Charing Cross Road la abbracciava con i suoi alberi e con il rumore neanche troppo invadente dei passanti che in quella tarda mattinata d'inverno incorciavano la sua strada. Procedeva con lo sguardo rivolto in avanti, ma senza fissare un punto in particolare: la sua concentrazione era tutta rivolta all'interno, nel cercare di abbinare un nome ad un volto.
Il gufo che aveva ricevuto il giorno prima era scritto in modo formale, e piuttosto forbito, a dire la verità. Il mittente non si era introdotto subito, perciò sulle prime ebbe un sussulto e temette che provenisse dal Professor Peverell, ma fu costretta - non senza un certo sollievo - a ricredersi: il messaggio aveva un certo formalismo, ma era meno aristocratico, ed il tono era educato, ma di un'educazione asciutta che virava più verso una circostanziale formalità che verso il brillante eloquio dello Storico. E ovviamente il nome le tolse ogni dubbio: un suo ex allievo, che avrebbe avuto piacere - "estremo piacere", per la precisione - nel rivedere la ex Docente di una delle materie che più lo avevano colpito. In positivo o in negativo era tutto da vedere, ma se i tasselli nella sua mente stavano effettivamente ricostruendo l'immagine giusta, la risposta pendeva con altrettanto estremo slancio verso la seconda opzione, motivo alla base della sua lieve perplessità.
Si portò alle labbra il sigaretto ormai a metà, concedendosi l'ultima boccata prima di farlo sparire con un rapido Evanesco. Guardò in avanti, adocchiando in lontananza la porta che conduceva al Paiolo. Persona formale che tuttavia non escludeva gli ambienti informali. Fosse stato solo per lei, Leia avrebbe tranquillamente proposto il Testa di Porco: si trovava perfettamente a suo agio tra il rude vociare degli avventori e la rozza ma in qualche modo per lei protettiva atmosfera del posto. Ma il Testa di Porco era locale da bevute serali tra colleghi
*o nuovi interlocutori*: nel frangente attuale, invece, un luogo dove godersi un pranzo informale con un suo ex-allievo era una location alquanto più appropriata.
Soprattutto, per le poche volte che l'aveva visto, del giovane l'avevano colpita l'aspetto e l'abbigliamento. Gli accessori, soprattutto, e soprattutto uno in particolare. In questo trovava una similitudine con la Corvonero che lei era stata: all'epoca non era insolito vederla girare tra i corridoi con una piccola frusta da domatore. Era a misura di ragazzina, quindi più corta di una frusta professionale e di gran lunga più leggera, tanto che la si poteva quasi confondere con un giocattolo. Suo papà aveva pensato anche a questo dettaglio quando gliel'aveva regalata. Ovviamente Leia non l'aveva mai utilizzata per i corridoi della Scuola: la portava addosso quasi sempre arrotolata e mostrandola più come un trofeo, un abbellimento, una caratterizzazione, che come utensile o come arma. Del giovane, invece, e dell'utilizzo dell'accessorio che caratterizzava il suo abbigliamento, durante gli anni come docente non avrebbe saputo dire se poteva avere esattamente la stessa impressione.
Del resto, comunque, non lo conosceva quasi. E cosa ancora più importante, c'era da verificare se effettivamente si ricordava bene.
*Stiamo invecchiando, ragazza*.
Raggiunse finalmente l'entrata del pub, immersa nelle sue riflessioni, e senza esitare aprì la porticina facendosi strada all'interno del locale. Da lontano intravide quello svitato del suo ex-collega Chris, questa volta agghindato con un mantello blu elettrico bordato di ricami fucsia e verde lime. Alzò gli occhi al cielo ancora prima di salutarlo da lontano. Quel pazzoide la vide, e le rivolse un sorriso smagliante, prima di tornare a dedicarsi alla malcapitata strega che gli sedeva innanzi, visibilmente turbata - non si sapeva se più dal suo gesticolare o da quella improbabilissima accozzaglia male assortita di colori. Leia sapeva cosa la aspettava: al ritorno verso il Quartier Generale se lo sarebbe trovato alle calcagna con le sue milleduecentoventisette domande su chi fosse il giovane con lei, cosa ci facesse lì, "te li scegli giovani, eh Occhistrambi??" e altre baggianate simili, alle quali lei avrebbe risposto facendogli presente che il verde-fucsia sul blu elettrico non è un aiuto per rimorchiare, soprattutto con i capelli rossi.
Leia prese comodamente posto su un tavolo rotondo ampio ma non eccessivamente grande, il giusto per stare comodi, si sedette sulla seggiola più vicina al camino e pazientemente si dedicò ad attendere il suo commensale. Si accese un altro cigarillo, accavallando distrattamente le gambe. Ripeté il nome del giovane a mente, meditabonda.
Era certa che non avrebbe tardato.