| Narcissa Miller |
| | Narcissa Elodie Miller «O forse a Serpeverde, ragazzi miei, voi troverete gli amici migliori, quei tipi astuti e affatto babbei che qui raggiungono fini ed onori!» Q uando le scale iniziarono a muoversi, Narcissa poté avvertire il momentaneo senso di smarrimento di Camille. Si voltò verso di lei, con aria di sfida. Ormai la sfida era nell'aria, era inutile negarlo: nessuna delle due si sarebbe arresa con facilità. E tutto sommato la tenacia della Tassorosso avevano un ascendente positivo sull'opinione che Narcissa s'era fatta di lei: aveva avuto modo di ricredersi, ancora una volta, sulla fama di piagnuccoloni che i Tassorosso s'erano fatti ai suoi occhi. Tempo addietro, infatti, aveva incontrato Mark Darring, un Tassorosso occhialuto e ingenuo all'inverosimile, che s'era ritrovato quasi assuefatto da lei e dalla sua malizia. Non aveva idea di che fine avesse fatto, soltanto sapeva che l'aveva sguinzagliato per la scuola nella speranza che mettesse a tacere le voci che circolavano sulla sua presunta cattiveria. Poi aveva anche avuto a che fare con Michael Barnes, Anche lui, nonostante tutto, era stato un tipo piuttosto sveglio e tosto, oltre che riflessivo, come s'addiceva a uno della sua casa. Poi c'era Camille, così spontanea, così temeraria, così...*Con questa punta d'ardimento da Grifondoro, com'è mai possibile?* si chiese mentalmente Narcissa. Sembrava che ultimamente al Cappello Parlante stessero sfuggendo alcune caratteristiche fondamentali che avrebbero potuto ribaltare le sorti e i destini di diversi studenti. Anche lei, se non avesse quell'indole così Cooper - come amava definirla sua nonna - e avesse seguito gli insegnamenti più pacati e riflessivi di suo padre e dei nonni Miller molto probabilmente invece che a Serpeverde si sarebbe ritrovata tra i Tassorosso. "Davvero ti scusi con quei quadri?" domandò di getto Narcissa, cercando di scacciare quel pensiero. Ma all'improvviso il rumore di una spada a contatto con del ferro richiamò la sua attenzione. Narcissa sbarrò gli occhi qualche istante, prima di arrestarsi di colpo e di sporgersi dalla scalinata, per osservare se ci fosse qualcuno in particolare che stesse giocando loro un brutto scherzo. Eppure nell'atrio, a parte loro due, non v'era anima viva. La Serpeverde si voltò verso la Tassorosso, senza curarsi di nascondere il velo di perplessità che attanagliava la sua mimica facciale. Da dov'era provenuto quel suono? Stava per aprire bocca e dire qualcosa, quando una voce si schiarì le corde vocali, quasi stesse per prepararsi a narrare a memoria l'Odissea. "Altolà, voi due, dove credete di andare?!" Una voce fece sobbalzare Narcissa, la quale si premurò immediatamente di vedere se anche Camille era rimasta sorpresa da quell'improvviso intermezzo imprevisto. Dall'alto della cornice sopra le loro teste, un cavaliere dall'aria austera le guardava e guarniva la spada a mezz'aria, facendosi grande e ostentando tutte le sue presunte imprese eroiche. Narcissa osservò distrattamente anche il pony sul quale era seduto, anche se l'attenzione tornò nuovamente sulla faccia paffuta e divertente del cavaliere che si sentiva più potente di Artù. "Da qui non passerete, se l'indovinello non risolverete" A quel punto Narcissa era davvero perplessa. Cosa voleva quel quadro adesso da loro? Ed esattamente in che modo avrebbe potuto un semplice quadro frapporsi tra loro e la prosecuzione di quella corsa verso l'aula di incantesimi. Che Cadogan stesse facendo perdere loro del tempo era un dato di fatto, ma..."Ehi, Camille!" esclamò d'un tratto Narcissa, richiamando l'attenzione della piccola Tassorosso. Sperava che la ragazzina non si lasciasse abbindolare dalla voglia di Sir Cadogan di scherzare e di metterle in difficoltà. Non che Narcissa bramasse dalla voglia di andare a lezione, intendiamoci, ma non aveva nemmeno tutta sto gran interesse a restare bloccata sulla scalinata nell'attesa che qualche insegnante la pescasse a zonzo per il castello invece che in classe a prendere diligentemente appunti. A quel punto, Narcissa stava per ignorare Sir Cadogan quando questi esordì: "Parla senza bocca, ti batte e non ti tocca, corre senza piedi, passa e non lo vedi. Cos’è?". Narcissa sgranò gli occhi indispettita. Davvero ci stava provando ad ostacolarle? La bimba si sforzò di ignorare Sir Cadogan e la sua provocazione. Ma Camille avrebbe fatto altrettanto?
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