elysium, Privata

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view post Posted on 11/4/2024, 19:42
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You can take the darkness out of the man, but you can't force him to step into the light.

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Un lampo di luce verde accecante, un guizzo e un tonfo, il grido strozzato che non raggiungerà mai le corde vocali, lo smarrimento e il vuoto.

spectral, frammento


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elysium
the abode of the blessed after death
in perpetuum
hogsmeade
Ho temuto d’averti perso, Oliver Brior.
Ho avuto paura di aver ignorato troppo a lungo la tua persona da non saperla più riconoscere tra tante, ma quando ti ho intravisto di sfuggita sulla strada che ci siamo lasciati alle spalle, ho capito che non è così. Non è possibile allontanarsi davvero dalle persone se una parte di te, anche minuscola, le ricorda. Per ogni attimo in cui il tuo viso mi è balenato tra i pensieri, per ogni volta che ci siamo incrociati a lezione o in corridoio - o fuggendo dalle insidie delle gite ateniesi - c’è sempre stata la consapevolezza che ti avrei ritrovato. Mi sento stupida all’inverosimile nel percepire gli occhi inumidirsi piano piano, mentre srotoli il tappeto rosso che è la tua storia sotto il giogo delle mie dita. Sì, è vero, ti sto stringendo e forse ti sto impedendo di fare qualcosa di dannatamente stupido, ma non ti lascio. Ho scelto il contatto fisico perché so che ad entrambi - prima o poi - è mancato il tocco gentile di qualcuno che ci ami davvero per ciò che siamo; e mentre la consapevolezza di essere mostri ci ha travolto in tempi e modi diversi, qui ed ora sappiamo entrambi di essere solamente vittime e carnefici di noi stessi. Tu ti sei fatto sopraffare dalle conseguenze della Veggenza, mentre io ho assaggiato il potere di dominare la mente di qualcun altro per un attimo fugace ed inebriante. Se te lo dicessi, Oliver, mi guarderesti come stai facendo adesso?

«All’inizio ho creduto di soffrire di allucinazioni.» confesso in un sussurro «E quando chiedevo qualcosa o guardavo chi mi stava accanto per capire che cosa stessero dicendo, ogni volta restavo delusa e mortificata nel capire che avevo fatto un passo troppo in là.»
Guardo le nostre dita, la mia pelle a contatto con la tua, e mi sento viva solo grazie a questo: nella mia mente viaggiano ricordi come treni in corsa, veloci e disperati. Ricordo mio nonno insegnarmi a chiudere la mente, a difendermi dagli altri e a gestire meglio me stessa. «Quando ho capito che essere Occlumante poteva essere la chiave di uno strano quanto improbabile equilibrio, ho faticato un po’ meno.»
So che non è quello che vuoi sentirti dire: la razionalità che guida le mie qualità indotte è ciò che ti manca per riuscire a trovare una pace che sia soltanto tua. «Niente ti prepara a quello che vedi, però.»

Odo ancora le grida di Primrose, vedo ancora i suoi occhi spalancati e la bocca distorta dall’orrore e dalla paura. Non sono immagini che mi leverò presto dalla mente, dato che hanno abitato i miei incubi per molte settimane. Dunque te li racconto, quei sogni, nella speranza che tu capisca quanto la razionalità nulla possa contro i moti dell’anima.
«Nulla ti fa presagire quello che vedrai, le percezioni uditive e sensoriali. Sei spettatore di qualcosa che è già accaduto, non puoi farci nulla. Puoi assistere impotente e prenderne atto, usare a tuo vantaggio qualcosa, forse, ma porti con te soltanto lo sconcerto.»
Stringo di più le tue dita tra le mie, adesso, e ti guardo con intensità senza varcare la soglia dei tuoi occhi smeraldini: non oserei fare a te quello che ho fatto a lei.
«Certo, vedi cose meravigliose a volte e ti illudi che siano foriere di bei presagi, ma l’immagine successiva cambia se non la controlli e i pensieri dell’altro ti portano altrove e in un altro tempo.»
Quindi no, Oliver. Non controllo la mente degli altri con la stessa forza con cui riesco a chiudere la mia.
«Sono un’Occlumante migliore di quanto sia una brava Legilimens. E se non sei bravo…» mi mordo il labbro inferiore, il ricordo delle parole di Connor impresso nella mente come un marchio infuocato «Se non sei abbastanza bravo puoi fare del male e… io l’ho fatto.»
Dove tu hai trovato un muro, però, io ho trovato comprensione. Connor mi ha perdonata per aver errato su sentieri sconosciuti, per aver ferito qualcuno che adora come una madre, ma mi ha redarguita pesantamente. Tu hai trovato solamente rancore e non sai quanto soffro per te.
«E la cosa peggiore, Oli, è che per un attimo mi sono sentita potente. Ho abusato delle mie capacità e ho fatto del male ad un altro essere umano. Non è questo ad essermi piaciuto, ma… la sensazione di poterlo fare è stata travolgente, come un’onda in mare aperto che si gonfi al punto tale da rovesciare una nave o abbattersi con forza sulla spiaggia spazzando via ogni cosa.»
Taccio, adesso e mi chiedo che cosa penserai di me. Una parte di te, credo, resterà inorridita e l’altra capirà - spero - di aver trovato un proprio simile. E’ a quest’ultima parte che mi appello, allora, togliendoti definitivamente la corona di spine dalla mano e lasciandola cadere tra la polvere ai nostri piedi.
Siamo quello che siamo, Oliver, tanto vale esserlo fino in fondo. Accettati per quello che sei diventato e dimostra loro che possono amarti comunque e che, se non lo fanno, combatterai ogni giorno per averli al tuo fianco. Per scendere a patti con me stessa ho impiegato tanto tempo, eppure ancora oggi se penso a Prim piango sommessamente. Verso lacrime amare per lei, che ha perduto pezzi di vita, e per me che ho voluto strapparglieli con la forza e l’inganno.
Il mio corpo agisce prima che la mia mente possa fare i conti con il senso delle azioni che sta per compiere e mentre la polvere ancora si solleva attorno alle nostre gambe, l’altro mio braccio ti avvolge le spalle; la mano che stringi la guido a fare lo stesso su di me. Ho abbastanza forza per entrambi per superare quell’ostacolo maledetto che è la nostra paura e il nostro orgoglio. Non finirai in altro modo, non se posso impedirtelo.

 
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