Libero arbitrio ai pensieri
intervista Caposcuola.
Un battito di ciglia, l’espressione già più rilassata.
L’aspettativa di quella conversazione cresceva sempre di più, chissà da quando non gli capitava di confrontarsi con una personalità così interessante; Thalia Moran non provava vergogna, e la superiorità di opinioni che manifestava era ben palese. Non aveva timore di niente e di nessuno, ella si che era una sua pari, finalmente.
Rimasto in perfetto silenzio, ad ascoltare le parole della Caposcuola, Lucas non poté fare a meno di socchiudere gli occhi, per un attimo coinvolto da quella vicinanza concettuale più di quanto potesse ammettere.
“Il mondo del giornalismo è marcio, cerca altrove Lucas”.Ricordava quelle parole come se fossero state pronunciate appena il giorno prima, e per quanto potesse considerarsi ad oggi un giornalista abile e uno tra i più attenti osservatori, non era mai stato in grado di cancellare quella parte della sua esistenza.
Ricordi nefasti che nel tempo aveva accantonato, spogliandoli di qualsiasi significato fin nel profondo. Il problema più grande era un altro, quel tipo di suggerimento era arrivato dalla bocca di suo padre, la persona che più detestava al mondo: un diniego che aveva percepito sulla pelle, un rifiuto che aveva compiuto la differenza nelle sue future decisioni di vita.
Di strada ne aveva fatta da quel giorno, Lucas.
Semplicemente, continuava a ripetersi, sé il percorso da lui intrapreso era fuori da ogni tipo di controllo, fuori da ogni aspettativa, e se di tanto in tanto ne rimpiangeva lo scotto, d'altro lato ne era sollevato. Non gli importava che tipo di strada avesse imboccato, il suo interesse risiedeva esattamente nella convinzione di essere andato controcorrente, di essersi portato oltre le subdole certezze più infide del suo caro padre, Normann Scott.
«Non voglio e mai vorrò parlare a nome dei miei colleghi, né tantomeno dire che io sono più bravo di altri, soprattutto di chi lavora diversamente da me; sono fortemente consapevole di essere un professionista, prima di ogni cosa. Anche prima di essere giornalista!»non ricordava quando fosse stata l'ultima volta che si era ritrovato al centro di un simile dibattito, e poco importava che fosse scaturito per il semplice divertimento di screditare le certezze assolute della ragazza, che trattasse i metodi poco chiari adottati dal Profeta in determinate circostanze, che fosse gestita nel pieno di una tempesta d’animo, per lui.
Quello che aveva a cuore, si accorse, riguardava ben altro, qualcosa di più intimo: in quella figura fanciullesca che sedeva davanti a lui, esisteva un qualche tipo di fattore che lo attirava e lo respingeva al tempo stesso, un elemento che non riusciva pienamente a comprendere del tutto.
«In molti, come lei d’altronde, sostengono che non si può essere professionisti e giornalisti allo stesso tempo.. beh, lo dico con tutta la sincerità del mondo e senza presunzione: io ne sono la chiara testimonianza.»sorrise, riprendendo il controllo. Quando parlò, la sua voce vibrò di aspettativa, certo di aver colto in fallo le sicurezze della Tassorosso.
«Quando iniziai a scrivere non conoscevo molto bene le dinamiche del giornalismo, quelle le ho conosciute poi, con l’esperienza. Passo dopo passo..»ritrovava in quelle parole un vero e proprio confine, una linea perfettamente tangibile, e nel simbolico corso degli eventi si esprimeva un piacere tutto personale.
Cercò di riprendersi in fretta, spostandosi meglio sulla
poltrona per incontrare di fronte - volto verso volto – la Caposcuola. Aveva sorriso al commento dell'altra, e per istinto si ritrovò per la prima volta a sfiorare gentilmente il suo avambraccio: un gesto che appariva casuale, la mano destra di Lucas sul corpo di Thalia.
Una carezza, forse un modo per chiarire di essere disposto a condividere una piccola parte del suo punto di vista.
«Grazie a queste esperienze ho capito la vera differenza tra giornalista e mestierante. Tra chi pensa solo ed esclusivamente al Dio denaro e chi invece difende con le unghie e con i denti la propria intramontabile passione. Stupido? No, semplicemente innamorato del proprio lavoro.»si ritirò subito, abbandonando il precedente contatto con la ragazza.
Un ghigno a fior di labbra, mentre la mano destra libera da ogni pressione, andava a recuperare la propria bacchetta; un colpo secco, e la solita piuma animata seguita dal rotolo di pergamena smisero di prendere appunti, per poi sparire dentro la tasca sinistra della giacca di Lucas. Un chiaro segnale per decretare la conclusione dell’intervista, eppure, era innegabile il forte senso di entusiasmo che stava provando nel portare avanti quel dibattito con Thalia.
«Il bravo giornalista è merce rara nel mondo magico di oggi, signorina Moran.. tuttavia, esiste ancora. Quindi, classificare un’intera categoria lavorativa per colpa di alcuni elementi negativi mi sembra oggettivamente poco corretto...»il cuore gli batteva forte, quasi troppo rumorosamente, l'emozione di poter parlare liberamente, di essersi tolto il peso del politicamente corretto gli inondava il petto di orgoglio.