| Che sarebbe stata una notte particolarmente lunga e impegnativa era cosa nota, non era del resto poi una gran novità. Ma era davvero così? Quanto era diffusa tale consapevolezza, e in quanti lo erano stati sin dal principio? Erano gli inconveniente di una certa riservatezza che ormai da molti anni andava connaturando un’attività sui generis come poteva esserlo Atene, con tutte le sue eccentricità. Perché erano capitati nel mezzo della Cina imperiale, perché proprio quel giorno? A cosa stavano prendendo parte controvoglia, o forse nemmeno quello. Come si sarebbe potuto non aver voglia di fare qualcosa che dopotutto inconsapevolmente si stava cercando di fare, pur non sapendo cosa e perché fosse davvero in moto? Sino a quel momento tutto si era circostanziato in una semplice battuta di caccia, in cui l’Ifigenia di turno si sarebbe infine smaterializzata. Eppure qualcosa doveva pur esservi sotto. Al netto della graziosa opportunità che solo una risicatissima minoranza delle forze in campo disponeva, uscirne tutto sommato sani e incolumi nel lungo periodo, tutti gli altri stavano prendendo parte a un gioco particolarmente rischioso, e ricco d’incognite, che avrebbe con ogni probabilità avuto delle pesanti conseguenze storiche, sia che volgesse a loro favore o sfavore. Sarebbe dunque risultato particolarmente saggio, nonché utile, domandarsi il cosa stesse davvero capitando tra una corsa e una capatina nel più improbabile dei molti angoli di quell’immenso luogo, la cui sacralità era di gran lunga scaduta sin dal loro arrivo, ma che con un minimo di conoscenza a disposizione sarebbe apparsa immutata nell’arco di più generazioni. Nonostante tutto, cos’era cambiato a distanza di molti secoli? Erano in presenza di una silente svolta della Storia, o di una significativa scampagnata notturna al chiaro di luna? E che diamine di fine aveva fatto la più ambita delle prede? Nonostante tutto, e indipendentemente dal quanto fosse chiaro ed evidente, l’epica scampagnata proseguiva. Generalmente parlando erano in diversi, se possibile, a trovarsi a mal partito, in quel caso indipendentemente dalla fazione di appartenenza. Quanto era probabile potesse accadere? Eppure, era così. Chi in un modo e chi nell’altro. Le cose da fare non si poteva certo affermare mancassero, i più ribelli dell’allegra brigata si erano cavati finalmente poc’anzi dall’impiccio, ennesimo di una lunga serie, per trovarsi invece ora ai limiti di quello che sarebbe potuto potenzialmente essere molto peggio. Con i draghi, si scherza? Nonostante le molte incognite, qualcosa avrebbero comunque dovuto fare. O forse no? Passati oltre, l’Aurea e l’ultima arrivata ebbero infine occasione di chiarirsi le idee, e accantonate insidiose remore, che in nuove probabili disavventure ne avrebbero aggravate le criticità; era tempo di guardare oltre quella breve ma intensa parentesi. Cavarsi da un grosso impiccio richiedeva inevitabilmente un grande piano, che considerasse le variabili in campo, il margine d’incertezza della messa a terra dello stesso, e la non remota eventualità di trovare nella migliore delle ipotesi una certa resistenza, in difesa o peggio in attacco. Raccolte le informazioni a disposizione, l’Argentea rotti gli indugi andò tratteggiando, a beneficio del resto del gruppo, una linea da seguire. Forse non un piano vero e proprio, ma sicuramente una suggestione che potesse guidare l’agire collettivo. Erano forse troppi per sperare che un piano potesse essere davvero imbastito e realizzato in una manciata di minuti, e al loro crescere aumentavano esponenzialmente anche le incognite di cui avrebbe dovuto tener conto. Ma tracciare una linea era dirimente, e decisivo, nella speranza ovviamente che potesse risultare utile, facendo la differenza. Tre i poli attorno cui si sarebbe calamitata l’attenzione di tre differenti voci della compagnia: i draghi, gli eunuchi e il gruppo. Di più facile identificazione, giocando letteralmente in casa, la loro gentile Guida e il navigato Corvonero (D) si trovavano confrontati con la più azzardata parte del piano. Preparare le difese contro un fallimento non troppo remoto del resto della loro azione. Quattro mani per sopperire alle eventuali mancanze di tutte le altre. Il ruolo riservato alla seconda voce di quella strana coppia non era trascurabile, ma buone le speranze. Acqua e scudi non erano così inconciliabili per natura, ma in quel caso la minaccia da cui avrebbero dovuto guardarsi tali difese sarebbe stata delle più formidabili. E forse anche delle più inutili. Se i draghi non avessero fatto una piega sarebbe stato nulla più che un ingegnoso passatempo, ma erano ormai anche ben consci che il tempo fosse qualcosa di estremamente prezioso, che doveva dunque essere saggiamente investito sin tanto che se ne aveva a disposizione. Lentamente, imperscrutabilmente, aria e acqua, un elemento particolarmente fortunato sotto molti aspetti nel loro specifico caso, andavano miscelandosi e distendendosi, e che gli dei gliela mandassero buona, una volta tanto. Era poi la volta della più esperta dei Tassorosso (M), o almeno quella che sembrava saperla più lunga su quelle strane scampagnate notturne. Occuparsi della minaccia più prevedibile di quelle facilmente identificabili: i guardiani notturni di quel museo a cielo aperto. Una coppia, non troppo distante, illuminata il giusto per essere oggetto di particolari ma indesiderabili attenzioni. In quel caso però c’era una seconda sensibile variabile di cui tener conto, e che si trovava esattamente al centro della traiettoria: i draghi. Immobilizzare entrambi i soggetti (2-3), tenendo in riserva il rincalzo di C, congelando una potenziale minaccia al resto del piano, e giocando a posteriori la carta dello schiantesimo non sembravano essere mosse eccessivamente azzardate. Regalavano solo più tempo a che il grosso di tutto potesse dispiegarsi. E tutti gli altri? Delineata l’idea, sulla base di quanto aveva implicitamente suggerito il Corvonero (B), il peggio doveva ancora venire. Due draghi spensierati e giovani potevano comunque rappresentare un enorme problema supplementare a quanti già non mancassero, ma con un po’ di fortuna non sarebbe andata troppo male. In cima alla lista delle priorità sicuramente il confonderli abbastanza da renderli sufficientemente mansueti da poter essere impiegati alla bisogna. In quanti avevano mai preso in considerazione l’ipotesi di portare a pascolare un drago, al pari di un barboncino? C’era davvero il rischio di un’emulazione di massa, o quella stessa massa sarebbe finita incenerita tra il giubilo di folle festanti? Dunque, via con la confusione sulla coppia di mal capitati (K, S, B), mirando alle parti più sensibili a disposizione, che nonostante l’importante distanza, restavano la miglior speranza di successo. Confuso il maggiore cosa sarebbe dovuto accadere? Confuso un drago addormentato come avrebbe dovuto reagire, se non proseguendo nel sonnecchiare distratto? Cosa sarebbe stato necessario a svegliarlo? Il secondo, invece, se confuso l’avrebbe dimostrato. Era dunque già arrivato il momento perché le ultime due in lizza potessero agire (E, W). Gru e passerotti che fine avrebbero fatto? Con soddisfazione di entrambe erano già in volo, nella direzione corretta, per quanto ancora tra il gruppo e i draghi. Si sarebbero fatti notare abbastanza dai due potenziali confusi, e resi volutamente più miopi di quanto non sarebbero stati? Ovviamente nella speranza che non vedessero più di quanto non avrebbero dovuto. Un nutrito gruppo di astanti sarebbe stato meno invitante di due coppie di puffosi volatili? Una fortunata gru non sembrava voler andare d’accordo con la sua fida compagna, volava dunque direttamente verso nord, mantenendo un basso profilo, indifferente alle attenzioni che avrebbe dovuto invece sollevare. Il restante trio si faceva invece largo verso nord est, quasi tagliando diagonalmente il cortile, proprio in direzione dei draghi. Poi l’imprevisto. Il più piccolo, quello che con maggior probabilità sarebbe dovuto risultare confuso, morse la coda del Bell’addormentato. Un gesto più o meno inconsulto, forse anche non voluto, ma sufficiente a svegliarlo bruscamente, tra quello che sembrava un ringhio cavernoso, e un’epica fiammata proprio all’indirizzo dello sfortunato trio. Tre dei quattro giovani amici erano già usciti di scena, il reduce puntava invece alla massima velocità il fondo del cortile. Qual era il grado di confusione, e quale quello d’irritazione? Se comunque le loro difese erano state infine allestite, e uno strano inconsueto scudo si frapponeva tra il gruppo e le due fiere, ma non erano state ancora testate, era evidente fosse indispensabile trovare un secondo modo di spingere i due inconsapevoli alleati nella corretta direzione. E in fretta. L’ombra annerita della fiammata solcava ora la superficie immacolata del cortile, il candore del marmo aveva parzialmente ceduto il passo all’incedere del fuoco per diverse decine di braccia, una scia che era andata allungandosi sin quasi al padiglione davanti alla strana coppia. Era stata intanto la volta dei due schiantesimi, a danno della coppia di eunuchi (2-3), che avevano tolto definitivamente di mezzo un problema, che però impallidiva rispetto ai contestuali sviluppi. Pochi istanti, e molto era cambiato. Svegliato male, e non troppo felicemente, il maggiore si era dunque rivoltato contro il più giovane e burlone, ma esitava ad agire. Scrupoli genetici, o il tentativo dell’allegra comitiva aveva sortito il suo effetto? Ignorata, la potenziale preda si allontanava volando nell’oscurità. Ma se un drago con almeno in quello un po’ di fortuna guardava a nord, il secondo invece stava ancora guardando a sud, con probabilmente un certo timore di poter essere oggetto di una sfrontata vendetta. Cos’avrebbero fatto loro, spettatori interessati di quella vicenda? Dall’altro lato della barricata la situazione era serena, ma particolarmente variabile. Lo scontro infuriava a diversi livelli, e a volubili intensità, costringendo a quelle che a prima vista sarebbero parse quanto meno decisioni discutibili, di dubbia utilità. Sino a quel momento la minaccia ribelle era stata in una qualche maniera arginata, almeno a vedersi e al centro dell’azione, a costo di qualche sacrificio, e con qualche pedina in meno sulla scacchiera ancora da muovere, eppure… perché arretrare, vanificando i pochi progressi affastellati alla bell’e meglio? Nonostante tutto sembrava quella l’idea, e sembravano anche in diversi a condividerla, o comunque a non volerla mettere in discussione. Pertanto così avrebbero proceduto. La rotazione era iniziata, impercettibilmente qualcosa stava già accadendo, interrotta da questo e quell’imprevisto, da una parte e dall’altra. Quali fossero le logiche sottostanti, e quali le dinamiche in atto non sembrava particolarmente evidente, c’era solo da sperare che andasse tutto come da copione. Una situazione complessa senza dubbio, una matassa ancora tutta da sbrogliare, ma sino a quel momento quali progressi erano stati compiuti? E con quali prospettive? Era dunque tempo perché l’Argentea e la Corvonero potessero tornare a distinguersi, in inedite toccate e fughe, rosicando qualcosa, strappando un punto, prima di tornare ad arretrare. Per quanto, fosse da specificare, arretrare era qualcosa di radicalmente differente da una ritirata più o meno strategica, e peggio da una rotta. Stavano cedendo terreno, avrebbero ceduto terreno, quanto era ancora da definirsi, ma sapevano sarebbe successo. Ecco dunque la più giovane (G) prendersela nuovamente con il suo sfortunato obiettivo sacrificale (7t), nella speranza di vincerlo definitivamente, prima di darsela a gambe, e dar seguito a quanto le era stato specificato dalla sua principale alleata in quelle agitate acque di scontro. Senza più lo spadino, cos’avrebbe potuto il povero sprovveduto? Un boccone troppo prelibato, servito su un piatto sino a prova contraria d’argento. Dunque il tentativo della giovane coraggiosa. Un esito talmente scontato, da non verificarsi puntualmente. All’ultimo, ecco il braccio levato in avanti del ribelle deflettere l’incanto della Corvonero. Dunque, pericolo scampato? Sì, salvo essere abbattuto, e sparire nelle retrovie, subito dopo per mano di un ignoto alleato. Senza perdersi però d’animo, o lasciarsi prendere da emozioni contrastanti iniziava a ritirarsi di buon ordine. Diversi invece i propositi della Tassorosso: rallentare quella che sarebbe stata certamente un’avanzata dei ribelli, sorprendentemente cercata, e andare a tessere le fila di quanto sarebbe stato, almeno sulla carta, con un’altra delle viaggiatrici (A), non troppo distante dalla giovane Grifondoro (J). Erano diverse le risorse su cui avrebbero potuto contare, ma lo stavano davvero facendo? Eppure, disarmato con una certa sfacciata fortuna la sua vittima del momento (7n), andò mano mano allontanandosi dalla prima linea, risalendo il fronte. Avrebbe raggiunto la reporter, passando davanti alla Grifondoro. Ma che fine avevano fatto entrambe? Dopo la triste dipartita della Ministeriale, le acque erano andate calmandosi, il ritmo rallentando, quasi volendosi gustare il silente trionfo di quel primo venir meno. Se la giovane (J) teneva botta, anche in forza dei suoi potenti alleati con cui aveva imparato a far squadra, l’Argentea non avrebbe certamente dovuto temere di non trovare colei che andava cercando. Complice un’inaspettata ennesima esplosione, colta impreparata in quello sfortunato frangente, venne di fatto scaraventata violentemente nelle retrovie dall’onda d’urto. A terra, con qualche nuovo acciacco, là si sarebbero ritrovate entrambe a fare il punto della situazione. Intanto, ormai a una certa distanza, nelle retrovie, un secondo nutrito gruppetto era andato in cerca di fortuna per vie traverse. Molto curiosamente avrebbero avuto a disposizione tutte le quattro virtù che i Fondatori avevano voluto far proprie dieci secoli prima, il che sotto molti aspetti avrebbe potuto fare anche la differenza. Erano preceduti dal loro vecchio cicerone, che si era offerto ancora una volta di far loro da guida, verso una missione di cruciale d’importanza, ma di epica incertezza. Era dunque costui, con fare circospetto e prudente, a far da apripista della piccola compagnia. Si erano ormai lasciati alle spalle la silente sacralità della Corte interna, e si avviavano verso un anonimo cortile, di un piccolo padiglione, quando il Grifondoro (O) avanzò una singolare richiesta al più giovane e inesperto dei presenti. Distrarre l’alleato, sviandone l’attenzione da quanto avrebbero tentato gli altri. Ma quanto sarebbe stato saggio, e quanto utile? Attaccò un primo discorso, prendendo tempo e guadagnando terreno, distanziando insieme alla loro guida il resto del gruppo. Erano ormai in procinto di varcare la soglia di quel nuovo anonimo ambiente, perfettamente identico a decine di altri, diretti com’erano ben oltre. Ma l’inaspettato colpiva ancora. Sarà certamente con qualcuna, è improbabile possa essere davvero solo, sarebbe… Il Tassorosso non aveva ancora agito, che l’anziano burocrate si era già fermato, e improvvisamente zittito. Uno sguardo preoccupato a destra, un secondo a sinistra, seguito da una bassa imprecazione. Erano in indesiderabile compagnia? Il flebile mormorio dell’acqua di una placida fontana, al centro dell’ordinata simmetria del cortile, fu interrotto da un debole ‘pop’. Uno scudo bluastro si era aperto improvvisamente davanti a entrambi, schermandoli da qualcosa che evidentemente aveva impattato lo stesso, pochi istanti dopo. Dall’altro lato del cortile tre loschi figuri, di nero ammantati, si preparavano ad agire. L’effetto sorpresa era fortunatamente stato eluso, ma restava il problema, e buona parte della loro compagnia era ancora alle prese di ben altro. Poche yarde distanti, del tutto inconsapevoli, l’improbabile terzetto era a caccia dell’impensabile, indispensabile però a cavar un ragno dal buco: trovare qualcuno che sembrava impossibile trovare, e che molto probabilmente avrebbe preferito non esserlo, per quanto in diversi ci stessero provando. Anche in quel caso la sincronia era la chiave di volta di un pensiero complesso, e una sua messa a terra ancora più irta di complicazioni. Il Grifondoro avrebbe messo la runa, più che fortunatamente a disposizione, la Serpeverde ne avrebbe potenziato l’effetto, mentre con un pizzico di coraggio la Corvonero avrebbe potuto beneficiare dell’informazione che forse avrebbero ottenuto. Compiute che furono le prime fasi del rituale, individuati e segnati i doverosi vertici, non restava che verificare se avesse effettivamente funzionato la più improbabile delle idee. Dov’era il figlio del Cielo? Dove diamine si era cacciato? Una strana risposta fu quella che ricevette la Corvonero. Animata da poteri strambi e oscuri sottili scariche di elettrizzata adrenalina le trascinavano debolmente il braccio prima da un lato, e poi dall’altro, lasciando poi che la punta della bacchetta errabonda si muovesse liberamente anche solo di pochi pollici in un’inintellegibile serie di direzioni diverse. Se un angolo giro offre ben 360 diverse possibili direzioni nel lento trascorrere dei primi venti secondi forse un quarto del totale complessivo era già stato vagliato. Nei successivi quaranta buona parte delle restanti. Allo scoccare del minuto quel lungo tira e molla tra la Corvonero e chi stesse cercando di trasmetterle un silente messaggio sembrò volgere al peggio. Veri e propri strattoni, violenti colpi che minacciavano di vederle sfuggire il sottile bastoncino di ciliegio, amplificati dalla sua singolare rigidità. Se avesse perso la presa, quella singolare danza sarebbe proseguita? Eppure, per quanto più nette ed energiche il ventaglio di possibilità andava restringendosi, per infine concentrarsi davanti a loro. Avrebbero dovuto dirigersi a nord ovest? Era quello il senso dell’ultima scossa, prima che il braccio stremato le ricadesse lungo il fianco? E se così era, perché era stato necessario vagliare tutte le altre possibilità, quasi vi fosse l’imbarazzo della scelta? Mentre evidentemente l’attenzione del trio era rimasta calamitata su quell’epilogo inaspettato e singolare, davanti e non troppo distante da loro si era consumato il primo atto di un nuovo inatteso scontro. Il Verde aveva risposto, cos’altro sarebbe successo? Ottimo, direi semplicemente splendido, nel caso dei Ribelli il piano è riuscito, almeno sino a un certo punto. 2 e 3 non sono più un problema, mentre D e Y3 hanno concretizzato il loro tentativo. Ovviamente è da determinare sino a che punto i due draghi siano confusi, e se effettivamente quanto successo sia attribuibile al semplice caso o al vostro intervento, ma al momento sono entrambi ben svegli, e si guardano arcigni. Tre sventurati volatili di W ed E ci hanno lasciato nel pieno dell’azione, mentre il quarto si allontana defilato. Se dunque una delle domande in sospeso era come svegliare questi insoliti alleati, questo è sicuramente risolto. Come indirizzarli però nella giusta direzione? Quali sono le variabili in campo? Dalla fiammata del maggiore a ora sono trascorse poche manciate di secondi, dunque siete spettatori in prima persona, e una volta tanto relativamente al sicuro, e tranquilli. Ma niente allori! Nel caso degli Imperiali, invece, nel mezzo dell’arena tutto procede direi in tranquillità. Abbiamo G che dopo aver riscosso una mezza vittoria arretra, semi soddisfatta, dirigendosi verso il centro, forse con un eccesso di zelo e foga, mentre T dopo aver disarmato un secondo sventurato cerca di raggiungere A, che troverà serenamente a terra, a distanza di sicurezza dal fronte. Dove invece rimane J, particolarmente attiva e in attività insieme ai suoi nuovi camerati: 3e, 5c. Il terzetto nelle retrovie vince la grande scommessa della partita e completa con successo il rituale, ottenendo una risposta piuttosto netta e chiara, penso; per quanto quello che l’ha premessa sia altrettanto significativo. E penso che vi siate persi anche in parte un altro dettaglio che era già emerso, ma… Dunque, H ha questo ‘inaspettato potenziamento’ per non perdere la bussola, mentre L ha fallito nel suo tentativo, o meglio, non l’ha proprio fatto. Dritto davanti a X3 e L, ancora sulla soglia, ci sono infatti tre ribelli, in nero, già presenti nel cortile. X3 ha scomodato uno scudo che vi ha protetti da un primo colpo. Ma cosa succederà? Immagino l’allegro terzetto possa, vinto lo stupore, farsi avanti raggiungendoli. Vi ricordo, ad imperitura memoria, che come sempre le Statistiche e l'Exp sono importanti, possono molto, ma sono dettagli del tutto trascurabili rispetto a tutto il resto. Conta l'On e non l'Off, che determina semplicemente alcuni limiti indicativi di come possiate agire. Vi rammento da ultimo le squadre, con relativi riferimenti: Ribelli: Eloise (E), Casey (K); Daddy (D), Mya (M); Phoebe (P), Susan (S), Caleb (C), Derek (B); Vath (V); Jane (W). Imperiali: Megan (H), Thalia (T); Oliver (O), Emily (R); Jean (G), Juliet (J), Lucas (L), Rose (F); Katherine (Q), Ariel (A). Dove sapete trovate le vostre schede, al momento dell'inizio del gioco, e dove sapete troverete per un po' di tempo le relative mappe del caso. Salvo controindicazioni, o compromessi successivi, tutte le scadenze sono da intendersi quali 22.59 del giorno indicato. La vostra prossima scadenza, che non è vietato anticipare, è il:
14 - I Eloise (E) Punti Salute: 203/243 Punti Corpo: 142/147 Punti Mana: 149/149 Exp: 39 | Casey (K) Punti Salute: 150/175 Punti Corpo: 140/144 Punti Mana: 178/178 Exp: 10 | Daddy (D) Punti Salute: 278/327 Punti Corpo: 270/283 Punti Mana: 294/296 Exp: 78 | Mya (M) Punti Salute: 190/221 Punti Corpo: 110/166 Punti Mana: 163/163 Exp: 61 | Phoebe (P) Punti Salute: 85/118 Punti Corpo: 70/79 Punti Mana: 62/62 Exp: 2 | Susan (S) Punti Salute: 116/131 Punti Corpo: 62/69 Punti Mana: 70/70 Exp: 7 | Caleb (C) Punti Salute: 132/152 Punti Corpo: 73/83 Punti Mana: 77/77 Exp: 7 | Derek (B) Punti Salute: 202/247 Punti Corpo: 212/219 Punti Mana: 232/232 Exp: 24 | Jane (W) Punti Salute: 175/175 Punti Corpo: 121/121 Punti Mana: 136/136 Exp: 28 | Timur (Y1) Punti Salute: ? Punti Corpo: ? Punti Mana: ? - | Calaf (Y2) Punti Salute: ? Punti Corpo: ? Punti Mana: ? - | Turandot (Y3) Punti Salute: ? Punti Corpo: ? Punti Mana: ? - | Megan (H) Punti Salute: 182/209 Punti Corpo: 160/160 Punti Mana: 167/167 Exp: 21 | Thalia (T) Punti Salute: 235/267 Punti Corpo: 195/195 Punti Mana: 230/230 Exp: 44 | Oliver (O) Punti Salute: 222/315 Punti Corpo: 271/285 Punti Mana: 320/343 Exp: 60 | Emily (R) Punti Salute: 267/305 Punti Corpo: 278/284 Punti Mana: 270/286 Exp: 56 | Jean (G) Punti Salute: 84/107 Punti Corpo: 45/50 Punti Mana: 50/50 Exp: 3 | Juliet (J) Punti Salute: 95/143 Punti Corpo: 60/68 Punti Mana: 103/103 Exp: 9 | Lucas (L) Punti Salute: 110/148 Punti Corpo: 51/60 Punti Mana: 56/56 Exp: 12 | Rose (F) Punti Salute: 90/120 Punti Corpo: 60/70 Punti Mana: 72/72 Exp: 3 | Katherine (Q) Punti Salute: 160/180 Punti Corpo: 108/118 Punti Mana: 137/137 Exp: 27 | Ariel (A) Punti Salute: 133/176 Punti Corpo: 116/125 Punti Mana: 115/115 Exp: 24 | Ping N. (X1) Punti Salute: ? Punti Corpo: ? Punti Mana: ? - | Pong R. (X2) Punti Salute: ? Punti Corpo: ? Punti Mana: ? - | Pang V. (X3) Punti Salute: ? Punti Corpo: ? Punti Mana: ? - |
Alcune postille! A fronte della semplice constatazione che i più giovani sono molti, e i più anziani sempre più anziani, per quanto sia certo che nel frattempo siate tutti perfettamente al corrente delle svariate peculiarità della Tuke, il pettegolezzo è un'Arte, sottolineo un paio di conquiste che abbiamo raggiunto nel tempo: - A ogni post corrisponde al massimo un'azione magica, che veda o l'impiego attivo di un artefatto, che decidete voi di utilizzare, o il ricorso a un incantesimo, ferme restando le solite regole. Se nello stesso turno volete correre una maratona, fare un salto dal parrucchiere, e tirare castagne all'indirizzo di un passante molesto, queste non costituiscono azioni ulteriori. Nei limiti del possibile, quindi, una sola azione magica per volta, e tanto buon senso. L'obiettivo rimane snellire e velocizzare il gioco quanto più possibile, se volete fare il quarto grado a un vostro alleato fate tutto in un solo post, e non abbiate timore della vostra ombra, ci sarà ben altro di cui preoccuparsi; - A proposito di interpretazioni, mi sembra di intuire stiate seguendo la prassi, almeno a livello pratico, con in generale dei buoni risultati e un'ottima coordinazione, almeno per coloro che al momento si sono trovati 'al fronte', ossia i Ribelli. Entro però i confini delle nostre regole, potete tranquillamente darvi a un'interpretazione creativa anche dei vincoli che solitamente un Master impone alla gestione degli incantesimi. Ci terrei infatti nello sfatare il mito del: ogni incantesimo ha un unico fine. Se doveste allacciarvi le stringhe, quale sarebbe l'incantesimo giusto? Non conoscete il Frenonectio (che non avevo mai sentito), quindi non è possibile allacciarsi le scarpe? O potrebbe comunque sopperire efficacemente un Wingardium Leviosa? Oppure il Veronesi, quali strabilianti risultati potrebbe in realtà celare questo porello d'un Veronesi? Si possono fare molte cose con un incantesimo, stiamo pur sempre parlando di Magia. I più giovincelli e meno esperti, che hanno magari un arsenale apparentemente limitato, con un buon ragionamento e una lettura astuta tra le righe, sono piuttosto sicuro lo vedranno quanto meno ampliarsi. Quelli più esperti, e meno giovani, ricorderanno un epico scontro in una trincea con quelli che erano forse Berretti rossi, nella Francia medioevale, no? Ovviamente dovrete gestire la cosa in On in maniera molto chiara, e intelligente, ma guardandola da un punto di vista un po' diverso dal solito anche la I Classe offre strabilianti possibilità. Al pari, evidentemente, serve molto buon senso. Un brutto ceffo può essere abbattuto con un Prurito? E un drago? Le possibilità che una mente ingegnosa è in grado di scovare potrebbero essere sorprendenti. - Nel corso dei turni torneranno alla ribalta i nostri ormai mitici compagni di giochi, segugi, smilzi, bonzi... Al netto di una rinfrescata d'abito anche per loro i presupposti teorici rimangono gli stessi di sempre; - Per quanto riguarda le Ombre. Al momento il nostro inventario può vantare: Segugi: sono Ombre di dimensioni discrete, simili a un cane non troppo grande, spesso accucciate e sedute fiutano letteralmente l'aria, drizzando le due curiose antenne che ne incorniciano il capo. È piuttosto difficile determinare se usino effettivamente l'olfatto, l'udito, il gusto o la vista. Due vispi occhietti gialli sono indiscutibilmente i dettagli più facili da cogliere, e i migliori segnali della loro presenza. Sembrano essere fatti di pura e semplice oscurità, molto più nera di qualunque notte, in controluce è dunque forse più semplice individuarli, per quanto su distanze più che brevi resti un esercizio veramente complesso. La loro oscurità sfuma dolcemente, secondo un'impercettibile scala, schiarendosi, aiutando a mimetizzarsi nella notte. Si muovono strisciando, quasi scivolando, su due o quattro zampe. Non è ben chiaro come comunichino la natura delle loro scoperte, ma... Non è neanche dimostrato abbiano particolari doti offensive, o difensive. Sono a tutti gli effetti esploratori; Algidi: la sostanza di cui sono fatti, ossia i sogni, è in tutto e per tutto identica a quella delle altre Ombre, Segugi in testa. Diversamente da questi ultimi, però, sfoggiano senza un preciso disegno, quelle che apparentemente potrebbero sembrare le 'placche' di un'armatura metallica. Ossia la loro oscurità è interrotta da fasce argentate, o comunque qualcosa di simile. Il capo è facilmente riconoscibile, e li differenzia dagli altri, essendo quasi interamente argentato. Hanno una sagoma particolarmente flessuosa e algida, e presumibilmente possono anche essere particolarmente agili e veloci sulle loro due chiare e corte gambette. Non è chiaro che doti difensive e offensive abbiano, al pari del come comunichino. Sono però a tutti gli effetti fanteria leggera; Bonzi: diversamente dalle altre Ombre, questi sono esseri veramente di dimensioni considerevoli, al pari di un gigante. Assomigliano a livello ideale a dei pupazzi di neve, particolarmente grassi. Si muovono lentamente, molto lentamente, il che è proporzionale alla mole di quello che dovrebbe essere un corpo decisamente ingombrante. La loro oscurità è interrotta da leggeri increspature dorate, quasi a definirne i contorni delle singole parti: i polsi, le clavicole, il collo, il busto, le ginocchia. Non è chiaro che doti difensive e offensive abbiano, al pari di come comunichino. Sono però a tutti gli effetti fanteria pesante; Banditi: al momento sono le uniche Ombre, almeno intuitivamente non troppo dissimili dalle altre, dalla parte dei Ribelli. Al pari degli Algidi, sono figure snelle e slanciate, solo leggermente più basse e scattanti nei movimenti. Hanno il volto quasi completamente coperto da un lungo turbante, e il corpo coperto da una veste azzurra, che presumibilmente non è la vera 'pelle'. Dunque sembrano fatti anche loro 'della stessa sostanza dei sogni', ma questo è meno certo. Quello che invece è evidente è che siano armati di una sciabola, o per chi preferisse essere molto più puntuale, una spada corta cinese, piuttosto in voga in età Ming, e che trovate facilmente in giro. Diversamente dalle Ombre imperiali, sono Ombre particolarmente sfuggenti e agili, abili nello sparire e nel confondersi, ma particolarmente reattive in caso di imprevisti; Arcieri: la sostanza di cui sono fatti, ossia i sogni, è in tutto e per tutto identica a quella delle altre Ombre, Segugi in testa. Diversamente da questi ultimi, ma sulla falsa riga degli Algidi, sfoggiano un paio di pesanti guantoni apparentemente di cuoio bianco, e stringono tra le mani un pesante arco. Sul capo portano un curioso cappuccio rosso che li rende facilmente distinguibili anche al buio. Non è chiaro che doti difensive e offensive abbiano, al pari del come comunichino, ma devono essere molto bravi con le frecce, ma di che natura? Sono a tutti gli effetti fanteria da tiro; - Le volte scorse avete iniziato a familiarizzare con il concetto di 'refrattarietà magica' da parte di alcuni figuranti, solitamente nelle ultime fasi del gioco, in occasione di 'botte da orbi', tenetelo a mente. Al pari delle peculiarità storiche del contesto di riferimento, sono piuttosto sicuro che i vostri 'esperti', proporzionali al grado di difficoltà del vostro lato del tavolo, vi abbiano già illustrato alcune cose. Ottimo, rifletteteci bene, i dettagli non sono sempre casuali; - Sèocculto: qualora si rendesse necessario ricorrere a un incanto di gruppo, proporzionalmente al numero dei suoi membri, il valore di riferimento del Mana rimane quello di chi esegue l'incanto, scontando una sua proporzionale riduzione, per mantenere il rapporto di 1:1 che in circostanze abituali dovrebbe avere. Più il gruppo è ampio, più si riduce il Mana, dunque più è probabile veniate visti, sempre a patto vi sia un Osservatore dotato di un Mana superiore. Di conseguenza frazionate il più possibile i gruppi, tenendo conto di chi debba eseguire l'incantesimo, per celarsi agli occhi di chi. - Abbiamo riesumato il nostro vecchio amico Defcon, altri non è che un 'indice sintetico di allarme' delle forze che presidiano la fortezza. Più si avvicina a 1, l'allarme rosso, più le guardie saranno nervose e guardinghe. Ovviamente sapete che guardie e ronde possono non essere come sembrano, e possono cambiare rapidamente di natura, ormai conoscete una parte dei nostri amici di merende. Giusto? Ma per il momento tutto appare tranquillo, normale e ordinario. Nessuno sospetta nulla. A beneficio di tutti il Defcon è palese, e riportato in ogni post. A fronte delle dimensioni della Mappa, ogni quadrato (A-N) ha un Defcon specifico, influenzato dalla vostra condotta, che a sua volta influenza il Defcon dei quadrati vicini. Se il Defcon di un quadrato tocca 2 è allarme rosso per quello specifico quadrato, se si scende a 1 l'allarme è generale. Al momento siamo a Defcon 1 ( = ). Allarme generale, e Outlook stabile.
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