Posts written by Haryel Smith

view post Posted: 9/1/2018, 15:38     A.A.A. Ruolatori cercasi - News & comunicazioni
Numero Partecipanti massimo: indefinito
Numero Partecipanti minimo: 2
Categoria di appartenenza: studenti essenzialmente... :D Haryel (15 anni) è fermo al 2° anno, credo!
Frequenza sul forum: due risposte a settimana. Nessun problema a passare ad una risposta a settimana, per problemi vari.
Link della ruolata: da decidere
Note: semplicemente mi piacerebbe scrivere/leggere post non brevissimi e che la role abbia un inizio ed una fine (semmai, aperta) :D
view post Posted: 25/11/2015, 21:50     +1Richiesta Prestavolto - Schedario
Nome dell'attore: Orlando Bloom
Nome del vostro personaggio: Haryel Smith
Foto da utilizzare: posso fare da me :)
view post Posted: 23/11/2015, 22:34     Ufficio Utenti Smarriti - Presentazioni
Ciao ragazzi! Sentite vorrei capire se il mio pg, Haryel Smith, é ancora attivo oppure no. Se no,cosa dovrei fare per riprendere a muovermi tranquillamente sul forum?
Grazie! (:
view post Posted: 9/9/2014, 23:38     L'inizio di un nuovo anno... - Giardino
Ascoltare ad occhi chiusi quel concerto di foglie danzanti al vento, di fili d'erba struscianti l'uno contro l'altro, di ramoscelli scricchiolanti sotto l'azione del vento, di cinguettii di uccelli che non riuscivo nemmeno a riconoscere, era assolutamente rilassante. La varietà di vita di quel posto, e di tutto il parco di Hogwarts in generale, era sorprendente: ovunque si girasse la testa, una specie animale o vegetale era pronta ad attirare l'attenzione dell'occhio e a stupirlo, cosa non da poco. Certo, era pur vero che nel corso degli anni avevo avuto modo di vivere faccia a faccia con la natura, prima nella amata casa natale, poi nella casa al mare con mio padre: ero abituato ad ascoltare la natura, a contemplarla, a ricercare in essa l'essenza della serenità, della felicità. Poi negli anni, mio malgrado, avevo avuto sempre meno tempo da dedicare a questi piacevoli passatempi...
Mentre ero assorto in questi pensieri, uno strano fischiettio giunse alle mie orecchie...
Ora, d'accordo che le specie animali in quel posto erano un'infinità, ma mai mi era capitato di sentire un uccello fischiettare in quel modo! Che si trattasse di qualche strana specie magica? Poteva pur essere... in fondo in quel luogo tutto poteva essere possibile.
Tesi meglio le orecchie per decifrare altri suoni: una voce umana, una risata che denotasse la presenza di un essere umano; niente. Solo quel fischiettio che pareva avvicinarsi sempre di più.
D'un tratto, quando ormai ero convinto che quel qualcosa sarebbe passato sopra la mia testa, il fischiettio cessò; se ci fosse stato un altro platano picchiatore nelle vicinanze, avrei temuto per la sorte di quell'essere, e per la mia... ma il platano era a meno di 30 metri dai miei occhi, quindi scacciai subito dalla testa quel macabro pensiero.
Convinto di essermi immaginato un po’ troppe cose, distolsi il pensiero da quella faccenda; la mia mente, però, non restò libera per molto tempo… Qualche secondo dopo quel singolare evento, sentii dei movimenti alle mie spalle: qualcosa si avvicinava con passo prima più rapido poi via via più lento fino ad arrestarsi del tutto. Potevo distinguere l’erba che veniva calpestata alle mie spalle ma purtroppo era l’unico elemento su cui potevo basare le mie congetture; nemmeno le ombre potevano aiutarmi a capire di cosa si trattasse: ormai il sole, alto nel cielo di fronte a me, proiettava le ombre alle mie spalle rendendomi impossibile distinguere le sagome di chi o cosa eventualmente sostasse alle mie spalle. Istintivamente voltai la testa all’indietro, poggiando una mano sul terreno per accompagnare il movimento con il busto… Alle mie spalle, immobile come se fosse stata vittima di un incantesimo pietrificante, una ragazzina di bell’aspetto, con capelli castani molto lunghi e mossi, in camicia rosso amaranto e jeans.
Tirai un leggero sospiro ma proprio mentre lo facevo mi accorsi dell’espressione imbarazzata stampata sul volto della ragazza: le sue gote, più rosse del normale, mi dicevano che la ragazza non sarebbe mai voluta essere lì; eppure era a due passi dietro la mia schiena.
Mi lasciai andare ad un sorriso, cosa che probabilmente avrebbe aiutato la ragazza a sbloccarsi da quella posizione da mummificata, o almeno lo speravo; poi, rivolgendomi a lei:

“Ti godi anche tu lo spettacolo?”

Ero quasi certo che mi avrebbe risposto che mi aveva scambiato per qualcun altro, di spalle, ma ormai eravamo lì. Ci mancava solo che anche io facessi la figura dell’imbalsamato e allora avrebbero potuto benissimo rinchiuderci entrambi in un museo.
view post Posted: 7/9/2014, 14:57     L'inizio di un nuovo anno... - Giardino
Era iniziato un nuovo anno scolastico, ma con immenso piacere potevo notare che Hogwarts non era cambiata; anzi, se possibile, era ogni volta sempre più affascinante. Il tempo trascorso a casa con mio padre mi aveva tenuto lontano per un bel po' da quell'ambiente... ma ora che lui aveva superato la fase più critica della malattia, speravo sarebbe arrivato il momento di dare più continuità alla mia presenza lì ad Hogwarts.
Certo, la nostra abitazione sul mare ci dava serenità, d'estate e in primavera... un po' meno durante la restante parte dell'anno; tuttavia dovevo riconoscere che l'atmosfera creata da quel suggestivo castello, dalla tenebrosa foresta al di là del meraviglioso parco, da quell'immenso lago, mi mancava più che mai. Come anche sentivo la mancanza dei compagni di casata... ormai dovevano essere tutti al quarto o quinto anno, non lo sapevo. E mi mancava il mondo magico, tanto che dentro di me iniziava a pulsare l'irrefrenabile voglia di fare immediatamente amicizia con qualcuno o qualcuna, senza guardare nemmeno i colori della divisa. A proposito della divisa, quel pomeriggio mi ero concesso un abbigliamento da vero babbano per la passeggiata che avevo in mente di fare nei giardini di Hogwarts: jeans blu, scarpe da ginnastica, camicia a maniche corte a righe blu e bianche e un maglioncino leggero blu notte, sulle spalle, annodato al collo; le sere di settembre al castello, specialmente all'esterno e ancor più specialmente nelle vicinanze del lago, erano sempre un più fresche. E sebbene fossi uscito dal castello alle 17, sapevo che, immerso nella natura, avrei potuto trascorrere ore intere. Amavo troppo farlo.
Così, lasciandomi alle spalle le serre di Erbologia e animato dalla speranza di incontrare persone nuove, mi incamminai verso il Platano Picchiatore per guardare da quella posizione il tramonto su Hogwarts.
Il sole era ancora forte, nonostante l'ora pomeridiana, ma si vedeva chiaramente che di lì a poche ore sarebbe scomparso dietro l'orizzonte; mi incuriosiva osservare i robusti rami bitorzoluti di quell'albero imponente lasciarsi trasportare dal vento e, perchè no, scacciare in malo modo qualche malcapitato uccellino posatovisi ingenuamente. Sorrisi a quel pensiero.
Ormai potevo vederlo a qualche decina di metri da me; non volevo disturbare la sua quiete, allora decisi che non mi sarei avvicinato oltre. Puntai verso una radura più o meno libera da enormi massi e altissimi alberi e mi sedetti sul prato a gambe incrociate.
Dinanzi a me una vista mozzafiato: il grande platano, ancora per il momento tranquillo, e dietro questi, più in basso e in lontananza, lo specchio d'acqua che colpito dal sole pareva una distesa di argento liquido. I raggi del sole, filtrando attraverso i rami e le foglie degli alberi, creavano sul prato mosso dal leggero vento, incantevoli giochi di luci e ombre: sembrava che sul disordinato e irrequieto manto erboso marciasse caoticamente un esercito di formiche disorientate seguendo il flusso intermittente e irregolare del vento. Allo stesso modo, le leggere increspature dell'acqua, illuminate dai raggi solari, luccicavano così fugacemente che sembravano tanti pesciolini che si divertivano a saltellare dentro e fuori dall'acqua.
*Ah... quanto mi sei mancata Hogwarts...* Pensai tra mè, socchiudendo gli occhi e inspirando profondamente per poi rilassare i polmoni più lentamente.
Mi chiesi se quello stesso spettacolo cui stavo assistendo io non piacesse anche a qualcun altro, nel castello...
view post Posted: 22/7/2013, 00:14     pensieri e parole... - Giardino
Strinsi la mano di Serena ricambiando il sorriso.
Dopo i primi momenti di titubanza anche lei, adesso, sembrava più a suo agio; cosa che mi fece non poco piacere perchè mi ricordava tanto lo spirito di quella scuola: l'amicizia. Negli anni in cui ero mancato, almeno quello sembrava essere rimasto immutato.
Quindi anche la ragazza era della mia stessa casata; iniziavo a convincermi di avere un qualcosa dentro di me che attirasse tutti i Corvonero nel raggio di qualche centinaio di metri dal mio percorso. Era incredibile... tutte le persone conosciute fino a quel momento ad Hogwarts appartenevano alla casata dei Corvonero. Non che avessi repulsione verso gli altri studenti, assolutamente, ma il caso aveva voluto così fino ad allora. Mi chiesi se prima o poi le leggi delle probabilità avrebbero preso parte al gioco.

"Già... è l'unico posto che io abbia mai conosciuto in cui davvero il tempo sembra fermarsi... Sarà che provengo dal caos della città babbana!"



risi, mentre facevo ricadere il braccio destro sull'erba e con la stessa mano che avevo dato alla ragazza accarezzai lievemente le punte dei fili di erba che ci stavano facendo da "materasso".

"In città sono rari questi posti..."

continuai, riportando lo sguardo sul volto della giovane. Scossi un po' la mia chioma, come al solito senza capo nè coda, per liberarmi gli occhi; la leggera brezza sul lago mi fece un attimo rabbrividire e strizzare gli occhi... forse, anche un po' colpa della stanchezza.

"Comunque hai ragione. Probabilmente non abbiamo mai avuto modo di incontrarci prima di stasera. Ho frequentato il mio primo anno ad Hogwarts tre anni fa e metà del secondo anno due anni fa... dopodichè ho lasciato la scuola per due anni, fino a ieri, per stare accanto a mio padre. Aveva bisogno di me..."



sorrisi alla ragazza per nascondere quel pizzico di preoccupazione che mi assalì nel momento in cui pensai a come potesse stare mio padre in quel momento. Ma mi ero promesso che da quel momento avrei iniziato a credere che le cose sarebbero andate solo per il meglio. Quindi abbandonai quasi immediatamente quello strano pensiero e rilassai la fronte e i lineamenti del viso.

"Di te cosa mi dici Serena? Ah, bel nome comunque!"


aggiunsi alla fine, allargando il sorriso amichevolmente *sembra spontanea...*.
view post Posted: 21/7/2013, 14:50     A.A.A. Ruolatori cercasi - News & comunicazioni
[QUOTE=Haryel Smith,13/2/2013, 01:27 ?t=30395019&st=105#entry374830415]
Numero Partecipanti massimo: 3 (me incluso)
Numero Partecipanti minimo: 2
Categoria di appartenenza: studenti (qualunque casata)
Frequenza sul forum: anche non assidua (va bene un post al giorno o uno ogni due giorni)
Link della ruolata: da stabilire
Note: chi è interessato può contattarmi tramite mp.
Preferirei ruolate non di poche righe.
Il mio pg, anche se al secondo anno, ha già 15 anni quindi mi farebbe piacere conoscere gente di pari (o quasi) età :)
view post Posted: 21/5/2013, 23:40     Would you like a cup of tea? - Quinto Piano
Seguii con lo sguardo Jane andarsi ad appoggiare contro la fredda parete lapidea a pochi passi da me e incrociare le braccia al petto. Improvvisamente sembrava più calma. Sembrava che la rabbia in lei si fosse attenuata... ma non del tutto in me. La scottatura che il suo comportamento mi aveva lasciato, bruciava ancora... Non riuscivo a credere che si potesse passare così facilmente dalla parte dell'indifferenza. Se fossimo stati solo amici avrei potuto anche capirlo, ma... avrei detto senza ombra di dubbio che eravamo stati più di semplici amici e non riuscivo a spiegarmi la semplicità con cui lei aveva dimenticato tutto.
Ascoltai ogni sua parola, ogni domanda. Pensai che fossero troppe tutte insieme, per come mi rieccheggiarono nella mente... non sapevo da quale iniziare!

"Che reazione vuoi potessi aspettarmi da una ragazza che credevo mi amasse, due anni fa. E che ero sicuro di amare fino a ieri..."



Aggiunsi per ultimo, lasciandomi cadere le braccia lungo i fianchi.

"Ma hai ragione, erano sentimenti di dodicenni... non è così?"


Un sorriso amaro mi solcò il viso. Dalle parole della ragazza sembrava palese che niente fosse rimasto dei nostri momenti insieme. Anzi, tutto ciò faceva presumere che non avesse perso molto tempo per colmare il "vuoto" lasciato da me.

Ora che tutto sembrava delinearsi, ora che iniziavo ad intravedere la ragione del comportamento di Jane, anche la mia collera sembrava scemare di colpo. Il cuore riprese a battere regolarmente e le tempie, pulsanti, si rilassarono. Ora non le sentivo più gonfie sulla fronte e avvertivo il mio volto perdere quel rossore di qualche minuto prima. Non sapevo davvero cos'altro dire... *Mi sarei aspettato anche solo..."

"...un abbraccio. Mi sarei aspettato anche solo un abbraccio. Niente altro.
Purtroppo, il mio allontanamento da Hogwarts è stato... vitale. Anche se immagino che adesso tutto abbia davvero poca importanza..."



Mentre pronunciavo quelle parole simulai il gesto dell'abbraccio allargando le braccia, per poi riportarle ai fianchi mentre concludevo la risposta.
Rimasi lì, non immaginando cosa sarebbe successo. Solo adesso iniziavo a rendermi conto del fatto che, per quanto la ragazza mi avesse sorpreso, comunque avevo corso un po' troppo con le parole.
view post Posted: 7/3/2013, 23:48     Would you like a cup of tea? - Quinto Piano
Con la stessa calma con la quale avevo finito di mangiare il biscotto al burro, ascoltai fino in fondo le parole di Jane seguendo con molta attenzione ogni espressione del suo volto. Era evidente che non stesse fingendo, ma forse nutrivo ancora qualche speranza che invece fosse così. Cosa e chi l'aveva portata a diventare così? Ero consapevole di non potermi aspettare, nè meritare, una festa da lei, ma nemmeno tanta acidità e freddezza. Per alcuni versi aveva ragione, ma magari avrebbe dovuto prima ascoltare le motivazioni della mia sparizione. Prima di sparlare a quel modo.
Durante il secondo attacco della corvonero il cuore iniziò a pompare il sangue più velocemente, tanto che riuscii a sentirne chiaramente il rimbombo nelle orecchie. Era come se si fosse attivato un moto d'ira che aveva trovato sfogo nel battito cardiaco. Notai gli occhi della ragazza inumidirsi e, subito dopo, lasciar sfuggire una lacrima prontamente raccolta dalla mano di Jane. Probabilmente due anni prima quel gesto mi avrebbe indotto ad abbracciarla e ad asciugarle le lacrime con la mia di guancia, ma in quel frangente mi lasciò impassibile; non un muscolo del mio volto si lasciò scalfire da quel suo atteggiamento. Forse, lo stare con mio padre nella solitudine mi aveva anche incrudito, oltre che fatto crescere caratterialmente.
Nemmeno il tocco della mano della ragazza sul mio braccio mi fece addolcire... cosa che in passato, invece, mi avrebbe emozionato non poco.
Ormai sembrava tutto chiaro. Le mie impressioni iniziali stavano trovando sempre più conferma a mano a mano che quel dialogo proseguiva.
Quel moto d'ira che s'era insinuato in me e che aveva preso piede in seguito a quel monologo glaciale della ragazza, sfociò nelle parole pungenti:

"Non saprei dire se sei stata più lesta all'accettazione o alla rassegnazione!"



La frase fu pronunciata in un sibilo udibile quanto il tono di voce di Jane di poco prima. Questa volta, però, mi accorsi di essere stato davvero duro... l'impeto d'ira aveva avuto la meglio su di me. Ma pensando a come e se avrei potuto mitigare quelle parole velenose con altre, risolsi che non sarebbe stato il caso. In quel momento. Ma chissà se ne avrei avuto un altro. L'unica cosa che riuscii ad aggiungere, ricordando le parole di poco prima della ragazza,*..Non mi aspettavo di rivederti..*,fu:

"Ad ogni modo, non era mia intenzione sconvolgerti con il mio ritorno. Dovevo pur finire la scuola, PRIMA o poi."



Il viso leggermente più disteso, la voce sicura, forse impercettibilmente tremante, marcò il termine "prima" come a voler far intendere che prima fossi uscito da quell'ambiente, altrettanto prima mi sarei tolto dalla vista e dai ricordi della mia interlocutrice. Mentre la ragazza continava a fissarmi, con gli occhi un po' lucidi, io non riuscivo a non andare indietro con la mente a due anni prima, nonostante quello scambio di battute che iniziava a suonarmi terribilmente come un addio.
view post Posted: 5/3/2013, 23:44     Would you like a cup of tea? - Quinto Piano
Seguii automaticamente lo sguardo della ragazza che si spostava verso la teiera fumante e la tazza vuota posta accanto al piatto di biscotti nel vassoio argenteo sul davanzale di pietra. Jane era sempre stata timida, anche quando tra di noi c'era stato un rapporto più "intimo", e sicuramente non aveva perso nel tempo quella sua sfaccettatura caratteriale. Quello che mi sorprese, invece, fu la rassegnazione pessimistica, quasi tendente all'indifferente, di quelle parole: "E' solo che è passato talmente tanto tempo.. Non mi aspettavo di rivederti" Neanche fosse trascorso un secolo... Eppure io riuscivo a ricordare tutto benissimo.
Anzi, erano stati proprio quei ricordi a risollevarmi nei momenti difficili trascorsi con mio padre.
Ma d'altra parte, nessuno dei due aveva cercato di rintracciare l'altro, e anzi, Jane forse nemmeno sapeva dove mi trovassi. Chissà, forse chiedendo tra gli insegnanti avrebbe potuto sapere. Anche se ero della convinzione che venire a conoscenza di determinate cose per vie indirette non è mai il massimo.
Mancanza di entrambi? Forse. Ma forse più mia. A sparire ero stato io, dopotutto; l'indifferenza, per me sopraggiunta col tempo, per la ragazza, forse, sorta concomitantemente alla mia partenza, ci aveva a quanto pare separati più di quanto avrei potuto pensare, immaginare... Mi venne da chiedermi: Chissà se qualche volta mi hai pensato. Da quando non mi hai più visto, neanche un minimo di preoccupazione?
Potevo essere morto, stando alle sue parole insolitamente gelide. Che fare... non avrei mai pensato che si potesse cadere così nell'indifferenza, cancellando tutto il passato.
Mi passai una mano tra i capelli, quasi a volerli rigare dando loro un certo ordine... ovviamente non ci riuscii. Avevano sempre loro la meglio. Sospirai. Ascoltare quelle parole, che indirettamente manifestavano il chiaro sentimento di lontananza della ragazza nei miei confronti, mi aveva lasciato sconcertato. Una tazza di thè? Cosa sarebbe mai potuto cambiare tra il chiudere lì quella conversazione e soffermarsi ancora a parlare di sentimenti vuoti. La ragazza, però, mi sembrò gentile, come sempre.
E in fondo, fino a qualche minuto prima i miei sentimenti nei suoi confronti erano rimasti immutati.
E certamente, mi sarebbe dispiaciuto troncare lì quell'incontro due anni dopo l'ultimo.
Sorrisi, di un sorriso leggermente amaro, e mi avvicinai al davanzale poggiando la schiena contro lo stesso. Presi uno di quei favolosi biscotti al burro e lo passai tra le dita prima di addentarlo per un quarto. Quel piatto ricolmo di biscotti era l'unica cosa rimasta di dolce nel raggio di qualche metro.
Masticai lentamente quel dolce boccone per assaporarne fino in fondo gli aromi. Decisamente buono.

"Già... giusto il tempo per dimenticarmi. Non è così, Jane?"



Dissi dopo essermi liberato la bocca.
Ero stato troppo duro? Non seppi valutare. D'altronde avevo solo risposto con fermezza a tanta indifferenza. Me ne sarei pentito? Probabilmente. Ma cosa c'era da perdere adesso che vedevo svanire tutto come un castello di carte.
view post Posted: 3/3/2013, 14:41     Ciao :) - Presentazioni
Benvenuta Cristina! :)
Dovremo corrompere il cappello parlante per farti entrare nei Corvonero :P
Ti auguro una piacevole e duratura permanenza ad Hogwarts!! ^^
view post Posted: 1/3/2013, 00:26     Would you like a cup of tea? - Quinto Piano
Attraverso le lenti degli occhiali fissai gli occhi castani di Jane per tutto il tempo, fino a quando non ebbe finito di parlare.
In quegli anni mi ero dovuto dar da fare molto da solo e questo probabilmente aveva contribuito a inasprire più velocemente i miei lineamenti un po' come quando un uomo, dopo aver lavorato per anni dietro una scrivania si ritrova improvvisamente a dover affrontare un lavoro manuale e in breve tempo con i calli alle mani. La vita era andata avanti piatta, come l'elettroencefalogramma di un cadavere, senza mai nè alti nè più bassi del solito. E adesso, la cosa che più mi bruciava era l'assoluta ignoranza di come potevano essere andate le cose per la ragazza. In cuor mio sperai meglio di come erano andate le mie, di cose... ma forse ne avremmo parlato quella sera.
L'incontro con la preside, ormai era ovvio, sarebbe saltato.
Lei invece... oh, anche lei era cresciuta. Adesso potevo rendermene conto a soli due passi di distanza.
Il viso aveva assunto dei tratti più definiti, precisi, e anche il suo modo di atteggiarsi era più da "grande"; entrambi eravamo più maturi, e se avessi voluto fare un paragone di come ci eravamo trasformati, beh sicuramente per lei si poteva dire era sbocciata come un fiore in primavera ai tiepidi raggi del sole di marzo, mentre io mi sentivo come una farfalla che torna ad essere bruco, qualora fosse mai stata possibile una cosa del genere in natura. Rivedere Jane mi riempì di gioia, al punto che le sarei saltato al collo per abbracciarla... frenai questo istinto, ma inesorabilmente questo si vendicò senza pietà facendomi luccicare gli occhi di pianto. Ma egli forse, l'istinto, non sapeva che lo avrei tenuto a bada, forse però non ancora per molto... è vero, lo stare accanto a mio padre mi aveva insegnato, tra le altre cose, a trattenere le lacrime, ma fino a che punto? Il mio corpo, come la mia mente, erano da tempo pronti ad esplodere di emozioni... tutte quelle che avevo abbandonato e reppresso fino ad allora e che adesso, rivedendo Jane, si risvegliavano una ad una.
Sentii il cervello rimbombarmi nella testa come chiedesse di essere liberato da quell'affollamento di pensieri, e il mio volto si colorì più di rosso per effetto del sangue che sentivo scorrere più frenetico nelle vene dei polsi. Anche il mio cuore sembrava ribellarsi a quel ritmo di emozioni che scalpitavano dentro di me e potevo chiaramente sentire il suo battere dentro le mie orecchie. Se fossi rimasto fermo lì, senza dire niente, forse sarei esploso. Riorganizzando un po' le idee, dissi un po' confusamente:

"Chi altri potrei essere... Non mi riconosci nemmeno più?... Sono arrivato ieri sera al castello."



mi accorsi forse troppo tardi che quelle parole avrebbero potuto ferirla... forse ero stato troppo duro.
Ma se non io, chi altri avrebbe potuto e saputo guardarla negli occhi così intensamente come avevo fatto fino ad allora... Eppure i nostri occhi si erano già incontrati a lungo e per lungo tempo in passato, in quello stesso modo. Una mezza pugnalata... si era forse dimenticata di tutto questo? O ero io che pretendevo di riesumare dal passato momenti defunti, ormai mummificati...
view post Posted: 27/2/2013, 00:48     Would you like a cup of tea? - Quinto Piano
All'indomani del mio arrivo al castello potevo ritenermi soddisfatto di com'erano trascorse le prime ventiquattr'ore: avevo incontrato la professoressa Camille, fatto conoscenza con una ragazza al suo primo giorno ad Hogwarts ed ero anche riuscito a trovare il tempo, in serata, per rilassarmi in giardino alla brezza serale del Lago Nero, sotto il cielo stellato. Nel nuovo giorno, invece, avrei dovuto sbrigare un paio di commissioni... Infatti quella mattina avevo in mente di incontrare la Preside per "regolarizzare" la mia presenza ad Hogwarts: prima della mia partenza avevo lasciato le lezioni a metà, completandone solo alcune; detto sinceramente mi sarebbe dispiaciuto perdere il lavoro svolto, ma d'altra parte potevo immaginare che i programmi nel frattempo fossero cambiati. Chissà, magari con qualche integrazione avrei potuto completare il secondo anno senza dover rifare tutto.
Quindi, con questo intento, uscii dalla Sala Comune dei Corvonero e inforcai le scale per raggiungere la stanza della Preside al quinto piano. Presi il corridoio che mi avrebbe condotto a destinazione, un passo dopo l'altro... come quei grandi finestroni che, uno dietro l'altro, scorrevano al mio fianco con una certa monotonia, interrotta solo dal colore cangiante delle pietre nelle sfumature e dalla loro disposizione mai uguale.
Spinsi lo sguardo oltre gli spessi vetri delle finestre: i colori del cielo denotavano ormai il finire del giorno; il tramonto cedeva il passo alla sera. Ad un tratto, però, la mia attenzione, anzi, a dir la verità, il mio olfatto, fu attratto da una fragranza di qualcosa di dolce... dovevano essere biscotti, forse al burro. Mio padre mi aveva insegnato a farli da piccolo. L'odore di quei biscotti appena sfornati era qualcosa di inebriante e avevo imparato presto a riconoscerlo. Quelli dovevano essere davvero molto buoni, sicuramente opera degli abili elfi domestici del castello.
Incuriosito, distolsi gli occhi dalle finestre per rivolgerli più in avanti nel corridoio. Una ragazza sedeva sull'enorme davanzale di una di quelle altrettanto enormi finestre; sembrava rilassata, abbandonata alla pace che regnava in quel corridoio, quasi sempre non trafficato da studenti. Avvicinandomi ancora potei notare un particolare, fino ad allora poco visibile: una mela color rosso vivo, spiccava tra una teiera argentea e un piatto ricolmo di biscotti. Un pensiero mi attraversò la mente. Anzi, più che un pensiero, un ricordo, una moltitudine di ricordi risvegliati in un secondo da una sola immagine. Ricordavo una sola persona che in qualunque momento della giornata potesse avere piacere ad addentare una sana mela rossa: Jane. Da quando ero arrivato mi ero chiesto se l'avrei rivista... purtroppo avevo perso i contatti con lei dal momento della mia partenza, due anni prima, a malincuore. Ma d'altra parte, non mi ero fatto più sentire neanche dopo. Non potevo immaginare cosa sarebbe accaduto se ci fossimo rivisti... eppure, più mi avvicinavo a lei, più avevo l'impressione che quella eventualità si sarebbe verificata. E poi la prova inconfutabile che si trattava esattamente di Jane.
I miei occhi si spostarono dalla mela al volto della ragazza, ai suoi lineamente, ai capelli. Come dimenticarli, per quante volte li avevo accarezzati, per quanto tempo avevo trascorso abbracciato alla Corvonero in passato. Ricordi. Bellissimi ricordi, resi solo leggermente sbiaditi dal tempo che era trascorso senza di lei.
Rallentai il passo, fino a fermarmi davanti al davanzale dove sedeva la ragazza. Non volevo spaventarla... chissà in quali pensieri era assorta. Ma il mio desiderio di fare qualcosa, di non restarmene lì impalato, mi spinse finalmente a rompere il silenzio:

"J... Jane?"



Dissi piano, in modo che lei potesse sentirmi senza sobbalzare.
view post Posted: 25/2/2013, 23:52     pensieri e parole... - Giardino
Mi fece piacere che la Corvonero avesse assunto una posizione più comoda... sinceramente non avrei avuto le forze quella sera di stare in piedi o ancora seduto: il mio fondoschiena era già abbastanza indolenzito dopo le ore trascorse sul legnoso manico di scopa che mi aveva condotto fin lì.
Mi girai sul fianco destro in modo da poter guardare meglio la ragazza mentre ci parlavamo. "Babbano?" Quasi non avevo capito si trattasse di una domanda. Spostai lo sguardo dal volto della ragazza, ai miei vestiti. Ora capivo. Tra l'altro, mi ero anche dimenticato di indossare vestiti sfacciatamente babbani. Sorrisi, un po' ingenuamente, come un bamino scoperto con le dita nella Nutella.

"Già! Dalla parte di mio padre, John Smith"



Il pensiero volò a lui, nella casa di famiglia a Portsmouth. Mi aveva invogliato a partire nonostante le sue condizioni di salute non ottimali. Che uomo... aveva accettato la singolare situazione familiare sin da subito, sofferto la scomparsa della moglie, mia madre, e condiviso la mia scelta di perseguire le orme di lei. Dovevo davvero molto a lui. E a lei, certamente.
Ma avevo lasciato la presentazione a metà, quindi ripresi subito dopo:

"Io invece sono Haryel, della casata Corvonero. E tu...?"



lasciai la frese a metà, aspettando che fosse la ragazza a concluderla. Contemporaneamente allungai la mano destra verso di lei.
Si stava rivelando una serata davvero piacevole, sul finir di quel giorno.
view post Posted: 21/2/2013, 01:13     pensieri e parole... - Giardino
Che pace... avevo quasi dimenticato quella sensazione di estremo relax. Fortunatamente, però, avevo avuto l'idea e la voglia di passare la serata in quel posto che, più di qualunque altro, mi infondeva serenità e riposo. Forse solo il letto riusciva a fare di meglio!
Ero quasi disteso sull'erba, con le braccia che, lentamente, scivolavano sempre più indietro fino a toccare esse stesse il prato. Gli occhi socchiusi. Tra un fruscìo e l'altro del leggero venticello serale tra le innumerevoli foglie degli alberi, avvertii dei passi leggeri che si facevano man mano più vicini a me. Ma feci finta di niente, rimanendo con gli occhi socchiusi; sapevo bene che a quell'ora potevano esserci altri ragazzi lì fuori. Dopotutto, il giardino era un posto come un altro per trascorrere belle serate in compagnia, all'aperto. Poi, ad un tratto, la voce di una ragazza che probabilmente si era fermata poco distante da dove ero io semi-disteso. Non mi spaventai. La ragazza aveva parlato con un tono di voce così lieve che quasi si sarebbe potuto confondere con il suono del vento, se non fosse che l'ultima folata di questo mi fece rabbrividire per un attimo.
Il brivido che mi percorse la spina dorsale mi fece aprire gli occhi, così mi voltai verso la direzione da cui avevo sentito provenire la voce, alla mia destra.

"No affatto, anzi..."



sorrisi, vedendola fare altrettanto.

"...mi stavo giusto chiedendo cos'altro avrebbe pututo completare questo quadro meraviglioso..."



accennai al paesaggio che si apriva dinanzi ai nostri occhi come un dipinto perfetto in ogni suo dettaglio. Poi mi sollevai un po' dalla posizione supina, fino quasi a sedermi sul prato. Sì, quelle poche parole leggere della ragazza avevano contribuito a rendere il tutto più morbido, soave. Non che la natura non lo fosse già di per sè, ma avevo avuto la sensazione che quelle note, seppur diverse, si fossero inserite incredibilmente bene nella melodia d'insieme...
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