Grigliatona, Evento di Pasqua

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view post Posted on 31/5/2023, 11:38
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Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts

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Il sapore del miele gli rimase attaccato alle labbra, nonostante bevve un sorso generoso di quel cocktail per sopperirne alla dolcezza. Ne osservò il contenuto rimasto alzando il bicchiere in controluce e da quel gesto si rese conto di non essere totalmente lucido. Lo aveva chiesto lui, non si sarebbe pentito della scelta; era comunque un tipo troppo ansioso per lasciarsi andare alle conseguenze dell’ebrezza senza riflettere. Da lì in poi sarebbe stata una serata vissuta sul filo del rasoio, ma perlomeno – forse – sarebbe riuscito a ballare o a muoversi come un tacchino isterico senza farsi troppi problemi a riguardo; in quello stato, gli andava bene comunque una delle due ed era il risultato in cui aveva sperato dal principio. Non riuscire a portare a compimento quel gioco con Megan per la sua totale incapacità di muoversi a ritmo e stare in mezzo alle persone lo avrebbe fatto irritare non poco.
Quando tornò con lo sguardo verso la ragazza, si rese conto che non aveva mai abbassato il suo e aveva continuato a guardarlo in quel breve lasso di tempo in cui si era temporaneamente isolato nei propri pensieri. Lo aveva fatto d’istinto, per sfuggire al momento di disagio, un po’ per aver parlato troppo, un po’ per non aver resistito alla curiosità e averle chiesto di quel Paul.
Finì il drink con un ultimo lungo sorso e posò il bicchiere sul tavolo. Si spostò di lato per potersi voltare totalmente con il busto verso di lei e posare le mani libere intorno ai suoi fianchi.

Io non ti lascio. – rispose di getto, scrollando le spalle come se fosse un’ovvietà, quasi come se fosse strano anche il solo doverlo specificare a voce. Insomma: non le era chiaro dal modo in cui le stava sempre incollato che quell’ipotesi non era nemmeno vagamente considerabile?!
Le diede giusto il tempo di finire di mangiare, prima di cingerle la vita con le braccia e accostarsi a lei. Affondò il viso nell’incavo del suo collo e posò un paio di baci sulla sua pelle, restando in silenzio ad ascoltarla.
Si chiese che sapore avrebbe mai potuto avere un’acromantula arrosto, storse il naso, e pensò che avendo deciso di tenersi a debita distanza dalle creature magiche – vive – non aveva la minima idea se avere a che fare con animali del calibro delle acromantule fosse un criterio necessario per poter essere un docente di cura delle creature magiche… Ma, immaginando Megan con un vestiario in pelle che si preparava a combattere contro creature pericolose, con i capelli scompigliati dal vento, un ghigno sulle labbra a sfidare l’animale avversario, si ritrovò a storcere il naso di nuovo perché, a detta delle sue parole, sarebbe rimasta una scena impressa solo nelle sue fantasie.

I tuoi lavoravano al Ministero, giusto? Un po’ mi deprime l’idea di chiudermi in un ufficio triste e sterile per il resto della mia vita, ma mi sto preparando a scegliere qualcosa del genere se la questione Spezzaincantesimi non dovesse andare in porto. Tipo docente di storia della magia. Prima o poi Peverell morirà, lo vedo già con un piede nella fossa, tocca solo sperare che non abbia questioni in sospeso in vita e si ritrovi come fantasma a continuare a insegnare. – commentò, mentre prese in considerazione di organizzare un viaggio per Stoccolma nel prossimo futuro. I draghi sapevano scrivere lettere? Aveva appena scoperto una cosa nuova. Gli avrebbe fatto piacere portarla a conoscere il suo drago, soprattutto considerando che di tutti gli animali esistenti al mondo erano le uniche creature che davvero lo affascinavano. Era cresciuto leggendo storie fantasy babbane a riguardo e scoprire che esistevano davvero era stato a dir poco sconvolgente. Inoltre, sua nonna era in fissa con i draghi e li studiava ormai da anni, quindi il fatto che non ne avesse ancora mai visto uno era a dir poco triste.
Annuì alle sue parole seguenti e sciolse l’abbraccio solo per consentire a entrambi di alzarsi da quel tavolo. Bastò il semplice gesto a fargli girare la testa, ma riuscì in qualche modo a non barcollare su se stesso. Prese al volo la bottiglia del suo vino e se la portò alle labbra per assaggiarne qualche goccia.

Scusa ma mi mancava la sfida delle bevande. Mi sa che non mi piace il vino, o forse mi piace la vodka più di quanto credessi. Meglio il mio drink, comunque. – commentò, abbassando lo sguardo sulla sacca per verificare l’arrivo dell’ennesimo ovetto.
Ricambiò i suoi baci e le strinse la mano, prima di seguirla verso le griglie. Le sue parole gli scatenarono un intenso brivido lungo la spina dorsale, ma ne elaborò la malizia celata un po’ a scoppio ritardato.
Non riuscì a risponderle. Si ritrovò dietro le griglie ad ascoltarla mentre cercava di trattare male uno dei cuochi… Era troppo gentile ed educata per poterlo fare con intenzione e la scena gli suscitò una risata. Le labbra si distesero, le fossette sulle guance si palesarono in tutta la loro gloria e gli ci volle qualche secondo per ritrovare la ragione e rivolgersi allo chef che lo affiancò dietro la griglia. Bisbigliò gli ingredienti per non rivelare la sua pietanza prima del dovuto. La donna gli annuì, segno che avevano tutto ciò che aveva chiesto, e mentre aspettava che gli portasse gli ingredienti, si volse di nuovo a guardare Megan.

No. Vedrai. Sono un cuoco bravissimo, ma non so se sei pronta ad assaggiare un mio piatto. Rischi di innamorarti di me.

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Interazioni: Megan
Menzioni: /

1--Condividi con qualcuno un trucco magico che usi per semplificare la vita quotidiana

2--Fai infuriare lo chef dandogli un consiglio stupido

3--Crea e Griglia il tuo piatto ideale, non limitarti agli ingredienti dei non-maghi [in corso]

4--Chiacchiera con qualcuno con cui non hai confidenza

5--Chiedi a qualcuno qual è/qual era la sua materia preferita a Hogwarts e perché

6--Assaggia 3 Pietanze diverse (e descrivi brevemente l'esperienza)

7--Condividi con gli altri un viaggio o un'avventura che vorresti intraprendere nel mondo magico

8--Balla una canzone sparata dal DJ (cercatevi una playlist da qualche parte, tanto la musica è tutta uguale)

9--Chiedi a un compagno di grigliata quale sarebbe il suo mestiere ideale nel mondo magico se non avesse vincoli di alcun tipo

10--Decreta la tua preferenza tra due bevande diverse


Edited by Draven. - 1/6/2023, 00:50
 
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view post Posted on 31/5/2023, 17:14
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Nemo me impune lacessit Nessuno mi aggredisce impunemente.

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Interazioni: Niahndra

N. B. le parole sottolineate sono una citazione: grazie Oliver, ho approfittato della tua musica :P



Si pavoneggiò, compiaciuta dall’apprezzamento di Niahndra, con le mani sui fianchi, dondolando una gamba sulla punta del piede, mentre l’altra faceva da perno. Ma ascoltò con interesse il seguito.
Oh, riesci a tenere in sospeso i volumi per tutto il tempo in cui li leggi! - lo stupore sottolineato dalle pupille dilatate. Le venne subito in mente che si sarebbe voluta esercitare di più, fino a riuscire anche lei a mantenere costante l’elevata concentrazione che ciò poteva richiedere.
Rise mentre si inoltravano tra i punti fumanti, quando la Alistine propose un punto un po’ più tranquillo.
Hai ragione, meglio prima dare un’occhiata senza la fretta della calca di pance vuote: molto probabilmente non saresti l’unica a mordere.
Intanto proseguirono anche le chiacchiere, tra le due. Poi Niahndra buttò lì una domanda come un’altra e Memory ringraziò che fosse intenta a guardare altrove, perchè lei non riuscì a rispondere subito e anzi arrossì alla verità di non averne mai sentito parlare, se non strettamente in quell’occasione. Altro che addirittura seguirne le imprese. Quasi subito, la sua esitazione fu travolta dalle parole con cui l’altra proseguì.
Menomale! E allora fu più semplice rilassarsi e confessare, ammettendo la sua ignoranza, che l’aveva indotta a definirlo famoso in base alle impressioni percepite qui e lì. In realtà è stato proprio per quello che mi ha incuriosito tanto, quando è cominciata a circolare la voce di questo evento. Mi sono detta che se questo chef è famoso, dovevo proprio cogliere l’occasione di venire a vedere di persona di cosa è famoso. - Rilesse ancora l’elenco dei piatti: Dici che sarà per … ehm, l’originalità … delle sue materie prime?
Sottolineò e deglutì al concetto di originalità, perchè in realtà qualcosa in lei suggeriva che più che altro sembrava una stravagante esclusività: quanti altri cuochi si cimentavano nell’uso di quelle carni? Naturalmente concordava con il ragionamento della Concasata e annui ai suoi appunti su quanto fosse strana la gratuità di quella mole di roba.
Si distrasse un momento, guardando verso uno dei cuochi che faceva saltare delle verdure:
Be’ insomma, anche mio padre le salta così…
Scusi,
- alzò un po’ la voce per attirare la sua attenzione - non le pare che sia meglio con un colpo più secco? Voglio dire, sollevando le verdure maggiormente verso l’alto, rosolerebbero da più lati.
Colse i fulmini saettare dallo sguardo di quello, che stando alle proprie scarse informazioni avrebbe anche potuto essere Vandermolen in persona, e istintivamente continuò: O magari ho torto io.
L’urgenza di defilarsi, imperativa da parte di Niahndra, arrivò provvidenziale per la ragazzina, prima che il tizio potesse mollare tutto e inseguirla a dargliela in testa la padella di verdure.
Una volta ferme, cercò lo sguardo della ragazza e seguì a ruota la sua risata liberandosi anche lei e potendo finalmente minimizzare.
Solo a quel punto si rese conto di non aver fatto in tempo a scegliere e ordinare. Poco male. L’amica aveva già ciò che addentare, ma alle sue parole un’idea le brillò nella testa, tanto da gonfiarle il petto:
OK. Ci penso io.
Se ti va, prenderesti intanto un paio di posti ad un tavolo?

Adocchiò un’”altra griglia” lì vicino.
Mentre aspettava il suo turno si mise a seguire il ritmo delle ultime note, battendo un piede a tempo. All’improvviso una nuova canzone esplose a millemila decibel. La ragazzina, incurante di chi la circondava, si lasciò coinvolgere dallo spirito giocoso che si diffuse nell’aria. Caotico e dolce allo stesso tempo, il motivo la spinse a muovere dei passi sul posto; agitò le braccia verso l’alto, lasciando ciondolare la testa secondo la cadenza della musica; completamente assorta, fece un giro su se stessa.
Aprì gli occhi infine e seguendo ancora il ritmo, condivise un sorriso con coloro che si erano fermati ad osservarla. Dopotutto era una festa quella, no?
Si liberò il banco delle richieste e saltellando si avvicinò un po’ di più:
Salve, vorrei portar via tre piatti. Un gratin di Patate e Radici di Dirigibile, un’insalata di Alghe e Tentacula e una di Uova di Streeler e Rucola. La ringrazio molto.
Una volta servita, cercò intorno Niahndra e la raggiunse:
Ecco qui. Invece di scegliere, ho pensato che possiamo condividere e assaggiare tutto!
Offrì a Niahndra di provare anche lei e se la ragazza avesse voluto, avrebbe assaggiato anche una delle sue costolette di Porlock.
Cominciò affondando la forchetta nell’insalata di uova di Streeler, tagliandone un pezzetto con i rebbi e raccogliendo nello stesso boccone un cappero, la rucola e la cipolla. Masticò con calma, i sapori si amalgamavano, esaltati dalla senape.
Devo ammettere che è davvero buonissima.
Abbassò di nuovo la sua arma e altre foglie di rucola trovarono posto nella sua bocca. Smangiucchiando e deglutendo, continuò a chiacchierare di gusti e abbinamenti con Niahndra.
Ho scelto qualcosa di poco sociale forse, ma la cipolla rossa ci sta a meraviglia secondo me.
Al di là della sua eccentricità, non mi sembra si possa dire che questo Vandermoler non sappia il fatto suo, vero?
Chissà quando ha scoperto la sua passione e come ha fatto a farla diventare un mestiere…

Certo, non poteva essere sicura di aver l’occasione di avvicinarlo e chiederglielo, ma Niahndra, una delle persone che più spesso trovava interessante ad Hogwarts era proprio lì davanti a lei:
Hai mai pensato a come sarà dopo?
Si, insomma, quando non ci saranno più lezioni da seguire, nè Serpeverde con i quali contendersi la Pluffa a suon di Bolidi…
Dopo Hogwarts cosa farai? Ci hai già pensato?
C’è qualcosa nel tuo percorso che ti ha già dato un segnale su quello che sarà il tuo futuro? Non so, magari ti sei già immaginata in un ruolo nel Mondo Magico, di prestigio o che semplicemente è importante per te…
Oppure senti che il lavoro che farai sarà solo condizionato dai metodi che ormai saranno diventati un’abitudine tale da condizionare le scelte?

Arrossì e abbassò gli occhi sui piatti che la separavano dalla giovane. Erano tante domande. A raffica.
Aveva parlato senza riflettere e forse era caduta in argomenti molto personali. Non si sarebbe stupita affatto se la compagna avesse completamente cambiato discorso e l’avesse ignorata del tutto.


Memory MacWood | 12 anni | Tassorosso



Attività svolte:

1–Condividi con qualcuno un trucco magico che usi per semplificare la vita quotidiana
2–Fai infuriare lo chef dandogli un consiglio stupido

3--Crea e Griglia il tuo piatto ideale, non limitarti agli ingredienti dei non-maghi
4--Chiacchiera con qualcuno con cui non hai confidenza
5--Chiedi a qualcuno qual è/qual era la sua materia preferita a Hogwarts e perché
6–Assaggia 3 Pietanze diverse (e descrivi brevemente l'esperienza) - in corso
7--Condividi con gli altri un viaggio o un'avventura che vorresti intraprendere nel mondo magico
8–Balla una canzone sparata dal DJ (cercatevi una playlist da qualche parte, tanto la musica è tutta uguale)
9–Chiedi a un compagno di grigliata quale sarebbe il suo mestiere ideale nel mondo magico se non avesse vincoli di alcun tipo
10--Decreta la tua preferenza tra due bevande diverse


 
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«Io sono una grande esperta solo quando assume la forma di Galeoni scintillanti…» Ghigna in un guizzo, alimentando la sua personale narrazione di persona venale. Avrebbe continuato a briglia sciolta a danzare tra le parole, a chiedere spiegazioni su calderoni e mestoli, ma il momento è ormai passato. Quella che sarebbe potuta diventare una lunga disquisizione sull’oro dei Leprecauni cade presto in caciara, un’onda che, investito il bagnasciuga, torna nel disordine del mare. Durante quel genere di eventi va così: non si fa in tempo a compiere un 360 su se stessi che si sono incrociate decine di persone, toccati duecento argomenti e lasciati a metà altrettanti discorsi. È un flusso indomabile, che Eloise ha accettato nel momento preciso in cui si è infilata in mezzo a quel gruppo di persone.
Un po’ è delusa - il suo insaziabile desiderio di conoscere e studiare tutto quel che è nuovo non è stato soddisfatto - un po’ si lascia trascinare dal ventaglio di possibilità che si aprono davanti a lei. C’è altro nuovo a un millimetro di distanza, o c’è altro noto da scoprire ancora e meglio.
Sollevando il fondo del bicchiere Eloise finisce la birra che le era rimasta e già si avventa verso un vassoio di passaggio per sostituire il vetro vuoto con un cocktail pieno. Le sue dita si stringono sulla condensa di un bicchiere oblungo e ricolmo di un misterioso liquido rossastro, che al gusto si rivela essere fruttato e vagamente acidulo. Non fa esattamente per lei: è troppo dolce, troppo facile, troppo giocoso. Fa una smorfia ma se lo tiene, accettando anche lui come parte del flusso caotico fatto di cose buone e cose sgradevoli.
Con il tallone che ticchetta a terra e la mano che batte a ritmo sulla coscia, si scopre pronta a lasciarsi andare alle danze un momento prima che Camille ce la trascini. Così, quando il gesto gentile e deciso della Tassorosso le offre il passaggio, asseconda la giravolta lasciando che la sua chioma rossa si apra a ventaglio nella dinamica del movimento, mentre col bicchiere sbilanciato versa un po’ di cocktail - non una grave perdita, comunque.
Quando torna faccia a faccia con Camille prosegue la rotazione della sua piroetta per condurla in un secondo giro. Tira su il braccio per farla passare, e nel frattempo oscilla a ritmo di musica, come appesa al perno rappresentato dalle loro mani. E poi il colpetto al fianco, e la presa di coscienza di quel ruolo di punta, e una carriera stellare davanti. Apre le braccia, e le solleva verso l’alto, trascinandosi in quel gesto sia il suo cocktail che la mano di Camille, fautrice di quel progetto e spalla nella danza. «Sudamerica, mia cara…» Dice, sporgendosi verso di lei e prendendo un sorso dal bicchiere. «Lì dove la musica pervade ogni cosa e le notti finiscono in mattina…» La musica è cambiata, e il ritmo martellante dell’electroswing è un richiamo persistente, ripetitivo, e impossibile da ignorare. «So che in Brasile ci sono spettacoli magici capaci di creare illusioni incredibili, annullare la gravità di performer e pubblico e cose così… Impareremo dai migliori maestri e poi…» Si posiziona tra Camille e Oliver mimando un aeroplano, una cubista volutamente sgraziata ed esagerata. Non sa bene cosa sta facendo, cosa penseranno quei due della performance, ma non ha voglia di contenersi o di pensare a una presunta dignità. «E poi dove vuoi portare la nostra arte, Brior? A quale continente faremo conoscere il nostro connubio tra musica e magia?» Mezzo giro intorno all’ex Caposcuola è sufficiente per trovarsi a portata di mano del suo cappuccio e tirarlo su, enfatizzando il gesto con movimenti ulteriori intorno alla sua testa. «Ora sì che sembri un imprenditore dello show business!»
Passo dopo passo, sorso dopo sorso, il ballo ha condotto l’inaspettato terzetto prima verso la pista, e poi alla deriva. Eloise ormai non riesce a non battere il tempo della cassa dritta, come se avesse disimparato a camminare e non potesse fare a meno di muoversi così. Ondeggia, accompagna con spalle, testa e bacino, cerca l'intesa con gli altri ballerini e quando vede un vassoio di passaggio con quello shot violetto lo insegue, prendendolo per un fuoco fatuo capace di indicarle il cammino. Uno, due, tre, finché non trova qualcosa che ha quasi l’aria di una meta, un tesoro, un premio da riscuotere.
«Ehi, guardate là dentro!» Indica una tenda nei pressi dell’area dello chef che fino a poco prima non aveva notato. «Cosa sono quelle cose luccicanti?» Butta giù l’ultimo sorso del suo cocktail e posa il bicchiere vuoto su un tavolino sulla sua strada. Decisa, sempre a tempo, si dirige verso la nuova meta con passi ritmati.

ELOISE LYNCH TASSOROSSO INTERAZIONI: CAMI, OLLY, ADELINE



CITAZIONE
1. Condividi con qualcuno un trucco magico che usi per semplificare la vita quotidiana.
2. Fai infuriare lo chef dandogli un consiglio stupido
3. Crea e Griglia il tuo piatto ideale, non limitarti agli ingredienti dei non-maghi
4. Chiacchiera con qualcuno con cui non hai confidenza
5. Chiedi a qualcuno qual è/qual era la sua materia preferita a Hogwarts e perché
6. Assaggia 3 Pietanze diverse (e descrivi brevemente l'esperienza) (1/3)
7. Condividi con gli altri un viaggio o un'avventura che vorresti intraprendere nel mondo magico
8. Balla una canzone sparata dal DJ (cercatevi una playlist da qualche parte, tanto la musica è tutta uguale)
9. Chiedi a un compagno di grigliata quale sarebbe il suo mestiere ideale nel mondo magico se non avesse vincoli di alcun tipo
10. Decreta la tua preferenza tra due bevande diverse
 
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Ocean eyes.

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Dove? Hosgmeade, alle griglie
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Interazioni:Draven

Detto fatto. Il cuoco con un solo movimento di bacchetta aveva lasciato magicamente apparire gli ingredienti necessari per l’esperimento culinario che Megan aveva richiesto. Distratta da Draven e dalle sue parole la ragazza, però, non aveva dato peso ai consigli dello chef mentre disponeva a suo favore sul banco, accanto alla griglia, gli utensili necessari per fare la crema rivisitata.
«No. Vedrai. Sono un cuoco bravissimo, ma non so se sei pronta ad assaggiare un mio piatto. Rischi di innamorarti di me.» Le aveva detto il Serpino.
Megan mostrò un'espressione sorpresa tanto quelle ultime parole ebbero effetto su di lei. Tirò indietro la testa e le spalle seguirono lo stesso movimento mentre le labbra si distesero in un sorriso imbarazzato e il calore si allargò a macchia d’olio sul suo corpo. Faceva caldo, un caldo improvviso e insopportabile. Con le mani si fece vento inutilmente; le griglie vicine, poi, non aiutavano di certo ma finì per spostare lo sguardo su di loro per trovare pace alla sensazione che tutta quella situazione stava creando. Così, scosse la testa mentre il rossore sulle gote non cessava di infiammare la pelle, risucchiando la costellazione di lentiggini come un buco nero nello spazio.
«Beh… Mettimi alla prova Draven.»
Finì per dire ormai arresa al fatto che non avrebbe in alcun modo potuto celare la sua reazione.
L’amore. Non ci aveva mai pensato veramente, o forse aveva sempre rinnegato a se stessa quella possibilità arrendendosi ai fatti che, prima di incontrare Draven, l'avevano plasmata. Era l’amore per le persone che l’aveva portata a soffrire e, con questa consapevolezza, a lungo aveva provato a staccarsi da qualsiasi tipo di relazione. Non sempre c’era riuscita, l’irrazionalità aveva vinto più volte sulla razionalità e il cuore aveva pagato tutte le conseguenze delle sue scelte spezzandosi in più parti, lasciando cicatrici ancora fresche.
Di base, da quando erano morti i genitori, Megan viveva la sua vita con distacco verso la maggior parte dei rapporti umani e a fatica si capacitava di come Draven fosse riuscito ad entrarle dentro. Ma ciò che l’aveva legata a lui non aveva potuto fermarlo, perché la mancanza di quel rapporto faceva più male della paura di viverlo. Quello che provava a volte andava oltre la ragione, non sapeva spiegarlo né dargli un nome. In realtà non le interessava nemmeno farlo, forse perché il significato racchiuso dietro quelle parole, come “innamorarsi di qualcuno” o “amare qualcuno”, la terrorizzava. Esporsi così tanto, mettere in evidenza il crollo di un muro a fatica costruito attorno a sé significava per lei arrendersi; non poteva farlo, doveva proteggersi. Le conseguenze si sarebbero manifestate con un impatto rilevante e non sapeva se fosse stata in grado di sopportarlo. Fin quando tutto rimaneva sotto uno strato sottile e appena percettibile riusciva a non fare un passo indietro, riusciva a non fuggire altrove. Tuttavia, sapeva che non poteva nascondersi a lungo, così come era consapevole che la solitudine era la più bastarda delle condizioni umane.

«Potrebbe aiutarmi a pulire i Grinzafichi?» chiese Megan al cuoco mentre versava il latte di Erumpent in una pentolina ponendola vicino alla griglia con cinque millilitri di vaniglia. Lo chef annuì e con un coltello, in velocità, iniziò a togliere il sottile strato di pelle.
«Mi raccomando li schiacci per bene ma ne lasci qualcuno intatto, mi serviranno per guarnire il piatto».
La Corvonero attese il ragazzo, osservando con attenzione il modo in cui eseguiva i suoi ordini.
«Troppo poco, di più» intervenne.
L’occhiataccia dello chef le bastò per capire che l’intento della sfida numero due poteva dirsi a buon punto ma non si crogiolò su quella minima reazione e incalzò la dose.
Dei, è davvero irritante anche per me!, pensò tra sé con non poca frustrazione.
«Lo fa di mestiere, non credo che debba essere io a dirglielo.»
Ecco fatto, era andata. Dentro si sentì malissimo e quando il giovane con il cappello bianco smise di tagliuzzare i frutti voltandosi verso di lei, immaginò il coltello che teneva in mano piantato nel proprio stomaco.
«Io credo che debba tacere signorina, so quel che faccio! Si limiti a fare le sue cose e non mi faccia perdere altro tempo.»
La lama era bella appuntita e la vicinanza non la tranquillizzava affatto. Megan abbassò lo sguardo sulla pentola mentre il giovane lasciò scivolare al suo interno la poltiglia appena tagliuzzata. Guardò poi Draven, che probabilmente aveva potuto assistere a quella scena, e gli mostrò un sorrisino soddisfatto.
Con il cucchiaio di legno iniziò a girare, per poi rompere le uova e lasciar cadere all’interno di una ciotola solo i tuorli. Aggiunse lo zucchero e mescolando energicamente unì la farina fino a raggiungere un composto omogeneo e liscio.
«Cuoco bravissimo, scusi se la disturbo durante il suo misterioso piatto ma avrei bisogno di un consiglio: può andare bene secondo lei?»
Si rivolse a Draven avvicinandosi e porgendo lui il contenitore.




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SFIDE
1. Condividi con qualcuno un trucco magico che usi per semplificare la vita quotidiana
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3. Crea e Griglia il tuo piatto ideale, non limitarti agli ingredienti dei non-maghi In corso…
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5. Chiedi a qualcuno qual è/qual era la sua materia preferita a Hogwarts e perché
6. Assaggia 3 Pietanze diverse (e descrivi brevemente l'esperienza) [3/ 3]
7. Condividi con gli altri un viaggio o un'avventura che vorresti intraprendere nel mondo magico
8. Balla una canzone sparata dal DJ (cercatevi una playlist da qualche parte, tanto la musica è tutta uguale)
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La sensazione per Adeline era quella di essere l’epicentro di ondate di energia – mentale, emotiva, relazionale – che andavano e tornavano, un po' come le onde a ultrasuoni dei pipistrelli.
Era strano: da una parte era totalmente assorbita da ciò che accadeva ad appena una manciata di centimetri e pochi passi da lei – la musica, le voci, le conversazioni, i gesti e gli avvenimenti più o meno premeditati – dall’altra continuava ad incassare il ritorno di quelle ondate - a cui peraltro a modo suo partecipava volentieri, anche semplicemente ridacchiando qua e là ed ascoltando attivamente le discussioni – che inevitabilmente allontanandosi le portavano via qualcosa da e di sé ma mentre rientravano le riportavano il quintuplo di quanto lasciato – con tanto di mancia.
Era strano perché il quantitativo di stimoli che le tornavano indietro era suo ma non solo: era suo, legatosi con quello di x persone, che a loro volta rispondevano ad y variabili – era suo quindi ma non solo suo - il che la incuriosiva ed entusiasmava quanto destabilizzava e spossava terribilmente nello stesso identico istante.

Le iridi di mare e di bosco scivolavano da una figura all’altra, l’attenzione iper attivata – Adeline stessa iper attivata: un attimo prima ascoltava la risposta di Camille e le sorrideva con fare rasserenante – non senza preoccuparsi tacitamente che mangiasse in effetti qualcosa - l’attimo dopo Eloise la riattirava in un filone di discorso completamente diverso – Oliver rispondeva ma poi quando? - e Camillo brandiva uno dei suoi spiedini contro il nuovo arrivato –
Accidenti ma dov’era capitata?
Se lo chiedeva un po' ridendo contenta tra sé e sé e un po' sinceramente curiosa.
Poi, quando alla sua ultima ondata proposta rivolta al mago dagli occhiali rosa ciò che le tornò indietro fu letteralmente una mano tesa in sua direzione – lo sguardo rimbalzò da quello di lui alla mano stessa per un paio di volte: crucciò i lineamenti Adeline, in una espressione di curioso divertimento – o divertita curiosità (?) – ma solo per un istante – prima di allungare la mancina e assecondare Camillo-il-cavaliere-dallo-spiedino-lucente (?!)
..Si beh, forse l’ultimo shottino dopo i vari bicchieri di vino.. si faceva sentire mh.

Si fece annullare nello spazio tempo dalla smaterializzazione con ancora la mente talmente invasa da quel.. tutto, il caos, l’iperattivazione a mille - che, una volta riconquistato un proprio tempo e luogo in quell’universo, l’improvviso vuoto di voci proprio lì accanto, dell’aria vibrante di calore umano e del caos sì, ma quello esterno, fece battere ripetutamente le lunghe ciglia dorate di Londra – per qualche attimo disorientata, in silenziosa apnea.
In realtà, una volta collocatasi mentalmente in un “dove”, i polmoni tornarono in fretta a riempirsi di quella tiepida aria boschiva, e la Medimag sensibilmente più a suo agio fece volare ancor più rapidamente le proprie iridi sui lineamenti del mago che lì l’aveva condotta.
-Come stai?-
Come una risposta automatica la meccanicissima mente di Adeline corse lungo probabilmente ogni sua singola fibra nervosa e muscolare, cellula e atomo per considerare la realtà dei fatti: la sensazione era quella di una stanchezza immensa – ma anche eccitazione – i muscoli le parevano talmente stanchi da essere scossi da piccoli brividi interni – o forse talmente eccitati da sembrarle pesanti e a tratti rigidi.
Voleva tornare là in mezzo e osservare, ascoltare, magari persino ballare - e al tempo stesso voleva scappare in mezzo al bosco che sapeva essere poco distante, trovare una piccola radura silenziosa e lì accucciarsi nascosta tra fronde e cespugli, il profumo dell’erba, il silenzio, il terreno morbido sotto di lei come unici compagni.
Nel complesso perciò, forse quell’inaspettata via di fuga – quasi letterale – offertale da Camillo era il compromesso ideale.
Anche il suo sorriso, lo era: le risuonava come una di quelle “ondate di ritorno” di prima – ma più placida, rasserenante.
-Non credo di saperti rispondere.- si ritrovò così a rispondere, contenta ma stanca – avrebbe dondolato ancora sui talloni se improvvisamente le gambe non le fossero parse tanto pesanti – o forse erano troppo leggere e frizzantine per un movimento tanto abituale?
Scrollò la testolina dorata, cercando di mettere ordine tra gli infiniti pensieri e sensazioni – anche se così ottenne più che altro solo maggior confusione, come se avesse agitato una scatola piena di biglie.
-Non sono abituata a .. questo.- inclinò il capo con fare pensieroso, meditabonda -Anche se credo mi sia piaciuto.-
Concluse quindi semplicemente.
-Vi conoscete tutti.-
Aggiunse quindi l’istante successivo, esplicitando un’ovvietà che però per lei non era affatto tale, lo sguardo fisso, curioso, sul mago:-A te piace?-
Niente “pozioni” questa volta, a limitare il raggio d’azione della domanda – anche se una direzione piuttosto precisa questa già ce l’aveva.
In fondo, Camillo le doveva ancora una risposta.
 
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view post Posted on 1/6/2023, 00:42
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Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts

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Con il sorriso ancora sulle labbra, sostenne il suo sguardo con una certa arroganza. Da sobrio non avrebbe mai avuto il coraggio di esprimersi così apertamente. Non faceva mistero di ciò che provava per lei, era sempre sincero, ma non troppo diretto e, soprattutto, non si spingeva mai ad alludere o chiederle cose che riguardassero lei. Che fosse il suo passato, i suoi sentimenti, i suoi pensieri… Megan si era costruita un muro spesso e alto su cui era stato estremamente difficile arrampicarsi. Nel momento in cui la ragazza aveva accettato di dargli una possibilità e avevano iniziato a frequentarsi, Draven aveva capito che al minimo passo falso sarebbe precipitato nel vuoto. Nonostante fossero cambiate tante cose in quei mesi, si trovavano ancora su un terreno fragile, che non aveva alcuna intenzione di distruggere. Per cui, una simile provocazione sul suo non essere ancora innamorata di lui, con quel velo di superbia che lasciava intendere che avrebbe potuto esserlo, se non davvero saggiando le sue doti culinarie, comunque presto… Andava fuori da qualsiasi principio a cui si era aggrappato con tutto se stesso pur di far funzionare le cose con lei.
Ma privato di qualsiasi barlume di lucidità, continuò a sorriderle, improvvisamente reso ignaro dalla vodka. Anzi, nel notarla accaldata, le labbra si distesero in un’espressione più maliziosa. Che quel colore improvviso sulle sue guance dipendesse dalle griglie o da ciò che lui le aveva appena detto lo ritenne irrilevante… Era stupenda. E voleva sbrigarsi a portarla via da lì.
Completamente imbambolato su di lei, nemmeno si accorse dello chef che gli aveva portato gli ingredienti. Si volse per tornare a concentrarsi su quella missione culinaria, ma non riconobbe le uova che aveva chiesto. Si avvicinò alla donna per chiedere spiegazioni e questa gli spiegò, con lo stesso tono di voce basso, assecondando la segretezza imposta dall’atteggiamento di Draven, che si trattava di uova di Ashwinder. Gli spiegò che avevano il tuorlo più saporito, ma null’altro di diverso. Draven la ringraziò e andò a riposizionarsi dietro la griglia. Si affrettò a sbattere e condire le uova prima di riversarle in una padella calda, rettangolare. Fece arrostire l’erba cipollina sulla fiamma viva e, mentre anche la frittata si cuoceva, preparò la glassa di prugne dirigibili. Si trattava di un piatto veloce, ma gustoso. Almeno per gli ingredienti usati contava che lo sarebbe stato.
Spostò la frittata su un piatto, iniziò a tagliare l’erba cipollina in piccole parti, ma prima di procedere oltre si trovò distratto dalla dinamica tra Megan e il suo chef. Le andava bene che in quel posto sembrava fossero tutti un po’ troppo suscettibili. Era stata brava. Una stoccata rapida e decisa. Quando incontrò il suo sguardo, le rivolse un sorriso compiaciuto.
Tornò all’impiattamento della sua pietanza: tagliò la frittata a quadratini tutti uguali e la condì con qualche pezzo di erba cipollina arrosto; poi affondò un coltello nella glassa di prugne dirigibili e lo scosse sopra il piatto a formare delle onde, di modo che la glassa si cospargesse in modo omogeneo, ma anche artistico, su ognuno dei quadratini di frittata.
Quando Megan gli si affiancò, Draven porse il piatto pronto allo chef che lo aveva assistito con gli ingredienti.

Frittata di uova di Ashwinder con erba cipollina e glassa di prugne dirigibili. Assaggia, se ti va. A tuo rischio e pericolo. – le rispose, alludendo alle precedenti parole che le aveva rivolto. Ancora ignaro del peso di quell’allusione, si limitò a indicare con un cenno del capo lo chef di fianco a loro che stava per portare via la sua creazione. Forse l’arroganza aveva avuto la meglio su di lui, come spesso accadeva, e non si trattava proprio di un piatto per cui morire, o tantomeno innamorarsi, soprattutto considerando che avevano commesso l’errore di eseguire quella sfida a stomaco pieno, ma era sicuro comunque di aver creato qualcosa di molto gustoso.
Si protese verso di lei per poter assaggiare il composto per il suo dolce e le rubò un bacio subito dopo.

Tu che ne pensi? Mi sembra buono. Dolce ma non stucchevole. – commentò, umettandosi poi le labbra con la punta della lingua, distendendole in un altro sorrisino altezzoso. Se a quel punto fosse tornata subito alla sua postazione alla griglia per concludere quella sfida, l’avrebbe seguita. In ogni caso, ora che lui aveva concluso, non si sarebbe spostato da lei di più di qualche passo.

Non vedo l’ora di ballare con te. – disse poi, senza alcuna vena ironica nel tono della voce. Intendeva sul serio, ma non perché improvvisamente ci tenesse a mostrarle le sue scarsissime doti da ballerino; nemmeno da ubriaco riusciva a sentirsi tranquillo a riguardo. Piuttosto, per via di ciò che gli aveva detto andando via dai tavolini: “Hai un ballo finale da concedermi, poi possiamo fare tutto ciò che vuoi”. E ciò che voleva era andare via da lì per stare da solo con lei.

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Interazioni: Megan
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1--Condividi con qualcuno un trucco magico che usi per semplificare la vita quotidiana

2--Fai infuriare lo chef dandogli un consiglio stupido

3--Crea e Griglia il tuo piatto ideale, non limitarti agli ingredienti dei non-maghi

4--Chiacchiera con qualcuno con cui non hai confidenza

5--Chiedi a qualcuno qual è/qual era la sua materia preferita a Hogwarts e perché

6--Assaggia 3 Pietanze diverse (e descrivi brevemente l'esperienza)

7--Condividi con gli altri un viaggio o un'avventura che vorresti intraprendere nel mondo magico

8--Balla una canzone sparata dal DJ (cercatevi una playlist da qualche parte, tanto la musica è tutta uguale)

9--Chiedi a un compagno di grigliata quale sarebbe il suo mestiere ideale nel mondo magico se non avesse vincoli di alcun tipo

10--Decreta la tua preferenza tra due bevande diverse
 
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view post Posted on 2/6/2023, 17:07
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Ocean eyes.

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Dove? Hosgmeade, dalle griglie allo Swing!
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Interazioni:Draven

Allungò il braccio in direzione del Serpeverde dopo aver immerso il cucchiaio all’interno del composto. Un piccolo assaggio, coraggioso poteva definirlo, che diede una bella soddisfazione alla Corvonero. Megan si ritrovò a sorridere in virtù della buona impressione di quello che era un piatto ancora a metà e accolse quel bacio pregustando dalle labbra quel che rimaneva del sapore della miscela fatta di uova, zucchero e farina.
«Penso che sia buona.»
Si morse il labbro poi portò lo sguardo sulla ragazza che aveva accompagnato Draven durante la sua creazione: aveva il piatto in mano, Megan aveva potuto vederlo per qualche istante, e stava per portarlo via.
«Mi scusi, vorrei mangiarlo io se non le dispiace» alzò l’avambraccio destro dopo aver riposto il cucchiaio di legno nella ciotola e fece cenno alla ragazza di avvicinarsi. La giovane chef annuì e posò il piatto sul ripiano porgendole una forchetta e regalandole un fugace accenno di sorriso conscia di ciò che stava accadendo tra i due.
«Non vorrei correre alcun rischio ma… Sai, amo il pericolo dovresti saperlo ormai» si rivolse a Draven mentre con la forchetta tagliò e infilzò un pezzo di frittata. Soffiò appena prima di gustarne il sapore e ne rimase davvero colpita per il carattere insolito e decisamente appetibile.
«Il sapore delle prugne copre, il giusto, il sapore affumicato tipico delle uova di Ashwinder, potesti avermi conquistata» finì per dire una volta assaporata per bene la porzione che si era ritagliata. Lo guardò, si sentì avvampare. Fece un passo indietro per sopperire alla sensazione di calore che minacciava dolcemente di accentuare ancora il rossore delle sue gote, tornando con la ciotola nella sua postazione. Il latte nella pentola, messo poco prima sulla griglia, iniziò a sobbollire; aggiunse il composto che aveva in mano e Draven la seguì stabilendo una distanza esigua che non l’aiutò affatto.
«Non vedo l’ora di ballare con te».
La Corvonero sorrise, nello stesso istante un intenso brivido percorse il corpo lasciandola scostare appena. Respirò mantenendo il controllo, una goccia di sudore le accarezzò lentamente il collo rifugiandosi nel tessuto della maglietta.
«La cosa buffa è che non saprei come ballare questa musica orribile e l’alcol non aiuterà affatto, lo sai? Ma ce la caveremo e credo sarà molto divertente!» Sogghignò.
Ripose poi l’attenzione sui movimenti della mano nel mescolare energicamente il liquido sempre più denso. Con la sinistra libera mise la metà dei frutti sulla piastra lasciandoli grigliare due minuti per lato, il tempo necessario per la cottura della crema e per frullare la metà dello zucchero rimanente.
«Quando ero piccola mia madre la preparava sempre. Certo era la vera crema pasticciera ma credo di poterle rendere giustizia con questi ingredienti.»
Per un piccolo istante l’immagine di un ricordo ormai lontano si plasmò attorno a sé ma non portò lei tristezza, bensì un’espressione appena accennata le addolcì il viso.
Ricordati di non lasciare grumi, Meg. Ripeté con un filo di voce.
Quando fu pronta prese il piatto e versò la crema, aggiungendo i fichi e con un setaccio lo zucchero a velo.
«Ecco qui!» disse con tono soddisfatto. Prese due cucchiai e uno lo porse a Draven.
«Sembra bellissimo e anche buono, su assaggia sono curiosa di sapere cosa ne pensi!» lo guardò in attesa che fosse lui a immergere per primo il cucchiaio nella crema, lei lo avrebbe seguito.
La dolcezza non era troppo accentuata, merito dei Grinzanfichi decisamente meno zuccherini dei fichi babbani. La crema risultava priva di grumi e in bocca si scioglieva lasciando una piacevole sensazione che invogliava a una cucchiaiata dopo l’altra.
«Mi piace molto! »
Disse prendendone ancora un po’. Poi, posò il cucchiaio e pulì i bordi delle labbra con la punta dell’indice e del pollice.
«Ora vieni con me!» afferrò la mano di Draven e lo trascinò via da lì.

Le iridi cobalto sondavano lo spazio con più attenzione. La musica che abbracciava l’intero perimetro diffondeva il suo suono allegro lasciando muovere teste, mani e gambe ovunque si guardasse. In un angolo ampio, lontano dalle griglie e dai tavoli, però, gruppi di improvvisati ballerini si cimentavano nella danza più caotica che Megan avesse mai visto. La curiosità la spinse a raggiungere quel lato, guidando Draven con un piccolo cenno del capo senza mollare la presa dalla sua mano.
Una volta raggiunto il punto, cercò di farsi spazio immergendosi in quella divertente atmosfera.
Presa posizione, imitò i movimenti dei più “esperti” e si lasciò andare a incroci di gambe e braccia spostandosi a destra e a sinistra, avanti e indietro con piccoli passi ritmati. Anche le dita seguivano in successione battendo il tempo.
Megan era abituata alla musica, alle sue frequenze e a muoversi con facilità. La danza era stata parte della sua istruzione e sebbene non avesse avuto mai a che fare con l'electro swing imparare alcune movenze fu per lei semplice. La testa oscillava come un pendolo. Gli occhi a volte chiusi e a volte aperti ma sempre rivolti in direzione del Serpino. Un sorriso ampio e divertito illuminava il volto acceso.
Tutto era diventato leggero e le preoccupazioni avevano abbandonato la sua mente.
Fece un giro attorno a Draven, schioccò le dita intanto che alzava e abbassava gli avambracci, molleggiando leggermente sulle ginocchia. Successivamente, lo affiancò il tempo necessario lasciandolo seguire i suoi stessi movimenti, per poi afferrargli la mano sinistra e fare una giravolta ritrovandosi davanti a lui ma di spalle. Ondeggiò con i fianchi guidando le sue mani a cingerle la vita; pochi secondi per poi tornare a guardarlo. Rallentò il ritmo, poggiò la fronte sulla sua. Le dita strinsero appena le spalle.
Non ti lascio, le aveva detto poco prima. Il suono delle parole nella mente riuscì a superare quello delle note che si imponevano su di loro. Megan non smise di mantenere un movimento cadenzato ma la paura tornò a sussurrare alle sue orecchie.
Tutti se ne vanno.
Rischi di innamorarti di me. Ancora.
Fuggì subito a quella sensazione aiutata dal vino ormai in circolo nelle sue vene. Quante cose erano più semplici grazie all’alcol.
«È facile non trovi?»
Il respiro in affanno, la voce rotta dallo sforzo fisico ma abbastanza alta per coprire parzialmente la musica che inondava quella porzione di spazio.
Gli sorrise.




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SFIDE
1. Condividi con qualcuno un trucco magico che usi per semplificare la vita quotidiana
2. Fai infuriare lo chef dandogli un consiglio stupido
3. Crea e Griglia il tuo piatto ideale, non limitarti agli ingredienti dei non-maghi
4. Chiacchiera con qualcuno con cui non hai confidenza
5. Chiedi a qualcuno qual è/qual era la sua materia preferita a Hogwarts e perché
6. Assaggia 3 Pietanze diverse (e descrivi brevemente l'esperienza) [3/ 3]
7. Condividi con gli altri un viaggio o un'avventura che vorresti intraprendere nel mondo magico
8. Balla una canzone sparata dal DJ (cercatevi una playlist da qualche parte, tanto la musica è tutta uguale)
9. Chiedi a un compagno di grigliata quale sarebbe il suo mestiere ideale nel mondo magico se non avesse vincoli di alcun tipo
10. Decreta la tua preferenza tra due bevande diverse

SFIDE COMPLETATE

 
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view post Posted on 3/6/2023, 14:53
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Triste, come chi ha perso il nome delle cose.

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CodiceAnnullarsi nel vuoto e manifestarsi altrove era una delle cose che l'olandese amava di piú della magia. Era vero, a volte abusava di quel privilegio per alimentare la sua pigrizia, altre volte per lanciarsi in imprese stupide; non mancavano le occasioni – come quella della grigliata – in cui ne faceva un utilizzo sensato.
Per quanto amasse singolarmente ogni singolo partecipante del gruppo, per motivi diversi, in effetti la situazione stava diventando un po' troppo caotica per i suoi gusti. E non caotica nel senso buono. Era stato l'arrivo di Horus a scompigliargli i pensieri, ma sapeva anche che gli sarebbe passata in un battito di ciglia.
«A me piace, ma se ti dovessi descrivere il mio indice di gradimento, non lo farei con l'immagine di una linea retta, ecco».
Spiegò così ad Adeline, che non essendosi inserita all'interno di quel gruppone in precedenza, immaginava stesse ancora metabolizzando la miriade di informazioni, discorsi, facce nuove e via discorrendo. In effetti quell'evento era stato organizzato come qualcosa che ti spingeva a sperimentare, lanciarti in imprese sociali, scaraventarti oltre i limiti della tua consapevolezza. Almeno se eri interessato a portare a termine tutte le prove. In ogni caso, o se ne abbracciava immediatamente lo spirito, o il rischio era quello di rimanere soffocati.
«Mettiamola in questi termini, quando ho bisogno di prendermi cinque minuti lo faccio senza tanti complimenti. Con la magia è piú facile, vale anche quando ne sei sprovvisto».
La buttò in battuta. «Tipo, fino a pochi istanti fa stavo considerando l'idea di un bel viaggetto ad Azkaban, ne sento sempre parlare ma ancora non ho avuto l'onore di sperimentare l'ebbrezza del mio arresto».
In effetti, si era sempre domandato come fossero le prigioni del mondo magico. Immaginava come quelle dei non maghi, solo un po' piú frizzanti. Sorrise ancora una volta, studiando il viso di Adeline attraverso il vetro rosa delle lenti a cuore. L'impostazione lasciava intendere che non fosse del tutto serio, ma la realtà dei fatti era che in lui si era accesa una piccola fiammella dal calore criminale. E poi, se non l'avessero ingabbiato, non sarebbe mai riuscito ad entrare nel team dei cuochi del buon vecchio Vandermolen; non che gliene fregasse qualcosa, ma una porta aperta era meglio di mille chiuse, a suo modesto avviso. Quante porte poteva chiudere una fedina penale sporca, realisticamente parlando? Non ci pensò.
«Avviamoci, ti mostro Bram in tutto il suo… splendore?» Concluse cosí, deciso a recuperare gli assaggi promessi al gruppone di scappati di casa e muovendo i primi passi verso l'area in cui lo chef operava, non molto distante da dove si trovavano.
«Tu hai qualche trucchetto in tasca e programmi per grandi avventure?» Domandò tra un passo e l'altro, immaginando avesse ancora quelle due prove da terminare. L'interesse era tuttavia genuino: adorava sentir gli altri parlare dei propri assi nella manica, di sogni e ambizioni, ancor di piú quando li vedeva realizzarsi. Una prospettiva sul loro passato, presente e futuro, che in qualche modo gli dava l'occasione di conoscerli meglio. C'era ancora qualche passo sul prato verde da marciare, prima di raggiungere la postazione dello chef. Il tempo non mancava, anche per pensarci un po'.
Se fossero giunti sani e salvi in prossimità del misterioso, quanto surriscaldato, chef Vandermolen, gli occhi di Camillo avrebbero incontrato i suoi. L'espressione malefica, di chi stava per combinare qualcosa di drammatico, mise sull'attenti lo spilungone, già impegnato a chiacchierare, mostrare e dimostrare, con un assortito gruppo di ospiti e spettatori dall'aria ammaliata e dall'aria disillusa. C'era chi lo vedeva come un genio dell'alta cucina, nel mondo magico. Altri invece lo consideravano un ciarlatano che indossava le spille di una fama immeritata. Poi chi non lo conosceva e poteva farsi un'idea sul momento.
Personalmente lo riteneva un tizio in gamba, sapeva il fatto suo, sapeva certo come vendere la sua immagine, tra uno scandalo culinario e l'altro, facendo sempre parlare di sé. In piú ogni pietanza proposta nel menu era curata nei minimi dettagli ed il sapore reggeva il peso delle aspettative, sempre. E la Dolce Pozionista, invece… si era domandato se già non ne avesse sentito parlare, o avuto modo di incontrarlo personalmente. La invitò ad interagirci.
«Se vuoi farlo andare in bestia, questo è il momento giusto, sta già sudando freddo perché mi ha intravisto nella folla. Penso non dovrai nemmeno sforzarti». Si sarebbe fermato un istante a guardare Adeline, prima che la folla li inghiottisse.
Ricomparsi davanti alle postazioni dei cuochi, avrebbe lasciato che la ragazza dai capelli d'oro compisse la sua magia, mentre con lo sguardo andava in cerca di Isabella. Proprio quando aveva iniziato a chiedersi se fosse sparita, la vide con altri due membri dello staff ed invocò il suo aiuto.
«Isabella, cara mia, posso chiederti la cortesia di un vassoio con una ventina di assaggi assortiti?».
Ed isabella giustamente gli rispose, non con premura, ma quasi con aria di scherno, tagliente. Un po' come lo era stata il giorno del suo arresto.
«Vuoi farti ricoverare?»
Camillo a quel punto rise, perché l'idea di intossicarsi e finire nuovamente al San Mungo gli aveva portato alla mente ricordi d'infanzia. Ricordi felici, osservati attraverso la prospettiva del tempo trascorso; infausti, se provava ad immedesimarsi nel sé di allora.
«Sono per un gruppetto, quello lì in fondo. Per ora hanno semplicemente trafficato alla griglia ma ancora non hanno provato nulla dal menu». Indicò la combriccola.
Lo sguardo d'intesa della ragazza scattò ai suoi due compagni fidati, una donna castana sulla trentina ed un uomo che un po' gli ricordava Bram, se non fosse stato per l'altezza – non era poi cosí slanciato – e la faccia piú stondata. Stavano già lavorando a qualcosa, quindi fu tempestiva.
Qualche colpo di bacchetta, il vassoio s'allargò in un incanto, svolazzando qua e là verso la sua postazione mentre lei e i membri del suo team si davano da fare per posarvi dei piattini. Il risultato fu una composizione anche carina, per il suo gusto estetico: un arcobaleno di assaggi assortiti in cui si poteva trovare davvero un po' di tutto. Snasi, fwooper, pane al mirtillo, cubetti di hamburger, formaggi, costolette e verdure. Aveva ecceduto con la quantità, ed il vassoio era finito per sembrare un tavolino carico di pietanze in un formato che si addiceva ai bocconi richiesti. Poi una posata per ogni piatto, adatta alla consumazione. Addirittura una sfilza di bicchierini, da accostare ai manicaretti; si erano messi d'impegno, piú di quanto fosse stato loro richiesto..
«Grazie ragazzi!» Camillo aveva fatto per allungare il legno di salice e spedirlo in là, come una missiva mandata da lontano, ma Isabella l'aveva fermato.
«Vuoi che ci pensi io?» Gli aveva domandato, con l'immancabile espressione divertita di chi amava quel che stava facendo, specialmente se poteva trasformarlo in una sorpresa per chi ancora non aveva provato la cucina che aveva reso famoso il ristorante per cui lavorava.
«Ti ringrazio, sarebbe favoloso». Ci pensò lei, facendo arrivare il vassoio al gruppo di ballerini provetti, come un bicchiere fatto scivolare sul bancone del bar. Solo che il bancone era l'aria ed il bicchiere… il bicchiere era tutto quel ben di Dio.
«Voi volete qualcosa in particolare?» Aveva poi chiesto ad Adeline e Camillo. Il Tassorosso s'era lasciato tentare.
«Si, volentieri… io prenderei un involtino e del pane al mirtillo. E tu, Adeline?»
Avrebbe rilanciato la richiesta di Isabella, se l'avesse ritrovata al suo fianco, distratto com'era dalla faccenda "assaggi". Avrebbe atteso la risposta e, mentre il team di cuochi si fosse sbrigato a gestire l'ordinazione, considerara la loro velocità, avrebbe posto la domanda che si teneva in canna da quando aveva smesso di cucinare.
«Che ne pensavate tu ed il Vandy dell'avvincino?»
Gli altri due cuochi avevano riso. Il Vandy. Già era su di giri, non avrebbe retto a quel nomignolo.
«L'ha odiato a morte, hai una taglia sulla testa. Ma mi ha fatto i complimenti per la salsa! Comunque a me non è dispiaciuto, avrei evitato di farlo flambé, ecco…».
«In che senso una taglia?»
«Che appena spariranno tutti questi testimoni, aspettati che qualcuno ti venga a cercare». Un botta e risposta rapido, con estrema serietà.
«Spero proprio mi trovi». Aveva aggiunto Camillo, un po' criptico. Non si capiva se voleva morire, giocare a fare il camaleonte o semplicemente menare le mani.






Interazioni: Adeline.
Al gruppone arriva in volo un vassoio pieno di assaggini, accompagnati da una posata e un bicchierino ciascuno.

Attività svolte:
1--Condividi con qualcuno un trucco magico che usi per semplificare la vita quotidiana
2--Fai infuriare lo chef dandogli un consiglio stupido
3--Crea e Griglia il tuo piatto ideale, non limitarti agli ingredienti dei non-maghi
4--Chiacchiera con qualcuno con cui non hai confidenza
5--Chiedi a qualcuno qual è/qual era la sua materia preferita a Hogwarts e perché
6--Assaggia 3 Pietanze diverse (e descrivi brevemente l'esperienza)
7--Condividi con gli altri un viaggio o un'avventura che vorresti intraprendere nel mondo magico
8--Balla una canzone sparata dal DJ (cercatevi una playlist da qualche parte, tanto la musica è tutta uguale)
9--Chiedi a un compagno di grigliata quale sarebbe il suo mestiere ideale nel mondo magico se non avesse vincoli di alcun tipo
10--Decreta la tua preferenza tra due bevande diverse
 
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wild goose chase
You can't make an omelet without breaking some eggs
La canzone di Young Swing – scoprirò poi il nome del DJ, appuntandolo in un cassetto della memoria per ricamarci, forse, un articolo musicale – è pazzesca, non avrei modo di descriverla diversamente. Ha un ché di psichedelico, poco ma sicuro, che mi ricorda un po' le litanie di Blodwyn Bludd; è un'associazione singolare, c'è un richiamo alla stessa verve, all'energia mistica che il Vampiro Baritono non manca mai di considerare nei suoi dischi. Non credo di aver mai sentito altro di simile, fino ad oggi. Neanche I Figli del Sole, con tutta probabilità, potrebbero reggerne il confronto (sebbene la mia preferenza sia nettamente per la band che ho conosciuto all'ultimo ballo estivo). Ho gli occhi rivolti verso la postazione musicale, in effetti, finché le parole di Camille mi riportano al momento e mi invitano a sorridere con trasporto. Resto al gioco, anch'io, un po' trasportato dal ritmo calzante, un po' dalla sensazione d'essere già brillo. Inseguimento per furto di farina, il titolo di un articolo fuori dall'ordinario, è una frase che mi fa ridere, forse anche più del dovuto. Mi piace, mi piace tutto – il gusto dello shottino tuttora sulla lingua, l'aroma di carne e di spezie intorno, il crescendo di voci e suoni alla rinfusa. Se potessi fermare il tempo, lo farei. Alla stregua di un colpo di fucile, di un sortilegio – lo stesso che faccio finta di aver ricevuto, colpito e affondato, proprio da Camille. La musica, ora, è follia pura: ha un senso caotico che non la rende nitida, non per me. Mi lascio ispirare dalle Tassine che sono con me, rispondendo con divertimento al movimento di bacino dell'una e al gesto del cappuccio calato dell'altra. Con la felpa arcobaleno a coprire la fronte, il mondo si tinge di colori; mi sembra di essere tutt'altra persona, e mi chiedo cosa stia a significare per me: è l'alcool, è la schiera di funghi, è la musica, cos'è che mi trasforma? O, più che altro, cos'è che mi semplifica la vita? Sorrido, un po' inebetito, un po' distratto. Eloise mi chiede, forse indirettamente, a quale continente far conoscere la nostra arte. E per un attimo ho l'impressione di aver perduto interamente il discorso. Poi collego, e annuisco con più vigore del previsto.
«Ma io volevo essere solo un contrabbandiere.» Sì, non ha molto senso. Eppure, macino pensieri come in solitaria, uno dietro l'altro in una processione indistinta. Catturo parti della conversazione intorno, trovo sia anche molto interessante; la danza, tuttavia, accentua la confusione che ho in testa, e gli occhi sono già più pesanti. La bocca, ridente, si tinge di un'espressione stupidotta, mentre sollevo un dito a mo' di giudice verso Eloise.
«A proposito di Sudamerica, dovresti ascoltare le musiche dei Figli del Sole e di Animal Crew, io e la mia amichetta Boss qui ne abbiamo scritto sulla Gazzetta. Sono band che potrebbero piacerti, El. Hanno una musica unica al mondo.» Non ho fatto a meno di scoccare un'occhiata verso Camille, il riferimento è al suo articolo sul gruppo artistico e circense che ho appena nominato. Sono certo, però, di aver mancato un dettaglio... gli occhi da pesce lesso inseguono Camille, poi Eloise, infine si spalancano un po' più di prima.
«Passa da Zufolo qualche volta, lo store musicale.» Sollevo appena il cappuccio, fermando il passo. Ho di nuovo sete, ma soprattutto... fame. Non ho toccato cibo da quando sono arrivato, e tra funghi, shottini e vino, ne risento.
«Se dovessi viaggiare per il Brasile, inviami una cartolina. Sogno di visitarlo anch'io, ma forse in prima lista metterei la Grecia. Sapete, città come Delfi, Atene, Creta, Naxos, Zante. Ah, vorrei fare un viaggio on the road.» Non aggiungo poi molto, ma non è propriamente un sogno nel cassetto: è un traguardo, in effetti, cui di tanto in tanto torno con tutto me stesso. Ho pagine piene, di taccuini e di libri, circa la vacanza che desidero compiere. Chissà, un giorno. Accanto a me, come in visione, si sospende un vassoio delle meraviglie: trabocca di spuntini, carne e bevande, e non posso resistervi più. Ho lo stomaco che brontola e la testa che implora di mangiare. Ho la lungimiranza di evitare gli spiedini (tutto, tranne gli spedini), perché ho sentito Adeline – poco prima – legarli ai fwooper. Hanno un aspetto anche invitante, ma procedo verso un hamburger. Lo mando giù in un boccone, masticando appena. Ha un sapore più dolce, che mi rimanda alle mele e alle cipolle caramellate, la carne mi risulta più spessa ma è deliziosa: l'hamburger di erumpent è andato. Segue una costoletta, la prendo direttamente dal vassoio con l'ausilio di un fazzolettino di carta: un pezzettino, un altro, l'aspetto croccante della carne sotto i denti e della salsa marinata che scivola deliziosamente in gola. Sono costolette di porlock, ma faccio prima a non chiedere. Non voglio trattenere il banchetto tutto per me, non sono neanche certo da dove stia arrivando. Il pensiero che possa essere avvelenato, magari dal ragazzino cui ho sottratto gli shot poco prima, mi zampilla in mente prima di dissiparsi altrettanto velocemente. In effetti, le salsicce di pogrebrin – con peperoni e cipolle grigliate, oltre la salsetta così piccante – mi affascinano subito. Ne prendo solo una in una fetta di pane alla brace, gustando finalmente con più calma. Ho mangiato veloce, quasi per necessità più che per piacere; il sapore delle salsicce è unico.
«Le salsicce vincono su tutto il resto, le avete provate? Ma, soprattutto, il pogrebin non è il maialino che porta sfortuna? C'è stato un avvenimento ad una fattoria inglese, avete letto?» Per tutta risposta mangio un altro morso.

Interazione Camille, Eloise (grazie per il vassoio, Camilloo)


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Rilassato dall’aver portato a termine anche quell’ennesima sfida, si affiancò a Megan. Mani in tasca e schiena dritta. Restare fermo sul posto gli richiese un’immenso sforzo; non aveva mai fatto caso a quanto percepisse il moto di rotazione terrestre con un po’ di alcool in corpo. Che poi, era alto più di un metro e ottanta per qualcosa come ottanta chili… Come poteva essere così iper sensibile? Bastava una canna o un bicchiere e subito perdeva lucidità. Per fortuna non aveva avuto modo di fumare quel giorno: la combo sarebbe stata devastante. In quel modo, invece, poteva quasi definirsi su di giri senza avere, però, l’indesiderata paranoia che era solita arrivare quando fumava. Anche se preferiva la fattanza all’ebrezza, perché gli dava l’impressione di avere meglio il controllo su di sé, cosa che non poteva dire di avere dal momento in cui si era alzato dal tavolino dopo aver finito quel benedetto drink.
Seguì con lo sguardo i movimenti di Megan e arricciò le labbra in un sorrisino compiaciuto.

Se la carriera ministeriale non va, potresti avere successo come critico culinario. – commentò, divertito, ma al contempo fiero dell’atteggiamento professionale della ragazza. Sembrava aver preso sul serio quella sfida, come del resto anche tutte le altre. Si era caricato del suo entusiasmo e aveva accolto ogni sfida con altrettanta energia, assecondandola praticamente in tutto. Riuscire in quella serata non lo rendeva soddisfatto solo per aver reso contenta lei, era bello anche per sé, era stato divertente. Ma non aveva minimamente prestato attenzione a quella roba che veniva definita musica e che aleggiava nell’aria come una nube minacciosa. Iniziava a sentirsi stanco di essere circondato da persone e in un luogo che non avesse nulla che lo mettesse propriamente a suo agio. Forse perché consapevole che avevano quasi finito quelle sfide e, dovendo rientrare nel castello prima del coprifuoco, bastò la sola idea che mancasse così poco per andare via a fargli abbassare all’improvviso la sua tolleranza.
Si affiancò a Megan, osservando la preparazione della sua crema. Sperò che, una volta concluso lì, le sarebbero bastati pochi minuti in pista prima di poterle chiedere di andarsene.
Certo era che avrebbe dovuto impegnarsi per inventarsi altre uscite come quella, perché era evidente che avessero una buona influenza su di lei. Gli aveva raccontato molto di sé, di quel Paul e adesso su come sua madre fosse solita preparare per lei una crema simile a quella che aveva appena cucinato. La quantità di stimoli che aveva ricevuto da un ambiente del genere, così festoso, non era paragonabile alle quattro mura che di solito le offriva il castello di Hogwarts durante le loro uscite quotidiane. Forse era solo merito della novità o forse doveva sperimentare ancora un po’ su cosa le piacesse e cosa no.
Prese il cucchiaio che gli porse e assaggiò la sua creazione. Era dolce, ma non come qualsiasi altra crema avesse avuto modo di assaggiare. Era gradevole, addirittura gustosa nonostante a lui non piacessero i dolci. Ne prese una seconda cucchiaiata, accentuando il sorriso.

Sì, è buona. Sei stata molto brava. – commentò di rimando, prima di ritrovarsi a stringerle la mano e ad allontanarsi da lì.

La tenga da parte, per favore. Passo a prenderla prima di andare via. – ebbe giusto il tempo di dire allo chef che aveva seguito Megan nella preparazione della crema, per poi lasciarsi trascinare da lei verso la pista da ballo.
Già non aveva idea di come si ballasse, in generale; muoversi a ritmo non era il suo forte. Era scoordinato a morte. In più, quella specie di musica non aiutava. E nemmeno la presenza di persone era di alcun aiuto. Forse gli effetti del drink stavano già svanendo, lasciandogli solo un gran giramento di testa che accentuò il vorticare frenetico degli pseudo-ballerini verso cui la Corvonero si diresse. La lasciò andare in mezzo a loro con una smorfia in viso che non riuscì a trattenere e si limitò a osservarla da una salutare distanza di sicurezza. Avrebbe ballato: non sapeva ancora come, ma lo avrebbe fatto. Si era preparato psicologicamente a farlo dal momento in cui erano arrivati a quell’evento, ma così era troppo. Quando la ragazza prese a ballare, si focalizzò sui suoi movimenti, cercando di ignorare i brividi di pura repulsione ogni volta che una di quelle persone che le ballava intorno le sfiorava anche solo accidentalmente un braccio o un piede. Come lei o chiunque altro riuscissero a tollerare qualcosa di simile era per lui incomprensibile.
Forse aveva sopravvalutato le proprie capacità di adattamento. Non sarebbe stato sufficiente tutto l’alcool del mondo per convincerlo a fare una cosa del genere. Nonostante lei sembrasse così felice, divertita e libera.
Cercò di concentrarsi di più solo su di lei, praticamente imponendosi di fingere che non ci fosse nessun altro lì. Gli venne un’idea per facilitarsi il compito e un ampio sorriso tornò a illuminargli lo sguardo.
No, la sbornia non era minimamente passata. Non avrebbe mai avuto un simile pensiero da sobrio.
Continuò a seguire i movimenti di Megan, anche quando gli tornò vicino, ma non riuscì a muoversi. L’assecondò per la giravolta e accennò una risata. Era bello e divertente vederla così, nonostante il cuore stesse per esplodergli fuori dal petto dall’ansia.
Si accostò a lei. Il petto contro la sua schiena, entrambe le mani sui suoi fianchi. Per un attimo riuscì davvero a dimenticare quella musica orrenda e le persone intorno a loro. Addirittura il proprio corpo seguì l’andamento di quello di Megan. Magari bastava così poco per superare la sfida… Non era sicuro che avrebbe potuto fare di meglio, ma ci avrebbe almeno provato.
Incontrò lo sguardo della ragazza quando lo fronteggiò e addolcì il sorriso. Una delle mani scivolò sul fianco opposto, cingendole la vita con il braccio. La strinse a sé e posò di rimando la fronte sulla sua.

Chiudi gli occhi. – esordì, prima di schiudere le labbra sulle sue, in un bacio lento e desiderato.
La mano libera andò a frugarsi nelle tasche interne della giacca: sigarette, tabacco, bacchetta, un bezoar, lo specchio con cui comunicava con Megan, il cellulare spento e inutile nei confini magici… e poi la trovò: la buio pesto peruviana. Ne racchiuse una manciata nel palmo e la lanciò dietro di sé.

Così è più facile. – rispose, in netto ritardo, all’osservazione fatta da Megan qualche istante prima. Mentre il buio li avvolse, il Serpeverde prese per mano la ragazza e si tirò indietro; si distanziò da lei, prima di riattirarla a sé e portarla a fare un’altra giravolta. Non riuscì comunque ad andare a tempo con la musica, ma le grida spaventate intorno a lui furono di grande accompagnamento.
Dopo la giravolta, fermò Megan in modo che fosse di nuovo di spalle rispetto a lui. Stringendo ancora la sua mano, avvolgendole la vita con il braccio, si spinse verso di lei nell’identica posizione che lei stessa gli aveva fatto assumere qualche istante prima. Aveva ancora il cuore in gola e la consapevolezza di essere circondato da persone, in un luogo e una situazione che avevano smesso di farlo sentire a suo agio già da almeno venti minuti, ma quel buio era rassicurante tanto quanto la vicinanza di Megan. Pressò i fianchi contro i suoi e cercò di muoversi come la ragazza gli aveva mostrato di fare in precedenza. Seguendo un ritmo tutto loro, in un luogo solo loro.
Era indispensabile, a quel punto, andare a cambiare le uova vinte dalle sfide per ottenere i veri premi, ma non ne aveva più tanta fretta.

© Esse | harrypotter.formucommunity.net

Interazioni: Megan
Menzioni: /

Una discreta porzione dell'area è stata avvolta dalla buiopesto :fru:

1--Condividi con qualcuno un trucco magico che usi per semplificare la vita quotidiana

2--Fai infuriare lo chef dandogli un consiglio stupido

3--Crea e Griglia il tuo piatto ideale, non limitarti agli ingredienti dei non-maghi

4--Chiacchiera con qualcuno con cui non hai confidenza

5--Chiedi a qualcuno qual è/qual era la sua materia preferita a Hogwarts e perché

6--Assaggia 3 Pietanze diverse (e descrivi brevemente l'esperienza)

7--Condividi con gli altri un viaggio o un'avventura che vorresti intraprendere nel mondo magico

8--Balla una canzone sparata dal DJ (cercatevi una playlist da qualche parte, tanto la musica è tutta uguale)

9--Chiedi a un compagno di grigliata quale sarebbe il suo mestiere ideale nel mondo magico se non avesse vincoli di alcun tipo

10--Decreta la tua preferenza tra due bevande diverse

SFIDE CONCLUSE
 
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view post Posted on 4/6/2023, 16:24
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Sometimes I can feel my bones straining under the weight of all the lives I'm not living.

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⏵Rivolto a Memory
⏵Tavolate

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M
emory non era esattamente la persona con cui Niahndra avrebbe immaginato di partecipare a quella grigliata, dato che le due non avevano così tanta confidenza al di là del Quidditch che le univa e delle rare occasioni sociali offerte dall'appartenenza alla stessa casata.; anche in quelle occasioni doveva ammettere che la differenza di età le aveva sempre portate a frequentare compagnie separate. Eppure, a dispetto di tutti quei presupposti, Niahndra era contenta di star avendo l'opportunità di conoscere un po' meglio la concasata.
Stava scoprendo che Memory aveva un sano senso dell'umorismo, oltre ad uno sguardo vispo col quale non si faceva troppi problemi a scrutare il mondo. Era, insomma, una compagnia semplice, di quelle che non pesano e lasciano un sorriso gentile sul volto a posteriori.
Alla richiesta dell'altra di accaparrarsi due posti ad una tavolata, la più grande aveva annuito vigorosamente con un "ci penso io". Poi l'aveva salutata per mettersi a caccia. Il tavolo che individuò era sgombro per la maggior parte ed i posti che Niahndra scelse per sé e per Memory erano sufficientemente spaziosi perché potessero mangiare liberamente senza temere gomitate da parte degli altri.
Con l'indice picchiettava sul bicchiere a ritmo di musica mentre masticava lo spiedino di funghi salterelli e peperoni. Il sapore dolciastro che già le piaceva di normale aveva assunto il retrogusto speziato tipico del barbecue e quando intingeva lo spiedino nella salsa yogurt non poteva fare a meno di leccarsi i baffi. Se Memory non si fosse sbrigata l'avrebbe trovata già a pancia piena rotolante sul terreno. S'impose di darsi un freno per educazione e buttò giù un sorso di birra.
«Eccoti! Devi assolutamente assaggiare la salsa yogurt» Accolse di buon grado sia il ritorno della ragazza che la sua proposta. Girò il piatto delle costolette cosicché fosse facilmente raggiungibile. «Grazieee. Ero stra-curiosa di provare il gratin di patate». Si servì una piccola porzione e non fece complimenti.
C'era stato un lungo periodo in cui aveva sospettato di essere intollerante ai latticini, ma la realtà era che le era rimasto il pessimo ricordo di una delle ultime spedizioni a cui aveva partecipato con la Scuola di Atene, in cui si era ritrovata quasi annegata in un fiume di latte. Per fortuna, col passare dei mesi e poi degli anni, le era passato o quel gratin di patate e radici di dirigibile le sarebbe risultato indigesto a dir poco.
«Cavoli sì, è tutto buono». Non che la cucina ad Hogwarts lasciasse a desiderare, ma in fatto di creatività c'era poco da far confronti. «All'inizio avevo un po' paura a presentarmi perché mi aspettavo di trovare una mandria di manifestanti vegetariani» *e specisti*, avrebbe voluto aggiungere, ma si frenò. «Immagino che lo chef debba difendersi dalle critiche un giorno sì e l'altro pure».

La curiosità esondante di Memory la colse con le guance piene che masticava carne di Porlock. Il pepe le fece pizzicare il naso e luccicare gli occhi; si fece aria con la mano per dissipare la voglia di starnutire. «Sono tutte ottime domande —ridacchiò quando ebbe buttato giù il boccone —alle quali dovrò trovare una risposta prima del colloquio con la McLinder. E, Merlino, se potessi rimandare ancora lo farei...»
Tra il tono della voce e gli occhi sbarrati non sarebbe stato difficile intuire che ancora non avesse le idee precise proprio per niente.
«Quando ho partecipato alla Giornata del Duellante —hai presente il torneo che hanno organizzato tempo fa alla Congrega a Londra?— mi sono divertita un sacco. Purtroppo sono stata eliminata praticamente subito, ma se diventassi abbastanza in gamba da guadagnarmici da vivere...» L'espressione si fece vacua e a tratti sognante. «Beh, ti dirò, ci metterei la firma!»
Chiuse il discorso con un altro sorso di birra. Poi inclinò la testa con fare curioso.
«Tu ci hai già pensato? Hai un lavoro dei sogni?» Ricambiò la domanda della MacWood. «Sai, anche in base a quello che ti piace o non ti piace studiare». Accompagnò la frase ad un sorriso furbetto: Alistine se la cavava, certo, ma non era proprio famosa per le sue prodezze accademiche.
Mentre dava all'interlocutrice il tempo di rispondere, tornò a divorare le sue costolette. Sì, lo zenzero le stava ancora grattando la gola.


CITAZIONE
1--Condividi con qualcuno un trucco magico che usi per semplificare la vita quotidiana
2--Fai infuriare lo chef dandogli un consiglio stupido
3--Crea e Griglia il tuo piatto ideale, non limitarti agli ingredienti dei non-maghi
4--Chiacchiera con qualcuno con cui non hai confidenza | in corso
5--Chiedi a qualcuno qual è/qual era la sua materia preferita a Hogwarts e perché | in corso
6--Assaggia 3 Pietanze diverse (e descrivi brevemente l'esperienza)
7--Condividi con gli altri un viaggio o un'avventura che vorresti intraprendere nel mondo magico
8--Balla una canzone sparata dal DJ (cercatevi una playlist da qualche parte, tanto la musica è tutta uguale)
9--Chiedi a un compagno di grigliata quale sarebbe il suo mestiere ideale nel mondo magico se non avesse vincoli di alcun tipo
10--Decreta la tua preferenza tra due bevande diverse

 
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view post Posted on 4/6/2023, 18:05
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La risposta di Camillo fu tanto chiara che Adeline afferrò l’idea espressa e la rimaneggiò contenta nella mente, tanto cristallina quanto per questo divertente.
Funzionava in un modo tutto suo il cervellotico cervellino di Adeline Walker – motivo per cui il concetto stesso sembrava solleticarle la pelle ed i pensieri in ugual misura, e le successive parole la divertirono ancora di più:
-Azkaban?! Ooh, un luogo meraviglioso in questo periodo!-
Rispose infatti ridendo, sentendosi nel mentre vagamente studiata dallo sguardo rosa-nocciola (?!) del mago e ricambiando a sua volta con frizzantina curiosità, la testolina dorata leggermente inclinata e gli occhioni sgranati.
L’invito a conoscere il famoso chef ad ogni modo fu un incentivo sufficiente perché Adeline poco dopo si rimettesse in moto a pochi passi dall’olandese: si guardava intorno tacitamente incuriosita da tutto e da tutti, le braccia incrociate dietro alla schiena.
-Tu hai qualche trucchetto in tasca e programmi per grandi avventure?-
Londra sorrise tornando a focalizzare la propria attenzione – dispersa su così tanti stimoli – sul mago lì accanto: -Vediamo.. Beh, è uno degli incantesimi più banali di sempre ma il Veronesi mi è parecchio utile sia in cucina che a lavoro, nella preparazione di svariate pozioni.-
Alzò gli occhi al cielo, con fare pensieroso -O il Diligentia Caput Praeve, cura il mal di testa – questo è generalmente più fruibile a tutti direi.-
Sorrise, lasciandosi poi trasportare dall’immaginazione pensando alla domanda successiva: beh, in base al range di significato che poteva assumere il concetto di “grandi avventure” per lei già il colloquio fissato come docente era una piccola avventura – ma immaginò anche che non fosse poi quella l’idea effettiva della sfida -Se ne avessi il tempo, mi piacerebbe visitare qualche paese estero e scoprirne il passato magico e non. L’Islanda magari – o il Marocco – l’Albania – magari le Filippine!-
La mente tornò alla lista di sfide e agli ovetti d’oro nella sua piccola sacchetta – doveva ammettere a sé stessa e al mondo di aver platealmente perso di vista il gioco, troppo presa o trascinata dir si voglia dagli eventi più di natura relazionale che l’avevano coinvolta ed assorbita completamente.
Facendo un rapido calcolo mentale ad ogni modo, non dovevano poi essere tanti i punti mancanti: -Se vuoi farlo andare in bestia, questo è il momento giusto, sta già sudando freddo perché mi ha intravisto nella folla. Penso non dovrai nemmeno sforzarti.-
-Questa è sicuramente una sfida che non ho ancora svolto – non amo irritare le persone.-
E questo è dir poco dolce Adels - ma la strega si limitò a fare una faccia buffa in direzione di Camillo poco prima di avvicinarsi un po' di più allo Chef, in piedi vicino ad un campanello di persone, quel tanto da farsi udire alzando appena il tono della voce – includendo altri ospiti magari avrebbe avuto anche più “fortuna” nel farlo infuriare:
-Ad ogni modo mi dispiace notare che una delle regole più basilari della cucina non sia stata rispettata.. non lo sa signor Vandermolen che al posto di servire pietanze eccessivamente calde ed ustionanti ai suoi ospiti, è sufficiente versare dell’abbondante acqua sopra per intiepidirle?!
Ovviamente non nei piatti tzk ma mezzo secchio di acqua, possibilmente salata, su ciascun alimento ancora sulla griglia sarebbe perfetto! -

Al ché, con orecchie e guance in fiamme, Londra corse letteralmente via tornando in fretta e furia vicino all’olandese, dietro il quale per qualche secondo, si nascose persino un po' – il cuore a mille ed un vago fiatone: non era stato poi granchè il suo intervento, ma mettersi volontariamente contro le persone non era decisamente da lei – e la sola idea di far arrabbiare qualcuno, peraltro proponendo sciocchezze simili, senza una reale motivazione.. aveva agitato un po' troppo il suo piccolo cuoricino già di base in fermento per tutte quelle novità “ad immersione sociale”.
-Ehm - mi scusi, comunque!-
Non riuscì infatti dal trattenersi, una mano a sventolare rapidissima in aria e l’altra a sfiorare il braccio del mago accanto a lei, agitatissima -Oh Camillo, dovrei andare a scusarmi davvero?-
Londra così, nel dubbio tacque, cercando di riprendere la normale respirazione, acquietare il battito cardiaco e – soprattutto – stemperare guance e orecchie incandescenti.
Per fortuna Camillo stava tranquillamente occupandosi degli assaggi, aiutato da una strega dello staff, senza il minimo bisogno di aiuto da parte sua.
-Voi volete qualcosa in particolare?-
Quel “voi” insieme alla domanda del Tasso poco dopo, catturarono l’attenzione della Medimag - che così riacquistò anche un minimo di compostezza: -Oh sì, grazie – mi piacerebbe assaggiare il Gratin di patate e radici di Dirigibile e come dolce la torta di zucca e noci per favore!-
Dopodichè ascoltò curiosa il botta e risposta tra il mago accanto a lei ed un paio di cuochi: le venne da sorridere, anche se all’ultima risposta pronta dell’olandese gli scoccò un’occhiata stranita, come in dubbio sui sottointesi delle sue parole.
-Beh – quasi quasi rimango nei paraggi sai.. come testimone o come Medimag, posso risultare utile in ogni caso.-
Fece spallucce, divertita, e la mente fece un rapidissimo passaggio da “toni di sfida – sfide ludiche proposte” il che la riportò alla sua lista.
-Ehi!- avrebbe cercato di attirare l’attenzione del mago sfiorandogli appena il braccio, tutta contenta -Penso di aver quasi ultimato le sfide – e tu? Dovrei solo chiedere a qualcuno quale sarebbe il suo mestiere ideale se privo di vincoli - e posso chiederlo a te, giusto? - l'idea di avere persino un'ottima scusante per domandare apertamente e ascoltare le storie di qualcun altro "a gratis" la entusiasmava forse un tantino più del dovuto -E.. o no.-
Lo sguardo sgranato, le orecchie nuovamente in fiamme ciao ciao entusiasmo: -Io da sola non ballo - nonono!-


Interazioni: Camillo

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1--Condividi con qualcuno un trucco magico che usi per semplificare la vita quotidiana
2--Fai infuriare lo chef dandogli un consiglio stupido
3-- Crea e Griglia il tuo piatto ideale, non limitarti agli ingredienti dei non-maghi
4--Chiacchiera con qualcuno con cui non hai confidenza
5--Chiedi a qualcuno qual è/qual era la sua materia preferita a Hogwarts e perché
6--[Assaggia 3 Pietanze diverse (e descrivi brevemente l'esperienza)] - in corso
7--Condividi con gli altri un viaggio o un'avventura che vorresti intraprendere nel mondo magico
8--Balla una canzone sparata dal DJ (cercatevi una playlist da qualche parte, tanto la musica è tutta uguale)
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view post Posted on 5/6/2023, 17:26
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Triste, come chi ha perso il nome delle cose.

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CodiceGli occhi a cuore, dietro le lenti rosa.
*Ma l'hai vista? L'ha proprio drenato! Non mi aspettavo tutta questa potenza…*.
– Pensavi di essere l'unico che sa rompere le palle? –
Un pensiero sbocciato dal susseguirsi degli eventi aveva fatto fiorire in Camillo un'ammirazione genuina. Ad Adeline sarebbe davvero bastato poco per irritare Bram, contando che l'aveva intravista in sua compagnia. E invece gli aveva tirato una mazzata bella forte. Il secchio d'acqua salata doveva essere la ciliegina sulla torta del suo disagio a quella grigliata. Probabilmente, chi aveva organizzato le prove – Gerrit? – l'aveva fatto come un esercizio anche per lo chef Vandermolen; controllare la rabbia sotto pressione. Il cuoco di un tempo, per come l'aveva conosciuto, avrebbe invocato fiamme inestinguibili e leviatani dal lago nero per una frazione di quella stupidaggine, e invece si era limitato a pronunciare parole irripetibili, assumendo una colorazione demoniaca, in palette con i rossi piú corposi della sua cantina. Chapeau, niente chef's kiss però, considerato quanto si era tarantolato.
«Non devi scusarti affatto, è una delle prove dissanguarlo di ogni speranza per il genere umano». Scherzò, trattenendo una risata per via di quell'uscita cosí ingegnosa, che strappò un sorriso pure ad Isabella ed al team di cuochi all'opera. Tutto lo staff, eccezion fatta per la testa del ragno, si stava divertendo parecchio a quell'evento. O almeno cosí sembrava.
La commis aveva accolto le richieste di Camillo e Adeline con gran premura, confezionando in fretta le quattro pietanze richieste. Si andava sul dolce e per quanto riguardava i dolci, ci voleva leggermente di piú, ma il gratin di patate e l'involtino con speck e salvia arrivarono in anticipo, sui rispettivi piatti con tanto di posata.
«Qualcosa da bere, nel mentre». (che aspettate; ndr)
Due pozioni del fanciullo perduto, servite in alti bicchieri di cristallo dalla forma esagonale ed il fondo spesso.
«È troppo se ti chiedo di…» Camillo non fece in tempo a finire la frase, un colpo di bacchetta ed il suo drink venne privato di ogni nota alcolica. Ormai Isabella conosceva la prassi, anche se si domandava perché non volesse bere, considerato che per la legge magica era già maggiorenne. «Sei fantastica, ti ringrazio di cuore». Un sorriso, ricambiato senza modestia, mentre la ragazza si prendeva i meriti che le spettavano. Una richiesta simile sarebbe stata accolta anche per Adeline, se fosse stato nel suo interesse alleggerire la bevanda, ma anche cambiarla con qualcosa piú di suo gradimento, o rifiutarla.
«Se volete prendere posto vi faccio arrivare io le ultime portate». La dolcezza, innaturale.
«Sei tu il sicario, vero?» A quel punto Camillo aveva già capito tutto.
«Solo il capo sa chi è il sicario». Silenzio, uno scambio di sguardi di intesa. L'imboscata annunciata.
«Ooook, allora noi per ora ci defiliamo!» L'invito implicito, inoltrato ad Adeline, per andare ad occupare uno dei tavoli liberi.
«Testimone a mio favore o contro? E a chi presteresti soccorso?» Le avrebbe quindi domandato, con fare scherzoso. La risposta non era scontata: da un lato c'era una gentilissima commis, che celava il suo lato sadico, dall'altro c'era… lui. Al posto suo non ci avrebbe pensato due volte a darlo in pasto alla giustizia o alla falce del cupo mietitore.
«Comunque, ora che me lo chiedi e ci penso bene…» aveva già risposto a Camille, ma non aveva tenuto conto del fatto che privo di vincoli, significava anche un conto in banca cosí gonfio da poter vivere facendo ciò che gli pareva per tutto il resto della sua esistenza «Mi piacerebbe insegnare economia aziendale a Hogwarts, mi accontento di un corso parallelo tipo quello di Alchimia, qua abbiamo gente che non sa fare le proporzioni e calcolare le percentuali, se queste sono le premesse non oso immaginare in che stato pietoso siano i libri contabili di tutte le botteghe del mondo magico». Era un precisino perfettino? Assolutamente no. Disgustato profondamente dall'incapacità di maghi e streghe di eseguire anche solo i calcoli piú banali? Di tanto in tanto. Spaventato dal futuro dell'economia magica britannica? Atrocemente. Interessato a far sputare sangue e numeri a dei marmocchi incastrati tra i banchi? Sicuro quanto era sicuro che da due cose soltanto non si scappava nella vita: la morte e le tasse. Prima o poi l'una o l'altra trovavano sempre il modo di pigliarti; e non era una gara, spesso facevano squadra.
«Tu? Immagino sia qualcosa che preveda viaggi in posti meravigliosi, un lavoro di ricerca magari…» Ipotizzò, ma la domanda rimaneva valida. Gli aveva accennato Islanda, Marocco, Albania e Filippine, tutti e quattro paesi geotermicamente attivi, con grandi progetti in cantiere (mi piace annoiarvi, cari lettori). Pregò che non fosse geologa, altrimenti avrebbe dovuto intrattenere una lunga conversazione sui sassi e si sarebbe finiti a parlare del fatto che per lui non aveva senso scalare l'Everest, perché già trovandoci su un "sasso", non vi era alcuna vetta da conquistare al di fuori di quell'unità indivisibile. O del fatto che gli Egiziani erano molto bravi a metterli l'uno sopra l'altro, a quanto si diceva – eccezion fatta per History Channel, che dalla mezzanotte in poi si prodigava per spiegare come in realtà le piramidi fossero state costruite partendo dall'alto. Vorrei dire che era colpa della droga, ma anche da sobrio questi pensieri lo tenevano sveglio la notte. Lasciò tutto il tempo del mondo all'altra per rispondere, se avesse voluto. L'avrebbe ascoltata con fascino ed al contempo con timore (che si iniziasse a parlare di sassi, e delle loro sfumature gergali).
«Perché ti imbarazza ballare? Questo genere si addice ai disgraziati come noi». Spiegò, lanciando un'occhiata di scuse. Non voleva essere un'offesa, diceva proprio "privi di grazia", ballerini non provetti. «E poi è tutta roba già ballata mille volte, pare che il motto di Young Swing sia "Tutta la musica è in quattro (quarti; ndr) se ci credi abbastanza"». Sia mai che gli avesse concesso il dono di un valzer, una mazurka, una polka o del punk rock. Neanche si sforzava di domandargli roba progressiva o etnica, tipo musica irlandese inchiavabile con 9/8 nella misura di tempo.
«Vuoi assaggiare?» Domandò, indicando uno dei pezzi in cui avevano affettato l'involtino di snaso, come se non avesse appena gettato fango su tutta la carriera di un artista emergente.






Interazioni: Adeline.
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6--Assaggia 3 Pietanze diverse (e descrivi brevemente l'esperienza)
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8--Balla una canzone sparata dal DJ (cercatevi una playlist da qualche parte, tanto la musica è tutta uguale)
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view post Posted on 5/6/2023, 18:48
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l5QcQVS

Sentir parlare Camille di Zonko gli riscaldò il cuore.
Quell’uomo fu la sua ancora di salvezza nei momenti più bui, la certezza che alimentava il buon senso e che spegneva il rancore che provava verso gli ex datori di lavoro, gli infamelli Weasley.

-Esattamente, ho lavorato a braccetto con Zonko molti anni. Sono certo che se ha scelto te come nuova adepta è perché hai requisiti giusti per renderlo felice!

Comunque passerò a breve a farvi un saluto. Ho bisogno di nuovi gadget e … gelatine ovviamente-


Disse a bassa voce, concludendo il discorso con un occhiolino abbastanza eloquente.
Di certo con il diventare docente non aveva perso quella vena artistica, quel suo rendere stanze abbandonate rivestite di Caccabombe.

Perso in quella confusione, dato che il gruppo era numeroso e le domande fatte tante, si girò verso Adeline, la quale gli aveva risposto in maniera più che eloquente in merito a Pozioni.
All’effettivo tutto quadrava, la risposta era stata metodica e precisa, attenta ai dettagli che potevano rappresentare a pieno un professore.
Certo era che con quel “Veramente sarebbe il tuo lavoro ideale nel mondo magico anche se non ci fosse alcun tipo di vincolo?” non voleva sottolineare che fosse un male ambire ad essere un docente, piuttosto che sicuramente esistevano altri lavori più divertenti, come il giocatore di Gobbiglie.

-Bomba.
Spero di vederti presto docente allora.-


Commentò sorridendo, mentre concludeva il cocktail alla mela e assaporava il filtro d’amore offertogli da Camillo.
Non c’era molto da aggiungere se non che sperava veramente diventasse docente; era necessario che il posto di Sirius venisse rapidamente occupato da una persona metodica come lei.

Preso il primo sorso del nuovo cocktail, osservò Camillo e facendogli segno con il dito - quale non si poteva ben definire- mimicamente gli disse che quanto stava bevendo era stato apprezzato.
Non si soffermo nuovamente sulle angherie, sull’ipotetico strozzamento di collo che avrebbe potuto fargli in memoria dei Simpson, piuttosto proseguì la sua giornata bevendo quando c’era da bere, mangiando quanto poteva mangiare e ballando dove gli sarebbe piaciuto ballare.
Sembrò di essere in un limbo, fatto di cibo e alcool dove si era fermato a godersi la giornata.

-Ma lo sapere che quando sono stato in Cina, ho visto i petardi cinesi fare delle feci simili ai candelotti di dinamite?
Nel prossimo futuro vorrei tornare lì, cavalcarne uno e fargli lanciare i candelotti verso qualche città babbana. Chissà come si potrebbero spaventare!-


Domandò nel no sense più totale.
A molti quella poteva sembrare un’affermazione assurda e fuori contesto a lui serviva per concludere le missioni no.




Interazioni: Camillo,Camille, Adeline.


Domanda finale per tutti.

Scusatemi, ma cause di forza maggiore mi hanno stroncato il ritmo. Se riuscite a rimettermi in mezzo ve ne sarei grato. <3




Attività svolte:
1--Condividi con qualcuno un trucco magico che usi per semplificare la vita quotidiana
2- Fai infuriare lo chef dandogli un consiglio stupido
3- Crea e Griglia il tuo piatto ideale, non limitarti agli ingredienti dei non-maghi
4--Chiacchiera con qualcuno con cui non hai confidenza
5--Chiedi a qualcuno qual è/qual era la sua materia preferita a Hogwarts e perché
6--Assaggia 3 Pietanze diverse (e descrivi brevemente l'esperienza) [3/3]
7--Condividi con gli altri un viaggio o un'avventura che vorresti intraprendere nel mondo magico
8-Balla una canzone sparata dal DJ (cercatevi una playlist da qualche parte, tanto la musica è tutta uguale)
9--Chiedi a un compagno di grigliata quale sarebbe il suo mestiere ideale nel mondo magico se non avesse vincoli di alcun tipo
10--Decreta la tua preferenza tra due bevande diverse[2/2]


Missioni Completate
 
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view post Posted on 7/6/2023, 15:49
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Ocean eyes.

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Dove? Hosgmeade, dalle griglie allo Swing!
Menzioni:
Interazioni:Draven

«Chiudi gli occhi».
Megan socchiuse le palpebre seguendo le parole di Draven. Un bacio lento accese desideri consapevoli prima del buio.
Le iridi oltremare si dilatarono per l’assenza di luce, Megan si aggrappò a Draven cercando di chetare la vertigine che rischiò di farle mancare l’equilibrio in quel cambiamento improvviso e inaspettato.
Le mani di strinsero sulle spalle del ragazzo, minacciando di strappare via il tessuto che le ricopriva se solo qualcosa avesse trascinato la Corvonero via da lì.
«Così è più facile.»
Continuò lui. La voce chetò il cuore in agitazione e lei si sentì al sicuro.
La musica, che per qualche attimo le parve di udire più lontana e sovrastata da urla spaventate per l’improvviso buio, tornò a travolgerla e il ritmo riprese incalzante. Seguì Draven. Le mani mollarono la presa sulle sue spalle: una afferrò quella del ragazzo, l’altra era libera lungo il fianco. Un giro su se stessa poi tornò ad appoggiare la schiena sul suo petto: i fianchi liberi si muovevano a tempo mentre lui le stringeva la vita assecondando ogni movimento.
Attimi di libertà. La testa ovattata dall’alcol, la leggerezza nel cuore e nessun pensiero a portarla altrove.
Era lì. Era felice.
Seppur per un effimero momento, Megan immaginò possibile sentirsi sempre così. L’aria le accarezzò il viso scostando le ciocche che si erano posate davanti ai suoi occhi chiusi; il respiro era ansante e il cuore in tumulto.
Megan scostò la testa e si liberò dolcemente della presa di Draven, tornando davanti a lui. Mantenne il ritmo della musica muovendo gambe e braccia senza mai mollare la sua mano. Cercò i suoi occhi nel buio, pregò di poterne scorgere la stessa luce che emanavano i suoi. Si avvicinò nel tentativo di trovare le sue labbra ma toccò la punta del naso e si ritrovò a scoppiare in una risata.
«Scusa… Non si vede niente.»
Si giustificò riuscendo a rubare un piccolo bacio.
«Dovremmo ritirare i nostri premi e andare via da qui» sussurrò poi, spingendosi lungo il collo affinché Draven potesse sentirla meglio.
Poi, venne spinta di lato e il violento impatto le fece mollare la presa allontanandosi inevitabilmente da lui. Rimase in piedi; fece leva sulla gamba destra - abbastanza distante dalla sua compagna per consentirle quello scatto - e bilanciò il peso temendo di finire schiacciata a terra. Una smorfia le fece storcere il naso per il dolore. Si massaggiò la spalla nell’istante in cui l’ignota figura si trascinò goffamente via da lei. Le mani a cingerle il braccio, che la ragazza si scrollò immediatamente di dosso, e una scusa accompagnata da imprecazioni contro chi si era divertito a lanciare l’odiosa polvere dei Weasley.
Megan non vedeva niente circondata dal buio. Il panico minacciava di sopraffarla. Cuore in gola e respiro in affanno. Indietreggiò evitando per pochi millimetri un secondo impatto e si spinse nuovamente in avanti senza alcun punto di riferimento. La mano cercò la fondina per estrarre la bacchetta ma la mente inebriata dall’alcol le rese difficile solo poterne individuare il manico.
«Drav?» Lo chiamò a voce alta, tentando ancora una volta di mantenere il controllo.

Cinque minuti.




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SFIDE
1. Condividi con qualcuno un trucco magico che usi per semplificare la vita quotidiana
2. Fai infuriare lo chef dandogli un consiglio stupido
3. Crea e Griglia il tuo piatto ideale, non limitarti agli ingredienti dei non-maghi
4. Chiacchiera con qualcuno con cui non hai confidenza
5. Chiedi a qualcuno qual è/qual era la sua materia preferita a Hogwarts e perché
6. Assaggia 3 Pietanze diverse (e descrivi brevemente l'esperienza) [3/ 3]
7. Condividi con gli altri un viaggio o un'avventura che vorresti intraprendere nel mondo magico
8. Balla una canzone sparata dal DJ (cercatevi una playlist da qualche parte, tanto la musica è tutta uguale)
9. Chiedi a un compagno di grigliata quale sarebbe il suo mestiere ideale nel mondo magico se non avesse vincoli di alcun tipo
10. Decreta la tua preferenza tra due bevande diverse

SFIDE COMPLETATE

 
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