La venditrice ambulante, Quest fissa

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view post Posted on 15/11/2020, 23:13
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Il Fato

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L’anziana donna se ne stava china su se stessa, avvolta in un mantello ambrato, logoro e consunto. Le dita nodose si muovevano velocemente, impilando sul palmo aperto della sinistra le monete che aveva guadagnato finora, per poi infilarle con cautela nella saccoccia che le pendeva attorno alla vita. Lanciava rapide occhiate sulla via vai di gente che le passava vicino, giusto per assicurarsi che nessun ladruncolo provasse a sgraffignarle qualcosa da sotto il naso adunco. Stava per raccogliere una manciata di zellini che teneva in una scatolina di legno sotto il banco, decisa a ripetere la medesima azione quando una giovane le si avvicinò. Gli occhi scuri e piccoli, disegnati tra una ragnatela di rughe, si accesero d’interesse una volta che incontrarono il viso fresco di Jolene.

-Buongiorno a te cara…-

Masticò le parole sorridendo bieca

-Un bicchiere di vin brûlé? Certo, certo…-

Si sollevò con una sorprendente agilità dalla seggiolino in legno in cui stava accomodata e claudicante mosse pochi passi verso un calderone in peltro che aveva visto tempi migliori. Lo scoperchiò, lasciando che odore di spezie e cannella riempissero l’aria, verso poi con un mestolo la bevanda in un bicchiere di carta che aveva preso da una pila lì accanto. Con la mano libera tornò a coprire il calderone, allungandola in seguito in direzione di Jolene e dichiarare con una voce gracchiante, il prezzo di quel servigio.

-Sono tre zellini.-

Era palese che Jolene non avrebbe mai visto il suo bicchiere di vin brûlé fintanto che le monete non fossero state consegnate. Rispose alla sua domanda una volta che li strinse in mano, illustrando i suoi prodotti e cercando di spacciare anche qualche biscotto come accompagnamento alla bevanda calda.

-Vin brûlé, biscotti, che tanto ci stanno bene sai? Poi qualche oggetto particolare vedi…-

Fece scivolare la mano come a sfiorare le diverse mappe e le chiavi che aveva esposte, per poi ritrarla con un gesto brusco e tornare a sedere, sistemandosi il mantello attorno alle spalle.

-Ma hanno un prezzo, se possiamo dire, particolare. Vuoi che te lo illustri?-

Un sorriso abbozzato venne stirato tra le labbra sottili, il volto impregnato di rughe, si tirò appena mentre gli occhi scuri, cercavano di capire se la donna fosse lì davvero solo per un bicchiere o se fosse arrivata interessata ad acquistare anche altro.


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view post Posted on 16/11/2020, 22:40
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Jolene non toglie gli occhi di dosso alla vecchia venditrice, nel suo sguardo brilla una curiosità che si accende sempre più vivace ad ogni nuova battuta. Si fa presto un'idea di chi ha di fronte, perché l'aspetto dimesso e la ragnatela di rughe non riescono a nascondere quanto la donna sia ancora arzilla, anche alla sua età. D'altronde, rimanere in affari così a lungo deve richiedere non poca maestria.
Trova alcune monete nella tasca sinistra della giacca, e lascia cadere il dovuto nella mano della donna prima di stringere le dita intorno al bicchiere che le porge. Subito si sente riscaldare, e inala l'inebriante profumo speziato del vino. Basta quello, con i dolci ricordi che si porta dietro, a farle abbassare un po' le difese.
Tuttavia, rifiuta i biscotti: «Sono a posto con il vino, grazie. Ma do volentieri un'occhiata agli oggetti, è la prima volta che vedo qualcuno offrire solo mappe e chiavi. Si direbbe che vende la strada per dei tesori». Le sorride, prima di prendere un primo, lungo sorso della bevanda appena acquistata. Se la prende comoda, il tempo di gustare, assieme al vino speziato, anche la certezza di aver davvero trovato la venditrice di cui le aveva parlato Rowena. Una mappa e una chiave, aveva comprato la donna, e ora Jolene si domanda quale, tra quelle esposte, avesse scelto. I fogli non le dicono molto, ma potrebbe giurare che la giornalista non avrebbe mai preso la vistosa chiave dorata e ricoperta di brillanti. Decisamente, quella si adatta di più a lei.
Jolene cerca di non far trapelare nulla della sua consapevolezza. Regola la propria espressione su un livello non sospettabile di curiosità, il viso di una qualunque giovane ragazza che abbia del tempo da perdere tra oggetti che le facciano sognare avventure piratesche. Non è difficile entrare nel personaggio, perché Jolene è realmente intrigata: si dice che deve fare attenzione ed evitare di cacciarsi nei guai, ma la verità è che, messa di fronte alla concreta possibilità, non aspetta altro.
Ha già qualche idea di quali possano essere i prezzi, ma, nondimeno, annuisce alla proposta dell'anziana. «Prezzo particolare? La prego, mi spieghi.» Scruta uno a uno gli oggetti che ha di fronte, ma allo stesso tempo tiene le orecchie bene aperte per non perdersi nemmeno una parola.

 
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view post Posted on 17/11/2020, 23:28
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Gli occhi piccoli si posarono su Jolene ad udire quelle parole. La giovane aveva visto giusto e nascose un sorriso, che la vecchia pensò furbetto, dietro ad un sorso della calda bevanda. Non era lì per caso Jolene, e l’anziana sembrava averlo intuito. Eppure stette al gioco

-Forse mia cara, forse…-

Intrecciò le mani grinzose tra loro, attendendo che gli occhi di lei si fermassero su un qualche oggetto in particolare. Notò che aveva preso del tempo ad osservare le chiavi, ma non disse nulla a riguardo, fin tanto che, non venne esortata a proseguire.

-Per ottenere alcuni di questi oggetti mi servono altri oggetti, una forma di pagamento che forse voi giovane non conoscete più ma che ai miei tempi andava molto di voga. Un baratto ecco.-

Si umettò le labbra grinzose, per poi continuare

-Diciamo che sono una collezionista, ma la mia età non mi permette più d’avventurarmi nel mondo magico come vorrei. Ad esempio la chiave dorata la cederei volentieri in cambio di una pietra molto bella, di colore azzurro, che viene custodita dalle Sirene del Lago Oscuro ad Hogwarts.-

Aveva notato la curiosità nei suoi occhi, quindi decise bene di concederle di scegliere quale oggetto l’attirasse di più.

-Invece per l’altra, ho sempre desiderato l’arco di un centauro. Starebbe bene sulla mia bancarella no? Un oggetto particolare quasi quanto gli altri, giusto per distinguermi dalla concorrenza.-

Si era premunita dal raccontare dove portavano quelle chiavi e che se avesse voluto usarle, avrebbe avuto necessità anche della mappa. Era qualcosa che teneva in serbo per farla tornare, una volta che avesse fatto la sua scelta, sempre che avesse deciso d’acquistare.







Edited by Master Adepto - 21/11/2020, 22:01
 
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view post Posted on 19/11/2020, 21:37
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Pende dalle labbra della vecchia venditrice, le cui parole dischiudono davanti a lei scenari inediti di avventura. Non è una bancarella come le altre, quella su cui posa gli occhi, e, se inizialmente aveva dato maggiore peso alla componente inquietante della faccenda, ora la sua attitudine sta mutando sensibilmente. È presto rapita dal concetto stesso del baratto riproposto in simili vesti – una rarità per un'altra rarità, un'avventura per la possibilità di viverne altre ancora.
Il suo sorriso si allarga impercettibilmente quando la donna menziona l'arco di centauro. Ora ha la certezza di averci visto giusto fino in fondo, anche nelle sue intuizioni. Tuttavia, non può più illudersi che le basti quella piccola soddisfazione, e che sia già pronta a proseguire per la propria strada come se nulla fosse.
«Prezzi singolari davvero! Non sono oggetti che sia facile recuperare, non è vero? Queste mappe e le chiavi devono avere un grande valore, per chiedere in cambio tesori tanto insoliti.»
Ha qualche idea di dove possa portare almeno una delle due mappe, ma non può essere sicura che non siano cambiate; più le osserva, più il loro richiamo si fa distinto. Non sa quanto la vecchia sia disposta a rimanere a chiacchierare con lei, ma pensa che sia importante cercare di carpire quante più informazioni possibile, prima di lanciarsi in qualcosa che potrebbe essere più grande di lei.
«E le mappe? Che cosa vuole per quelle?», domanda a bruciapelo, resistendo a stento alla tentazione di staccare una mano dal suo bicchiere di vin brulé per sfiorare l'angolo della carta più vicina. Si dice che vuole avere un quadro completo di ogni prezzo per curiosità, così da poter meglio fantasticare, ma la verità è che la sua mente sta già razionalmente macinando le possibilità di discendere nel Lago Nero, fino a raggiungere la comunità dei Maridi. Per una persona che ha imparato ad avere paura di moltissime cose, Jolene, in quel momento, si sente sorprendentemente temeraria. Immagina l'avventura come un viaggio unico, mistico quasi, tra profondità inesplorate dai Maghi. Chissà quali possono essere gli altri prezzi: un uovo di Acromantula? La piuma della coda di una fenice? Un'alleanza con qualche tribù di Giganti? Nulla la sorprenderebbe.

 
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view post Posted on 22/11/2020, 21:03
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La giovane donna oramai era stata ghermita in una spirale di macabra curiosità. Jolene, come altri avventurieri prima di lei non ebbe la minima idea di cosa rischiava veramente a cercare uno solo di quegli oggetti e anche se la sua fantasia galoppa, non poteva sapere dei magnifici tesori, ma neanche degli innumerevoli pericoli che rischiava d’incontrare, se si fosse decisa a seguire la sua voglia d’avventura che ovviamente, la venditrice ambulante alimentava come un fuoco con le sue parole.

-Dipende. Se hai amicizie con i centauri o con le maridi non dovrebbe essere troppo difficile. Il loro valore lo dovete dare voi, alcuni le comprano per semplice piacere estetico e per il fatto di possedere pezzi unici e rari.-

Sorrise flebilmente, allungando poi lo sguardo sulle mappe. Erano consunte, mangiucchiate dai topi e dall’usura del tempo sui lati, ma ancora perfettamente leggibili e usabili. Entrambe, per chi fosse stato un conoscitore di storia, portavano a luoghi lontani e impervi, che provenivano da leggende dimenticate che non si raccontavano più. Come mai fossero in possesso della Strega viandante è un mistero che l’anziana bada a bene a spifferare in giro.

-Queste? Per la prima so che esiste un pendente nella foresta proibita, capace di potenti arti divinatorie. Ne avrei decisamente bisogno mentre per l’altra, una quisquilia: venticinque galeoni e il capello di un insegnante di Hogwarts, ma bada bene, me ne accorgerei se non appartenesse ad un docente. Ne conosci uno per caso?-

Si porse in avanti, incuriosita dalla sua risposta.





 
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view post Posted on 26/11/2020, 18:27
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A Jolene non sfugge la qualità indefinita delle risposte che la donna le dà, e non si lascia abbindolare: parlare di piacere estetico in relazione a delle mappe tanto vecchie e consunte è palesemente un modo per sviare il discorso dai segreti che l'altra non intende rivelare. Decide di stare al gioco, tuttavia, perché sembra improbabile riuscire a scucirle qualcosa di più concreto.
Prende un altro sorso del suo vino, ne assapora il gusto speziato sulla lingua. Ovviamente non vanta nessun tipo di conoscenza né tra i centauri né tra i maridi, ma evita di farlo sapere all'altra. Il riferimento agli insegnanti di Hogwarts è più interessante, perché effettivamente, lavorando al castello, Jolene li vede tutti i giorni. Trova divertente l'idea di sottrarre loro una ciocca di capelli di nascosto, magari, perché no, al preside in persona. Forse un giorno rischierà davvero il licenziamento per accaparrarsi una vecchia pergamena, ma per il momento sceglie di non esporsi troppo.
«Oh, beh, li conosciamo un po' tutti qui, no?» dice, elusiva. In effetti, è difficile trovare a Hogsmeade qualcuno che non conosca almeno di nome gli insegnanti della vicina scuola, con tutto il suo prestigio. «Non che io vanti particolari amicizie tra di loro, comunque.» Si stringe nelle spalle, all'apparenza noncurante.
«Il pendente della foresta, invece...» La voce lieve si sospende per un istante e un lampo di curiosità guizza nei suoi occhi, a testimoniare il profondo interesse che nutre nella faccenda, oltre ad anticipare ciò che sta per dire. «Deve avere qualche indicazione in più, setacciare la foresta per un gioiello è come cercare un ago in un pagliaio. Anche quello è custodito dai centauri?» Lascia che le labbra si distendano in un mezzo sorriso scherzoso. «Non dalle acromantule, spero.» Si vocifera che ci siano anche quelle, tra le profondità meno esplorate della Foresta Oscura, anche se Jolene, fortunatamente, non ha mai avuto occasione di incontrarne una.

Giuro che dopo questa Jolene la smette di importunare la vecchietta con le sue domande e prende una decisione :ihih:
 
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view post Posted on 1/12/2020, 16:32
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Il Fato

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Tra tutti i clienti che sono passati per la bancarella c’era stata anche una docente che furbamente, aveva donato un suo capello per poter stringere la mappa nelle mani. Tuttavia l’anziana non si era scomposta all'epoca, dato che l’arguzia era una dote che non le dispiaceva ma aveva rimediato all’errore, sistemando quel piccolo particolare per future richieste. Per altri il gioco era stato molto più complesso, chi aveva adulato docenti, chi aveva chiesto schiettamente e chi invece aveva trafugato un crine di notte, di nascosto. Chissà come si sarebbe comportata Jolene se avesse scelto proprio quella d’avventura.

-Certo certo.-

Fece scivolare il discorso che poco le interessava volgendo lo sguardo altrove. L’indecisione di Jolene e le sue mille domande la stavano tediando e non poco. Eppure doveva stringere i denti, mostrarsi garbata e abbindolarla con parole suadenti o usare altri metodi.
Sorrise bieca alle parole della giovane

- Acromantule? Cielo! Pensi che mandi qualcuno a morire per avere un pendente?-

Una mano ossuta venne portata all’altezza del petto con fare sconcertato e gli occhi si sgranarono, in un che di disapprovazione.

-Se credi che io possa attentare alla vita di qualcuno, se insinui questo o altro, non sei la benvenuta ragazza…-

Con lo sguardo indignato e rivolto altrove, si sedette a braccia conserte, l’aria imbronciata quasi come quella di una bambina nonostante la ragnatela di rughe sul volto, apparendo realmente offesa per quell’insinuazione che non era mai arrivata dalla bocca della giovane. Non aveva nemmeno realmente risposto alla domanda di Jolene ma questa era un tecnica di commercio, fare leva su un vago senso di colpa dell’acquirente per poter piazzare quello che si desiderava. Probabilmente l'infermiera se ne sarebbe andata mesta, o avrebbe borbottato qualcosa cercando di farsi perdonare. Comunque fosse andata, l’anziana venditrice sapeva che prima o poi sarebbe tornata da lei.





 
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view post Posted on 2/12/2020, 13:22
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La reazione della venditrice arriva inaspettata, lasciando Jolene a fissarla da oltre il bordo del bicchiere, ora quasi vuoto. Capisce allora, inequivocabilmente, di aver passato il limite della sua pazienza e, anche se insisterebbe volentieri, pensa che non potrebbe portarle nulla di buono. Jolene non pensa che questa donna manderebbe qualcuno dritto nelle fauci della morte; lei lo sa per certo. Per un istante le balena nella mente il rosso della brutta ferita sulla spalla di Rowena, il pensiero che, se solo la giornalista fosse stata meno potente o più sfortunata, avrebbe riportato danni ben più gravi e duraturi. Jolene, allora, perde il controllo del proprio volto e per il tempo di un secondo questo si accartoccia in una smorfia. L'ipocrisia della donna le lascia una sensazione di acido in bocca, le fa perdere ogni desiderio di essere conciliante.
«Non ho mai detto nulla del genere» dichiara con fermezza. «È uscito solo dalla sua bocca, forse dovrebbe interrogare se stessa.»
Si esorta a fermarsi, arriva a mordersi le labbra per non far trapelare altro. Se prima rimaneva ancora qualche possibilità di ottenere ulteriori dettagli riguardo al pendente, è evidente che ormai se le è bruciate tutte. Dovrà cavarsela con quello che sa – e, a dirla tutta, il suo spirito avventuriero ha appena subito un certo ridimensionamento, tanto che non è più così sicura di volersi addentrare nella foresta oscura sulla base degli indovinelli della vecchia. È emotiva, Jolene, e la sua prima reazione di scontento è rigettare ogni cosa, solo per rigirarsela di nuovo nella mente non appena i moti di avversione più violenti si siano placati.
«La ringrazio per le informazioni, ad ogni modo. Ora devo andare, arrivederci.» E, per quanto suoni sensibilmente più fredda rispetto a quando è arrivata, lo sguardo che indugia un'ultima volta sugli articoli in esposizione lascia presagire che Jolene tornerà. In questo momento lei non se ne rende conto, agitata dal tumulto della propria coscienza; quest'ultimo, tuttavia, è più facile da placare della ben più insidiosa, sottile e permeante curiosità. Comincerà a comprenderlo anche lei quando, nelle ore successive, non riuscirà a staccare i pensieri da quel singolare incontro, dalla sua ombra che, avida, si estende fino al limitare della Foresta Proibita.

Anche se Jolene non lo dice, ha deciso che recupererà il pendente della foresta o perirà nel tentativo :fru:
 
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view post Posted on 25/11/2021, 11:37
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Il freddo è più pungente sulla strada per Hogsmeade, dove le raffiche di vento spazzano l'area sgombra di costruzioni. Jolene si stringe nel mantello, i passi affrettati che risuonano sulle pietre del selciato con suoni secchi e freddi. Di tanto in tanto, si ode il cinguettio di qualche uccello solitario nascosto tra gli alberi spogli a fianco della strada; allora le sembra che la Foresta Proibita sia vicina, che le basterebbero pochi passi per superare la linea retta del sentiero e inoltrarsi di nuovo nei reami che non appartengono all'uomo.
Chiaramente non è così, si è lasciata la Foresta alle spalle già da diverso tempo. Con la memoria ripercorre gli ultimi avvenimenti svoltisi nel folto degli alberi, dopo che la sua magia ha guarito il geranio zannuto: la sparizione di Kirikù, che l'ha lasciata solo con una promessa su cui fare affidamento, e cioè che avrebbe rispettato la sua parte del patto. Nel tempo che ha passato ad attenderlo, Jolene è stata assalita dai dubbi: e se il folletto l'ha sfruttata e basta, senza avere intenzione di ripagare il proprio debito? Avrebbe dovuto chiedere una qualche prova della sua sincerità, un pegno, qualunque cosa... Si è data della stupida, della credulona, ha maledetto sottovoce la sua fretta di fidarsi di chiunque, mentre la tensione nel suo petto cresceva. Se Kirikù avesse deciso di nascondersi, lei sarebbe mai stata in grado di scovarlo nel folto del bosco che lui conosceva così bene? Sarebbe stato più semplice ritrovare un asticello in un pagliaio, è stata la sua conclusione.
Qualche volta, però, anche la fiducia cieca ripaga: l'arrivo di uno snaso inseguito da Kirikù ha immediatamente risollevato l'animo di Jolene. Ha ringraziato entrambi, cercando di sfiorare con una carezza il manto lucido dello snaso, un piccolo gesto per fargli capire che capiva il suo sacrificio nel separarsi da un oggetto così bello come il pendente della foresta. Un monile raro e prezioso, ha detto Kirikù, e Jolene non fatica a credergli: lo sguardo è subito catturato dai mille giochi di luce, magnifici, che si intrecciano sulla superficie dalla brillantezza di diamante.
Dopo essere tornata al castello, Jolene non ha resistito: ha salito rapidamente le scale, fiondandosi nei propri alloggi, dove ha incontrato il proprio sguardo davanti allo specchio. Aveva i capelli in disordine e le guance arrossate, la pelle viva di una luminosità che le scorreva sottopelle, assieme alla gioiosa energia di chi esce vittorioso da un'avventura. Si è tolta i guanti lentamente, un dito alla volta, facendo appena una piccola smorfia quando la stoffa ha sfregato sul taglio recente. Con le dita nude ha sfiorato il cristallo, se lo è messo al collo. Ha voltato la testa da una parte e dall'altra, assaporando la propria immagine incoronata del monile della Foresta. Come è bello, ha pensato, è proprio un peccato doverlo dare alla vecchia.
Un vero peccato, ribadisce ora nella propria testa, sfiorando la superficie liscia del cristallo dentro alla tasca. Ma l'ho cercato solo per questo, per avere in cambio la mappa di un tesoro ancora più grande e più bello.
Sa già dove cercare la vecchia venditrice, il suo misero baracchino le salta subito all'occhio. Niente sembra cambiato da quando ha parlato con la donna per la prima volta, eppure lei si sente un po' diversa. Tra qualche ora il ricordo della Foresta comincerà già a sbiadire e la sua importanza verrà ridimensionata, ma per adesso a Jolene non serve altro per sentirsi un'altra persona – un po' più interessante, ed intraprendente, un'avventuriera in erba praticamente...
Si ferma davanti alla vecchia, fissa lo sguardo sul suo reticolo di rughe. Senza dire una parola, infila la mano in tasca ed estrae il ciondolo, che tiene per la cordicella alzandolo di fronte agli occhi della donna. Lo lascia così, a brillare alla luce invernale. «Questo dovrebbe valermi una mappa.»

PS: 226/231 | PC: 186/186 | PM: 225/225 | PE: 32


Inventario

Bacchetta
Pendente della foresta

Vestiario:
Felpa invernale
Cappa della resistenza
Guanti dell'eroe caduto

Gioielli:
Anello difensivo
Catena della notte
Bracciale di Damocle

Tasche:
Fuochi d'artificio Filibuster x1
Pasticca vomitosa x1
Caramella d'illusione x1
Conoscenze

Animagus principiante (rondine)

Fino alla IV classe di incantesimi (esclusi i proibiti)
Adduco Maxima


Jolene vuole prendere la mappa del drago caduto, portando in cambio il pendente della foresta, che ha recuperato in questa quest: click.
 
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view post Posted on 21/12/2021, 13:29
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La vecchina se ne stava in pied dietro al suo banchetto, sulle spalle oltre ad un mantello sudico e logoro uno scialle variopinto, zeppo di fili penzolanti e infeltrito ma tuttavia, ancora con vibranti colori. Tra le mani stringeva una tazza di un liquido caldo e fumante e alla vista di Jolene, sogghignò.

-Abbiamo fatto in fretta ragazza...-

la vecchia appoggiò la tazza sul banco e con gesti solenni, una volta afferrato il cristallo, lo portò appena sopra la propria testa, stirando un sorriso che sembrò capace di aumentare le molteplici rughe che le costellavano il viso. Si affrettò a metterlo in tasca, per poi allungarsi sul banco e consegnare la mappa all'infermiera.

-Come promesso. Il drago caduto.-

senza aggiungere altro. Si era premunita di non dirle che le ci voleva una chiava, trovava tutto molto più divertente quando tornavano da lei a lamentarsi.







//hai ottenuto la mappa. Ovviamente noi sappiamo che ti servirà anche una chiave ma questa è una nuova storia...
Guadagni oltre alla mappa anche un 1 Punto Esperienza e 1 Punto mana per come ti sei comportata nella quest per l'ottima inventiva//
 
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view post Posted on 22/12/2021, 11:25
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Il ridente villaggio magico è spruzzato delle tonalità fredde invernali che si mescolano alle sue architetture sotto il rigore del pennello di un pittore ispirato. Qua e là si possono intravedere le avvisaglie natalizie che nutrono l'economia di Hogsmeade come poche altre festività riescono a fare. Quel mattino non sono i rifornimenti per il castello il motivo che ha spinto Lucien a calpestare l'acciottolato di Hogsmeade, bensì il desiderio di sperperare il proprio stipendio in acquisti scriteriati. Non vuole arrivare di nuovo in ritardo a fare i regali di Natale - una delle poche cose che davvero apprezza di quella celebrazione - e da quando ha preso le redini della docenza le sue mansioni sono raddoppiate ed il tempo libero ridotto. Pur esaltato dai buoni propositi, la mente del mago non riesce a dissipare la coltre di cupi pensieri che non smettono di tormentarlo da giorni, ed auspica di mitigare l'umore con acquisti fruttuosi. Ha appena imboccato la High Street - a quell'ora spoglia del viavai che caratterizza le ore di punta - quando con un gesto lesto e calibrato affonda la mancina in una delle tasche del mantello incantate di Estensione Irriconoscibile.
Quella mattina ha scaldato le caldarroste raccolte durante un giro di ricognizione nella Foresta Proibita e ne ha portata qualcuna con sè per sopperire alla mancata colazione, che per questione di tempo ha dovuto mettere in secondo piano rispetto alle incombenze lavorative. Una volta che se ne è liberato, ha pensato di ritagliarsi un po' di tempo per sè in quel weekend che presto vedrà orde di studenti riversarsi a fiotti nella strada principale. Le mani inanellate urtano la superficie vitrea della boccetta contenente l'Essenza del famiglio, superano l'ostacolo e pescano la prima castagna arrostita. Il sapore dolciastro gli si scioglie in bocca stuzzicandogli le papille gustative e alla prima fa presto seguito una seconda. Poi una terza, una quarta e, al quinto pescaggio, la mancina trascina con sé un oggetto imprevisto.
Un piccolo sacchetto di velluto blu cade poco distante dagli stivali imbrattati di fango ed un piccolo biscotto spunta impertinente dall'unica estremità aperta. Sono quelli di Leviosa, il Diricawl del mago, il quale dopo un turpiloquio iniziale si accinge a recuperare i dolci chinandosi, ma qualcuno lo frega sul tempo. Un paio di vispi occhietti acquosi scrutano la refurtiva per poi impossessarsene con un'unica lesta beccata e Lucien rimane ammutolito, constatando l'entrata in scena di un piccione piantagrane.
«Ehi piccolo birbante, ridammeli!» In tutta risposta, il volatile inizia a zompettare lestamente fino a svoltare l'angolo ed immettersi in una strada secondaria. Cercando di recuperare i biscotti, Lucien lo insegue pinzando la lingua con il canino «...beh.. lasciamene almeno uno, altrimenti sarai il minore dei miei problemi oggi. La principessa di casa sa essere molto sgradevole se non ottiene ciò che vuole quando vuole...» La "principessa di casa" altri non è che Leviosa, gelosa di qualsiasi cosa che considera suo. Lucien compreso. Ahhh i suoi biscotti! Ovviamente il piccione non si lascia avvicinare, ma mentre sta beccando un biscotto Lucien riesce a recuperare il sacchetto; ghignando lascia cadere tre biscotti per lui e gli altri pennuti presenti ed è a quel punto che nota una vecchia strega magra.
«Bonjour madame» L'occhio cade su una serie di cimeli sparpagliati attorno a lei, a mò di bancarella, e la curiosità palpita in lui come una fiammella solleticata da una brezza improvvisa. Le iridi oltremare scintillano di una luce che sfiora la brama, mentre vaglia prima quella chincaglieria poi l'altra. «La vostra mercanzia è peculiare. Posso presumere pezzi rari e introvabili...» Pollice ed indice si ancorano al mento glabro e le narici si dilatano mentre l'inconfondibile aroma del vin brulé si insinua tra le piccole narici. «...mio padre sosteneva che gli affari migliori si fanno bevendo. Posso?» Un chiaro cenno alla calda bevanda aromatica contenuta nell’ampio recipiente in vetro, tanto invitante per concludere in bellezza la colazione; un fiasco è un regalo generoso che può farsi di prima mattina. Parallelamente, la mancina pesca una nuova caldarrosta e la porge all'ennesima alla vecchia che incrocia il cammino di Lucien Cravenmoore.
 
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view post Posted on 22/12/2021, 13:29
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«Bestiacce immonde.» L'unico occhio buono della Strega fissa malevolo un grasso piccione intento a trottare davanti alla bancarella, appena fuori dalla portata del piede rachitico che ha l'abitudine di guizzare con rapidità sorprendente per scacciare i pennuti. Se non sapesse che possiedono un cervello piccolo quanto una nocciolina, penserebbe che ormai abbiano imparato che da lei è meglio stare alla larga. «Stupide e inutili», continua a borbottare. Inutili, certo, perché i piccioni non portano affari, e a lei non interessa avere intorno nessuno con cui non possa scambiare oggetti rari e preziosi – o che non possa depennare di qualche Galeone, se è per questo.
A volte il fato sceglie vie curiose per smentire le nostre convinzioni. Nemmeno avesse udito le imprecazioni della vecchia e avesse deciso di provarle che è nel torto, appena pochi minuti dopo le manda un dono inaspettato. O forse è più corretto dire che il dono le viene portato da un piccione.
Appena si posa sul viso della vecchia, lo sguardo di Lucien vi legge un'espressione arcigna. Rughe profonde solcano ogni centimetro di pelle, dando alla Strega l'aspetto di un grottesco totem intagliato nel legno da mani rozze. Con la schiena curva e i sottili capelli bianchi che fuoriescono da sotto il cappuccio per cadere, sparuti, fino alla vita, sembra il relitto di un passato antico, che sia riuscito chissà come ad aggrapparsi al tempo con le lunghe dita avide. Solo l'occhio, l'unico intatto, scatta vispo a scrutare il viso del Guardiacaccia, il suo abbigliamento, scendendo fino alla punta delle scarpe come se dovesse dare un prezzo alla sua intera persona. La somma che calcola deve piacerle – o forse ha riconosciuto l'espressione di lui, quel famelico luccichio nel nero delle pupille; fatto sta che all'improvviso gli offre un sorriso sdentato, e il suo intero contegno abbandona l'ostilità in favore di un fare accattivante.
«Tuo padre aveva ragione, ragazzo. Il miglior vino speziato di Hogsmeade per i migliori affari.» O i peggiori, a seconda di chi ha la meglio nella compravendita. Ma questo evita di dirlo.
Guarda la caldarrosta che le viene porta; la pinza tra gli artigli di due dita e se la porta alle narici. Poi, senza dire una parola, si limita a lanciarla dietro alle proprie spalle, provocando scompiglio tra i piccioni accalcati dietro di lei. Non ha l'abitudine di accettare doni che non ha richiesto.
«Ci hai visto bene, qui non comprerai solo gingilli brillanti e pergamene ammuffite. Nei miei scambi c'è in ballo molto, molto di più.» Le mani guizzano leste a prendere un fiasco dalla bancarella; lo pulisce distrattamente contro la veste, senza tante cerimonie. Nel mentre che lo riempie fino all'orlo di vino fumante, prosegue: «Sono una collezionista, potremmo dire così. Scambio merce preziosa per altri oggetti altrettanto... particolari. La maggior parte della gente guarda la mia bancarella con quegli occhi avidi, proprio come i tuoi, ma poi se ne va scoraggiata quando sente i miei prezzi». Fa una pausa, poi sputa tra le labbra: «Rammolliti. Credono che con l'oro possono comprare tutto, perché l'oro non fa distinzione tra chi ha fegato e chi non ce l'ha». Per tutto il tempo guarda Lucien di sottecchi, curiosa: cederà alla tentazione delle sue parole?
Infine allunga la mano libera a palmo aperto. «Un falce, prego.» Non avrà la sua bevanda prima di aver pagato.



Proprio non riuscite a stare lontani dall'adorabile vecchina, eh? :fru: Diamo il via a questa nuova avventura.

 
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view post Posted on 22/12/2021, 14:17
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La parentesi alcolica è inaspettata quanto l'incontro con la venditrice, il cui aspetto attempato cattura l'attenzione; e dire che una volta una Veela avrebbe allettato più facilmente, dunque appare evidente che sia la mercanzia proposta il punto di forza. «I migliori» le fa eco Lucien dall'alto della sua posizione. I lapislazzuli ombreggiati dalle folte sopracciglia scure saettano da un oggetto all'altro con evidente meticolosità. Tornano a volgere il proprio interesse verso la strega, il proprietario si mostra incuriosito dal lesto allontanamento della caldarrosta, domandandosi se non abbia temuto che fosse avvelenata. Quale che sia il motivo tra il ventaglio di opzioni papabili, non glielo domanda preferendo farsi gli affari propri ed occultando una possibile delusione con un'espressione indefinita.
Il mago sa di essere interessante per la vecchia nella misura in cui potrebbe rivelarsi un ottimo cliente, così come la sua merce rappresenta per lui motivo di interesse. Quel "gingilli brillanti e pergamene ammuffite" è capace di affievolire la sua attrattiva, ma l'oratrice si riprende un attimo dopo con quel "molto, molto di più". Sicuramente deve avere fiuto per gli affari e rendere appetibile ciò che vende o scambia deve essere familiare quanto i denti perduti; per forza, visti tutti gli anni di attività che presume abbia alle spalle.
Il vino fumante scorre rapido nel fiasco e le papille gustative di Lucien si ridestano stimolate dall'aroma speziato. Le caldarroste gli hanno messo sete e, da quando ha conosciuto Jane, si è scoperto più sensibile al vino di quanto non avesse mai sospettato. Ascolta quanto la strega ha da dirgli attento a non interromperla, sempre più stuzzicato dalla questione.
Infila la mancina in una delle tasche del pastrano e, dopo una lunga ricerca, recupera il portamonete in pelle di drago. Le monete tintinnano in un coro delicato, in attesa di essere scelte. Lucien pinza un falce come da richiesta e lo lascia cadere nel palmo della vecchina; ottenuto il fiasco vorrebbe berne un sorso generoso e poi ficcarlo in una delle tasche, incantate tramite l'incantesimo di Estensione Irriconoscibile, in modo da avere le mani libere e il suo goccetto pronto all'occorrenza.
«Interessante, il baratto.» Lo scambio di merci di egual valore è un tipo di affare che non gli è nuovo.
«Era molto in voga nel villaggio di pescatori dove ho vissuto da bambino. Gente umile e povera, alla ricerca di strade alternative alla compravendita comune. Da bambino girovagavo senza nessuna moneta con me, il più delle volte, dunque l'ipotesi di una sfida per ottenere ciò che volevo era.. come dire... ammaliante.»
Qualunque escamotage non implicasse rubare era di per sé più accattivante, ora che ci pensa. Da bambino non aveva entrate fisse e i suoi genitori gli davano i soldi giusti per acquistare qualcosa che serviva a loro, mai qualcosa che restasse nelle sue mani. «Il fegato non mi manca, glielo posso assicurare. Ma metto a repentaglio la pellaccia solo per cose che valgono l'impresa.»
Il mago flette le gambe in modo da posizionarsi alla stessa altezza della venditrice. È pronto a mettere da parte gli affari che lo hanno condotto nel villaggio magico in favore di qualcosa che spera valga la scelta. «Posso chiederle i suoi prezzi? Mi metta alla prova.» Le sfide, si dice, sono per coloro che sono disposti a tutto pur di raggiungere il proprio obiettivo e se ciò che gli proporrà la strega lo convincerà, sarà pronto a dimostrarsi uno di questi.

Giammai :fru: grazie :sbrill:
 
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view post Posted on 29/12/2021, 13:16
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Il Fato

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La moneta ha appena il tempo di cadere nel palmo della vecchia che questa, col gesto lesto di chi vi è abituato, l'ha già fatta sparire nella manica. A quel punto Lucien può prendersi il suo fiasco di vino caldo, il cui sapore dolce e speziato indugia ancora sulle sue labbra mentre la curiosa conversazione prosegue.
Le storie d'infanzia non sembrano suscitare l'interesse della venditrice, che lo ascolta senza battere ciglio. I suoi occhi si illuminano di una scintilla fugace solo alla fine, quando il senso di quei ricordi si palesa con quell'unica parola magica – ammaliante. Per lei è sinonimo di successo, di affari. Quando legge negli avventori quella precisa fascinazione, è quasi sicuro che li vedrà tornare, prima o poi – a custodire vittoriosi i suoi curiosi prezzi nelle tasche, oppure a testa bassa, pronti a trattare un compromesso. Tutto lascia presagire che Lucien sia proprio uno di quei clienti; così, la vecchia gli rivolge un sorriso sdentato che va a mutarne il volto intero, solcando più in profondità le valli delle rughe.
«È così che mi piace sentire parlare.» Si sposta claudicante per avvicinarsi alla bancarella; ha i movimenti lenti di chi è costretto a fare attenzione ad ogni passo, niente lascia presagire che sia capace di scatti di sorprendente rapidità. «Ho sempre sognato l'arco di un Centauro: oggetto raro e prezioso, è ciò che chiedo per questa chiave.» Protende un dito adunco ad indicare un oggetto di semplice ferro battuto; nessuna decorazione, solo linee essenziali e, leggibili ad avvicinarsi un po', le lettere D.D. incise sopra. Accanto ad essa, una chiave dorata e ben più appariscente cattura la luce fredda del giorno nei suoi brillanti sfaccettati. La vecchia porta su di essa l'attenzione di Lucien: «Per quest'altra, invece, chiedo una pietra molto bella, di colore azzurro, che viene custodita dalle Sirene del Lago Oscuro». Picchietta con l'unghia affilata su una pergamena dai bordi sgualciti. «Portami un pendente della foresta e ti darò questa mappa. Oppure...» Pinza l'angolo di un'altra mappa, trascinandola fino a porla vicino al bordo della bancarella, dove Lucien possa vederla meglio. «Venticinque Galeoni e i capelli di un professore di Hogwarts per questa. Niente monili preziosi, in questo caso, ma per molti recuperare una ciocca di capelli si rivela ugualmente una sfida. Tu che mi dici, non hai mica conoscenze tra il personale scolastico?»



Provvedo subito ad aggiornare il tuo conto in seguito all'acquisto del fiasco.

 
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view post Posted on 30/12/2021, 14:17
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Lucien ha appena ringraziato la sua interlocutrice, quand'ella dimostra di apprezzare le sue parole dopo averlo favorito col fiasco. Sente di aver avuto fortuna e, nelle note morbide e speziate del vino che gli scorre nella trachea, avverte la qualità dell'esiguo investimento dai pregiati risvolti che si fa fautore di nuove ed allettanti promesse. La venditrice ambulante rappresenta un groviglio di misteri tanto nell'apparenza quanto per ciò che mercanteggia con manifestata abilità. Sa dosare le parole, rendendo intriganti anche oggetti in apparenza privi di valore e persino la moneta di scambio stimola parentesi avvincenti e di sicuro interesse. Vi sono individui abili ad investirsi di gloria conclamata pur essendo poveri di reali capacità, come un certo Gilderoy Allock, ed altri, come la vecchia, alla cui apparenza non si darebbe uno zellino, mentre invece si rivelano il tesoro più grande che si potrebbe sperare di recuperare da una visita ad Hogsmeade. I propositi che hanno spinto il mago ad avventurarsi nel villaggio vengono relegati in un cantuccio della mente man mano che la venditrice snocciola abilmente i propri tesori. Studia le movenze, assottiglia lo sguardo per rifinire i dettagli di questo o l'altro monile, memorizza i dettagli più golosi delle sue parole e, flemmatico, elabora. Si prende un pò di tempo, attento a non far spazientire l’interlocutrice, sistemando il fiasco al sicuro nell’ampia tasca e trattenendo a stento un ghigno nell’udire le sue ultime parole.
«Me stesso, in effetti» asserisce con una punta di ironia vista la fortuita coincidenza e perché non crede nemmeno lui di conoscersi troppo bene. Porta la mano tra i capelli e pinza con indice e medio un filamento castano, senza staccarlo dalla cute, tornando poi a rivolgere l’attenzione alla vecchina. «Sarebbe una strada comoda, essendo professore di Hogwarts ed avendo con me i galeoni necessari.» Indugia sulla mappa, la pergamena sembra essere davvero datata ma la certezza di non star prendendo un abbaglio non la può avere. A quel punto L a mancina si stacca dalla zazzera bruna e scivola in una nuova tasca, in attesa. «Ma amo le sfide» di nuovo quel luccichio a rifulgere tra i pozzi turchini che si fissano su un altro oggetto. «E quella chiave mi attrae maggiormente. Poco tempo fa mi sono immerso nelle profondità del Lago Nero con una cara amica e attendevo giusto un buon pretesto per rifarlo.» Il ricordo lo pungola come la freschezza delle acque che in questo periodo dell’anno sono però ben più gelide di come accolsero lui e Jolene quel giorno. Anche allora a mettere in moto quella parentesi imprevista era stata un’anziana donna e Lucien lo prende come un segno positivo. «Cercherò di portarvi questa pietra molto bella di colore azzurro; state pronta a brindare alla mia vittoria.» O alla mia morte, pensa, conscio dei pericoli che si annidano sul fondale del lago. Il dado è tratto e Lucien non è solito rimangiarsi la parola data: farà ogni cosa in suo potere per recuperare il monile richiesto, nella speranza che la chiave dorata che dovrebbe ottenere in cambio valga gli sforzi. Alla stregua di una gazza ladra, i brillanti sfaccettati che riverberano la luce naturale lo attraggono: la desidera e cercherà di farla sua. Sa che potrebbe apparire alla stregua di un adolescente animato dalla fretta di raggiungere il tesoro nascosto e che forse potrebbe venir deriso e canzonato per questo dalla vecchia, ma l’adrenalina gli sta scorrendo nelle vene assieme al sangue rubicondo, assieme a stratagemmi e variabili da mettere in conto.
Se la venditrice non dovesse trattenerlo, scoccherebbe un’ultima occhiata al bottino promotore di dolci promesse, la saluterebbe cordiale ed invertirebbe la rotta per tornare da dove è arrivato; differentemente sarebbe lieto di intrattenersi ancora un po’ in sua compagnia. Di sottofondo, i piccioni grugano con i becchi sporchi di briciole fumanti, spettatori di quell’incontro imprevisto.
 
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347 replies since 9/9/2007, 22:54   5833 views
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