◩ Oliver Brior as Auror Mystere ◪
I Delitti irrisolvibili dell'Auror Mystere è di gran lunga il mio fumetto preferito. Ricordo nitidamente le sere trascorse con Loras, entrambi bambini, a leggere pagina dopo pagina fino a tarda notte; era un ritrovo tutto nostro, un appuntamento che non perdevamo per nessun motivo al mondo: talvolta a casa mia, altre da lui, nel vantaggio d'essere vicini. Ricordo perfino il rifugio – a mo' di fortezza – che costruivamo insieme, sistemando grosse coperte da un lato all'altro delle sedie e del divano, nascondendoci poi subito sotto le stesse e sfruttando la luce di una fiammella sospesa dall'incantesimo dei nostri genitori. Credo sia stato il primo, forse unico fumetto che abbia veramente amato – con te, Loras, sognavamo di diventare Auror, arruolarci tra le schiere dei Cacciatori Oscuri. Ora che il Carnevale si avvicina, la mia memoria torna a te. O forse, mi dico, anche questo tempo è soltanto un pretesto per ritrovarti accanto. Sai, Loras, ci sono notti in cui mi abbandono. Notti in cui mi perdo letteralmente nei ricordi, strappandomi alla realtà per tuffarmi nel Pensatoio che custodisco con cura in dormitorio. Filamenti di vapore – somigliano ad un vortice, uno di quelli che l'Auror Mystere sfruttava per apparire con un colpo di scena da un punto all'altro del paese – che mi portano da te. Ho tentato più volte di parlarti, di infrangere il velo sottile della mente. Sono stato tante volte da te, tra i miei stessi frammenti: e con te, di nuovo, ho ascoltato le avventure dell'Auror Mystere. Con te ho risolto delitti che oramai, oggi, conosco a menadito.
Cambiare identità, almeno per un'occasione, mi fa stare stranamente bene. Camille ha l'incredibile capacità di cogliere a segno, sempre. Come avrei potuto mai sottrarmi all'idea di un travestimento di coppia? Per di più, come avrei potuto rifiutare un tuffo vero e proprio nella cornice di questo fumetto? Ti sarebbe piaciuta, Loras. Ho quest'idea, quando ti saluto – tacitamente – dall'ultimo
rendezvous.
Guardami, entro già nel personaggio. L'accento francese mi affascina, benché non abbia mai capito se parte veritiera dell'Auror Mystere (era più un'aggiunta nostra, ma personalmente mi piace di più). Mi basta poco, allora, per prepararmi: una morbida giacca di tweed con la geometria tipicamente scozzese, quadroni lunghi e stretti sulle tempere d'ocra, grigio e scarlatto; un cappellino da cacciatore di cervi già calato sul capo, un mantello lungo oltre le ginocchia, stivaletti e tutti gli altri accessori più caratteristici: una pipa calabash, direttamente dalle scorte di Zonko dei miei concasati e... uno scrigno di legno dall'assetto misterioso, di forma ovale, sul quale s'inseguono magiche lingue di fuoco. Aggiungo un distintivo da Auror – c'è un'aquila, il simbolo del Ministero della Magia, e con tutta probabilità è errato (difficile trovarne uno reale, d'altronde). Lo appunto al petto, mi aggiungo un paio di baffi a manubrio con un colpo di bacchetta e
voilà, les jeux sont faits.
Poco dopo sfilo giù per le scale di Hogwarts, arrivando all'ingresso all'orario concordato. Camille è straordinariamente a tema – Java le rende giustizia, e vederla conciata così mi fa sorridere. Dopo i primi cenni di saluto, e un ringraziamento per l'idea del travestimento, le consegno lo scrigno che ho portato con me. Ho l'espressione più seria e circospetta sul volto, come fossi in incognita.
«Ci puoi giurare, ma chérie.» Non posso fare a meno di calarmi nella parte, fin dalle prime battute. Il tono di voce si fa profondo, addolcito tuttavia dalle consonanti arrotondate del francese. Accetto di buon grado un'ape frizzola, sono le mie caramelle preferite. Ed è curioso, in effetti, salutare Mastro Gazza a qualche centimetro sospeso da terra, svolazzando agghindato a quel modo. Lascio che la conversazione prosegua nel più semplice, piacevole dei modi. L'arrivo nei pressi di BiblioMagic, poi, mi spinge a fermarmi. Chiudo gli occhi per un secondo, lascio scivolare la bacchetta magica in una mano e una lente d'ingrandimento nell'altra. Con un cenno d'intesa verso Camille, confermo d'esserci.
«Tracce evidentissime.» Mi abbasso verso l'acciottolato, portando la lente all'occhio destro (ora ingigantito in modo bizzarro) per analizzare pietruzze color smeraldo lungo il percorso. Riconosco la Metropolvere, non è poi una novità in zona. Hogsmeade è un villaggio magico, ogni abitazione ha di certo un camino per trasportarsi con la magia. Ma... è un colpo di fortuna per la nostra trama, lo so bene. Mi avvio a passo spedito verso la libreria, entrando subito dopo Camille. Fingo di scrutare i dintorni finché non arriva il nostro turno.
«Mademoiselle Java» le dico infine a gran voce, cercando di attirare i commessi.
«Qui c'est perpetuato un crimine horrible» Colpo di scena, l'Uovo di Fuoco è il tesoro celato dallo scrigno. Si tratta di un manufatto magico che ho molto a cuore, acquistato all'evento del Serraglio di anni fa: il fuoco sempiterno che brucia all'interno riscalda di scatto anche me, che mi accosto allo stesso con la lente sempre attaccata alla faccia. Ticchetto sulle decorazioni, dove un serpente di fuoco brilla mentre si sposta sull'uovo fino a sparire.
«Monsieur Ashwindér s'est volatilisé» dico, tornando con lo sguardo minaccioso a chi dietro il bancone della libreria. Lascio scivolare di fronte un po' di metropolvere raccolta strada facendo, inserendola come prova del misfatto.
«Voi, scélérats, l'avete rapito, sventrato e fatto esplodere qui... »«Amico, la metropolvere è mia. Ci sei andato pesante con la burrobirra?» La voce di un cliente vicino mi distrae appena dal personaggio. Ignoro il sacchetto di polvere smeraldina che mi mostra, trattenendo tuttavia a stento un sorrisetto buffo.
«Abbiamo anche un complice, c'est parfait.» Il colpo finale è un movimento leggero della bacchetta magica, nella mano destra. La pergamena sollevata da Camille, infatti, s'incendia improvvisamente, assumendo in trasfigurazione la forma di una freccia che volge dapprima verso il cliente, poi verso i commessi. Un messaggio di fuoco che conferma la colpa. Il libro che l'altro poggia sul bancone, poi, è la scintilla (letteralmente) perfetta. In copertina, svetta il titolo
Dall'uovo agli inferi: guida pratica per l'allevatore di draghi. Coincidenza? Lo scruto come a sottintendere l'ovvio. Poco dopo, in ogni caso, chiederò lo stesso volume in duplice copia: uno per me, uno per...
«Mistero risolto, Java.» Un regalo improvvisato, un occhiolino divertito.
Ma che pazzerelli questi due *ops Sfrutto il buono sconto di Carnevale del Profeta, acquisto doppia copia di Dall'uovo agli inferi: guida pratica per l'allevatore di draghi. Uno è per Java aka best partner in crime.