| Sembrava che apparentemente tutto fosse destinato a ridursi quale triviale esercizio fisico, di prestanza aerobica confrontata con una serie di lunghi e annosi incidenti di percorso, come di rado, o forse non troppo, avevano avuto modo di vedere, e soprattutto toccare con mano. Possibile che tutto, quale che fosse la pianificazione alle spalle, dovesse risolversi con il peggiore degli scenari possibili? Che valesse davvero la pena di procedere banalmente allo sbaraglio, sperando che la sorte gliela desse buona? Una tentazione più o meno forte, a dipendenza del carattere e del temperamento dei singoli avventurieri, che aveva una qualche nota dal sapore quaresimale. Una prova in fila all’altra, senza apparente speranza di risoluzione, se non nel peggiore dei modi possibili, con però un qualcosa di spensierato ottimismo: la continuità. Seppur in formati inusuali, con ricombinazioni azzardate e insolite, gli elementi alla base di quella strana alchimia erano sempre gli stessi. Sia mai che presto o tardi una qualche scintilla di maggior comprensione sopraggiungesse, e li cogliesse con questo o quel piede in fallo. I Ribelli continuavano a trovarsi in una posizione di decisa inferiorità numerica, ma almeno psicologicamente di forza, e non confrontati con una minaccia più che incombente. Rispetto al solito non c’erano stati sostanziali passi in avanti, ma nemmeno indietro. Essersi involontariamente divisi non sembrava nell’immediato uno svantaggio, se l’obiettivo fosse infatti voluto essere alimentare il caos che già connaturava quel luogo sarebbe potuto essere addirittura un vantaggio rispetto a un nemico che continuava a ignorarne la presenza, almeno in teoria. Tra consapevolezza di essere sotto attacco, e inconsapevolezza del dove e come, correva infatti un mare che ancora doveva essere esplorato nella sua interezza e conseguentemente domato. I ribelli erano lì, scimitarra alla mano, ma non lì, o non sufficientemente lì per poter essere caricati e scacciati definitivamente dai difensori. Proseguiva quel lungo interregno d’incertezza, la caccia a una volpe che stava dando comunque sfoggio di una certa invidiabile abilità nel lasciarsi scoprire, ma comunque non troppo a lungo da poter quello costituire un inaggirabile problema. Sino a prova contraria erano ancora in gioco, e già solo quello era per molti versi un risultato, meno scontato di quanto non sembrasse. Che inconsapevolmente fosse quella la strategia inconsapevole di quel singolare vantaggio? Era quella mera casualità a reggere le sorti dell'intero impianto? Erano ancora in gioco per un semplice scherzo del destino? L’avanguardia della comitiva si trovava ora in una fase interlocutoria. Da un lato capiva l’esigenza di dover procedere lesta e silenziosa, ma spedita e con una certa premura, dall’altro un problema difficilmente aggirabile: non sapevano dove andare, in assenza di una guida autoctona che potesse guidarli altrove. Erano un manipolo nutrito di uomini, in prevalenza giovani fanciulle a voler essere precisi, in parte silenti, in attesa di un segno, o di qualcosa che potesse assomigliargli. Quello che era però certo era la via: inevitabilmente sarebbero dovuti passare da lì. Un pertugio le cui malie sembravano proprio volerli attirare oltre quell’apparente limite. Eppure, rappresentava l’ignoto. Cosa avrebbero trovato oltre le rassicuranti ombre di quell’angolo di mondo? Ecco dunque lasciar correre avanti anche la più prossima minaccia (9), e con una certa accortezza sporgersi a profondità periscopica per osservare il volgersi degli eventi. Comprensibile l’apporto che la giovane Corvonero (P) volesse dare, e la curiosità che muoveva invece l’Aurea, preoccupata di in cosa si stessero cacciando per l’ennesima volta. Per molti versi più erano prossimi alla meta, più il rischio era destinato ad aumentare, di essere scoperti certo, ma altresì di sbagliare la svolta e finire lungi dall’obiettivo che si erano dati. Restava poi la questione centrale: cosa stavano andando a fare? Forte di migliorate capacità visive, ecco sporgersi oltre l’ombra, e guardare oltre. Un grande caos accolse la Tassorosso (E), che se da vicino non la riguardava, gente che si affrettava da un lato, e Ombre che si allontanavano dall’altro, l’insieme era comunque sufficiente a metterla all’erta. Si avvicinavano a settori della Città più pesantemente presidiati e già in grande fermento, dunque forse anche più preparati nell’accogliere eventuali problemi che fossero andati emergendo. E loro rispondevano senza dubbio a quella definizione. Un problema che sarebbe potuto emergere. Un brufolo da schiacciare per un’armata di estetisti ben pronti nell’occuparsene. E poi una seconda ombra, davanti a sé, strana quasi sospetta, qualcuno che al loro pari cercava di tenersi nascosto nell’ombra? Che guardava fuori, non visto, sperando di cavarsela in una qualche maniera? Chi o cos’era? Era solo un'impressione, o era vero? L'Aurea era divenuta eccessivamente sospettosa e circospetta, o effettivamente c'era qualcosa che non sarebbe dovuto esserci annidato poco oltre? Un rassicurante cenno d’assenso aprì invece le danze alla Tassorosso (S) e al suo fedele scherano, avrebbero atteso che anche il resto del gruppo li riagguantasse, ma non per questo c’era tempo da perdere. Dunque eccoli farsi avanti, e mettere in pratica un piano curioso, e certamente ardito, che avrebbe però regalato loro un passaggio relativamente sicuro per raggiungere l’altra parte del guado, cavandosi da quell’enorme impiccio, prima che la più scomoda delle compagnie potesse raggiungerli. Un passaggio nascosto, un tunnel occultato quasi perfettamente alla vista, ma con il vantaggio di fare bella mostra di sé, sotto la volta stellata, riflettendo semplicemente quanto fosse presente a destra e sinistra di quella singolare galleria. Chi si fosse trovato da un lato avrebbe perfettamente visto anche dall’altro, piegando in una singolar maniera lo spazio e la luce. Cosa sarebbe capitato a chi avesse provato ad attraversare le due strette pareti del passaggio trasversalmente non era dato saperlo, ma con un po’ di fortuna non sarebbero stati lì a lungo per scoprirlo. Se però l’Aurea si era ritratta pensierosa da quanto aveva visto e non visto, il nuovo duo aveva messo in collegamento e spianato la strada proprio verso quell’unico grosso punto interrogativo che si frapponeva lungo il loro cammino, segnato da un alito di fumo, e l’increspatura silente dell’acqua. Ma che fine aveva fatto la retroguardia? Si trovava nella scomoda situazione di doversi almeno idealmente preoccupare di quanto non accadesse davanti, e più praticamente dietro, da cui stavano sopraggiungendo nuovi problemi, riservandosi però anche il tempo per tagliare la corda, ricongiungendosi al resto della brigata, e poter dunque proseguire. Avevano a che fare con una minaccia che non richiedeva un’eccessiva inventiva, era ormai l’ennesima volta che si riproponeva con minime variazioni di colore e intensità, su un pentagramma monotono, quasi bonniano. Sebbene il progetto nel suo insieme dovesse risultare molto diverso, appariva altrettanto sicuro che molto difficilmente il paesaggio potesse prestarsi a un’eccessiva manipolazione, che almeno sino a quel momento non c’era stata. Vuoi per un colpo di reni, vuoi per una semplice questione di orgoglio, la Città almeno su quello sembrava volersi imporre nella sua imperturbabile sacralità. I materiali da costruzione si sarebbero mossi o piegati alla Magia? Cosa avessero mischiato alla malta i Ming non era noto, ma il granito sembrava risoluto nel non muoversi dalla sua originale sede, al pari del rosso padiglione svettante nelle sue immediate vicinanze. A cedere di schianto alla pressione esercitata dalla giovane strega (W) fu invece quello che altrove si sarebbe definito gargoyle. La porcellana esplose in mille pezzi, lasciando una scia di polvere e detriti. Era poi la volta della seconda bordata (K, B), l’esplosione di quella che sembrava semplice luce, sufficiente ad arrestare la corsa degli eterni inseguitori. Quali danni avesse e avrebbe causato non era ben chiaro, ma sembrava comunque aver regalato loro quei preziosi secondi a correre in avanti, cambiando aria. Non molto distante proseguiva l’epico scontro, un guazzabuglio di luce e ombra, in cui si destreggiavano anche due giovani draghi, tra una fiammata e una zampata. Se per qualcuno sarebbe certamente stata una brutta esperienza, non era detto che qualche altro si stesse molto più semplicemente divertendo. Nel mezzo della mischia l’ambiguità della posizione del Colosso di luce, la cui sola presenza sembrava potesse calamitare l’attenzione degli uni, e stimolare l’interesse degli altri. Che fosse anche in grado di attirare i sopraggiungenti rinforzi? Era ormai scontato che in tempi incredibilmente brevi una gran ressa avrebbe animato quel cortile. Intanto, ricongiuntisi che furono con il resto del gruppo, prima di tornare a cedere il passo alla ritrovata guida e salpare verso l’ignoto, il Corvonero sembrava nuovamente incline a voler fugare un dubbio. Vi sarebbe riuscito? Ma soprattutto, sarebbe infine riuscito anche a far collimare tutti i pezzi di quel singolare puzzle che stava raccogliendo nell’oscurità della notte? Il Figlio del Cielo è giovane, e su di lui ricadono erroneamente responsabilità immense, cui nessuno vorrebbe essere chiamato. Viviamo in tempi difficili, il popolo ha delle aspettative che con una certa puntualità vengono deluse, ma al pari del resto del mondo che non sa cosa avvenga entro i confini della Città, così i suoi abitanti non capiscono o comprendono quanto avvenga al di fuori. L’Impero è sconfinato, nemmeno il più saggio può sapere cosa stia accadendo in ognuna delle sue province. Come potrebbe?
Una domanda. Una situazione insolita. Cos'avrebbe replicato il giovane viaggiatore (D), a quello che in tutto e per tutto sembrava essere un quesito reale e concreto? Sulla bilancia si era aggiunta una nuova incognita. E se le domande non fossero state a senso unico? Riunito che fu il gruppo, era infine anche tempo di andare. Se la via era comunque tracciata, e l'avanguardia il suo ruolo l'aveva svolto sino in fondo, non aveva senso attendere ulteriormente, e dunque procedere. A raccogliere l'iniziativa la Tassorosso (E), la prima ad aprire le danze e tentare la traversata in una fase di relativa calma da un lato e dall'altro di quel singolare tunnel. Qualcosa la stava attendendo dall'altra parte? Si trattasse o meno di una suggestione l'avrebbe presto scoperto. Aveva già coperto metà della distanza che la separava dalla meta, che già la seconda si preparava a fare lo stesso. Alla spicciolata, e sotto il benevolo sguardo delle stelle, ce l'avrebbero fatta? Cosa le attendeva oltre l'ennesima soglia? Del tutto in assenza di grandi pretese, un ambiente esattamente identico a quanti avevano già percorso in precedenza la attendeva, svelandosi poco alla volta all'accorciarsi della distanza. Un giardino, una fontana, un nuovo padiglione. Nuove zone d'ombra in cui mille e una più minacce potevano trovarsi in agguato. La prima era già servita? All'ombra di un allegro alberello, a meno di tre yarde da quell'ingresso chi si nascondeva? Un'ombra sottile, che quasi si confondeva con il fusto dell'albero, lasciando trapelare poco più di un'ombreggiatura, all'interno di un lato già particolarmente scuro. L'Aurea l'avrebbe notato, prima che anche la seconda avventuriera avesse fatto il suo esordio? Cosa avrebbe fatto pendere la bilancia da un lato o dall'altro? Era quella l'unica minaccia, o anche altre erano pronte a svelarsi? Di fronte il padiglione ammantato delle sue luci e dei suoi toni del giallo e del rosso sembrava voler attirare l'attenzione del visitatore, mentre l'albero sembrava fare di tutto per non sottrargli la dovuta attenzione. E tra i cespugli? Nuovi interrogativi andavano sommandosi, considerando che sul lato destro, un generoso ma basso cespuglio sembrava stesse letteralmente inspirando ed espirando, al pari di un essere nel mezzo di un lungo sonno ristoratore. Che senso poteva avere un cespuglio che respira? Stava davvero respirando, o era soltanto l'ennesimo abbaglio? Un solo ulteriore passo e avrebbe varcato la soglia. Il resto del gruppo non sarebbe arrivato in troppo tempo, a meno di... Un urlo infranse improvvisamente il silenzio. Acuto, singolo. Quasi certamente una giovane fanciulla, e un grosso inaspettato spavento. Al centro del cortile, un segugio, non molto distante dalla fontana. Evidentemente nei pressi l'urlatrice. L'Aurea aveva mancato un passo, la tensione era tanta, e palpabile. Cosa avrebbe fatto ora? Era certo un brutto presagio, lo era?, ma non c'erano alternative come si era andata dicendo da almeno venti passi. Il ventunesimo l'avrebbe trascinata in un nuovo cortile. Non senza un personalissimo omaggio: una maleodorante macchia fresca e splendente, che sapeva di rancido, ammiccava ora sopra la spalla, imbrattandole la veste. Un eterno memento. Al centro dell’arena la situazione si stava apparentemente risolvendo, o comunque volgendo al sereno, ma non era ancora sistemata, e non sarebbero mancati i colpi di scena. Il primo era la Serpeverde (R). Non senza un minimo di esitazione l'azzardo era già stato tentato. Era stata tentata, mossa da un afflato che forse nemmeno avrebbe sospettato, ci era cascata. Uscendo di scena da un lato, per tornare a farsi viva dall'altro, esattamente nel mezzo di quel piccolo orticello che in tempi non sospetti avevano tentato di coltivare con amorevoli cure. Un solo istante, al pari di una smaterializzazione solo molto più silenziosa e indolore, almeno in quelle circostanze. Era stato utile? Sarebbe servito? C'era da augurarselo. La situazione piuttosto sorprendentemente era ben diversa da quanto non aveva 'visto', meno disfattista, incredibilmente positiva, non rosea, ma comunque all'insegna dell'ottimismo. C'era dunque da domandarsi cosa avesse realmente visto? Era stata una semplice suggestione dettata dal momento e dall'aver sbattuto forse forte e diverse volte il capo? Aveva sbirciato quello che sarebbe potuto succedere, o che sarebbe successo? Si era trattato, ancora, di un semplice pesce d'aprile? Perché era desiderata là? L'avrebbe scoperto? Diversamente dal previsto, infatti, la situazione rimaneva complessa ma comunque sotto controllo, con i diversi giovani avventurieri presenti attivi nello svolgere al meglio possibile funzioni che erano state consegnate, o che si erano personalmente scelti, con il chiaro e ambizioso obiettivo di chiudere una volta per tutte quel pasticcio. Tutto sommato rispetto a una manciata di minuti passati tutto era inaspettatamente volto al sereno. Vuoi per semplice fortuna, vuoi per il merito di qualcuno, qualcosa sembrava essere davvero finalmente mutato. Era dunque tempo della riscossa dell'ala destra, laddove le due più estremiste, la Corvonero e la Grifondoro (G, F) ci stavano mettendo del loro, o almeno provando. Chiaro l'obiettivo e gli strumenti a disposizione, nulla era impossibile. Era solo una questione di intuito e fortuna? In entrambi i casi il modus operandi era il medesimo. Corsa ai ripari, arringa alle truppe, nuovo tentativo, nuova corsa. Un'agenda non troppo fitta, ma che sembrava potesse promettere bene, con un ritorno nel breve periodo che con un pizzico di coraggio l'intero gruppo avrebbe potuto capitalizzare. Eccole dunque sgusciare nel mare in tempesta, cercando riparo all'ombra dei più bonzi del gruppo (3a, 3g), mentre dalle retrovie non lesinavano nel supportare l'avanzata. Al netto di un paio di rovesci fiammeggianti tutto sembrava pervaso di un'incredibile linearità. Avevano capito il da farsi? Il problema era divenuto mano mano sempre meno grosso, e sempre più sottile, passata la tempesta si trattava di coordinarsi il giusto, spingendo nella direzione corretta su entrambi i fronti, sia nel caso dell'una sia nel caso dell'altra, appellandosi ad alleati insospettabili. Quanto dettagliato e preciso dovesse essere l'iter questa era un'altra storia, ma poco importava. Se sul lato destro sembrava che la 'spinta' stesse dando incredibilmente eccellenti risultati, tra una staffetta e l'altra, all'estrema sinistra il fiato era andato invece accorciandosi. Flussi e riflussi storici, oltre che gastroesofagei? La destra sarebbe stata sufficiente e bastevole a supplire alle mancanze della sinistra? Quale sarebbe stato il più probabile degli esiti? Il centro teneva, senza particolari preoccupazioni, l'arretramento era andato perdendo in slancio e foga, al venir meno del bisogno, e in buon ordine la milizia teneva la riga, attendendo pazientemente di poter cogliere il momentum, e sopravanzare, accorciando la distanza. Sotto molti aspetti sembrava che la patata fosse tornata in mano all'Argentea, impegnata in una nuova delicata fase di arrembaggio. Che rischiasse di finire con lo scherzare con il fuoco? Dare il là a una singolare caccia alla volpe, ignorando l'identità della volpe stessa sotto molti aspetti sarebbe potuto risultare azzardato, laddove non infruttuoso. Cosa poteva saperne il Rosso di tutta quella scorbutica e strana storia? Quanto era realistico ipotizzare un suo coinvolgimento? Del resto, il problema era sempre lo stesso, e tipico cinese: i numeri. Se anche avesse deciso di interrogarli tutti probabilmente sarebbe sopraggiunta la morte, per semplici limiti anagrafici. Che la questione dovesse essere dunque semplicemente logica? Quale sarebbe dovuta essere la soluzione statisticamente più probabile, determinate tali circostanze? C'era davvero qualcosa da scavare, o sarebbe stata la ricerca dell'acqua nel mezzo del deserto? Un sopracciglio inarcato fu forse la migliore delle risposte. Certo, è un'eventualità, tutt'altro che remota. Se siamo arrivati a questa situazione, qualcosa deve pur essere successa, ma temo di non essere il migliore dei referenti. Volessimo discutere di bilanci e scostamenti eventuali potremmo certo ragionarci davanti a un The, ma temo di essere il meno Generale che si potesse rimediare. Immagino a patto vi sia veramente, debba essere qualcuno sufficientemente edotto di affari militari, dunque un militare, uno della squadra di Pang, pur strano che sembri. Ma se anche quello che ipotizza fosse vero, non vedo cosa potremmo fare al momento... proposte?
Del resto, se anche tutto quanto avesse ipotizzato la giovane Argentea fosse stato incredibilmente esatto, e quelli fossero i veri nodi da sciogliere, come sarebbe stato possibile farlo? Cos'avrebbero dovuto fare per correggere un baco nel cuore di una struttura organizzativa mossa e movente migliaia di diverse pedine? Quanto sarebbe stato impattante il correttivo rispetto al problema? La cura sarebbe stata peggiore del male, e se anche lo fosse stata, allora cosa sarebbe stato necessario fare? Qual era il salvifico rimedio, a un possibile e potenziale male? Era forse quella la vera domanda destinata alla Tassorosso. Altrove, invece, il Trio continuava a trovarsi a mal partito, in una situazione esponenzialmente caotica, dettata dal sopraggiungere di nuove incognite, e dall'uscita inaspettata di scena di alcune costanti. Era innegabile fossero una pattuglia scelta, e con diverse idee per la testa. Lo scontro infuriava ormai da diversi complessi e lunghi minuti, ma non sembrava fossero nemmeno troppo prossimi a una qualche svolta. Con quanti dovessero fare i conti era stato sufficientemente chiaro nei primi attimi, per poi man mano farsi sempre più sfuggente. Si trattava dopotutto di un manipolo altrettanto scelto, tre ribaldi tutt'ora in attività, un cespuglio e forse eventualmente una statua. In altre circostanze sarebbe potuto certamente essere l'inizio di una barzelletta, in quel caso vi erano ancora pesantemente invischiati, con prospettive quanto meno ambigue. C'era solo da sperare non avessero preso impegni. Le retrovie cui guardava l'Aurea continuavano a essere in larga parte interessate da un nebbione di sabbia che non accennava a smettere, che ammantava uno dei tre rivoltosi di un'aura quasi mistica. Era lì o là? Ciò nonostante la risolutezza della Corvonero (H) non parve accettare un compromesso. Un solido e fresco carico di frutta di stagione piovve là dove aveva voluto, senza seminare eccessivo sgomento. Certo, la macedonia era la chiave di volta del pranzo di un cuoco non eccessivamente sicuro di sè, ma era pur vero che altro sarebbe arrivato. Si trattava solo dell'inizio di una strategia ben ponderata? Più diretto il Tassorosso (L), un obiettivo chiaro un mezzo preciso. Levarsi dai piedi definitivamente un problema, alla radice, mentre qualche altro si sarebbe preoccupato in quel frangente delle minacce più incombenti. Eppure, per levarsi di torno qualcuno si doveva anche essere nella ragionevole situazione di poter operare una scelta ponderata e razionale. Il più giovane del gruppo di che visuale godeva sulla parte più scura e ombrosa del cortile, nel mezzo di una tenebra che avevano a loro volta contribuito a rinforzare? Mentre dunque il primo guardava oltre, limitandosi poi a sperare, e la seconda era affaccendata con la frutta, il terzo e il quarto cos'avrebbero deciso di fare, per levarsi dall'impiccio? L'albero fiammeggiante, mulinando la sua verde mazza, continuava ad avanzare, al pari dell'ultimo venuto: la statua bronzea del soldato. Vinta l'incertezza iniziale, entrambe sembravano condividere l'obiettivo, e non era dei migliori o più favorevoli per i pochi difensori rimasti. Era dunque la volta del Verde, ripresosi, di attaccare, passando il testimone al Grifondoro (O) a livello di difesa. Bloccarne ed ostacolarne l'avanzata, mantenendo una certa ambiguità di atteggiamento, caso mai cambiassero idea o partito. La grande scommessa era ostacolare i due problemi, contando che la loro natura magica non fosse prevalente sul resto, concedendo il tempo al Verde di reagire adeguatamente. Avrebbe vinto quella scommessa? Entrambi i soggetti erano corpi morti, animati dalla magia di un terzo, che in una qualche maniera aveva deciso di ricorrere al loro aiuto. Quanta fervida immaginazione sarebbe stata necessaria per fermarli? Tutto si sarebbe però giocato nella manciata di poche yarde che ancora li separavano dalla soglia del cortile, rispetto a un'avanzata che non sembrava conoscere limiti. Nonostante le fiamme il colosso verde sembrava costituire una minaccia più che certa, e mentre proseguiva lungo la sua traiettoria anche la lancia del secondo parve essere di sempre peggior auspicio. A far specie era però il Verde, l'ira di cui si era ammantato, e con la quale al pari di un pitone osservava ora altero il mal capitato. Fuoco e fiamme, un torrente smodato, accolse il soldato, mentre passo dopo passo lo slancio iniziale andava perdendosi. Sottili bolle di metallo fuso solcavano la superficie del bronzo dorato, senza però riuscire a vincerlo, mentre invece l'avanzata del vegetale si era effettivamente arrestata. Terminata la doccia, brandendo una lancia decisamente più brillante, la statua sembrava prepararsi a un nuovo eroico tentativo, baionetta innestata. Come avrebbero reagito? Ottimo, è forse tempo di riprendere, con una certa calma, ma giusto per avvicinarci anche alle conclusioni. Nel caso dei ribelli la situazione è leggermente evoluta, nella direzione auspicata. Di quella che era inizialmente l'avanguardia, in molti hanno iniziato a ragionare sul da farsi, e come procedere lungo quella che sembra anche essere l'unica possibile via percorribile. Mentre E sta al periscopio, P le dà man forte, ma S insieme alla sua spalla estraggono un Signor coniglio dal cilindro: aprono un passaggio che conduca la comitiva oltre, e che E agguanta al volo, facendo da apripista. Al termine di questa insolita passeggiata al chiar di luna, ricevendo un gentile e prevedibile omaggio dal cielo, raggiunge la soglia di un 'nuovo' cortile. Aldilà di cose solite e insolite, un urlo rompe la sacralità del silenzio, l'urlo di una giovane donna, probabilmente dietro all'albero che ostruisce la vista di E. Scorge invece un segugio (1), al centro. Nelle retrovie, intanto, la comitiva si è riunita, dopo essere riuscita a svicolare allegramente. D è andato avanti a intrattenersi con la Guida, mentre K, W e B hanno tenuto a bada il resto dei problemi, prendendo rapidamente il largo, attraversando lestamente il cortile, accorciando le distanze che li separavano dalla testa del gruppo. Direi nulla di troppo strano. Nel caso invece degli imperiali, direi una certa costanza nell'azione. Nel mezzo della spianata una quasi rigorosa spartizione degli incarichi prosegue nel dare i suoi frutti, almeno a metà. F e G continuano indisturbate nella loro azione, coordinandosi con gli alleati locali, riparandosi alla bisogna dalle intemperie che fanno capolino di tanto in tanto, un po' folkloristicamente, senza in realtà impensierire più di quel tanto. L'ala sinistra, invece, vive di isolati sprazzi, che di fatto ne stanno rallentando i progressi. Al centro, rimane T, mentre ancora più arretrata fa il suo ingresso R. Nel caso di T, un'inattesa brutta sensazione, o forse qualcosa di più, ne ha vanificato gli originali intenti. Sventato questo azzardo, che può comunque ritentare, è proseguita la sua azione suasoria nei confronti del Rosso. Penso in questo caso ponga un paio di punti spinosi, ma del tutto logici. Al pari di quanto fosse all'inizio, ormai diverso tempo fa, il Rosso non è un militare, anzi. Quindi ricevere informazioni sostanziali da quel lato penso sia riporre eccessive speranze nella sorte. Il Trio delle meraviglie, invece, resta alle prese con una brutta situazione, in cui alcune pie speranze temo siano state disattese. H ha avuto un'improvvisa incontrollata voglia di macedonia, una scelta curiosa, e ci lasceremo sicuramente stupire. Diversamente, L sembra avere le idee piuttosto chiaro su quale sia l'obiettivo, più dubbio è il come voglia raggiungerlo. 2, all'interno dell'area blu, al pari più in generale tutto il fondo del cortile, godono di una pessima visibilità, data da una tempesta di sabbia, un'oscurità diffusa di origine magica, oltre che a una semplice questione tecnica: poche fonti di luce in zona. O e il Verde tentano invece di arrestare l'avanzata dell'albero e del soldato, le cui buone eventuali e possibili intenzioni sembrano essere infine state messe da parte. Nel caso di 5 il metallo è stato sottoposto a temperature molto alte, che non ne hanno però arrestato l'avanzata. Vi ricordo, ad imperitura memoria, che come sempre le Statistiche e l'Exp sono importanti, possono molto, ma sono dettagli del tutto trascurabili rispetto a tutto il resto. Conta l'On e non l'Off, che determina semplicemente alcuni limiti indicativi di come possiate agire. Vi rammento da ultimo le squadre, con relativi riferimenti: Ribelli: Eloise (E), Casey (K); Daddy (D), Mya (M); Phoebe (P), Susan (S), Caleb (C), Derek (B); Vath (V); Jane (W). Imperiali: Megan (H), Thalia (T); Oliver (O), Emily (R); Jean (G), Juliet (J), Lucas (L), Rose (F); Katherine (Q), Ariel (A). Dove sapete trovate le vostre schede, al momento dell'inizio del gioco, e dove sapete troverete per un po' di tempo le relative mappe del caso. Salvo controindicazioni, o compromessi successivi, tutte le scadenze sono da intendersi quali 22.59 del giorno indicato. La vostra prossima scadenza, che non è vietato anticipare, è il:
5 - IX Eloise (E) Punti Salute: 203/243 Punti Corpo: 142/147 Punti Mana: 149/149 Exp: 39 | Casey (K) Punti Salute: 150/175 Punti Corpo: 140/144 Punti Mana: 178/178 Exp: 10 | Daddy (D) Punti Salute: 278/327 Punti Corpo: 270/283 Punti Mana: 294/296 Exp: 78 | Mya (M) Punti Salute: 190/221 Punti Corpo: 110/166 Punti Mana: 163/163 Exp: 61 | Phoebe (P) Punti Salute: 85/118 Punti Corpo: 70/79 Punti Mana: 62/62 Exp: 2 | Susan (S) Punti Salute: 116/131 Punti Corpo: 62/69 Punti Mana: 70/70 Exp: 7 | Caleb (C) Punti Salute: 132/152 Punti Corpo: 73/83 Punti Mana: 77/77 Exp: 7 | Derek (B) Punti Salute: 202/247 Punti Corpo: 212/219 Punti Mana: 232/232 Exp: 24 | Jane (W) Punti Salute: 175/175 Punti Corpo: 121/121 Punti Mana: 136/136 Exp: 28 | Timur (Y1) Punti Salute: ? Punti Corpo: ? Punti Mana: ? - | Calaf (Y2) Punti Salute: ? Punti Corpo: ? Punti Mana: ? - | Turandot (Y3) Punti Salute: ? Punti Corpo: ? Punti Mana: ? - | Megan (H) Punti Salute: 182/209 Punti Corpo: 160/160 Punti Mana: 167/167 Exp: 21 | Thalia (T) Punti Salute: 235/267 Punti Corpo: 195/195 Punti Mana: 230/230 Exp: 44 | Oliver (O) Punti Salute: 222/315 Punti Corpo: 271/285 Punti Mana: 320/343 Exp: 60 | Emily (R) Punti Salute: 267/305 Punti Corpo: 278/284 Punti Mana: 270/286 Exp: 56 | Jean (G) Punti Salute: 80/107 Punti Corpo: 45/50 Punti Mana: 50/50 Exp: 3 | Juliet (J) Punti Salute: 91/143 Punti Corpo: 60/68 Punti Mana: 103/103 Exp: 9 | Lucas (L) Punti Salute: 103/148 Punti Corpo: 51/60 Punti Mana: 56/56 Exp: 12 | Rose (F) Punti Salute: 86/120 Punti Corpo: 60/70 Punti Mana: 72/72 Exp: 3 | Katherine (Q) Punti Salute: 160/180 Punti Corpo: 108/118 Punti Mana: 137/137 Exp: 27 | Ariel (A) Punti Salute: 125/176 Punti Corpo: 113/125 Punti Mana: 115/115 Exp: 24 | Ping N. (X1) Punti Salute: ? Punti Corpo: ? Punti Mana: ? - | Pong R. (X2) Punti Salute: ? Punti Corpo: ? Punti Mana: ? - | Pang V. (X3) Punti Salute: ? Punti Corpo: ? Punti Mana: ? - |
Alcune postille! A fronte della semplice constatazione che i più giovani sono molti, e i più anziani sempre più anziani, per quanto sia certo che nel frattempo siate tutti perfettamente al corrente delle svariate peculiarità della Tuke, il pettegolezzo è un'Arte, sottolineo un paio di conquiste che abbiamo raggiunto nel tempo: - A ogni post corrisponde al massimo un'azione magica, che veda o l'impiego attivo di un artefatto, che decidete voi di utilizzare, o il ricorso a un incantesimo, ferme restando le solite regole. Se nello stesso turno volete correre una maratona, fare un salto dal parrucchiere, e tirare castagne all'indirizzo di un passante molesto, queste non costituiscono azioni ulteriori. Nei limiti del possibile, quindi, una sola azione magica per volta, e tanto buon senso. L'obiettivo rimane snellire e velocizzare il gioco quanto più possibile, se volete fare il quarto grado a un vostro alleato fate tutto in un solo post, e non abbiate timore della vostra ombra, ci sarà ben altro di cui preoccuparsi; - A proposito di interpretazioni, mi sembra di intuire stiate seguendo la prassi, almeno a livello pratico, con in generale dei buoni risultati e un'ottima coordinazione, almeno per coloro che al momento si sono trovati 'al fronte', ossia i Ribelli. Entro però i confini delle nostre regole, potete tranquillamente darvi a un'interpretazione creativa anche dei vincoli che solitamente un Master impone alla gestione degli incantesimi. Ci terrei infatti nello sfatare il mito del: ogni incantesimo ha un unico fine. Se doveste allacciarvi le stringhe, quale sarebbe l'incantesimo giusto? Non conoscete il Frenonectio (che non avevo mai sentito), quindi non è possibile allacciarsi le scarpe? O potrebbe comunque sopperire efficacemente un Wingardium Leviosa? Oppure il Veronesi, quali strabilianti risultati potrebbe in realtà celare questo porello d'un Veronesi? Si possono fare molte cose con un incantesimo, stiamo pur sempre parlando di Magia. I più giovincelli e meno esperti, che hanno magari un arsenale apparentemente limitato, con un buon ragionamento e una lettura astuta tra le righe, sono piuttosto sicuro lo vedranno quanto meno ampliarsi. Quelli più esperti, e meno giovani, ricorderanno un epico scontro in una trincea con quelli che erano forse Berretti rossi, nella Francia medioevale, no? Ovviamente dovrete gestire la cosa in On in maniera molto chiara, e intelligente, ma guardandola da un punto di vista un po' diverso dal solito anche la I Classe offre strabilianti possibilità. Al pari, evidentemente, serve molto buon senso. Un brutto ceffo può essere abbattuto con un Prurito? E un drago? Le possibilità che una mente ingegnosa è in grado di scovare potrebbero essere sorprendenti. - Nel corso dei turni torneranno alla ribalta i nostri ormai mitici compagni di giochi, segugi, smilzi, bonzi... Al netto di una rinfrescata d'abito anche per loro i presupposti teorici rimangono gli stessi di sempre; - Per quanto riguarda le Ombre. Al momento il nostro inventario può vantare: Segugi: sono Ombre di dimensioni discrete, simili a un cane non troppo grande, spesso accucciate e sedute fiutano letteralmente l'aria, drizzando le due curiose antenne che ne incorniciano il capo. È piuttosto difficile determinare se usino effettivamente l'olfatto, l'udito, il gusto o la vista. Due vispi occhietti gialli sono indiscutibilmente i dettagli più facili da cogliere, e i migliori segnali della loro presenza. Sembrano essere fatti di pura e semplice oscurità, molto più nera di qualunque notte, in controluce è dunque forse più semplice individuarli, per quanto su distanze più che brevi resti un esercizio veramente complesso. La loro oscurità sfuma dolcemente, secondo un'impercettibile scala, schiarendosi, aiutando a mimetizzarsi nella notte. Si muovono strisciando, quasi scivolando, su due o quattro zampe. Non è ben chiaro come comunichino la natura delle loro scoperte, ma... Non è neanche dimostrato abbiano particolari doti offensive, o difensive. Sono a tutti gli effetti esploratori; Algidi: la sostanza di cui sono fatti, ossia i sogni, è in tutto e per tutto identica a quella delle altre Ombre, Segugi in testa. Diversamente da questi ultimi, però, sfoggiano senza un preciso disegno, quelle che apparentemente potrebbero sembrare le 'placche' di un'armatura metallica. Ossia la loro oscurità è interrotta da fasce argentate, o comunque qualcosa di simile. Il capo è facilmente riconoscibile, e li differenzia dagli altri, essendo quasi interamente argentato. Hanno una sagoma particolarmente flessuosa e algida, e presumibilmente possono anche essere particolarmente agili e veloci sulle loro due chiare e corte gambette. Non è chiaro che doti difensive e offensive abbiano, al pari del come comunichino. Sono però a tutti gli effetti fanteria leggera; Bonzi: diversamente dalle altre Ombre, questi sono esseri veramente di dimensioni considerevoli, al pari di un gigante. Assomigliano a livello ideale a dei pupazzi di neve, particolarmente grassi. Si muovono lentamente, molto lentamente, il che è proporzionale alla mole di quello che dovrebbe essere un corpo decisamente ingombrante. La loro oscurità è interrotta da leggeri increspature dorate, quasi a definirne i contorni delle singole parti: i polsi, le clavicole, il collo, il busto, le ginocchia. Non è chiaro che doti difensive e offensive abbiano, al pari di come comunichino. Sono però a tutti gli effetti fanteria pesante; Banditi: al momento sono le uniche Ombre, almeno intuitivamente non troppo dissimili dalle altre, dalla parte dei Ribelli. Al pari degli Algidi, sono figure snelle e slanciate, solo leggermente più basse e scattanti nei movimenti. Hanno il volto quasi completamente coperto da un lungo turbante, e il corpo coperto da una veste azzurra, che presumibilmente non è la vera 'pelle'. Dunque sembrano fatti anche loro 'della stessa sostanza dei sogni', ma questo è meno certo. Quello che invece è evidente è che siano armati di una sciabola, o per chi preferisse essere molto più puntuale, una spada corta cinese, piuttosto in voga in età Ming, e che trovate facilmente in giro. Diversamente dalle Ombre imperiali, sono Ombre particolarmente sfuggenti e agili, abili nello sparire e nel confondersi, ma particolarmente reattive in caso di imprevisti; Arcieri: la sostanza di cui sono fatti, ossia i sogni, è in tutto e per tutto identica a quella delle altre Ombre, Segugi in testa. Diversamente da questi ultimi, ma sulla falsa riga degli Algidi, sfoggiano un paio di pesanti guantoni apparentemente di cuoio bianco, e stringono tra le mani un pesante arco. Sul capo portano un curioso cappuccio rosso che li rende facilmente distinguibili anche al buio. Non è chiaro che doti difensive e offensive abbiano, al pari del come comunichino, ma devono essere molto bravi con le frecce, ma di che natura? Sono a tutti gli effetti fanteria da tiro; - Le volte scorse avete iniziato a familiarizzare con il concetto di 'refrattarietà magica' da parte di alcuni figuranti, solitamente nelle ultime fasi del gioco, in occasione di 'botte da orbi', tenetelo a mente. Al pari delle peculiarità storiche del contesto di riferimento, sono piuttosto sicuro che i vostri 'esperti', proporzionali al grado di difficoltà del vostro lato del tavolo, vi abbiano già illustrato alcune cose. Ottimo, rifletteteci bene, i dettagli non sono sempre casuali; - Sèocculto: qualora si rendesse necessario ricorrere a un incanto di gruppo, proporzionalmente al numero dei suoi membri, il valore di riferimento del Mana rimane quello di chi esegue l'incanto, scontando una sua proporzionale riduzione, per mantenere il rapporto di 1:1 che in circostanze abituali dovrebbe avere. Più il gruppo è ampio, più si riduce il Mana, dunque più è probabile veniate visti, sempre a patto vi sia un Osservatore dotato di un Mana superiore. Di conseguenza frazionate il più possibile i gruppi, tenendo conto di chi debba eseguire l'incantesimo, per celarsi agli occhi di chi. - Abbiamo riesumato il nostro vecchio amico Defcon, altri non è che un 'indice sintetico di allarme' delle forze che presidiano la fortezza. Più si avvicina a 1, l'allarme rosso, più le guardie saranno nervose e guardinghe. Ovviamente sapete che guardie e ronde possono non essere come sembrano, e possono cambiare rapidamente di natura, ormai conoscete una parte dei nostri amici di merende. Giusto? Ma per il momento tutto appare tranquillo, normale e ordinario. Nessuno sospetta nulla. A beneficio di tutti il Defcon è palese, e riportato in ogni post. A fronte delle dimensioni della Mappa, ogni quadrato (A-N) ha un Defcon specifico, influenzato dalla vostra condotta, che a sua volta influenza il Defcon dei quadrati vicini. Se il Defcon di un quadrato tocca 2 è allarme rosso per quello specifico quadrato, se si scende a 1 l'allarme è generale. Al momento siamo a Defcon 1 ( = ). Allarme generale, e Outlook stabile.
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