte e tre le cose, ovviamente.» Poteva chiedere quello che voleva in cambio, Mary era troppo felice per pensare di controbattere. Abbassò la testa sul foglio guardando per la prima volta l’indirizzo. «Methley Street n° 9, sto arrivando.»

***



14 febbraio, 7.42
Methley street distava all’incirca quaranta minuti a piedi da Craven street. Lusin, la sua civetta, avrebbe potuto effettuare quel percorso nella metà del tempo.
Il quattordici si era svegliata presto, come al solito. Alle nove iniziava il suo turno da Madama Piediburro e quindi aveva già addosso il suo grembiule rosso abbinato sapientemente alle scarpe. Da quando febbraio era iniziato, lavorare da Piediburro si era rivelato gioia e dolore per lei. Da un lato, essere coinvolta in situazioni romantiche – del tipo far trovare un anello nel fondo del bicchiere, far comparire coriandoli o fiori – la rallegrava, e l’amore in generale la metteva di buon umore. Dall’altro lato, era faticoso spegnere il cervello una volta tornata a casa dopo aver visto tanta gioia sui volti altrui. Aveva accantonato il pensiero di Jolene dopo Natale. Non averla vista per un lungo periodo aveva di certo aiutato, così come aveva aiutato la vicinanza ad Oliver, che vedeva sempre in dormitorio. Ma da quando era arrivato febbraio, tutto per lei era arancione e tutto per lei sapeva di limone – il colore che accomunava a Jolene e il sapore che accomunava ad Oliver. Per un’adolescente era una tortura. Sempre più spesso si ritrovava a non dormire, a vagare con la mente in situazioni scomode o improbabili. Il desiderio e la vergogna la perseguitavano. Quando chiudeva gli occhi poteva ripercorrere il pranzo fatto con l’infermiera ricordandone i dettagli: la sua risata, il modo con cui spostava i capelli dal viso, il modo elegante di portare la mano davanti la bocca quando rideva.
Il suo piede batteva regolarmente sul pavimento della cucina, le sue mani erano incrociate sul tavolo e i suoi occhi fissi sulla civetta di fronte a sé. Poi, si alzò di scatto, la sedia produsse un fischio fastidioso. Strinse la bacchetta nella mano destra e chiuse gli occhi. Prese qualche bel respiro mentre cercava di visualizzare nella sua testa un mazzo di rose. Più si concentrava sui fiori, più l’immagine del volto di Jolene contaminava il pensiero. Quando scosse la bacchetta e pronunciò l’incanto con decisione - «Orchideus.» - fuoriuscì un mazzo di rose di un dolce color arancio. Pensò che fossero i fiori più belli del mondo e l’idea che fosse qualcosa di suo, che avesse creato lei appositamente per Jolene, la rendeva ancora più fiera. E profumavano, cosa che contava molto.
Sistemata la composizione, la chiuse in una vecchia copia del Profeta. Alla parte finale del mazzo legò il libro chiuso in una confezione e poi strinse la cordicina intorno alla zampa di Lusin. Accarezzò l’animale in mezzo agli occhi dove sapeva le piacesse tanto, poi si fermò attirandone l’attenzione. «Ascoltami, Lù. Devi portare questo a Methley street numero nove. Lo poggi davanti la finestra all'ultimo piano, bussi e poi scappi via. Non deve vederti, hai capito?» La civetta, capito l’importanza della consegna, annuì più volte. «Ok, ok. Andrà bene, è un regalo. Sì, andrà bene. Sì, poi è anonimo, non saprà nulla, perfetto.» Lusin inclinò la testa lateralmente, incapace di comprendere se la sua padrona stesse parlando con lei o meno. Ricevuto il via, volò via.

***



Raggiungere Methley street era un gioco da gufi. Nonostante il freddo, soprattutto alle otto del mattino, il cielo era aperto e il sole stava uscendo per prendersi la scena. Lusin non sentiva il peso del pacchetto alla sua zampa ma, in preda all’ansia che la sua padrona le aveva trasmesso, stava volando quanto più lentamente possibile per evitare che la composizione creata si rovinasse. Arrivò infatti in leggero ritardo rispetto a quanto avesse previsto. Si fermò esattamente davanti una finestra di quella che pensò fosse la camera di Jolene e si apprestò a mordere la corda alla zampa per lasciar lì i fiori. Con fare indagatore si guardò intorno, poi con il becco bussò un paio di volte e si allontanò. Volò sulla strada opposta a quella della consegna, esattamente in linea d’aria alla finestra di Jolene. Insomma, per nulla nascosta agli occhi di nessuno, tant’è vero che se l’infermiera avesse guardando di fronte, l’avrebbe di certo notata, conoscendola (brava Lusin, ottimo lavoro). Aveva l’ordine di aspettare che Jolene ritirasse i fiori prima di andare via e per tale ragione fissava la porta con un’aria quasi macabra.
Aperta la finestra, l’infermiera avrebbe trovato un mazzo di fiori arancioni e un involucro contenente un’edizione leggermente consumata dell’Amleto di Shakespeare. Nella prima pagina una frase, scritta in una calligrafia sottile e attenta (di qualcuno che dava l’impressione di aver fatto le prove su di un foglio prima), con una piccola sbavatura di inchiostro finale (per cui Mary aveva quasi pianto di rabbia):

sei tu l’Ofelia più bella.


 
Top
view post Posted on 2/3/2021, 15:09
Avatar

Group:
Il Gufo Espresso
Posts:
675
Location:
Gazzetta del Profeta

Status:


GUFOEvjUAqh


nUp3cXX
Cariño era tornato, il viaggio in India era stato meraviglioso – sulle iridi d'oro si stagliavano ancora le immagini più belle di tutta la sua vita, dall'imponente Taj Mahal al forte di Agra, lì dove il volo tra guglie, cupole e pilastri vestiti d'antichità non gli era mai parso così spettacolare; dalla Città Rosa di Jaipur al Palazzo del Lago degli imperatori, lì dove perfino il cielo sembrava volgere verso sfumature artistiche, di tinte pastello così intense da credere di vivere in un dipinto; dalla Città d'Oro, le cui casette quasi brillavano come granelli di sabbia di deserto, fino al porto pieno di turisti, sognatori di passaggio, perfino altri gufetti come lui. Da quando era rientrato, in effetti, Cariño era come dormiente – un idillio, quello, che non voleva dimenticare in alcun modo, e che voleva che restasse suo, soltanto suo. La troupe di giornalisti che aveva viaggiato con lui e altri postini continuava a sciorinare memorie infinite con altri colleghi, alla Redazione della Gazzetta del Profeta. Lo stesso accadeva per i pochi altri gufi che erano partiti con lui, ora tutto il giorno a bubolare quanto straordinaria fosse stata quell'esperienza. Lo era, lo era davvero, ma nessuno avrebbe mai potuto comprendere fino in fondo senza esservi stato almeno una volta. Così volava nei cieli londinesi con aria un po' distratta, come sospeso tra ricordi e sensazioni. Se c'era una sola persona alla quale avrebbe voluto raccontare tutto, quella era proprio Jolene White. Arrivò all'abitazione della strega nel tardo pomeriggio, sperò intimamente che potesse essere rientrata, che potesse in qualche modo essere lì dietro una finestra. Ad attenderlo, immaginò, come un viaggiatore che rientrava dall'amore della propria vita. Più romantico di quanto non fosse mai stato, complice le spezie particolarissime che l'avevano accompagnato in terra orientale, sentiva di poter conquistare il mondo ad un colpetto di becco. Quando consegnò la copia del giornale, infatti, lasciò insieme un oggettino coloratissimo, che aveva stretto tra gli artigli durante il volo. Era un souvenir molto caratteristico, una statuetta di elefante con una e più sfumature, dal verde al giallo, dal rosso all'arancio – l'aveva recuperato in fretta e furia dall'ultimo bazar che aveva visitato, in parte era tuttora dispiaciuto di non essere riuscito a scovare una statuetta di un gufo, piuttosto che di un elefante. Ma andava bene, era un piccolo gesto. Perché anche oltreoceano, lei era stata nei suoi pensieri.


GIOCHI ENIGMISTICI
Altro appuntamento con i giochi enigmistici. Da oggi si aggiungono curiosi rebus disegnati dalle piume dei nostri migliori illustratori!
Attenzione I primi sei che invieranno tutti i giochi risolti alla casella mp del Gufo Espresso vinceranno buoni spesa alla prossima consegna. Aguzzate l'ingegno!

Complimenti, hai risolto correttamente i giochi enigmistici di Febbraio!


6YbIJCL




Jolene White




CITAZIONE (*Derek @ 1/3/2021, 14:25) 
Happy Maple
La fattoria maledetta


Happy Maple è tra le più conosciute fattorie del mondo babbano, situata nel Devonshire, sulla penisola di Cornovaglia in Inghilterra. Negli anni ha dimostrato di essere una delle migliori del paese: premi vinti e ottimi prodotti sono stati i biglietti da visita esportati in tutta la nazione. L’ingresso alla fattoria è favorito da una strada ai quali lati sono posti degli alberi di mele uno a circa un metro e mezzo dall'altro, così da dare visione prospettica che immerge gli avventori nella natura ad ogni passo. La strada si estende per circa mezzo miglio e tra gli alberi è possibile ammirare i campi di grano da un lato ed i campi di alberi da frutta dall’altro. Inoltre un campo di olivi secolari, con i quali frutti si dà vita ad uno dei migliori oli dell’Inghilterra, troneggia in prossimità della casa, dotata di ben tre piani ove maestranze e proprietari vivono. Al contorno ci sono fienili e magazzini contenenti il raccolto e gli attrezzi del mestiere, alla destra del comprensorio trova vita l’orto pieno dei colori degli ortaggi di stagione, alla sinistra invece iniziano i recinti per il bestiame che trovano completamento dietro l’imponente casa, con stie ed aie piene di animali che concedono i loro prodotti. Il tutto sotto la stretta sorveglianza di Toby, un pastore del Caucaso, che da dieci anni mette in fuga volpi ed ogni altro genere di animali nocivi alla fattoria, ma che spesso si concede al gioco con i bambini in visita. Di recente, però, molte avversità si sono abbattute sulla fattoria felice - di nome e di fatto. Inizialmente la proprietaria non ha fatto caso agli infausti eventi che si abbattevano sulla fattoria, ma ben presto i piccoli incidenti domestici, come bollitori che saltavano in aria o attrezzi da lavoro che scomparivano, si sono trasformati in vere e proprie catastrofi, come se la fattoria fosse sotto una maledizione. I campi di grano andati a fuoco, gli alberi da frutto spogli nella stagione del raccolto ed animali che si ammalavano di rare malattie ad essi associati in non più di quattro casi in tutto il mondo.


Verity Maple, anziana proprietaria dell’omonima fattoria, ha immediatamente chiamato le autorità babbane che solerti hanno indagato sulla mole di sfortuna abbattutasi sulla fattoria del Devonshire, conosciuta in tutto il paese per la prelibatezza dei suoi prodotti agricoli e delle carni, meta di molte gite scolastiche al fine di avvicinare la giovane popolazione alla natura. Le autorità babbane hanno immediatamente pensato ad un sabotaggio da parte di altre fattorie concorrenti, la quale implicazione, seppur logica, non sembrava aver trovato riscontro nella realtà delle prove rinvenute. Anche i media locali si sono interessati alla situazione con servizi quasi giornalieri. “Non avevamo mai avuto un’annata così sfortunata” sono state le parole di una bracciante. Anche Verity era nell’occhio del ciclone, ma fino a quel momento non aveva voluto rilasciare dichiarazioni. Non avendo altre soluzioni, la proprietaria ha pensato che un malocchio fosse stato posto sulla sua fattoria da qualche fattucchiera. L’anziana donna non aveva idea di quanto vero potesse essere quanto affermasse tra lo sgomento di molti. Infatti Verity Maple non aveva mai creduto a certe cose, forse l’esasperazione l’aveva portata ad immaginare che qualcosa di soprannaturale stesse accadendo nella sua fattoria. Il Ministero della Magia non vede di buon occhio certe pratiche, ed è sempre attento quando determinate situazioni accadono. Lo Statuto per la Segretezza del Mondo Magico prevede infatti l’intervento del Ministero di competenza nel caso vi sia il dubbio che la magia sia stata usata ai danni dei babbani, pratica molto spesso usata per far loro dei dispetti. Per fortuna, non si hanno molte notizie di malocchi che creino ingenti danni ai babbani, ma seppur sporadici il Ministero ha deciso di indagare su quanto stesse accadendo alla fattoria. Infatti l’Ufficio per l’Uso Improprio della Magia si è immediatamente attivato, ma al suo arrivo ha scoperto che nessun malocchio o maledizione fosse stato eseguito ai danni della fattoria ad opera di maghi o streghe, nessuno oggetto dagli strani poteri era presente. Dopo attente, lunghe indagini, le autorità hanno però scoperto la causa di tanta sfortuna; cercando tra i recinti e le stie si sono immediatamente accorti della presenza di un ospite poco desiderato che l’anziana signora aveva di certo scambiato per qualcosa che non era. La presenza di un Nogtail nel recinto dei maiali.


Nogtail, un focus
Queste creature simili a dei piccoli maialini sono tipici delle zone rurali dell’Europa, Russia ed America, sono più facili da trovare in zone di campagna ove l’opportunità di scovare fattorie è maggiore. A differenza del comune maiale, i Nogtail hanno una peluria più folta e rigida, generalmente di colore scuro. La loro peculiarità è quella d’intrufolarsi nelle fattorie, accomodarsi nei recinti tra i maiali e farsi allattare da una scrofa, che di per sé non rappresenterebbe nessun pericolo. Il problema, però, è che queste bizzarre creature magiche portino con sé autentica sfortuna. Ad onor del vero più l’animale riesce a cibarsi indisturbato, più la sua maledizione ai danni della fattoria sarà grande ed inoltre duratura, almeno finché non viene scoperto e cacciato dalla fattoria, cosa che deve essere fatta immediatamente. La povera Verity Maple ha patito sulla sua pelle la prolungata esposizione alle maledizioni della creatura magica. Non è ben chiara l’origine di questa creatura, anche se molti credono sia nativa dell’Olanda, infatti il suo nome potrebbe derivare dalla loro lingua, ma il pensiero predominante è che essi siano stati creati con la magia, a favore di tale ipotesi sappiamo che molto spesso le creature magiche che somigliano in parte a creature babbane lo sono, come i Crup o i Kneazle. Ma solitamente essi sono animali da compagnia e non hanno molti poteri magici, per cui si pensa che qualcosa sia andato male nel processo che li ha resi magici, nulla di strano, tanti incidenti sono capitati negli esperimenti magici. Altra leggenda particolarmente interessante deriva addirittura dall’Antica Roma, dove i maiali neri erano tra i suini più prelibati e venivano allevanti in grande abbondanza, anche ad uso bellico data la nota caratteristica dei maiali di mangiare qualunque cosa sia a portata di fauci. Ancora oggi tra gli Appennini italiani si avvistano questi animali, famosi sono i maiali neri dei Nebrodi in Sicilia, un tempo parte dell’Impero Romano. Si pensa che questi animali siano stati importati in Inghilterra proprio dai Romani. La leggenda narra che, nel 1800, questi suini siano proliferati in Inghilterra senza alcun problema, ma una di essi, una scrofa, trovò infine rifugio nell’impianto fognario londinese di Hampstead. Sola e senza padrone, ma soprattutto gravida, essa fu aiutata indirettamente a portare avanti la sua gravidanza dagli scarti dei macellai ed altri esercenti della zona, era quindi abituata a mangiare la carne ed anche ossa. Infine ebbe modo di partorire dando vita ad una delle colonie di maiali neri più grandi che si trovasse in una città metropolitana. Ben presto questi divennero troppi per vivere nelle fognature e decisero di invadere le strade di Londra, ma essendo abituati a mangiare solo carne, assaltavano gli umani, alcuni vennero portati nelle fogne come riserva di cibo. La macabra leggenda si sparse immediatamente, nel 1859 ci furono i primi interessi giornalistici in materia, si riporta che grugniti intollerabili turbavano le notti dei londinesi. Si ritiene che i Nogtail siano loro discendenti, nati da alcune pozioni gettate nella fogna che li abbiano resi facile dimora di poteri magici. Pertanto, non appena il Ministero della Magia ebbe scoperto l’accaduto iniziò ad incrementare le voci della leggenda rendendola una storia macabra da raccontare, anche a reggerla con incantesimi di memoria su chiunque avesse avuto modo di incontrare uno di questi animali. Altro fatto interessante da sapere è che un Nogtail, per esser certi che non torni più nella fattoria da cui viene cacciato, deve essere respinto con dei cani dal pelo bianco. Per fortuna della nostra contadina, il Ministero della Magia alleva i destrieri dal candido pelo al solo scopo di cacciare queste creature. Per cui l’Ufficio per la Regolazione e Controllo delle Creature Magiche si è recato alla fattoria per cacciare il Nogtail, che dal Ministero viene classificato con XXX. Tutto è stato spiegato alla proprietaria della fattoria, ma dubitiamo che ricorderà qualcosa in quanto una squadra di Obliviatori ha fatto il suo intervento. Probabilmente penserà per molto tempo che sia stato un malocchio vero e proprio. Speriamo che presto Happy Maple possa tornare al suo usuale splendore.

Derek Hide


Code • Oliver
 
Top
view post Posted on 2/1/2022, 02:10
Avatar

"Gran Sacerdote del Tempio della Pizza"

Group:
Giornalista
Posts:
1,461

Status:



Consegna Natalizia
Methley Street N°9, Kennington, Londra.
PROPOSITO #5
fai un regalo di natale.



U
n allocco di servizio era stato spedito dall'Ufficio Postale di Diagon Alley Sud il 23 Dicembre per consegnare sul balcone dell'appartamento di Jolene White un pacco regalo.
Protetto da un sacchetto di yuta, il dono natalizio dell'Infermiera sarebbe arrivato in tempo per la vigilia, nella speranza che per le vacanze il destinatario avesse deciso di cogliere la palla al balzo e lasciare Hogwarts per tornare nella capitale.
Per slacciare la sottile cordicella che chiudeva la sportina protettiva, Jolene avrebbe notato necessariamente la piccola busta rettangolare che vi pendeva d'un lato.
All'interno una lettera in pergamena riportava le seguente parole in stampatello impresso da una macchina da scrivere:
"A Jolene,
E' quasi sicuro che sarò in Islanda anche quest'anno per alcuni impegni di famiglia, ma volevo essere sicura ti arrivasse un pensiero in tempo per le feste.
Non ero sicura del giorno in cui non saresti stata più a Castello, quindi nel dubbio ho fatto recapitare qui il pacchetto (non fare caso alla quantità esagerata di paglia dentro la yuta: volevo assicurarmi l'umidità non rovinasse il regalo!).
Necessito pareri e critiche sul lavoro, quindi appena vedi tutto, mandami una lettera a Bibury: sarà la prima cosa che cercherò appena torno in Inghilterra.
Mangia tanto e colleziona per me tanti ricordi da fotografare e farmi vedere quando torno, Libi.
P.s. pagina 3 e pagina 11 sono le mie preferite.
P.p.s. l'avevo detto che sarebbe uscito fuori un bel lavoro, no?

Ariel Vinstav"


Aprendo il sacchetto, superato uno spesso strato di aghi di paglia, batuffoli di cotone e palle di carta, Jolene avrebbe trovato un pacchetto rettangolare di anonimo color beige: al suo interno si trova un album fotografico in copertina rigida rivestita di tessuto, decorata da ricami a tema naturale.
L'Album consiste di un journal fatto a mano in carta di pergamena artigianale su cui sono state incollate con del washi tape color caffè diverse fotografie scattate e sviluppate da Ariel.
Occasionalmente vengono riportati negli angoli delle pagine uno o più mesi con cui collocare temporalmente un periodo approssimativo in cui sono stati eseguiti gli scatti.
Ogni foto riporta luoghi visitati con Jolene da quando si conoscono, momenti precisi durante usciti e appuntamenti, ritratti di Jolene stessa (alcuni scattati senza che questa ne fosse consapevole) o foto con entrambe.

La prima foto della pagina riporta una foto in movimento scattata durante il loro primo incontro: i frame hanno catturato parzialmente la trasformazione di una rondine in Jolene, interrompendosi poco prima dell'impatto di questa contro l'obiettivo".
Pagina 3 ( x ), ( y ), ( w ), ( z ) "Novembre 1";
Pagina 11 ( x ), "Febbraio, Lilac Cabin"
role code by »ANNAH.BELLE« don't copy
 
Top
view post Posted on 14/3/2022, 21:58
Avatar

Group:
Mago
Posts:
1,248
Location:
Francia

Status:


Quel giorno nessun gufo avrebbe portato la missiva e l’elegante pacco presso l’alloggio privato di Jolene White. Eccezionalmente Lucien si era messo in sella alla scopa per far visita ad alcuni lontani parenti e durante il tragitto aveva operato una piccola deviazione per lasciare testimonianza del proprio passaggio. Avrebbe voluto darglieli di persona, ma non avendola informata per tempo del proprio passaggio non era riuscito ad organizzare un incontro e il tempo si era fatta sempre meno.

Cara Jo!
Ho fatto una capatina da zio Jacques settimana scorsa e ho acquistato questa vecchia macchina da scrivere che mi sono premurato di personalizzare. Dettale qualsiasi cosa vorrai e lei, in totale autonomia, provvederà a trascriverlo. Se farai partire una canzone usando il grammofono, lei ne riporterà l’esatta partitura. Fammi sapere se funziona bene e goditi al meglio il tuo compleanno!
Un abbraccio,
Lucien

 
Top
view post Posted on 2/1/2023, 17:35
Avatar

When the snow falls, the fox tries to survive.

Group:
Auror
Posts:
3,877

Status:



Un gufo, dal piumaggio scuro, giungerà nella casa di Jolene a Londra, planando sul davanzale di una delle finestre, reggendo una piccola scatolina dalla carta color kaki. Una cartolina è stata fissata sulla confezione e già dalla calligrafia, senza badare alla firma finale, si potrà intuire l'identità del mittente, ma del resto l'Auror non si è mai risparmiato dall'inviare all'amica qualche souvenir o eventuali altre cartoline dall'Australia. All'interno della confezione, vi è una palla Natalizia dipinta a mano raffigurante un canguro.
Che, invece, il gufo postino sia Australiano o meno, non è dato sapere.


DOPcBuf



Se non si dovesse leggere la scritta nella cartolina:
Carissima Jo,
immagino che a Londra stia nevicando. Tra non molto sarò di ritorno, forse per Natale. Conto di vederti e parlare davanti ad un calice di vino.
Baci, Aiden
 
Top
19 replies since 28/10/2018, 12:46   815 views
  Share