wild goose chase —
You can't make an omelet without breaking some eggs
La carne si scioglie in bocca, letteralmente: è tenera, cotta per bene, con una nota più salata che mi manda in visibilio; accompagnata com'è dai peperoni e dalle cipolle caramellate, è un piatto che difficilmente potrò dimenticare e che, chissà, scala le classifiche nella lista delle preferenze dell'intera grigliata. Non che abbia provato moltissimo, tutt'altro. Oggi, in effetti, mi sono improvvisato sommelier – uno sciocco, privo d'esperienza e di eleganza. Eppure, è stato di gran lunga divertente. Oltre il calice doppio di Vino della Sventura – mi appunto di comprare una bottiglia da portare via con me – è stato rapido perdere il conto degli shottini che ho mandato giù. I postumi sono in atto: la bocca è impastata, si tinge dell'ultimo guizzo di agrumi e di salsiccia, una combinazione che trovo deliziosa; il volto è bizzarro, forse più del solito, con un sorrisetto che piega le guance in fossette e l'espressione un po' confusa di chi non connette nitidamente. Ho le mie colpe, senza dubbio. Aver bevuto senza quasi toccare cibo per molto tempo, aver spinto il corpo in una danza frenetica, in generale non è stato il massimo. Mi piace abbandonarmi alla spensieratezza, la sensazione di essere altrove e in nessun luogo di pari modo; sento la mente leggera come una piuma, finalmente. Non macina pensieri, non s'avvolge in dubbi. Soltanto la malinconia, come vessillo di guerra, è dietro l'angolo, in attesa. Mi lancia stilettate dritte al cuore, sprazzi di lucidità che mi ricordano di essere in un gioco destinato a concludersi. Inizio a mal sopportare il caldo, per l'appunto. La felpa colorata che indosso, in effetti, mi diventa stretta, stringo e arrotolo le maniche verso l'alto – le braccia brillano, punti di luce sulla pelle. Di certo è l'effetto del momento, la reazione di un'attenzione scemata. Mi trasformo in una costellazione, è una giostra che mi fa ridere, e girare, e confondermi. Raccolgo le voci di chi attorno a me, in particolare i commenti sulle musiche di artisti di talento. I Figli del Sole, proprio così, hanno partecipato all'ultimo Ballo Estivo, e annuisco con più energia del dovuto verso Eloise. Socchiudo le labbra per comunicarle i titoli degli album che la band ha rilasciato poco tempo addietro, ma... ammetto di aver appena dimenticato, un colpo beffardo che mi trova perplesso. In altre circostanze, d'altronde, avrei saputo sciorinare ogni tipo di informazione. Il teatro, le maschere, la Grecia. Già, è un viaggio – un sogno – che non ho mai raccontato a nessuno, anche se...
«Una volta ho incontrato il Centauro Chirone all'Oracolo di Delfi.» Non sono sicurissimo di aver parlato ad alta voce, forse è stato un miscuglio di lettere e parole veloci; in generale, il riferimento alla Scuola di Atene mi porta via, per un momento. Ho l'impressione di essere preso di mira, quasi d'essere sotto osservazione. Sollevo lo sguardo verso il cielo azzurrino, quasi mi aspettassi di scrutare Minerva in volo, la Fenice del Preside di Hogwarts. Con l'ultimo brivido sulla pelle, torno in me. Poco vicino c'è una griglia, dietro ci sono uno chef e un cameriere – è forse lo stesso ragazzo che ho incontrato prima? Mi guarda in tralice, mi chiedo cos'abbia fatto. Mi sembra di ricordare un vassoio rubato, qualche shottino e un brindisi farlocco. Tutto intorno sfumano carne alla griglia, salse piccanti e spezie forti. Ho di nuovo l'acquolina in bocca.
«Allora vi aspetto, che sia per nuovi album o per un karaoke in compagnia.» Sorrido verso le Tassine, è a loro che rivolgo l'ultima frase; un cenno di saluto con la mano, prima di tirarmi via di pochi passi. Dov'è che vanno, mi chiedo. Hanno nominato una tenda, un lepricano, dei brillanti... ho l'impressione che mi sfugga qualcosa. E, lo ammetto, provo un pizzico d'invidia all'idea che vi sia forse una caccia a tesoro alla quale non sono stato invitato (non è così, ma tant'è).
«Attenzione, belloccio. Ti colpirà un fungo salterello.» La voce, gioviale, consuma una battuta tutta per il giovanotto oltre la griglia; mi guarda come se fossi pazzo, gli occhi sottilissimi come di vipera. Non risponde, non pronuncia una singola sillaba: nella mano destra ha un fascio di funghi e di radici, nella sinistra invece una vera e propria
forca. Mi minaccia con la stessa, a mo' di cacciatore verso la preda più ghiotta. Non accade nulla, e in effetti il tipetto crede che gli abbia tirato un brutto scherzo. Per me, in ogni caso, poco cambia: mi accorgo d'essermi invischiato alla griglia, di essere a mia volta a lavoro. Seguo i consigli dello chef, di certo più simpatico di chi gli è accanto: infilare i funghi con radici e tranci di carne di grifone agli spiedini, lasciare abbrustolire e cuocere per bene con un filo d'olio speziato, aggiungere una sfilza di patate già perfettamente tagliate. Rapidamente, preparo tutto con una certa partecipazione; appena pronti, sistemo gli spiedini sul piatto, recupero la mostarda di prugne dirigibili e un soffio di salsa yogurt per una nota più acidula. Ho il tempo di ringraziare entrambi, il cameriere e lo chef, quando un fungo salterello scappa via dalla cesta più vicina, cozza contro il capo dell'uno e dell'altro e, infine, capitombola proprio nel barattolino di mostarda. Schizza i poveretti, macchiando i vestiti. Eppure, mi guardano come se fossi
io il responsabile. Sollevo le mani, mostrando il piatto con lo spiedino e null'altro.
«Tu, sei stato tu. Piccolo, infido bastardello–» Ho il tempo di addentare un pezzetto di fungo, prima di sparire via come una gazzella. La testa esplode, il cuore pure: no, non sono stato io. Ho soltanto avvisato, il futuro ha un ché d'ironico talvolta. Poco dopo, in ogni caso, sono al banchetto delle bevande, lo spiedino è oramai concluso. Non ho intenzione di bere, ordino però alcune bottiglie da portare via: Vino della Sventura, Sangue di Unicorno, Riserva Grifondoro (come potrei rinunciarvi?) e un'ultima che non ho provato ma che ha un'etichetta formidabile.
«Queste tre per me, la Nebbia del Dissennatore è per il Cacciatore di Draghi laggiù.» Il commesso è di certo gentile, acconsente in effetti a spedire la bottiglia di vino bianco verso Daddy con un colpo di bacchetta. Da parte mia, ho un sacchetto di ovetti dorati da spendere. Alla fine faccio un salto alla tenda a mia volta, collego il senso delle prove e tutti i premi. Sono uova magiche così belle che mi fanno sembrare un bambino al giorno del compleanno: riempio le braccia, ringrazio di cuore e finalmente mi ritiro. Anche per me è stata una caccia a tesoro.
Interazione Camille, Eloise, Daddì
Acquisto quattro bottiglie di vino (4 G, aggiornato).
L'ultima, Nebbia del Dissennatore, è un regalo per Daddì.
Prove concluse, grazie per l'evento pazzesco.
Alla prossima, bacetti.
sfide in corso —1--Condividi con qualcuno un trucco magico che usi per semplificare la vita quotidiana ✓
2--Fai infuriare lo chef dandogli un consiglio stupido ✓
3--Crea e Griglia il tuo piatto ideale, non limitarti agli ingredienti dei non-maghi ✓
4--Chiacchiera con qualcuno con cui non hai confidenza ✓
5--Chiedi a qualcuno qual è/qual era la sua materia preferita a Hogwarts e perché ✓
6--Assaggia 3 Pietanze diverse (e descrivi brevemente l'esperienza) ✓
7--Condividi con gli altri un viaggio o un'avventura che vorresti intraprendere ✓
8--Balla una canzone sparata dal DJ ✓
9--Chiedi a un compagno di grigliata quale sarebbe il suo mestiere ideale nel mondo magico se non avesse vincoli di alcun tipo ✓
10--Decreta la tua preferenza tra due bevande diverse ✓