FIND THE HEALING IN YOU
Guaritore Apprendista
Era fuor d'ogni dubbio quanto fosse semplice, il movimento che la Medimago stava compiendo. Affermare quanto fosse elementare, il gesto in sé, poteva dare l'idea di essere quasi scontato e banale. Nessun attento sventolio di bacchette. Nessun incantesimo adatto all'occasione. Nessuna pozione da somministrare. Non c'era stato niente di tutto questo.
Chi mai avrebbe pensato di utilizzare soltanto le proprie mani per curare? Chi mai avrebbe rischiato dando ascolto a quella piccola sensazione che suggeriva di tentare? Chi mai avrebbe provato ad agire in un modo che non aveva alcuna base scientifica? Chi mai avrebbe seguito una strana e ignota voce interiore che segnalava quanto in realtà, ciò che ci si accingeva a fare in quel momento, potesse essere rischioso?
Una follia. Una vera follia. Eppure, la semplicità del gesto d'imposizione delle mani era stata valutata, presa in considerazione. E questo, aveva poi comportato che quell'azione venisse messa in atto - e che si rivelasse in seguito, senza alcun dubbio, un'arma a doppio taglio. Se da una parte, appariva una mossa efficace nel raggiungere l'obiettivo di salvare la vita al paziente, dall'altra, la questione sembrava assai più complicata di così.
Mentre la condizione dell'uomo continuava a migliorare, la sua invece non smetteva di peggiorare. L'asticella - che indicava il livello a cui Jane Read arrivava - non faceva altro che sollevarsi sempre di più, verso una situazione di volta in volta più ostica. Man mano che il tempo passava, all'interno della stanza sterile del San Mungo, la Medimago scopriva su di sé sempre nuovi ed infidi problemi che si aggiungevano - uno dopo l'altro - ai precedenti. Era quasi come una corsa - il cui solo scopo pareva quello di giungere fino al picco più alto di un qualche percorso impervio.
Il traguardo, però, non possedeva in sé alcuna valenza positiva. A differenza di com'era solito accadere in queste occasioni - questo non stava per nulla ad indicare qualcosa di felice. O il coronamento di qualcosa. In questo caso, non significava nient'altro che il giungere fino ad un punto tale per cui il tutto sarebbe risultato ancora più insopportabile.
Proprio come il paziente era sembrato prossimo a raggiungere - qualche attimo prima dell'intervento della Medimago - il suo livello massimo di tolleranza, anche la giovane donna si trovava così vicina al punto di non ritorno. Mancava poco a quando avrebbe scoperto che il processo di cura le stava costando davvero troppo. Il prezzo richiesto era alto; e diveniva sempre più alto. Sarebbe anche potuta crollare da un momento all'altro: l'avrebbe trovato così facile, a dire il vero.
Malgrado la situazione sembrasse prendere - ad ogni istante - una piega sempre peggiore, la Medimago poteva tuttavia vedere in tutto questo un aspetto positivo: quanto lei stava affrontando pareva valere la pena. Sul serio.
Il movimento d'imposizione delle mani doveva essere in fondo valutato in relazione al notevole supporto che veniva fornito al paziente. Jane Read avrebbe continuato ad avvalersi di questo pensiero per farsi forza? Per proseguire?
Era stata una follia. E si era mostrato un bene, portarla avanti.
A seguito di un breve regresso, le eruzioni cutanee, sul braccio destro dell'uomo - quello sopra il quale l'ex-Corvonero teneva i palmi, parvero tornare a schiarirsi. Sembravano restringersi, fin quasi a scomparire. Lo stesso evento pareva capitare alle venature ancora in rilievo. In quel momento, le ferite sull'arto del paziente presero a rimarginarsi; e quelle più orribili e profonde, come quella sull'avambraccio destro, iniziarono ad assumere un aspetto più rassicurante. Parvero divenire più piccole, marginali e superficiali. Dopo essersi fermate, le linee sulla parte destra del collo presero a sottigliarsi e piano piano fecero per ritirarsi. Sulla pelle dell'uomo, vi era ancora del sangue secco che celava in alcuni punti le ferite e le vene. Mentre le mani della donna venivano spostate con difficoltà, seguendo quel reticolo scuro, questo si limitava a rendersi sempre meno visibile. Intanto, la temperatura del corpo scendeva ancora. Quando i palmi di lei fecero per passare sulla spalla per poi spostarsi sopra il busto - all'altezza del torace - la Medimago poté scoprire che il respiro del paziente iniziava a divenire regolare. Il torace si alzava e si abbassava: però il ritmo non era per nulla frenetico come prima. Nel compiere quei movimenti era stata acquisita un certa regolarità. Per quanto l'uomo stesse meglio, non si poteva ancora dire che fosse del tutto fuori pericolo. La sua condizione era alquanto precaria. Necessitava di essere stabilizzata; per farlo, era essenziale uno sforzo mentale in più, e in questa direzione. Prima, l'ex Erede di Priscilla aveva avuto modo di notare che il processo di cura veniva guidato solo dalle sue mani - e che, spostando queste ultime, la situazione dell'uomo sarebbe potuta tornare a peggiorare. Adesso, bisognava sforzarsi ancora un po' per far sì che alla fine la condizione di lui restasse una volta per tutte stabile.
Come ormai si era forse capito, il processo di cura portava con sé parecchi problemi. Non era affatto una cosa semplice. I crampi alle mani si facevano ancora sentire(-10PS); e facevano sembrare difficile alla donna tenere i palmi aperti. Erano forti, intensi. La sensazione di calore continuava a scivolare infido sotto la pelle, nella carne. Dalle spalle prese a propagarsi lungo il torace; e qualche istante dopo arrivò fino al ventre. L'intero busto ora era in fiamme. A causa di quel calore così forte(-40PS), la Medimago iniziò ad avere le prime difficoltà a respirare. Le sarebbe sembrato quasi di soffocare, in preda ad una strana claustrofobia. Avrebbe avvertito il desiderio e la necessità di piegarsi in due per quelle sofferenze; eppure si sarebbe trovata ad imporre a sé di proseguire con il processo di cura. Ad imporre al suo corpo di non lasciarla. Di non seguire ciò che avvertiva. E a quel punto il vero quesito sarebbe stato chiaro: la ferma decisione di salvare il paziente avrebbe avuto - ancora una volta - la meglio su tutte quelle sofferenze? La mente sarebbe riuscita a vincere la sfida contro le richieste del corpo? ll calore si faceva sempre più intenso. Così intenso da rendere la giovane donna parecchio vicina al punto in cui sarebbe crollata. Mancava davvero poco.
Jane
PS: 94/189
PC: 131/131
PM: 146/146
EXP: 29.5
Ottimo, molto bene! Ci avviamo verso la chiusura della Quest. Ora ti chiedo un post un po' più profondo. Concentrati ancora sul processo di cura: considera però che la condizione del paziente (sebbene stia migliorando) è ancora precaria. Inoltre, tieni conto che Jane sta soffrendo sempre di più. E' ad un livello tale per cui, le sofferenze che sta provando, stanno diventando insopportabili. So che ce la puoi fare!