| La quadratura del cerchio non si sarebbe potuto consapevolmente affermare fosse o potesse divenirlo la migliore delle occupazioni, eppure, se come in quelle circostanze ci si fosse trovati sprovvisti di quella costante angelica indispensabile a svelare l’enigma non c’era alternativa. Dunque via di carta millimetrata, squadra e compasso, matita e abaco. Il più grande dei problemi restava ancora ben lungi dall’essere risolto, tanto da far sembrare tutti gli ulteriori passi un semplice esercizio intellettuale, un pavoneggiamento gratuito: quanto era grande quella circonferenza? Nel momento invece in cui sarebbe infine stato svelato quel primo piccolo scontato enigma, dove si trovasse, il problema si sarebbe inevitabilmente evoluto, svelando una sfera? Come determinare quale fosse l’intero volume racchiuso in quella perfetta dimensione, se sprovvisti degli elementi fondamentali per farlo? Sarebbe bastata l’intuizione? Dove avrebbero trovato quell’indispensabile creativa genialità? Del resto, poco mancava, astrazione per astrazione, quanta ne era stata fatta e quanta ne sarebbe stata ancora richiesta? Cosa stava accadendo sotto quella silente volta incantata? Come sarebbe andata evolvendosi prima che il dado fosse infine tratto? Del resto l’esercizio era anche prospettico, onde evitare di dover inseguire quella Storia, che si divertiva scappar loro di mano, con giocosa fanciullezza, per trovarsi invece al posto giusto, un momento prima che fosse necessario. Precorrere era possibile? Lo sarebbe davvero stato? Ma se non era possibile, sulla base di cosa si sarebbe mai potuta ipotizzare una reale strategia? Sotto certi aspetti la situazione nel caso dei più ribelli dell’allegra combriccola non era sostanzialmente cambiata. Si trovavano a mal partito, confrontati con minacce più rischiose di quanto non fosse ancora accaduto, ma una volta tanto sembravano ben chiare, e mosse da un non so che di casualità. Con una buona probabilità non erano stati mandati da nessuno, ammesso che qualcuno potesse mandarli, e soprattutto non erano lì per cercare loro. Erano lì. Quello era un problema, ma forse più gestibile di quanto non sembrasse. Per quanto in una certa proporzione storditi e confusi, si sarebbe potuto affermare fossero armati di cattive intenzioni, per quanto un drago potesse esserlo? Qual era la natura del rapporto che legava gli uni agli altri? Sulla base di cosa era improntato? E se fossero stati un semplice passatempo per scacciare la noia di una semplice nottata simile a molte altre? Cos’erano i draghi, e quale ruolo ricoprivano in quella stramba dimensione in cui erano finiti? Qualcuno li aveva maliziosamente scaraventati all’interno della stanza dei bottoni, senza un manuale d’istruzioni sul cosa e come farlo? Ma dunque qual era lo scopo? Quale che fosse la più logica e plausibile delle spiegazioni, i fatti restavano. Si trovavano in quello che era palesemente un mal partito, in una situazione complessa, alle prese con due grossi problemi nell’immediato, e almeno un terzo in prospettiva. Grandi alternative non se ne vedevano all’orizzonte, con due sole possibili uscite di scena a disposizione. A patto di guadagnare tempo, e sviare le attenzioni… indesiderate. I compiti erano stati spartiti equamente, qualcuno si sarebbe preoccupato che qualora non tutto fosse andato secondo i piani, vi fosse una rete di sicurezza, gli altri avrebbero invece fatto sì che quegli stessi piani avessero una maggior probabilità di successo. In fin dei conti anche la fortuna andava creata. Dunque, chi avrebbe dovuto difendere avrebbe comunque avuto modo, nel frattempo, di riordinare delle idee che sembravano ancora comunque sufficientemente confuse. Se la giovane autoctona rimase di cera all’ennesima domanda del Corvonero parve non darne a vedere, anzi, le strappò quello che sarebbe potuto sembrare un mezzo sorriso divertito. Era appena stata imprevedibilmente promossa? O semplicemente avevano battuto troppo forte la testa nel momento del loro arrivo? Quante sorelle avrebbe dovuto avere? Quanto doveva essere distante quella bolla di mondo da tutto quello che avveniva al suo di fuori? Immagino che comprendere la Città possa effettivamente dare adito a molti fraintendimenti, soprattutto per villici e popolani che non siano originari di qui. Decine di migliaia di persone vivono entro queste mura, e il Figlio del Cielo è al centro dell’attenzione di tutti, seppur in modi e con sfumature molto diverse. Ci sono sorelle e sorelle, e non siamo sorelle in quel senso, ci prendiamo cura di lui e della sua casa, ma non per questo ne siamo le consorti. Quanto sta accadendo questa notte è qualcosa che non sarebbe mai dovuto accadere, e che mai era successo, ma che sembra necessario. Avesse o non avesse concluso, un nuovo torrente di fuoco parve valutare i tempi fossero maturi per fare un nuovo tentativo. Una seconda volta lo scudo resse, irrigidendosi, sottoposto a una pressione assolutamente straordinaria in quell’aoristico battito di ciglio. Era tempo di agire o reagire? Il piano era stato definito, era tempo di almeno tentare. Un pasticcino di dimensioni considerevoli dotato di ali ai piedi sembrò volersi precipitare fuori da un forno infernale, e guadagnare a sua volta la libertà. Un proiettile innocuo, che fece capolino da quell’angolo di mondo che era andato scaldandosi improvvisamente e particolarmente in fretta. Se l’idea era testare l’effetto benefico di una sauna al termine di una lunga scarpinata la missione era certo stata portata a termine. Poi invece il fuoco, e la luce. Da quella stessa sfera di magma incandescente emerse qualcosa di inaspettato: un colosso, avvolto di luce e fiamme, che tagliando dritto tra i due draghi, a patto di carica si avviava verso l’ombra minacciosa ormai dentro al cortile. Il tutto fu sufficiente, l’attenzione dei draghi era stata sviata, l’ultimo arrivato sembrò calamitare l’attenzione generale, regalando al resto della compagnia l’opportunità di filare, alla chetichella. Avevano poco tempo a disposizione, una lunga traversata da compiere, e già i primi si erano avviati. L’apparizione dell’essere di fiamma era stata accolta da un clima di stupefatta festa e giubilo, sufficiente da consentire a una prima metà del gruppo di guadagnare la meta. Ma mentre i secondi scorrevano precipitosamente, le circostanze parvero assestarsi su quella nuova realtà, assecondandola. Inseguitori ovunque. Alle spalle della retroguardia, non troppo distanti dall’avanguardia, nuovi problemi che facevano capolino dai tetti, e rincalzavano dalle retrovie l’ingombrante minaccia (5) che sembrava ormai essere stata solo la punta di diamante di una ben più nutrita avanzata. Sprovvista della guida, rimasta nelle retrovie, scortata dal buon Calaf che aveva aperto la via, una manciata di giovani avventurieri stava ora nell’ombra, guardando oltre l’ennesimo arco che dava su un’analoga veduta di quanto evidentemente li stava attendendo. Nulla di nuovo, non fosse stato per l’eccessivo e inatteso sovraffollamento che animava la nuova dimensione. Uomini di nero vestiti ovunque, Ombre minacciose non in attesa ma già in attività. Si stavano avvicinando all’obiettivo come era stato lasciato intendere loro, o semplicemente si stavano ficcando dalla padella, direttamente nella brace? Cosa avrebbero dovuto fare? Poco oltre dove si trovavano una nuova apertura già si scorgeva. Poche yarde, che sarebbe stato quanto difficile colmare? A patto certo che fosse quella la direzione corretta. Nel caso degli imperiali, invece, la situazione rimaneva particolarmente fluida, e dunque anche ambigua. Una netta inversione di rotta aveva infine salutato la spianata, al pari di ragni all’interno di un enorme telaio, giunti al termine del binario i giochi si erano riaperti. Inaspettatamente. Un’epifanica istigatarivelazione? Toccato nuovamente il fondo di quella grande piscina olimpionica, il dubbio tornò a palesarsi. Qual era stato il senso di quanto era stato fatto sino a quel momento? Dove si sarebbero dovuti avventurare, qual era il destino della seconda nutrita brigata, in che maniera avrebbe potuto o dovuto tentare la sorte oltre quei portali che molto tempo prima avevano varcato a testa alta? Sarebbe stata una grande e ignominiosa fuga? Voltando le spalle a cosa, e a vantaggio di chi o cos’altro? Una inconsapevole consapevolezza sembrò però far breccia, scuotere l’incertezza della compagnia raccolta all’ombra delle possenti mura perimetrali della fortezza. Una scelta netta e arbitraria. Rimanere o andare. Ma la Tassorosso parve infine aver tratto il dado. Riorganizzarsi, e ripartire, ritornando là dove sarebbero dovuti essere, possibilmente con una nuova idea cui mirare. L’avrebbero vinta? Una nuova suddivisione di forze, nuovi incarichi, nuovi obiettivi che con un po’ di sana fortuna sarebbero dovuti essere raggiunti. Sarebbe successo? Un’idea complessa nella sua linearità. Con un forte sostegno: non erano i soli a condividerla. Dunque, la Corvonero e la Grifondoro (F, G) si sarebbero spostate sull’ala di destra, la reporter e la seconda Grifondoro (A, J) sarebbero tornate esattamente là dove erano state, l’Argentea avrebbe cercato fortuna al centro, mediando con le avverse fortune di quel lungo e palpitante istante. Era un nuovo inizio? Era stata una semplice pausa di raccoglimento? La situazione non era sostanzialmente cambiata nel corso della loro assenza. Si trattava solamente di un aggiornamento delle posizioni relative. Agli estremi dello schieramento. Era il caso della Corvonero che aveva cercato di destare un nuovo entusiasmo in quanti aveva tentato di raccogliere e spingere in quella direzione. Un piano, una strategia era infine sul tavolo. Un obiettivo da raggiungere sufficientemente chiaro perché non si prestasse a eccessive ulteriori interpretazioni, che del resto non erano tra le principali mansioni della truppa. Eseguire dovevano, l’avrebbero fatto? La Grifondoro condivideva lo spirito alla base di quella ripartenza, l’idea era la stessa. Quali sarebbero potuti essere gli imprevisti? Ve n’erano sempre, come sarebbero sopraggiunti, e quando? Se sino a quel momento dalle retrovie si era taciuto, qualcosa era infine cambiato. Violente esplosioni iniziarono a brillare sulle teste della prima linea, squarciando l’ancor timida tenebra, tramortendo ogni orecchio umano che si trovasse non sufficientemente distante, lasciando cadere sino a terra nuovi violenti scoppi, senza prestare eccessiva attenzione a chi ne fosse il diretto beneficiario, implicito o esplicito che fosse. Fuoco amico? Se il fine giustificava i mezzi, anche quella era una strategia valida, nel loro arsenale. Le due giovani ateniesi, tornate sui loro passi avevano ora anche quello di cui preoccuparsi. Caso mai avessero ben pensato di darsi alla calza anzi tempo. Un modo come un altro di testare la loro rinnovata risolutezza? Dall’altro lato dell’arena, lo stesso. Il ritorno della Grifondoro (J) alla sua posizione di partenza, e della reporter a breve distanza, nuovamente in prima linea, cercando di influenzare alternativamente gli equilibri trovati non molto distanti da quanto già non fossero. Non il tempo di prendere posto, che anche da quel lato le stesse affatto piacevoli esplosioni iniziarono ad abbattersi, al paro di una delicata pioggerella estiva. Se non fossero state attente avrebbero corso il rischio di risultarne scottate, ciò nonostante avevano un compito da portare a termine. Ma la domanda era: erano davvero in chiaro su quanto sarebbe stato necessario fare? Il grande piano era stato compreso nella sua linearità? O un’ambiguità di fondo rimaneva almeno nel loro caso? Mentre la rampante reporter si gettava nello scontro con rinnovata fiducia, ecco la gragnola di colpi iniziare a piovere. Una situazione esplosiva sotto molti aspetti, dagli esiti ambigui. Chi stava avendo la meglio su chi? Di chi era il merito in questo e in quel caso? Come sarebbe andato evolvendosi? E infine il centro. La Tassorosso si era fatta carico di un ingrato compito, trovare una quadra tra le due ali, dunque al centro. Ma sul come un certo margine di esplorazione ancora c’era. Cosa andava cercando, che Pong potesse darle? A cosa ambiva? Qual era la meta che con un po’ di fortuna avrebbe raggiunto? Era verosimile accadesse? Avevano bisogno di aiuto, ma di che tipo d’aiuto? Aiuti dice? Di che genere? Immagino Ping stia organizzando le retrovie, non siamo gli unici a essere al fronte, e nella sua linearità questa sarà anche la battaglia più semplice da vincere. Il problema è sotto gli occhi di tutti, ne conosciamo più o meno la portata, possiamo intuirne la natura. Sul resto non mi sbilancerei. Aveva in mente qualcosa di preciso? Voi altri procedete, è tempo di farsi sentire.
Un laconico cenno, e in tutta risposta erano iniziate a intermittenza le esplosioni lungo tutto il fronte, lasciando i due relativamente al riparo, perché potessero concludere quanto era necessario. Altrove ma non troppo, la seconda compagine imperiale si trovava in una situazione diversa, ma forse anche più scomoda, alle prese con forze ribelle di un’altra pasta. O forse no. Una minaccia più insidiosa, la cui natura solo in apparenza sembrava simile alle precedenti, ma di cui se ne ignorava completamente l’obiettivo, il che contribuiva a renderla terribilmente ingestibile, in quella apparente semplicità. Il ristretto manipolo di giovani Ateniesi aveva tra le mani un fulmine, che se mal gestito… Mentre l’anziano imperiale era ancora a terra, vittima di più d’un acciacco, nemmeno avesse ancora ottant’anni, i colleghi di sventura reagivano lesti all’attacco, ma sul fronte opposto non sembravano voler essere da meno. L’attenzione del più giovane parve volersi centrare sul più distante dallo scontro (1) quasi a volerlo tener impegnato, la Serpeverde aveva già scelto la sua vittima (4), ancora prima d’iniziare e ancora si attardava ai margini dello scontro, la Corvonero e il Grifondoro avrebbero invece tentato di colpire tutti, e dunque anche nessuno. Nella penombra del portico cosa stesse capitando non era evidente, ma il fellone tardava a reagire, che il Tassorosso avesse avuto successo? Sullo sfondo della scena, una tempesta di vento e oscurità stava prendendo piede, ostruendo la visuale su quanto sarebbe stato del secondo fellone (2), ma nella tenebra l’avanzata dell’erborea minaccia proseguiva (4), salvo improvvisamente prendere fuoco. Lingue scarlatte si sprigionavano sull’apparente ed eventuale corteccia del colosso, ne inghirlandavano la temibile mazza, che mal prometteva. Ai margini di tutto, moralmente al riparo da grossi problemi, stava il terzo (3). Ma dall’oscurità stava emergendo anche qualcos’altro, una lancia protesa in avanti, un soldato bronzeo dorato estremamente fluido nei movimenti, quasi fosse stato fatto di metallo liquido, a passo di carica si avventava sulla sventurata brigata, raggiungendo quello che era stato un tempo un innocuo cespuglio, vittima inerte delle fiamme, che non sembravano però volerne piegare la ferrea volontà. NO! Non è possibile! Che cessi questa follia! Ancora a terra, l’anziano imperiale, preda del più cupo sconcerto, evocò un solido scudo che andò a frapporsi davanti al gruppo, colpendo al tempo stesso violentemente il bronzo, che rintoccò al pari di un gong, rallentando la sua corsa. Era legittimo però domandarsi quanto avrebbero retto le difese, quale sarebbe dovuta essere la strategia, e quali gli obiettivi che razionalmente si sarebbero dovuti porre. Al pari di un amletico quesito: l'oro era sempre stato oro, o l'argento e l'oro conoscevano diverse sfumature? Certo, il nero e l'oscurità erano un ottimo sfondo, ma quanto ne alteravano la vera natura? Da ultimo, l’ennesimo imprevisto. La ciliegina per incorniciare la magica notte. Una singola piuma librandosi, cullata dalle correnti dell’aere perso, apparve quasi magicamente poco distante dalla Serpeverde, attirandone inspiegabilmente l’attenzione. Nonostante quanto stesse succedendo, nonostante il caos, perché aveva notato quella piuma? All’impatto con il solido lastricato, aprì uno squarcio nella realtà. Verosimilmente era stata lei. O forse no? Una finestra circolare che sembrava affacciarsi su una scena altrettanto ben nota, la spianata, non più come l’avevano lasciata. Una prospettiva ambigua, vista quasi dall’alto, quasi fosse un abbaino che dava sulla grande piazza. Una scena sinistra, allarmante, da rizzare più d’un capello. Esplosioni a non finire. La Corvonero piegata a terra, la prima delle giovani Grifondoro poco distante, palesemente svenuta, l’anziana ministeriale svanita, la Tassorosso sballottolata lungo la prima linea di un fronte che forse non avrebbe retto, piegato da una fiumana soverchiante di ribelli, venuti da chissà dove. La finestra sembrava volerle trasmettere tutta la tremolante urgenza di una decisione d’impulso che avrebbe dovuto prendere, in un modo o nell’altro. Lei sola. Non vista, e non udita. Una visione mano mano offuscata, opaca quasi appannata, quasi fosse soggetta a invincibili pressioni che la stavano piegando, gioco forza. Cos’avrebbe fatto? Dove era più utile? Come avrebbero reagito gli uni e gli altri? Gettarsi oltre cosa avrebbe rappresentato? Sarebbe tornata al punto di partenza, o era tutta una semplice illusione? Bene signori, conto tutti abbiano ritrovato la quadra, e se anche non su base quotidiana in questa pausa abbiano avuto modo di riflettere. Come non smetterò mai di scrivervi questo è un gioco di squadra, se non c'è la squadra non c'è il gioco. Quindi è bene ottimizzare il tempo concentrandosi chi su una cosa, chi su un'altra, ma è fondamentale che abbiate sempre chiaro il quadro generale, e cosa stia accadendo almeno al vostro intero gruppo. Non stiamo ragionando di compitino in compitino, ma dovete ragionare sul quadro d'insieme. Dovrei avervi già detto essere una trama complessa, ricca di richiami e intrecci, e lunga. Dunque va anche compresa, non si tratta di correre, abbassarsi, e scappare. Dunque, venendo a noi. Nel caso dei Ribelli la situazione ha registrato qualche positivo sviluppo, e qualche passo in avanti. Nulla di sconvolgente. Avevate due draghi da pelare, e in una qualche maniera avete sviato la loro attenzione altrove. Una parte del gruppo è già corsa in avanti, dunque almeno temporaneamente c'è un'avanguardia e una retroguardia. Sarà ancora da chiarire chi sia dove, ma con calma. Più importante è che la zona stia diventando particolarmente 'calda'. L'avanguardia si è mossa immediatamente dopo le vostre azioni, la retroguardia ha esitato al sopraggiungere di forze ostili, ma è comunque bene che si muova, prendendo laddove lo ritenesse utile le opportune precauzioni. L'avanguardia si sta invece facendo una prima idea sul da farsi. Avete scoperto qualcosa ancora sul resto della storia, ma nulla di imprevedibile. Nel caso degli Imperiali, invece, qualche sviluppo più significativo c'è stato. Al centro dell'arena la situazione rimane complicata, ma comunque decisamente migliorata rispetto a quanto non fosse, e forse finalmente c'è anche un'idea di fondo. Forse non chiarissima a tutti, ma è un inizio. In generale c'è una coppia di destra, una di sinistra, e l'Argentea al centro a prendere il The, altra non cattiva idea. L'Impero sta iniziando a prendere il ritmo, una pioggia di esplosioni intrattiene le prime linee, nel vostro caso potrebbe essere utile ripararsi, e qualcosa sta accadendo. Anche in questo caso prendete poche decisioni, e concentratevi su pochi obiettivi, siete solo in cinque. Altrove, il resto della brigata imperiale, continua a trovarsi in una situazione complessa, alle prese con una minaccia più seria di quanto non sembrasse. Anche in questo caso pochi obiettivi più precisi potrebbero essere d'aiuto. Nel vostro caso non siete solo in cinque, voi, ma siete in cinque e basta. Bisogna anche vedere se rimarrete in cinque, tra l'altro. Se R vuole, non vista e non udita dal resto del manipolo, può gettarsi nella finestra e vedere cosa accade, il che non è comunque così imprevedibile. Se prende questa strada i rimanenti quattro dovranno lavorare di immaginazione, se rimane poco male. In generale, invece, in questo turno è avvenuta l'apoteosi di qualcosa che penso fosse nell'aria da diverso tempo, dal principio, e che qualcuno penso anche inconsapevolmente aveva già scritto a chiare lettere. Come sempre il diavolo sta nei dettagli, ma penso che dovreste assolutamente riuscire a coglierlo, è una questione fondamentale negli equilibri della trama di ambo le parti. Ma dove o cosa è successo? Vi ricordo, ad imperitura memoria, che come sempre le Statistiche e l'Exp sono importanti, possono molto, ma sono dettagli del tutto trascurabili rispetto a tutto il resto. Conta l'On e non l'Off, che determina semplicemente alcuni limiti indicativi di come possiate agire. Vi rammento da ultimo le squadre, con relativi riferimenti: Ribelli: Eloise (E), Casey (K); Daddy (D), Mya (M); Phoebe (P), Susan (S), Caleb (C), Derek (B); Vath (V); Jane (W). Imperiali: Megan (H), Thalia (T); Oliver (O), Emily (R); Jean (G), Juliet (J), Lucas (L), Rose (F); Katherine (Q), Ariel (A). Dove sapete trovate le vostre schede, al momento dell'inizio del gioco, e dove sapete troverete per un po' di tempo le relative mappe del caso. Salvo controindicazioni, o compromessi successivi, tutte le scadenze sono da intendersi quali 22.59 del giorno indicato. La vostra prossima scadenza, che non è vietato anticipare, è il:
30 - III Eloise (E) Punti Salute: 203/243 Punti Corpo: 142/147 Punti Mana: 149/149 Exp: 39 | Casey (K) Punti Salute: 150/175 Punti Corpo: 140/144 Punti Mana: 178/178 Exp: 10 | Daddy (D) Punti Salute: 278/327 Punti Corpo: 270/283 Punti Mana: 294/296 Exp: 78 | Mya (M) Punti Salute: 190/221 Punti Corpo: 110/166 Punti Mana: 163/163 Exp: 61 | Phoebe (P) Punti Salute: 85/118 Punti Corpo: 70/79 Punti Mana: 62/62 Exp: 2 | Susan (S) Punti Salute: 116/131 Punti Corpo: 62/69 Punti Mana: 70/70 Exp: 7 | Caleb (C) Punti Salute: 132/152 Punti Corpo: 73/83 Punti Mana: 77/77 Exp: 7 | Derek (B) Punti Salute: 202/247 Punti Corpo: 212/219 Punti Mana: 232/232 Exp: 24 | Jane (W) Punti Salute: 175/175 Punti Corpo: 121/121 Punti Mana: 136/136 Exp: 28 | Timur (Y1) Punti Salute: ? Punti Corpo: ? Punti Mana: ? - | Calaf (Y2) Punti Salute: ? Punti Corpo: ? Punti Mana: ? - | Turandot (Y3) Punti Salute: ? Punti Corpo: ? Punti Mana: ? - | Megan (H) Punti Salute: 182/209 Punti Corpo: 160/160 Punti Mana: 167/167 Exp: 21 | Thalia (T) Punti Salute: 235/267 Punti Corpo: 195/195 Punti Mana: 230/230 Exp: 44 | Oliver (O) Punti Salute: 222/315 Punti Corpo: 271/285 Punti Mana: 320/343 Exp: 60 | Emily (R) Punti Salute: 267/305 Punti Corpo: 278/284 Punti Mana: 270/286 Exp: 56 | Jean (G) Punti Salute: 82/107 Punti Corpo: 45/50 Punti Mana: 50/50 Exp: 3 | Juliet (J) Punti Salute: 93/143 Punti Corpo: 60/68 Punti Mana: 103/103 Exp: 9 | Lucas (L) Punti Salute: 103/148 Punti Corpo: 51/60 Punti Mana: 56/56 Exp: 12 | Rose (F) Punti Salute: 88/120 Punti Corpo: 60/70 Punti Mana: 72/72 Exp: 3 | Katherine (Q) Punti Salute: 160/180 Punti Corpo: 108/118 Punti Mana: 137/137 Exp: 27 | Ariel (A) Punti Salute: 127/176 Punti Corpo: 114/125 Punti Mana: 115/115 Exp: 24 | Ping N. (X1) Punti Salute: ? Punti Corpo: ? Punti Mana: ? - | Pong R. (X2) Punti Salute: ? Punti Corpo: ? Punti Mana: ? - | Pang V. (X3) Punti Salute: ? Punti Corpo: ? Punti Mana: ? - |
Alcune postille! A fronte della semplice constatazione che i più giovani sono molti, e i più anziani sempre più anziani, per quanto sia certo che nel frattempo siate tutti perfettamente al corrente delle svariate peculiarità della Tuke, il pettegolezzo è un'Arte, sottolineo un paio di conquiste che abbiamo raggiunto nel tempo: - A ogni post corrisponde al massimo un'azione magica, che veda o l'impiego attivo di un artefatto, che decidete voi di utilizzare, o il ricorso a un incantesimo, ferme restando le solite regole. Se nello stesso turno volete correre una maratona, fare un salto dal parrucchiere, e tirare castagne all'indirizzo di un passante molesto, queste non costituiscono azioni ulteriori. Nei limiti del possibile, quindi, una sola azione magica per volta, e tanto buon senso. L'obiettivo rimane snellire e velocizzare il gioco quanto più possibile, se volete fare il quarto grado a un vostro alleato fate tutto in un solo post, e non abbiate timore della vostra ombra, ci sarà ben altro di cui preoccuparsi; - A proposito di interpretazioni, mi sembra di intuire stiate seguendo la prassi, almeno a livello pratico, con in generale dei buoni risultati e un'ottima coordinazione, almeno per coloro che al momento si sono trovati 'al fronte', ossia i Ribelli. Entro però i confini delle nostre regole, potete tranquillamente darvi a un'interpretazione creativa anche dei vincoli che solitamente un Master impone alla gestione degli incantesimi. Ci terrei infatti nello sfatare il mito del: ogni incantesimo ha un unico fine. Se doveste allacciarvi le stringhe, quale sarebbe l'incantesimo giusto? Non conoscete il Frenonectio (che non avevo mai sentito), quindi non è possibile allacciarsi le scarpe? O potrebbe comunque sopperire efficacemente un Wingardium Leviosa? Oppure il Veronesi, quali strabilianti risultati potrebbe in realtà celare questo porello d'un Veronesi? Si possono fare molte cose con un incantesimo, stiamo pur sempre parlando di Magia. I più giovincelli e meno esperti, che hanno magari un arsenale apparentemente limitato, con un buon ragionamento e una lettura astuta tra le righe, sono piuttosto sicuro lo vedranno quanto meno ampliarsi. Quelli più esperti, e meno giovani, ricorderanno un epico scontro in una trincea con quelli che erano forse Berretti rossi, nella Francia medioevale, no? Ovviamente dovrete gestire la cosa in On in maniera molto chiara, e intelligente, ma guardandola da un punto di vista un po' diverso dal solito anche la I Classe offre strabilianti possibilità. Al pari, evidentemente, serve molto buon senso. Un brutto ceffo può essere abbattuto con un Prurito? E un drago? Le possibilità che una mente ingegnosa è in grado di scovare potrebbero essere sorprendenti. - Nel corso dei turni torneranno alla ribalta i nostri ormai mitici compagni di giochi, segugi, smilzi, bonzi... Al netto di una rinfrescata d'abito anche per loro i presupposti teorici rimangono gli stessi di sempre; - Per quanto riguarda le Ombre. Al momento il nostro inventario può vantare: Segugi: sono Ombre di dimensioni discrete, simili a un cane non troppo grande, spesso accucciate e sedute fiutano letteralmente l'aria, drizzando le due curiose antenne che ne incorniciano il capo. È piuttosto difficile determinare se usino effettivamente l'olfatto, l'udito, il gusto o la vista. Due vispi occhietti gialli sono indiscutibilmente i dettagli più facili da cogliere, e i migliori segnali della loro presenza. Sembrano essere fatti di pura e semplice oscurità, molto più nera di qualunque notte, in controluce è dunque forse più semplice individuarli, per quanto su distanze più che brevi resti un esercizio veramente complesso. La loro oscurità sfuma dolcemente, secondo un'impercettibile scala, schiarendosi, aiutando a mimetizzarsi nella notte. Si muovono strisciando, quasi scivolando, su due o quattro zampe. Non è ben chiaro come comunichino la natura delle loro scoperte, ma... Non è neanche dimostrato abbiano particolari doti offensive, o difensive. Sono a tutti gli effetti esploratori; Algidi: la sostanza di cui sono fatti, ossia i sogni, è in tutto e per tutto identica a quella delle altre Ombre, Segugi in testa. Diversamente da questi ultimi, però, sfoggiano senza un preciso disegno, quelle che apparentemente potrebbero sembrare le 'placche' di un'armatura metallica. Ossia la loro oscurità è interrotta da fasce argentate, o comunque qualcosa di simile. Il capo è facilmente riconoscibile, e li differenzia dagli altri, essendo quasi interamente argentato. Hanno una sagoma particolarmente flessuosa e algida, e presumibilmente possono anche essere particolarmente agili e veloci sulle loro due chiare e corte gambette. Non è chiaro che doti difensive e offensive abbiano, al pari del come comunichino. Sono però a tutti gli effetti fanteria leggera; Bonzi: diversamente dalle altre Ombre, questi sono esseri veramente di dimensioni considerevoli, al pari di un gigante. Assomigliano a livello ideale a dei pupazzi di neve, particolarmente grassi. Si muovono lentamente, molto lentamente, il che è proporzionale alla mole di quello che dovrebbe essere un corpo decisamente ingombrante. La loro oscurità è interrotta da leggeri increspature dorate, quasi a definirne i contorni delle singole parti: i polsi, le clavicole, il collo, il busto, le ginocchia. Non è chiaro che doti difensive e offensive abbiano, al pari di come comunichino. Sono però a tutti gli effetti fanteria pesante; Banditi: al momento sono le uniche Ombre, almeno intuitivamente non troppo dissimili dalle altre, dalla parte dei Ribelli. Al pari degli Algidi, sono figure snelle e slanciate, solo leggermente più basse e scattanti nei movimenti. Hanno il volto quasi completamente coperto da un lungo turbante, e il corpo coperto da una veste azzurra, che presumibilmente non è la vera 'pelle'. Dunque sembrano fatti anche loro 'della stessa sostanza dei sogni', ma questo è meno certo. Quello che invece è evidente è che siano armati di una sciabola, o per chi preferisse essere molto più puntuale, una spada corta cinese, piuttosto in voga in età Ming, e che trovate facilmente in giro. Diversamente dalle Ombre imperiali, sono Ombre particolarmente sfuggenti e agili, abili nello sparire e nel confondersi, ma particolarmente reattive in caso di imprevisti; Arcieri: la sostanza di cui sono fatti, ossia i sogni, è in tutto e per tutto identica a quella delle altre Ombre, Segugi in testa. Diversamente da questi ultimi, ma sulla falsa riga degli Algidi, sfoggiano un paio di pesanti guantoni apparentemente di cuoio bianco, e stringono tra le mani un pesante arco. Sul capo portano un curioso cappuccio rosso che li rende facilmente distinguibili anche al buio. Non è chiaro che doti difensive e offensive abbiano, al pari del come comunichino, ma devono essere molto bravi con le frecce, ma di che natura? Sono a tutti gli effetti fanteria da tiro; - Le volte scorse avete iniziato a familiarizzare con il concetto di 'refrattarietà magica' da parte di alcuni figuranti, solitamente nelle ultime fasi del gioco, in occasione di 'botte da orbi', tenetelo a mente. Al pari delle peculiarità storiche del contesto di riferimento, sono piuttosto sicuro che i vostri 'esperti', proporzionali al grado di difficoltà del vostro lato del tavolo, vi abbiano già illustrato alcune cose. Ottimo, rifletteteci bene, i dettagli non sono sempre casuali; - Sèocculto: qualora si rendesse necessario ricorrere a un incanto di gruppo, proporzionalmente al numero dei suoi membri, il valore di riferimento del Mana rimane quello di chi esegue l'incanto, scontando una sua proporzionale riduzione, per mantenere il rapporto di 1:1 che in circostanze abituali dovrebbe avere. Più il gruppo è ampio, più si riduce il Mana, dunque più è probabile veniate visti, sempre a patto vi sia un Osservatore dotato di un Mana superiore. Di conseguenza frazionate il più possibile i gruppi, tenendo conto di chi debba eseguire l'incantesimo, per celarsi agli occhi di chi. - Abbiamo riesumato il nostro vecchio amico Defcon, altri non è che un 'indice sintetico di allarme' delle forze che presidiano la fortezza. Più si avvicina a 1, l'allarme rosso, più le guardie saranno nervose e guardinghe. Ovviamente sapete che guardie e ronde possono non essere come sembrano, e possono cambiare rapidamente di natura, ormai conoscete una parte dei nostri amici di merende. Giusto? Ma per il momento tutto appare tranquillo, normale e ordinario. Nessuno sospetta nulla. A beneficio di tutti il Defcon è palese, e riportato in ogni post. A fronte delle dimensioni della Mappa, ogni quadrato (A-N) ha un Defcon specifico, influenzato dalla vostra condotta, che a sua volta influenza il Defcon dei quadrati vicini. Se il Defcon di un quadrato tocca 2 è allarme rosso per quello specifico quadrato, se si scende a 1 l'allarme è generale. Al momento siamo a Defcon 1 ( = ). Allarme generale, e Outlook stabile.
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