Quel mattino Leanne insistette per accompagnarla ad Hogsmeade, un sacrificio che la figlia considerò del tutto inutile. La squadrò da capo a piedi, prima di accettare la manciata di Polvere Volante che la madre le porgeva da un vasetto di terracotta dipinto a mano. «
Sai che non stiamo risolvendo nulla, così… vero?» le chiese, prima di pronunciare la destinazione e sparire tra lingue di fuoco verdastro. Leanne sospirò, in un principio di rassegnazione mista a rabbia.
Perché sua figlia doveva essere così cocciuta?
«
Mi piaceva pensare che avresti apprezzato trascorrere con me il mio giorno libero.» Leanne ruppe il silenzio per prima, dopo che si furono lasciate i Tre Manici di Scopa alle spalle. «
Un giorno libero in diciotto anni, mamma.» ribatté lei per tutta risposta.
Da quando aveva scoperto che era predisposta all’Occlumanzia, Leanne l’aveva guardata con occhi diversi e per partito preso aveva deciso di escludere Connor - fautore di quella scoperta - dalle loro vite; una scelta quella che Thalia non aveva ovviamente condiviso e si aspettava che sua madre lo capisse da sola. Non era lei la testarda tra le due, poco ma sicuro.
La prese allora per il polso, facendola voltare per guardarla dritta negli occhi. Erano alla stessa altezza, ormai, un altro fattore che indicava quanto Thalia fosse cresciuta e che presto avrebbe fatto parte di quel mondo che tanto si adoperava per cambiare. «
Forse mi sono resa conto che dovrei rimediare. Ti sembra così assurdo?» «
Solo un po'.»
La discussione giunse ad un punto di stallo, quando il passo deciso della Tassorosso condusse entrambe nei pressi di Oggetti e Accessori. Sua madre valutò l’insegna ed entrò per prima, decisa a fare un sopralluogo del posto prima che Thalia potesse fermarla. Nemmeno il Prefetto era entrato spesso in quel negozio, ma trovava che l’ambiente fosse accogliente e che gli articoli in vendita fossero curiosi quanto quelli di Zarathustra, ma decisamente più costosi.
Thalia seguì Leanne con lo sguardo e la raggiunse solamente quando la vide fermarsi di fronte all’espositore delle Rune. «
Hai deciso che cosa prendere?» le chiese, il tono stentoreo di chi sta pensando a tutt’altro e riveda nella sua testa le immagini di un ricordo ben preciso. Thalia conosceva quello sguardo, lo aveva visto negli occhi di Nieve quando, preoccupata, le descriveva i momenti in cui la Tassorosso sembrava assorta in pensieri funesti. «
Volevo un ciondolo con una runa… forse… Algiz.» rispose.
Leanne non perse tempo e si mosse svelta verso il bancone; borbottò qualcosa al garzone di turno, indicandola con un sorriso fiero e prima che Thalia potesse riportare lo sguardo su di lei, Leanne era già di ritorno, col ciondolo che aveva appena acquistato. «
Una prova che sto facendo sul serio, Thalia.» e gliela mise al collo senza aggiungere altro.