| Che fosse una grande battuta di caccia, o una più banale grande fuga, poco cambiava. Molti correvano, pochi ciondolavano, in una situazione ammantata oltre che di ombre di un significativo caos, di ogni ordine e grado. Ogni schema era venuto meno, ogni certezza si era dissolta, decisioni non venivano prese, il potente apparato bellico marciava a passo ridotto, stentando nel farsi un’idea troppo precisa su cosa fosse davvero necessario fare, come reagire, e in che direzione incamminarsi. Tutto questo era però impunemente sottovalutato da chi non apparteneva a quel tempo e a quel luogo, non era compreso nella sua devastante essenza, l’ordine delle cose e la loro natura erano stati stravolti in pochi attimi, un equilibrio millenario fondato su pochi prevedibili pilastri si era incrinato senza che nessuno potesse fare nulla, del tutto inaspettatamente non c’era più stato un piano da seguire. Il cielo e la terra erano franati miseramente, nell’ombelico stesso di un impero che non aveva eguali nella Storia. Una popolazione culturalmente ancorata al rischio zero improvvisamente si era trovata attanagliata dal caos più completo, nel luogo che il Cielo stesso aveva eletto quale sua dimora terrestre. Certo, era facile puntare il dito e sparare a zero, ma poi alla resa dei conti tutto assumeva una nuova inaspettata dimensione. Una chiave di lettura diametralmente opposta. Parallelismi storici che forse assumevano un molteplice e polivalente significato. La grande fuga della frangia più ribelle sembrava infine essersi conclusa. Il Gruppo era tornato a ricongiungersi, dopo l’ennesimo bagno di umiltà, e si era riscoperto forse più coeso di quanto non avesse sospettato. Una comunione d’intenti, pur in presenza di obiettivi diversi e idee anche distanti su quanto fosse necessario fare, e come farlo. Dopo tutto non era tanto una questione di destra o sinistra, molto probabilmente indifferenti, ma sul cosa e come. La Città Proibita stentava ancora a reagire, a mettere sul terreno una risposta organica a un problema ancora incognito e incompreso nella sua reale portata. C’era, era reale e in quel preciso momento prendeva forza, ma cosa davvero fosse e quale ne fosse l’essenza più recondita ancora sfuggiva alla comprensione. Come affrontare qualcosa di cui si ignora il senso? Rinserrati i ranghi, rimandato a destinarsi il momento della riconciliazione, dando sfoggio di un’invidiabile altruistica fiducia nel prossimo, era tempo di tornare a occuparsi della stretta attualità prima che gli eventi tornassero a imporsi su di loro. Allentata la morsa di una tirannide avversa, sembrava indispensabile fare l’impossibile a che questo non tornasse a concretizzarsi. Dovevano muoversi, probabilmente in più d’un senso, sin tanto che ne avessero avuta la possibilità. Accantonati i rimorsi, sbarazzarsi delle minacce più prossime sembrava il più ovvio dei piani. Quattro mal capitati avrebbero scoperto la loro sorte. Confusi ma non inermi i primi due in scaletta (2, 3) nel giro di pochi minuti ricevettero una tale scarica di attenzioni che difficilmente si sarebbero potuti riprendere in meno di un’era geologica. Il variabile combinato disposto di quanto uno sfavillio di luci avesse prodotto, all’osservatore meno accorto sarebbe stato di impossibile comprensione. E anche all’intelligibilità del più accorto diversi elementi sarebbero sfuggiti. Immobilizzati più volte, e in più d’un senso, quanto traspariva alla distanza di diverse yarde fu solo l’immane mole d’acqua che travolse il primo (2), che non troppo sorprendentemente non fece nemmeno nulla per arginare il problema. Chi o cosa fosse venuta prima di un’altra non era dato a sapersi, quello che era certo, pur senza tangibili rassicurazioni, era che entrambi non sarebbero più stati un problema. Confusi, immobilizzati, saldati e ancorati al marmo come avrebbero potuto? Un eccesso di zelo, o una ponderata strategia? Mentre la maggior parte dei nove viandanti si preoccupava della minaccia non fantasma ma più immediata, di cosa si sarebbero dovuti preoccupare i rimanenti? E la terza variabile (1) che ruolo avrebbe rivestito in quel’arzigoggolato arabesco? La grande scommessa era stata agire sui più prossimi ma temporaneamente inermi, fingere qualche preliminare con l’ultima arrivata (W), delegare al Corvonero (B) la risoluzione della maggiore delle controversie, e sperare che nel frattempo coloro che erano sempre più prossimi a loro (1) non li scorgessero. Il segugio solitario (5) era ormai considerato acqua passata, la speranza taciuta era dunque che continuasse a esserlo. Ma chi sarebbe stato più celere? Il Gruppo a elaborare una strategia, spartirsi gli obiettivi, agire, o una semplice coppia di uomini pur impreparati ma sul chi vive, confrontati con un problema dritto davanti a loro, di qualche decina di yarde? Il primo dei loro alleati li avrebbe occultati, la seconda difesi. Avrebbe funzionato? Era tutta una semplice questione di tempo. Ma come avrebbe potuto fare prima un gruppo variegato di dodici elementi, confrontati con una nuova alleata inaspettata, rispetto alla semplice coppia di attempati autoctoni? In testa alla comitiva dei nuovi arrivati, a cose ormai fatte, si trovavano ancora la prode Tassorosso (E), e il buon Timur (Y1), che furono anche gli unici a essere investiti dall’attacco della strana coppia (1). Due colpi beni assestati, con la violenza di uno schiantesimo, ed entrambi a terra. Il tempo sufficiente a che però il Corvonero (B) agisse a sua volta sulla ronda. Aspettando un secondo colpo che invece tardava a palesarsi questi poteva sperare di non aver fallito, e rimandato l’inevitabile? Era tempo di procedere in quella direzione, e sbaragliare la potenziale minaccia? Una nuova rassicurante aurea rossa avvolse la testa del gruppo, laddove era rimasta sulle sue gambe e incolume la Grifondoro (K), non troppo distante da quella che auspicabilmente sarebbe continuata a essere la loro guida: Tourandot. Tirandosi in piedi, e dando più d’una mano ai due commilitoni abbattuti, nel senso migliore del termine, il gruppo si rimetteva infine in cammino. Tempo per la Corvonero (P) di agire? Si stavano allontanando, perché non richiamare l’attenzione vicino, ma non troppo? Perché non dare qualche ulteriore grattacapo ai loro potenziali inseguitori? Cos’avrebbero capito, e come lo avrebbero interpretato? Fatto il misfatto eccola ricompattarsi con la coda del gruppo, in compagnia dell’Aurea e del valoroso alleato. Ce l’avevano fatta, almeno per il momento. Eppure li attendeva un’ancora lunga camminata. Presto, presto. Sosteneteli ma procediamo! Stiamo perdendo troppo tempo, e il tempismo è tutto. Se lo spostano sarà molto più complesso trovarlo, e non abbiamo tutto questo tempo. Presto o tardi reagiranno le guardie. La melodiosa voce della loro guida era tornata a farsi largo, trasudando tutta la dannata fretta che avevano. In un modo o nell’altro stavano depauperando un capitale che molto difficilmente sarebbe stato possibile ricostituire. E quando la clessidra si sarebbe infine svuotata, cos’avrebbero fatto? A cosa si sarebbero appellati, prima di finire con l’essere impiccati, nella migliore delle ipotesi? Come districarsi in quel labirinto di ambienti tutti uguali? Dove stavano andando? Fatto stava che dopo il diversivo della Corvonero a maggior ragione avrebbero dovuto muoversi. Ma cosa li attendeva? Quand’anche si fossero lasciati alle spalle la strana coppia di immobilizzati, che in quel momento si trovava ancora davanti al gruppo, la strada sarebbe sembrata poter risultare quasi sgombra, almeno in un primo momento. Al cortile che si erano ormai lasciati alle spalle seguiva un secondo ambiente molto simile per natura e dimensioni, seguito a sua volta da un terzo. Per quanto non si potesse certo affermare gli architetti di quella Città brillassero per varianza, nell’aspetto era identico a tutti gli altri, era nella sostanza a essere cambiato tutto. Due uomini in nero si tenevano sullo sfondo parzialmente in ombra, quasi restii a mostrarsi eccessivamente. Al centro, invece, molto vicini a una fontana ornamentale, particolarmente placida e conciliante, una coppia di draghi prossimi all’essere dorati, che nella penombra sonnecchiavano, o quasi. Quello che almeno per dimensioni sembrava essere il maggiore era sdraiato sul marmo bianco, e inondato di una tiepida ma calda luce riflessa delle lampade che rischiaravano l’ambiente, più discosto, intento a giocherellare con la coda del maggiore, un secondo draghetto, più piccolo, e decisamente più sveglio; tra una zampata e l’altra. Cos’avrebbero dovuto fare? Dall’altro lato della barricata la situazione restava forse anche più tesa. Erano molteplici le preoccupazioni, molte le aspettative che non dovevano essere deluse, troppo era quello che sarebbe potuto andare perso se anche soltanto si fossero corsi rischi non calcolati. Era tutto molto più complesso, e gravido di potenziali disastrose conseguenze. Si potevano permettere di perdere più risorse sul campo, ma non potevano cedere terreno, mettendo in sicurezza cortile dopo cortile, con l’accortezza e tutta la pazienza necessarie. Il tempo dopotutto non era il problema, l’importante era l’obiettivo. Almeno nel caso dei pochi in prima linea (T). La Tassorosso viveva non certo di buon grado quella travagliata relazione con un popolo che non si poteva certo affermare comprendesse, e che dal canto suo non sembrava nemmeno far molto perché accadesse. Dopotutto chi avrebbe dovuto fare la prima mossa? Qual era l’approccio da seguirsi in quei casi? Un alto burocrate imperiale aveva già diversi problemi nel relazionarsi con gli autoctoni, figurarsi con il resto di un mondo che non era nemmeno il suo. Probabilmente stava lì l’inghippo, un freno a che tutto proseguisse come auspicato. E poi la domanda. Un timido cenno d’intesa, che forse era stata inspiegabilmente infine trovata. Perché così, perché così casualmente? È tempo di fare qualcosa. Tu ragazza, preoccupati del centro. Arretrate con ordine, lentamente, senza che il nemico sospetti qualcosa, concedete semplicemente terreno. Capitano, che le ali avanzino, fanteria pesante avanti, preparate gli arcieri, che offrano una modesta copertura sino a nuovo ordine. E che il Cielo ce la mandi buona, non sono mai stato un soldato. Che diamine stava cianciando il vecchio? Qual era il senso di quella strategia? Avrebbe potuto pensarci la Tassorosso, si sarebbe limitata ad eseguire, o l’avrebbe messa in discussione? Qual erano i margini di manovra? Non sembrava però che il giovane capitano (6c) avesse intenzione di mettere in dubbio gli ordini ricevuti. Mentre gli arcieri si sparpagliavano preparandosi all’azione, sembrava che qualcosa stesse effettivamente finalmente succedendo. Qualcuno aveva infine messo una strategia sul tavolo. Lo era davvero? O comunque sembrava averlo fatto, e per un esercito in armi, giusta o sbagliata che fosse, era comunque qualche migliaio di volte meglio che non sapere cosa fare, e come farlo. La Tassorosso che ruolo avrebbe assunto in tutto quello? Qualcosa la trascinava in avanti, raggiungendo le prime linee, con buona pace di quei draghi che non si vedevano da nessuna parte, e che continuavano a mancare. Sarebbero mai giunti? La giovane, in compagnia della Grifondoro (F) aveva a sua volta elaborato un piano, per quanto forse non avesse tenuto in debita considerazione tutte le circostanze del caso. La luce sarebbe corsa in loro aiuto, fedele alleata di mille peripezie, ma quali sarebbero state tutte le conseguenze? Era forse ormai tardi per rifletterci. Mentre con una mano serravano gli occhi, schermandosi dal sole nascente, con l’altra ne spalancavano la via. Un lampo abbagliante, accolto da più d’un gridolino, seguito da un tiepido silenzio nel raggio di diverse yarde. Le armi tacevano, le ombre stordite tentennavano, dall’uno e dall’altro lato. Se effettivamente buona parte delle nuove forze ribelli erano o sembravano essere Ombre, era pur vero che quasi l’intera forza imperiale schierata in quella piazza lo era altrettanto, e senza dubbio. I molti lampi di luce che a catena stavano seguendo lungo l’intero fronte, erano stati davvero un aiuto? Si erano conquistati a buon diritto qualche attimo per riprendere fiato, darsi una sistemata e prepararsi alla ripresa dello scontro, una stasi però che accomunava alleati e non. Lampi a intermittenza che rischiavano a maggior ragione di abbagliare gli stessi Ateniesi che in un modo e nell’altro punteggiavano un solo lato del fronte. Era dunque l’occasione a che la Corvonero (G) mettesse infine in pratica un’idea che le frullava nella testa già da diversi minuti. Anche in quel caso sembrava infine che la pazienza e la perseveranza potessero premiarla. L’innaturale e stupefacente calma con cui la Grifondoro (J) aveva ancora nei primi momenti di quella surreale avventura inseguito il suo sogno, sembrava infine consacrare il successo anche della giovane Corvonero. Mentre si concentrava nella quiete quasi assoluta, con gli occhi socchiusi e sperando che gli Dei gliela mandassero buona, diversi lampi erano sopraggiunti, quando infine aveva naturalmente deciso di agire, con un tempismo inconsapevolmente perfetto, ecco lo sguardo mettere a fuoco la vittima designata (7t). L’avrebbe persa la sua spada? La giovane sarebbe riuscita nel suo intento? In una calma irreale ecco il suo debole mormorio, e la spada che volava via nella riconquistata notte. Altrove la situazione era per certi versi migliore, più distesa, ma peggiore, più concitata mentre la ponderazione delle ultime nuove apprese proseguiva. Avrebbero inseguito un’ombra sfuggevole e già sfuggita nella speranza che sponte sua volesse farsi trovare. Ma sarebbe successo? Nelle altre zone della Città qual era la percezione di ciò che stesse accadendo? L’area era sufficientemente ampia da distorcere la realtà tra un quadrante e l’altro? Chi avrebbero dovuto trovare, era già consapevole di essere potenzialmente sotto la minaccia di qualcuno che non sarebbe mai dovuto essere lì? E se l’avesse saputo, come avrebbe reagito? L’alto burocrate attento al dialogo che andava avanti tra i giovani commilitoni di tanto in tanto annuiva, palesando il suo assenso, su quello che evidentemente doveva essere un ragionamento di senso compiuto. Che avessero intuito qualcosa cui lui non aveva pensato? Che fosse esattamente lo stesso che avrebbe fatto da solo? Corretto, ha senso. Il Figlio del Cielo potrebbe essersi diretto in un primo momento verso i Giardini Imperiali, laddove vi abbiamo trovato non troppo tempo fa, e proseguendo potrebbe aver raggiunto altri giardini, o semplicemente essersi fermato in un qualche padiglione. Direi che vi sia l’imbarazzo della scelta sotto molti aspetti, e non sarebbe la prima volta. L’unica certezza è che non è dove dovrebbe. Presto, venite. Dobbiamo trovarlo, ho un brutto presentimento. Ping potrebbe avere ragione. Presto, andiamo. Il non troppo giovane ministro si era incamminato di gran carriera verso la direzione auspicata. E dunque, era quello il loro compito? Era sempre stato quello? Raggiungere quell’uomo, che molto probabilmente non era nemmeno un uomo, ma per farci cosa? E dove si trovava? Altro che imbarazzo della scelta, sarebbe potuto essere ovunque. Come riconoscerlo? Come trovarlo? Cosa stavano inseguendo, e con quali probabilità di successo? Come avrebbero dovuto procedere? Ottimo fanciulli, direi che soprattutto gli Imperiali abbiano fatto sostanziali progressi. Ovviamente speriamo nella direzione giusta! Dunque, nel caso dei Ribelli avete con un certo margine sistemato un primo problema, mentre con un certo affanno vi siete anche occupati del secondo. Onestamente non si è ben capito perché, ma sono dettagli. Sostanzialmente è successo tutto quello che avreste voluto, i condizionali hanno trovato tutti il loro senso, solo il povero Timur e l’Aurea hanno riportato qualche ammaccatura. Nulla di grave, una semplice botta per terra. In testa al gruppo si trovano K e Tourandot, mentre in coda E e Timur insieme a chi ha offerto loro una mano. La Nebula ha correttamente coinvolto (1), la coppia di ronda, che ha però potuto reagire prima di B. Al momento si trovano ‘in stasi’ al suo interno. I cinesi conosceranno il Nebula? A fronte della molta luce che ha segnato le sorti dell’altra squadra il periculum di P non è stato avvistato, che non è una brutta cosa, mentre i Png ne sono al corrente. Nel caso degli Imperiali qualcosa è cambiato. X2 ha tirato fuori dal cassetto un’idea, e c’è un nuovo piano sul tavolo. Ovviamente molto dipende da T. Diversi lampi di luce hanno puntellato il fronte, interessando sì i ribelli, ma anche le forze imperiali, e soprattutto la scarsa coordinazione delle varie apparizioni potrebbe aver creato qualche conseguenza anche nella vostra squadra. L’unica a non subirne le conseguenze per fortunate coincidenze è G, che tra l’altro è anche l’unica ad aver tentato ‘altro’. Riesce nel suo intento, 7t è disarmato. Cosa farà? Tranne gli abbagli non riportate danni, e nel frattempo lo scontro tace, a eccezione di isolate sacche remote, come l’ala destra del fronte imperiale, dove di luce se n’è vista ben poca. Il resto della comitiva si è invece avviato, in buona compagnia, alla ricerca di funghi e margherite. Vi ricordo, ad imperitura memoria, che come sempre le Statistiche e l'Exp sono importanti, possono molto, ma sono dettagli del tutto trascurabili rispetto a tutto il resto. Conta l'On e non l'Off, che determina semplicemente alcuni limiti indicativi di come possiate agire. Vi rammento da ultimo le squadre, con relativi riferimenti: Ribelli: Eloise (E), Casey (K); Daddy (D), Mya (M); Phoebe (P), Susan (S), Caleb (C), Derek (B); Vath (V); Jane (W). Imperiali: Megan (H), Thalia (T); Oliver (O), Emily (R); Jean (G), Juliet (J), Lucas (L), Rose (F); Katherine (Q), Ariel (A). Dove sapete trovate le vostre schede, al momento dell'inizio del gioco, e dove sapete troverete per un po' di tempo le relative mappe del caso. Salvo controindicazioni, o compromessi successivi, tutte le scadenze sono da intendersi quali 22.59 del giorno indicato. La vostra prossima scadenza, che non è vietato anticipare, è il:
2 - XII Eloise (E) Punti Salute: 203/243 Punti Corpo: 142/147 Punti Mana: 149/149 Exp: 39 | Casey (K) Punti Salute: 150/175 Punti Corpo: 140/144 Punti Mana: 178/178 Exp: 10 | Daddy (D) Punti Salute: 278/327 Punti Corpo: 270/283 Punti Mana: 294/296 Exp: 78 | Mya (M) Punti Salute: 190/221 Punti Corpo: 110/166 Punti Mana: 163/163 Exp: 61 | Phoebe (P) Punti Salute: 85/118 Punti Corpo: 70/79 Punti Mana: 62/62 Exp: 2 | Susan (S) Punti Salute: 116/131 Punti Corpo: 62/69 Punti Mana: 70/70 Exp: 7 | Caleb (C) Punti Salute: 132/152 Punti Corpo: 73/83 Punti Mana: 77/77 Exp: 7 | Derek (B) Punti Salute: 202/247 Punti Corpo: 212/219 Punti Mana: 232/232 Exp: 24 | Jane (W) Punti Salute: 175/175 Punti Corpo: 121/121 Punti Mana: 136/136 Exp: 28 | Timur (Y1) Punti Salute: ? Punti Corpo: ? Punti Mana: ? - | Calaf (Y2) Punti Salute: ? Punti Corpo: ? Punti Mana: ? - | Turandot (Y3) Punti Salute: ? Punti Corpo: ? Punti Mana: ? - | Megan (H) Punti Salute: 182/209 Punti Corpo: 160/160 Punti Mana: 167/167 Exp: 21 | Thalia (T) Punti Salute: 235/267 Punti Corpo: 195/195 Punti Mana: 230/230 Exp: 44 | Oliver (O) Punti Salute: 222/315 Punti Corpo: 271/285 Punti Mana: 320/343 Exp: 60 | Emily (R) Punti Salute: 267/305 Punti Corpo: 278/284 Punti Mana: 270/286 Exp: 56 | Jean (G) Punti Salute: 84/107 Punti Corpo: 45/50 Punti Mana: 50/50 Exp: 3 | Juliet (J) Punti Salute: 95/143 Punti Corpo: 60/68 Punti Mana: 103/103 Exp: 9 | Lucas (L) Punti Salute: 110/148 Punti Corpo: 51/60 Punti Mana: 56/56 Exp: 12 | Rose (F) Punti Salute: 90/120 Punti Corpo: 60/70 Punti Mana: 72/72 Exp: 3 | Katherine (Q) Punti Salute: 160/180 Punti Corpo: 108/118 Punti Mana: 137/137 Exp: 27 | Ariel (A) Punti Salute: 151/176 Punti Corpo: 120/125 Punti Mana: 115/115 Exp: 24 | Ping N. (X1) Punti Salute: ? Punti Corpo: ? Punti Mana: ? - | Pong R. (X2) Punti Salute: ? Punti Corpo: ? Punti Mana: ? - | Pang V. (X3) Punti Salute: ? Punti Corpo: ? Punti Mana: ? - |
Alcune postille! A fronte della semplice constatazione che i più giovani sono molti, e i più anziani sempre più anziani, per quanto sia certo che nel frattempo siate tutti perfettamente al corrente delle svariate peculiarità della Tuke, il pettegolezzo è un'Arte, sottolineo un paio di conquiste che abbiamo raggiunto nel tempo: - A ogni post corrisponde al massimo un'azione magica, che veda o l'impiego attivo di un artefatto, che decidete voi di utilizzare, o il ricorso a un incantesimo, ferme restando le solite regole. Se nello stesso turno volete correre una maratona, fare un salto dal parrucchiere, e tirare castagne all'indirizzo di un passante molesto, queste non costituiscono azioni ulteriori. Nei limiti del possibile, quindi, una sola azione magica per volta, e tanto buon senso. L'obiettivo rimane snellire e velocizzare il gioco quanto più possibile, se volete fare il quarto grado a un vostro alleato fate tutto in un solo post, e non abbiate timore della vostra ombra, ci sarà ben altro di cui preoccuparsi; - A proposito di interpretazioni, mi sembra di intuire stiate seguendo la prassi, almeno a livello pratico, con in generale dei buoni risultati e un'ottima coordinazione, almeno per coloro che al momento si sono trovati 'al fronte', ossia i Ribelli. Entro però i confini delle nostre regole, potete tranquillamente darvi a un'interpretazione creativa anche dei vincoli che solitamente un Master impone alla gestione degli incantesimi. Ci terrei infatti nello sfatare il mito del: ogni incantesimo ha un unico fine. Se doveste allacciarvi le stringhe, quale sarebbe l'incantesimo giusto? Non conoscete il Frenonectio (che non avevo mai sentito), quindi non è possibile allacciarsi le scarpe? O potrebbe comunque sopperire efficacemente un Wingardium Leviosa? Oppure il Veronesi, quali strabilianti risultati potrebbe in realtà celare questo porello d'un Veronesi? Si possono fare molte cose con un incantesimo, stiamo pur sempre parlando di Magia. I più giovincelli e meno esperti, che hanno magari un arsenale apparentemente limitato, con un buon ragionamento e una lettura astuta tra le righe, sono piuttosto sicuro lo vedranno quanto meno ampliarsi. Quelli più esperti, e meno giovani, ricorderanno un epico scontro in una trincea con quelli che erano forse Berretti rossi, nella Francia medioevale, no? Ovviamente dovrete gestire la cosa in On in maniera molto chiara, e intelligente, ma guardandola da un punto di vista un po' diverso dal solito anche la I Classe offre strabilianti possibilità. Al pari, evidentemente, serve molto buon senso. Un brutto ceffo può essere abbattuto con un Prurito? E un drago? Le possibilità che una mente ingegnosa è in grado di scovare potrebbero essere sorprendenti. - Nel corso dei turni torneranno alla ribalta i nostri ormai mitici compagni di giochi, segugi, smilzi, bonzi... Al netto di una rinfrescata d'abito anche per loro i presupposti teorici rimangono gli stessi di sempre; - Per quanto riguarda le Ombre. Al momento il nostro inventario può vantare: Segugi: sono Ombre di dimensioni discrete, simili a un cane non troppo grande, spesso accucciate e sedute fiutano letteralmente l'aria, drizzando le due curiose antenne che ne incorniciano il capo. È piuttosto difficile determinare se usino effettivamente l'olfatto, l'udito, il gusto o la vista. Due vispi occhietti gialli sono indiscutibilmente i dettagli più facili da cogliere, e i migliori segnali della loro presenza. Sembrano essere fatti di pura e semplice oscurità, molto più nera di qualunque notte, in controluce è dunque forse più semplice individuarli, per quanto su distanze più che brevi resti un esercizio veramente complesso. La loro oscurità sfuma dolcemente, secondo un'impercettibile scala, schiarendosi, aiutando a mimetizzarsi nella notte. Si muovono strisciando, quasi scivolando, su due o quattro zampe. Non è ben chiaro come comunichino la natura delle loro scoperte, ma... Non è neanche dimostrato abbiano particolari doti offensive, o difensive. Sono a tutti gli effetti esploratori; Algidi: la sostanza di cui sono fatti, ossia i sogni, è in tutto e per tutto identica a quella delle altre Ombre, Segugi in testa. Diversamente da questi ultimi, però, sfoggiano senza un preciso disegno, quelle che apparentemente potrebbero sembrare le 'placche' di un'armatura metallica. Ossia la loro oscurità è interrotta da fasce argentate, o comunque qualcosa di simile. Il capo è facilmente riconoscibile, e li differenzia dagli altri, essendo quasi interamente argentato. Hanno una sagoma particolarmente flessuosa e algida, e presumibilmente possono anche essere particolarmente agili e veloci sulle loro due chiare e corte gambette. Non è chiaro che doti difensive e offensive abbiano, al pari del come comunichino. Sono però a tutti gli effetti fanteria leggera; Bonzi: diversamente dalle altre Ombre, questi sono esseri veramente di dimensioni considerevoli, al pari di un gigante. Assomigliano a livello ideale a dei pupazzi di neve, particolarmente grassi. Si muovono lentamente, molto lentamente, il che è proporzionale alla mole di quello che dovrebbe essere un corpo decisamente ingombrante. La loro oscurità è interrotta da leggeri increspature dorate, quasi a definirne i contorni delle singole parti: i polsi, le clavicole, il collo, il busto, le ginocchia. Non è chiaro che doti difensive e offensive abbiano, al pari di come comunichino. Sono però a tutti gli effetti fanteria pesante; Banditi: al momento sono le uniche Ombre, almeno intuitivamente non troppo dissimili dalle altre, dalla parte dei Ribelli. Al pari degli Algidi, sono figure snelle e slanciate, solo leggermente più basse e scattanti nei movimenti. Hanno il volto quasi completamente coperto da un lungo turbante, e il corpo coperto da una veste azzurra, che presumibilmente non è la vera 'pelle'. Dunque sembrano fatti anche loro 'della stessa sostanza dei sogni', ma questo è meno certo. Quello che invece è evidente è che siano armati di una sciabola, o per chi preferisse essere molto più puntuale, una spada corta cinese, piuttosto in voga in età Ming, e che trovate facilmente in giro. Diversamente dalle Ombre imperiali, sono Ombre particolarmente sfuggenti e agili, abili nello sparire e nel confondersi, ma particolarmente reattive in caso di imprevisti; Arcieri: la sostanza di cui sono fatti, ossia i sogni, è in tutto e per tutto identica a quella delle altre Ombre, Segugi in testa. Diversamente da questi ultimi, ma sulla falsa riga degli Algidi, sfoggiano un paio di pesanti guantoni apparentemente di cuoio bianco, e stringono tra le mani un pesante arco. Sul capo portano un curioso cappuccio rosso che li rende facilmente distinguibili anche al buio. Non è chiaro che doti difensive e offensive abbiano, al pari del come comunichino, ma devono essere molto bravi con le frecce, ma di che natura? Sono a tutti gli effetti fanteria da tiro; - Le volte scorse avete iniziato a familiarizzare con il concetto di 'refrattarietà magica' da parte di alcuni figuranti, solitamente nelle ultime fasi del gioco, in occasione di 'botte da orbi', tenetelo a mente. Al pari delle peculiarità storiche del contesto di riferimento, sono piuttosto sicuro che i vostri 'esperti', proporzionali al grado di difficoltà del vostro lato del tavolo, vi abbiano già illustrato alcune cose. Ottimo, rifletteteci bene, i dettagli non sono sempre casuali; - Sèocculto: qualora si rendesse necessario ricorrere a un incanto di gruppo, proporzionalmente al numero dei suoi membri, il valore di riferimento del Mana rimane quello di chi esegue l'incanto, scontando una sua proporzionale riduzione, per mantenere il rapporto di 1:1 che in circostanze abituali dovrebbe avere. Più il gruppo è ampio, più si riduce il Mana, dunque più è probabile veniate visti, sempre a patto vi sia un Osservatore dotato di un Mana superiore. Di conseguenza frazionate il più possibile i gruppi, tenendo conto di chi debba eseguire l'incantesimo, per celarsi agli occhi di chi. - Abbiamo riesumato il nostro vecchio amico Defcon, altri non è che un 'indice sintetico di allarme' delle forze che presidiano la fortezza. Più si avvicina a 1, l'allarme rosso, più le guardie saranno nervose e guardinghe. Ovviamente sapete che guardie e ronde possono non essere come sembrano, e possono cambiare rapidamente di natura, ormai conoscete una parte dei nostri amici di merende. Giusto? Ma per il momento tutto appare tranquillo, normale e ordinario. Nessuno sospetta nulla. A beneficio di tutti il Defcon è palese, e riportato in ogni post. A fronte delle dimensioni della Mappa, ogni quadrato (A-N) ha un Defcon specifico, influenzato dalla vostra condotta, che a sua volta influenza il Defcon dei quadrati vicini. Se il Defcon di un quadrato tocca 2 è allarme rosso per quello specifico quadrato, se si scende a 1 l'allarme è generale. Al momento siamo a Defcon 1 ( = ). Allarme generale, e Outlook stabile.
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