Posts written by Vagnard von Kraus

view post Posted: 10/5/2024, 09:15     Aldilà - La Capitale del Mondo Magico

Vagnard von Kraus
Prontamente la runa reagì al suo comando. Lo studente pensava scioccamente che potesse rivelargli l’ingresso della botola o una visione più concreta, ma quanto vide riuscì comunque ad intingere le sue labbra affamate di scoperta. La scoperta di ciò che Voldemort poteva così tanto desiderare. La vista di quel liquido viscoso lo portò a ragionare velocemente su cosa potesse significare, ma con un cenno del capo scacciò i pensieri. Una nuova sensazione allo stomaco lo punse, e questa volta non fu affatto piacevole. Capì che stava perdendo fin troppo tempo, doveva sbrigarsi e andare oltre, ogni secondo fermo avrebbe potuto compromettere la sua missione di copertura e dai movimenti al piano di sotto aveva come l’impressione che il suo tempo stesse per scadere. Doveva semplicemente sparire, e per farlo aveva necessità di entrare all’interno della botola. A ciò sarebbe intervenuta la magia in suo soccorso.
In altre situazioni avrebbe lanciato un Bombarda per creare un antro con la forza, ma aveva bisogno di preservare quel minimo di tempo a disposizione senza essere scoperto. Non aveva motivo per interrompere la sua copertura, era nata come una missione di infiltrazione e così sarebbe terminata. Si sarebbe però premurato di lasciare un piccolo ricordino al termine della sua visita. Ma per quello vi era ancora tempo. Nel mentre aveva già puntato la bacchetta contro le assi, li dove vedeva una leggera discontinuità. Nella sua mente l’immagine di queste assi spezzate di legno, quanto bastava per poterle far da parte ed entrare agevolmente. Poteva immaginarsi il suono secco, sentire l’odore del legno <<dìsséndio>> pronunciò in maniera decisa, senza indecisioni e soprattutto cercando di rispettare quanto più fedelmente possibile l’accentuazione.
Si leccò le labbra con sguardo lascivo. Aveva fame. Fame di scoperta.
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view post Posted: 7/4/2024, 21:00     Aldilà - La Capitale del Mondo Magico

Vagnard von Kraus Giunto di fronte al camino l’amara sorpresa. Davanti a lui solo un mucchio di fogli sparsi e per lo più incompleti. Riuscì a raccogliere, tra le ceneri, alcuni estratti, che lesse velocemente. Impossibile carpirne con certezza l’oggetto della conversazione, ma alcune frasi sembravano intuibili. Il soggetto riconosciuto era senza dubbio il traditore Levane ma dell’altro mittente non appariva il nome, né conosceva la grafia. Sembrava come se egli volesse in qualche maniera giustificarsi, e che forse non sarebbe tornato per un bel po’ di tempo. Comprensibile, d’altronde l’Oscuro era anche Colui-che-non-perdona. Strinse in pugno gli estratti e digrignò i denti. Quella situazione iniziava a diventare estenuante, ma le nuove tracce scoperte portavano ad una serie di conseguenze: una suggeriva che era sempre più plausibile che sotto quella porzione di pavimento si nascondesse ciò che desiderava e che quella Runa non si trovasse lì per caso. L’altra conseguenza era che il padrone di casa non sarebbe tornato a breve, nonostante ciò non aveva tutto il tempo del mondo. Avrebbe dovuto agire d’astuzia, e se fosse stato tanto veloce come gli era di consueto sarebbe riuscito a sgattaiolare di lì come se niente fosse accaduto. E a niente sarebbero valsi allarmi su presunti ladri. Di lì a poco sarebbero tutti morti, e quella casa probabilmente sarebbe stata cancellata dalla mappa cittadina.

Lasciò i fogli nel camino e tornò sui suoi passi verso la botola. Raccolse la runa e la passò tra le mani. Che fosse una chiave? Non restava che verificarlo, l’avrebbe attivata. Anche avesse avuto effetti nefasti sarebbe durata qualche secondo o al massimo qualche minuto. Ma per avere successo è necessario osare. Appoggiò la bacchetta sul retro della runa, il lato non scritto. Cominciò a incidere con precisione il segno verticale, dall’alto verso il basso. Quella sarebbe stata la base. Proseguì poi con le diagonali. Usando come appoggio il segno verticale ed avrebbe tracciato le diagonali perfettamente speculari, una verso sinistra e l’altra verso destra. Quindi la riappoggiò in terra. Aveva appena tracciato la Runa Algiz, stava richiamando il soccorso della Lancia di Odino, che non solo avrebbe scaricato il potere della Runa, ma, sperava, lo avrebbe anche protetto. Possano essere la mia spada e la mia magia anche la mia difesa
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view post Posted: 1/4/2024, 21:41     Aldilà - La Capitale del Mondo Magico

Vagnard von Kraus Il viso di Vagnard si illuminò via via che il tappeto si muoveva seguendo il senso indicato dalla bacchetta, curioso e speranzoso di poter trovare anche solo un indizio che lo avrebbe condotto verso la retta via. La sua attenzione fu catturata da una pietruzza poggiata lì, appena scoperta, con una X incisa su di essa. Una runa. Cercava di ricordarsi il significato, senza trovare risposta.
Avrebbe dovuto sapere che ritardare lo studio e la consegna dei compiti di Rune prima o poi avrebbe potuto avere delle spiacevoli conseguenze. Tuttavia ragionò subito quanto sarebbe stato sconveniente raccoglierla per utilizzarla magari a fini personali. Per quel che ne sapeva era stato fin troppo facile entrare in quella stanza, impensabile che niente fosse stato messo a protezione di quella botola oltre ad un semplice tappeto. E proprio mentre si arrovellava ecco dietro di lui di nuovo quella voce altisonante che tornava a rimproverarlo. Allungando il collo come a voler andare oltre quell’ufficio ecco che intravide il colpevole. Una stramaledetta statua, raffigurante un figuro qualche di epoca romano che si presentò come Flavius, con una voce ancora più irritante di prima. Per quel che lo riguardava poteva anche chiamarsi Merlino ma avrebbe dovuto farlo tacere se non voleva che il suo piano andasse in fumo. Lesto eseguì come una stoccata con la bacchetta, quasi ad imitare un rapido affondo << Silencio! >> ordinò. A dire il vero avrebbe preferito farla saltare in aria, ma non poteva rispondere ad un rumore con un boato. Aveva bisogno letteralmente di agire in maniera rapida, silente. Tutto a suo tempo, sarebbe giunto il momento della sua rivalsa.

Se l’incantesimo avesse avuto effetto si sarebbe voltato nuovamente verso la botola. Non conoscendo un incantesimo di Rivelazione e non potendo escludere che la runa fosse incantata a protezione della botola, nè potendo sapere come usarla a suo favore causa la sua recente pigrizia nello studio, restava solo un’ipotesi: agire d’astuzia. Si sarebbe diretto verso il camino, allo scopo di trovare un ceppo di legno o un’asta in ferro (uno di quelle utilizzate per ravvivare il fuoco), grande quanto sarebbe bastato per poterlo inserire nella discontinuità tra le assi e sollevare quella sopraelevata, sfruttando l’oggetto come leva, tanto quanto sarebbe bastato per rivelare la botola e poterci entrare. Dove la magia non arrivava, giungeva la logica.
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view post Posted: 1/4/2024, 10:57     Aldilà - La Capitale del Mondo Magico

Vagnard von Kraus L’Incantesimo aveva avuto effetto, e Vagnard lesto percorse con lo sguardo l’interno della stanza, come se fosse dotato di una vista a raggi X. La sua ispezione confermò tutti i suoi sospetti riguardo al gusto discutibile del padrone di casa, ma scosse rapidamente la testa, ricordandosi di non essere lì per giudicare l’arredamento della tenuta. Per Vagnard si trattava di una sorta di deformazione professionale. Essendo lui cresciuto nel lusso e immerso nell’Arte aveva un rifiuto naturale verso quelle decorazioni e ghirigori così dozzinali. Decise quindi di tornare prontamente al suo obiettivo e iniziò ad elaborare un piano per adempiere alla sua missione.
Pochi istanti prima di lanciare l’incantesimo gli era parso di sentire delle voci all’interno della stanza, ma a seguito dell’incantesimo non vide nessuna anima viva. Ciò lo rinfrancò e si decise ad entrare. Puntò la maniglia in ottone, deciso ad aprire la porta a doppio battente. Fu proprio in quel momento che il karma come una sentenza intervenì. Udì un leggero tossicchiare alle sue spalle e poi delle parole irriverenti nei suoi confronti, qualcuno si stava divertendo a prendersi beffe di lui. Digrignando i denti e stringendo saldamente la bacchetta si voltò, pronto a sguainarla verso l’essere ignoto. Ma per sua sorpresa, voltandosi, ancora niente. Grugnì sommessamente. Che si trattasse di un fantasma? O di un quadro? Per quanto potesse dargli fastidio la situazione pensò a quello che era il suo obiettivo primario, e che liberarsi di eventuali ostacoli sarebbe dovuto essere solo un piacevole contorno. Ma una volta recuperato ciò che tanto desiderava l’Oscuro si sarebbe ricordato di quelle beffe, eccome se si sarebbe ricordato. Avrebbe solo dovuto dare tempo al tempo e avrebbe poi ottenuto la sua vendetta verso quella Dimora.
Si voltò di nuovo verso l’obiettivo principe, la porta a doppio battente. Se fosse stata chiusa avrebbe semplicemente ripetuto l’incantesimo di apertura, puntando la bacchetta contro la serratura e pronunciando semplicemente << Alohomora >>. Più semplice a farsi che a dirsi. Se fosse riuscito ad entrare subito si sarebbe diretto verso ciò che più aveva catturato la sua attenzione, era come sicuro che la caccia si stava dirigendo verso la soluzione. Si sentiva come un bambino curioso mentre avrebbe puntato la bacchetta contro il tappeto persiano effettuando un movimento continuo dal basso verso l’alto pronunciando la formula << Mobilitapetum >>, muovendo poi il braccio con un ampio movimento laterale per far sì che il tappeto potesse spostarsi a seconda del suo movimento, liberando il pavimento sottostante dalla sua presenza. Da qualche parte avrebbe pur dovuto cominciare, e per quanto altri dettagli avessero attirato la sua attenzione decise di scoprire ciò che era privato al senso della vista.

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view post Posted: 27/1/2024, 11:10     Aldilà - La Capitale del Mondo Magico

Vagnard von Kraus
La situazione cominciò velocemente a scaldarsi. Le persone presenti nella stanza iniziarono ad accalcarsi all’interno del suo raggio d’azione e capì che era proprio quello il momento per svanire nel nulla. Era più facile passare inosservati in una zona piena di persone che in una completamente sgombra. E così fece. Nel momento riuscì solo a condividere un fugace sguardo con la giovane serva recante un vassoio d’argento - uno sguardo che non avrebbe dimenticato facilmente e che per più tempo gli avrebbe dato da rimuginare - salì per le scale come programmato. Aveva una missione da compiere, un oggetto da recuperare e niente più da condividere con gli altri abitanti della dimora.
Arrivato al piano di sopra iniziò a scrutare velocemente le varie possibilità. Lesto scorse accanto ai dipinti rappresentanti ambigui personaggi intenti nelle più svariate attività. Si celò nell’oscurità per cercare di sgusciare come ombra verso una zona più proficua che presto si palesò. Varie stanze utili alla ricerca ad attenderlo, una ricca biblioteca degna di quella presente nella sua tenuta, varie stanze di cui una in particolare attirò la sua attenzione, per via del suo apparire sfarzoso, pieno di decorazioni e materiali ricercati. Si trattava di una villa grande, fastosa, e sarebbero occorse ore se si fosse messo a cercare in ogni singolo anfratto. Avrebbe dovuto usare tutta la sua astuzia per poter fare una cernita e capire dove concentrare le proprie energie per ottenere ciò che l’Oscuro desiderava. Certo, ma cosa? Quella era un’altra gatta da pelare, comprendere cosa avrebbe dovuto recuperare. Si avvicinò alla stanza, cercando di tastare la porta per capire se vi fosse un modo per poter entrare e fu in quel momento che proprio lì dentro sentiva come un gran vociare. Capì che forse era lì ad essere nascosto ciò che desiderava ardentemente, ben custodito da fedeli servi. Fu proprio mentre era immerso in questi pensieri che fu risvegliato e riportato al mondo terreno da una voce provenire alle sue spalle.
Imprecò.
Sembrava non avere pace quella giornata, non pensava vi fosse un esercito di servi ad attenderlo. Voltandosi, però, non vide nessuno. Che fosse una magia a lui sconosciuta, una sorta di allarme? Ciò significava due cose: non era in imminente pericolo - era stato assicurato riguardo al fatto che il padrone non fosse in casa - ma anche che doveva essere celere, molto più celere.
Ritornò con lo sguardo verso la stanza di suo interesse. Non poteva certo sfondare la porta ed entrare senza sapere chi o cosa lo aspettasse dall’altra parte.
Ponendosi ad una esigua distanza di sicurezza avrebbe piegato quasi del tutto il gomito tenendo la bacchetta con molta delicatezza. Con un gentile movimento del polso avrebbe quindi disteso il braccio verso l’obiettivo, accompagnando il movimento con la formula - Vitreo -
Aveva bisogno di capire cosa stesse succedendo, la situazione iniziava ad essere un po’ troppo ambigua per i suoi gusti. E prima che le cose fossero iniziate ad andare per il verso sbagliato, egli avrebbe rinunciato alla consueta e proverbiale impulsività per privilegiare l’astuzia e il raziocinio, agendo come abile spia. Doveva sempre essere un passo avanti all’avversario prima di poter fare la prossima mossa.

Era la calma prima della tempesta.

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// Lo so, sono una vergogna, chiedo scusa per l'immane ritardo, non capiterà più.
view post Posted: 2/12/2023, 12:08     Aldilà - La Capitale del Mondo Magico

Vagnard von Kraus
Diamine, ma cosa davano da mangiare a quell’uomo, concime? Pensava di non aver mai sollevato un essere tanto robusto in vita sua al momento di appoggiarlo sul divano. Dall’altro capo invece la Governante sembrava essere piuttosto avvezza ai carichi pesanti, evidentemente non era solo quella che dava ordini ma era la prima a saper mettere le mani in pasta. Fin dal momento in cui varcano la soglia però Egli non dimentica il motivo per cui si trova lì, rimpiangendo ancora una volta di non aver fatto uso di un’entrata “secondaria”. Sapeva il cosa, ma non il dove. Dove mai si sarebbe potuta nascondere una cassaforte in tutta quella riccanza? Escluse quasi a priori il piano terra, privilegiando quello superiore, magari dietro un quadro o forse nascosta in una stanza privata. Qualunque fosse la soluzione avrebbe dovuto darsela a gambe di lì ed al più presto. Fare giustizia sommaria non sarebbe stata affatto una buona idea, non in quel momento almeno. La priorità rimaneva raggiungere l’obiettivo, considerando il fatto che la sua identità non era mai stata svelata e la cosa gli dava la possibilità di poter agire in maniera piuttosto libera. Il momento più opportuno fu quando notò come la vecchia fosse impegnata a far abbeverare il povero babbeo svenuto. - Madame, temo di aver sbagliato villa. Mi accomiato, tante care cose -. Fu quello il momento in cui avrebbe puntato la bacchetta contro se stesso e, mantenendola ben ferma, pronunciò mentalmente la formula * Sèocculto *, facendo ben attenzione a rispettare gli accenti e a considerare le due parole come una sola. Se tutto fosse andato per il meglio, avrebbe dato l’impressione di essersi dileguato dall’edificio. A quel punto, con nonchalance, e bacchetta ancora in mano, si sarebbe diretto verso le scalinate. Destra o sinistra? Si lasciò consigliare dall’istinto, salendo su quelle di destra.
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view post Posted: 19/11/2023, 11:14     Aldilà - La Capitale del Mondo Magico

Vagnard von Kraus La situazione iniziava a degenerare. Immaginatevi la faccia di Vagnard, purtroppo celata dietro la maschera, alla visione della Factotum e di lì a poco della servitù al completo. Diamine, avrà pur scelto l’orario peggiore per entrare dall’ingresso di servizio, ma sembrava comunque uno scherzo di cattivissimo gusto dettato dalla mente perversa dell’Oscuro in persona. Ma Vagnard si sentiva stimolato dalla situazione, d’altronde era proprio nei momenti di difficoltà che si vedeva chi fossero i migliori. Era evidente come la vecchia non avesse abboccato alla sua scusa, e se in qualche modo era riuscito a circuire il giardiniere, un povero beota di paese, ciò non sarebbe stato possibile con la Governante, ne era certo, non si sarebbe mai schiodata dalla sua posizione. La casa era la sua dimora, la sua vita, la conosceva meglio delle sue tasche e nessuno le avrebbe fatto credere di saperne più di lei. Doveva agire, e in fretta. Non poteva restare fuori ancora per molto, non doveva essere visto da altri testimoni, ed un attimo eccessivo di incertezza avrebbe fatto decadere la sua copertura come un castello di carte. E in tutto ciò, ultimo ma non ultimo, avrebbe dovuto modificare il piano originario. Per quanto gli avessero fatto promettere di essere pronto a tutto, non era il momento di dare il via ad un genocidio di massa, Vagnard era folle ma non stupido. Serviva un diversivo, un deus ex machina a risolvere la situazione.
Diede una rapida occhiata prima alla governante, poi al giardiniere per fissarne la posizione nella mente e poi di nuovo alla signora. Lasciò scivolare la punta della bacchetta, precedentemente nascosta nella manica della veste, facendola puntare verso il giardiniere, mentre rapidamente eseguiva come una lettera L con un movimento continuo del polso, dall’alto verso il basso
*Decado* pronunciò con fredda decisione tra sè e sè. E se tutto fosse andato bene, al sentire il corpo del Giardiniere adagiarsi al suolo, si sarebbe voltato con finto stupore. << Signora, quest’uomo ha avuto un mancamento, dobbiamo soccorrerlo, mi aiuti a portarlo dentro! >> quindi lo avrebbe afferrato per le braccia iniziando a trascinarlo verso la Dimora.

E la caccia al tesoro avrebbe potuto cominciare.
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view post Posted: 22/10/2023, 09:07     Aldilà - La Capitale del Mondo Magico

Vagnard von Kraus
Ghignò soddisfatto dietro la maschera sentendo risuonare la serratura come risultato del suo incantesimo. Ah dolce piacevole rumore! Incredibile come i metodi più convenzionali risultassero sempre i più efficaci. Alle volte una mano da parte del Fato non era da disdegnare. Ma come qualcosa veniva a favore, il conto era presto servito, l’Universo esigeva compensazione. Ed ecco che dietro di lui si palesava un curioso figuro che con un cappello di paglia indosso ed un sacco con foglie secche in mano gli chiedeva il motivo della sua presenza. Nascose precauzionalmente la bacchetta nella mantella prima di girarsi, lasciandola scivolare dal polsino.
Immaginate la scena, non sarebbe potuta sembrare una situazione più ridicola! Presumibilmente aveva fatto la conoscenza con il giardiniere della tenuta. Non sembrava molto felice di vederlo lì, pertanto, onde evitare di ricevere il poco felice colpo del forcone contro una parte del suo corpo avrebbe dovuto usare un briciolo di astuzia, quella che sembrava mancare all’amico di fronte.

- Oh, sono qui per una festa, Signore, non è stato avvertito? - attese, per osservare sulle prime la sua reazione - una festa in maschera. - continuò, indicando la sua. Aggiunse poi - Volete partecipare? In fondo il vostro non è un costume, ma potete fare come se lo fosse! -

Aprì la porta e con un evidente cenno del braccio lo invitò ad entrare. Se Cappello di Paglia avesse accolto il suo invito avrebbe gettato uno sguardo circospetto verso la strada richiudendo la porta dietro di sé, lasciando contestualmente scivolare la bacchetta verso il palmo della mano.
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view post Posted: 21/9/2023, 09:54     Aldilà - La Capitale del Mondo Magico

Vagnard von Kraus

Tutto molto semplice. Si trattava di raggiungere un indirizzo in particolare, entrare nell’appartamento vuoto, prelevare ciò che l’Oscuro agognava e sgattaiolare senza lasciare tracce. Niente di più. Sembrava un normale passante, nelle strade desolate, solo la brezza spirava, un dolce odore arboreo raggiungeva di tanto in tanto le sue narici. Qualche voce proveniente dalle case a schiera, talvolta un sentore di cibo. Rifletteva tra sè e sè mentre superava un passante ben vestito. Solitamente le missioni richiedevano ingegno e sprezzo del periglio, e al pensiero le membra furono scosse da un leggero brivido di piacere. Stranamente e contro ogni aspettativa quella sembrava una pura missione di infiltramento, una sorta di novello 007. Non che gli dispiacesse, in fondo ne aveva vissute di tutti i colori nell’ultimo periodo e agire un po’ nell’ombra era ciò che faceva a caso suo. Non aveva intenzione di rompersi le uova nel paniere, non quel giorno. Avrebbe fatto quanto richiesto, nella maniera più pulita possibile, per rientrare nelle grazie dell’Oscuro, e più precisamente nei ranghi più alti.

33b. Ecco l’appartamento. Una casa d’epoca datata, con la sua età che ne dettava il fascino. Senza porsi troppi problemi, dopo aver indossato la maschera, utilizzò il braccio sinistro come appoggio sul basso cancelletto e lo scavalcò con un agile salto felino. Atterrò sul vialetto in ghiaia, evitando di appoggiare il bastone in terra per evitare di segnarlo con quella sottile polverina che avrebbe potuto chissà tradirlo un giorno. Aprì il pomello con un veloce movimento del dito sfilando la bacchetta. Raggiunse quindi dopo qualche passo l’elaborato portone, e dopo aver lanciato uno sguardo furtivo attorno a sé puntò la bacchetta verso la serratura.

*Alohomora*

Avrebbe quindi tentato di aprirla, sperando non fosse chiusa magicamente, altrimenti avrebbe dovuto tentare altro per aprirla, o puntare ad un’altra via di accesso…


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» Punti Salute: 274/274 (140 Base + 9 Duello + 2 Role + 5 S.A. + 46 Oggetto + 5 Runa + 1 Pipistrello + 60 Top 200 + 5 Evento + 1 Quidditch)

» Punti Corpo: 203/203 (90 Base + 9 Duello + 2 Quidditch + 3 Role + 5 S.A. + 82 Oggetto + 5 Runa + 1 Pipistrello + 5 Evento)

» Punti Mana: 193/193 (90 Base + 9 Duello + 3 Role + 5 S.A. + 81 Oggetto + 1 Pipistrello + 4 Evento)

» Punti Esperienza: 57 (1 Base + 12 Promozioni + 1 Nomina a Prefetto + 4 Duello + 2 Role + 1,5 Quest Halloween + 16,5 Quidditch + 2 Quest Evento + 2,5 Evento + 4,5 M + 10 Top. 200)
view post Posted: 2/7/2023, 21:33     Mondschein - Torre di Astronomia

Vagnard von Kraus Le parole appena pronunciate furono frammentate ognuna da un colpo di tosse. Non era un escamotage teatrale, quanto un piccolo errore di calcolo: un po’ di fumo gli era infatti andato di traverso, irritando il condotto oro-faringeo e le pupille, che in breve iniziarono ad arrossarsi e a lacrimare. Una scena piuttosto patetica *Ach du heilige Scheiße* imprecò tra sé e sé. Vi portò la manica della divisa, affinché potesse asciugarle e portargli un po’ di apparente sollievo. Nel mentre le orecchie erano ben dritte verso l’indiscreta osservatrice, che a quanto sembrava pure essere una guardona di professione. Non pensava esistessero persone tanto perverse all’interno del Castello. Pensò bene di rimproverarla al fine di redarguire l’ignota ospite << Non ti hanno mai detto che è cattiva abitudine spiare le persone, specie se in una situazione privata? Cos’è, vuoi una sigaretta per dimenticare l’accaduto? >> Pensò bene di alzarsi e verificare chi fosse questa Alice Wagner, come si era appena presentata. Il nome non gli diceva niente, né gli era possibile riconoscerla a vista. Infatti tra la distanza, l’oscurità e la nube di fumo che aveva creato non ne riusciva a distinguere bene le fattezze. Sicuramente una novellina, una persona a cui era stato appena dato del potere e che voleva farne abuso per puro piacere di poterlo esercitare. Nella sua immensa magnanimità si impose, per quella sera, il compito di educare quella ragazza. Sospirò, dandosi una virtuale pacca sulla spalla per congratularsi di quanta pazienza stesse mantenendo in una situazione simile. Si alzò facendo leva con il bastone da passeggio, avvicinandosi a lei sincopando i passi con i colpi del bastone, che risuonavano per tutto il piano. Ghignò sotto i baffi. No, quella sera egli non avrebbe perso alcun punto, al massimo ne avrebbe aggiunto qualcuno sul dolce visino che iniziava a palesarsi davanti ai suoi occhi << Oh, allora forse servirà tutto il pacchetto. >> aggiunse, correggendo la precedente offerta. Un altro passo e si trovò a non più di due metri di distanza dalla fanciulla. Fu allora che riconobbe chi aveva di fronte. Spalancò gli occhi, indicandola con il bastone da passeggio, con uno sguardo allucinato che rasentava tra l’euforico ed il folle << Ma tu..tu sei… >> scoppiò in una fragorosa risata, allargando le braccia, ormai impossibilitato a trattenersi << … tu sei l’incapace che non riusciva ad andare dritta sulla scopa! >> diamine, era incredibile come di quei tempi elargissero il ruolo di prefetto a chiunque, dei signori nessuno, a degli incompetenti totali << guarda cosa mi hai fatto! >> ringhiò d’improvviso, indicando la crosta che ancora segnava il suo viso. Avrebbe dovuto prenderla per i capelli, stringerli in una coda vincolandoli attorno al polso, tirarla a sé con violenza, avvicinare il viso di lei alla ferita e fargliela leccare, ma si trattenne. Voleva sentire le sue parole, i suoi patetici tentativi di dimostrare il suo ruolo utilizzando l’impotenza, gli insulti nei suoi confronti, sentire quanto fosse disgustoso ai suoi occhi e che tutto ciò che di male subiva era meritato.

Pregustava, in sintesi, un secondo orgasmo. E questa volta dritto davanti agli occhi di Fräulein Wagner.

Senza dimenticare però le buone maniere, inarcò il busto ed allungò la mano verso di lei << Vagnard von Kraus, freut mich Sie kennenzulernen, Fräulein. >>


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view post Posted: 28/6/2023, 09:03     Mondschein - Torre di Astronomia

Vagnard von Kraus In breve il libro si impadronì della sua mente e il ritmo della lettura si intensificò. Si trovava in quella strana sensazione di abbandono. Entrare in un mondo magico, fatto di immagini e sensazioni, come realtà alternativa in cui si è terzi osservatori, quel breve istante che permette di staccare dalla realtà, come una sorta di viaggio spirituale. Di tanto in tanto ritornava in sé, quanto bastava per un nuovo tiro. Teneva la sigaretta tra pollice e indica, ben distante dalle pagine assicurandosi di non sporcarle o bruciarle. Ci mancava solo un nuovo interrogatorio per tentato incendio, nulla lo avrebbe più sorpreso oramai.

“...Dann ließ sie das Tuch zu Boden fallen. Ich wagte nicht, mich zu rühren. Sie trat so nahe an mich heran, dass ich ihre Brüste an meinem Rücken und ihren Bauch an meinem Po spürte. Auch sie war nackt. Sie legte die Arme um mich, die eine Hand auf meine Brust und die andere auf mein steifes Geschlecht. - Darum bist du doch hier! - … “

- Ohoh, das wird ja heiß! - pensò Vagnard tra sè e sè con un ghigno soddisfatto stampato sul viso. Anche nel suo corpo qualcosa iniziava a cambiare, proprio come nel protagonista del film, e lasciò scivolare in giù una mano allo scopo di placare quella piacevole sensazione.
Continuò a leggere.

“ […]
Ich hatte Angst: vor dem Berühren, vor dem Küssen, davor, dass ich ihr nicht gefallen und nicht genügend würde. Aber als wir uns eine Weile gehalten hatten, ich ihren Geruch gerochen und ihre Wãrme und Kraft gefühlt hatte, wurde alles selbstverständlich. Das Erforschen ihres Körpers mit Händen und Mund, die Begegnung der Münder und schließlich sie über mir, Auge in Auge, bis es mir ka und ich die Augen fest schloss und zunächst mich zu beherrschen versuchte und dann so laut schrie, dass sie den Schrei mit ihrer Hand auf meinem Mund erstickte”


Ebbe un silenzioso orgasmo. Attaccò dolorosamente la schiena al muro, gli occhi al cielo ad incrociare la luna con lo sguardo, i battiti a mille. Quando la sensazione si placò, tirò generosamente dalla sigaretta, riprendendo poi la lettura del libro.

Non riuscì neanche ad iniziare il nuovo capitolo che una voce interruppe quel momento di intimità. Non riconobbe subito la persona che stava facendo il suo ingresso in Torre. Si limitò a tirare nuovamente e a sbuffare il fumo in direzione della figura che iniziava a palesarsi dinanzi ai suoi occhi

<< Chi…esser…tu? >>

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view post Posted: 26/6/2023, 22:17     Mondschein - Torre di Astronomia

Vagnard von Kraus Il crepuscolo era il suo momento preferito. L’ultimo istante di affollamento della giornata, l’entropia, caos e disordine prima della lunga tregua, il Castello che lentamente si svuotava nei luoghi di aggregazione lasciando spazio solo ai fantasmi.
Ai fantasmi ed a Vagnard von Kraus.
Sebbene fosse estremamente metodico, egli amava passare le serate in varie maniere: in Sala Comune trangugiando qualche intruglio alchemico, indottrinando i suoi adepti o da solo, leggendo qualche pagina riflettendo magari tra sé e sé.
L’alternativa ultima era passare la serata in una qualche Torre. Solitamente in coincidenza con il Coprifuoco percorreva la fiumana di gente in verso contrario, passando così quanto più inosservato possibile. Non che solitamente venisse fermato da graduati o da studenti semplici, le persone non amavano la sua compagnia e la cosa gli faceva buon gioco.

Per quella sera aveva pensato di passare qualche ora sulla Torre di Astronomia, in compagnia di un buon libro e di un simpatico aiutino. Si sarebbe posizionato seduto, in un cono d’ombra, ma con la visuale verso la luna, regalando un’immagine poetica che si scontrava con la spigolosa figura del giovane studente. Aprì il libro con cura, pronto a leggere un nuovo capitolo del romanzo
*Lumos*.
Fu lì che si accorse di aver bisogno di avere bisogno di un piccolo incentivo per poter proseguire, ricordava infatti che il romanzo cominciava a farsi, come dire…interessante. Dal taschino sfilò una delle sigarette “speciali” che si era fabbricato anzitempo e che conservava per le occasioni di tranquilla solitudine. Si appuntò mentalmente di ritirare un nuovo quantitativo di canapa dalle scorte nell’aula di pozioni, la materia prima iniziava a scarseggiare. Solitamente non ne prendeva in grandi quantità tutte insieme, per non correre il rischio di essere scoperto. Da bravo calcolatore centellinava i furti, di modo tale da passare inosservato e sopperire ai suoi bisogni secondari, fino ad avere una quantità sufficiente per la sopravvivenza mensile. Purtroppo per lui cominciava a rendersi conto di essere diventato decisamente dipendente da quella roba, ma almeno riusciva a placare i mal di testa cronici di cui spesso soffriva. Se un tempo per compensare aveva necessità di malmenare qualche povero malcapitato, poteva dire di essere riuscito a trovare un buon compromesso, risolvendo in maniera "naturale". Accese la sigaretta ed inspirò profondamente, permettendo al fumo di invadergli i polmoni, cadendo nell’abbandono e lasciandosi rapire totalmente dalla sinuosa trama.
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view post Posted: 10/12/2022, 01:08     Sinfonia fantastica - Paiolo Magico

Vagnard von Kraus Non era la migliore delle mattinate per farsi una scampagnata in quel di Diagon Alley, il freddo iniziava ad essere pungente e oltre alle rigide temperature quel giorno aveva deciso di metterci lo zampino anche un vento piccante. Per tutelarsi Vagnard si era avvolto attorno uno spesso mantello nero tirato su fino a coprire il naso, che con la bombetta e tutto sarebbe apparso ai passanti come una sorta di buffo ladro messo in difficoltà dalle intemperie. Ma d'altronde l'invito era partito da lui, la famosa causa del suo stesso mal dunque. E sì che al freddo era abituato, la Germania infatti non era certo celebre per essere la patria della palme, ma quel che non sopportava era l'umidità di quell'isola maledetta, possano andare tutti al diavolo.
Scrollò la testa. D'altronde anche l'idea di annullare l'appuntamento era totalmente fuori luogo, l'etichetta gli imponeva di rispettare gli impegni e per l'occasione si era anche vestito di tutto punto. Abito elegante, bombetta, bastone da passeggio e pure un signor trucco, con lo sguardo meno tirato del solito, e anziché mostrare il suo ghigno malefico accennava quasi un sorriso. D'altronde si trattava di una giornata importante, aveva sete di informazioni. L'idea di incontrare un ex docente non era un sogno sopito, ma un mezzo per raggiungere un obiettivo. In generale non aveva una gran stima nei confronti degli insegnanti, messi lì dal Preside come omini adibiti solo a certificare i loro progressi. Una mansione in fondo non tanto diversa da quella che compievano gli Goblin alla Gringott. Esistevano due tipi di Docenti in linea di principio: quelli sapienti che hanno scelto un posto sicuro per il vile denaro anche se il ruolo non corrisponde alla loro massima aspirazione – e questi abbandonano generalmente entro poco il servizio – e quelli che hanno meno capacità ma tengono alla loro materia e considerano l'insegnamento come una missione. Entrambe le tipologie racchiudevano l'essenza del Docente, una persona colta, formata nel proprio ambito di competenza, impregnato di conoscenze invisibili al discente medio. Ed era proprio quello il sapere di cui necessitava, non quello che veniva dato loro a lezione, ma quello a cui tutti gli altri non potevano ambire, perché lui aveva sempre degli obiettivi superiori. In sintesi, il rendez-vous sarebbe stato, di fatto, un incontro puramente accademico. E Aquileia Goodheart aveva le capacità e le conoscenze di cui necessitava.
Che poi perché diamine aveva rinunciato al posto? Avrebbe scoperto anche quello, d'altronde per quanto amasse andare al punto avrebbe dovuto passare con lei un intero pranzo, e quindi anche saper ingannare il tempo e allungare il brodo al momento giusto.

Entrò al Paiolo Magico aprendo la porta con il bastone da passeggio. Facendo leva su di esso, e mantenendo aperto l'ingresso principale, entrò agevolmente senza che il vento potesse sbattergliela in faccia. Si tolse il mantello, tornando finalmente un comune civile riconoscibile. Di interrogatori ne aveva subiti abbastanza e non voleva essere incastrato anche per una presunta rapina involontaria. Sarebbero stati capaci di tutto quelli. Dandosi un'occhiata attorno inquadrò una sagoma conosciuta, dominata da dei folti capelli biondi e del fumo sovrastare la sua figura. Accostò il tavolo rotondo ponendosi di fronte all'ex docente. Fece una delicata riverenza << Onorato Fräulein >>. Il baciamano era forse passato di moda, o comunque lí per lí lo ritenne eccessivo dato il tipo di rapporto insegnante-allievo che avevano avuto in passato, dunque si limitó a tirare a sé la sedia con il bastone da passeggio per prendervi posto comodamente.
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view post Posted: 5/10/2022, 21:23     +11Torneo Crownspoon - News & comunicazioni
Casata Serpeverde
Squadra di Quidditch


Vagnard von Kraus (Capitano)
Mike T. Minotaus (Vice-Capitano)
Emily C. Rose
Marjorie Hastur*
Lilith Bennet*
Damian Byrne* (Riserva)
Silias Thom Morgan* (Riserva)
Draven Enrik Shaw
Daniel O'Hara





*In attesa di terminare le lezioni obbligatorie e/o di ricevere la valutazione.
view post Posted: 3/9/2022, 13:51     Litha - Il Ballo del Solstizio d'Estate - Giardino

Vagnard von Kraus Ghignò maliziosamente all'affermazione della rossa riguardo la precaria situazione famigliare di lei, e sarebbe stato davvero difficile per Vagnard definirla in altra maniera. Cresciuta dai servi, senza madre, un padre ad Azkaban. Una situazione tanto drammatica quanto curiosa, abbastanza per far sguazzare l'anima nera come la pece di Vagnard. Ecco perchè ghignò. Alle volte un gesto vale più di mille parole, una frase forse di circostanza che nasconde un grande fondo di verità. Non a caso il tedesco amava comunicare spesso in maniera non verbale, preferendo invece il linguaggio del corpo, che ben sapeva leggere nelle altre persone come tanto studiava il proprio. Sapeva come mascherarlo all'occorrenza, e sapeva altre volte come sottolinearlo, ai limiti dell'esagerazione. Ma era proprio lì che si nascondeva, in maniera forse semplicistica, la sua essenza. Nella fattispecie il gesto era dovuto all'apprezzamento nei riguardi della forte ironia al cospetto delle parole dell'ex Caposcuola.
Continuarono a camminare come Dama e Cavaliere, una coppia che presentava mille contraddizioni. Alla fine forse era proprio quello l'obiettivo di Vagnard, ovvero attirare l'attenzione. Per quanto ai più potesse apparire bello e affascinante un bel quadro di Canaletto, con la profonda attenzione ai colori, alle proporzioni e alla prospettiva, ad un primo sguardo l'occhio cade più sulla disarmonicità apparente di un quadro di Picasso che invero offre un diverso modo di vedere i suoi soggetti, letteralmente a 360°. In fondo Emily e Vagnard non potevano essere tanto diversi e distanti quanto al contempo completarsi a vicenda. In sintesi, nonostante all'interno fosse ancora combattuto e forse mai era stato così debole, cercava di farsi forza all'esterno, cercando di riabilitare il suo ruolo all'interno del complesso scolastico.
Camminando realizzò il leggero disagio di Emily nei confronti dell'elemento del fuoco e capì che forse non era solo lui ad aver avuto un difficile passato recente. Allungò la mano libera fino a sfiorare le pareti del Castello. Curioso come arrivato durante il primo anno si sentiva tanto fuori luogo quanto a casa in quel momento, dopo aver subito indicibili torture ed essere stato lontano chissà quanto tempo. In fondo era una sorta di casa dove ognuno si sentiva protetto e accudito.

Raggiunto il Giardino, le dichiarazioni della giovane riguardo l'avvicinarsi al bar causarono in lui un leggero languorino e le fauci secche di Vagnard cominciarono a bagnarsi, come bestia desiderosa di carne e sangue. Non vedeva l'ora di appoggiare le labbra su un succoso bicchiere di alcool puro. L'istinto fu velocemente abbandonato nel momento in cui Lei fece piccola tappa allo stand di Vestiti. Avrebbe dovuto attendere molto? Dandosi uno sguardo attorno incrociò rapidamente lo sguardo con una serie di ragazzi che mai aveva visti, sicuramente del primo anno, Serpeverde a giudicare dal loro atteggiamento. Si ripromise di investigare oltre. Ella riprese dunque il cammino.
<< Sembra mi sia perso davvero molto, comincia a raccontare allora, non amo essere tenuto all'oscuro. >> aggiungendo solo successivamente un leggero sorriso, evidentemente di circostanza. La sua era una pretesa, certo, ma almeno di facciata non voleva apparisse come un ordine, onde evitare che Emily si ritirasse ed evitasse di aggiornarlo sui più recenti avvenimenti. Ma fu in quel momento che udì una voce delicata chiamare la sua compagna. Vide avvicinarsi una figura slanciata, alta ed elegante nelle forme e nelle movenze, lunghi capelli castani e profondi occhi blu. Vagnard socchiuse gll occhi sentendosi riconosciuto e chiamato. Gli sarebbe piaciuto ribattere salutando di conseguenza, ma proprio quella figura non si collegava ad un nome. L'aveva mai conosciuta? Non ricordava della sua esistenza. Notando però la confidenza tra le due ragazze, egli si allontanò di qualche passo da Emily, mettendosi in mezzo alle due, formando una sorta di curioso triangolo equilatero. Le indicò entrambe, una con la mano sinistra ed una con la mano destra. << Non ditemi che...state insieme! Ma certo, ma certo, come ho fatto a non capirlo, era questa una delle novità? Non pensavo fossi passata dalla mazza all'anello, Rose! >> Vagnard era risaputamente razzista e misantropo, credeva fortemente nell'esistenza di una razza non pura, ma più degna di altre. Di certo gli omossessuali erano tra le razze meno considerate, avrebbe dato loro tranquillamente fuoco, ma il giovane si sforzava di sopportarli in qualche maniera.
Scoppiò in una risata profonda, mentre allungava il braccio cercando di afferrare un bicchiere volante, senza sapere cosa vi fosse dentro e a chi lo stesse rubando.
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