Tutto è Proibito , Cina, Atene VII Incontro

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view post Posted on 2/12/2020, 21:58
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We are all immortal until proven otherwise

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PS: 150/175 • PC: 140/144 • PM: 178/178 • PE: 9,5PREFETTO GRIFONDOROCIELO DELLA LUNA15 ANNI

La diffidenza verso la nuova arrivata di dissolse in un fruscio di vento, lo stesso che fece sibilare il foglietto di carta in volo sino ai suoi piedi. Con un cenno mise gli altri al corrente di quel nuovo positivo arrivo, mettendosi in tasca la traccia lasciata da Jane alle sue mani per evitare che qualcuno non altrettanto benvenuto nelle loro schiere lo raccogliesse. Poi ancora in moto e ancora una volta col cuore in gola.
Si erano ricompattati, questo era certo. Passavano oltre, carichi di adrenalina mista a stanchezza e con la speranza di essere vicini all'obiettivo. Più la notte si inoltrava più l'alba appariva lontana. E così la scena cambiò, e fra i soliti nemici da stendere per spianarsi la strada verso la sopravvivenza una, anzi ben due sorprese si palesarono dormienti alla loro vista. «Draghi.»
Il suo sussurro si spense soffocato dal battito del cuore in acceleramento. Draghi: esseri meravigliosi, possenti, densi di magnificenza e magia sin nella più minuscola scaglia. Aveva sempre desiderato vederne uno e adesso ne aveva l'occasione. Correndo però un rischio enorme.
Ne aveva letti di libri sui draghi, ne aveva comprati a bizzeffe. Un libro sui draghi era stato il primo che aperse durante il suo primo giorno nel Mondo Magico, al Ghirigoro, invece di soffermarsi sui libri da comprare per l'imminente primo anno ad Hogwarts. Romanzi sui draghi, resoconti di esplorazioni nelle lande popolate da clan di draghi e sulla schiusa delle uova. Alcun diverso argomento riusciva a catturare così tanto la sua attenzione quanto quelle creature bestiali. E adesso ne aveva un paio davanti. Piccoli, forse cuccioli, ma nessun fremito provato in tutta la sua vita rassomigliava quello vissuto adesso.
«Siamo finiti.» Ma qualcuno di loro sapeva cosa voleva dire mettersi contro un drago? Non era il massimo, nossignore. Se tutti i loro incantesimi rimbalzavano sulla corazza, fra le fiamme e le artigliate non avevano scampo. Almeno finché li avrebbero avuti contro.
«Oppure siamo in vantaggio. Ascoltatemi!» chiamò i suoi compagni di scampagnata, scossa da un improvviso tremito di eccitazione. «Siamo troppo deboli, queste continue barriere non fanno altro che annullare i nostri incantesimi e mantelli di disillusione.» Sentì il sangue pulsarle nelle vene in un flusso caldo e ancor più veloce, mosso dall'adrenalina che recava la sua presa di posizione. Continuò, convinta di non voler indurre gli altri a battere in ritirata con quella sua constatazione, preludio di un piano ben più ampio.
«Possiamo pensare però di potenziarci, e forse i draghi ci tornerebbero utili. È rischioso, ma se riuscissimo a sfruttarli per l'avanzata saremmo in grosso vantaggio. Meglio amici che nemici, no?» Ricercò assenso nei loro sguardi e si rivolse all'ex-caposcuola Corvonero, che poco prima aveva sfoderato delle incredibili capacità nel manovrare i fluidi.
«Dobbiamo difenderci. Daddy, tu sei tanto abile con l'acqua. Riusciresti a creare una barriera protettiva in grado di schermarci dal fuoco assieme alla nostra Guida?» Successivamente volse lo sguardo agli altri in attesa. «Dobbiamo trovare però un modo per attrarli nella direzione che desideriamo. Un amico uccello? Se scorrazzerà abbastanza vicino alle loro teste senza farsi arrostire o addentare potrebbe guidarli dove diciamo noi, oppure posandosi sull'obiettivo che noi desideriamo farglielo incenerire. Se lui» e qui indicò l'altro Corvonero (Derek) il cui nome non sapeva ancora «dice che gli occhi sono il loro punto debole allora forse ci conviene mirare a quelli per depotenziarli, così da confonderli e non farci notare. Cosa ne pensate?»
Ricevuto assenso, tutti si misero ai posti stabiliti. Casey impugnò la bacchetta e un cenno d'intesa l'avrebbe fatta agire in simultanea con la sua amica Gwen. L'obiettivo era quello di destabilizzare il drago, lo stesso bersagliato dall'altra, senza renderlo totalmente miope. Il piano lo avrebbe voluto confuso, indotto a ricercare successivamente qualcosa con cui distrarsi di più spensierato invece d'esser triste, proprio come quegli uccelletti che avrebbero svolazzato di fronte ai suoi occhi difettati. Cosa poteva esser triste per un drago? Non poter più volare sopra le praterie, toccare le nubi e atterrare sulle cime delle montagne? Ripensò alla propria tristezza, ai momenti in cui sorgeva inaspettatamente toccando le possibilità infrante degli ultimi mesi, un'adozione mai presa in carico da parte della sua amata Drinky, i momenti passati in solitudine quando Caleb non le parlava. Fu ciò su cui la sua mente si posò mentre teneva ben salda la bacchetta e recitava il suo incantesimo composito: «Lacrimas Confundo». Il polso dunque si irrigidì sul finale ma mantenendosi sempre nella stessa posizione. Dovevano essere lacrime di uno scoramento confondente, così non li avrebbero notati ma si sarebbero concentrati sulla creatura plasmata dall'Aurea, pronta a direzionarli.
SYNOPSIS & DAMAGE
Dopo aver raccolto il biglietto di Jane, Casey espone il suo folle piano agli altri, poi ne prende parte scagliano un Lacrimas Facilis + Confundo sullo stesso drago mirato da Gwen.//Dolori sparsi. Ammaccatura generale. Graffietto al viso.
INVENTORY & KNOWLEDGE
Bacchetta in Legno di Nocciolo (si dice avverti l'acqua sotterranea emanando stringhe di fumo argenteo) con pietra nera che amplifica la potenza (in tasca);
Anello dei Gemelli (Camillo Breendbergh);
Galeone dell'ES (in tasca)
Orecchie Oblunghe (in tasca);
▴Ciondolo a forma di ape regalatole da Gwen (al collo);
Specchio Comunicante (uno in mano, l'altro in quella di Caleb);
Supergomma Drooble: riempiono la stanza di palloncini color genziana che si rifiutano di scoppiare per giorni interi;
Aerosticca, gigansticca, nanosticca (zaino);
▴1 fialetta di pozione dell'Illusione (zaino);
▴1 fialetta di pozione Rinvigorente (zaino);
Pantaloni chiari (addosso);
Mantello Lepricanico della Disillusione (uguale a quello normale ma comprato a una fiera di San Patrizio);
▴Un pacchetto di (5) Caccabombe;
Fuochi d'artificio a innesco H2O.
▴ I classe
▴II classe inclusi i proibiti
III classe + Iracundia e Confundo
IV classe
V classe + Stupeficium

KEYSER SÖZE.
 
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view post Posted on 2/12/2020, 21:58
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Tassorosso
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Susan gωen nieranthPS: 116/131 – PC: 62/69 – PM: 70/70 – PE: 7Cielo della Luna
Aver ritrovato un compagno, che per qualche momento le aveva riempito mente e cuore di preoccupazione, era sicuramente un gran sollievo, ma in situazioni come quella non si poteva stare tranquilli. Anche se il gruppo si era ricompattato, con qualcosa di nuovo da portare nel conto, gli attimi di apprensione non si erano spostati e nel momento esatto in cui l'Aurea fu colpita, gli occhi della Tassorosso si spalancarono, mentre autorevolmente ed inaspettatamente, i suoi piedi furono in grado di riempire spazi maggiori. Il tempo poteva dirsi fermo quando Gwen cercò di rendersi disponibile per aiutare Eloise o l'altro dei Ribelli a rialzarsi e, non appena vide la compagna riuscire a stare in piedi, il tempo riprese a scorrere ed i battiti del suo cuore si assestarono, fino a quando la stessa Tassorosso non si interessò al discorso che scaturì dall'intervento e, come una spettatrice, vi partecipò interamente.
Tutto doveva comunque riprendere, l'obiettivo era ancora quello e le parole della donna che li aveva accompagnati fino ad allora non furono di conforto. L'animo di Gwen era ormai colmo di emozioni diverse, contrastanti, molte delle quali non riusciva a spiegarsi, ma che tentava in tutti i modi di controllare, per poter proseguire. L'istinto di sopravvivenza e forse anche un pizzico di orgoglio, avevano sicuramente un ruolo importante: doveva essere grazie a questi se ancora insisteva a proseguire quella, per lei impossibile, missione. Certo, l'architettura orientale e la sua simmetria, per quel poco che si poteva osservare – di certo non ci si fermava ad ammirare i dintorni – erano di un pregio unico, ma rendevano praticamente le strade tutte uguali; se mai avessero avuto necessità di tornare indietro, Gwen non avrebbe saputo distinguere la via corretta da quella sbagliata e questo era probabilmente un altro punto a suo sfavore. Ma ecco che gli occhi della giovane strega furono colti da un'incredibile, meravigliosa, spaventosa vista: una delle creature di cui leggeva nelle favole e nelle storie, che da quando era stata ammessa ad Hogwarts poteva averne letto anche nella biblioteca, che aveva preso forma sempre e solo nella sua testa, ora era lì nel pieno della sua maestosità. Avrebbe voluto avvicinarsi a quelle creature, per osservarne ogni minimo particolare nel dettaglio, provare a toccarle e capirne la consistenza, la durezza, ma le voci dei suoi compagni Ribelli la riportarono alla realtà. Non era una fiaba quella.
La voce chiara e convincente di Casey permise a Gwen di riprendere il controllo sulle emozioni, consentendole di ragionare, per quanto possibile, sul da farsi, mentre la voce dell'evoca-colossi suggeriva dove colpire. Era una buona strategia, tra l'altro in quel modo quelle creature non avrebbero sofferto troppo, dunque un cenno del capo verso l'Argentea elargì il suo essere pronta alla mossa successiva. La mente sgombra dal resto dei pensieri e la bacchetta verso l'obiettivo, l'idea di vederlo piangere non era piacevole, ma assolutamente necessaria: cercò un ricordo triste per infondere lo stesso sentimento nella creatura e, con il volto che già ne esprimeva i tratti sofferenti, pronunciò la prima parte della formula:
«Lacrimas» Quell'immagine infelice era ancora nitida nella sua testolina, ma semplici lacrime non potevano bastare; quell'animale doveva evitare di interessarsi alla sua squadra e per questo la presa sulla bacchetta si fece più salda, contemporaneamente all'alterazione del suo sguardo e tono di voce, entrambi più decisi: «Confundo!» E a prescindere da tutto, avrebbe seguito il resto del gruppo.
danni subiti
- effetti collaterali del Galileius
- residui di urti superficiali
- dolore muscolare da spinta/caduta

inventario & conoscenze
- Bacchetta (legno di quercia, tre baffi di gigante, 11", semi flessibile)
- Bracciale, apparentemente in oro, con inciso il suo nome (al braccio sinistro)
- Catena della Notte (al collo, sotto gli indumenti)
Collana che rende il corpo più leggero e dona agilità nei movimenti, facendo sembrare le ossa più mobili.
Durante la notte la collana si nota molto nell'oscurità, anche se non emette luce a sufficienza per illuminare la zona intorno ad essa.
- Stivaletti Lewam Markis
Stivaletti foderati di pelo, conferiscono al piede il massimo comfort. Le particolari fibre incantate della pianta evitano storte, crampi e dolori di sorta.
- Corpetto del Drago (nascosto sotto la maglietta)
Protegge dagli urti grazie alle fibre di drago con cui è tessuto.
- Pochette (con incantesimo di Estensione Irriconoscibile) contiene:
– Occhi di Fenice (due piccole sfere esplosive, lanciate per terra causano fiamme)
– Una fiala di decotto al Dittamo
– Caccabombe(×2)
Se lanciate, dopo l'impatto con una superficie dura esplodono diffondendo un odore sgradevole. Distraggono l’avversario per un turno.
– Pasticcetti Svenevoli(×1)
Deliziosi ed invitanti pasticcini con ripieno di crema e cioccolato, sono in grado di scatenare in chi li ingerisci, improvvisi svenimenti. Grazie alla loro breve durata non necessitano di nessun antidoto ma solo di qualche minuto di pazienza.

☗ ☗ ☗

Prima e Seconda classe di incantesimi, complete
(escluso: Orcolevitas/Monstrum)

 
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view post Posted on 2/12/2020, 22:03
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non cliccare

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Inutile dire che il lavoro di squadra fatto in precedenza era stato idoneo alla loro avanzata, forse non sempre erano stati così incisivi, ma quella volta sembrava che più o meno ci erano riusciti, forse con qualche attacco non sperato da parte del nemico. Comunque sia erano riusciti ad andare avanti, il cortile che si trovò davanti era molto simile al precedente. Qualcosa di diverso c’era. Lo sgomento per la visione di due draghi in adolescenza fu superata solo dalla meraviglia per la visione degli stessi. Aveva sempre amato le creature magiche e trovarsi davanti a quelle, così magiche e così maestose nonostante l’età, era semplicemente meraviglioso. Tornando in sé, notò anche altri nemici nelle vicinanze, due eunuchi che sembravano essere a protezione delle porte centrali. Adesso la domanda era semplice, i draghi sarebbero stati un problema? Evidentemente non potevano conoscere loro come “padroni”, e non era neanche detto fossero ammaestrati. L’unica cosa da fare era il tenersi pronti a reagire. Sapeva bene come avrebbe potuto trattare con quelle creature, forse era meglio condividere con gli altri quanto aveva imparato a lezione, magari avrebbero potuto agire con lui od anche da soli in caso di pericolo. Disse a voce non troppo alta al resto del gruppo, guardando nuovamente le creature. Il loro punto debole sono gli occhi, nel caso attaccateli lì. Dopo di ciò diede un’occhiata al gruppo per vedere se tutti avessero sentito. Forse era proprio il caso di prevenire, alla fine non era creature che avrebbero potuto facilmente domare. Però avrebbero potuto sfruttarli al meglio una volta “indeboliti”. O così la pensava l’Argentea, che aveva in mente un piano molto rischioso ma parecchio utile nel caso di successo. Ovviamente non dovevano strafare nell’indebolimento, qualora ci fossero riusciti o sarebbe stati completamenti inermi e privi di ogni libertà di azione. Serviva un incantesimo combinato con un duplice fine. Il primo dei quali era l’indebolimento, il secondo era quello di confonderli a tal punto che altri avrebbero avuto modo di fargli credere che delle prede erano altre e non loro. La situazione non era delle più semplici, lui si sarebbe occupato di uno delle due creature. Sapeva bene che per indebolirli avrebbe dovuto attaccare gli occhi, per il resto avrebbe dovuto “semplicemente” confonderli. La combo avrebbe dovuto rendere la massima espressione del loro volere. Alzò la bacchetta, la puntò contro gli occhi del drago a destra, per sua fortuna era anche in direzione della testa per il confundo. Immaginò gli effetti del suo incantesimo, voleva indebolire lievemente la vista della creatura e confonderla in modo che seguisse una falsa preda. Le sue intenzioni erano chiare nella sua mente, avrebbe colpito il drago senza recagli troppo danno, e confondendolo. Disegnò una linea da occhio sinistro ad occhio destro del drago, tenendo il polso fermo come esigeva l’esecuzione del confundo. Infine disse a chiare lettere. Conjunctivitis Confundo. Se tutto fosse andato per il meglio avrebbe confuso la vista del drago facendogli credere di aver davanti una preda da seguire, e magari colpire. Poi avrebbe proseguito con il gruppo.



 

“ Scuola di Atene - Tutto è proibito ”

Salute: 247 ▲ Corpo: 219 ▲ Mana:232 ▲ EXP:23.5


Razza magica: Lycan.

Incantesimi:
Prima, Seconda Classe e Terza Classe (Escluso Fattoriam)
Quarta Classe: Colossum, Circumflamma e Ignimenti.
Incantesimi Imparati a Lezione di diverse classi.
Incantesimi Chiari: Atlantis Cage.

Inventario:
- Bacchetta:Legno di acero, dente di drago, 11 pollici, flessibile
- Ciondolo della scaglia di drago
- Mantello della Disillusione
- Anello dell'eroe (Mano Destra)
- Anello con quadrifoglio (Mano Sinistra)
- Anello con adularia
- Ciondolo giada delle fate
- Occorrente per fare le sigarette +
accendino antivento
- Qualche caramella tutti i gusti+1
- Qualche api frizzole
(sparse nelle tasche)


Riassunto:Affascinato dai draghi spiega qual'è il loro punto debole, dopo aver ascoltato K attacca uno dei draghi (ho messo "destra" per indicare che attacco un drago specifico) per confondergli la vista. Poi segue gli altri.




 
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view post Posted on 5/12/2020, 18:01
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J e a n G r e y

Lo spadino era volato all’indietro con una parabola straordinariamente regolare. L’uomo col turbante (7t), probabilmente, non se l’aspettava: era rimasto lì, ancora a portata di tiro, senza più la sua arma in mano. Jean si aspettava che scappasse, o almeno che si ritirasse dietro un suo alleato. Invece era ancora lì. L’alleato di Jean, invece, non accennava a donarle il suo aiuto, e Jean decise in quel momento di smetterla di pensare di fare affidamento su di lui o su qualsiasi altro alleato, ad eccezione del solito gigante che, consapevolmente o meno, le stava offrendo riparo durante tutta la battaglia. Ecco, la battaglia. In quella frazione di secondo, prima di decidere se attaccare o meno il nemico disarmato, Jean fu colta da una sensazione di disagio, e non dovette riflettere a lungo per capire quale fosse la causa. Quella battaglia sembrava in qualche modo… sbagliata. Cosa stavano facendo? La situazione era così statica che continuava ad apparire sempre più una perdita di tempo. Sì, per carità, Jean stava imparando tante cose su di sé e sul mondo in quei momenti, e qualunque fosse stato l’esito sarebbe stata grata di quanto appreso: ma qual era l’obiettivo? Quanti altri nemici avrebbe dovuto disarmare prima che ci fosse qualche evoluzione?

Si riprese in fretta da quel pensiero, di fronte all’evidenza che comunque, fino a un qualunque cenno diverso, avrebbe dovuto combattere. Notò appena la luce che aveva colpito parte dell’ambientazione, concentrata com’era sui suoi pensieri. In quel momento non si curò nemmeno di vedere come stessero i compagni: c’era una sola cosa da fare. L’uomo era disarmato, e non c’era momento migliore di quello per schiantarlo lontano e mandarlo fuori dai giochi. Il Flipendo aveva già funzionato contro quelle strane ombre che erano armate di bacchetta, e si aspettò che funzionasse alla grande anche contro un singolo uomo senza alcuna arma. Mentre organizzava le idee per attaccare, la sua attenzione fu richiamata dalla voce di una sua compagna, che urlava, con un tono che ricordava un po’ un ordine e un po’ un consiglio di cuore, di arretrare verso i cancelli. Si sentì anche strattonare leggermente da quella stessa ragazza, che sicuramente voleva accertarsi che Jean recepisse il messaggio. Vide un’altra compagna assecondare quell’ordine e andare dietro, oltre i rovi, in direzione delle mura. Jean avrebbe fatto lo stesso, una volta chiusi i conti col suo avversario. I vari lividi e bruciature ancora si facevano sentire, ma Jean già da diversi minuti aveva imparato a conviverci senza troppa fatica. Fissò il nemico, e una curiosa sensazione di potenza la pervase. Sorrise, in un modo che non aveva mai fatto prima, curvando un po’ la testa verso destra. Levò alta la bacchetta, tesa di fronte a lei, mirando in pieno petto il nemico (7t). Senza staccare gli occhi dalla sua vittima, ruotò il polso tre volte in senso orario, e pronunciò, ancora una volta, la parola « Flipendo ». Se avesse funzionato, avrebbe visto nuovamente il raggio arancione dritto contro l’uomo di fonte a lei. A prescindere dall’esito, avrebbe seguito a ruota la compagna in direzione dei cancelli dietro ai rovi, arretrando in modo da andare via da quella battaglia che, minuto dopo minuto, sembrava sempre più sterile.


♦️ Punti Salute: 84/107
♦️ Punti Corpo: 45/50
♦️ Punti Mana: 50
♦️ Punti Esperienza: 3
♦️ Punti Pozione: 0
♦️ Inventario
  • Bacchetta di Legno di Ontano, Crine di Unicorno, 11 pollici, poco elastica
  • Fiala di Decotto al Dittamo
  • Mantello invernale nero con alamari d'argento
♦️ Incantesimi
  • I Classe - tutti
  • II Classe - Evanesco, Expelliarmus
♦️ Riassunto
Jean, dopo aver disarmato l’avversario, si interroga su quanto utile sia quello che stanno facendo, pensando che la battaglia non abbia più molto senso. Poi decide di dare il “colpo di grazia” al nemico disarmato, ma prima di poterlo fare sente Thalia che ordina di arretrare ai cancelli. Jean, allora, lancia un Flipendo contro il nemico disarmato (7t) per toglierlo di mezzo e poi, a prescindere dall’esito, esegue gli ordini di Thalia e si dirige verso i cancelli, per andare via dalla battaglia.
♦️ Danni
Colpo allo sterno che ha ormai lasciato un livido: fa ancora male, ma meno. Ustione al braccio destro che ogni tanto brucia, ma sempre meno. Braccio sinistro un po' dolorante (nulla di invalidante) e leggermente escoriato (come un ginocchio sbucciato); in più ha un leggero graffio sulla spalla sinistra.
 
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view post Posted on 5/12/2020, 21:48
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You can take the darkness out of the man, but you can't force him to step into the light.

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PS 235/267 | PC 195 | PM 230 | Exp 44
Thalia Jane Moran18 anni | Cielo di Venere | V anno

Arretrare, ma poi avanzare? Fingere di restare in posizione e lasciare spazio all’artiglieria pesante? Il funzionario imperiale, poi, non era nemmeno un soldato. E allora che diamine ci faceva lì? Queste le domande ad affollarle la mente, mentre avanzava in direzione di Rose Attwood e le abbaiava ordini all’improvviso. La Grifondoro era stata brava, aveva emulato le sue gesta secondo copione, eppure l’esito - quando s’arrischiò a schiudere una palpebra - era incerto. Lampi di luce avevano cominciato a brillare nell’oscurità, dando un fermo alle operazioni belliche da ambo le parti, come se lo stimolo visivo avesse operato una specie di ipnosi su entrambi gli schieramenti. Li osservava inebetita, abbagliata soltanto in parte dalle improvvise esplosioni di luce. Cercava Rose con lo sguardo, mentre quello tornava ad adattarsi il buio, e non capiva. Non comprendeva il senso delle mosse proposte dal funzionario e non riusciva a collocare se stessa in quel piano. Occuparsi del centro? E come? Ci aveva appena provato e tutto quanto aveva portato ad un accecamento generale delle forze schierate. Avevano provato tutto, ad eccezione dell’ultimo e salvifico strappo della spilla, e nessuno giungeva in loro soccorso. Le domande erano molte, le risposte… assenti. E non si poteva restare con le mani in mano, con l’agitazione crescente di non sapere quale fosse il modo migliore per tenere il punto e, se possibile, sovvertire l’ordine delle cose. Perché quella battaglia, se non proprio tutta la guerra, doveva essere vinta. Oppure no? Nessuno aveva mai parlato dell’Impero vittorioso. E, ormai, Thalia sapeva che con la Storia le regole erano già scritte: non importava quanto ti impegnassi, tutto sarebbe andato esattamente come doveva andare. Gerusalemme gliel’aveva insegnato piuttosto bene.
Fu così che, in preda all’incapacità di prendere una decisione globale, Thalia tentò di spostarsi verso il margine - alla propria sinistra - della prima linea; doveva raggiungere Jean, Juliet, la giornalista e la Ministeriale. Fu cercando con lo sguardo proprio la figura di quest’ultima che si rese conto di non vederla più. Possibile che fosse sgusciata via per cercar riparo? O forse aveva seguito gli altri all’interno della Corte? Poco importava: erano rimasti pochi gli Ateniesi Imperiali e, per loro, avrebbe dovuto farsi coraggio e dare una mano. Forse avrebbe fatto a tempo a vedere Jean disarmare le ombre avversarie, riuscendo là dove nessuna di loro aveva potuto. Incanti mirati ad oggetti materiali parevano funzionare, la luce era un problema per chiunque. Jean era la più vicina alla sua posizione ed avrebbe provato ad avvicinarla, intimandole di seguire il messaggio del funzionario: arretrare senza dare nell’occhio, portare con sé Juliet e attendere che la magia dello stratega - o presunto tale - facesse il suo corso. Lei, dal canto suo, sarebbe poi tornata al centro della mischia, provando qualcosa che fino ad allora aveva ignorato: il ritorno alle basi, pure e semplici, del duello. Che un disarmo fosse la risposta a tutti i loro problemi? Ormai non sapeva più nulla. Scoccò uno sguardo alla figuretta di Rose e, una volta individuata, la richiamò a sé. Non poteva saperla lontana, mentre gli eserciti si disponevano secondo le disposizioni, quasi una tenaglia - per come l’aveva interpretata lei stessa - pronta a schiacciare il nemico. Il suo corpo era stanco, la sua mente al limite della sopportazione. Non riusciva a credere che, dopo interi minuti di lotta, si fosse ancora in quell’impasse senza via d’uscita. Se Rose le fosse venuta incontro, l’avrebbe subito spinta a nascondersi dietro di lei, mentre il polso destro - rigido, ma pronto a compiere il giusto movimento - attendeva solamente di agire contro un bersaglio preciso. Lo individuò nel bandito davanti alla sua posizione (7N): caricò il braccio, la posizione della mano munita della bacchetta sollevata ad eguagliare il livello del naso, la decisione - infine - di colpire l’arma del nemico e di scagliarla lontano: La mano ferma al primo «Ex-» e poi, ancor più determinata la stoccata finale «-pelliarmus!»; a prescindere dall'esito delle sue semplicistiche azioni offensive, avrebbe rivolto lo sguardo a destra e a sinistra - sperando di vedere Rose e qualcun altro degli Ateniesi. «Ai cancelli!» Voleva andarsene di lì e il funzionario aveva dato loro una possibilità di fuga, dunque il suo compito era raggiungere le compagne rimaste e farle retrocedere. «Rose, scappa dietro ai rovi, oltre i cancelli e aspettaci.» l'avrebbe spinta via, strattonando la manica della Grey, appena le fosse stata accanto nuovamente. E ancora, se il Fato gliel'avesse concesso, avrebbe raggiunto la giornalista. Era una corsa contro il tempo ma c'era una chiara possibilità che tutto potesse andare bene... oppure no.

Inventario&Conoscenze
Oggetti:

Spilla della Scuola di Atene
Bacchetta - Legno di Salice, Crine di Mooncalf, 10 Pollici, Elastica
Ciondolo Capello di Veela - incanta l'avversario in quest per un turno
Mantello della Disillusione - Realizzato con pelliccia di camaleonte, il Mantello della Disillusione rende una buona, anzi ottima mimetizzazione: se il tuo corpo è ben avvolto in questo tessuto, esso sembrerà donarti l'invisibilità.
1 Fiala di Decotto al Dittamo
1 Fiala di Doxicida
1 Fiala di Rinvigorente

Incantesimi:

I Classe - Completa
II Classe - Completa + Orcolevitas
III Classe - Completa + Iracundia (Fattoriam)
IV Classe - Completa + Circumflamma, Colossum, Ignimenti, Neptuno ( Mucum Ad Nauseam, Napteria)
V Classe - Flagrate, Expecto Patronus, Plutonis
VII Classe - Legilimens
I Classe Chiara - Atlantis Cage, Rituale Perfetto

Incantesimi Alchemici:
Langue Verte

Vocazioni:

Legilimens Apprendista
Occlumante (II Livello)
Elementalista Inesperta (Acqua)

Riassunto & Danni
Contusione al fianco destro. Taglio poco profondo alla nuca, contusioni alla parte alta della schiena e indolenzimento alle spalle. Leggera escoriazione allo zigomo destro. Escoriazione e contusione sul gomito sinistro.

Thalia ragiona sulla strategia di Pong e non si capacita di quanto è seguito al Lumos Maxima. Appena stordita, prova a ragguagliare Rose, spingendola poi a procedere per prima verso i cancelli, e cerca di incitare Jean e Juliet a fare lo stesso - seppur in tempi diversi. Infine, dopo aver eseguito un Incanto di Disarmo su 7N corre verso Ariel, per cercare di avvertirla sulla (non) strategia che le vorrebbe in ritirata.

 
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view post Posted on 5/12/2020, 23:00
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Lucas A. Moray
Tassorosso | Studente | 12 anni | ♪tumblr_mm4sulRyfC1s3urz2o1_500
La decisione era presa e anche il verde sembrava essere d’accordo con la proposta di Oliver, il che non poteva che rivelarsi utile. Non avrebbero dovuto dare fornire giustificazioni, che in realtà non esistevano, per la loro scelta. Si poteva proseguire scortati dall’imperiale che tenne la testa della comitiva.
Poi, proprio quando il cammino sembrava tracciato limpidamente, le cose erano destinate a mutare. Oliver si avvicinò con circospezione a Lucas che scorse il suo movimento sospetto. Il suo era una sorta di richiamo al quartetto forestiero escludendo di netto l’autentico imperiale.
“Ho una strategia” disse silenzioso cercando l’assenso del Tassorosso in primis. Lucas non poté che far cenno con la testa per indicare che lo stava ascoltando. Fissò Lucas in cerca di approvazione per quello che stava per chiedergli. “Confondilo”. Confondere chi? Con loro c’erano due donne e un uomo, l’imperiale. Poteva riferirsi soltanto a quest’ultimo. Ma che senso aveva quella richiesta? Era d’accordo con loro nel procedere verso i giardini. Perché doveva confonderlo. Lucas cercò di trasmettere il suo senso di smarrimento per quanto aveva appena udito. Oliver era ancora lì che lo fissava. Il suo sguardo, diversamente dalle sue ultime parole, trasmetteva sicurezza e se c’era qualcuno di cui Lucas sapeva di potersi fidare era proprio lui. Aveva sicuramente un motivo valido per quella richiesta. *Oliver non fa nulla per caso*.
Era il suo momento. Aveva l’occasione di essere d’aiuto al gruppo. A parte qualche incantesimo di contro i ribelli non era stato di grande aiuto fino a quel momento. Non poteva rifiutarsi. Fece cenno positivo con la testa e si distacco dagli altri tre raggiungendo nuovamente l’imperiale. Estrasse la bacchetta e, sperando di non essere scoperto, la puntò alla testa del Verde sul lato destro. Pronunciò sottovoce, ma con tono deciso la formula “Confundo”. Si posizionò poi al suo fianco, ma in posizione leggermente retrocessa per coprire il gruppo di coda da un eventuale occhiata come precauzione ulteriore se l’incantesimo non fosse andato a buon fine.
“Hem…” si schiarì la voce. “Crede che il figlio del cielo possa essere in pericolo? È solo in questo momento?
Avrebbe atteso la risposta del capofila prima di fargli altre domande al solo scopo di distrarlo e permettere ad Oliver di portare a termine la sua strategia non immaginando assolutamente in cosa consisteva.


Riassunto:
Lucas riceve una strana richiesta da parte di Oliver. Dopo qualche attimo di esitazione acconsente e si distacca dagli altri tre per distrarre il Verde con l’incantesimo Confundo e qualche domanda lasciando che Oliver, Megan ed Emily facciano il resto.

PS: 110/148 | PC: 50 | PM: 56 | PE: 11.5
Giuls || © harrypotter.it



Inventario attivo:
Bacchetta
Anello dell'amicizia
Sacchetta medievale che contiene
- 1 Fiala di decotto al dittamo
- 1 Fiala di Tiepidario
- 1 Fila di pozione addormenta draghi

 
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view post Posted on 5/12/2020, 23:28
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Oliver Brior » Cielo di Venere
La conferma da parte dell'Imperiale che era con lui riuscì a strappare soltanto un cenno di sollievo. Avevano una struttura nitida della Città Proibita, il confine Nord e quello Sud si univano in un intreccio ben distinto, già era un punto d'esordio. Il problema, era evidente, si insinuava nelle estensioni di quelle stesse diramazioni. Non poteva dire di essersi addentrato tanto a fondo nella cultura locale da poter trarre una mappa vera e propria, anche soltanto visiva. Né il libro che aveva ricevuto prima del viaggio aveva potuto illustrare tutti i dintorni nel miglior modo possibile. Certo, quella era una cornice d'insieme che già avrebbe potuto compiere la differenza - la consapevolezza di non perdere tempo verso la cittadella interna, là dove era oramai stato chiarita l'assenza dell'Imperatore, annullava la scelta. Tuttavia, restava un'impresa all'apparenza impossibile. Anche se si fossero concentrati soltanto sui territori esterni lì alla Corte, l'Imperatore avrebbe potuto trovarsi in ogni parte. In un giardino, in una camera, perfino in uno dei vari templi di passaggio. Curiosamente, Oliver lo immaginò alle prese con un Drago, uno di quegli esemplari che avevano visto tutti loro proprio all'arrivo. Al loro fianco, l'Orientale aveva sottolineato come il divino Figlio del Cielo fosse un'anima vagante, desideroso com'era di spostarsi da un punto all'altro. Chissà, si disse. Chissà se la vita da Imperatore potesse all'effettivo essere tanto problematica, tanto tediosa da richiedere scappatelle in situazioni di pericolo come quella. Si chiese tra l'altro, tacitamente, se Tianqi fosse già stato posto a conoscenza delle problematiche che l'inviolabile Città Proibita stava affrontando in quel momento. Era come individuare un ago in un pagliaio, nel senso più stretto del termine. Le parole dell'accompagnatore allora non ebbero che una parvenza di possibilità. Aveva sperato che almeno lui potesse sapere, anche solo per un'idea, dove iniziare le loro ricerche. Al di là della grandezza della Città Proibita, non avrebbero potuto immaginare le insidie, soprattutto magiche, che confini come quelli custodivano segretamente. II pensiero tornò al tentativo peccaminoso di Materializzazione sul campo di battaglia, non avrebbero potuto affidarsi ad interventi tanto diretti. Ci voleva altro, ne era convinto. A malincuore, però, era a corto di idee; neanche il libro gli aveva fornito un'infarinatura così sufficiente da porsi come una vera e propria indicazione. Perché di quello si trattava, ancor prima che della semplice conoscenza del luogo. Se neanche l'Imperiale accanto a loro aveva la più pallida certezza di dove spingersi, quale possibilità avevano lui e gli altri Ateniesi lì nel gruppo? Era una spedizione che avrebbe forse fatto vagare tutti loro inutilmente, per di più non avevano tempo. Era lì il crocevia di ogni problematica, si esprimeva infatti nella riflessione che l'esperienza acquisita fino ad allora aveva trascinato con sé: i Ribelli continuavano ad accedere, violavano così le protezioni della cittadella. A dispetto della sicurezza e della sacralità di quel luogo, gruppi ostili erano riusciti nell'intento più lontanamente possibile. Erano lì, alcuni avevano già combattuto perfino contro di loro. Altri erano ormai sempre più in agguato, le Visioni non erano che un promemoria nefasto. Il passo perdeva così la determinazione usuale. Non andava bene, non avrebbero potuto trattenersi oltre. Non avrebbero neanche potuto partire in esplorazione, l'impressionante grandezza della Corte Proibita non era altro che la punta di un dramma peggiore: l'imprevedibilità dello stesso Figlio del Cielo. Dov'era finito, dove era andato? Intimamente mandò via la nota furente di chi sapeva di non avere possibilità, di non essere in quel modo in circostanze favorevoli. Respinse il tremito nervoso alle mani, infilandole rapidamente verso le tasche interne della lunga veste di seta. Sfiorò così il sacchetto di rune antiche che aveva con sé, il contatto dei lacci sulla pelle sfilò via una serie di eventualità che non aveva tuttora considerato. Era un azzardo, lo sentiva. Più vi pensava, tuttavia, più vi credeva; la magia era così versatile, era sempre stato chiaro per tutti loro. Le rune, erano le rune. Fin dalla prima lezione al corso scolastico era stato evidente come fossero catalizzatori di potenzialità eccelsa, per di più quelle che aveva portato con sé - lì nel sacchetto in pelle - erano rune speciali, più singolari di quelle che solitamente sfruttava per esercitazione. Sfilò un lembo e vi legò così l'indice, lo sguardo ad un tratto ebbro di una possibilità. Riprese il proprio cammino fino ad affiancare gli Ateniesi, e cercò così di parlare sottovoce. Un sussurro, appena un sussurro: l'Imperiale non avrebbe dovuto sentire, Oliver infatti non era convinto che l'altro potesse comprendere. Le rune, al di là di tutto, sfumavano perlopiù nella cultura nordica, e loro interpretavano ancora - ad ogni modo - il ruolo di Imperiali di rispetto.
«Ho una strategia.» Soppesò l'Orientale, concludendo in fretta. Aveva tentato di portarsi poco dietro Emily e Megan, cercava inoltre di essere vicino Lucas.
«Ma meglio non farci sentire.» Un cenno d'intesa, la consapevolezza di poter essere preso per pazzo. Soffermò l'attenzione sul Tassorosso, tra tutti. L'affinità che sentiva di aver acquisito nei suoi confronti, anche soltanto dall'inizio dell'avventura, gli fece da sprono per chiedere il suo sostegno. Indicò avanti, di nuovo, verso l'Imperiale. La bocca mimava una frase rapida, scandita, molto diretta: "Confondilo". C'era il timore di poter essere frainteso, di poter perfino essere respinto. Sapeva che fosse da sciocchi mettere fuori gioco, anche solo momentaneamente, qualcuno come l'Imperiale che invece risultava dalla loro parte. Ma sapevano, tutti loro sapevano: avevano già condiviso silenzi, sguardi e vere indiscrezioni che gli altri - dal Nero all'Orientale in verde lì presente - non avrebbero potuto parimenti sentire. Tra tutti, il gruppo vero e proprio riguardava loro, soltanto loro. Erano viaggiatori, ospiti o meno, e facevano parte di una storia che non prevedeva un'intromissione a tutto tondo. Su quella riflessione e sulla fiducia che sperava di ottenere in Lucas, avrebbe agito rapidamente subito dopo. Qualora l'Imperiale fosse stato allontanato, anche solo distratto per pochi attimi, lui avrebbe potuto agire in fretta. Non avrebbero dovuto correre rischi. Parlò comunque in un sussurro, le frasi si inseguivano fino a sfumare insieme.
«Ascoltatemi, non c'è tempo.» Un'occhiata avanti, l'attenzione infine di nuovo su Emily e Megan. Confidava nel controllo di Lucas sull'Imperiale presente. «Potremmo girare per ore prima di trovare l'Imperatore, non sappiamo dove andare. Ma le rune possono aiutarci.» Tentò così di estrarre il sacchetto che aveva già stretto, lì nella tasca. Il filo scivolò dolcemente fino all'apertura, le rune all'interno rapidamente avrebbero potuto rivelarsi nelle rifiniture lucenti del legno di biancospino, tracciate nelle tempere del bianco e dell'argento perla. Erano lì, sulle sue mani, l'una dopo l'altra fino ad individuare freneticamente una runa tra tutte. Quando Raido fosse stata stretta, finalmente recuperata, non avrebbe perso tempo nel sistemare le altre. Via nella tasca, alla rinfusa, insieme al sacchetto. Sul tassello di legno restante, lì poggiato subito dopo sul palmo aperto della mano sinistra, risultava intagliata magistralmente quella che difatti somigliava ad una lettera -r. Non si perse in lunghi discorsi, riprese di scatto.
«Questa è Raido, la runa del Viaggio. Permette di indicare la strada, di ottenere una direzione. Lo so, è da folli, ma potremmo attingere alla magia runica per acquisire un'indicazione. Attivandola, possiamo renderla catalizzatore per la...» Annuì, veloce. «Per la bacchetta! Pensateci, se venisse potenziata dalla runa Raido ci servirebbe soltanto un modo per ottenere una direzione con la bacchetta.» Ascoltò l'intervento di Megan, annuì di scatto.
«Esattamente, è l'Incanto necessario. Così creiamo un ponte, è come un rituale. Un ponte tra runa e bacchetta.» Spostò lo sguardo dall'una all'altra, intimamente pregava che non gli ridessero in faccia. «Rappresentiamo tre vertici. Non appena attivo la runa, una di voi due potrebbe potenziare il legame, l'altra sfrutta invece l'incanto per la direzione. A quel punto la bacchetta attingerà alla magia in corso e potrà indicare un sentiero verso Tianqi.» Cercava partecipazione, gli occhi attenti sul volto delle altre ripetutamente. Era serio, non stava scherzando. Quello era un rituale a tutti gli effetti, era però versato nell'arte runica e ne percepiva i confini in modo ben più intimo, ben più tangibile. Confidava nella versatilità della magia nelle sue espressioni. Era un rischio che valeva la pena correre, e se anche fosse stato un insuccesso, almeno avevano tentato. L'alternativa era semplicemente girare a vuoto, fino ad un colpo di fortuna. E per loro, Ateniesi e Imperiali, circostanze come quelle non erano mai così favorevoli. Al comune accordo non avrebbe perso tempo, uno sguardo fugace così rivolto all'Imperiale e a Lucas, infine un respiro più affrettato. Lasciò che Raido raccogliesse in sé tutte le preziose informazioni che aveva appreso fino ad allora, rese la Runa il punto di principio e quello di contatto, si affidò alla simbologia del viaggio che custodiva in sé fino ad individuare l'Imperatore come traguardo e ultima destinazione. Sentiva il peso leggero della runa, quel blocchetto di un legno che gli era caro e che aveva saputo consacrare in passato al chiarore delle stelle, e della luna. Quelle erano rune che in pochi conoscevano, e che ancora meno sapevano controllare. Per lui, invece, erano state compagne, testimoni di un percorso in grado di coinvolgere tutto di lui. Era lì Raido, il Sentiero. Chiuse gli occhi, inspirò a fondo. Attingeva così alla magia primordiale, si rendeva parimenti parte del cosmo, vivida rappresentazione universale. Si ramificava in percezioni di una e infinite possibilità, vi si avvicinava come un viandante empatico. Era lì, paziente. In attesa, senza fretta. Il palmo accoglieva così Raido e guidata dall'altra mano, la bacchetta magica sfiorava il profilo intarsiato sul legno.
«Raido La voce giunse in richiamo. Il Figlio del Cielo poteva essere ovunque, nella Città Proibita. Sfiorò la runa con la punta della bacchetta, lievemente, e lasciò alle altre il prosieguo di un rituale in atto. Perché era lì, il Culto di chi sapeva vedere oltre, e di chi inarrestabile - come loro tre - sfidava la ricerca. Si preparò a riprendere la strada non appena possibile, sperava nella riuscita. L'indicazione, lo sapeva, avrebbe potuto compiere la differenza.


statistiche / inventario
salute 222/315 corpo 271/285 mana 320/343 exp 59.5

incanti
I, II, III, IV Classe completa
V Classe » Claudo, Nebula Demitto, Plutonis, Patronus
VI Classe » Perstringo
Chiari » Stupeficium, Rituale Perfetto

abilità
Divinatore Esperto, Maridese, Materializzazione

inventario
bacchetta magica, spilla atene, bracciale damocle, Stivaletti Lewam Markis, rune sacre, polvere del sonno, semi di pugnacio, intruglio confondente, rubino Enrico VII

riassunto
La certezza di poter vagare in lungo e in largo a vuoto, non sapendo dove cercare l'Imperatore, spinge Oliver ad una strategia particolare. Coinvolge gli altri e chiede a Lucas di confondere l'Imperiale con loro, per non rischiare di essere ascoltati. A quel punto propone e poi di comune accordo con Emily e Megan evoca un rituale runico con Raido, runa del Sentiero e del Viaggio. Il rituale con rune consacrate si articola in tre vertici, Oliver - Emily - Megan, le nostre azioni sono collegate. L'obiettivo è ottenere con la magia runica un'indicazione verso Tianqi.
 
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view post Posted on 5/12/2020, 23:34
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Si era tenuta in disparte, lasciando agli altri il compito di anticiparla verso una direzione più o meno precisa. Per quanto potesse dedurne, a quel punto e in quella confusione, destra e sinistra, all'interno della città o verso il suo esterno, era pressoché la stessa cosa: verso qualsiasi zona decidessero di incamminarsi, restavano in balia della probabilità, del caso. Del destino.
Quella storia era già stata scritta e, memore ormai di tutte le missioni affrontate in precedenza, loro si trovavano in quel luogo solo per far sì che potesse compiersi. Non le era ancora chiaro come questo potesse aver effettivamente luogo. Era Peverell che giostrava il gioco? Non sembrava aver senso parlare di libero arbitrio, infondo.
In balia di questi pensieri, Emily non si sentì però meno scoraggiata. Fosse stato così semplice piegarsi futilmente al vento degli accadimenti, la loro presenza in quel posto e a quel tempo non avrebbe avuto poi tutto questo senso.
Erano parte di un grande meccanismo e, checché la cosa potesse non piacerle affatto, in quanto minuscola parte del gran piano, non era ancora in grado di vedere come questo funzionasse.
Camminando in disparte, con gli occhi aperti su quanto circondasse loro, allontanò turbe inutili a favore di ripensamenti più pratici: se l'Imperatore era uscito per una passeggiata, era poco probabile si trovasse ancora nei giardini. Da una parte, tuttavia, dovevano pur cominciare e avessero avuto davanti una notte tranquilla, non si sarebbe nemmeno sentita tanto frustrata nel vedersi piegata al volere del tempo sfuggente..
Fu Oliver a darle un appiglio, qualcosa in cui sperare al di fuori della Dea bendata a cui, diciamocelo, non era mai stata particolarmente simpatica.
« Un po' azzardato », mormorò innocentemente mentre le iridi chiare non smettevano di inquadrare il Verde. Il diversivo avrebbe retto?
La sinistra fu felice di cingere l'arma, nuovamente in grado di poter fare qualcosa che non fosse il mero camminare per strade troppo piccole in una Città tanto grande.
« Posso provare a potenziare la magia della runa » asserì, la fronte aggrottata mentre rifletteva su un incanto in particolare. La magia era affar strano, persino per Lei che la conosceva da sempre: poteva piegarsi al volere del Mago, certo, ma tutto aveva un limite.
« Non posso assicurare nulla » e nel dirlo, la sua voce fu permeata da un sussurro onesto, quasi colpevole. Gli occhi, color della nebbia, cercarono lo sguardo di Oliver, forse per trovarvi rassicurazione, la stessa di cui si permeava durante le lezioni di Divinazione quando non ci capiva un boccino.
Si scoprì ad annuire, accennando sorprendentemente all'ombra di un sorriso deciso, « Pronta quando lo sei tu »
La parte più difficile non riguardava tanto l'esecuzione dell'incantesimo quanto il doversi celare da occhi indiscreti. Una volta attivata la runa, poi, come avrebbero fatto a seguirne la direzione nascondendosi al Verde? Come si sarebbero potuti imporre sulla via che lui aveva intrapreso?
Decise che ciò avrebbe rappresentato un problema da risolvere da lì a poco - qualora avessero avuto l'ardire di riuscire nell'impresa: non avevano molta altra scelta e girare in tondo non rappresentava un'opzione plausibile.
Se fosse stata abbastanza sicura di poter agire indisturbata, ponendosi al vertice di un triangolo perfetto, con Megan di spalle all'Imperiale a farle da scudo contro un'improvvisa attenzione di questi, avrebbe alzato la bacchetta verso l'alto ponendola al di sopra della propria testa, per poi socchiudere gli occhi ed evocare mentalmente la formula, « Magicus Extremus ». La decisione irruppe nella sua mente, annullando qualsiasi turbamento. La prepotente necessità di trovare l'Imperatore aveva offuscato tutto il resto, rigettando le probabili conseguenze di quell'azzardo. Non sarebbe stato semplice incanalare il potere magico verso l'oggetto piuttosto che nella propria arma, poiché non si trattava solo di evitare che effluvi di magia andassero dispersi a seguito di un incanto ma di legarsi, in qualche modo, ad una runa di cui conosceva poco o nulla.
Tuttavia, il desiderio, il furore di far sì che ciò accadesse, non era in grado di fare la conta degli insuccessi e, ancora con le ciglia a bagnare le guance nivee e gli occhi persi nel buio della propria Ragione, Emily immaginò di stabilire un contatto con Radio. L'avrebbe rafforzarla del potere che avrebbe successivamente incanalato, rendendola capace di assorbire fino all'ultimo lapillo di potere.
Solo quando sarebbe stata certa di aver terminato l'incanto, avrebbe riaperto gli occhi, posandoli su Megan. Era il suo turno.

ZtBaYZG

▲ Razza e abilità

▸ Banshee
▸ Cielo del Sole
▸ Exp. 55,5
▸ Materializzazione
▸ IV Classe Incantesmi
▸ Incanti oscuri:
Sectumsempra, Vielente; Essenza Converto; Segreto Ombrae; Protego Totalus


▲ Attivo/Passivo

▸ Bacchetta, custodia, gamba sinistra.
▸ Stiletto della Banshee, custodia, gamba destra.
▸ Cuspide scarlatta, dito medio, mano destra.
▸ Catena della notte, collana, con ciondolo occhio di Banshee.
▸ Anello del Troll, anulare, mano sinistra.
▸ Mantello della Disillusione

Occhio della Banshee: migliora la visione crepuscolare anche in caso di nebbia, consentendo di castare con mira e precisione ciascuna tipologia di incanto.

Anello del Troll: aumenta la potenza del Mago.

Cuspide scarlatta: ditale simile al pungiglione di uno scorpione. Chiunque lo indossi avrà il potere di pungere un mago creando una ferita dalla quale inizieranno a sgorgare litri di sangue. Il sangue sarà solo una mera illusione ma il senso di affaticamento e confusione della vittima sarà reale.

Catena della notte: rende il corpo più leggero e dona agilità nei movimenti, facendo sembrare le ossa più mobili.

Mantello disillusione: rende un'ottima mimetizzazione, sembrerà donare l'invisibilità.

Stiletto della Banshee: pugnale di antica e pregiata fattura.




Riassunto ▼ Danni subiti ▲

▼ Pare, pensieri e teorie. Emily accoglie l'iniziativa di Oliver ed evoca il Magicus Extremus sulla runa per il simil-rituale.

▽ ps 267/305 ▽ pc 278/284 ▽ pm 270/286

▲Colpita al ventre, cade rovinosamente sulle ginocchia per poi abbandonarsi al suolo. Il volto mostra una scottatura/ferita sullo zigomo sinistro; dei lividi iniziano a presentarsi sul fianco destro. Leggera ustione braccio sinistro.

 
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view post Posted on 5/12/2020, 23:35
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Ocean eyes.

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AteneCina2

Megan M. Haven
Cielo di Mercurio ☿


Non ebbe modo di pensare ad altro mentre s’incamminavano verso la direzione che aveva stabilito. Megan scrutava l’ambiente, accogliendone ogni sfumatura; ascoltava il caos della rivolta, ora sempre più lontana. «Speriamo sia la strada giusta» bisbigliò al fianco di Emily. Passi veloci, rapidi, a solcare lo sconosciuto territorio. Guidati dall’istinto si muovevano in uno scenario che non avrebbe dato loro alcun indizio. Non fino a quel momento, almeno, Megan aveva potuto scorgere qualcosa che le avrebbe potuto dare un aiuto, un indizio, una semplice guida.
Mentre la Corvonero osservava la situazione e s’addentrava insieme agli altri lungo un percorso ignoto, ebbe modo di pensare a quale soluzione attingere per trovare il Figlio del Cielo e uscire da quel disastro sani e salvi. Tuttavia, nessuna idea s’era manifestata in un primo silenzio, interrotto dal frastuono della ribellione, in sottofondo ormai, e i passi incalzanti della sua squadra. Osservò l’Imperiale che si era unito al suo gruppo, solo per pochi istanti si chiese come avrebbero potuto cavarsela senza destare sospetti. Il turno delle domande era terminato, forse avrebbe ripreso il giro più tardi, al primo buco nell’acqua, con un’attenta e centellinata scelta nello scandire parole precise, accompagnate da toni convincenti. Erano estranei e questo non potevano dimenticarlo, né potevano abbassare la guardia: il loro alleato sarebbe potuto diventare un nemico, in un solo battito di ciglia.
Oliver, di poco avanti a lei, rallentò il passo. Dopo qualche istante di incertezza Megan trovò una spiegazione a quell’improvviso cambio di direzione. «Questa è Raido, la runa del Viaggio. Permette di indicare la strada, di ottenere una direzione. Lo so, è da folli, ma potremmo attingere alla magia runica per acquisire un'indicazione. Attivandola, possiamo renderla catalizzatore per la bacchetta! Pensateci, se venisse potenziata dalla runa Raido ci servirebbe soltanto un modo per ottenere una direzione con la bacchetta.»» disse lui. Un’idea chiara, bisbigliata appena, che seguiva una logica ben definita a cui l’Aurea non poté che acconsentire tramite un semplice gesto del capo e poche parole. «L’incantesimo dei Quattro Punti potrebbe tornarci utile in questo caso!» Un'occhiata veloce al Grifondoro e poi alla Serpina, in attesa.
«Un po’ azzardato» intervenne Emily, lei rimase ad ascoltare.
«Forse lo è... Ma d’altronde non credo che abbiamo altre alternative, E.» sospirò scuotendo il capo. «Lucas è quello che ha il compito più importante, dobbiamo fare affidamento su di lui e sperare che tutto vada bene. Facciamo il nostro adesso, proviamoci almeno» concluse facendo spazio. In tal maniera, Megan avrebbe seguito le fasi che erano state stabilite in un ordine preciso. Emily avrebbe dato vita al proprio incantesimo potenziando la magia della runa. Lei, d’altra parte, avrebbe cercato di stabilire una connessione tra la Raido e la propria bacchetta. Nella sua mente avrebbe permeato il pensiero, chiaro e deciso, di voler trovare Tianqi.
Non il Nord, indicami dove è lui. Voglio sapere dove è. «Guidami» avrebbe enunciato una volta che, fronte a Oliver, direzionò la bacchetta proprio sopra alle mani del ragazzo, poggiandola sul suo palmo sinistro, ove la Raido s’illuminava in tutto il suo incredibile mistero. Provò a trovare il corretto equilibrio, il ciliegio si sarebbe trovato in bilico sulla runa, pronta ad indicare la direzione. Così, voleva assorbirne il potere e far sì che quel viaggio, che avrebbe dovuto condurli, forse, dove avevano sperato, fosse quello definitivo. Megan avrebbe sorriso; in un fuggevole istante il pensiero si sarebbe posato su un giorno preciso, appena fuori dall’Aula di Rune Antiche.
Se l’incanto avesse avuto l’esito sperato, l’Aurea avrebbe seguito le indicazioni date dalla propria bacchetta, per poi stringerla di nuovo fra le dita. In cuor suo serbava la speranza che il tragitto sarebbe stato quello giusto.



"FLECTERE SI NEQUEO SUPEROS,
ACHERONTA MOVEBO."

"IF I CANNOT MOVE HEAVEN,
I WILL RAISE HELL."


ATTIVO E CONOSCENZE
Bacchetta - Legno di Ciliegio, Lacrima di Veela,10 pollici, semi rigida
Tracolla in pelle nera
Spilla della Scuola di Atene
Amuleto Oscuro
Anello Difensivo(Medio sx)
Effetti: : protegge da danni fisici e incantesimi. Anche da Avada Kedavra, ma poi si spezza. [Usabile 1 volta per Quest.]
☿ Anello + Zaffiro “Trillon” (Anulare dx)
Cappa della Resistenza
Effetto: Realizzata con scaglie di testuggine e cuoio di Trinoceronte e Drago, resiste a moltissimi colpi e folate di calore/gelo.
Polvere Buiopesto Peruviana
Effetto: polvere finissima e nera come la pece, proveniente dal Perù, è in grado di creare un buio intenso e impenetrabile per la durata di 5 minuti.
1 Nanosticca
Effetto: permette di assumere dimensioni di 30 cm.
Filtro Sonno Leggero
––
I, II, III Classe completa.
Eccetto: Orcolevitas e Fattoriam.
Occlumante Apprendista
Essendo apprendista, il pg riuscirà a chiudere la mente solo a legilimens apprendisti. Nulla però potrà, nel caso si trovi di fronte a legilimens esperti. Non sempre riesce a combattere le proprie emozioni, che sono per lui il problema principale.

STATISTICHE
PS: 182/209
PC: 160/160
PM: 167/167
EXP: 21


DANNI: Escoriazione spalla destra; taglio sulla testa.

RIASSUNTO: Megan accoglie l'idea di Oliver e insieme a Emily tentano di trovare Tianqi secondo un ragionamento preciso; una sequenza di incantesimi e dita incrociate.
Tuke consentendo.

 
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view post Posted on 2/1/2021, 17:45
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Abbandonate Ogni Speranza, O Voi Ch'Entrate

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Che sarebbe stata una notte particolarmente lunga e impegnativa era cosa nota, non era del resto poi una gran novità. Ma era davvero così? Quanto era diffusa tale consapevolezza, e in quanti lo erano stati sin dal principio? Erano gli inconveniente di una certa riservatezza che ormai da molti anni andava connaturando un’attività sui generis come poteva esserlo Atene, con tutte le sue eccentricità. Perché erano capitati nel mezzo della Cina imperiale, perché proprio quel giorno? A cosa stavano prendendo parte controvoglia, o forse nemmeno quello. Come si sarebbe potuto non aver voglia di fare qualcosa che dopotutto inconsapevolmente si stava cercando di fare, pur non sapendo cosa e perché fosse davvero in moto? Sino a quel momento tutto si era circostanziato in una semplice battuta di caccia, in cui l’Ifigenia di turno si sarebbe infine smaterializzata. Eppure qualcosa doveva pur esservi sotto. Al netto della graziosa opportunità che solo una risicatissima minoranza delle forze in campo disponeva, uscirne tutto sommato sani e incolumi nel lungo periodo, tutti gli altri stavano prendendo parte a un gioco particolarmente rischioso, e ricco d’incognite, che avrebbe con ogni probabilità avuto delle pesanti conseguenze storiche, sia che volgesse a loro favore o sfavore. Sarebbe dunque risultato particolarmente saggio, nonché utile, domandarsi il cosa stesse davvero capitando tra una corsa e una capatina nel più improbabile dei molti angoli di quell’immenso luogo, la cui sacralità era di gran lunga scaduta sin dal loro arrivo, ma che con un minimo di conoscenza a disposizione sarebbe apparsa immutata nell’arco di più generazioni. Nonostante tutto, cos’era cambiato a distanza di molti secoli? Erano in presenza di una silente svolta della Storia, o di una significativa scampagnata notturna al chiaro di luna? E che diamine di fine aveva fatto la più ambita delle prede?

Nonostante tutto, e indipendentemente dal quanto fosse chiaro ed evidente, l’epica scampagnata proseguiva. Generalmente parlando erano in diversi, se possibile, a trovarsi a mal partito, in quel caso indipendentemente dalla fazione di appartenenza. Quanto era probabile potesse accadere? Eppure, era così. Chi in un modo e chi nell’altro. Le cose da fare non si poteva certo affermare mancassero, i più ribelli dell’allegra brigata si erano cavati finalmente poc’anzi dall’impiccio, ennesimo di una lunga serie, per trovarsi invece ora ai limiti di quello che sarebbe potuto potenzialmente essere molto peggio. Con i draghi, si scherza? Nonostante le molte incognite, qualcosa avrebbero comunque dovuto fare. O forse no?
Passati oltre, l’Aurea e l’ultima arrivata ebbero infine occasione di chiarirsi le idee, e accantonate insidiose remore, che in nuove probabili disavventure ne avrebbero aggravate le criticità; era tempo di guardare oltre quella breve ma intensa parentesi. Cavarsi da un grosso impiccio richiedeva inevitabilmente un grande piano, che considerasse le variabili in campo, il margine d’incertezza della messa a terra dello stesso, e la non remota eventualità di trovare nella migliore delle ipotesi una certa resistenza, in difesa o peggio in attacco. Raccolte le informazioni a disposizione, l’Argentea rotti gli indugi andò tratteggiando, a beneficio del resto del gruppo, una linea da seguire. Forse non un piano vero e proprio, ma sicuramente una suggestione che potesse guidare l’agire collettivo. Erano forse troppi per sperare che un piano potesse essere davvero imbastito e realizzato in una manciata di minuti, e al loro crescere aumentavano esponenzialmente anche le incognite di cui avrebbe dovuto tener conto. Ma tracciare una linea era dirimente, e decisivo, nella speranza ovviamente che potesse risultare utile, facendo la differenza. Tre i poli attorno cui si sarebbe calamitata l’attenzione di tre differenti voci della compagnia: i draghi, gli eunuchi e il gruppo.
Di più facile identificazione, giocando letteralmente in casa, la loro gentile Guida e il navigato Corvonero (D) si trovavano confrontati con la più azzardata parte del piano. Preparare le difese contro un fallimento non troppo remoto del resto della loro azione. Quattro mani per sopperire alle eventuali mancanze di tutte le altre. Il ruolo riservato alla seconda voce di quella strana coppia non era trascurabile, ma buone le speranze. Acqua e scudi non erano così inconciliabili per natura, ma in quel caso la minaccia da cui avrebbero dovuto guardarsi tali difese sarebbe stata delle più formidabili. E forse anche delle più inutili. Se i draghi non avessero fatto una piega sarebbe stato nulla più che un ingegnoso passatempo, ma erano ormai anche ben consci che il tempo fosse qualcosa di estremamente prezioso, che doveva dunque essere saggiamente investito sin tanto che se ne aveva a disposizione. Lentamente, imperscrutabilmente, aria e acqua, un elemento particolarmente fortunato sotto molti aspetti nel loro specifico caso, andavano miscelandosi e distendendosi, e che gli dei gliela mandassero buona, una volta tanto.
Era poi la volta della più esperta dei Tassorosso (M), o almeno quella che sembrava saperla più lunga su quelle strane scampagnate notturne. Occuparsi della minaccia più prevedibile di quelle facilmente identificabili: i guardiani notturni di quel museo a cielo aperto. Una coppia, non troppo distante, illuminata il giusto per essere oggetto di particolari ma indesiderabili attenzioni. In quel caso però c’era una seconda sensibile variabile di cui tener conto, e che si trovava esattamente al centro della traiettoria: i draghi. Immobilizzare entrambi i soggetti (2-3), tenendo in riserva il rincalzo di C, congelando una potenziale minaccia al resto del piano, e giocando a posteriori la carta dello schiantesimo non sembravano essere mosse eccessivamente azzardate. Regalavano solo più tempo a che il grosso di tutto potesse dispiegarsi.
E tutti gli altri? Delineata l’idea, sulla base di quanto aveva implicitamente suggerito il Corvonero (B), il peggio doveva ancora venire. Due draghi spensierati e giovani potevano comunque rappresentare un enorme problema supplementare a quanti già non mancassero, ma con un po’ di fortuna non sarebbe andata troppo male. In cima alla lista delle priorità sicuramente il confonderli abbastanza da renderli sufficientemente mansueti da poter essere impiegati alla bisogna. In quanti avevano mai preso in considerazione l’ipotesi di portare a pascolare un drago, al pari di un barboncino? C’era davvero il rischio di un’emulazione di massa, o quella stessa massa sarebbe finita incenerita tra il giubilo di folle festanti? Dunque, via con la confusione sulla coppia di mal capitati (K, S, B), mirando alle parti più sensibili a disposizione, che nonostante l’importante distanza, restavano la miglior speranza di successo. Confuso il maggiore cosa sarebbe dovuto accadere? Confuso un drago addormentato come avrebbe dovuto reagire, se non proseguendo nel sonnecchiare distratto? Cosa sarebbe stato necessario a svegliarlo? Il secondo, invece, se confuso l’avrebbe dimostrato. Era dunque già arrivato il momento perché le ultime due in lizza potessero agire (E, W). Gru e passerotti che fine avrebbero fatto? Con soddisfazione di entrambe erano già in volo, nella direzione corretta, per quanto ancora tra il gruppo e i draghi. Si sarebbero fatti notare abbastanza dai due potenziali confusi, e resi volutamente più miopi di quanto non sarebbero stati? Ovviamente nella speranza che non vedessero più di quanto non avrebbero dovuto. Un nutrito gruppo di astanti sarebbe stato meno invitante di due coppie di puffosi volatili? Una fortunata gru non sembrava voler andare d’accordo con la sua fida compagna, volava dunque direttamente verso nord, mantenendo un basso profilo, indifferente alle attenzioni che avrebbe dovuto invece sollevare. Il restante trio si faceva invece largo verso nord est, quasi tagliando diagonalmente il cortile, proprio in direzione dei draghi.
Poi l’imprevisto. Il più piccolo, quello che con maggior probabilità sarebbe dovuto risultare confuso, morse la coda del Bell’addormentato. Un gesto più o meno inconsulto, forse anche non voluto, ma sufficiente a svegliarlo bruscamente, tra quello che sembrava un ringhio cavernoso, e un’epica fiammata proprio all’indirizzo dello sfortunato trio. Tre dei quattro giovani amici erano già usciti di scena, il reduce puntava invece alla massima velocità il fondo del cortile. Qual era il grado di confusione, e quale quello d’irritazione? Se comunque le loro difese erano state infine allestite, e uno strano inconsueto scudo si frapponeva tra il gruppo e le due fiere, ma non erano state ancora testate, era evidente fosse indispensabile trovare un secondo modo di spingere i due inconsapevoli alleati nella corretta direzione. E in fretta.
L’ombra annerita della fiammata solcava ora la superficie immacolata del cortile, il candore del marmo aveva parzialmente ceduto il passo all’incedere del fuoco per diverse decine di braccia, una scia che era andata allungandosi sin quasi al padiglione davanti alla strana coppia. Era stata intanto la volta dei due schiantesimi, a danno della coppia di eunuchi (2-3), che avevano tolto definitivamente di mezzo un problema, che però impallidiva rispetto ai contestuali sviluppi. Pochi istanti, e molto era cambiato. Svegliato male, e non troppo felicemente, il maggiore si era dunque rivoltato contro il più giovane e burlone, ma esitava ad agire. Scrupoli genetici, o il tentativo dell’allegra comitiva aveva sortito il suo effetto? Ignorata, la potenziale preda si allontanava volando nell’oscurità. Ma se un drago con almeno in quello un po’ di fortuna guardava a nord, il secondo invece stava ancora guardando a sud, con probabilmente un certo timore di poter essere oggetto di una sfrontata vendetta. Cos’avrebbero fatto loro, spettatori interessati di quella vicenda?

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Dall’altro lato della barricata la situazione era serena, ma particolarmente variabile. Lo scontro infuriava a diversi livelli, e a volubili intensità, costringendo a quelle che a prima vista sarebbero parse quanto meno decisioni discutibili, di dubbia utilità. Sino a quel momento la minaccia ribelle era stata in una qualche maniera arginata, almeno a vedersi e al centro dell’azione, a costo di qualche sacrificio, e con qualche pedina in meno sulla scacchiera ancora da muovere, eppure… perché arretrare, vanificando i pochi progressi affastellati alla bell’e meglio? Nonostante tutto sembrava quella l’idea, e sembravano anche in diversi a condividerla, o comunque a non volerla mettere in discussione. Pertanto così avrebbero proceduto.
La rotazione era iniziata, impercettibilmente qualcosa stava già accadendo, interrotta da questo e quell’imprevisto, da una parte e dall’altra. Quali fossero le logiche sottostanti, e quali le dinamiche in atto non sembrava particolarmente evidente, c’era solo da sperare che andasse tutto come da copione. Una situazione complessa senza dubbio, una matassa ancora tutta da sbrogliare, ma sino a quel momento quali progressi erano stati compiuti? E con quali prospettive?
Era dunque tempo perché l’Argentea e la Corvonero potessero tornare a distinguersi, in inedite toccate e fughe, rosicando qualcosa, strappando un punto, prima di tornare ad arretrare. Per quanto, fosse da specificare, arretrare era qualcosa di radicalmente differente da una ritirata più o meno strategica, e peggio da una rotta. Stavano cedendo terreno, avrebbero ceduto terreno, quanto era ancora da definirsi, ma sapevano sarebbe successo. Ecco dunque la più giovane (G) prendersela nuovamente con il suo sfortunato obiettivo sacrificale (7t), nella speranza di vincerlo definitivamente, prima di darsela a gambe, e dar seguito a quanto le era stato specificato dalla sua principale alleata in quelle agitate acque di scontro. Senza più lo spadino, cos’avrebbe potuto il povero sprovveduto? Un boccone troppo prelibato, servito su un piatto sino a prova contraria d’argento. Dunque il tentativo della giovane coraggiosa. Un esito talmente scontato, da non verificarsi puntualmente. All’ultimo, ecco il braccio levato in avanti del ribelle deflettere l’incanto della Corvonero. Dunque, pericolo scampato? Sì, salvo essere abbattuto, e sparire nelle retrovie, subito dopo per mano di un ignoto alleato. Senza perdersi però d’animo, o lasciarsi prendere da emozioni contrastanti iniziava a ritirarsi di buon ordine.
Diversi invece i propositi della Tassorosso: rallentare quella che sarebbe stata certamente un’avanzata dei ribelli, sorprendentemente cercata, e andare a tessere le fila di quanto sarebbe stato, almeno sulla carta, con un’altra delle viaggiatrici (A), non troppo distante dalla giovane Grifondoro (J). Erano diverse le risorse su cui avrebbero potuto contare, ma lo stavano davvero facendo? Eppure, disarmato con una certa sfacciata fortuna la sua vittima del momento (7n), andò mano mano allontanandosi dalla prima linea, risalendo il fronte. Avrebbe raggiunto la reporter, passando davanti alla Grifondoro. Ma che fine avevano fatto entrambe? Dopo la triste dipartita della Ministeriale, le acque erano andate calmandosi, il ritmo rallentando, quasi volendosi gustare il silente trionfo di quel primo venir meno. Se la giovane (J) teneva botta, anche in forza dei suoi potenti alleati con cui aveva imparato a far squadra, l’Argentea non avrebbe certamente dovuto temere di non trovare colei che andava cercando. Complice un’inaspettata ennesima esplosione, colta impreparata in quello sfortunato frangente, venne di fatto scaraventata violentemente nelle retrovie dall’onda d’urto. A terra, con qualche nuovo acciacco, là si sarebbero ritrovate entrambe a fare il punto della situazione.

Intanto, ormai a una certa distanza, nelle retrovie, un secondo nutrito gruppetto era andato in cerca di fortuna per vie traverse. Molto curiosamente avrebbero avuto a disposizione tutte le quattro virtù che i Fondatori avevano voluto far proprie dieci secoli prima, il che sotto molti aspetti avrebbe potuto fare anche la differenza. Erano preceduti dal loro vecchio cicerone, che si era offerto ancora una volta di far loro da guida, verso una missione di cruciale d’importanza, ma di epica incertezza. Era dunque costui, con fare circospetto e prudente, a far da apripista della piccola compagnia. Si erano ormai lasciati alle spalle la silente sacralità della Corte interna, e si avviavano verso un anonimo cortile, di un piccolo padiglione, quando il Grifondoro (O) avanzò una singolare richiesta al più giovane e inesperto dei presenti. Distrarre l’alleato, sviandone l’attenzione da quanto avrebbero tentato gli altri. Ma quanto sarebbe stato saggio, e quanto utile?
Attaccò un primo discorso, prendendo tempo e guadagnando terreno, distanziando insieme alla loro guida il resto del gruppo. Erano ormai in procinto di varcare la soglia di quel nuovo anonimo ambiente, perfettamente identico a decine di altri, diretti com’erano ben oltre. Ma l’inaspettato colpiva ancora.

Sarà certamente con qualcuna, è improbabile possa essere davvero solo, sarebbe…


Il Tassorosso non aveva ancora agito, che l’anziano burocrate si era già fermato, e improvvisamente zittito. Uno sguardo preoccupato a destra, un secondo a sinistra, seguito da una bassa imprecazione. Erano in indesiderabile compagnia? Il flebile mormorio dell’acqua di una placida fontana, al centro dell’ordinata simmetria del cortile, fu interrotto da un debole ‘pop’. Uno scudo bluastro si era aperto improvvisamente davanti a entrambi, schermandoli da qualcosa che evidentemente aveva impattato lo stesso, pochi istanti dopo. Dall’altro lato del cortile tre loschi figuri, di nero ammantati, si preparavano ad agire. L’effetto sorpresa era fortunatamente stato eluso, ma restava il problema, e buona parte della loro compagnia era ancora alle prese di ben altro.
Poche yarde distanti, del tutto inconsapevoli, l’improbabile terzetto era a caccia dell’impensabile, indispensabile però a cavar un ragno dal buco: trovare qualcuno che sembrava impossibile trovare, e che molto probabilmente avrebbe preferito non esserlo, per quanto in diversi ci stessero provando. Anche in quel caso la sincronia era la chiave di volta di un pensiero complesso, e una sua messa a terra ancora più irta di complicazioni. Il Grifondoro avrebbe messo la runa, più che fortunatamente a disposizione, la Serpeverde ne avrebbe potenziato l’effetto, mentre con un pizzico di coraggio la Corvonero avrebbe potuto beneficiare dell’informazione che forse avrebbero ottenuto. Compiute che furono le prime fasi del rituale, individuati e segnati i doverosi vertici, non restava che verificare se avesse effettivamente funzionato la più improbabile delle idee. Dov’era il figlio del Cielo? Dove diamine si era cacciato? Una strana risposta fu quella che ricevette la Corvonero.
Animata da poteri strambi e oscuri sottili scariche di elettrizzata adrenalina le trascinavano debolmente il braccio prima da un lato, e poi dall’altro, lasciando poi che la punta della bacchetta errabonda si muovesse liberamente anche solo di pochi pollici in un’inintellegibile serie di direzioni diverse. Se un angolo giro offre ben 360 diverse possibili direzioni nel lento trascorrere dei primi venti secondi forse un quarto del totale complessivo era già stato vagliato. Nei successivi quaranta buona parte delle restanti. Allo scoccare del minuto quel lungo tira e molla tra la Corvonero e chi stesse cercando di trasmetterle un silente messaggio sembrò volgere al peggio. Veri e propri strattoni, violenti colpi che minacciavano di vederle sfuggire il sottile bastoncino di ciliegio, amplificati dalla sua singolare rigidità. Se avesse perso la presa, quella singolare danza sarebbe proseguita? Eppure, per quanto più nette ed energiche il ventaglio di possibilità andava restringendosi, per infine concentrarsi davanti a loro. Avrebbero dovuto dirigersi a nord ovest? Era quello il senso dell’ultima scossa, prima che il braccio stremato le ricadesse lungo il fianco? E se così era, perché era stato necessario vagliare tutte le altre possibilità, quasi vi fosse l’imbarazzo della scelta?
Mentre evidentemente l’attenzione del trio era rimasta calamitata su quell’epilogo inaspettato e singolare, davanti e non troppo distante da loro si era consumato il primo atto di un nuovo inatteso scontro. Il Verde aveva risposto, cos’altro sarebbe successo?


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Ottimo, direi semplicemente splendido, nel caso dei Ribelli il piano è riuscito, almeno sino a un certo punto. 2 e 3 non sono più un problema, mentre D e Y3 hanno concretizzato il loro tentativo. Ovviamente è da determinare sino a che punto i due draghi siano confusi, e se effettivamente quanto successo sia attribuibile al semplice caso o al vostro intervento, ma al momento sono entrambi ben svegli, e si guardano arcigni. Tre sventurati volatili di W ed E ci hanno lasciato nel pieno dell’azione, mentre il quarto si allontana defilato. Se dunque una delle domande in sospeso era come svegliare questi insoliti alleati, questo è sicuramente risolto. Come indirizzarli però nella giusta direzione? Quali sono le variabili in campo? Dalla fiammata del maggiore a ora sono trascorse poche manciate di secondi, dunque siete spettatori in prima persona, e una volta tanto relativamente al sicuro, e tranquilli. Ma niente allori!
Nel caso degli Imperiali, invece, nel mezzo dell’arena tutto procede direi in tranquillità. Abbiamo G che dopo aver riscosso una mezza vittoria arretra, semi soddisfatta, dirigendosi verso il centro, forse con un eccesso di zelo e foga, mentre T dopo aver disarmato un secondo sventurato cerca di raggiungere A, che troverà serenamente a terra, a distanza di sicurezza dal fronte. Dove invece rimane J, particolarmente attiva e in attività insieme ai suoi nuovi camerati: 3e, 5c.
Il terzetto nelle retrovie vince la grande scommessa della partita e completa con successo il rituale, ottenendo una risposta piuttosto netta e chiara, penso; per quanto quello che l’ha premessa sia altrettanto significativo. E penso che vi siate persi anche in parte un altro dettaglio che era già emerso, ma… Dunque, H ha questo ‘inaspettato potenziamento’ per non perdere la bussola, mentre L ha fallito nel suo tentativo, o meglio, non l’ha proprio fatto. Dritto davanti a X3 e L, ancora sulla soglia, ci sono infatti tre ribelli, in nero, già presenti nel cortile. X3 ha scomodato uno scudo che vi ha protetti da un primo colpo. Ma cosa succederà? Immagino l’allegro terzetto possa, vinto lo stupore, farsi avanti raggiungendoli.

Vi ricordo, ad imperitura memoria, che come sempre le Statistiche e l'Exp sono importanti, possono molto, ma sono dettagli del tutto trascurabili rispetto a tutto il resto. Conta l'On e non l'Off, che determina semplicemente alcuni limiti indicativi di come possiate agire.

Vi rammento da ultimo le squadre, con relativi riferimenti:
Ribelli: Eloise (E), Casey (K); Daddy (D), Mya (M); Phoebe (P), Susan (S), Caleb (C), Derek (B); Vath (V); Jane (W).
Imperiali: Megan (H), Thalia (T); Oliver (O), Emily (R); Jean (G), Juliet (J), Lucas (L), Rose (F); Katherine (Q), Ariel (A).

Dove sapete trovate le vostre schede, al momento dell'inizio del gioco, e dove sapete troverete per un po' di tempo le relative mappe del caso. Salvo controindicazioni, o compromessi successivi, tutte le scadenze sono da intendersi quali 22.59 del giorno indicato.

La vostra prossima scadenza, che non è vietato anticipare, è il:

14 - I










Eloise (E)

Punti Salute: 203/243
Punti Corpo: 142/147
Punti Mana: 149/149
Exp: 39

Casey (K)

Punti Salute: 150/175
Punti Corpo: 140/144
Punti Mana: 178/178
Exp: 10

Daddy (D)

Punti Salute: 278/327
Punti Corpo: 270/283
Punti Mana: 294/296
Exp: 78

Mya (M)

Punti Salute: 190/221
Punti Corpo: 110/166
Punti Mana: 163/163
Exp: 61

Phoebe (P)

Punti Salute: 85/118
Punti Corpo: 70/79
Punti Mana: 62/62
Exp: 2

Susan (S)

Punti Salute: 116/131
Punti Corpo: 62/69
Punti Mana: 70/70
Exp: 7

Caleb (C)

Punti Salute: 132/152
Punti Corpo: 73/83
Punti Mana: 77/77
Exp: 7

Derek (B)

Punti Salute: 202/247
Punti Corpo: 212/219
Punti Mana: 232/232
Exp: 24

Jane (W)

Punti Salute: 175/175
Punti Corpo: 121/121
Punti Mana: 136/136
Exp: 28

Timur (Y1)

Punti Salute: ?
Punti Corpo: ?
Punti Mana: ?
-

Calaf (Y2)

Punti Salute: ?
Punti Corpo: ?
Punti Mana: ?
-

Turandot (Y3)

Punti Salute: ?
Punti Corpo: ?
Punti Mana: ?
-

Megan (H)

Punti Salute: 182/209
Punti Corpo: 160/160
Punti Mana: 167/167
Exp: 21

Thalia (T)

Punti Salute: 235/267
Punti Corpo: 195/195
Punti Mana: 230/230
Exp: 44

Oliver (O)

Punti Salute: 222/315
Punti Corpo: 271/285
Punti Mana: 320/343
Exp: 60

Emily (R)

Punti Salute: 267/305
Punti Corpo: 278/284
Punti Mana: 270/286
Exp: 56

Jean (G)

Punti Salute: 84/107
Punti Corpo: 45/50
Punti Mana: 50/50
Exp: 3

Juliet (J)

Punti Salute: 95/143
Punti Corpo: 60/68
Punti Mana: 103/103
Exp: 9

Lucas (L)

Punti Salute: 110/148
Punti Corpo: 51/60
Punti Mana: 56/56
Exp: 12

Rose (F)

Punti Salute: 90/120
Punti Corpo: 60/70
Punti Mana: 72/72
Exp: 3

Katherine (Q)

Punti Salute: 160/180
Punti Corpo: 108/118
Punti Mana: 137/137
Exp: 27

Ariel (A)

Punti Salute: 133/176
Punti Corpo: 116/125
Punti Mana: 115/115
Exp: 24

Ping N. (X1)

Punti Salute: ?
Punti Corpo: ?
Punti Mana: ?
-

Pong R. (X2)

Punti Salute: ?
Punti Corpo: ?
Punti Mana: ?
-

Pang V. (X3)

Punti Salute: ?
Punti Corpo: ?
Punti Mana: ?
-



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Alcune postille!

A fronte della semplice constatazione che i più giovani sono molti, e i più anziani sempre più anziani, per quanto sia certo che nel frattempo siate tutti perfettamente al corrente delle svariate peculiarità della Tuke, il pettegolezzo è un'Arte, sottolineo un paio di conquiste che abbiamo raggiunto nel tempo:

- A ogni post corrisponde al massimo un'azione magica, che veda o l'impiego attivo di un artefatto, che decidete voi di utilizzare, o il ricorso a un incantesimo, ferme restando le solite regole. Se nello stesso turno volete correre una maratona, fare un salto dal parrucchiere, e tirare castagne all'indirizzo di un passante molesto, queste non costituiscono azioni ulteriori. Nei limiti del possibile, quindi, una sola azione magica per volta, e tanto buon senso. L'obiettivo rimane snellire e velocizzare il gioco quanto più possibile, se volete fare il quarto grado a un vostro alleato fate tutto in un solo post, e non abbiate timore della vostra ombra, ci sarà ben altro di cui preoccuparsi;

- A proposito di interpretazioni, mi sembra di intuire stiate seguendo la prassi, almeno a livello pratico, con in generale dei buoni risultati e un'ottima coordinazione, almeno per coloro che al momento si sono trovati 'al fronte', ossia i Ribelli. Entro però i confini delle nostre regole, potete tranquillamente darvi a un'interpretazione creativa anche dei vincoli che solitamente un Master impone alla gestione degli incantesimi. Ci terrei infatti nello sfatare il mito del: ogni incantesimo ha un unico fine.
Se doveste allacciarvi le stringhe, quale sarebbe l'incantesimo giusto? Non conoscete il Frenonectio (che non avevo mai sentito), quindi non è possibile allacciarsi le scarpe? O potrebbe comunque sopperire efficacemente un Wingardium Leviosa? Oppure il Veronesi, quali strabilianti risultati potrebbe in realtà celare questo porello d'un Veronesi?
Si possono fare molte cose con un incantesimo, stiamo pur sempre parlando di Magia. I più giovincelli e meno esperti, che hanno magari un arsenale apparentemente limitato, con un buon ragionamento e una lettura astuta tra le righe, sono piuttosto sicuro lo vedranno quanto meno ampliarsi. Quelli più esperti, e meno giovani, ricorderanno un epico scontro in una trincea con quelli che erano forse Berretti rossi, nella Francia medioevale, no? Ovviamente dovrete gestire la cosa in On in maniera molto chiara, e intelligente, ma guardandola da un punto di vista un po' diverso dal solito anche la I Classe offre strabilianti possibilità. Al pari, evidentemente, serve molto buon senso. Un brutto ceffo può essere abbattuto con un Prurito? E un drago? Le possibilità che una mente ingegnosa è in grado di scovare potrebbero essere sorprendenti.

- Nel corso dei turni torneranno alla ribalta i nostri ormai mitici compagni di giochi, segugi, smilzi, bonzi... Al netto di una rinfrescata d'abito anche per loro i presupposti teorici rimangono gli stessi di sempre;

- Per quanto riguarda le Ombre. Al momento il nostro inventario può vantare:
Segugi: sono Ombre di dimensioni discrete, simili a un cane non troppo grande, spesso accucciate e sedute fiutano letteralmente l'aria, drizzando le due curiose antenne che ne incorniciano il capo. È piuttosto difficile determinare se usino effettivamente l'olfatto, l'udito, il gusto o la vista. Due vispi occhietti gialli sono indiscutibilmente i dettagli più facili da cogliere, e i migliori segnali della loro presenza. Sembrano essere fatti di pura e semplice oscurità, molto più nera di qualunque notte, in controluce è dunque forse più semplice individuarli, per quanto su distanze più che brevi resti un esercizio veramente complesso. La loro oscurità sfuma dolcemente, secondo un'impercettibile scala, schiarendosi, aiutando a mimetizzarsi nella notte. Si muovono strisciando, quasi scivolando, su due o quattro zampe. Non è ben chiaro come comunichino la natura delle loro scoperte, ma... Non è neanche dimostrato abbiano particolari doti offensive, o difensive. Sono a tutti gli effetti esploratori;

Algidi: la sostanza di cui sono fatti, ossia i sogni, è in tutto e per tutto identica a quella delle altre Ombre, Segugi in testa. Diversamente da questi ultimi, però, sfoggiano senza un preciso disegno, quelle che apparentemente potrebbero sembrare le 'placche' di un'armatura metallica. Ossia la loro oscurità è interrotta da fasce argentate, o comunque qualcosa di simile. Il capo è facilmente riconoscibile, e li differenzia dagli altri, essendo quasi interamente argentato. Hanno una sagoma particolarmente flessuosa e algida, e presumibilmente possono anche essere particolarmente agili e veloci sulle loro due chiare e corte gambette. Non è chiaro che doti difensive e offensive abbiano, al pari del come comunichino. Sono però a tutti gli effetti fanteria leggera;

Bonzi: diversamente dalle altre Ombre, questi sono esseri veramente di dimensioni considerevoli, al pari di un gigante. Assomigliano a livello ideale a dei pupazzi di neve, particolarmente grassi. Si muovono lentamente, molto lentamente, il che è proporzionale alla mole di quello che dovrebbe essere un corpo decisamente ingombrante. La loro oscurità è interrotta da leggeri increspature dorate, quasi a definirne i contorni delle singole parti: i polsi, le clavicole, il collo, il busto, le ginocchia. Non è chiaro che doti difensive e offensive abbiano, al pari di come comunichino. Sono però a tutti gli effetti fanteria pesante;

Banditi: al momento sono le uniche Ombre, almeno intuitivamente non troppo dissimili dalle altre, dalla parte dei Ribelli. Al pari degli Algidi, sono figure snelle e slanciate, solo leggermente più basse e scattanti nei movimenti. Hanno il volto quasi completamente coperto da un lungo turbante, e il corpo coperto da una veste azzurra, che presumibilmente non è la vera 'pelle'. Dunque sembrano fatti anche loro 'della stessa sostanza dei sogni', ma questo è meno certo. Quello che invece è evidente è che siano armati di una sciabola, o per chi preferisse essere molto più puntuale, una spada corta cinese, piuttosto in voga in età Ming, e che trovate facilmente in giro. Diversamente dalle Ombre imperiali, sono Ombre particolarmente sfuggenti e agili, abili nello sparire e nel confondersi, ma particolarmente reattive in caso di imprevisti;

Arcieri: la sostanza di cui sono fatti, ossia i sogni, è in tutto e per tutto identica a quella delle altre Ombre, Segugi in testa. Diversamente da questi ultimi, ma sulla falsa riga degli Algidi, sfoggiano un paio di pesanti guantoni apparentemente di cuoio bianco, e stringono tra le mani un pesante arco. Sul capo portano un curioso cappuccio rosso che li rende facilmente distinguibili anche al buio. Non è chiaro che doti difensive e offensive abbiano, al pari del come comunichino, ma devono essere molto bravi con le frecce, ma di che natura? Sono a tutti gli effetti fanteria da tiro;

- Le volte scorse avete iniziato a familiarizzare con il concetto di 'refrattarietà magica' da parte di alcuni figuranti, solitamente nelle ultime fasi del gioco, in occasione di 'botte da orbi', tenetelo a mente. Al pari delle peculiarità storiche del contesto di riferimento, sono piuttosto sicuro che i vostri 'esperti', proporzionali al grado di difficoltà del vostro lato del tavolo, vi abbiano già illustrato alcune cose. Ottimo, rifletteteci bene, i dettagli non sono sempre casuali;

- Sèocculto: qualora si rendesse necessario ricorrere a un incanto di gruppo, proporzionalmente al numero dei suoi membri, il valore di riferimento del Mana rimane quello di chi esegue l'incanto, scontando una sua proporzionale riduzione, per mantenere il rapporto di 1:1 che in circostanze abituali dovrebbe avere. Più il gruppo è ampio, più si riduce il Mana, dunque più è probabile veniate visti, sempre a patto vi sia un Osservatore dotato di un Mana superiore. Di conseguenza frazionate il più possibile i gruppi, tenendo conto di chi debba eseguire l'incantesimo, per celarsi agli occhi di chi.

- Abbiamo riesumato il nostro vecchio amico Defcon, altri non è che un 'indice sintetico di allarme' delle forze che presidiano la fortezza. Più si avvicina a 1, l'allarme rosso, più le guardie saranno nervose e guardinghe. Ovviamente sapete che guardie e ronde possono non essere come sembrano, e possono cambiare rapidamente di natura, ormai conoscete una parte dei nostri amici di merende. Giusto? Ma per il momento tutto appare tranquillo, normale e ordinario. Nessuno sospetta nulla.
A beneficio di tutti il Defcon è palese, e riportato in ogni post. A fronte delle dimensioni della Mappa, ogni quadrato (A-N) ha un Defcon specifico, influenzato dalla vostra condotta, che a sua volta influenza il Defcon dei quadrati vicini. Se il Defcon di un quadrato tocca 2 è allarme rosso per quello specifico quadrato, se si scende a 1 l'allarme è generale.

Al momento siamo a Defcon 1 ( = ). Allarme generale, e Outlook stabile.




by Nih
 
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view post Posted on 14/1/2021, 10:08
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Eloise non aveva mai partecipato a una partita a nascondino così impegnativa. Aveva scorrazzato a destra e a manca con i suoi compagni, messo in atto ogni strategia possibile per non farsi beccare dagli incaricati alla conta, e poi, dopo un lungo e interminabile cammino, aveva capito che la loro base era ben più lontana del previsto, e dotata di libero arbitrio. Non era il palazzo, che andavano cercando, ma l’Imperatore: era un essere minuscola in un luogo troppo vasto.
Liberarsi dalla spinosa questione dell’identità di Jane (e cogliere l’avvertimento minaccioso della Tuke sotto la pelle) aveva significato mettersi di fronte alla complessità della situazione in cui erano immersi, e la fastidiosa consapevolezza di non avere un accidenti di idea del prima, dell’adesso e del dopo la lasciava irrequieta e spaesata. È sempre stato così, si disse, come a imitare una vecchia inglese radicata nelle sue abitudini: William, Niahndra, Horus - nessuno di loro aveva la benché minima idea dell’impatto provocato sulla Storia quando prendeva le decisioni. Eppure, non le bastava, e continuava a ripercorrere le scelte fatte da quando avevano messo piede nella Città Proibita alla ricerca di errori e dimenticanze.
Le parole che Remar aveva sussurato nell’oscurità erano state chiare, ma poche: Tianqi era un Imperatore della dinastia Ming, poteva avere più o meno la loro età, e a causa dei suoi limiti la reale gestione dell’Impero non era nelle sue mani. La storia narrata nel XXI secolo non riportava l’episodio di cui sembravano essere protagonisti, ed Eloise era arrivata a due possibili conclusioni - o non aveva portato a niente di eclatante, e quello significava guai per la loro fazione, o era stato sepolto da una narrazione traviata. Si era fatta l’idea che i suoi alleati intendessero ribaltare i poteri (con tutta la violenza che un atto del genere poteva significare), ma non aveva sufficienti strumenti per valutare a chi appartenesse la mano che li muoveva sulla scacchiera.
Il suo sguardo indugiò sullo scudo fatto di aria che Tourandot aveva plasmato. Erano creature simili, in una certa misura, ma non poté che chiedersi se fidarsi ciecamente di lei fosse stato un errore. Cosa avrebbero fatto se avessero scoperto che non era altro che una trappola, che li aveva portati lontani dalla via e dall’obiettivo? Si sarebbero strappati le spille accettando la sconfitta, si rispose, e il pensiero la tranquillizzò un po’. Tolta l’indicazione di muoversi verso nord, come potevano sapere dove dirigersi, se non con l’aiuto della donna? Non avrebbero mai potuto emulare la precisione che muoveva i suoi passi, non in una città dove ogni piazzola aveva la stessa configurazione, ogni statua assomigliava alla precedente, ogni fontana aveva almeno cinque gemelle. Soprattutto, in una città dove il controllo sui movimenti delle foglie più insignificanti sembrava più monitorato della navigazione su internet dei cinesi del 2021. Figure come lei, e Liu prima di lei, erano essenziali. E da qualche punto dovevano pur iniziare a fidarsi.
Si domandò quanto fosse fitta la rete di dissidenti, quanto si stringesse la cerchia intorno all’Imperatore, e quanto fosse rappresentativo il campione di due donne su due. Timur e Calaf non facevano parte del conto - loro erano la definizione stessa della fazione, la premessa su cui si basavano - ma non le risultava difficile immaginare l'entourage di cortigiane mettere mano alle bacchette e alle spade per tirare su un sistema complesso, segreto e organizzato, che aveva intrecciato i fili di quella notte. Magari sarebbero presto stati affidati alle mani successive, e magari qualcuno aveva già stretto la spalla dell’Imperatore per portarlo da loro. Ma quale offesa imperdonabile avevano subito, per azzardarsi a mettersi contro un regime così severo, e rischiare il collo in compagnia? Un imperatore poteva essere responsabile di tanti crimini, non era certo lei a sostenere l’autocrazia, ma le sembrava che non fosse così capace di tenere le redini della baracca. L’eunuco e la balia, forse erano loro quelli a cui attribuire la responsabilità. Ma allora perché cercare lui? Tianqi non avrebbe dovuto delegare così tanto, forse? O si trattava di questioni meno astratte, magari legate all’eredità, ai figli in arrivo, o non in arrivo? C’era un’imperatrice, al suo fianco? C’erano delle concubine, delle verità da riportare a galla?
Restava in ballo una questione ancora più spinosa, ovvero quel che avrebbero fatto se fossero riusciti a trovare Tianqi. Il numero di persone che si erano infiltrate era altissimo: il diversivo era stato sicuramente prezioso, aveva permesso loro di arrivare fin lì, ma se intendevano prendere la città, non erano troppo pochi? E se intendevano arrivare soltanto all’imperatore, non erano troppi? Non avrebbero fatto meglio a muoversi subdolamente, dall’interno? Un assassino ben allenato poteva essere ben più efficace di un’orda disordinata, se l’obiettivo si limitava a un’esecuzione esemplare. L’idea che ci fosse altro, che il fulcro dei loro obiettivi fosse più articolato, si era fatto strada in lei. Espirò, allontanando i preconcetti e i vincoli, accettando la possibilità che i ruoli potessero essere ribaltati: alla fine i veri usurpatori erano già nel pieno dell’azione, e da anni.
Prima che concubine, tradimenti alle spalle e organizzazioni segrete potessero prendere una forma verosimile, ed essere incasellate nel giusto scompartimento, era necessario occuparsi del problemino in scaglie, ali e fuoco che avevano davanti. Scosse la testa, confusa, e il suo sguardo indugiò per un istante sul marmo annerito davanti a loro. Il grosso dei pennuti era già finito arrosto, mentre una gru ancora si intravedeva nell’oscurità: per quanto preferisse sempre evitare di sacrificare le creature alate che generava, anche se erano fatte di piume e magia, decise di lasciarla andare, mentre un’alternativa altrettanto valida prendeva forma nella sua testa.
«Qualcuno mi aiuti a tenere l’attenzione dei gattoni. Con quello che riuscite: luci, odori, movimenti. Basta che non guardino qui, e che ci portino avanti.» Per lo meno avevano potuto abbandonare l’imperativo di segretezza, e ora potevano permettersi un po’ di casino. Strinse gli occhi, immaginando la strada che li aspettava e i potenziali nemici in avvicinamento. «Voi,» Altri del gruppo vennero chiamati in causa. «riuscite a trovare un modo per fargli sputare fuoco come poco fa? Non ora, solo se incontriamo qualcuno.» Indicò i segni che la fiammata aveva lasciato sul pavimento, pensando che un attacco come quello su degli imperiali impreparati sarebbe stato decisamente comodo.
Fece un cenno a Timur, cercando di dare forma a un pensiero incerto che le ronzava in testa. «Non so se ha senso. Ma vorrei essere sicura che non ci siano sorprese nella nostra ricerca. Mi fido di Tourandot, ma non si sa mai cosa può succedere.» Sondò il suo sguardo, abbastanza convinta di trovarci una reazione perplessa. Se mai la donna li avesse lasciati, per qualche motivo, dovevano essere pronti. «Esiste qualcosa di utile per essere sicuri di dove stiamo andando? Non so, un Imperatorem Revelio, o qualcosa del genere?» Era un problema secondario, e Timur era la loro migliore risorsa, ma nulla andava lasciato al caso.
Un sospiro, un’occhiata al cielo per monitorare la posizione delle stelle rosse, e presto venne il momento dell’azione concreta. Le sue dita fremettero sulla bacchetta. Da quando avevano messo piede nella Città Proibita, e incrociato la prima delle statue sul loro cammino, aveva sentito l’imperativo di mettere alla prova certe nozioni apprese un secolo (o alcuni secoli) prima. Si trovavano nella location perfetta per un’esercitazione pratica di Trasfigurazione Animata, e non vedeva l’ora di mettere alla prova ciò che aveva imparato. Il suo pensiero sfiorò per un istante Thalia, e Oliver, che avevano seguito con lei: anche loro avevano provato lo stesso fremito?
Individuò la vittima potenziale, un quadrupede con la testa dragonesca, ma privo di ali, decisamente incazzato, di dimensioni contenute per non strafare. L’immagine del Sigillo di Salomone tagliato in due punti le aleggiò davanti allo sguardo: l’azione che avrebbe governato le statue sarebbe stata figlia della Terra e dell’Aria. Era materia, la sostanza tangibile di cui la belva era plasmata, ma era anche soffio vitale, capacità di muoversi ed entrare in azione. L’anima di Fuoco e Acqua mancava, perché il discernimento e il potere decisionale restavano nelle mani del mago. Nelle sue mani.
Tagliò fuori il mondo esterno a lei e alla statua, almeno qualche istante, per raccogliere appieno la sua concentrazione. Era a suo agio, Eloise, perché l’Aria era l’elemento chiave, e il soffio vitale che avrebbe mosso la statua era un venticello familiare. Soppesò la massa della vittima, i pesanti arti che l’ancoravano al suo piedistallo, il materiale di cui era fatta, la testa grossa e le spalle tese. Prese a tracciare un cerchio in senso orario, il polso deciso e non rigido, la bacchetta che puntava alla testa della creatura. Decise che non era un caso che la Città Proibita fosse cosparsa di statue, che dovevano per forza essere al servizio dei maghi che la dirigevano. La sua azione doveva essere subdola, doveva aggirare questo senso di appartenenza, e portare la prescelta - volutamente scelta con umiltà - dalla sua parte. Diede forma a quell’imperativo intenzionata a superare le barriere della statua e di chi la controllava. Impresse la volontà di sottoporla al suo volere a tutta la circonferenza, chiedendo in prestito una piccola, insignificante creatura. La brezza che l’avrebbe mossa era l’Aria stessa, creatrice che dava vita, e la stoccata diretta al cuore della belva si impregnò del desiderio di muoversi, di liberarsi dalla pesantezza, di lasciare indietro vincoli e catene. «Gargòllo!» Fu rapida e decisa, focalizzata e chiara: il fattore z, l’imprevedibilità e le influenze esterne, andava portato dalla sua parte, verso il successo.
Qualora la statua avesse ubbidito al suo comando, l’avrebbe portata nei pressi dei draghi, sufficientemente distante da non essere acciuffata al primo balzo, sufficientemente vicina da essere appetibile e ben visibile. Esattamente come le gru di poco prima. Come una preda irriverente, l’avrebbe mossa per attirare il predatore, e poi via, pronta a farsi inseguire, lungo le strade della Città Proibita, sempre verso nord.

NwSKYFx
ATTIVO & CONOSCENZE
Bacchetta Legno di Sequoia, Piuma di Ippogrifo, 11 policci e 1/4, Rigida
Spilla della Scuola di Atene
Cappa Elementale Effetto: Riduce i danni degli incantesimi che utilizzano il potere di Fuoco, Acqua, Terra ed Aria ed amplifica la forza degli incantesimi lanciati dal possessore di questo oggetto, a patto che siano incantesimi elementali. [+3 PS, +8 PC]
Bisaccia
Diadema della Veela Un bellissimo diadema appartenente proveniente dal tesoro di una Veela. Conferisce un fascino più prepotente nei confronti del nemico.(difatti invocando il suo potere blocca l' avversario in quest per un turno, utilizzabile una sola volta per quest) PC +2, PM +2, PS +2
Caramella dell’Illusione Chi la ingerisce si “sdoppia” rendendo difficoltoso per l'avversario riconoscere quello vero!
Polvere Buiopesto Peruviana Polvere finissima e nera come la pece, proveniente dal Perù, è in grado di creare un buio intenso e impenetrabile per la durata di 5 minuti.
Strillettera che non sa di avere con sé

Elementalista inesperta: Aria
Smaterializzazione
Prima Classe Tutta
Seconda Classe Tutta
Terza Classe Tutta [Fattoriam Mutas Iracundia]
Quarta Classe Tutta [Circumflamma Colossum Ignimenti Mucum Ad Nauseam Neptuno/Aqua Eructo Repsi Genitum]
Quinta Classe Flagrate Stupeficium
Sesta Classe Homenum Revelio Repello Incarceramus
AZIONI & DANNI
Un po' di riflessioni casualmente generate nella testa di Eloise, ché tanto è ormai tutto sul piatto. Qualcuno del gruppo viene chiamato alla gestione dell'attenzione dei draghi, altri al ministero della sollecitazione del fuoco, mentre a Timur viene chiesto un ritrovamento di dubbia utilità. E poi, finalmente, quello che voglio fare dal momento dell'atterraggio: un Gargollo umile su una statua.
Danni: colpi superficiali su tutto il corpo, graffio al gomito sinistro. Sterno reduce da uno Schiantesimo. Danni morali: cacca di gru sulla spalla.

 
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view post Posted on 14/1/2021, 17:49
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treat people with kindness.

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PS: 90/120 • PC: 60/70 • PM: 72/72 • PE: 3GRIFONDOROCIELO DELLA LUNA12 ANNI
Come avvisata, Rose Marie fu pronta a coprirsi lo sguardo con il palmo della mano, mentre con l’altra castava l’incantesimo che avrebbe sorretto l’azione suicida della Moran. Ma era già troppo tardi. Il fascio di luce le penetrò le pupille, accecandola. Per qualche secondo, il bruciore agli occhi fu così forte da impedirle di provare a sollevare le palpebre. E poi, quando li riaprì, tutto ciò che vide fu bianco. Candido, intenso, abbagliante. Non aveva mai visto un colore più puro in vita sua. L’incontaminato niente era paradossalmente così più spaventoso della battaglia in corso che le parve per poco di essersi spenta lì. Ma i suoni delle grida e i rumori sordi dell’artiglieria, l’odore di terra bruciata e la sensazione adrenalinica dell’essere viva, cosparsa di tagli e lividi doloranti, non l’avevano abbandonata. La guerra non era ancora finita. Lo sguardo pian piano si fece più nitido, adattandosi alla visione notturna, e la piccola cercò di mettere a fuoco la scena di fronte a sé. La combinazione dei loro incanti sembrava aver funzionato: l’esercito dei Ribelli era stato decimato, ma in egual modo anche quello degli Imperiali. Sempre più confusa e spaesata, nel tentativo di riprendersi dagli effetti del Lumos, la bambina si guardò intorno, cercando nella mischia la figura che per lei in quelle ultime battute era stata di riferimento. Ma di Thalia non v’era alcuna traccia. Il respiro di Rose iniziò ad accelerare e il terrore di averla persa, dopo essersi gettata nelle grinfie delle Ombre, s’insinuò in lei in maniera subdola e strisciante, cingendole la gola in un nodo più che mai soffocante. Adesso era schermata da una nuova fila di soldati, ma si trovava da sola in quell’arena, fragile e priva di forze. Incapace di prendere alcuna nuova decisione, se mantenere la difensiva o scagliare un nuovo attacco, il suo istinto agì per lei: Rose Marie cominciò ad indietreggiare, verso quei rovi che tempo prima erano stati evocati e verso i cancelli dai quali i suoi compagni erano arrivati. Il suo fiato era ancora corto, attanagliata com’era dalla paura di esser stata abbandonata lì al suo destino, ma corse e si ritirò verso il fondo finché l’ordine della Tassorosso non giunse alle sue orecchie. Gli occhi scattarono in sua direzione e lì la vide finalmente, alla sua destra, in una visione perfettamente limpida. Il suo barlume di speranza.
«Thalia, sono qui!» avrebbe urlato, avvicinandosi a lei e alla giovane giornalista che stava soccorrendo, sventolando il proprio braccio per aria di modo che la notasse. Il suo cuore batteva all’impazzata, sia per la corsa, sia per l’emozione di essere riuscita a ritrovare la comitiva sana e salva.
«State bene? Avete bisogno di una mano?» avrebbe poi aggiunto, una volta accanto a loro. Il suo respiro si era calmato e, oltre alla vista, anche il suo cervello adesso riusciva a ragionare più lucidamente. Alla spinta della ragazza, la biondina oppose resistenza. Piantò i piedi per terra e si affiancò nuovamente a lei. Non l’avrebbe abbandonata, non ancora. Dovevano aiutarsi e fare gioco di squadra se davvero avessero voluto cavarsi via da quell’impiccio nel minor tempo possibile. E lei era pronta a fare la sua, per quanto piccola, parte.
Nell’attesa di nuovi ordini da parte dei piani alti, Rose Marie si sarebbe allora voltata verso il fronte per analizzare la scena. Per fortuna, la situazione all’ala destra era ancora gestibile. Gli Imperiali al fronte avevano tenuto duro e continuavano a contrastare eccellentemente le offensive nemiche. Ma una mano in più non sarebbe di certo guastata, si disse la piccola. Fissando con lo sguardo il suo nuovo avversario (8i) avrebbe aggiustato la sua postura, posizionando il braccio dritto lungo il fianco e piegando il gomito, da cui era steso l’avambraccio, al culmine del quale era puntata la bacchetta.
«Vermilius» avrebbe poi sibilato, eseguendo contemporaneamente il movimento dell’arto. Sapeva quanto quella formula fosse fin troppo debole per contrastare i Ribelli che stavano dando loro del filo da torcere… ma il suo repertorio limitato di conoscenze iniziava ad esaurirsi, ed era davvero arrivato il momento di utilizzare ogni ultima risorsa rimasta a disposizione.


SYNOPSIS & DAMAGE
Rose Marie subisce gli effetti del Lumos ed è terrorizzata all'idea di essere rimasta sola in mezzo alla mischia. Indietreggia per istinto ed è felice di ritrovare Thalia e Ariel. Sebbene la ragazza le ordini di tornare ai cancelli, Rose non demorde e rimane per dare una mano. Prova a scagliare un Vermilius contro il Ribelle 8i.
Danni: Lividi sparsi lungo tutto il corpo, piccoli tagli lungo guance e collo. Addome dolorante e una bruciatura sull'avambraccio sinistro.
INVENTORY & KNOWLEDGE
▴ Prima classe completa.
▴ Bacchetta magica in legno di Castagno, crine di Unicorno e petali di Erica, 10 pollici, sufficientemente elastica
▴ Orologio di Bernadette Kultz (in tasca)
▴ Ciondolo della Scaglia di Drago (al collo)
▴ Guanti dell’Eroe Caduto (in borsa)
Molto resistenti e imbottiti di caldo pelo di puffole pigmee, questi guanti rendono la presa più salda.
▴ Mantello della Disillusione (in borsa)
Realizzato con pelliccia di camaleonte, il Mantello della Disillusione rende una buona, anzi ottima mimetizzazione: se il corpo è ben avvolto in questo tessuto, esso sembrerà donargli l'invisibilità.

▴ Scatolina di Oliver:
1x Detonatore Abbindolante
Simile a un clacson, gettato a terra inizia a correre producendo un gran baccano; distrae l'avversario per un turno, ottimo diversivo.
1x Palude Portatile
Crea una palude istantanea se gettata a terra; non rimovibile. Piccola (1mx1m), rallenta l'avversario per un turno.
1x Molliccio Oppugnabile
Lanciato in aria, al seguito di un Oppugno crea per quindici secondi la paura dell'osservatore.

KEYSER SÖZE.
 
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view post Posted on 14/1/2021, 18:35
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"Gran Sacerdote del Tempio della Pizza"

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giornalista ♢ fotografo ♢ bansheeVOICE ♢ 22

Ekaterina scomparve con la stessa rapidità con cui un incantesimo si abbatté sulla loro difesa.
Non fece nemmeno in tempo a ritornare col volto verso le ombre avversarie che un'onda d'urto la scaraventò in favore delle scalinate.
Una nube di polvere e fumo si sollevò fra i detriti del terreno smosso dei corpi di chi era stato colpito: Ariel si trovava inerme fra questi, con una mano fortunatamente ancora chiusa attorno la bacchetta che d'istinto aveva portato protettivamente al petto.
«Nngh.»
La mano libera andò alla testa, cercando di porre pressione sulla zona laterale che era finita per prima a contatto col terreno nel finire a terra. Le fischiavano le orecchie per l'esplosione.
Digrignava la bocca per il dolore e il fastidio, mostrando una fila di denti bianchi ingialliti dalla polvere che aveva involontariamente inalato e da leggere perdite di sangue causate dalle botte accumulate negli scontri
*Qualcosa mi dice che ho preso l'ennesimo incarico fuori dalla mia portata*
Ariel si riconfermava allo stato attuale come un giornalista da scrivania e meno da inchiesta sul campo come avrebbe voluto diventare. Probabilmente quella Scuola d'Atene si sarebbe rivelata essere meno astiosa da gestire se avesse avuto più esperienza attiva in tasca.
«Perché ho la bisnonna che urla nelle mie orecchie.»
Una lamentela inusuale che pronunciò mentre a fatica cercava di mettersi seduta, sollevandosi con l'aiuto della mano libera premuta contro il terreno smosso accanto a lei.
Fu in quel momento che l'ombra di Thalia si proiettò contro di lei. Alzò lo sguardo affaticato, mostrando solo uno degli occhi - castani per la trasformazione - alla Caposcuola; il sinistro era ancora chiuso, stretto dal dolore che la botta le aveva lasciato. Non aveva nemmeno sentito che la Tassorosso la stesse chiamando e se l'avesse fatto, si sarebbe sicuramente permessa due secondi di sorpresa perché qualcuno in quella spedizione affollata aveva avuto l'accortezza di memorizzare il suo nome.
«Sei un super angelo venuto a salvarmi?» Si sarebbe espressa con evidente divertimento se la situazione in cui versavano non fosse particolarmente preoccupante, quindi si limitò a biascicare il commento mentre a fatica cercava di sollevarsi.
Thalia le avrebbe fatto da scudo nel voltarsi di fronte a lei e cercare di bersagliare uno degli invasori, mentre la tassorosso veniva affiancata da una più giovane Rose a cui non riuscì a degnare più di uno sguardo per la fretta con cui si era alzata, aiutata dalla Caposcuola prima che questa si voltasse verso i nemici.
Sollevò le spalle, prese un respiro lento nel cercare di tornare calma e poi d'istinto sollevò il braccio sinistro verso l'esterno, portando il catalizzatore a puntare il cielo nella zona alla sinistra sua e di Thalia dove i Banditi (7 y) e i Ribelli fronteggiavano Bonzi e Algidi.
Socchiuse l'occhio destro mentre cercava di mettere a fuoco quella porzione di spiazzo dove si svolgeva la battaglia.
«Sapete cosa?» Lo avrebbe detto a voce alta, così da farsi sentire nel frastuono della battaglia. «SONO ALLA FRUTTA CON LA CINA»
Era seria nella sua lamentela, tanto quanto le sue intenzioni. Nonostante la costante di orribili giochi di parole e umorismo scadente ad accompagnare le sue bizzarrie, cercò davvero di richiamare alla mente l'immaginario di ceste e ceste imbandite di frutta molle: pesche, albicocche, susine; il meglio delle selezioni estive e nettarine che sarebbero dovute risultare fastidiosamente molli e succose all'impatto.
Abbassò di scatto il braccio verso il basso a puntare stavolta al terreno, tracciando con questo movimento un'ideale linea verticale con la bacchetta dall'alto verso il basso.
«MACEDONIS!» enunciò con forza.
Soltanto dopo avrebbe cercato di seguire le direttive di Thalia e cercare di aggirare i rovi in crescita in favore delle scalinate.

PS: 133/176 – PC: 116/125 – PM: 116

» Tracolla contenente:
Bacchetta Magica;
Macchina Fotografica Magica;
Piuma autoinchiostrante, Boccetta di Inchiostro, 10 fogli ripiegati di pergamena.
» Indumenti speciali:
Completo Artico (Mantiene il calore e protegge dagli urti.);
Cintura da Samurai (Molto leggera. Permette di stringere a sufficienza ma, con la sua magia, riesce a dare un senso di freschezza e libertà nei movimenti);
 
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view post Posted on 14/1/2021, 18:46
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Molti luoghi ha la tua anima, ivi alberga natura magnanima. Di coraggio e lealtà fanne bandiera, di Grifondoro potrai essere fiera!

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Juliet Little
rsz_1589559784682 × Studentessa Grifondoro × 15 × sheet






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Fu presa dal panico inutile. Il respiro si fece accelerato e le gambe iniziarono a tremarle. L’adrenalina che aveva in corpo era scomparsa del tutto lasciandola lì come un guscio vuoto.
Per un po’ non si mosse e visto la sua impossibilità a combattere ebbe paura di diventare un bersaglio facile. Cercò di spostarsi dalla traiettoria dei nemici e si nascose dietro all’algido 5c. Ma prima che potesse muovere un solo passo verso la salvezza un nemico si mosse nella sua direzione e un’esplosione forte riempì l’aria circostante.
Non aveva il tempo di riflettere e curare le ferite nascoste e nonostante fosse provata dalle lotte combattute finora, provò a trovare lucidità. Strinse i denti e affondò i canini nel labbro inferiore per potersi concentrare e poi muoversi come dio comandava.
La sua mano destra strinse la bacchetta e come un uomo alla ricerca dell’oasi nel deserto si fece avanti. Era lì, le era stata data l’opportunità di entrare nella Scuola di Atene e ora sembrava quasi a voler fuggire, mancare al suo dovere.
Perdiana era Grifondoro, suvvia.
Stupida e cocciuta.
Doveva restare. Doveva combattere e scongiurare un’altra guerra magica.
La sua mano sinistra, meccanicamente, andò alla ricerca di un oggetto che potesse aiutarla, ma non riuscì a trovare e invece si strinse su una catena, la Catena della Notte. Guardò la stessa e senza pensarci due volte la indossò stringendosela in vita.
Sembrò che il suo corpo si stesse risvegliando dal tepore e mosse dei passi in direzione dei nemici. Il suo passo era più leggero, come se non fosse un condannato che stesse andando incontro alla sedia elettrica, come se stesse danzando. Avrebbe chiamato a sé i due algidi che stavano davanti a lei:
«Dobbiamo fermare la loro avanzata. Dobbiamo muoverci a forbice: voi due ai lati e io al centro. Così facendo gli accerchieremo» avrebbe detto prima rivolgendosi al 3e indicandoli il nemico alla sua sinistra 7z e poi rivolse la sua attenzione al secondo algido chiamato in causa, ovvero 5c portando l’indice a individuare il suo nemico, ovvero 7u. Invece lei si sarebbe occupata del nemico che aveva fatto un passo avanti, come a sfidarla, 8m. Lo avrebbe guardato piantandoli gli occhi negli occhi come a scoprire le sue trame. I suoi piedi si sarebbero mossi avanti e indietro come a trovare un buon equilibrio per poi sferrare l’attacco deciso. Ma anche quello era una parte del piano. Qual era la parte più importante del corpo di una ballerina? I piedi: avrebbe cercato di muoverli in modo da attirare in giù lo sguardo del malcapitato ribelle “giudice” e poi zac. Invece lei avrebbe fatto rimanere fermo lo sguardo in quello di lui e a sfidarlo. *Fallo, ti prego fallo* avrebbe pensato la piccoletta mentre si muoveva per trovare il giusto appoggio e qualora quello fosse caduto nella trappola avrebbe preso un bel respiro e attinto al coraggio e alla nuova consapevolezza di poter essere letale. Avrebbe preso un bel respiro profondo e cercò di creare una bolla invisibile intorno a lei, impenetrabile che le avrebbe fatto da scudo da rumori provenienti dalla battaglia che imperversava intorno che invece, se non fosse stata attenta l’avrebbero fatta distrarre dall’obiettivo e così fatta sbagliare e perdere l’effetto sperato. Non doveva fallire. Facendo leva su quel sentimento sarebbe stata celere nell’esecuzione dell’incantesimo cercando, nel frattempo, di non trascurare nessun dettaglio che poteva sfuggirle se faceva le cose senza pensarci o presa dall’emotività della situazione. Avrebbe mosso i piedi per distogliere l’attenzione del ribelle dall’effettivo suo intento. Avrebbe alzato la bacchetta e portato il braccio destro dietro la testa, in modo che la mano potesse sfiorare la spalla sinistra e si sarebbe preparata mentalmente, senza perdere ulteriore tempo e cercando di essere celere, allo stesso tempo. Con voce chiara senza alcun tipo di inflessione nel tono, senza urlare, per non attirare l’attenzione del nemico qualora questa fosse direzionata altrove, avrebbe pronunciato la prima parte dell’incantesimo: «Everte» e con rapidità avrebbe mosso il braccio in avanti, come se dovesse calare la spada di Damocle sulla sua testa verso l’obiettivo che si trovava dinanzi a lei e nel frattempo avrebbe concluso l’incantesimo pronunciando l’ultima parola che completava la formula: «Statim» Sarebbe stata decisa e ferma nella sua decisione, non doveva più avere tentennamenti. Il suo obiettivo sarebbe stato quello di buttare giù a terra l’avversario e con esso avrebbe potuto anche giocare l’effetto sorpresa, qualora fosse stata convincente come ballerina. Se tutto fosse andato in porto lei e i due algidi avrebbero accerchiato il trio preso in considerazione e chiusi in una morsa. Forbice batte carta.

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× PS: 95/143 × PC: 60/68 × PM: 103 × EXP: 9

Inventario

~ Bacchetta
~ Lente d'ingrandimento di Sherlock Holmes
~ Nanosticca
~ Amuleto oscuro (indossato come collana)
~ Ciondolo Scaglia di Drago (indossato come collana)
~ Anello del Coraggio (al dito indice della mano sinistra)
~ Ametista degli Gnomi (indossato come collana)
~ Giada delle Fate (indossato come collana)
~ Anello del Vegvisir (al dito indice della mano destra)
~ Catena della Notte
~ Stivali Drow (indossati)
~ Cappa del Negromante (indossata sopra la tuta mimetica)

Incantesimi & Abilità

Prima Classe (completa) e Seconda Classe (completa tranne i proibiti)


Riassunto & Status delle Ferite

Avrebbe dato ordine agli Algidi 3e e 5c di occuparsi dei nemici, rispettivamente dei banditi 7z e 7u; mentre lei avrebbe pensato a mettere fuori gioco l'avversario ribelle 8m prima cercandoli di far deviare l’attenzione con un bel balletto e poi, qualora Juliet fosse stata convincente, lo avrebbe fatto cadere ai suoi piedi con l’Everte Statim. Il trio amico avrebbe accerchiato a mo’ di forbice il trio nemico.
Danni: piccole abrasioni sui palmi delle mani e un persistente mal di testa, e qualche bruciatura, non importante, lungo le gambe




















 
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view post Posted on 14/1/2021, 20:40
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You can take the darkness out of the man, but you can't force him to step into the light.

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PS 235/267 | PC 195 | PM 230 | Exp 44
Thalia Jane Moran18 anni | Cielo di Venere | V anno

Il rumore della battaglia infuriava nelle sue orecchie, un tremendo promemoria di dove si trovasse e che cosa dovesse affrontare, casomai avesse pensato - anche solo lontanamente - di potersene dimenticare. Era stanca, infinitamente, e se le cadute precedenti avevano minato la sua stabilità e la sua forza, ora la difficoltà dello scontro si ripercuoteva sulla mente. La spilla era lì, sotto il bavero della sua veste d’epoca, pronta ad essere strappata; sarebbe stato così semplice cedere e mollare tutto, abbandonare i compagni e gli sconosciuti ad un Destino che non era il suo. Eppure l’inerzia muoveva i suoi passi, il desiderio di tornare affievolito dal senso di responsabilità che le gravava sulle spalle. Attendeva con ansia il momento in cui gli arcieri avrebbero sfondato in un modo qualunque il fronte ribelle, così da favorire un avanzamento di quel piano che ancora le appariva criptico e senza alcuna ragion d’essere. Anelava al proprio letto, alla sensazione piacevole delle coperte sul corpo stanco, il riposo che sarebbe dovuto seguire ad un’esperienza turbolenta come quella e che, di sicuro, non sarebbe mai arrivato. Ogni notte dopo una gita nel Passato, Thalia non dormiva mai. Era impossibile: rivedeva i momenti più cruenti, percepiva di nuovo la paura senza riuscire ad associarla ad un istante specifico, e si rigirava tra le lenzuola con la sensazione di non trovare pace. Non riusciva ad addormentarsi, perché la sensazione di vuoto che il ritorno all’Ufficio di Peverell lasciava all’altezza dello stomaco era tanta e tale da tormentarla in continuazione. Era certa che anche dopo quel viaggio a Pechino si sarebbe sentita così, ma doveva cercare di non pensarci; doveva godere, invece, della piccola soddisfazione di veder disarmato l’avversario e di aver per le mani un’occasione di rendersi utile ancora una volta. Doveva prima raggiungere la giornalista, della quale ricordava soltanto il nome corto. Ariel. Devo trovarla. era certa di averla vista fino a pochi istanti prima, mentre combatteva senza sosta in prima linea. Un’esplosione costrinse Thalia a pararsi il volto, istintivamente, ma il suo sguardo individuò subito il corpo della giovane donna, sbalzato via da un’onda d’urto e immobile a terra. Non pensò troppo alla propria vulnerabilità e cominciò a correre a perdifiato verso di lei, scansando i pochi Imperiali a inframezzare il suo percorso. Fa che sia viva. pensava, mentre si chinava su di lei. La sua corporatura mingherlina la faceva apparire come una bambina ai suoi occhi ed era certa che l’effetto sarebbe stato peggiore se i capelli candidi non avessero assunto un colore diverso da quello originale. La bacchetta stretta nella destra lasciò appena lo spazio di due dita della giovane nel palmo della Tassorosso; le gliela stringeva quanto poteva per capire se quella fosse ancora viva, mentre l’altra mano le scostava dal viso i capelli sporchi di polvere e sangue. «Ariel! Ariel!» la chiamava e quella non rispondeva, ma in cuor suo sapeva che se la situazione fosse stata tanto grave Minerva si sarebbe levata in volo per accogliere e salvare la giornalista. Scrutava allora il cielo, alla ricerca di ali spiegate e di un verso noto, ma nulla si presentava ai suoi occhi nelle sembianze di una Fenice. Poi, un rantolo e una frase. Lo sguardo di Thalia in quello stranito di Ariel e un sorriso tra il sollevato e il divertito. Doveva conoscerla meglio quella giornalista da strapazzo. «No, non lo sei. Ti aiuto ad alzarti, ma fai piano.» Ora che la giornalista si reggeva vagamente in piedi, la rabbia aveva preso il sopravvento. Tirandola a sé e facendole scudo col proprio corpo, cercava tra le ombre ribelli un nuovo bersaglio. Voleva colpire qualcun altro, dare modo agli arcieri di avere più facilmente accesso alla distruzione della milizia nemica. Così, puntata la bacchetta al successivo obiettivo ( 7z ) e compiuta una mezza rotazione del polso dominante, ecco che il desiderio di disorientare la forza avversaria tornava a galla, mai sopita davvero e la formula seguiva fedele, precisa e decisa. «Plutònis!» poi, senza curarsi dell’effetto avrebbe afferrato Ariel per le spalle, stupidamente voltando le spalle al fronte. «Se sei in grado di camminare, rifugiati dietro la barriera di rovi. Poi arriva ai cancelli. Ce ne andiamo da qui.» una spintarella leggera e un cenno del capo avrebbero fatto il resto. Restava soltanto Juliet, ormai. Si augurò che Rose arretrasse, che Jean fosse al sicuro. Era tempo di lasciare alle guardie cittadine il compito di non cedere terreno ai ribelli.

Inventario&Conoscenze
Oggetti:

Spilla della Scuola di Atene
Bacchetta - Legno di Salice, Crine di Mooncalf, 10 Pollici, Elastica
Ciondolo Capello di Veela - incanta l'avversario in quest per un turno
Mantello della Disillusione - Realizzato con pelliccia di camaleonte, il Mantello della Disillusione rende una buona, anzi ottima mimetizzazione: se il tuo corpo è ben avvolto in questo tessuto, esso sembrerà donarti l'invisibilità.
1 Fiala di Decotto al Dittamo
1 Fiala di Doxicida
1 Fiala di Rinvigorente

Incantesimi:

I Classe - Completa
II Classe - Completa + Orcolevitas
III Classe - Completa + Iracundia (Fattoriam)
IV Classe - Completa + Circumflamma, Colossum, Ignimenti, Neptuno ( Mucum Ad Nauseam, Napteria)
V Classe - Flagrate, Expecto Patronus, Plutonis
VII Classe - Legilimens
I Classe Chiara - Atlantis Cage, Rituale Perfetto

Incantesimi Alchemici:
Langue Verte

Vocazioni:

Legilimens Apprendista
Occlumante (II Livello)
Elementalista Inesperta (Acqua)

Riassunto & Danni
Contusione al fianco destro. Taglio poco profondo alla nuca, contusioni alla parte alta della schiena e indolenzimento alle spalle. Leggera escoriazione allo zigomo destro. Escoriazione e contusione sul gomito sinistro.

La stanchezza inizia a farsi viva, la motivazione cala e Thalia assiste al colpo subìto da Ariel. Corre da lei, cerca di capire se sia viva oppure no e - siparietto tragicomico a parte - attacca 7z con un Plutonis. Rimessa in piedi Ariel le ordina, senza troppe smancerie, di nascondersi dietro le barriere di rovi e di raggiungere i cancelli. Il prossimo obiettivo da richiamare è Juliet.

 
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