F r i s s o n, ~ Horus Ra Sekhmeth

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Horus Sekhmeth
view post Posted on 18/4/2024, 09:39 by: Horus Sekhmeth
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Trantor - Settore Imperiale

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– Frisson –
|| London || March ||

Evening
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Onestamente non so cosa mi lascia più senza parole nel lasso di questi brevi minuti. Quanti ne sono passati? Venti? Trenta? Partono da ora o da quando Isabella è piombata in casa mia?
Sono comunque troppo pochi per tutto questo, troppo pochi per le informazioni che, involontariamente, ci stiamo scambiando.
Il fatto che sei stata in Italia, la tua conferma sul timore di mangiare in pubblico, la tua richiesta di aiuto, il tuo ridere così genuino, di cuore, come mai hai fatto da quando ci siamo rivisti.
È tutto troppo da processare per me. Non voglio conoscerti così a fondo, non voglio superare quel muro che diventa impalpabile solo quando i nostri corpi collidono, per poi tornare tangibile una volta che i vestiti rifanno la loro comparsa. Eppure continuiamo imperterriti, picconata dopo picconata a buttare giù quei mattoni ed Isabella non è altro che colei che ci ha dato gli strumenti per farlo.
Nascosto dalle braccia, alzo una mano e vi mostro ancora una volta il mio dito medio, quello circondato dall’anello in cui è stata incastonata Hagalaz.
Ecco qualcosa che Isabella non sa e non saprà mai; come non saprai mai tu, sebbene l’abbia vissuta per ben due volte sulla tua pelle. Una delle quali, tra l’altro, proprio nell’autostrada da te tanto odiata.
La mia amica ride, mi tira una manata e mi scompiglia i capelli come si fa con un ragazzino ed io riemergo molto contrariato, sistemandomeli dietro un orecchio.
« Come siamo permalosi, oggi! » Esclama, rimettendo le foto nel portafogli.
« Chissà perché. » Sottolineo con gli occhi ridotti ad una fessura.
Lei fa spallucce e si volta verso Nieve sbattendo le palpebre per la sorpresa, prima di regalarmi un’occhiata penetrante. Io ascolto il Gattaccio con un sopracciglio alzato, infastidito da come riesca a intortare la gente semplicemente omettendo determinati fatti. Tamburello con le dita sul tavolo mentre Isabella si lascia andare ad un rumoroso: « Nooo! Non me lo dire! »
Poi si gira di scatto. « Ma sei scemo? Le hai urlato in autostrada? »
« Se lo meritava. » Rispondo asciutto. Dille, Gattaccio, che cosa hai fatto. Dille come pur di non toccarmi ti sei ostinatamente aggrappata al retro della moto, rischiando di lasciarci la pellaccia.
Dille che proprio tu, dopo avermi riempito di insulti, ti sei sdraiata accanto a me e…
No, non dirglielo.
« Mi ha quasi spaccato il casco solo perché non ho dato per scontato che non sapesse cos’è una visiera. » Mimo il gesto di abbassarne una invisibile. « Sai, quella roba che hai anche nei caschi da Quidditch quando piove a dirotto? Proprio quella. » Aggiungo, sarcastico.
Isabella scuote il capo, massaggiandosi una guancia. I suoi occhi rimbalzano da me alla Rigos, come fosse davanti ad una partita di tennis e non vedesse l’ora di scoprire chi sarà il prossimo a segnare il punto.
« Certo che… » Mi guarda per un po’, lasciando passare qualche secondo di silenzio. Forse, mi dico con ingenua speranza, ha finito di infierire.
« Calcolando quanto mi c’è voluto per scioglierti e sbullonarti, Umanoide ti sta proprio bene come nome. » Ghigna e fa una carezza sulla testa di Nieve. « Fantasiosa la piccola! Brava! »
Forse no.
Io chiudo gli occhi e conto mentalmente fino a dieci. Ma tutto sfuma quando per l’ennesima volta quando il Gattaccio fa sfoggio delle sue doti da furba oratrice. Ora, però, non mi faccio trovare impreparato. Potresti dirle, anche qui, come mi hai per l’ennesima volta attaccato come fossi il peggiore dei mostri, tanto per cominciare. O potrei farlo io: non so se l’hai notato ma non sto replicando aggiungendo dettagli. Non voglio che Isabella si renda conto ancora di più di quanto stiamo sconfinando.
Questa volta sono io a ghignare; snudo i denti e mi verso un bicchiere di vino, appena portato gentilmente dalla cameriera.
« Oh, non le dici nulla di nuovo. » Rispondo alla provocazione con incredibile tranquillità, rispetto a come ho accusato fino ad ora le vostre battute.
« Isabella sa che non sono tipo delicatino da smancerie a letto anzi… tutt’altro. » So che non è questo a cui fai riferimento, ma perché fornirti un assist proprio ora che ho l’occasione per farti ricordare in quale senso intendo?
Senza alcun pudore guardo per un attimo prima te, intensamente, poi lei che arriccia il labbro nell’ennesimo sorriso, per nulla imbarazzata. « Eh già! » Sghignazza sventolando una mano e versandosi anche lei un po’ del mio vino.
« Qualche trucchetto te l’ho consigliato io. Ringraziamo la mia ex che me l’ha insegnato. » Con l’ultima specifica, Isabella chiarisce che no, non siamo mai andati a letto insieme e, rabbrividisco così come farebbe lei, non ci pensiamo neanche.
A lei piace la stessa cosa che piace a me. Forse di più.
« Dovresti ringraziarla anche tu, sai? » Mi rivolgo a te, stavolta, abbassando il calice con un sorriso sghembo a farla da padrone sotto il brillio delle iridi d’argento.
« Prova ad indovinare quali. » Nel mettere giù il bicchiere mi sfioro velocemente il labbro inferiore col pollice. Vuoi provocare la mia pazienza? Molto bene, io provocherò i tuoi nervi perché ho notato come mi hai guardato, quando ti ho mostrato innocentemente il collo.
Potrebbe sembrare strano, visto quanto Isa mi riprende per la mia vita sregolata in fatto di donne, ma è stata proprio lei a dirmi che “ogni tanto una scopata fa bene al corpo e alla mente!
Perla di saggezza che forse potrei aver preso troppo alla lettera e che potrei rivelare, ma preferisco tenerla per me per ovvie ragioni e annegare il tutto in un generoso sorso di chardonnay. Tra me e Isabella, comunque, non c’è la ben che minima traccia di riserbo.
Finalmente ci viene servito da mangiare e gli ordini di Isa sono così tanti da riempire completamente il tavolo.
« Daje regà! » Esplode in un ruggito felice allineando in maniera sconclusionata tutti i piattini. È un tripudio di uramaki, futomaki, nigiri, tartare: praticamente è stato sterminato tre quarti dell’oceano per sfamare Isabella che non si fa scrupoli e impugna le bacchette.
I miei due piatti vengono brutalmente incastrati in un angolo ed io, abituato, trovo il modo di ottimizzare gli spazi. Non mi risulta difficile visto che in tempo zero quella fogna della mia amica ha fatto fuori già un vassoio di nigiri al salmone.

Quando la cameriera torna, serve il tuo ordine. È un piattino con un solo onigiri sopra. Io ti guardo con la coda dell’occhio e intuisco cosa potrebbe succedere. In confronto a noi, il tuo pasto è misero. E, quindi, non faccio nemmeno in tempo a mandar giù il boccone che Isabella, per la seconda volta inconsapevole di ciò che va a risvegliare, indica con la bacchetta la polpetta di riso.
« Ma tu mangi so–– »
« Isabè, ti si spappola il riso! » Ringrazio mentalmente il fatto che sia rozza come un troll e le indico rapidamente il disfacimento del suo pezzo di uramaki vicino la giacca di Nieve. Anzi, la mia giacca. Lei si affretta a ficcarselo in bocca e io trattengo l’ennesimo sospiro. È più faticoso del previsto cercare di distrarla senza che sembri palese e benedico i miei riflessi nel trovare il modo di sviare in maniera tanto fluida. Anche io non posso non notare che il pasto di Nieve è incredibilmente frugale, ma non me ne stupisco e di certo non andrò a insistere affinché mangi altro.
« Faffè e che farà mai! » Isa deglutisce rumorosamente e riparte all’attacco dell’ennesimo pezzo di sushi.
« C’è che fai un casino. E smettila di inzupparlo dalla parte del riso! » Stavolta sembro io il genitore perché mi sporgo in avanti per tirarle un colpetto sulla mano. E lei, dispettosa come una scimmia, ne prende un altro pezzo e lo intinge in mezzo litro di salsa di soia.
Il problema è che nel tirarlo su, il riso si sgretola come sabbia e l’uramaki ricade nella ciotola con un sonoro “plof”. La salsa schizza su tutto il tavolo ed io, per evitarla, faccio un balzo indietro, schiacciandomi sullo schienale. Tutti e due ci guardiamo con gli occhi spalancati, alzandoli dal luogo del delitto, fino ai nostri visi. Poi scoppiamo a ridere sonoramente, senza riuscire a riprenderci per un po’.
Ti guardo rapidamente, Gattaccio, prima di tirare un tovagliolo pulito in faccia a Isa.
Mangia. La distraggo io.
Anche se, stronza, non te lo meriteresti.

|| You can't live without the fire 'cause you're born to live and fight it all the way ||

code ©Horus.






Ebbene signorine cameriere, ecco il nostro ordine:
- Antipasti e contorni
x10 nigiri al salmone;
x3 temaki maguro
x5 hosomaki
x6 maki
x1 nigiri
x2 takoyaki
x3 Uramaki tempura
x1 onigiri

- Primi piatti
x1 tamagoyaki

- Secondi piatti
x1 okonomiyaki
x1 omurice
x1 sashimi misto
x1 sake flambé
x1 sushi misto


In più ci prendiamo la licenza di ordinare fuori menù:

x1 birra
x1 bottiglia di chardonnay *FRUFFRI

Tutto sul mio conto da pappone, grazie. :bello:

 
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7 replies since 27/2/2024, 19:06   205 views
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