Quel giorno non era di turno, almeno sperava. Tant’è che non aveva neanche la divisa indosso. Era festa, tutti ad Hogsmeade erano in visibilio tra bancarelle e fuochi. Dopo aver lasciato liberi i primini che aveva accompagnato, si recò in negozio per assicurarsi che non servisse il suo aiuto. C’era talmente tanto fermento che temeva di non potersi godere la giornata, rimanendo bloccata tra una fiumana di clienti. Fortunatamente Abbey, la ragazza che copriva il resto dell’orario d’apertura in sua assenza, sembrava cavarsela egregiamente. Non c’era un gran via vai, probabilmente la gente si stava divertendo altrove. Lei era decisa a fare altrettanto. Si sentiva coinvolta da quell’atmosfera gioiosa. Era quasi natale, a breve avrebbero salutato degnamente anche l’anno appena passato. Tutti, inclusa lei, avrebbero stilato una serie di buoni propositi, di desideri per l’avvenire. Quello era anche il periodo dei regali, in cui si esaudiva una piccola parte di quei desideri, per lo meno quelli materiali. Da piccola era solita scrivere la famosa lettera a Babbo Natale, dove compilava una lunga, lunghissima lista di richieste. Non lo faceva più da quando aveva circa otto anni. Chissà cosa l’aveva spinta a non crederci più ad un certo punto. Avvertiva una punta di nostalgia, le mancavano le ore a riflettere su cosa scrivere, ai giochi, ai dolci e molto altro da poter avere in dono. Cosa avrebbe chiesto adesso? Questo pensiero le balenò in testa mentre stava recuperando la sua roba. Perché non provare a scoprirlo? Si lasciò travolgere da tutte quelle emozioni e d’istinto, senza pensarci troppo, recuperò piuma e pergamena da sotto il bancone. Cosa intendeva farci? Scrivere un ultima lettera al caro, vecchio Babbo Natale. Cominciò così a vergare, con una grafia frenetica, il foglio davanti a lei:
Caro Babbo Natale,
come stai? È da un bel po’ che non ti scrivo. Forse ho perso la fiducia in te, o forse ho semplicemente smesso di credere che esisti. Puoi biasimarmi? Alla fine non sono mai riuscita a vederti, eppure sapevo che quei biscotti e quel bicchiere di latte nutrivano qualcuno. Comunque sia, non sono qui per chiedere niente di fisicamente tangibile, solo tanta serenità. Se davvero ci sei, da qualche parte, spero che questa lettera ti arrivi! Buone feste, anche se dovrai lavorare.
Con affetto,
Camille
Non sapendo la destinazione, preferì affidare quella consegna al destino anziché al burbero Ozzy. Ripiegò accuratamente la missiva, plasmandola a forma di aeroplanino. Una volta fatto, si recò alla porta, la spalancò, liberandolo poi nell’aria. Questo spiccò il volo. Non seppe mai dove atterò. «
Ci vediamo domani!» salutò l’altra, mentre riprendeva la borsa e si apprestava a raggiungere nuovamente l'uscita, quando si palesò davanti a lei una faccina familiare «
Ciao Marje, che bello vederti qui!» non stava a lei, ma fu sua premura occuparsi della serpina «
Ci penso io a lei, Abbey!» si rivolse alla collega prima di prendere in carico la richiesta della giovane «
Fuochi d’artificio eh…stai andando anche tu a festeggiare come si deve?» un occhiolino, un sorriso dolce e si mise a recuperare ciò che le serviva «
Ecco a te, in tutto mi devi 1 Galeone!» attese il pagamento, le passò la merce, dopodiché la congedò calorosamente «
Mi raccomando, stai attenta con quelli! Ci vediamo in giro!» un cenno con la mano, seguito da un’ultima raccomandazione «
Ricordati, per il rientro tra un paio d’ore davanti a Mielandia!» le stava simpatica quella ragazzina, sperava si divertisse assieme agli altri. Le aveva fatto piacere portali con sé al Villaggio, d’altra parte si meritavano un po’ di svago.