Di quel periodo, con l'approssimarsi del Natale, il mondo magico si risvegliava nell'estasi di sorprese, iniziative ed eventi a non finire. Favorito com'era geograficamente, tra l'altro, il Villaggio di Hogsmeade somigliava sempre più ad un paese delle fiabe - la neve era la chiave vincente, velava i tetti a spiovente del bianco più brillante, impreziosiva così l'acciottolato in sampietrini lungo le strade e i suoi sentieri più trafficati, fino a sciogliersi in cristalli di ghiaccio nelle ampie fontane marmoree che di tanto in tanto costellavano i dintorni. Era uno spettacolo, quello, cui nessuno avrebbe potuto sottrarsi. Quando i concasati avevano parlato di nuovi articoli in vendita da Zonko, proprio per l'occasione delle festività, l'attenzione di Oliver ne era stata catturata di scatto. Si era avvicinato lentamente, a passo felpato, fingendo di sistemare una decorazione di terracotta sull'abete sempreverde che avevano aggiunto in Sala Comune, al pianoterra, e così facendo si era informato a sua volta sull'argomento. Biglietti mordi-dita, scatoline che lanciavano fiocchi...no, addirittura vere e proprie palle di neve, perfino pasticche capaci di gelare all'immediato, tutto suonava per lui come un divertimento di cui avrebbe voluto essere partecipe, e che per un motivo o per un altro si costringeva invece a tenere ben distante. Quando però qualcuno aveva accennato ad un curiosissimo carbone fumoso, sulle note dolci, il Caposcuola Grifondoro non aveva più resistito.
«Vi accompagno io, se andate.» Si era rivolto così, in fretta, con uno gnomo decorativo stretto stretto nella mano destra, impaziente com'era di tornare sul rametto d'abete al quale era stato destinato. Così il giorno dopo era pronto, aveva recuperato il cappotto più pesante che aveva e agghindatosi com'era dell'inseparabile sciarpa rosso-oro, aveva seguito gli altri concasati verso il Sobborgo di Hogsmeade. Da lì in poi raggiungere il negozietto di Zonko non risultò difficile, quasi tutti loro conoscevano ormai a memoria la strada: nonostante le continue lamentele di Mastro Gazza, gli articoli più scherzosi di quel luogo continuavano ad essere acquistati dagli studenti più disparati, portandoli con sé al Castello di Hogwarts di soppiatto. Avrebbe fatto lo stesso anche lui, poco ma sicuro. Lasciò che gli altri conversassero tranquillamente tra loro, allacciandosi di tanto in tanto con uno o più semplici commenti, appena di sfuggita. Lo sguardo catturava le figure dell'una e dell'altra, mentre il cuore batteva al desiderio di lasciarsi andare, di partecipare alla semplicità del momento. Adocchiava Emma, tra tutte, fino a rivolgere continuamente un sorriso gentile: era una delle ultime arrivate tra le schiere rubino, e lui... lui ne era stato felicissimo. L'altra non avrebbe potuto saperlo, ma il suo era stato l'ultimo Smistamento cui Oliver Brior, Caposcuola di Hogwarts, aveva scelto di assistere. A distanza di tempo sapeva di aver fatto bene, provava già profondo affetto nei riguardi dell'altra. Così, quando sentì gridarle un avvertimento comune -
Chi arriva per ultimo è un Troll - intimamente si accorse di un cenno improvviso di adrenalina, così come di vera aspettativa. Si fermò rapidamente, a pochi metri dall'ingresso di Zonko. Corri, si diceva. Corri, corri, corri.
Corri anche tu, arrivò a gridare tra uno e più pensieri. Senza preoccuparsi di essere visto, senza soliti timori, alla fine scattò a sua volta. La bacchetta magica, fulminea, sollevò dietro di sé una valanga di neve, lasciando che precipitasse dai tetti delle case nei dintorni. Cercava infatti di guadagnare velocità e porre un ostacolo, ma non riuscì a capire se fosse arrivato tra i primi o meno a destinazione: Emma, infatti, era di certo prima di lui. Così Oliver sorrideva, bizzarramente felice.
«No, non sono io un Troll.» Ammiccò, spensierato. Poco dopo seguì a sua volta gli altri all'interno del negozio e come sempre restò deliziato dagli articoli in esposizione - scaffali coloratissimi, girandole caleidoscopiche, pipe e sigarette alle erbe magiche, e tutta una serie di giocattoli che Oliver in gran parte aveva a sua volta accumulato nel corso degli anni. Privo com'era di un'ironia vera e propria, non aveva mai disdegnato cose come quelle, e in effetti poco dopo aveva le mani piene di sacchetti, pacchettini e scatole in bella vista. Dopo gli altri, poggiò tutto sul bancone principale.
«Un'iniziativa sorprendente. Per noi, s'intende... per il Custode un po' meno.» Ora capiva da dove fossero arrivate le palle di neve incantate alla Torre d'Astronomia, il giorno prima.
«Prendo questi, grazie.» Caramelle Rudolf, due Confezioni Spara-Neve, una di Pastiglie Ghiaccioline e tre blocchetti di Carbone dolce-fumoso, mentre già pensava a come sistemare tutto sotto il cuscino di Penny, nel dormitorio condiviso. Non appena rivelata la somma esatta per la spesa, avrebbe semplicemente arrotondato a sei Galeoni, lasciando il resto di mancia. Prima di uscire, si guardò attorno con un sorriso.
Per facilitare i calcoli dovrebbe essere:
Confezione Spara-Neve x2 (4 Galeoni)
Caramelle Rudolf (4 Falci)
Carbone Dolce-famoso x3 (18 Falci)
Pastiglie Ghiaccioline (5 Falci)
Totale = 5 Galeoni, 10 Falci; arrotonda pure a 6 Galeoni