WinkyEmma se ne stava dietro al bancone con lo sguardo rivolto alla porta d'entrata. Non era quest'ultima però l'oggetto del suo interesse, infatti mentre gli occhi erano puntati in quella direzione, i suoi pensieri viaggiavano altrove. Erano passati un paio di giorni da quando aveva ricevuto l'invito per quella misteriosa festa. Ci sarebbe andata? Non aveva ancora deciso, nell'ultimo periodo si sentiva stranamente poco incline al divertimento e non sapeva neanche il perché. La porta che stava fissando improvvisamente si aprì riportandola alla realtà. La Grifondoro si ritrovò davanti un Elfo domestico: la cosa non le sembrò molto strana, non era la prima volta che uno di loro faceva visita al negozio, mandato chissà da quale mago o strega che non aveva voglia di fare le proprie commissioni di persona. La creatura le porse un foglietto che conteneva la lista di dolci che era venuto a comprare -
nessun disturbo. Sono qui per questo - sorrise cordialmente. "
Essere gentili con gli Elfi domestici. Sempre." Le parole di suo zio Cam le vennero in mente in quel momento, "
Quelle creature ne passano già tante, cerca di essere sempre buona quando hai a che fare con uno di loro", diceva spesso l'uomo.
Ecco a te - consegnò il sacchetto colmo di leccornie all'Elfo notando la puffola pigmea che se ne stava sulla sua spalla ossuta. Le era familiare… che potesse essere proprio Pinky? Ma da quando Camille aveva un Elfo domestico? Poi rammentò che la compagna era diventata da poco un Prefetto ed Emma ipotizzò che la zuccherosa spesa fosse destinata a tutti i Tassorosso.
Grazie. Sei gentile. Mi piace molto la marmellata… ma non è stato un disturbo per me servirti - immaginò che se Cam fosse stato lì in quel momento, sarebbe stato molto orgoglioso di lei.
DravenMielandia era senz'altro una delle mete preferite dai bambini e anche dagli studenti di Hogwarts: infatti capitava spesso che uno dei suoi compagni facesse capolino dalla porta di ingresso, o comunque qualcuno che Emma conoscesse. Mentre era intenta a sistemare dei pacchetti di scorta di Bolle Bollenti sotto gli scomparti del bancone, la strega aveva sentito una voce familiare. La
voce in questione non aveva perso tempo ad elencare i dolci che avrebbe portato via, e conoscendo il proprietario di quella
voce, la Grifondoro aveva immaginato che probabilmente il giovane mago non vedeva l'ora di scappare via da quel luogo dove il rosa e la dolcezza erano padroni di casa. Se Emma avesse dovuto descrivere Draven con un colore, probabilmente sarebbe stato il
nero… ed era decisamente un bel colore. Un gran bel colore. Sottovalutato, pensava la strega. Ultimamente le capitava spesso di riflettere sul fatto che magari quel negozio non era molto adatto nemmeno a lei: non aveva mai amato i colori pastello, li trovava addirittura irritanti, ma i dolci… i dolci le piacevano e sicuramente bastava come motivazione per rimanere a lavorare lì. Emma spuntò da sotto il bancone -
non devi darmi del voi, Shaw. Mi fai sentire vecchia… - il tono sarcastico e pungente che si ritrovava spesso ad usare con il Serpeverde. Si sistemò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e rivolse un lieve sorriso al mago -
rilassati, ti faccio immediatamente il conto, così puoi scappare di qui prima che ti venga l'orticaria - scherzò. Sistemò i dolcetti richiesti in un sacchetto e li porse a Draven cercando di non guardarlo di nuovo negli occhi, la luce di Mielandia li rendeva
troppo verdi da poterli
sostenere, ma non riuscì nel suo intento e purtroppo si ritrovò con le pupille fisse in quel verde che le ricordava tanto il colore della prehnite in quel momento, forse leggermente più scuri di essa. *
Maledetta luminosità*, pensò -
le bacchette di liquirizia sono buonissime, ottima scelta - con quella constatazione aveva avuto l'intenzione di non dare a vedere il suo imbarazzo. Perché era semplicemente imbarazzo, giusto? Ma perché si imbarazzava? Insomma, si trattava di Draven… che sicuramente non era Oliver… ma allora perché sentiva le guance bruciare? Quando il Serpeverde finalmente uscì dal negozio, Emma scartò un'ape frizzola e se la infilò in bocca sperando che quel sapore così frizzante la distraesse dai suoi stupidi pensieri.