Si stringe nella giacca scura, un gesto che è al tempo stesso protezione dalle temperature pungenti dell'autunno e il tentativo di infondersi coraggio. Hogsmeade ha un aspetto tranquillo da cartolina, con le piccole case dal tetto a punta che sfilano ai lati della strada, ma Jolene sa che, proprio come in una graziosa panoramica, l'idillo è solo di facciata. Non se l'è mai scordato nemmeno per un minuto, dal giorno della tragedia, e la memoria la mantiene vigile. La situazione è sopportabile quando le strade del villaggio non sono affollate, così, quando ci va, fa attenzione a scegliere giorni ed orari in cui prevede di incontrare poca gente.
Passi solitari la portano a transitare di fronte a Mielandia, cui lancia un'occhiata da cui si direbbe che si aspetti di vedere di nuovo la vetrina sfondata e il marciapiede insanguinato, come quella volta. La magia rende incredibilmente semplice l'operazione di riparare gli oggetti: anche il cristallo più fragile può essere riportato allo splendore dell'interezza da una mano ferma e una buona concentrazione; Jolene è più solida del vetro, eppure la magia non può niente contro i segni che continua a portarsi appresso come un bagaglio troppo pesante.
Distoglie lo sguardo dal negozio di dolci, per sicurezza volta del tutto la testa dall'altra parte. Prosegue, e anche se è venuta al villaggio con il preciso intento di comprare dei libri decide di fare il giro largo. Nemmeno a lei è chiaro il perché, probabilmente vuole solo dimostrare a se stessa che è in grado di passeggiare per quelle strade, riacquistando familiarità anche in quella giornata che è cominciata avversa fin dalle prime ore del mattino, quando troppo presto ha scoperto di non riuscire più a dormire. Ne porta i segni in due mezzelune scure sotto agli occhi, e in generale il suo è un aspetto piuttosto disordinato: i capelli raccolti in fretta in una coda di cavallo, sotto alla giacca il lungo maglione di lana scura gettato sopra ad un paio di pantaloni che invece si rivelano troppo leggeri per il tempo.
È abituata a guardarsi intorno con attenzione vigile, ed è così che si accorge della venditrice. Probabilmente non le farebbe molto caso, se non fosse che un preciso interruttore scatta improvvisamente nella sua testa, riportando in superficie un ricordo di più di un anno addietro: il Testa di Porco, una stanza meno lurida delle altre e Rowena Abyss, ferita e coperta del sangue gocciolato anche sul biglietto che le aveva mandato fino a Hogwarts. Aveva avuto bisogno del suo aiuto, Jolene aveva richiuso lo squarcio che si era procurata nello scontro con un drago. Stando alle parole della donna, era avvenuto tutto per causa di una venditrice ambulante che girava dalle parti di Hogsmeade e commerciava strane mappe a prezzi ancora più singolari.
Attratta da un istinto di cui non saprebbe dare conto, Jolene cambia la propria rotta e si dirige verso la donna. Non può avere la certezza che Rowena parlasse proprio di lei, pur essendo un centro piccolo Hogsmeade accoglie un via vai notevole di Maghi, Streghe e Creature. Tuttavia ci sono abbastanza probabilità per tentare, e non intende sprecare l'opportunità.
«Buongiorno, signora.» Esordisce così, la curva leggera sulle labbra ricorda un sorriso di cortesia. Non si aspetta nulla di buono da una donna che ha mandato al macello una sconosciuta, tuttavia sa che la gentilezza è sempre un buon biglietto da visita; e poi, è abituata così. Un improvviso brivido di freddo le fa stringere più forte le braccia intorno al busto, ma anche se il suo corpo si mostra chiuso e riluttante al contatto la voce non la tradisce, invece si mantiene leggera.
«Vorrei prendere un bicchiere di vin brulè, per piacere.» Comincia a frugare nelle tasche alla ricerca di qualche spicciolo. Nel mentre, fa una domanda che le interessa decisamente di più:
«Non ricordo di averla mai vista da queste parti, che cosa vende?». Per un istante osserva la strega, abbassa poi lo sguardo su quanto realmente commercia. Spera che, come ogni venditore che si rispetti, anche questa donna sia ben disposta a presentare i suoi prodotti. Quali erano i prezzi di cui le aveva raccontato Rowena? Archi di centauri e ciocche di capelli, se ricorda bene. Cerca di definire un'espressione adeguata che possa mostrare nel caso in cui la donna elenchi davvero qualcosa di simile, e si domanda se è il caso di farle sapere che le hanno fatto pubblicità. La guarda di sottecchi, all'apparenza la sua è un'attesa perfettamente calma.