Sentiva nelle vicinanze un profumo speziato, tra zenzero e cannella, così zuccherino da far venire l'acquolina in bocca; aveva visto di sfuggita, di passaggio, più di un venditore ambulante e ricordava per giunta di come tanti mesi addietro lui e alcuni concasati avevano assaggiato il miglior boccale di vino elfico brulé proprio presso una di quelle bancarelle. Se ne avesse avuto modo, avrebbe ripetuto di gran lunga quell'esperienza. Tra l'altro, Penny - tra tutti - gli aveva chiesto di fare anche un salto da Mielandia e Oliver aveva promesso di effettuare per lui l'acquisto; non aveva assicurato circa un vero e proprio controllo nei riguardi delle caramelle che avrebbe recuperato al negozietto, ma ci avrebbe provato. Con lo sguardo un po' distratto, l'espressione un po' sovrappensiero, il Caposcuola di Hogwarts cominciò a chiedersi quanto a lungo aspettare prima di tornare sui propri passi. I suoi compagni di camerata riuscivano sempre a fare almeno un paio di scambi di figurine, e sebbene Oliver avesse iniziato la collezione ormai da anni e anni, non aveva mai ragionato in quel modo. Non era qualcosa che avrebbe potuto prendere in considerazione da solo, avrebbe dovuto ammetterlo, e il consiglio dei suoi concasati era stato più prezioso di quanto si potesse immaginare. Quando si sentì chiamare, non riconobbe subito la voce dell'altro, ma fu presto chiaro di aver avuto un pizzico di fortuna. Accennò ad un sorriso gentile, il capo rivolto verso il Ministeriale che più aveva visto in quell'ultimo periodo.
«Mr Remar, qual buon vento.» Con i saluti più sinceri e un certo apprezzamento alla scoperta di come il Mago di fronte fosse un padre di famiglia così premuroso, Oliver non riuscì a credere di avere avuto per davvero fortuna per un eventuale, forse vantaggioso scambio.
«Allora è vero, da queste parti ci si incontra per le Cioccorane. Sono alla disperata ricerca di alcune Carte Oro, più di tutte. Ho tantissimi doppioni, mi farebbe piacere poter essere d'aiuto ai suoi figli. Lo sarebbe anche per me, se riuscissimo a scambiare. Ecco.» Si sentì leggermente in imbarazzo quando recuperò un foglietto piuttosto malridotto, piegato una e più volte, con un angolo spezzato in alto a sinistra; non era stata colpa sua, quella lista gli era stata scritta da Timothy la sera prima, consultando e sistemando tutto il blocchetto di figurine che Oliver non aveva mai curato per davvero. Da parte sua, prelevava le carte necessarie per l'albume e tutti i doppioni, purtroppo, continuavano ad accumularsi in un cassetto. Timothy aveva saputo fare ordine. Porse la lista al Ministeriale, sulla stessa erano segnate tutte le carte che Oliver aveva come doppioni, e non erano affatto poche; in più, in risalto, c'erano anche quelle di cui aveva bisogno.
«Qualcuna dei miei doppioni che faccia al suo caso? Davvero, io potrei scambiare con tutti quelli che ho.» Sorrise, un cipiglio al volo sulla fronte.
«Guardi, sarei disposto anche a pagare per le carte che mi servono.»
