La venditrice ambulante, Quest fissa

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view post Posted on 6/8/2014, 17:18
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Il Fato

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Come ormai faceva da decenni e decenni, diventando parte integrante delle vie che usualmente percorreva, la venditrice arrancava portandosi dietro quel bancone mobile; ricurva sotto il peso degli anni, camminava lentamente ma con dignità e molto spesso era quel particolare ad attirare lo sguardo dei passanti più che il carico che recava con sé, giudicato troppo spesso di scarso valore.
Eppure a qualcuno era stato concesso il privilegio di osservare e riconoscere alcuni oggetti tra i più preziosi, pochi occhi attenti ed intenditori o semplicemente intelletti curiosi e bendisposti nei confronti di una vecchia come lei; una manciata di eletti, ma a lei andava bene così: ciò che ricercava non era vile denaro, bensì rarità ed unicità.
In questo modo non veniva mai delusa.. e neanche i suoi clienti.
Non aveva fatto che pochi passi in quel vicolo ombroso quando una voce di donna le giunse alle orecchie; ce l'aveva chiaramente con lei, ne era consapevole, tuttavia non si voltò lasciando che fosse l'altra ad avvicinarla più direttamente: faceva parte del mistero.
Un'occhiata sommaria alla giovane, di cui registrò solamente la chioma fiammante, e subito davanti agli occhi si ritrovò una chiave argentea, di buona fattura che sicuramente era stata lei a venderle, come le parole della ragazza confermarono poco dopo.
« Beh buon per te ragazza. » Replicò asciutta la venditrice, fermandosi e riposando un poco la schiena scricchiolante.
« E perché lo vieni a dire proprio a questa vecchia qui? »
Si grattò distrattamente il dorso della mano sul quale era presente un leggero sfogo prima di poggiare lo sguardo indifferente sull'interlocutrice.
« Se cerchi altre perle di saggezza, sappi che non ne ho da dispensare al momento. »
Era una venditrice, viveva di commercio, ma ancor più viveva di giochi e sfide, l'avrebbe capito questo la giovane Corvonero?

 
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Jessica A. Evans
view post Posted on 8/8/2014, 10:42




« E perché lo vieni a dire proprio a questa vecchia qui? »
Jessica sbatté le palpebre due volte, ritraendo lentamente il palmo e riportando la chiave al sicuro nella tasca del mantello. Non rispose, ma si chiese come mai quella vecchia si dimostrasse così restia. Dalle sue rimembranze le era parsa una cacciatrice di tesori inestimabili, pronta a tutto, a qualsiasi scambio, per ottenere ciò che si era prefissata. Che l'età giocasse brutti scherzi?
"Beh, questa chiave un tempo le apparteneva. L'ho barattata con un arco di Centauro di ottima fattura" mormorò soppesando le parole. Se quella era una sfida, o semplicemente la mendicante non aveva voglia di barattare, alla Corvonero non importava. Aveva un obiettivo da raggiungere e solitamente quel che voleva, si prendeva. Fece un passo indietro e osservò la raggrinzita donna piegata, ma non spezzata dal passare degli anni, grattarsi uno sfogo sulla mano e pensò che dovesse avere gran forza e grandezza di spirito. Possibile che una signora di tale lignaggio fosse sfiancata dalla propria scelta di vita?
« Se cerchi altre perle di saggezza, sappi che non ne ho da dispensare al momento. »
Jessica non poté evitare di ridacchiare, abbassò lo sguardo ai suoi piedi per qualche secondo e quando lo rialzò il suo bel viso era dominato da un ghigno. Incrociò le braccia e spostò il peso sulla gamba destra, in attesa, quasi sfida. Si protese verso l'anziana donna. "Oh no, mia signora, no. Non cerco affatto perle di saggezza. Verba volant, dicevano gli antichi. E nel tempo di tanto sapere rimasto fluttuante a mezz'aria, nessuno avrà mai memoria". si protese verso la vecchia, lo sguardo acceso di bramosia. "Quel che cerco è una sfida, mettermi in gioco. E ho rimembranza di come ho dovuto pagare il mio debito con voi, e sono sicura che potete offrirmi quel che cerco". Fece un passo avanti e si avvicinò alla mercanzia. "Son già stata vostra cliente, so che tra questi oggetti si nascondono segreti di valore, mi dica solo cosa posso offrire in cambio del vostro sapere. Perché solo portando a termine un'impresa, la saggezza di cui parlavate, verrà ricordata negli anni". Si zittì e indietreggiò, attendendo la risposta della sua interlocutrice. Districò le braccia dal petto e automaticamente la mano destra si serrò attorno alla chiave argentea nella sua tasca, sentendola quasi fremere...
 
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view post Posted on 8/8/2014, 14:13
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Il Fato

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Fu ben visibile sul volto della giovane l'attimo di incertezza che la colse quando la venditrice si dimostrò del tutto disinteressata alla questione; non era impazzita improvvisamente, nient'affatto, non era mai stata così lucida.
La vecchia corrugò la fronte, pensava forse che non si ricordasse di averle ceduto lei stessa quella chiave? Povera sciocca, lei ricordava ogni singolo scambio, ogni oggetto che fosse passato sotto le sue rugose mani e in qualche caso anche i volti dei clienti.
« Mi pare ovvio, quello era il suo prezzo. » Voleva forse abbindolarla con le parole? Buon cielo, la donna era una commerciante da quando aveva memoria, le parole erano il suo forte; forse la bella rossa avrebbe fatto meglio a cercare un altro campo in cui batterla, che dimostrasse un poco di astuzia e forse la vecchia si sarebbe dimostrata più collaborativa.
Osservò a lungo il ghigno chiedendosi se finalmente avesse compreso le regole del gioco, ma poco dopo le parve solo che quella ragazza volesse prendersi gioco di lei;
*ah, i giovani. Che vi insegnano al giorno d'oggi?* Solo un po' di latinorum?
« Eppure ricordi ancora le mie parole, abbastanza da essere tornata a cercarmi. Ciò dimostra come queste abbiano un discreto potere se pronunciate con giusto tempismo, non trovi? »
Dubitava tuttavia che la ragazza avrebbe compreso quel che voleva dirle, l'unica cosa che andava a ricercare era il piacere della sfida, la passeggera sensazione di pericolo, la miscela inebriante di pericolo e adrenalina; da cosa fuggisse non avrebbe saputo dirlo e di certo non le importava.
« Proprio perché sei già stata mia cliente sai che non sono altro che una vecchia, tutto quel che possiedo sono queste stanche membra e la mia mercanzia. » Lei vendeva oggetti, non sapere; il fatto che talvolta le due cose combaciassero non poteva essere un'innocente e squisita coincidenza?
« Quindi desideri comprare qualcosa oppure stai solo sprecando il mio tempo? » Non era suo compito rendere le cose più semplici, i clienti dovevano dimostrare di meritarsi i rari cimeli che offriva a così caro prezzo.
Non vendeva conoscenza, ma i mezzi per apprendere. Quale degli oggetti esposti, se ve ne era uno, costituiva il tassello mancante per la giovane rossa?

 
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Jessica A. Evans
view post Posted on 9/8/2014, 15:10




Trasse un profondo respiro, cercando di mantenere l'espressione più neutra possibile. Le era sembrato di essere stata abbastanza chiara sulla sua voglia di portare a compimento un accordo, o forse no? Qualunque fosse la risposta al suo dubbio, non aveva altro tempo da perdere. "MI ricordo che avete tentato di barattare la mappa che conduce al luogo che la mia chiave è in grado di aprire" disse impassibile. "Sono tornata per ottenere quella mappa. Quindi sarei lieta di sapere cosa volete in cambio". Se l'anziana signora stesse cercando di confonderla con atteggiamento contraddittorio, o se stesse solo cercando di attrarre la sua attenzione, Jessica non poteva saperlo. Con lo sguardo aveva scansionato accuratamente la mercanzia della donna, nel tentativo di risvegliare la memoria e ricordarsi con precisione quale mappa le era stata offerta in passato. Non poteva certo farsi raggirare con ingenuità e leggerezza...
 
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view post Posted on 9/8/2014, 23:48
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Il Fato

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« Mia cara... » Un sospiro, il tono a metà tra l'infastidito ed il dispiaciuto. « Non metto in dubbio la tua memoria, è la mia che ormai non è più così buona. Ho avuto sotto mano una tale quantità di mappe... come puoi pretendere che ricordi le combinazioni tra queste e le chiavi? » Il suo compito era vendere quel che il cliente decideva di comprare, da quando in qua le persone si avvicinavano chiedendo cosa un venditore avesse interesse a vendere? Il mercato era forse cambiato e nessuno l'aveva avvertita?
Rischiava che la ragazza spazientita dai suoi modi scorbutici decidesse di andarsene e mandarla a quel paese, ma era disposta a correre il rischio: i suoi articoli meritavano soltanto il meglio e finché non avesse trovato il giusto acquirente beh... se ne sarebbero stati a far bella mostra sul suo bancone.
Si sporse un poco per prendere in mano tre o quattro diverse mappe, mostrandosi in questo modo
collaborativa; doveva pur salvare le apparenze.
« Guardale un po'... magari c'è qualcosa che ti interessa, vedi ci sono alcuni nomi... Picco del drago cornuto.. no, cosa c'è scritto? Ca-nuto? Poi questa... Da-de... Deduco? Rauco domo.... leggi tu che ci vedi meglio, ragazza.
Mi ha sempre confortato sapere che ogni cosa avesse un nome: è la chiave della comunicazione, non credi?
»
C'era di sicuro un modo per capire quale fosse la mappa adatta alle pretese della fanciulla, la signora lo sapeva benissimo ma non si stancava mai di mettere alla prova i baldanzosi giovani che incrociavano la sua via; le sue giornate erano tremendamente noiose e quello era un passatempo del tutto innocuo.


Scegli la tua mappa mia cara, hai tutti gli elementi per capire quale sia quella giusta ;)

 
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Jessica A. Evans
view post Posted on 12/8/2014, 09:27




Ebbene, l'avrebbe scelta da sola. L'importante era concludere l'affare. Osservò bene la mercanzia, cercando di ignorare i balbettii della signora, evidentemente ipovedente, nel tentativo di riconoscere la mappa a cui era interessata. Anche se... Ricordava benissimo le incisioni sul dorso della piccola chiave in suo possesso, senza bisogno di estrarla nuovamente: D.D. Recava l'incisione di due gobbute lettere identiche, che probabilmente stavano per "Daereucho Domus". Solo il nome, pensò Jessica, era inquietante. Però magari, avrebbe evitato draghi sputafuoco all'arrivo alla meta descritta dal tracciato, come tristemente suggeriva un'altra stramba mappa posta alla rinfusa nel mezzo. "E bene. Allora penso proprio che baratterò per la mappa che conduce alla Daereucho Domus" mormorò sicura, indicando un pezzo di pergamena sgualcito tra la mercanzia. "Cosa volete in cambio?". Incrociò le braccia, quasi spazientita (o impaziente?), sperando che questa volta la signora capisse, senza ulterior tergiversare o giri di parole senza senso.
 
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view post Posted on 14/8/2014, 13:57
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Il Fato

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Con sfide e sotterfugi in cui aveva messo alla prova il suo talento artistico - di certo avrebbe avuto una splendida carriera da attrice se avesse avuto un poco più di fortuna - oltre che la giovane ragazza, la signora era finalmente riuscita a condurre la cliente esattamente dove voleva lei: ad una scelta.
Che fosse solamente la volontà di punzecchiare quell'animo irrequieto oppure di regalare anche qualche altra "preziosa perla" non era dato saperlo, certo era che si poteva imparare molto da chiunque, persino da una vecchia vagabonda come lei… sempre che si fosse abbastanza recettivi e aperti di mente.
La venditrice voleva capire di che tempra fosse fatta la ragazza, aveva recuperato un arco di centauro il che l'aveva compiaciuta molto, ma per la riuscita di questa seconda richiesta altri erano i requisiti di cui avrebbe dovuto disporre: tra questi, la volontà.
Che lei lo volesse, a quel punto era chiaro, ma l'anziana non poté fare a meno di chiedersi come ci sarebbe riuscita con quella parlantina irriverente che si ritrovava: in certe occasioni si necessiva di strategia, diplomazia.
Non erano comunque affari suoi, a lei importava soltanto che le portasse…
« La ciocca di un insegnante di Hogwarts. » Replicó in modo asciutto, smettendo nell'immediato i panni della rimbambita. « A cui dovrai aggiungere venticinque sonanti galeoni. »
Non poteva permettersi giochetti quando si trattava del suo compenso concreto.
« Se non ti rivedo, saprò che non ci sei riuscita. » e dicendo ció, si apprestó a rimettersi in marcia senza perdere ulteriore tempo.


Fai un ultimo post e poi muoviti come più ti aggrada per recuperare la ciocca on gdr, per ogni eventualità contattami per pm.

 
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Jessica A. Evans
view post Posted on 14/8/2014, 15:58




Il pagamento era insolito, esattamente come quello precedente. Fortunatamente a denaro non era messa male, il problema sarebbe stata la cavillosa seconda richiesta. Soprattutto perché non rientrava a scuola da parecchio tempo, e quasi non sapeva chi fossero i docenti. Come si sarebbe comportata? Che Caroline, la sua vecchia Capocasa, potesse esserle d'aiuto? Insegnava ancora a scuola? Aveva vaghi ricordi di come un incantesimo l'avesse tramutata in bambina, dopo una terribile battaglia con dei Mangiamorte, durante l'ultima missione con l'Ordine della Fenice.
C'era tempo per organizzare un piano, comunque. La vecchia non aveva dato scadenze, si era limitata a provocarla con una punzecchiante affermazione. Era sconcertante constatare come la mendicante fosse incredibilmente lucida in fatto di affari, quando poco prima sembrava una vecchia paziente del San Mungo, con modificazioni mentali da incantesimo. La giovane Corvonero ridacchiò. "E bene. I galeoni non sono un problema" mormorò, scrollando le spalle "Tornerò quando sarò in possesso di quanto desidera".
Detto questo si voltò, e chiedendosi cosa se ne facesse di tutte le ciocche dei capelli dei professori della scuola, si addentrò nella folla al chiarore solare della via principale.
 
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view post Posted on 18/1/2015, 14:53
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La mano si posò sul rigonfiamento della tasca interna del pesante mantello per assicurarsi che il prezioso gioiello fosse ancora lì al sicuro; era veramente bello, ben fatto, un prodigio dell'abilità tecnica dei folletti, adesso capiva perché quella dannata donna ci tenesse così tanto. Si chiese a quanto avrebbe potuto venderlo, se valesse la pena barattare il pendente per una vecchia mappa; le dispiaceva per quel folletto, sebbene si fosse comportato da perfetto Troll dall'inizio alla fine, però gli aveva promesso che avrebbe restituito il gioiello appena non le fosse più servito: odiava non mantenere la parola.
Con lo sguardo ispezionò le vie alla ricerca della figura di quella venditrice e quando la vide intenta a scorrazzare la sua sua merce, Niahndra allungò il passo per raggiungerla.
« Salve. » Cercò di richiamare la sua attenzione prima di estrarre il prezioso oggetto che portava con sé e lasciarlo penzolare sotto i suoi occhi. « Ieri riordinando la soffitta ho trovato questo prezioso. Stavo per venderlo ad una discreta somma quando il gioielliere ha millantato qualcosa in merito allo smisurato valore di un pendente della foresta: è così che mi sono ricordata di voi. » Che l'avesse trovato in soffitta era una bugia bella e buona - *E si continua sulla cattiva strada, complimenti.* - ma non le interessava che la donna non le credesse, anzi. « Se non sbaglio eravate molto interessata. Non ricordo tuttavia cosa mi aveste offerto in cambio. » Corrugò la fronte come se stesse veramente cercando di riportare alla mente quel giorno lontano.

Link alla quest per recuperare il pendente.

 
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view post Posted on 21/1/2015, 02:52
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La vecchia venditrice stava sistemando, anche quel giorno, la sua mercanzia. Altre persone si erano avvicinate al suo bancone, alcuni chiedendo soltanto una bevanda, altri mostrandosi interessati alle sue chiavi e alle sue mappe. Per fortuna padroneggiava alla perfezione l’incantesimo Gemino e poteva fabbricarne quante copie voleva, in modo da riuscire ad ottenere molto più guadagno con il minimo sforzo. Si guardava bene, tuttavia, dal rivelare questo dettaglio ai suoi clienti: tutti gli oggetti erano opportunamente celati, grazie ad un incantesimo di estensione irriconoscibile, nella borsa che teneva disillusa al suo fianco, in modo che occhi indiscreti non potessero notarla. Ne tirava fuori uno per tipo soltanto e li sostituiva quando il cliente se n’era andato. Così loro avevano l’impressione di aver acquistato qualcosa di terribilmente raro e lei si arricchiva facendoli contenti. E gongolava in maniera spropositata quando un cliente tornava, magari per comprare altro. E gongolò ancora di più quando notò una ragazzina, la stessa che aveva voluto fare la furba tempo prima e mostrare di essere estremamente intelligente. Se era tornata, evidentemente, la sua mercanzia l’aveva colpita. Bene, benissimo, non aspettava altro che metterla in difficoltà e farle pagare la sua sfacciataggine. Attese che la piccola le giungesse davanti, senza lasciar trapelare la sua soddisfazione: avrebbe permesso a lei la prima mossa e si sarebbe adeguata. Ascoltò tutte le sue parole senza interromperla e per poco non scoppiò a ridere: l’aveva trovato in soffitta? Non ricordava in cambio di cosa volesse cederlo? Bene, ora gliel’avrebbe provato.
-Storia interessante, bambina, te ne do atto. E ora dimmi… se quello che mi dici è vero… perché dovrei volerlo? Se l’hai trovato a casa tua e non sai da dove provenga, per quanto ne sappiamo potrebbe essere stato rubato e nascosto. Perché dovrei rischiare di tenermi qualcosa di rubato? E poi, in cambio di cosa? Cosa vorresti ottenere? - Ci pensò un istante, poi decise di essere clemente… ma solo in parte
-Il massimo che posso darti per quel pendente è questa mappa- considerò, mostrandole la mappa che recitava, sul sigillo “Picco del Drago Caduto” -tuttavia, una volta giunta lì, non potrai fare nulla senza la chiave, come già ti dissi l’altra volta…e anche quella è in mio possesso, per tua fortuna. Non sarò io, però, a dirti quali di queste due chiavi è collegata a questa mappa. Se davvero ti interessa, sarai certamente in grado di capirlo da sola. O dovrò dedurne…- concluse sicura -che tu non sia poi così intelligente come vuoi farmi credere….-


Ormai che siamo su questo tono.... xd
 
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view post Posted on 21/1/2015, 22:54
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Sarebbe stato difficile? Merlino solo sapeva quanto.
Avrebbe rimpianto l'odioso folletto? Altamente probabile.
Quella donna era una megera e le stava tirando una fattura di mano? Assolutamente sì.
Ma non poteva lamentarsi, aveva iniziato lei quel gioco prima ancora di essere sicura di saperlo gestire; non era quello il suo difetto principale? Pensare di essere sempre un passo avanti a tutti (
*Non tutti tutti.*): stolta e superba. *Finirai per batterlo quel muso da schiaffi.* Fino ad allora non se ne sarebbe preoccupata.
Neanche aveva considerato l'eventualità che la signora le credesse in merito alla soffitta, ma sul gioielliere avrebbe fatto meglio a darle retta perché la Alistine non era esattamente il tipo da affibbiarle in mano una potenziale fonte di guadagno.
Inspiro ed espirò lentamente, lasciando che l'aria gelida sibilasse tra i denti.
« Fingerò che non abbia appena dato ai miei familiari dei delinquenti. »
La donna doveva aver intuito che Niahndra non si sarebbe accontentata di uno scambio tranquillo e dunque giocava sulla difensiva, anche se la sua difensiva prevedeva l'insulto: d'altra parte, non era successa la stessa cosa anche la volta precedente? La Tassorosso non si meravigliò, anche se quella saettata bruciava proprio come se avesse avuto una famiglia da offendere.
*Ti rendi conto di quanto sia ridicolo vero?*
Ciò nonostante si stupì quando la venditrice consciamente o inconsciamente che fosse abboccò all'amo dicendole tutto quello che aveva da dire sull'argomento; la ragazzina gettò una rapida occhiata alla merce, stringendo al contempo le dita intorno all'amuleto.
« Ah la mappa, giusto. » Annuì stancamente, monocorde. « Permetta che sia io a fare considerazioni ora e mi corregga se sbaglio: lei non può né attestare l'attendibilità di tale cartina, né affermarne l'unicità, dico bene? » Come poteva lei, fanciullina sventurata, dare per scontato che quella mappa l'avrebbe veramente condotta in un posto sconosciuto o che quel luogo fosse effettivamente sconosciuto?
« Su una cosa ha ragione però, sono veramente piccola e inesperta; le avrei ceduto veramente questo pendente, in modo così ingenuo! Certo... questo prima di avere la fortunata idea di far fare una stima del suo valore da qualcuno di qualificato. » Gli angoli della bocca si incurvarono all'ingiù come a dire che le dispiaceva per la sfortuna che la simpatica vecchietta aveva avuto. « Pur non potendo avere un'idea precisa del suo valore, dubito che quella mappa si avvicini a tale somma. » Continuò ostinatamente a tenere lo sguardo sollevato e non posarlo sul bancone ambulante, doveva veramente mostrarsi disinteressata. *E devi arrivare al punto, magari.*
« Il caso vuole che io non sia troppo veniale, sono sicura che possiamo veramente trovare un accordo. »
*Il punto, Niah, il punto.* « Avrei una proposta, tra l'altro, se volesse sentirla. »

Sono partite male dall'inizio, tanto vale continuare

 
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view post Posted on 23/1/2015, 03:51
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Quella ragazzina era veramente stupida. Si fermava sempre ai primi significati delle parole, senza chiedersi se le persone volessero intendere altro. Ma, in fondo, cosa mai avrebbe potuto pretendere da una nanerottola di massimo undici anni? Chi mai aveva parlato di genitori? Lei voleva semplicemente intendere che non avrebbe mai preso un oggetto di cui non era accertata la provenienza, non voleva di certo rischiare di avere guai nel caso fosse stato rubato. E a rubarlo poteva essere stato chiunque, per quanto la riguardava. Magari quella ragazzina stessa, magari i suoi genitori… o magari lo avevano solo acquistato da qualcuno che lo aveva rubato a sua volta. Una cosa era certa: finché non avesse accertato la provenienza di quell’oggetto, non l’avrebbe accettato. Se era davvero stato forgiato da un folletto, e uno qualsiasi degli appartenenti a quella specie fosse venuto a saperlo si sarebbe imbarcata in una discussione infinita. Lo osservò attentamente: in effetti, la fattura sembrava proprio quella di un gioiello opera dei folletti. Trattenne l’impulso di allungare la mano per afferrarlo, non era così che sarebbero dovute andare le cose: quella ragazzina avrebbe dovuto cederle il pendente, e lei in cambio le avrebbe dato la mappa, semplice e lineare. Eppure, per la prima volta da quando si era insediata in quel di Hogsmeade, qualcuno la stupì, rifiutando di cedere subito il pendente. La ragazzina cominciò a tirarla per le lunghe, blaterando di stime,valore, ingenuità e chissà che altro. E perché non anche valore affettivo? In fondo aveva detto di averlo trovato in soffitta, in casa della sua famiglia… una cosa così preziosa avrebbe dovuto contare molto per loro. E di certo i suoi genitori non sarebbero stati così incoscienti da cederlo a cuor leggero, se avessero avuto problemi di denaro. Assottigliò le labbra: quella ragazzina credeva davvero di poterla prendere in giro. Ma lei non si sarebbe fatta fregare, nossignore. Sapeva esattamente cosa rispondere a chiunque, non era un problema. Una proposta? Cosa mai poteva proporle quella ragazzina? Viste le sue parole, una mezza idea le era anche venuta, ma sarebbe rimasta composta e in silenzio, senza far trapelare nulla e, soprattutto, senza darle la possibilità di intuire che, per quanto la riguardava, la decisione era già presa. Sistemò meglio di fronte a lei i cibi e le bevande che vendeva a chiunque gliele chiedesse, quindi lanciò una nuova occhiata alla ragazzina.
-Racconto interessante. E chi ti dice che la cessione di questo pendente che ti sei tanto preoccupata di far stimare non ti porti a ottenere molto di più? I miei clienti non si sono mai lamentati della mia mercanzia, alcuni sono anche tornati a fare nuovi acquisti e non vedo perché proprio questa mappa dovrebbe fare eccezione. Faccio sempre molta attenzione agli articoli che metto in vendita.- Tacque, volendo aggiungere altro, ma di colpo si fermò
-Ma visto che ci tieni tanto a farmi la tua proposta, parla, poi ti dirò come la vedo io.-
 
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view post Posted on 25/1/2015, 15:39
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Il silenzio vale veramente più di mille parole.
La vecchia non aveva risposto alla sua domanda e stranamente non l'aveva neanche insultata, si era limitata a glissare sull'argomento dando in questo modo conferma alla ragazza: se Niah non poteva - o non voleva - provare l'origine lecita - più o meno, visto che aveva mentito - del pendente, neanche la venditrice poteva confermarle che la mappa fosse un pezzo unico e affidabile.
« Se sono qui, signora, è proprio per fare affari, lei di certo se ne intenderà più di me visto che è il suo mestiere. Forse non mi sono spiegata, io voglio ottenere molto di più. » Utilizzò appositamente le parole pronunciate dalla mercante. « Qualcosa in più rispetto a quella mappa, che come saprà, già l'altra volta catturò il mio interesse. » Perché negarlo? Non sarebbe stata lì altrimenti.
« Magari una ragionevole somma di denaro per compensare la differenza? » Dovette sforzarsi per non fare una smorfia, un po' le scocciava fare la parte della faccia di bronzo che cerca di spillare soldi a destra e a manca, ma voleva vedere fin dove avrebbe potuto spingersi. Aveva commentato con noncuranza, giusto per spiare l'eventuale reazione della donna, sentire se fosse d'accordo o se l'idea al contrario la disgustasse quanto disgustava Niahndra.
Era veramente quella la sua proposta? Il suo fine? No, ma con ogni probabilità l'altra non avrebbe potuto saperlo.

 
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view post Posted on 30/1/2015, 13:38
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La donna squadrò, per l’ennesima volta, la ragazzina dall’alto in basso. Cominciava a credere di essere LEI quella che non si spiegava, quella ragazzina sembrava non capire le sue parole… o non volerle capire. Ma forse la credeva fin troppo maliziosa, in fondo una bambina non avrebbe mai corso il rischio di avere discussioni con qualcuno più anziano di lei. O almeno, fu quello che credette finché non la sentì parlare. Molto di più? Stolta! Non poteva quantificare con esattezza il tesoro che celasse quella mappa, ma doveva essere certo considerevole, dato che nessuno era mai tornato da lei a lamentarsi. Quindi non avrebbe accettato alcuna proposta. Tantomeno una che richiedesse, da parte sua “una ragionevole somma di denaro”. Cosa intendeva, quella ragazzina, con “ragionevole? Per lei “ragionevole” significava niente, neanche uno zellino bucato, ma probabilmente, la piccola non la pensava così. La osservò con cipiglio severo, quindi parlò:
-Ragazzina, mi credi così disperata? Fino a prova contraria sei tu che sei venuta a cercare me, sia la prima volta, sia oggi. La mia offerta te l’ho fatta: per quel pendente ti darò solo quella mappa. E non ho intenzione di trattare. Se non ti va bene- fece una pausa, intenzionata a permettere che la sua interlocutrice capisse senza fraintendimenti di sorta -puoi tornartene da dove sei venuta, col tuo pendente, ma senza la mappa. Non mi strapperò i capelli per non aver concluso una trattativa, non preoccuparti- concluse con un sorriso storto. Era stata più chiara, ora? Sperava di sì. Ora la scelta era soltanto di Niahndra.
 
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view post Posted on 1/2/2015, 21:58
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Niahndra fece spallucce stringendosi in quelle alucce da colibrì e tentando di non assumere un'espressione troppo sconcertata come se dopotutto non capisse veramente perché quella venditrice stesse perdendo le staffe; dondolò un paio di volte sui piedi e registrò bene le parole dell'altra: ci aveva messo un po' prima di rivoltarsi malignamente e chiuderle la bocca, per un attimo la Tassina aveva quasi creduto che l'avrebbe lasciata fare e si era chiesta come mai la vecchia avesse aspettato così tanto. Forse, si spinse a pensare, l'idea di un'eventuale trattativa non era così remota - era il suo lavoro, in fondo! - ma di certo non si sarebbe abbassata a "fare affari" con uno scricciolino come Niah. *Forse il tono...* Forse sì, forse avrebbe preferito la vocina gentile ed innocente quanto fasulla.
Nel petto tuttavia, accanto a quel guizzo di vergogna che aveva provato nel chiedere "la discreta somma di denaro" per testare la donna, si pasceva un calore diverso, indomito, divertito, tremendamente infantile che si compiaceva del tempo che stava facendo perdere alla venditrice; non capiva assolutamente il motivo, qualcuno avrebbe persino potuto presupporre che la studentessa avesse qualche problemino in testa di troppo e molto probabilmente era così: niente di troppo evidente, niente di diagnosticato, ma era possibile che sentirsi abbandonati e non voluti da nessuno per undici lunghi anni portasse direttamente all'assurdo bisogno di rimanere bambini e sì, ogni tanto mettersi a fare i capricci, imporre la propria presenza, farsi
sentire in un modo o nell'altro come a dire "ci sono, sono una persona anche io".
« È un gran peccato, però ha ragione lei ovviamente. » Si chinò sul bancone e lasciò scivolare il pendente per poi sollevare la mappa. « Daereucho Domus... no era l'altra. » Prese quella giusta e successivamente si mise a cercare la chiave; se la signora l'aveva sfidata a collegare giustamente cartina e chiave, doveva esserci un modo. Ne trovò solo un paio: una con scritto "dove il rettile dorme, il rettile nuota" qualunque cosa significasse e un'altra con riportato solamente "D. D." *Come Daereucho Domus?* Poteva essere quella la soluzione? La cosa la sconfortava un po', perché significava che quella giusta fosse la prima ma non aveva neanche mezza idea di cosa volesse dire con quella scritta. « Il rettile? Oh... il Drago del picco del "Drago Caduto"? » Alternò lo sguardo dalla chiave alla mappa.
« Per questa chiave, questa che sembra un ornamento, cosa si aspetta? Gli orecchini in tono? » Sperava di no, non avrebbe avuto il fegato di tornare da quel Folletto e chiedergli "gli orecchini della foresta", sospettava che le avrebbe sputato in un occhio o tirato un calcio negli stinchi.

 
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